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Informazioni
“Non Pettinavamo Mica Le Bambole; Le Meravigliose Storie Delle Ragazze Della Nazionale” di Alessandro Alciato è un libro che ti porta nel cuore della rivoluzione del calcio femminile italiano. Racconta il percorso incredibile di uno sport che, da realtà quasi invisibile e piena di ostacoli, è arrivato a conquistare l’attenzione di tutti, soprattutto dopo l’indimenticabile Mondiale 2019. Non è solo la cronaca di un successo sportivo, ma un insieme di storie personali potentissime: quelle delle calciatrici italiane che, con passione, sacrificio e una resilienza fuori dal comune, hanno superato pregiudizi, difficoltà economiche e logistiche, lottando per il riconoscimento e il professionismo calcio femminile. Dalle bambine che giocavano di nascosto o usavano le bambole come palloni, alle atlete che bilanciavano allenamenti e lavori umili all’estero, fino alle leader in campo e fuori come Sara Gama, Laura Giuliani, Valentina Giacinti e tante altre protagoniste della Nazionale. Questo libro svela la forza nascosta dietro ogni partita, mostrando come la crescita calcio femminile sia frutto di battaglie quotidiane e di un amore puro per il gioco che sta ispirando una nuova generazione. È un racconto sincero sulla determinazione di chi non ha mai smesso di credere nel proprio sogno, cambiando per sempre la percezione del calcio in Italia.Riassunto Breve
Il calcio femminile in Italia ha cambiato faccia, passando da qualcosa che quasi nessuno conosceva a uno sport che interessa sempre più persone. All’inizio era difficile, c’era poca attenzione e poche possibilità per le giocatrici. Ma le cose sono cambiate tanto, soprattutto dopo il Mondiale del 2019. Quell’evento ha acceso i riflettori sul calcio femminile, facendo appassionare molta gente e mostrando alle bambine che anche loro potevano sognare di giocare a calcio a certi livelli.Le calciatrici italiane mettono in campo una passione e un impegno enormi. Spesso hanno dovuto fare sacrifici, bilanciando gli allenamenti con la scuola o altri lavori per potersi mantenere. Molte hanno iniziato a giocare nelle squadre maschili da piccole, affrontando pregiudizi e difficoltà legate al fatto di essere ragazze in un ambiente dominato dai maschi. Storie di chi ha dovuto lavorare in panificio o fabbrica per inseguire il sogno, o di chi ha superato gravi infortuni, mostrano quanto sia forte la loro determinazione.C’è ancora da lottare contro i pregiudizi, non solo sul campo ma anche nella società, ad esempio riguardo all’omosessualità, che non è sempre accettata con naturalezza. Le giocatrici e figure come Sara Gama si battono per avere le stesse opportunità e lo stesso riconoscimento dei colleghi uomini, chiedendo il professionismo e migliori strutture.Nonostante le sfide, il movimento sta crescendo. La nazionale, guidata da Milena Bertolini che ha lavorato molto sulla mentalità della squadra, ha dimostrato di poter competere a livello internazionale, arrivando ai quarti di finale al Mondiale 2019. Questo successo ha attirato l’attenzione anche dei grandi club maschili, che ora investono nel settore femminile, portando più professionalità. La strada per raggiungere le nazioni più forti nel calcio femminile è ancora lunga, ma la passione, la resilienza e il lavoro duro delle atlete stanno portando a una crescita costante e a un futuro che si spera sempre più luminoso e paritario per questo sport in Italia.Riassunto Lungo
1. La Rivoluzione in Tacchetti
Le Origini del Calcio Femminile in Italia
Il calcio femminile italiano ha attraversato un periodo di profonda trasformazione, evolvendosi da realtà pocoConsiderata a fenomeno sportivo in crescita. All’inizio, il calcio femminile non riceveva quasi nessuna attenzione, con una copertura mediatica limitata e poche risorse disponibili. Atlete come Martina Rosucci e Cristiana Girelli hanno vissuto direttamente le sfide di affermarsi in un contesto che faticava a riconoscerle pienamente.La Svolta Epocale del Mondiale 2019
Un momento cruciale di cambiamento è stato il Mondiale del 2019. Questo evento ha segnato un punto di svolta decisivo, attirando l’attenzione del pubblico e generando un entusiasmo mai visto prima. Le ragazze hanno iniziato a vedere il calcio femminile come una vera opportunità, ispirate dalle prestazioni delle giocatrici italiane. Il cambiamento è stato evidente: si vedevano sempre più campi di allenamento pieni, un maggiore interesse da parte dei media e, soprattutto, un cambiamento positivo nella percezione sociale.Valori Autentici e Crescita Futura
