Contenuti del libro
Informazioni
“Modernizzazione senza sviluppo. Il capitalismo secondo Pasolini. Terza edizione rivista e ampliata” di Giulio Sapelli ti porta dentro il cambiamento pazzesco che ha stravolto l’Italia dagli anni Sessanta, usando le idee di Pasolini per capire cosa è successo quando è sparito un mondo, quello simboleggiato dalla “scomparsa delle lucciole”, fatto di valori tradizionali, anche se un po’ repressivi. È arrivato di colpo il neocapitalismo, una roba basata sul consumo e l’industria che ha distrutto le vecchie culture, soprattutto al Sud e tra la gente più semplice, un vero “genocidio culturale”. Questa “modernizzazione senza sviluppo” non ha portato libertà , ma solo omologazione, un “potere del consumo” che ti dice come devi essere e pensare, creando un “vuoto di potere” nella politica tradizionale e un senso di anomia, una perdita totale dei valori. Il libro parla di come questo nuovo capitalismo, con il suo managerialismo e l’ossessione per il profitto astratto, ha cambiato tutto, dalla lingua, che è diventata più tecnica e meno espressiva, fino a come le persone si relazionano, trasformate in individui da controllare. È una riflessione potente su come il “potere del consumo” ha preso il posto di tutto, lasciando dietro di sé un disordine e una mancanza di significato.Riassunto Breve
Una trasformazione profonda cambia la società italiana a partire dagli anni sessanta, segnando la fine di un mondo precedente. Prima, il sistema politico ha continuità col fascismo, una democrazia formale gestita dal Vaticano, basata su valori tradizionali come famiglia e ordine, che diventano un conformismo di Stato repressivo. Il comportamento delle persone è spesso separato dalla coscienza. Questa svolta coincide con l’arrivo di una nuova civiltà guidata dai consumi e dall’industrializzazione. Questo nuovo potere impone una violenta omologazione, distruggendo vecchi valori e culture. Modifica la coscienza e il comportamento in modo duraturo, portando a una degradazione. Le figure politiche tradizionali appaiono come maschere vuote, non capiscono che il potere è cambiato. Esiste un vuoto di potere tradizionale, mentre un potere nuovo e reale agisce, mosso da forze che i politici non comprendono. In questa nuova epoca, imprese e produzione perdono centralità ; l’attenzione si sposta su mercati finanziari e diritti di proprietà , dominati da nuove classi ricche. Il profitto diventa il fine ultimo, non la base per l’impresa, usando risorse a vantaggio di questi gruppi. Il managerialismo domina, trattando le persone come individui da controllare per vantaggi materiali, ignorando la loro soggettività . Questo sistema, basato su reificazione e relazioni tecniche, genera sofferenza e disintegrazione sociale. Vecchi legami e scopi scompaiono, sostituiti da un focus su valore astratto e controllo, causando perdita di significato e disordine. Il punto centrale è la distruzione dell’umanesimo e la sostituzione di relazioni sociali significative tra persone con interazioni tecniche tra individui reificati, guidate da un mercato ossessionato dal profitto astratto e dal controllo. La rapida trasformazione sociale e culturale tra gli anni Sessanta e Settanta, causata dal boom economico e dal neocapitalismo, è una rottura antropologica. Culture tradizionali del sottoproletariato resistono con propri valori e linguaggi, ma il progresso economico non porta libertà o sviluppo umano. Industrializzazione e consumismo impongono un disciplinamento culturale, sostituendo l’autostima popolare con modelli piccolo-borghesi basati sull’invidia e l’arricchimento. Questo è un genocidio culturale che distrugge la dignità della povertà e l’integrità delle culture tradizionali. La televisione è centrale, unifica lingua e cultura dall’alto, diffonde un italiano standardizzato e una visione superficiale, senza sacro o profondità . Contribuisce alla perdita del sacro e alla frammentazione sociale. La modernizzazione italiana, rapida e senza una borghesia matura, si concentra sui consumi privati, non sulle infrastrutture pubbliche. Questo è modernizzazione senza sviluppo, dove l’aumento del reddito non aumenta la libertà . Il futuro è diviso in due Preistorie: l’arcaica del Sud e la nuova del Nord, entrambe lontane dalla Storia intesa come liberazione umana, segnando la fine di un mondo e l’avvento di un’omogeneità disumanizzante. La modernizzazione rapida provoca una mutazione antropologica che distrugge culture e valori radicati, specialmente nel Centro-Sud e tra il sottoproletariato. La