Contenuti del libro
Informazioni
“Motrale e ipermorale. Un’etica pluralistica” di Arnold Gehlen ti porta in un viaggio attraverso la storia e la natura umana per capire perché l’etica non è una cosa sola, ma un mix complicato di impulsi e regole, spesso in conflitto tra loro. Partendo dalla crisi dell’antica polis greca, dove filosofie come il Cinismo e lo Stoicismo cercavano nuove risposte individuali e cosmopolite di fronte al crollo delle vecchie certezze, il libro analizza come diverse istanze etiche coesistano e si scontrino. Gehlen esplora l’etica dello Stato, basata sulla necessità e la sicurezza, mettendola a confronto con l’etica umanitaria e familiare, fondata sull’amore e la solidarietà, che oggi sembra prevalere, portando a quella che chiama ipermorale o eccesso morale. Vedrai come concetti come la reciprocità, l’aggressività innata e l’eudemonismo (la ricerca della felicità) influenzino il nostro comportamento, e perché le istituzioni sono fondamentali per dare ordine e stabilità, compensando la nostra mancanza di istinti fissi. È un libro che ti fa riflettere su come viviamo oggi, tra il ritiro nel privato, l’indebolimento dello Stato e una morale che, nel suo eccesso, rischia di perdere il contatto con la realtà e le sue dure necessità.Riassunto Breve
La fine della potenza di Atene e il crollo della polis portano a una ricerca di nuovi valori al di fuori della politica. Emergono filosofie come il Cinismo, che cerca l’affermazione individuale nel distacco dalla società e dalle sue responsabilità, e lo Stoicismo, che propone un ideale cosmopolita e l’autarchia interiore. Questo contesto di disgregazione favorisce l’individualismo e l’idea che il saggio appartenga al mondo intero. Questi pensatori, pur non avendo un ruolo politico diretto, influenzano l’ideale del sovrano come pastore del popolo, un topos che si diffonde e riemerge in epoche successive. L’uomo non possiede un’unica morale, ma diverse istanze etiche autonome, che diventano evidenti nei momenti di crisi. Accanto a queste, esiste una fondamentale aggressività innata, essenziale per affrontare le difficoltà ma che nelle società moderne può trasformarsi in rabbia sociale. Il comportamento sociale si basa su regolazioni fondamentali come la reciprocità, essenziale per la cooperazione, e gli istinti legati alla conservazione della specie, come la cura. Nella modernità, l’etica del benessere e della felicità (eudemonismo) diventa centrale, ponendo richieste illimitate allo Stato. Opposta all’eudemonismo è l’ascesi, che si manifesta come rinuncia, disciplina o sacrificio. L’umanitarismo, inteso come amore universale, si lega all’eudemonismo nell’era industriale e rappresenta un’estensione dell’etica della stirpe o del clan, basata sulla solidarietà interna al gruppo. Le istituzioni, come famiglia e Stato, forniscono stabilità e modelli di comportamento, compensando la mancanza di istinti fissi. Esiste una tensione tra l’etica pacifica della famiglia/umanitarismo e le esigenze razionali e coercitive dello Stato. Lo Stato esiste per garantire sicurezza e autoconservazione, richiedendo un’etica basata sulla necessità e sulla forza, diversa e spesso in conflitto con l’etica familiare o umanitaria. Storicamente, il rapporto tra Stato e Chiesa riflette questa tensione. Nei tempi moderni, l’autorità dello Stato si indebolisce, diventando un gestore del benessere piuttosto che un garante della sicurezza. L’etica umanitaria si afferma, scontrandosi con l’etica del potere necessaria allo Stato. Si osserva un eccesso nelle pretese morali, una ipertrofia morale, legata al venir meno di punti di riferimento esterni. L’etica dominante diventa un’estensione dell’etica familiare, promossa da gruppi esonerati dalle responsabilità pratiche. Questo porta a un ripiegamento nella sfera privata e a una privatizzazione degli interessi. La coscienza riflette lo scontro tra diverse istanze morali. Si verifica un impoverimento del linguaggio che limita il pensiero complesso, favorito dall’educazione di massa e dai media. L’umanitarismo astratto, spinto all’estremo, evita la responsabilità politica concreta. Il male consiste nell’aggressione contro chi non può difendersi, includendo l’annientamento della generosità e il male spirituale come l’umiliazione e la separazione violenta di un popolo dalla sua storia. La forma più diabolica di male è stabilire un regno di menzogna e costringere gli altri a viverci.Riassunto Lungo
