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…Immergersi in “Note. Volume secondo.” di Nicolás Gómez Dávila non è leggere una storia, ma entrare nella mente di un pensatore che guarda il mondo con occhi incredibilmente lucidi e critici. Questo libro, una raccolta potentissima di pensieri e aforismi, affronta temi centrali come l’autenticità, l’intelligenza vera contrapposta alla banalità moderna, e la ricerca di un senso profondo nell’esistenza. Gómez Dávila non risparmia nessuno nella sua critica sociale, osservando la decadenza non solo nelle idee politiche o nell’arte contemporanea, ma anche nei luoghi fisici, come una Parigi che ha perso la sua anima o una campagna francese ridotta a fabbrica. Non ci sono personaggi nel senso classico, ma piuttosto tipi umani e atteggiamenti che lui analizza senza pietà, esaltando l’umanesimo che integra sensualità e intelletto. È una filosofia vissuta, non accademica, che spinge a guardare oltre la superficie, a cercare l’armonia in un universo complesso e spesso deludente, ricordandoci che la vera grandezza sta nella profondità e nella capacità di vedere l’irriducibile differenza delle cose.Riassunto Breve
Essere autentici sempre può portare a non essere sinceri con la vita stessa, mentre un vero umanista unisce l’ideale alla vita di ogni giorno. La gioia più profonda viene dalla calma dopo l’impegno. Le idee dette troppo presto sono superficiali, e la vera essenza delle cose nutre lo spirito. Il piacere di pensare sta nel capire le cose e come sono legate, e nel sentire che si sta migliorando. La grandezza che si vede negli altri è un riflesso della propria. Alcuni preferiscono pensare all’azione piuttosto che agire. Un’idea vale quando si capisce da sola e insieme ad altre. Il piacere intenso si trova nella bellezza che si muove, non in quella ferma. Capire il mondo con i sensi succede quando il corpo e la mente lavorano insieme. La libertà di pensiero non è un regalo, ma qualcosa che si ottiene piano piano. Il valore delle azioni dà importanza alla vita, non il contrario. La saggezza comune critica i piaceri che non può avere, mentre la vera calma riduce il dolore per ciò che si perde. Le cose attirano per quello che fanno immaginare. L’eccitazione del mondo deve aiutare l’intelligenza. Per essere lucidi, le persone devono essere uno scopo, non un mezzo, altrimenti la mente si confonde. Se qualcosa non sembra piacevole, è solo perché non dà il piacere specifico che si cerca. Le cose piccole possono dare più piacere perché non pesano sulla mente, permettendo di pensarci bene. Per capire certe cose, serve un approccio deciso. Cercare un sistema non deve essere per stare comodi con la mente, ma per amare il cambiamento che sta in equilibri temporanei. Una mente neutrale senza superiorità è mediocre; la parzialità controllata aiuta la mente. Piacere intenso e calma possono scontrarsi, senza regole fisse per metterli d’accordo. Basta una moderazione attenta che sa cosa dare o negare. Chi segue regole rigide può finire per sacrificarle per le loro stesse conseguenze. Per apprezzare ciò che tutti criticano, non servono scuse, ma amare proprio quello che lo rende criticabile. Tutto deve dare un’emozione forte, sia da solo che come parte del tutto. La giovinezza delle donne aggiunge l’illusione di un futuro che forse non ci sarà. Ci sono sensibilità che si attivano solo con ciò che è brutto e cattivo. Emozioni rare possono nascere da situazioni difficili, ma quelle complete e perfette si trovano solo in persone con un buon equilibrio tra corpo e mente, difficile da spiegare. La saggezza scopre un piacere nascosto nel fare il proprio dovere. Il valore delle cose viene dal fatto che finiscono. La dolcezza del tramonto è unica quando si lascia andare anche la tristezza inutile. Una mente che sembra ragionevole cerca opinioni che vanno bene o discorsi comuni; una mente lucida accetta tutto, ma vuole capire le cause e le conseguenze delle idee. Bisogna imparare a non fare niente, ma non in modo banale e senza diventare vuoti dentro. Se la mente non si allontana dalle cose che attirano subito, dimentica la calma solitudine dove si scoprono nuove parti dell’essere. La mente cresce nel silenzio, non facendo cose. La mente che cerca di capire non esclude, ma giudica. La saggezza perfetta ama ciò che passa perché scompare e ciò che è eterno perché resta. Non accontentarsi mai del primo risultato, ma trovare soddisfazione in ogni cosa, usandola per migliorarsi. Fare politica non va d’accordo con l’intelligenza perché spesso richiede ingiustizia. L’estasi più pura nasce anche dalle