televisione diffonde un linguaggio tecnologico e conformista che livella le differenze, creando ghetti e senso di inferiorità . La piccola borghesia accoglie il conformismo televisivo perché priva di culture alternative; la TV fornisce un codice civico e una cultura media, ma diffonde l’ideologia della classe egemone. La modernizzazione cambia i comportamenti sociali, come la maggiore libertà sessuale, ma è vista come nuovo conformismo imposto dal consumo, che genera ansia. La permissività crea nuovi ghetti. Il movimento studentesco del 1968 è una reazione delle classi medie borghesi, che riproducono abitudini codificatrici e portano violenza attivistica fascista nei movimenti di sinistra. La politica si separa dalla cultura, diventa lotta per il potere. La distruzione dei vecchi valori senza nuovi porta a uno stato di anomia, sospensione morale, individui senza punti di riferimento, incapaci di distinguere bene e male. Questo vuoto si manifesta nella criminalità e nella crisi delle classi dirigenti, che hanno smarrito gli ideali, lasciando un vuoto di potere reale. La scomparsa delle lucciole simboleggia la perdita di questo mondo tradizionale e dei suoi valori. La cultura popolare tradizionale, con i suoi valori autentici, viene distrutta dall’industria culturale e dal consumismo, creando una società omogenea e interclassista dove le differenze sociali persistono ma non sono percepite. Un nuovo potere emerge, non legato a istituzioni tradizionali, ma alla totalizzazione dei modelli industriali e all’ossessione per produrre e consumare. Agisce tramite mass media, specialmente la televisione, che impone comportamenti e un linguaggio semplificato, tecnicizzato, basato sull’edonismo. La televisione rappresenta modelli da imitare tramite immagini. Questo cambiamento antropologico rompe il legame tra intellettuali e popolo, condizionato dai prodotti di serie. Anche i movimenti di contestazione vengono integrati, rafforzando il sistema neocapitalistico. La Chiesa affronta una crisi, superata dal mondo secolarizzato, incapace di opporsi al nuovo potere del consumo. La speranza di resistenza si affida a minoranze illuminate o forme d’arte distaccate dal mercato. La distruzione e sostituzione di valori porta alla soppressione di parti della società , un genocidio culturale nascosto tramite persuasione occulta. I metodi sono sottili e tecnicamente avanzati. Nuovi valori sono imposti di nascosto tramite mass media come TV e pubblicità . Diffondono modelli borghesi e piccolo-borghesi come edonismo consumistico, falsa tolleranza, permissività sessuale. Nelle aree del centro-sud, dove persistono morali popolari e dialetti, l’imposizione crea ansie e frustrazioni, portando a perdita della capacità linguistica (afasia). Questo è causato dalla classe dominante che separa progresso e sviluppo, interessata solo allo sviluppo economico per profitto. Si verifica sviluppo senza progresso culturale. La lingua italiana subisce una trasformazione. L’italiano tradizionale è una dualità tra lingua parlata (koinè dialettizzata) e lingua letteraria, entrambe borghesi. Oggi emerge una nuova lingua nazionale, guidata da tecnologia e industrializzazione del Nord. I centri linguistici si spostano a Torino/Milano. Questa nuova lingua, basata su linguaggi tecnici, è strumentale e funzionale, privilegia la comunicazione sull’espressività . Omologa i linguaggi, semplifica la grammatica, abbandona l’influenza latina. La sua forza unificatrice deriva dal potere egemonico della tecnocrazia industriale. La letteratura, legata alla vecchia lingua borghese, è in crisi. Il cinema si distingue in prosa e poesia. Nel cinema di prosa, lo stile non si nota, conta la storia. Nel cinema di poesia, lo stile è centrale. Commercialmente, il cinema è diventato prosa, ma emerge un nuovo cinema di poesia. Il film *I pugni in tasca* è prosa espressiva, vicina alla poesia. Non rientra nelle categorie note. Il suo nucleo è l’esaltazione dell’anormalità e una rivolta rabbiosa contro la vita borghese, simile al movimento beat. Questa rivolta irrazionalistica assimila esperienze culturali passate. Mette in discussione l’idea che l’irrazionalismo sia borghese; al contrario, la borghesia è razionalista, e l’irrazionalismo può essere lotta contro di essa. Parallelamente, si vive una doppia esistenza che richiede sincerità radicale. Questa necessità nasce da un passato di apparente conformismo e difficoltà ad accettare una natura non conforme, specialmente nell’affettivo e sessuale. L’omosessualità è percepita come nemico