1. Il saggio di fronte al crollo della polis
La fine della potenza di Atene segna un periodo di grande disperazione e delusione. Questo contesto spinge le persone a cercare valori e certezze al di fuori del mondo politico tradizionale. Mentre Platone propone l’idea di uno Stato ideale, quasi astratto, Antistene sviluppa il Cinismo. Questo approccio filosofico nasce da un profondo disgusto per la società del tempo e si concentra sull’affermazione dell’individuo attraverso il distacco dal mondo esterno.L’approccio del saggio cinico
Il cinico cerca di liberarsi dalle responsabilità e dai legami sociali. L’obiettivo è cavarsela da soli, concentrandosi unicamente su sé stessi. Questa ricerca individuale porta a un forte egocentrismo e a una netta avversione per l’ambiente circostante. Il distacco non è solo una scelta, ma è visto come un vero e proprio esonero, una liberazione dalle pressioni e dai compromessi che la vita sociale impone. Chi si sottrae a queste responsabilità corre il rischio di cadere nell’irresponsabilità, ma in questo modo trova anche un riparo sicuro e rimane indisturbato dalle vicende del mondo.Individualismo e visione del mondo
In un’epoca segnata dalla disgregazione delle città-Stato e dalla nascita dei grandi imperi, emerge un legame stretto tra l’individualismo e il cosmopolitismo. Il saggio non si sente più cittadino di una singola città, ma considera la terra intera come la sua patria. Queste idee non sono la causa del crollo della società, ma piuttosto un modo per elaborare e rendere consapevoli la catastrofe e il suo carattere definitivo. Sebbene questi pensatori non abbiano un ruolo politico diretto nel senso tradizionale, preparano il terreno culturale per i nuovi poteri emergenti, come i Macedoni. In questo scenario, si fa strada l’idea di un legame tra potere e monoteismo: un solo Dio, un solo Impero, un solo Sovrano. Si diffonde un sentimento di disgusto verso lo Stato e la percezione di essere stranieri ovunque. Il cinico accetta questa condizione di marginalità, ma la vive con una sua particolare dignità.L’ideale dello stato di natura
Una chiave di lettura importante per comprendere queste filosofie è l’idea di un felice stato di natura originario. In questa condizione ideale, il popolo viveva guidato dai sapienti, proprio come un gregge è condotto dal pastore. Questo concetto si tramanda nel tempo e viene ripreso in particolare dalla Stoa, che considera Antistene come una sorta di padre spirituale. Zenone, uno dei fondatori dello Stoicismo, descrive una società ideale dove gli uomini vivono in armonia, guidati unicamente dalla ragione, senza bisogno di istituzioni formali. Questa visione di una natura fondamentalmente buona, capace di far emergere il meglio nell’uomo e che invita a liberarsi dai pregiudizi tipici della società “borghese”, viene definita cinica.Il saggio come guida e l’influenza pastorale
Il saggio cinico, ritornando idealmente a uno stato di natura e sentendosi esonerato dalle responsabilità sociali, sviluppa anche capacità comunicative e propagandistiche. Diventa una figura capace di consigliare i governanti, proponendo l’ideale del sovrano che si prende cura del benessere dei suoi sudditi. Questo modello, noto come “topos pastorale”, promette pace e un governo semplice, basato sull’idea ottimistica che l’uomo sia intrinsecamente buono, anche se la realtà umana si dimostra spesso più complessa. L’ideale pastorale si diffonde non solo nella filosofia politica, ma anche nella poesia e nelle idee di pensatori successivi, come nel Codice della natura di Morelly o nell’ideologia di Rousseau, che criticano la società esistente a partire da un confronto con un presunto stato naturale. L’influenza di Antistene, veicolata soprattutto attraverso la filosofia Stoica, si rivela nel tempo più duratura e profonda di quella platonica, rappresentando in un certo senso la capacità dell’intelletto e di un nuovo modo di pensare di “conquistare” i conquistatori stessi.Come si concilia l’ideale cinico di distacco e avversione per la società con il ruolo del saggio che consiglia i governanti, proponendo modelli di governo?