difficoltà, ma la realtà non deve rovinare i sogni che vengono dall’azione. Il sogno mostra l’essenza della realtà. Armonia, profondità e pienezza spirituale si raggiungono quando l’anima cresce nella bellezza, aprendosi al piacere come un fiore. Chi non si impegna del tutto fallisce. Nelle azioni profonde ci sono forze nascoste e divine. Il piacere di lasciarsi andare e quello di costruire se stessi esistono insieme. Capire le azioni guardando le intenzioni è la regola d’oro per giudicare. Non si cerca di non giudicare, ma di non ignorare. La verità è per la mente quello che la gioia è per i sensi: la sua felicità. Non identificarsi con le azioni ordinate da chi ha potere, ma con l’ordine che le crea. L’azione libera non è la fine di regole, ma l’affermazione di tutto l’essere. Non evitare i doveri, ma non farsi legare da essi. La misura della mente non dipende dalla grandezza o piccolezza delle cose, ma dall’intensità e dalla forza dell’impegno. Nessuna promessa di piacere è come quella di una donna, e solo la volontà di una donna si avvicina. La gioia perfetta si trova nell’essere completamente disponibili. La vita di chi pensa non definisce l’oggetto, ma vive secondo l’essenza pura dello spirito. Quando si matura spiritualmente, l’importanza di mettere in ordine le idee diminuisce. Un’idea nuova che non va d’accordo con una vecchia non è un motivo sufficiente per rifiutarla o accettarla. Ogni idea deve valere da sola, senza conclusioni già decise. L’amore spesso promette quello che non dà. Portare un’idea all’estremo la rende falsa, ma anche tenerla a metà la rovina. Bisogna esplorare a fondo idee diverse e i loro lati, senza paura delle contraddizioni, perché l’unità sta nel movimento della mente. Il tempo fa maturare il pensiero perché diventi frutto della volontà. Realizzare il proprio essere è realizzare il destino, ma il destino è solo un invito a essere, perché si può rifiutare se stessi. Una mente che vede un sistema in ogni pensiero, che vuole collegare e legare i pensieri in strutture, ma che non si accontenta di nessuna verità, che vede ogni verità chiedere la sua opposta, che vede ogni affermazione negare ciò che non afferma, una mente che non cerca sintesi, ma tensione tra opposti. La mente critica rifiuta ogni definizione, cercando l’unità oltre le apparenze divise. La mente che cerca di capire si dona all’oggetto senza riserve, come chi approva e afferma. Ma mentre il secondo si ferma e si perde nel donarsi, il primo riprende il possesso per dedicarsi sempre a nuove cose. La bellezza è l’oggetto più puro da giudicare. L’abitudine spegne lo splendore del mondo, che si riaccende solo con il desiderio. Disprezzare le regole che sacrificano lo splendore della vita per il suo equilibrio. Non esiste un umanesimo completo senza la presenza costante della sensualità. L’amore fisico, la presenza femminile, la sua magia sensuale e misteriosa, l’emozione data da corpi fatti per oscure necessità, il cui potere supera la sola bellezza, sono fondamentali per una mente che vuole unire rigore e severità alla profondità più intensa dell’intelligenza. In politica, dove contano le opinioni che diventano forti, evitare la semplicità delle opinioni solo giuste. L’importanza di un sistema salva l’onore dell’intelligenza. Quando l’ossessione del presente schiaccia, la ragione deve fuggire dal suo apparente dovere. Esiste un fiore dell’intelligenza, un sorriso, un’alba, un’ironia fresca, che mancano a chi la conoscenza dei classici non libera dalla rozzezza moderna. Oltre la vita di tutti i giorni, con i suoi piaceri facili, c’è un totale spogliarsi dell’essere in una gioia pura e secca. Tutto dipende dalle condizioni sociali e politiche, ma poiché queste dipendono da tutto e non si può aiutare a trovare soluzioni pratiche, è meglio dedicarsi a pensare, cosa che l’incapacità di agire non annulla. L’amicizia è interesse; invece di arrabbiarsi, soddisfarlo. Lo sterco è utile, ma non da mangiare. Il popolo è vile, ma chi si crede migliore spesso lo è ancora di più. Esiste una sola classe sociale: la borghesia. I nobili? Borghesi che si vergognano. I proletari? Borghesi che vorrebbero esserlo e sono arrabbiati. La ricchezza di oggi aumenta la volgarità. L’elemosina della borghesia è per difendere la società, non carità. La borghesia non è un mostro, ma lo è l’uomo medio soddisfatto. La futura borghesia comunista prepara feste infernali. I comunisti non hanno diritto all’uguaglianza, ma la borghesia non ha diritto di negarla. Non serve essere superiori per giustificare la superiorità di uno sull’altro; basta essere diversi. È