esterno. Le crisi personali portano a capire i propri limiti, non a cambiamento o redenzione. L’obiettivo è essere chiari con sé stessi e gli altri, anche se espone. Un rapporto speciale rappresenta un amore diverso e profonda confidenza, nonostante i limiti. L’esperienza è segnata dal dolore per ciò che è perso e dalla lotta per superare una freddezza interiore. Il contenuto digitale si distingue dal testo stampato. Ha differenze in formato, design, pubblico. L’obiettivo è migliorare l’esperienza di lettura. Si realizza con libertà visiva, spaziature, colori. Il contenuto digitale esiste in un ecosistema connesso. Si ispira a modelli come Wikipedia, con link tra contesti. La struttura del testo è meno rigida. Il valore di un libro digitale non si basa solo sulle vendite, ma include idee e la relazione con lettori e social media. Questa relazione costruisce il rapporto economico. I contenuti sono pensati per lettori che si spostano tra dispositivi e piattaforme. La comunicazione è diretta e veloce. La progettazione integra narrazione visiva e musicale. Il futuro dell’editoria digitale è incerto e richiede sperimentazione. I lettori ideali sono italiani che pensano globalmente, riconoscono un mondo interconnesso. Le opinioni diverse sono una risorsa.Riassunto Lungo
1. Lucciole, Potere e il Nuovo Disordine
Una trasformazione profonda ha colpito la società italiana a partire dai primi anni sessanta. Questo cambiamento, descritto come la “scomparsa delle lucciole”, segna la fine di un mondo e l’inizio di una nuova epoca.Il mondo prima della trasformazione
Prima di questa svolta, il sistema politico mostrava una forte continuità con il passato. Era basato su una democrazia solo di facciata, influenzata dal Vaticano e legata a valori tradizionali come la famiglia, l’ordine e la morale. Questi valori, tipici di una società legata alla terra e a un’industria iniziale, si traducevano in un conformismo imposto dallo Stato, dove il comportamento esteriore delle persone era spesso diverso dalla loro coscienza interiore.L’arrivo del nuovo potere
La “scomparsa delle lucciole” coincide con l’emergere di una nuova civiltà , spinta dai consumi e dall’industrializzazione crescente. Questo nuovo potere impone un’omologazione violenta, che distrugge i vecchi valori e le culture locali. A differenza dei regimi passati, questo potere agisce in profondità , modificando la coscienza e il comportamento delle persone in modo duraturo e portando a una sorta di degradazione sociale.La nuova natura del potere
In questo scenario, le figure politiche tradizionali appaiono come “maschere” vuote. Non si rendono conto che il potere che pensavano di gestire ha cambiato completamente natura. Esiste un “vuoto di potere” nel senso classico del termine, perché il potere vero, quello che agisce concretamente, è mosso da forze che i politici non capiscono e non riescono a controllare.I cambiamenti nell’economia
Nella nuova epoca, le grandi imprese integrate e la produzione perdono la loro importanza centrale nell’economia. L’attenzione si sposta sempre più sui mercati finanziari e sui diritti di proprietà , dominati da nuove classi molto ricche. Il profitto non è più solo uno strumento per far funzionare l’impresa, ma diventa lo scopo principale di tutto. Questo porta a usare le risorse non per far crescere l’impresa stessa, ma per avvantaggiare questi nuovi gruppi dominanti.L’impatto sulle persone e sulla societÃ
Il modo di gestire le organizzazioni, chiamato managerialismo, diventa dominante. Le persone vengono trattate come semplici individui da controllare e manipolare per ottenere vantaggi materiali, senza considerare la loro interiorità e unicità . Questo sistema, basato su relazioni impersonali e tecniche, genera sofferenza e porta alla disintegrazione dei legami sociali. Le vecchie forme di comunità e di obiettivi comuni scompaiono, sostituite da un’ossessione per la creazione di valore finanziario e per il controllo. Questo causa una profonda perdita di significato e un disordine diffuso nella società .La perdita dell’umanesimo
Il punto fondamentale di questa trasformazione è la distruzione di una visione del mondo basata sull’umanità . Le relazioni significative tra persone vengono sostituite da interazioni tecniche tra individui visti come oggetti, guidate da un mercato che pensa solo al profitto astratto e al controllo.Ma questo ‘nuovo potere’ è davvero un’entità così monolitica e oscura, o non è piuttosto il risultato di forze economiche, sociali e politiche ben più complesse e interagenti?
