Letteratura

Nikolaj Gogol

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1. Genio, Naso e Spettro

Nikolaj Gogol, morto a Mosca a soli quarantatré anni, a causa di un digiuno autoimposto e cure mediche invasive, ha fatto del corpo, e in particolare del naso, un simbolo centrale del suo genio letterario. Il naso, presenza costante nelle sue opere, rappresenta la sua capacità di vedere la realtà in modo acuto, ma anche distorto e grottesco. La sua giovinezza, segnata da un fallimento poetico, lo porta a San Pietroburgo in cerca di lavoro. La città, con le sue insegne curiose e i suoi abitanti solitari, stimola la sua creatività eccentrica. Gogol la percepisce come un luogo quasi irreale, un palcoscenico di eventi strani e personaggi bizzarri. “Il revisore”, la sua commedia più famosa, ottiene un successo sorprendente, addirittura apprezzata dallo Zar Nicola I. Nonostante non sia una critica sociale diretta, l’opera viene interpretata come tale, generando scalpore. La trama, semplice ma ricca di equivoci, si anima grazie a personaggi secondari, spesso grotteschi, che creano un mondo teatrale unico. Lo stesso Gogol suggerisce una chiave di lettura allegorica, vedendo nel Revisore la Coscienza e nei funzionari corrotti le Passioni umane. Questa interpretazione, però, non rende giustizia alla complessità dell’opera. Le reazioni contrastanti al “Revisore” lo turbano profondamente, tanto da spingerlo a lasciare la Russia. La sua opera, più che una semplice commedia, è una creazione poetica che, con un linguaggio originale e visionario, indaga gli aspetti più oscuri e irrazionali dell’esistenza.

2. L’Anima Opaca di Čičikov

La “poshlust”, concetto russo che indica una volgarità subdola e pervasiva, è un elemento centrale nell’opera di Gogol’, in particolare in “Anime Morte”. Questa forma di volgarità, che supera il semplice cattivo gusto, si manifesta nel protagonista, Čičikov. Il suo piano di acquistare anime morte, per quanto apparentemente astuto, rivela una stupidità di fondo. Questa azione, più che un crimine morale, si configura come una sorta di irrealtà grottesca. Lo stile di Gogol’ si distingue per la creazione di personaggi secondari che nascono da metafore, similitudini e digressioni. Questi personaggi prendono vita grazie a descrizioni dettagliate e inaspettate, arricchendo la narrazione. Persino gli oggetti, come la tabacchiera e la cassetta da viaggio di Čičikov, diventano simboli della sua personalità. Sobakevič, un altro personaggio, incarna una “poshlust” diversa, legata alla fisicità e a una rozza poeticità. Le anime morte che vende a Čičikov prendono vita, in modo grottesco e memorabile, attraverso le sue parole. Le digressioni liriche di Gogol’, come il celebre passaggio sulla troika, esprimono la sua visione della Russia e servono a distrarre dalla mancanza di una vera risoluzione nella storia di Čičikov. La sua fuga, infatti, è più una sparizione magica che una conclusione narrativa. [/membership]

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3. L’agonia della creazione e la maschera dell’assurdo

Dopo la prima parte di “Anime Morte”, i viaggi di Gogol’ diventano una ricerca affannosa di ispirazione. Il movimento fisico, però, non porta alla creazione, e l’Europa diventa teatro di spostamenti infruttuosi tra terme e città d’arte. La salute, fisica e creativa, rimane un miraggio.In questo periodo, Gogol’ sente il bisogno di comunicare, di spiegare l’etica delle sue opere. Vuole guidare i proprietari terrieri russi verso una vita virtuosa, un ritorno alla campagna e ai valori autentici. Cerca “fatti nudi” sulla vita rurale, ma i resoconti dei conoscenti non lo soddisfano.“Brani scelti dalla corrispondenza con amici” segna una svolta. I consigli moraleggianti e il tono paternalistico scatenano critiche, ma Gogol’ difende l’opera come preparazione alla seconda parte di “Anime Morte”.Il pellegrinaggio in Terra Santa è un’altra delusione. L’ispirazione non arriva, ma il lavoro su “Anime Morte” continua, con l’ambizione di farne un’opera di redenzione. I personaggi positivi, però, appaiono forzati, innaturali. La visione si offusca, e il manoscritto della seconda parte finisce distrutto. Un gesto di disperazione, forse, o un ultimo atto di coerenza con il proprio genio.“Il Cappotto” nasce in questo contesto, un racconto che va oltre la critica sociale e si addentra nell’assurdo. Akakij Akakievič, il protagonista, è l’emblema dell’uomo patetico e alienato in un mondo irrazionale. Lo stile di Gogol’ alterna slanci lirici a cadute nel grottesco. La trama è semplice: un impiegato, un cappotto nuovo, la perdita, e un fantasma che vaga per San Pietroburgo. Un fenomeno linguistico che esplora l’animo umano, al di là di ogni moralismo.

4. L’Essenza della Trama

Un editore desidera che un libro su Gogol’ offra informazioni chiare sulle trame delle sue opere. L’idea è che gli studenti abbiano bisogno di una guida per affrontare la lettura. Senza una trama esplicita, il lettore di oggi, soprattutto se studente, potrebbe sentirsi perso e rinunciare. Per facilitare la comprensione, l’editore propone di aggiungere una bibliografia, una cronologia della vita di Gogol’ e un suo ritratto. Le trame di Gogol’, però, sono complesse, nascoste dietro narrazioni solo in apparenza semplici. Sono come parodie di trame convenzionali, simili a una falena rara che imita una farfalla più comune. Concentrarsi solo sulla trama superficiale farebbe perdere il vero significato dell’opera di Gogol’, dove la narrazione profonda sta nel non detto, in ciò che è sottinteso. L’editore capisce questa interpretazione, ma insiste: il lettore deve capire almeno gli eventi principali. Cita, ad esempio, la sua difficoltà nel comprendere “Il revisore”, pur avendo letto il manoscritto. La trama de “Il revisore”, in realtà, racconta di un giovane senza soldi che inganna i funzionari corrotti di una città, sfruttandoli economicamente prima che arrivi il vero ispettore. L’editore, tornando alle sue richieste, precisa di volere un elenco delle opere di Gogol’, con date, cronologia e riassunti delle trame, non una bibliografia di opere su Gogol’. Chiede anche un ritratto, e da qui nasce un fraintendimento, perché si pensa a un ritratto del solo naso dello scrittore. Viene infine accettata l’idea di inserire un ritratto più convenzionale e una cronologia. Questi strumenti, in fondo, aiutano il lettore meno esperto ad avere un approccio più semplice e diretto alle opere di Gogol’, fornendo punti di riferimento per orientarsi nella vita e nella produzione dello scrittore russo.

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