insopportabile che basti “avere” di più. Chi vuole disuguaglianza deve dimostrare di essere diverso. Tra un borghese seduto e un servo in piedi, con piaceri, ignoranza, credenze, abitudini e ambizioni simili, la differenza è solo di posizione. Un borghese vestito da servo non vedrebbe altra differenza che cinema meno cari, con gli stessi film. In tempi di debolezza umana, minacce più grandi e cose che durano poco, è meglio fare lavori lenti, pazienti, precisi, con ambizioni che durano per sempre. Il disgusto è oggi garanzia di nobiltà. L’amore di un padre è uno scandalo universale, senza il quale si costruirebbe un mondo logico, ma esiste e crea una realtà unica nell’indifferenza generale. Dire “Padre” a Dio è una pretesa enorme e una promessa meravigliosa. Nelle regole di igiene si cerca un gesto magico più che un’efficacia tecnica. I microbi sono i demoni moderni e l’igienista un mago più temibile. La bellezza richiede misure precise, e per l’uomo essere troppo piccolo o troppo grande sono eccessi. La ricchezza nelle grandi città sembra opprimente, come una ricchezza da favola e una disponibilità totale, senza capire i legami economici. Viaggiare in Europa è visitare una casa dove i servi mostrano sale vuote di feste passate. Uno Stato o una città decadono quando gli abitanti di oggi sono di un tipo sociale diverso da chi li ha fondati. La decadenza avviene nel passaggio di potere sociale, non importa quanto valga il gruppo che prende il potere. Parigi era monarchica e borghese, creata e organizzata dalla tensione, opposizione e armonia tra il comune e il palazzo reale. Senza la monarchia, la Parigi borghese si impone, anche sotto il Secondo Impero. La fine del XIX secolo e la prima metà del XX vedono la lenta morte di una città fondata su due forze necessarie, che appassisce quando ne resta una sola. La città diventa solo borghese. I nuovi quartieri non hanno più tracce della grandezza monarchica, ripetendo la monotonia e la mancanza di stile della società che li costruisce. Ma la borghesia stessa scompare. Il borghese ricco si nasconde, la borghesia dell’Ottocento non esiste più. Un nuovo tipo sociale grigio e insignificante occupa le strade: impiegati e operai, il loro modo di essere sociale domina. Il resto è finzione, non vita. I quartieri periferici sembrano estendersi al centro. L’Europa vive del passato come discendenti famosi di pensioni di congressi. La campagna francese rende felice l’economista: terra ricca, fertile, coltivazione precisa che non spreca angoli. Ma questo spettacolo opprime. Nonostante la bellezza naturale, l’uomo ha imposto una monotonia stancante. Campi rettangolari senza fine si susseguono fino all’orizzonte. Alberi allineati si nascondono a distanza uguale, cambiando fila mentre l’auto passa con un movimento meccanico. Boschi improvvisi mostrano scopi pratici. Vigneti invadono il paesaggio con severità industriale. Si desidera terra sterile e libera, salvata dalla coltivazione umana. La campagna francese è sottomessa, natura domata, suolo controllato, fabbrica di cibo più che campagna rustica e sacra. La ricchezza mitica di Pomona diventa dispensa di grano e legumi. La campagna francese è un campo di verdure, non un giardino. Di fronte a tanta abbondanza, si sognano terre sterili, cime ghiacciate e foreste andine. Forse questa repulsione viene dalla sobrietà, da una severità religiosa o dalla povertà forzata. La campagna francese mostra la vittoria definitiva del contadino. Il lavoro iniziato il 4 agosto 1789 è finito. Terra coltivata ovunque, valli, pendii, rive, giardini, pianure, sorvegliata dall’amore contadino per il suolo. Raccolti abbondanti, foglie lucide, grappoli pesanti sono lo sforzo unito di vite avide e laboriose che lavorano senza sosta la terra, ora loro proprietà. Un popolo immenso di insetti si estende sulla Francia, fecondandola con il sudore. I campi emanano vapore di sudore contadino. Su terre luminose, orizzonti puliti, colRiassunto Lungo
1. L’Ineffabile Armonia dell’Essere
Essere autentici sempre può sembrare insincero nei confronti della vita. Chi ha una visione umanista non si definisce solo con un’idea perfetta di esistenza, né si limita a vivere il presente. Piuttosto, cerca di unire l’ideale con la realtà di tutti i giorni. La gioia più profonda nasce dalla serenità che si prova dopo aver fatto il proprio dovere. Un pensiero detto troppo presto può risultare banale. La vera natura delle cose è un nutrimento per lo spirito.I piaceri dell’intelletto