Le calciatrici italiane, pur non essendo per la maggior parte professioniste, rappresentano i valori più puri dello sport: passione, impegno e spirito di squadra. La loro dedizione va oltre il guadagno economico, motivata da un vero amore per il gioco del calcio. Questo modo di vivere il calcio, così sincero e genuino, ha conquistato il pubblico, offrendo un modello diverso rispetto al calcio maschile, spesso criticato per essere troppo legato al business e lontano dai principi sportivi originali. Il percorso del calcio femminile in Italia è ancora lungo, ma la direzione intrapresa è quella di una crescita continua e di un riconoscimento sempre maggiore.Ma è davvero così ingenuo credere che il calcio femminile sia immune alle dinamiche commerciali che affliggono quello maschile, o è solo questione di tempo prima che la purezza sbandierata lasci il posto alle logiche di mercato?
Il capitolo sembra presentare una visione un po’ idilliaca del calcio femminile, quasi come se fosse intrinsecamente immune alle dinamiche commerciali che invece caratterizzano il calcio maschile. Si celebra la passione e l’impegno delle atlete, contrapponendoli implicitamente a un calcio maschile percepito come corrotto dal business. Tuttavia, è realistico pensare che la crescita del calcio femminile non porterà con sé le stesse sfide di commercializzazione e le stesse pressioni economiche che hanno plasmato il calcio maschile? Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le dinamiche socio-economiche dello sport professionistico, magari attraverso studi di autori come Pierre Bourdieu, che analizzano le strutture sociali e i campi di potere all’interno dello sport.2. Dalle Bambole al Mondiale: Storie di Passione e Rivoluzione nel Calcio Femminile
Passione per il calcio femminile
Valentina Giacinti, Valentina Bergamaschi e Aurora Galli incarnano la passione e la dedizione nel mondo del calcio femminile italiano. Le loro storie mostrano un percorso di crescita, sfide superate e successi significativi, culminati nella partecipazione al Mondiale. Questo evento ha acceso i riflettori sul calcio femminile in Italia, aumentando l’interesse e il numero di appassionati.Valentina Giacinti: una passione precoce
Fin da piccola, Valentina Giacinti dimostra un amore straordinario per il calcio. Questo amore è così forte che trasforma le sue bambole in strumenti di gioco, usandole in modo del tutto inusuale. La sua grande passione la porta a giocare a calcio in squadre maschili, un ambiente formativo che la prepara al passaggio al calcio femminile. Inizialmente, questo cambiamento è percepito come difficile, ma la sua carriera nel calcio femminile è segnata da un impegno costante e da successi sempre maggiori. La partecipazione al Mondiale rappresenta l’apice di questo percorso, portando una grande attenzione mediatica sul calcio femminile in Italia.Valentina Bergamaschi: la malattia come motore
La storia di Valentina Bergamaschi è particolare: una malattia infantile, vissuta in modo critico, diventa inaspettatamente la spinta verso il calcio. Il consiglio dei medici di praticare uno sport di corsa la indirizza verso il calcio. Questa scelta si rivela fondamentale, portandola a competere ai massimi livelli mondiali. La malattia infantile si trasforma così in un punto di svolta positivo, aprendo la strada a una carriera sportiva di successo.Aurora Galli: superare le sfide nel calcio giovanile
Aurora Galli, soprannominata Yaya, affronta le difficoltà legate alla crescita nel contesto del calcio maschile giovanile. Un momento particolarmente delicato è l’esclusione dallo spogliatoio maschile a causa dei cambiamenti fisici della pubertà. Nonostante questa esperienza difficile, Aurora non si arrende e la sua determinazione si rafforza. Le competenze tecniche che sviluppa nelle squadre maschili si rivelano preziose per emergere poi nel calcio femminile.Mondiali e nuova visibilità
Le esperienze di Valentina Giacinti, Valentina Bergamaschi e Aurora Galli convergono nell’illustrare un percorso complesso ma ricco di soddisfazioni nel calcio femminile italiano. La loro partecipazione al Mondiale rappresenta un momento cruciale, perché ha dato grande visibilità e riconoscimento a questo sport. Le loro storie sono fonte di ispirazione per le nuove generazioni di atlete. Passione, forza d’animo e impegno sono gli elementi chiave che permettono di superare gli ostacoli e di cambiare la percezione del calcio femminile, portandolo al centro dell’attenzione sportiva in Italia.Ma definire “rivoluzione” un aumento di visibilità mediatica, seppur significativo, non rischia di oscurare le radici profonde delle disuguaglianze di genere nello sport?