Il capitolo descrive un “nuovo potere” quasi come una forza astratta e onnipotente che impone omologazione e degrado. Tuttavia, questa visione rischia di semplificare eccessivamente la realtà . Le trasformazioni sociali ed economiche sono raramente opera di un singolo “potere”, ma emergono dall’interazione di molteplici fattori: cambiamenti tecnologici, evoluzioni dei mercati, decisioni politiche, movimenti sociali, e l’azione di diversi gruppi di interesse. Per comprendere meglio la natura di questo “nuovo disordine”, sarebbe utile approfondire gli studi sulla sociologia del potere, l’economia politica e la storia sociale, magari leggendo autori che hanno analizzato le dinamiche del capitalismo contemporaneo e le sue implicazioni sociali, come Polanyi o Boltanski.2. La Nuova Preistoria del Consumo
L’Italia tra gli anni Sessanta e Settanta ha vissuto un cambiamento sociale e culturale rapidissimo. Questo cambiamento, spinto dal boom economico e da un nuovo modo di fare economia, è stato così forte da sembrare una trasformazione profonda dell’uomo stesso. Le culture tradizionali delle classi popolari, come quelle delle borgate romane o dei quartieri poveri di Napoli, avevano un loro modo di vivere, valori e un linguaggio tutto loro (i dialetti). Queste culture riuscivano a resistere al nuovo modo di pensare che stava prendendo piede. La loro forza stava nel vivere quasi fuori dal tempo, ripetendo i loro modelli di vita e simboli senza farsi condizionare troppo dalla storia che andava avanti.La scomparsa delle vecchie culture
Il progresso, visto solo come crescita economica e modernizzazione, non ha portato più libertà o un vero miglioramento per le persone. Invece, l’industria e il desiderio di comprare sempre di più hanno imposto un modo di vivere unico. Hanno cancellato il modo in cui le classi popolari si sentivano degne e importanti, basato sui loro valori, sostituendolo con un modo di pensare più borghese, dove conta l’invidia e il desiderio di diventare ricchi. Questo cambiamento è stato vissuto come una vera e propria distruzione delle culture (un “genocidio culturale”), che ha tolto dignità alla povertà e ha rovinato l’integrità delle tradizioni popolari.Il ruolo della televisione
La televisione ha avuto un ruolo fondamentale in questo cambiamento. È diventata uno strumento potente per rendere tutti più simili nel modo di parlare e di pensare, diffondendo un italiano uguale per tutti e una visione della vita semplice e rassicurante. Questa visione, però, era superficiale, senza spazio per il sacro o per pensieri profondi. In questo modo, la televisione ha contribuito in modo decisivo a cancellare i vecchi valori e a far perdere il senso del sacro. Ha anche indebolito i legami forti che tenevano unite le persone nelle comunità di una volta.Una modernizzazione incompleta
La modernizzazione in Italia è avvenuta molto in fretta e senza una classe dirigente forte e preparata come in altri paesi. Invece di investire sui servizi per tutti, come strade, scuole e sanità , si è puntato soprattutto a far crescere i consumi delle singole persone, spingendo le famiglie a comprare sempre più cose. Questo modo di procedere ha portato a una “modernizzazione senza sviluppo”: anche se le persone guadagnavano di più e potevano comprare di più, questo non si è tradotto in una maggiore libertà per i singoli o in un vero miglioramento della vita per tutta la società . La crescita economica non ha portato con sé una crescita umana e sociale. Si sono riempiti i portafogli e le case, ma non si è costruita una comunità più libera e consapevole.Le ‘due Preistorie’
Guardando al futuro, sembra che l’Italia sia divisa in due tipi di “Preistoria”. C’è quella antica del Sud, legata a un mondo contadino e religioso che sta scomparendo. E c’è quella nuova del Nord, fatta della vita ripetitiva delle fabbriche e del potere della televisione. Entrambe queste situazioni sono viste come lontane dalla vera “Storia”, intesa come il momento in cui l’uomo si libera e migliora davvero. Segnano la fine di un modo di vivere e l’arrivo di un’uniformità che toglie umanità alle persone.Definire la trasformazione sociale un ‘genocidio culturale’ non rischia di semplificare eccessivamente processi complessi?