Il capitolo descrive il saggio cinico come colui che si sottrae alle responsabilità sociali per trovare un riparo sicuro. Tuttavia, subito dopo, lo presenta come una figura capace di consigliare i governanti. Questa apparente contraddizione meriterebbe un approfondimento. Per comprendere meglio come filosofie basate sull’individualismo radicale e il distacco possano interagire con il potere politico, è utile studiare la storia della filosofia antica, in particolare il periodo ellenistico, e la filosofia politica antica. Un autore da approfondire in questo contesto è Pierre Hadot.2. Le Molte Facce dell’Etica Umana
L’epoca ellenistica segna un grande cambiamento: finisce l’era delle città-stato e nascono grandi imperi. In questo nuovo scenario, emergono diverse risposte a domande sull’etica e la politica. Lo Stoicismo, fondato da Zenone di Cizio, propone un’idea di mondo dove tutti gli uomini sono cittadini di un unico universo, guidato da una legge naturale e razionale. Questa visione supera il vecchio attaccamento alla città-stato e apre la strada all’idea di una comunità che abbraccia tutti. Gli intellettuali stoici cercano di influenzare i potenti del tempo, offrendo la loro saggezza come modello di virtù come la generosità e la clemenza. Si presentano come guide morali capaci di governare grazie alla loro conoscenza, anche se a volte sembrano mancare di compassione.Tuttavia, l’idea di applicare un’etica “pura” alla realtà si scontra con molte difficoltà. Le utopie etico-politiche mostrano quanto sia complicato imporre ideali astratti al mondo reale. La cultura greca, pur diffondendosi ampiamente, diventa a volte una semplice apparenza, usata per servire gli interessi dei nuovi governanti. In un mondo così instabile, la filosofia stoica suggerisce l’autarchia, cioè la capacità di bastare a sé stessi. È un invito a trovare una forza interiore che renda indipendenti dalle circostanze esterne. Nonostante le difficoltà pratiche, l’idea stoica che tutti gli uomini siano naturalmente uguali contiene un forte potenziale di cambiamento, che in alcuni casi porta a vere e proprie ribellioni.
La Pluralità delle Etiche Umane e l’Aggressività Innata
Guardando più a fondo nella natura umana, si scopre che non esiste un’unica morale universale, ma diverse spinte etiche innate e autonome. Queste forme di “regolazione sociale” sono presenti in noi fin dalla nascita e diventano più evidenti, e a volte entrano in conflitto tra loro, nei momenti di crisi o di grandi cambiamenti sociali. Accanto a queste spinte etiche, c’è una tendenza fondamentale all’aggressività, una forza biologica presente in ogni individuo. Questa aggressività non è solo negativa; è essenziale per affrontare le sfide della vita e si manifesta in modi diversi, come la voglia di esplorare, la competizione per il proprio posto nella società o la difesa del proprio spazio e di ciò che si considera proprio.Nelle società di oggi, dove le vecchie forme per sfogare questa energia (come il lavoro fisico intenso o i conflitti tra gruppi) sono meno presenti, l’aggressività può trasformarsi in malessere interiore. Si manifesta come rabbia diffusa, ansia o sfiducia verso gli altri. La conoscenza di sé aiuta a controllare questa aggressività, permettendo di gestirla in modo costruttivo. Allo stesso tempo, la formazione di strutture sociali e gerarchie contribuisce a mantenere la pace all’interno di un gruppo, a patto che le persone le considerino giuste e legittime. Quando la legittimità delle gerarchie viene meno, l’aggressività repressa può riemergere, creando tensioni sociali.
È davvero così semplice ridurre l’etica umana a “spinte innate” e l’aggressività a una “forza biologica” presente in ogni individuo?