Il capitolo sembra celebrare l’aumento di interesse verso il calcio femminile come una “rivoluzione”, basandosi principalmente sulle storie di successo di alcune atlete e sull’eco mediatico del Mondiale. Tuttavia, equiparare la maggiore attenzione mediatica a una vera e propria rivoluzione potrebbe essere prematuro e superficiale. Per comprendere appieno se si tratti di un cambiamento radicale o di una fase evolutiva, sarebbe necessario analizzare le strutture di potere e le dinamiche socio-economiche che ancora influenzano il mondo dello sport femminile. Approfondimenti in sociologia dello sport e studi di genere potrebbero fornire strumenti analitici utili per valutare la portata reale di questa “rivoluzione” e per identificare le persistenze di eventuali disparità.3. Rose, Palloni e Panifici
Manuela Giugliano: l’inizio nel calcio e la lotta contro i pregiudizi
Manuela Giugliano riceve un mazzo di rose anonime dopo il Mondiale, un gesto gentile che sottolinea l’apprezzamento per il suo talento. La sua storia nel calcio inizia grazie a un allenatore di pallavolo che per primo riconosce la sua passione per questo sport. Crescendo in squadre maschili, Giugliano si confronta con i pregiudizi legati al genere, un problema ancora presente nel calcio italiano e nella società. Nonostante i progressi fatti, persiste una mentalità retrograda, influenzata negativamente anche dalla politica. Le calciatrici come Manuela si impegnano quotidianamente per l’uguaglianza, dimostrando che il calcio è uno sport universale, adatto sia alle donne che agli uomini.Elena Linari: passione, sacrifici e la ricerca di un ambiente aperto
Elena Linari, per seguire la sua passione per il calcio, rinuncia alla gita scolastica. Questo episodio rappresenta uno dei tanti sacrifici che le atlete devono compiere. Il calcio femminile richiede una dedizione totale, spesso in equilibrio precario con altri aspetti importanti della vita, come lo studio e la famiglia. Linari, cresciuta nel vivaio viola, trova in Spagna, nell’Atletico Madrid, un ambiente più aperto e maturo riguardo all’omosessualità. Questo tema è ancora problematico in Italia, dove l’accettazione delle relazioni omosessuali come normali è un processo ancora in corso.Laura Giuliani: la dura lotta per la professionalizzazione e la perseveranza
Laura Giuliani rappresenta la lotta per la professionalizzazione nel calcio femminile. In Germania, per mantenersi economicamente, lavora duramente in un panificio e in una fabbrica, riuscendo a conciliare lavoro e allenamenti. La sua esperienza mette in luce le difficoltà economiche che molte calciatrici devono affrontare per inseguire il loro sogno. Nonostante queste sfide, Giuliani non si arrende e continua a giocare in diverse squadre tedesche e a svolgere lavori diversi, fino a quando arriva alla Juventus e alla Nazionale. Questo traguardo corona un percorso fatto di molti sacrifici e dimostra la sua grande determinazione. Il calcio femminile è un mondo di impegno costante, dove la passione e la resilienza sono essenziali per superare ostacoli e pregiudizi, sia dentro che fuori dal campo.Celebrare le storie individuali di successo nel calcio femminile italiano rischia di oscurare le persistenti disuguaglianze strutturali che ancora limitano questo sport?