I piaceri della mente si trovano sia nelle cose concrete e nei loro legami, sia nella consapevolezza di crescere interiormente. La grandezza che vediamo negli altri è un riflesso della nostra. Alcune persone preferiscono analizzare un’azione piuttosto che compierla. Un’idea diventa importante quando si capisce la sua unicità e i suoi legami con altre idee. Il piacere più intenso si trova in una bellezza viva e dinamica, non in una bellezza immobile. Si comprende veramente il mondo attraverso i sensi quando l’esperienza fisica si unisce all’intelletto. Un mondo di sensazioni si crea quando i sensi e la ragione si incontrano.Libertà intellettuale e saggezza
La libertà di pensiero non è qualcosa che si ha dalla nascita, ma si conquista poco a poco. Il valore delle azioni non dipende da quanto consideriamo importante la vita, ma sono le nostre azioni a dare valore alla vita. Chi è mediocre critica i piaceri che non può raggiungere, mentre chi sa veramente contemplare riduce l’amarezza della perdita. Le cose ci attraggono per le possibilità che ci fanno immaginare. L’euforia mondana deve essere usata dall’intelligenza come uno strumento. Per essere lucidi, bisogna considerare le persone come fini, non come mezzi, altrimenti l’intelletto si confonde. Ciò che sembra non dare piacere è solo qualcosa che non corrisponde al tipo di piacere che stiamo cercando. Le piccole cose possono dare piaceri più forti perché non opprimono lo spirito e permettono di guardare le cose con chiarezza e completezza.Dogmatismo e ricerca
Per capire certe cose, a volte è necessario essere dogmatici. Quando si cerca un sistema, non bisogna cercare la comodità intellettuale, ma amare l’instabilità che resiste attraverso equilibri temporanei. Chi è imparziale senza essere superiore è mediocre; ma essere di parte da soli non basta per elevarsi, è essere di parte in modo controllato e consapevole che serve all’intelletto. Piacere e serenità possono essere in conflitto, e non ci sono regole fisse per metterli d’accordo. È sufficiente una moderazione lucida, capace di concedere o negare. Chi segue principi rigidi può sacrificarli alle loro stesse conseguenze logiche. Per apprezzare ciò che tutti criticano, non servono giustificazioni, ma amare quegli aspetti che lo rendono criticabile. Ogni cosa deve dare ebbrezza, sia nella sua unicità che nella sua universalità. La giovinezza femminile aggiunge all’incanto la promessa ingannevole di un futuro improbabile. Ci sono sensibilità che vengono stimolate solo da ciò che è brutto e vile. Sensazioni rare possono nascere da situazioni estreme, ma emozioni complete e perfette si trovano solo in persone con equilibrio tra corpo e spirito, un equilibrio difficile da descrivere e che va oltre la comprensione. La saggezza scopre nel dovere una forma sottile di piacere. Il valore delle cose nasce dal fatto che non durano per sempre. La dolcezza del tramonto è unica quando si rinuncia anche alla tristezza. Chi ha uno spirito falsamente ragionevole cerca opinioni comuni; uno spirito lucido accetta tutto, ma vuole capire le cause e le conseguenze delle idee. Bisogna imparare l’ozio, purché non sia banale e non porti alla mancanza di spirito. Se lo spirito non si allontana dalle tentazioni immediate, dimentica la solitudine serena dove si scoprono nuovi aspetti dell’essere. Lo spirito cresce nel silenzio, non nell’azione. Lo spirito che cerca di capire non esclude, ma giudica. La saggezza perfetta ama ciò che finisce perché svanisce e ciò che è eterno perché dura per sempre. Non bisogna mai accontentarsi del primo risultato, ma trovare soddisfazione in ogni cosa, trasformandola in strumento di miglioramento. L’attività politica non va d’accordo con l’intelligenza perché spesso richiede ingiustizia. La gioia più pura nasce anche dalle difficoltà, ma la realtà non deve distruggere i sogni che nascono dall’azione. Il sogno rivela la vera natura della realtà. Armonia, profondità e pienezza spirituale si raggiungono quando l’anima cresce nella bellezza, aprendosi al piacere come un fiore. Chi non si impegna totalmente fallisce. Nell’ombra delle azioni si nascondono forze oscure e divine. Desiderio di abbandonarsi e di costruirsi coesistono. Capire le azioni in base alle intenzioni è la regola fondamentale della critica. Non si cerca di non giudicare, ma di non ignorare. La verità è per l’intelletto ciò che la gioia è per la sensibilità: la sua gioia più grande. Non identificarsi con le azioni imposte dal potere, ma con l’ordine che le crea. L’azione libera non è la conclusione di principi, ma l’affermazione di tutta la persona. Non evitare i doveri, ma non farsi imprigionare da essi. La grandezza dello spirito non si misura