Il capitolo, dopo un’analisi storica interessante, introduce concetti complessi come le “spinte etiche innate e autonome” e l'”aggressività innata” senza fornire il contesto scientifico e filosofico necessario per comprenderne la portata e le controversie. Affermare l’esistenza di basi biologiche per l’etica e l’aggressività è un punto di vista dibattutissimo. Per approfondire, è indispensabile esplorare le diverse discipline che studiano la natura umana: l’etologia, la psicologia evoluzionistica, le neuroscienze, ma anche l’antropologia culturale e la sociologia, che sottolineano il ruolo cruciale dell’ambiente, dell’apprendimento e delle strutture sociali nel plasmare il comportamento umano. È utile confrontarsi con autori che rappresentano le varie posizioni in questo dibattito, evitando visioni eccessivamente riduzioniste.3. Le Molte Vie del Comportamento Umano
Il comportamento sociale umano si basa su regole diverse e fondamentali, che non dipendono da un unico principio. Una di queste regole è la reciprocità, un impulso naturale che è stato poi reso ufficiale nelle leggi e nelle abitudini. La reciprocità regola lo scambio di azioni, oggetti e perfino persone, come si vede nelle società antiche. È fondamentale per la collaborazione e l’ordine sociale, anche in forme semplici come la vendetta. La reciprocità funziona come una forma di comunicazione istintiva, che cerca conferme negli altri.Istinti, Cura e l’Ampliamento dell’Etica
Esistono anche regole legate al corpo e agli istinti, che servono a proteggere la specie, come l’istinto di prendersi cura dei più piccoli. Queste reazioni istintive, che all’inizio dipendono da ciò che vediamo o sentiamo direttamente, possono estendersi, pensando in modo più astratto o usando strumenti come i mezzi di comunicazione, verso persone lontane o situazioni che non vediamo. Le prime religioni hanno allargato i confini di ciò che consideriamo giusto o sbagliato, includendo divinità e antenati, e hanno permesso di dare un significato morale agli eventi del mondo.La Ricerca del Benessere
Nel mondo moderno, l’idea di benessere e felicità (chiamata eudemonismo) diventa molto importante. Ciò che prima era un desiderio personale diventa un diritto per molte persone, portando a richieste illimitate verso lo Stato, visto come chi deve garantire la felicità di tutti. Questo ideale, nato tra le classi più agiate e spinto al massimo dal proletariato, può rendere la società fragile, troppo concentrata sul benessere di ciascuno e meno capace di affrontare le difficoltà e i rischi.La Via dell’Ascesi
In contrasto con la ricerca del benessere, l’ascesi rappresenta una forza opposta. Si manifesta come uno stimolo, che concentra le energie interiori attraverso la rinuncia; come disciplina, che richiede di servire e obbedire alle regole delle istituzioni; e come sacrificio, soprattutto nelle religioni basate sulla compassione, affrontando la sofferenza e la morte. L’ascesi, in particolare quella che implica il sacrificio, può essere vista come un modo per gestire l’aggressività o per confrontarsi con l’idea che l’esistenza non abbia un senso ultimo. La presenza di queste diverse forme di comportamento etico mostra che nella società esistono molteplici modi di pensare a ciò che è giusto.Davvero l’eccesso morale si spiega solo con la mancanza di riferimenti esterni e la presunta “irresponsabilità” di chi la promuove?
Il capitolo propone un’interpretazione forte dell’eccesso morale, legandola alla mancanza di riferimenti esterni e alla presunta posizione “protetta” di chi la diffonde. Questa lettura, pur stimolante, potrebbe semplificare eccessivamente le cause di un fenomeno complesso e le reali motivazioni degli attori sociali coinvolti. Per approfondire, sarebbe utile esplorare diverse teorie sociologiche sul ruolo degli intellettuali e delle élite culturali, così come diverse prospettive filosofiche sulle origini e le trasformazioni delle norme morali nella società contemporanea. Autori come Bauman, Bourdieu o Weber offrono strumenti concettuali per analizzare questi temi da angolazioni differenti.7. La lingua svuotata e il male contro gli inermi
Il linguaggio impoverito e le sue conseguenze
Il linguaggio si impoverisce progressivamente, riducendo la capacità di pensare in modo complesso. Questo porta a preferire argomenti morali semplici, limitando la profondità della comprensione. L’educazione di massa, i mezzi di comunicazione e la pressione politica sul significato delle parole contribuiscono a questo fenomeno. Concetti importanti come “discussione” o “democratizzazione” perdono il loro senso originale, diventando gusci vuoti. La cultura di massa indebolisce l’abitudine alla lettura e alla scrittura, diminuendo il vocabolario comune a disposizione di tutti. I mezzi tecnici di comunicazione, inoltre, creano una “realtà verbale e informativa” che finisce per sostituirsi alla realtà concreta. In questo contesto, i vincitori delle vicende storiche riescono più facilmente a imporre le proprie idee e il proprio linguaggio, soffocando le voci e le prospettive contrarie.Impulsi innati e conflitti sociali