Il capitolo presenta una serie di testimonianze che mettono in luce i progressi compiuti e la resilienza delle calciatrici. Tuttavia, concentrarsi esclusivamente sulle storie individuali di superamento delle difficoltà potrebbe portare a una visione parziale del problema. È fondamentale interrogarsi se l’enfasi sulla tenacia individuale non rischi di distogliere l’attenzione dalle barriere sistemiche che ancora ostacolano la piena parità nel calcio femminile. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi sociologici sullo sport e sul genere, analizzando come le strutture sociali e le dinamiche di potere influenzino l’accesso e le opportunità nello sport femminile. Autori come Bourdieu, con i suoi studi sul capitale sociale e culturale, potrebbero offrire strumenti concettuali utili per comprendere le disuguaglianze nel campo sportivo.8. La Voce Silenziosa del Successo
Milena Bertolini, commissario tecnico della nazionale italiana, guida la squadra con una leadership basata sulla profondità delle idee, non sull’imposizione della voce. Il suo metodo si fonda sulla conoscenza profonda della squadra, considerata la vera chiave per raggiungere il successo.La svolta dopo l’Europeo del 2017
Dopo un Europeo del 2017 deludente, Bertolini assume la direzione tecnica con un obiettivo chiaro: cambiare la mentalità del gruppo. Aveva notato che le giocatrici avevano poca fiducia in sé stesse, così si concentra sul valorizzare i loro punti di forza tecnici e tattici. In questo modo, riesce a trasformare una percezione negativa che esisteva da tempo. La Federazione Italiana Giuoco Calcio appoggia questo cambiamento, fornendo maggiore attenzione e risorse al calcio femminile.Il trionfo Mondiale e la storia del calcio femminile
Il percorso di qualificazione per il Mondiale di Francia 2019 è straordinario. La squadra ottiene una serie di vittorie importanti, arrivando a superare il girone come prima in classifica. Poi, agli ottavi, arriva un’altra vittoria contro la Cina. Questo risultato inatteso mette in luce il valore del lavoro fatto e sottolinea l’importanza di non dimenticare la storia del calcio femminile italiano. È fondamentale conservare e valorizzare le conoscenze acquisite nel tempo.Investimenti, professionismo e mentalità
Guardando al futuro, Bertolini sottolinea che servono investimenti mirati e una strategia chiara per far crescere il movimento femminile. Per competere ai livelli più alti, è essenziale diventare professioniste e aumentare il numero di ragazze che giocano a calcio. La sfida più grande rimane cambiare una mentalità comune che ancora oggi mette le donne, e quindi le calciatrici, in una posizione di inferiorità. Nonostante le difficoltà, l’esperienza del Mondiale francese ha reso ancora più forte il senso di responsabilità verso il futuro del calcio femminile italiano. Per costruire questo futuro, servono impegno costante, progetti concreti e una lotta continua contro i pregiudizi.Affermare che il successo sia dovuto principalmente al cambiamento di mentalità non rischia di oscurare altri fattori cruciali, come ad esempio l’evoluzione del contesto sportivo e sociale del calcio femminile in Italia e a livello internazionale?
Il capitolo sembra concentrarsi eccessivamente sulla mentalità come motore del successo, tralasciando l’analisi di altri fattori determinanti. Per comprendere appieno le dinamiche del successo sportivo, è necessario considerare anche il contesto socio-economico, le politiche sportive, e le infrastrutture. Approfondimenti in sociologia dello sport e studi di genere potrebbero offrire una prospettiva più completa. Autori come Pierre Bourdieu, con i suoi studi sul campo sportivo, o studiosi di management sportivo, potrebbero fornire strumenti analitici utili per valutare la complessità del fenomeno.Abbiamo riassunto il possibile
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