con l’importanza delle cose, ma con la forza e la costanza dell’impegno. Nessuna promessa di piacere è paragonabile a quella femminile, e solo la volontà femminile ci si avvicina. La gioia perfetta si trova nella completa disponibilità. La vita contemplativa non definisce l’oggetto, ma si vive secondo la vera essenza dello spirito. Con la maturità spirituale, diventa meno importante mettere in ordine le idee in un sistema. Il fatto che un’idea nuova sia in contrasto con una vecchia non è una ragione sufficiente per rifiutarla o accettarla. Ogni idea deve giustificarsi da sola, senza pregiudizi. Spesso l’amore promette ciò che non mantiene. Portare un’idea all’estremo la rende falsa, ma anche fermarsi a metà la rovina. È necessario esplorare completamente idee diverse e i loro aspetti, senza paura di contraddirsi, perché l’unità si trova nel movimento dello spirito. Il tempo fa maturare il pensiero per renderlo frutto della volontà. Realizzare il proprio essere significa realizzare il destino, ma il destino è solo un invito all’essere, perché si ha il potere di rifiutare se stessi. Uno spirito che vede in ogni pensiero un sistema, che vuole collegare e unire i pensieri in strutture sistematiche, ma che non si accontenta di nessuna verità, che vede ogni verità richiedere la sua opposizione, che vede ogni affermazione negare ciò che non afferma, uno spirito che non cerca sintesi, ma tensione di contrari. Lo spirito critico rifiuta ogni limite, cercando l’unità oltre la divisione apparente. Lo spirito che cerca di capire si dona completamente all’oggetto, come chi approva e afferma. Ma mentre quest’ultimo si ferma e si dimentica nel donarsi, il primo recupera il possesso per dedicarsi continuamente a nuovi oggetti. La bellezza è l’oggetto più puro della critica. L’abitudine spegne la meraviglia del mondo, che si riaccende solo con il desiderio. Disprezzare i principi che sacrificano la bellezza della vita per il suo equilibrio. Non esiste un vero umanesimo senza la presenza costante della sensualità. L’amore fisico, la presenza femminile, la sua magia sensuale e misteriosa, l’emozione suscitata da membra perfette per oscure necessità, il cui potere va oltre la semplice bellezza, sono fondamentali per uno spirito che desidera unire rigore e severità alla profondità più intensa dell’intelligenza. In politica, dove contano le opinioni che diventano forza, bisogna evitare l’ingenuità di opinioni solo corrette. L’importanza sistematica salva l’onore dell’intelligenza. Quando l’ossessione del presente opprime, la ragione deve allontanarsi dal suo apparente dovere. Esiste un fiore dell’intelligenza, un sorriso, un’aurora, un’ironia fresca, che mancano a chi la familiarità con la cultura classica non libera dalla barbarie moderna. Oltre la vita immediata, con i suoi piaceri superficiali, esiste una spoliazione totale dell’essere in una gioia pura e asciutta. Tutto dipende dalle condizioni sociali e politiche, ma poiché queste dipendono da tutto e non si può collaborare alle soluzioni pratiche, è meglio dedicarsi alla meditazione, che l’impotenza non annulla. L’amicizia è interesse; invece di indignarsi, bisogna soddisfarlo. Lo sterco è utile, ma non come cibo. Il popolo è vile, ma chi si crede superiore spesso lo è ancora di più. Esiste una sola classe sociale: la borghesia. Nobili? Borghesi che si vergognano di esserlo. Proletari? Borghesi che vorrebbero esserlo. La ricchezza moderna aumenta la volgarità. L’elemosina borghese è una difesa sociale, non carità. La borghesia non è orribile, ma lo è l’uomo medio soddisfatto di sé. La futura borghesia comunista prepara feste terribili. I comunisti non hanno diritto all’uguaglianza, ma la borghesia non ha il diritto di negarla. Non serve essere superiori per giustificare la superiorità di uno su un altro; basta la diversità. È intollerabile che basti “avere” di più. Chi vuole la disuguaglianza deve dimostrare di essere diverso. Tra un borghese sdraiato e un servitore in piedi, con piaceri, ignoranza, superstizioni, abitudini e ambizioni simili, la differenza è solo esteriore. Un borghese vestito da servitore non troverebbe altra differenza che cinema meno costosi, con gli stessi film. In tempi di debolezza umana, minacce più grandi e opere che durano poco, è meglio preferire lavori lenti, pazienti, minuziosi, ambizioni che durino per sempre. Il disgusto oggi è segno di nobiltà. L’amore paterno è uno scandalo universale, senza il quale si creerebbe un mondo coerente, ma esiste e crea una realtà unica nell’indifferenza generale. Chiamare Dio “Padre” è una pretesa enorme e una promessa