Il capitolo descrive la trasformazione delle culture popolari come un vero e proprio “genocidio culturale”, un termine forte che merita riflessione. Sebbene l’impatto del boom economico e dei nuovi modelli di consumo sia stato indubbiamente profondo, definire questo processo come una distruzione totale e unilaterale potrebbe semplificare eccessivamente le dinamiche in gioco. Il cambiamento sociale è un fenomeno complesso che include spesso processi di adattamento, negoziazione e la coesistenza di vecchio e nuovo. Per comprendere meglio queste sfumature, sarebbe utile approfondire gli studi di sociologia e antropologia che analizzano il cambiamento culturale e la modernizzazione, e leggere autori che hanno offerto diverse interpretazioni della società italiana nel periodo del boom economico.3. La scomparsa delle lucciole e il vuoto di valori
La modernizzazione rapida dell’Italia, guidata dal neocapitalismo e da un forte aumento dei consumi, ha portato a un cambiamento profondo nella società . Questa trasformazione ha distrutto le vecchie culture e i valori che erano radicati, soprattutto nel Centro-Sud e tra le persone più povere che fino a quel momento erano riuscite a resistere all’omologazione generale. Il cinema, prima, e poi la televisione hanno avuto un ruolo importante in questo processo. La televisione, in particolare, ha diffuso un modo di parlare e di pensare uniforme, che ha appiattito le differenze e ha creato nuovi isolamenti culturali, facendo sentire le classi meno abbienti inferiori.
Il ruolo della televisione
La piccola borghesia, vista come legata al passato fascista, ha accettato facilmente il conformismo proposto dalla televisione. Questo accade perché questa classe sociale non aveva altre culture di riferimento. La televisione le ha fornito un modello di comportamento e una cultura di base, ma allo stesso tempo ha diffuso le idee della classe dominante.
Cambiamenti nei comportamenti sociali
La modernizzazione ha anche modificato i comportamenti delle persone, come dimostra una maggiore libertà in campo sessuale e la fine della separazione rigida tra uomini e donne. Tuttavia, questo cambiamento non è stato vissuto come una vera liberazione. È apparso piuttosto come una nuova forma di conformismo imposta dalla società dei consumi, che ha generato ansia e problemi psicologici. Anche la maggiore tolleranza, pur permettendo più diversità , ha finito per creare nuovi gruppi isolati.
La reazione del movimento studentesco del 1968
Il movimento studentesco del 1968 può essere visto come una reazione a questa modernizzazione. Era guidato principalmente dai giovani della media borghesia. Questi ragazzi, anche se si ribellavano, finivano per ripetere alcuni atteggiamenti delle loro madri, legati a regole sociali rigide. Hanno anche portato nei movimenti di sinistra la tendenza alla violenza tipica della cultura fascista. In questo contesto, la politica si è allontanata dalla cultura, diventando principalmente una lotta per conquistare il potere.
Il vuoto di valori e la crisi
La distruzione dei vecchi valori, senza che ne nascessero di nuovi, ha portato a uno stato di confusione morale. Le persone si sono trovate senza punti di riferimento, incapaci di distinguere chiaramente tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Questo vuoto si vede anche nell’aumento della criminalità e nella crisi delle classi dirigenti, che hanno perso i loro ideali iniziali, lasciando un vuoto di potere effettivo. La scomparsa delle lucciole diventa il simbolo della perdita di questo mondo tradizionale e dei suoi valori.
Ma come si lega la ‘doppia esistenza’ personale, con le sue intime sofferenze e la lotta per la sincerità , alla critica sociale e all’irrazionalismo che il capitolo vede nel cinema?
