Letteratura

Narciso e Boccadoro

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1. Incontro al Monastero e Tentazioni Mondane

Nel monastero di Mariabronn, l’Abate Daniele è amato per la sua bontà, mentre il giovane Narciso, novizio e insegnante di greco, affascina tutti con la sua intelligenza. Un giorno, arriva Boccadoro, un nuovo scolaro, solare e sensibile. Boccadoro stringe subito amicizia con il portinaio e si sente legato al castagno all’ingresso, simboli di un mondo accogliente. Durante la lezione di Narciso, però, Boccadoro si addormenta e, deriso, reagisce con rabbia, mostrando un lato inaspettato del suo carattere. Boccadoro ammira la santità dell’Abate e l’intelligenza di Narciso, due modelli che lo attraggono profondamente. Narciso, da parte sua, percepisce in Boccadoro un’anima affine, anche se diversa. Una notte, Boccadoro partecipa a una scappatella al villaggio. L’incontro con una ragazza e l’atmosfera della serata lo turbano profondamente. Tornato al monastero, si sente confuso e pieno di rimorso. Il giorno dopo, Narciso nota il suo malessere e lo porta in infermeria. Boccadoro, sopraffatto dalle emozioni, trova in Narciso una figura comprensiva.

2. Anime Diverse, Destini Separati

L’amicizia tra Narciso e Boccadoro è un legame complesso, fatto di alti e bassi. Narciso, con la sua mente acuta, sembra quasi guidare Boccadoro, aiutandolo a capire meglio se stesso. Boccadoro, invece, è tutto cuore e sentimento. Per lui, questa amicizia è una via di fuga da una vita monastica che gli è stata imposta, e in Narciso trova un nuovo punto di riferimento.Eppure, Boccadoro sente che Narciso è un po’ freddo e distante. Non capisce perché l’amico non voglia un’unione più profonda. La verità è che Narciso vede la natura passionale di Boccadoro, così diversa dal suo desiderio di una vita spirituale. Sente che c’è un segreto nell’animo dell’amico, qualcosa di represso che lo tormenta.Narciso, quindi, cerca di capire cosa turbi Boccadoro. Scopre che l’amico ha paura del mondo femminile e della passione, una paura nata da un episodio notturno che ha cercato di dimenticare. In un confronto serrato, Narciso spiega a Boccadoro che sono semplicemente diversi: lui è fatto per la vita dello spirito, mentre Boccadoro è attratto dalla vita e dai sensi. Narciso capisce che il problema di Boccadoro nasce dall’aver rimosso il ricordo della madre.Le parole dell’amico colpiscono Boccadoro come un fulmine, tanto da farlo svenire. Quando si riprende, grazie alle cure di un altro monaco e alle parole di Narciso che gli rimbombano nella testa, ecco che riaffiora il ricordo della madre. Una figura piena di luce, fondamentale nella sua infanzia, l’opposto del padre, severo e distaccato.Questa guarigione cambia il rapporto tra i due. Boccadoro ammira la saggezza di Narciso, mentre quest’ultimo capisce che il loro cammino insieme sta per finire. Boccadoro, infatti, non è più interessato agli studi e alla vita del monastero. È attratto da un mondo di sogni e di immagini legate alla madre, che lo allontanano dalla vita del convento.Narciso, in un ultimo confronto, mette in chiaro che le loro strade sono destinate a dividersi. Lui è un monaco, votato alla vita spirituale, e si prepara a ritirarsi in preghiera. Boccadoro capisce che il loro destino è diverso: Narciso appartiene al monastero, lui invece è destinato a una vita libera e senza certezze, proprio come sua madre. Boccadoro si prepara a lasciare il convento, con un futuro incerto davanti a sé.