meravigliosa. Nelle pratiche igieniche si cerca un gesto scaramantico più che l’efficacia tecnica. I microbi sono i demoni moderni e l’igienista uno stregone più temibile. La bellezza ha bisogno di misure precise, e per l’uomo la piccolezza e la grandezza sono eccessi. La ricchezza nelle grandi città sembra opprimente, come una ricchezza mitica e infinita, che non tiene conto dei rapporti economici. Viaggiare in Europa è come visitare una casa dove i domestici mostrano stanze vuote di feste passate. Uno Stato o una città decadono quando gli abitanti di oggi sono di tipo sociale diverso da quelli che li hanno fondati. La decadenza avviene quando cambia la classe sociale dominante, indipendentemente dal valore di questa classe. Parigi era monarchica e borghese, nata e organizzata dalla tensione, opposizione e armonia tra comune e palazzo reale. Senza la monarchia, Parigi borghese prende il sopravvento, anche durante il Secondo Impero. La fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento vedono la lenta morte di una città nata da due forze necessarie, che si indebolisce quando ne rimane solo una. La città diventa puramente borghese. I nuovi quartieri non ricordano più la maestà monarchica, ripetendo la monotonia e la mancanza di stile della società che li costruisce. Ma la borghesia stessa sta scomparendo. Il borghese ricco si nasconde, la borghesia dell’Ottocento non esiste più. Una nuova classe sociale grigia e insignificante occupa le strade: impiegati e operai, e la loro mentalità domina la società. Il resto è apparenza, non realtà. Le periferie sembrano estendersi al centro. L’Europa vive del passato come nobili decaduti di antiche famiglie. La campagna francese rende felice l’economista: terra fertile, suolo ricco, coltivazione precisa che non spreca spazio. Ma questo spettacolo opprime. Nonostante la bellezza della natura, l’uomo ha creato una monotonia estenuante. Campi rettangolari di coltivazioni si ripetono all’infinito. Alberi allineati si nascondono a uguale distanza, file che cambiano con il movimento dell’auto in modo meccanico. Boschi improvvisi rivelano scopi pratici. Vigneti invadono il paesaggio con severità industriale. Si desidera una terra sterile e libera, non coltivata dall’uomo. La campagna francese è servile, natura sottomessa, suolo domato, fabbrica di cibo più che campagna vera e propria. La ricchezza mitica di Pomona diventa dispensa di grano e verdure. La campagna francese è un orto, non un giardino. Di fronte a tanta abbondanza, si sognano terre desolate, cime ghiacciate e foreste andine. Forse questa repulsione nasce da sobrietà, severità o povertà forzata. La campagna francese mostra la vittoria finale del contadino. Il compito iniziato il 4 agosto 1789 è compiuto. Terra coltivata ovunque, valli, pendii, rive, giardini, pianure, curata dall’amore del contadino per la terra. Messe pesanti, foglie lucide, pampini pieni di uva sono il risultato dello sforzo di vite avide e operose che lavorano senza sosta la terra, ora di loro proprietà. Un popolo immenso di insetti si estende sulla Francia, rendendola fertile con il sudore. Dai campi sale il vapore del sudore contadino. Su terre luminose, orizzMa è davvero possibile derivare una saggezza universale e applicabile a tutti i contesti dalla semplice osservazione soggettiva e frammentata dell’esperienza umana?
Il capitolo presenta una serie di affermazioni che appaiono come verità autoevidenti, ma che in realtà mancano di un’analisi critica approfondita. L’accumulo di sentenze lapidarie, seppur suggestive, non costituisce un’argomentazione robusta. Per superare questa genericità, sarebbe utile confrontare queste riflessioni con le diverse scuole di pensiero filosofico che si sono interrogate sulla natura della saggezza e della conoscenza. Approfondire autori come Aristotele, con la sua eticaNicomachea, o gli stoici come Seneca, potrebbe fornire strumenti concettuali più solidi per sostenere le tesi presentate nel capitolo.2. L’Irriducibile Differenza
Realtà Ineffabile e Pluralismo Monistico
Esistono due tipi di realtà: quelle che si possono spiegare scomponendole in elementi semplici, e quelle che hanno un significato proprio e non divisibile. L’universo è fatto di realtà che non si possono descrivere pienamente con le parole, un insieme di molte cose diverse che però hanno un’unica base comune. In questo universo, la spiritualità si manifesta in modo concreto e reale, non come qualcosa di astratto. L’individuo non è importante solo per le caratteristiche che si aggiungono a quelle della specie umana, ma perché rappresenta un cambiamento totale e imprevedibile della specie stessa.Oltre l’Interpretazione Scientifica: Estetica e Totalità