Esistono diversi impulsi sociali innati nell’uomo, che funzionano in modo indipendente l’uno dall’altro, tra cui spicca l’aggressività. Questi impulsi, spesso nascosti nella vita di tutti i giorni, possono entrare in conflitto aperto in situazioni estreme come tensioni sociali intense, rivoluzioni o guerre. La radicalizzazione di un’etica, per esempio l’umanitarismo spinto all’estremo, può liberare l’aggressività repressa o, al contrario, portare a un pacifismo radicale che rifiuta ogni forma di conflitto. In momenti di crisi, diverse virtù autentiche, come la tranquillità interiore o la forza d’animo necessaria per affrontare le sfide, possono trovarsi in contrasto tra loro.L’umanitarismo astratto come morale dominante
L’umanitarismo astratto si afferma come la morale dominante nella società attuale. Si presenta come una naturale estensione dell’etica che regola i rapporti all’interno della famiglia. Tuttavia, questo atteggiamento può diventare eccessivo e problematico, specialmente quando valori tradizionali e legami più concreti, come il patriottismo o l’attaccamento alla propria comunità, vengono indeboliti. Lo Stato, concentrato principalmente su compiti economici e sociali, tende a delegare la protezione morale e diventa così più vulnerabile a influenze esterne basate sull’emozione. L’etica umanitaria, quando spinta all’estremo, permette di evitare la responsabilità politica concreta; si aderisce a ideali universali come uguaglianza e libertà senza doversi confrontare con le difficili condizioni pratiche per realizzarli. Questo atteggiamento consente di eludere questioni scomode e dolorose, come la perdita della propria patria o l’abbandono di legami comunitari intermedi tra la famiglia e l’intera umanità. L’eccesso morale fornisce in questo modo una base per una nuova forma di opposizione idealista che agisce principalmente attraverso l’attacco verbale o ideologico.Le forme del male: aggressione contro chi non può difendersi
Il male si manifesta fondamentalmente nell’aggressione diretta contro coloro che non hanno la possibilità di difendersi. Questo include atti terribili come l’uccisione, la sevizia, l’umiliazione o la degradazione fisica e morale di un individuo. È una forma di male anche costringere qualcuno a vivere in condizioni tali da obbligarlo a tradire i propri principi più profondi e i propri valori. L’annientamento della generosità, ovvero la distruzione della capacità o della volontà di essere generosi, è un’altra manifestazione del male.Il male spirituale comprende il rifiuto deliberato dell’onore di una persona o di un gruppo, la mortificazione della loro dignità e l’obbligo di vivere in condizioni umilianti che ne calpestano l’autostima. Il male supremo, nella sua forma più crudele, può consistere in un’aggressione calcolata e mirata contro chi è debole, non per ucciderlo subito, ma per lasciarlo in vita in uno stato di degrado continuo.
Il genocidio, oltre allo sterminio fisico, include un grave attacco all’integrità mentale e identitaria di un gruppo. Questo attacco colpisce le sue tradizioni, il suo senso dell’onore e la sua storia collettiva. Separare violentemente un popolo dalla sua storia, negarla o disonorarla equivale, in un certo senso, a ucciderlo, privandolo della sua anima e della sua continuità nel tempo.
Il male estremo: il regno della menzogna
La forma più diabolica e perversa del male è l’instaurazione di un vero e proprio regno basato sulla menzogna e la successiva costrizione degli altri a vivere all’interno di questa realtà falsificata. Questo crea un mondo completamente rovesciato, dove la menzogna non è solo tollerata, ma diventa la fonte stessa del potere e del controllo. In questa visione, la figura del diavolo incarna il calunniatore per eccellenza, colui che distrugge attivamente la conoscenza autentica e instaura al suo posto la follia e la confusione generale.Come può un’etica presentata come universale e “astratta” essere intrinsecamente problematica e un modo per evitare la responsabilità, come suggerisce il capitolo?
Il capitolo critica aspramente l'”umanitarismo astratto”, definendolo una morale dominante che indebolisce i legami tradizionali e permette di eludere la responsabilità politica concreta aderendo a ideali universali senza affrontare le condizioni pratiche per realizzarli. Questa visione è fortemente dibattuta e merita un approfondimento critico. Per comprendere meglio la natura delle etiche universali, il loro rapporto con i valori tradizionali e le potenziali derive di un moralismo slegato dall’azione pratica, è fondamentale esplorare la filosofia etica, la teoria politica e la sociologia. Si suggerisce di approfondire il pensiero di autori che hanno affrontato il dibattito tra universalismo e particolarismo in etica, il ruolo della comunità e della tradizione, e la complessa relazione tra ideali morali e impegno politico. Figure come Alasdair MacIntyre, Isaiah Berlin e vari teorici del comunitarismo e del cosmopolitismo possono offrire spunti e prospettive diverse.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]