3. Il risveglio dei sensi

Durante un incarico di erboristeria, Boccadoro incontra Lisa, che lo inizia all’amore fisico. Decide così di abbandonare il convento e l’amico Narciso, scegliendo di seguire la donna. La notte insieme è intensa, ma al mattino Lisa lo lascia per tornare dal marito. Boccadoro, solo, intraprende un vagabondaggio attraverso boschi e campagne, riflettendo sulla vita. Trova rifugio presso una famiglia contadina e cede all’attrazione per la moglie, vivendo un’altra esperienza amorosa. Il viaggio prosegue con brevi legami con diverse donne, attraverso le quali Boccadoro comprende l’amore e la varietà femminile. Giunto al castello di un cavaliere, assume il ruolo di tutore per le figlie, Lidia e Giulia. Con Lidia nasce un’intesa clandestina e appassionata, fatta di incontri segreti e desiderio. Giulia, spinta da gelosia e curiosità, scopre il legame e lo rivela al padre. Il cavaliere, adirato, allontana Boccadoro, interrompendo bruscamente l’idillio e riportandolo alla vita errante.

4. La Strada dell’Artista

Boccadoro, ora un fuggitivo, si avventura in territori che gli sono familiari, in cerca di un rifugio. La libertà ha il sapore aspro dell’inverno, portando con sé fame e difficoltà, ma anche la consolazione di spazi aperti. Lungo il cammino, un incontro inaspettato: Gianni, lo stalliere inviato da Lidia, gli porta doni preziosi, un giubbetto caldo, cibo, e persino una moneta d’oro. Il viaggio solitario prosegue, e in un villaggio Boccadoro trova ospitalità e assiste a un parto, un’esperienza che lo porta a riflettere sulla sottile linea tra dolore e piacere. Qui incontra anche Vittore, un vagabondo esperto, e i due decidono di unire le loro strade.La convivenza con Vittore si rivela subito difficile. L’uomo, astuto e calcolatore, cerca di approfittare di Boccadoro, e una notte tenta di derubarlo. In un gesto di difesa, Boccadoro lo uccide. Sconvolto, vaga per giorni, tormentato dalla fame e dal freddo, finché, allo stremo delle forze, viene soccorso dagli abitanti di un villaggio. Riprese le forze, Boccadoro continua il suo viaggio, mentre intorno a lui la natura si risveglia alla primavera. Giunge a un convento, dove rimane folgorato dalla bellezza di una scultura in legno della Madonna. Scopre che l’autore è Maestro Nicola e decide di cercarlo, spinto dal desiderio di imparare l’arte della scultura.Nella città di Maestro Nicola, Boccadoro riesce a incontrarlo e a chiedere di diventare suo allievo. Il maestro, inizialmente esitante, lo mette alla prova chiedendogli un disegno. Impressionato dal talento del giovane, Nicola lo accoglie nella sua bottega, non come un semplice apprendista, ma come un vero studente. Boccadoro si dedica anima e corpo all’intaglio del legno e alla scultura, mostrando un’abilità notevole, anche se a volte pecca di indisciplina. Crea una statua di Giovanni Battista, ispirata al suo amico Narciso, che suscita l’ammirazione del maestro. Ma, nonostante il successo artistico, Boccadoro sente crescere dentro di sé un’inquietudine, un desiderio di riprendere la vita nomade, come se la stabilità e le regole dell’arte cittadina lo soffocassero.

5. Il richiamo della Madre e la strada della peste

Boccadoro, inappagato dalla vita da artista e roso da un’inquietudine indefinibile, lascia il laboratorio del maestro Nicola. La visione dei pesci morenti al mercato lo porta a riflettere sull’ottusità degli uomini e sulla brevità della vita. Improvvisamente, la figura della Madre primigenia gli si manifesta, sorridendo di fronte al ciclo di vita e morte. Questa apparizione lo convince a declinare l’offerta di Nicola di diventare suo socio e genero, scegliendo la libertà del viandante all’agiatezza di una vita borghese.Ritorna così a vagabondare, immergendosi nella dura ma genuina esistenza dei senzatetto. Incontra Roberto, un pellegrino impaurito, e insieme si inoltrano in terre devastate dalla peste. Boccadoro, a differenza del compagno terrorizzato, prova una morbosa attrazione per lo spettacolo della morte, quasi ne fosse affascinato. In una fattoria isolata, i due si imbattono in una famiglia sterminata dal morbo: un’esperienza che segna profondamente Boccadoro.In una città fantasma, Boccadoro accoglie Lena, una giovane donna scampata alla peste, offrendole rifugio. Roberto, benché spaventato dal contagio, si unisce a loro. I tre trovano riparo in una capanna nel bosco, costruendo una fragile esistenza fatta di lavori manuali e semplice condivisione. Lena, innamorata di Boccadoro, teme l’incertezza del loro legame e l’avvicinarsi dell’inverno, presagendo la natura passeggera della loro felicità. Boccadoro, fedele al suo spirito nomade, si rifiuta di pensare al futuro, esortando Lena a vivere appieno il presente, consapevole dell’effimera natura di ogni gioia.