L’universo non è semplice e chiaro, ma è complesso e resistente, fatto di esperienze fisiche, emozioni forti e paure. È un universo che va percepito nella sua totalità e bellezza, andando oltre la semplice analisi scientifica. L’opera d’arte, come l’essere umano, esprime una bellezza unica e personale. La bellezza più profonda è diversa dalle qualità estetiche create dalla mente. Queste qualità, sia intellettuali che sensoriali, ci portano a percepire una bellezza che non si può descrivere a parole.Ordine e Interpretazione Universale
La realtà non è né contraddittoria né identica a sé stessa, ma segue un ordine preciso. C’è un modo di interpretare l’universo materiale che va oltre la scienza, e che restituisce importanza alle sensazioni e alla dimensione spirituale. La filosofia serve per liberarsi, allontanandosi dalle spiegazioni scientifiche e dalle credenze comuni, per cercare una verità più profonda.Nascita del Pensiero e Centralità dell’Individuo
Il pensiero nasce quando ci troviamo di fronte a problemi e domande urgenti. L’individuo concreto, con la sua complessità, diventa il punto centrale di interesse, perché l’esperienza autentica supera il ragionamento teorico. Le idee arricchiscono la vita, e il vero significato di ciò che pensiamo si trova anche in ciò che non diciamo apertamente. L’ironia nasce dalla consapevolezza che la verità non è mai semplicemente l’opposto di ciò che si pensa comunemente.Limiti della Tecnica e Ricerca del Divino
Avere troppa fiducia nelle idee rende chiusi mentalmente, e la verità può trasformare chi la segue in uno strumento passivo. La tecnica, anche se efficace, ha dei limiti perché si basa solo su regole fisse. Ogni azione umana autentica dovrebbe essere orientata alla relazione con qualcosa di superiore, riconoscendo piccole manifestazioni del sacro piuttosto che illudersi con false divinità. La coscienza introduce l’idea di fallimento nell’universo, ma la grandezza dell’uomo sta nell’accettare di correre rischi.Intuizione, Spirito e Trascendenza
Per capire l’essenza della religione, bisogna farlo in modo concreto, superando la semplice conoscenza intellettuale. L’intuizione si manifesta attraverso concetti, anche se sembrano contraddirsi, e lo spirito si mostra come una realtà che interpreta ciò che appare, non solo come un fenomeno. Dare un ordine all’universo diventa un modo per superarlo, elevando la materia attraverso una comprensione spirituale.Filosofia Moderna e Individuo Creatore
La filosofia moderna si afferma quando si riconosce l’importanza dell’individuo concreto, opponendosi a una scienza che si occupa solo di concetti astratti. Le contraddizioni tra le idee si risolvono considerando l’individuo come creatore di idee, sostituendo la contrapposizione tra idee con lo studio della loro origine e sviluppo storico. La volontà di continuare a esistere e la capacità di superare i propri limiti sono due aspetti che si completano a vicenda.Relativismo Assoluto e Verità Individuale
Il relativismo assoluto dà pieno significato all’universo, affermando che ogni verità individuale ha un valore assoluto. La filosofia cerca gli scopi ultimi, i limiti entro cui l’esistenza trova il suo equilibrio. Un sistema filosofico che sia critico e allo stesso tempo aperto al mistero potrebbe arrivare a conclusioni spirituali usando ragionamenti logici. Ogni essere è allo stesso tempo unico e simile a tutti gli altri, e l’individualità si manifesta come una strana unione di unicità e somiglianza universale.Arte, Filosofia e Anelito al Divino
L’arte, nutrimento per lo spirito, educa soprattutto chi la crea. La filosofia, più che spiegare, serve a mettere insieme i pezzi della realtà. Ogni essere umano desidera raggiungere la realtà totale, che è Dio. Il pensiero di Socrate rappresenta un ostacolo per la filosofia, mentre il misticismo che usa la ragione lotta contro i limiti dei concetti. La scienza rende più efficace l’azione, ma limita la conoscenza, offrendo valori pratici che non sono ricchi come l’universo naturale. La filosofia, invece, costruisce i concetti stessi, cercando di capire la realtà in modo diretto e intuitivo, riconoscendo l’importanza di ogni singola civiltà e credendo in un destino umano che sia affascinante almeno quanto la straordinaria avventura della vita sulla Terra.Se ogni verità è individuale e assoluta, come può la filosofia aspirare a conclusioni spirituali attraverso ragionamenti logici e universali, invece di rimanere confinata alla soggettività?