Il capitolo presenta diversi temi – l’analisi del cinema, la critica sociale attraverso un film specifico, e una riflessione molto personale sulla “doppia esistenza” e la sincerità . La connessione tra queste parti non è esplicitata, lasciando il lettore a chiedersi come l’introspezione sulla propria natura e le difficoltà personali si inseriscano nel quadro più ampio della rivolta “irrazionalistica” contro la borghesia. Per comprendere meglio come esperienze personali profonde possano intersecarsi con l’analisi culturale e sociale, potrebbe essere utile esplorare autori che hanno trattato il rapporto tra psiche individuale e contesto storico-sociale, come quelli legati alla psicoanalisi applicata o alla sociologia critica.7. L’Editoria Digitale: Un Nuovo Ecosistema
Il contenuto digitale si distingue nettamente dal testo stampato tradizionale, presentando differenze significative non solo nel formato e nel design, ma anche nel modo in cui raggiunge il pubblico. L’obiettivo principale di questa evoluzione è migliorare l’esperienza di lettura rispetto alla versione cartacea, offrendo nuove possibilità e interazioni. Questo si realizza, ad esempio, attraverso una maggiore libertà nella presentazione visiva, sfruttando al meglio spaziature e colori per creare pagine più leggere e ariose, più piacevoli da navigare. Il passaggio al digitale implica anche l’esistenza all’interno di un ambiente fortemente connesso, un vero e proprio ecosistema digitale che permette nuove modalità di fruizione e partecipazione.Il Nuovo Valore e la Relazione con i Lettori
In questo ecosistema connesso, il contenuto digitale si ispira a modelli aperti e interconnessi, come quello di Wikipedia, dove i link permettono di navigare fluidamente tra argomenti e contesti diversi, creando percorsi di lettura personalizzati. La struttura del testo diventa così meno rigida e più dinamica, invitando all’esplorazione e all’approfondimento. Di conseguenza, il valore di un libro digitale non si misura più unicamente dal numero di copie vendute, un parametro tipico del mondo fisico, ma include anche le idee che genera, le discussioni che stimola e, soprattutto, la relazione che si instaura con i lettori e attraverso i media sociali. Questa interazione costante e diretta con chi legge diventa un elemento fondamentale non solo per la diffusione del contenuto, ma anche per costruire un nuovo tipo di rapporto economico basato sulla comunità e sull’engagement attivo. I lettori diventano parte attiva di questo processo, influenzando e arricchendo il contenuto stesso con i loro contributi e le loro opinioni.Il Lettore Digitale e il Futuro
I contenuti digitali sono pensati per lettori che si muovono agilmente tra dispositivi diversi, passando dallo smartphone al tablet, al computer, in un flusso continuo e senza interruzioni. La comunicazione in questo contesto è caratterizzata da immediatezza e velocità , adattandosi ai ritmi del web e alle aspettative di un pubblico abituato a ricevere informazioni in modo rapido. La progettazione di questi contenuti va oltre il semplice testo scritto, integrando narrazione visiva e persino musicale per offrire un’esperienza più ricca, multisensoriale e coinvolgente. Nonostante le rapide evoluzioni tecnologiche e i cambiamenti nelle abitudini di lettura, il futuro dell’editoria digitale rimane in parte incerto e richiede una continua volontà di sperimentare nuove forme, linguaggi e modelli di business per adattarsi al meglio. Il lettore ideale per questo tipo di contenuti è un italiano con una mentalità aperta e globale, capace di riconoscere e apprezzare un mondo sempre più interconnesso sia economicamente che culturalmente, vedendo nelle opinioni diverse non un ostacolo, ma una preziosa risorsa da cui attingere per crescere.Ma siamo sicuri che l’esperienza di lettura digitale sia sempre un miglioramento, e che il suo valore risieda solo nelle discussioni online?
Il capitolo presenta l’editoria digitale come un chiaro miglioramento rispetto al cartaceo e definisce il suo valore in termini di interazione e discussione online. Tuttavia, questa visione rischia di essere parziale e di trascurare aspetti cruciali. La scienza cognitiva, ad esempio, solleva dubbi sugli effetti della lettura su schermo sulla comprensione profonda, sulla concentrazione e sulla memoria spaziale del testo. Inoltre, ridurre il valore di un testo alle “chiacchiere” sui social media o all’engagement immediato ignora parametri più tradizionali ma ancora fondamentali come la qualità intrinseca del contenuto, la sua originalità , la profondità dell’analisi o il suo impatto culturale a lungo termine, che non sempre si traducono in interazioni social misurabili. Per esplorare queste complessità e bilanciare la prospettiva, sarebbe utile approfondire gli studi sulla lettura nell’era digitale e l’impatto dei media digitali sulla cognizione e sulla cultura. Autori come Maryanne Wolf o Nicholas Carr offrono prospettive critiche fondamentali su questi temi.Abbiamo riassunto il possibile
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