6. Il Ritorno e la Salvezza Inattesa

Boccadoro arriva nella città tanto desiderata, ritrovando luoghi noti. Scopre, però, che il maestro Nicola è morto e la figlia Elisabetta è profondamente cambiata. Nonostante la tristezza, trova conforto nell’ospitalità di Maria, figlia dei suoi vecchi padroni di casa, e ritrova sollievo nel disegno. Un incontro casuale con Agnese, donna di straordinaria bellezza e amante del governatore, accende in lui una forte passione. Questa relazione lo porta alla cattura da parte del conte, geloso e furioso, che lo accusa di furto e lo condanna a morte. In prigione, in attesa dell’esecuzione, Boccadoro riceve la visita di un sacerdote per la confessione. Con grande sorpresa, riconosce in lui Narciso, l’amico d’infanzia, ora abate. Narciso rivela di averlo salvato e lo invita a tornare a Mariabronn. Durante il viaggio di ritorno, i due amici riscoprono l’antica intesa, parlando di arte, vita e spiritualità. Boccadoro condivide il suo percorso artistico e la sua visione del mondo, mentre Narciso riconosce in lui uno spirito affine, un creatore. Il viaggio diventa un ritorno alle origini, fino all’arrivo a Mariabronn, dove Boccadoro inizia una nuova fase della sua vita, dedicata all’arte e alla ritrovata amicizia.

7. Il Ritorno e l’Addio Materno

Boccadoro torna al convento. I ricordi della giovinezza riaffiorano con forza. I luoghi familiari, osservati con occhi diversi, rivelano bellezza e spirito creativo. Narciso, divenuto abate Giovanni, dialoga con lui. Boccadoro desidera mettersi alla prova. Narciso riconosce il suo talento artistico, un dominio sul mondo delle immagini che lo salverebbe da un’infelice esistenza come pensatore astratto.Boccadoro apre un’officina e inizia a creare un leggio per il refettorio. La confessione con Narciso gli dona una pace interiore inattesa. Lavora con impegno per due anni, aiutato dal giovane Eric. Narciso ammira l’opera, riconoscendo nell’arte una profonda via di conoscenza. Terminato il leggio, Boccadoro progetta un altare per la cappella di Neuzell. La statua di Maria, ispirata a Lidia, amore giovanile, ne è il fulcro.L’inquietudine, però, non abbandona Boccadoro. Sente il bisogno di riprendere il cammino, di ritrovare la giovinezza perduta. Completa la statua di Maria/Lidia, la sua opera più sentita. A Narciso confida il desiderio di partire. L’amico, pur addolorato, comprende la sua natura e lo lascia andare. La vita di Boccadoro, così diversa dalla sua, appare a Narciso straordinaria.Boccadoro, però, è profondamente cambiato: malato, invecchiato, stanco. Racconta di essersi ammalato durante il viaggio, ma di aver tardato a tornare per vergogna. Narciso gli rivela il suo profondo affetto. Boccadoro, vicino alla fine, ripercorre la sua esistenza, parlando di arte, amore e morte, narra il suo viaggio. Il rifiuto di Agnese lo fa sentire vecchio, l’incidente lo conduce alla malattia. Il dolore fisico, però, si trasforma in una consolatoria visione materna. In un addio commovente, Boccadoro si interroga sulla morte senza la figura di una madre. Poco dopo, spira. Narciso medita sulle sue ultime parole, sul mistero della vita.

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