Il capitolo introduce il concetto di “relativismo assoluto” che, se interpretato letteralmente, potrebbe minare la stessa aspirazione della filosofia a raggiungere verità universali e condivise. Se ogni individuo possiede una verità assoluta e personale, quale fondamento logico può esserci per una filosofia che cerca di costruire un sistema di pensiero coerente e comunicabile ad altri? Per approfondire questa tensione tra relativismo e aspirazione alla verità, può essere utile esplorare le opere di filosofi che hanno affrontato il tema del relativismo, come ad esempio Protagora, Pirrone, o autori contemporanei che hanno dibattuto le implicazioni del relativismo sulla conoscenza e sulla morale.3. L’Esigenza di Profondità
Spesso, oggi, quando si esprime un giudizio su qualcosa di bello, non si riesce a capire bene fino in fondo. Questo succede perchéServe tempo e distanza per vedere le cose in modo chiaro. Così, si rischia di dare troppo valore a cose che in realtà valgono poco, considerandole importanti come quelle che invece hanno un valore vero. Si perde, quindi, la capacità di capire la vera importanza delle cose, non solo nell’arte, ma in tutta la cultura. In generale, si preferisce ciò che è superficiale a ciò che è profondo.La Paura del Giudizio Futuro
La storia della letteratura, in modo strano, può spingere chi scrive a preoccuparsi troppo di cosa penseranno di loro in futuro. Questo timore può rovinare la spontaneità e la naturalezza del modo di esprimersi. Così, si perde la capacità di scrivere in modo diretto e immediato, preferendo uno stile costruito e compiaciuto di sé. Anche nella filosofia, a volte si preferisce essere oscuri, pensando che la chiarezza e la semplicità siano segni di banalità. Questa scelta, in realtà, può nascondere una falsa modestia.La Vera Cultura Richiede Impegno
La vera cultura non è un passatempo, ma un lavoro serio che richiede impegno e sacrificio. La cultura cresce bene in contesti sociali che danno valore alla riflessione e alla profondità, non in società che esaltano la superficialità e il consumo veloce. La filosofia, in particolare, è fondamentale per affrontare le domande importanti sulla vita. Non offre soluzioni facili, ma aiuta a sviluppare un modo di pensare critico e consapevole.La Religione come Domanda Radicale
Anche la religione, contrariamente a quanto si crede, non dà risposte semplici. Anzi, pone domande profonde sui limiti del mondo e sulla natura dell’uomo. La religione non è un insieme di soluzioni pronte, ma un’esperienza fatta di problemi, un confronto con una realtà che va oltre ciò che si può capire subito. In conclusione, l’intelligenza vera si vede nella capacità di riconoscere la complessità delle cose, di non fidarsi delle apparenze e di cercare una comprensione che vada in profondità. La sfida vera è coltivare questa profondità in un’epoca che sembra preferire la velocità e la superficialità.È davvero sensato equiparare la sensualità e l’esperienza erotica a strumenti di comprensione ontologica, o si tratta di una forzatura per nobilitare concetti filosofici complessi attraverso l’esperienza sensoriale?
Il capitolo presenta un’analogia tra sensualità e comprensione dell’essere che appare, per usare un eufemismo, ardita. Se da un lato l’esperienza sensoriale è indubbiamente parte integrante della vita umana e della percezione del mondo, dall’altro lato equipararla direttamente a un metodo di indagine ontologica rischia di banalizzare la profondità e la complessità di quest’ultima. Per comprendere meglio i diversi approcci alla conoscenza e al ruolo dei sensi nella filosofia, sarebbe utile approfondire l’epistemologia e la filosofia della mente. Autori come Cartesio, con il suo razionalismo, o Hume, con il suo empirismo, offrono prospettive cruciali sul rapporto tra ragione, esperienza e conoscenza.6. La Filosofia come Prassi di Vita
Filosofia come modo di vivere
Per Nicolás Gómez Dávila, la filosofia non è solo un passatempo intellettuale separato dalla realtà, ma diventa un vero e proprio modo di vivere. Questo si capisce leggendo le sue opere, che parlano spesso della filosofia antica, ma sempre con un occhio critico verso il mondo di oggi.Distanza dalla filosofia accademica
Gómez Dávila non amava la filosofia delle università, che secondo lui era inutile e chiusa in sé stessa. La sua filosofia nasce invece da un bisogno personale, dallo studio dei libri antichi e da un’analisi dura del mondo moderno. Per questo preferisce un tipo di filosofia che si basa sulla vita vera, dove il pensiero e l’azione sono collegati.Critica della modernità e amore per il mondo antico
Il suo rifiuto del mondo moderno e il suo amore per il mondo antico si spiegano così: la vita è vista come un impegno costante, dove pensare diventa la base per un certo modo di vivere. Fare filosofia, quindi, non è solo pensare in teoria, ma diventa un modo di vivere completo.Rifiuto delle convenzioni e ricerca di autenticità
Questo modo di vedere la filosofia come vita pratica si dimostra nel rifiuto di Gómez Dávila per le regole delle università e per la superficialità del mondo moderno. Le sue opere mostrano quindi un atteggiamento critico e controcorrente, che mette al centro l’importanza della vita interiore e di un pensiero vero, libero dalle regole delle istituzioni e dalle mode del momento. La filosofia di Gómez Dávila è quindi legata in modo profondo alla sua vita e al suo modo di vedere il mondo.Ma in concreto, come si traduce nella vita di tutti i giorni questa filosofia come “modo di vivere”?
Il capitolo presenta la filosofia di Gómez Dávila come una prassi esistenziale, in contrapposizione alla filosofia accademica percepita come distante dalla realtà. Tuttavia, rimane ambiguo il confine tra il “vivere filosoficamente” auspicato e una generica condotta di vita riflessiva. Per chiarire questo punto, sarebbe utile approfondire il concetto di filosofia pratica e le diverse scuole di pensiero che hanno tentato di incarnare la filosofia nella vita quotidiana, come lo stoicismo o il cinismo, studiando autori come Pierre Hadot o Michel Foucault.Abbiamo riassunto il possibile
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