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Informazioni
“Mitologia assiro-babilonese” di Giovanni Pettinato ti porta indietro nel tempo per esplorare le affascinanti storie degli antichi dei mesopotamici. Si parte dalla creazione babilonese, con le acque primordiali e lo scontro epico tra Marduk e la mostruosa Tiamat, che porta alla nascita del cosmo. Scoprirai come divinità come Ea, Anu ed Enlil plasmano il mondo e creano l’umanità, destinata a lavorare per loro. Ma la vita non è facile: gli dèi possono scatenare la loro furia, come Erra, o punire gli uomini con eventi catastrofici come il diluvio mesopotamico. Vedrai le dinamiche di potere tra figure come Ishtar e Nergal, e viaggerai nel mondo sotterraneo mesopotamico, il regno oscuro di Ereškigal dove i defunti trovano il loro destino. Questo libro ti offre uno sguardo completo su un pantheon complesso, pieno di conflitti divini, mostri e il ruolo cruciale dell’uomo in questo universo antico, toccando anche temi legati all’Epopea di Gilgameš.Riassunto Breve
L’origine del cosmo parte dalle acque primordiali, Apsu dolci e Tiamat salate, da cui nascono le prime divinità. Il rumore dei giovani dèi disturba Apsu che vuole distruggerli, ma Ea lo uccide. Tiamat si ribella, crea mostri e nomina Kingu capo. Marduk si offre di combattere Tiamat in cambio della suprema autorità. Sconfigge Tiamat, la uccide e dal suo corpo crea cielo e terra, organizza i corpi celesti e il tempo. Cattura Kingu. Altri racconti descrivono la creazione dal nulla o da elementi come l’aratro e la terra, o come una catena di generazioni divine. La triade Anu, Enlil ed Ea crea cielo, terra e astri. Il dio Ea crea la sua dimora Apsu, divinità e materiali, e organizza il sostentamento divino. Marduk ordina il cosmo, crea l’ambiente e le città principali. Le divinità manifestano poteri e conflitti. Ishtar ottiene alto rango ma la sua aggressività porta alla creazione di Saltu. Ninurta combatte Anzu per la Tavoletta dei Destini, ma poi la tiene. Erra scatena distruzione per rabbia, poi promette prosperità. Adad provoca guerre, poi protegge il re. Mostri come Labbu e draghi marini minacciano il mondo e vengono sconfitti da dèi come Tišpak o Nergal. Nabu si scontra con Ea ma riceve un nuovo ruolo. Ishtar offre a Gilgamesh di sposarla, ma lui rifiuta ricordando i destini tragici dei suoi amanti, scatenando l’ira di lei che chiede il Toro Celeste. Gli dèi superiori, stanchi del lavoro per il loro mantenimento, decidono di creare l’umanità. Gli dèi inferiori, gli Igigi, si ribellano alla fatica. Ea, con una dea madre, modella l’uomo dall’argilla, a volte con sangue divino, per affidargli il lavoro. L’umanità si moltiplica, ma il suo rumore disturba Enlil, portando a punizioni come epidemie e carestie. Nonostante l’aiuto di Ea, gli dèi decidono il diluvio. Un uomo, avvertito da Ea, costruisce una nave e sopravvive con famiglia e animali. Dopo il diluvio, il sopravvissuto ottiene l’immortalità, ma per gli altri uomini vengono stabilite mortalità, malattie e limitazioni. Viene istituita la regalità per governare gli uomini e assicurare il servizio agli dèi. La vita umana è breve e destinata alla morte. Il mondo sotterraneo, Kurnugia o Irkalla, è un luogo buio e polveroso senza ritorno, governato da Ereškigal e Nergal. I defunti vivono nella polvere. Le discese divine sono pericolose. Ishtar scende, perde i suoi attributi alle sette porte, e la sua assenza ferma la procreazione. Viene liberata con l’acqua della vita, ma Dumuzi prende il suo posto. Nergal scende per un mancato rispetto, e in diverse versioni sposa Ereškigal diventando co-reggente o rimane legato al regno come consorte. Altri come Ningizzida o Enkidu visitano gli Inferi; Enkidu descrive un luogo di miseria universale. Il regno è popolato da demoni e divinità infernali. I testi mostrano anche conflitti nel pantheon, con divinità più recenti che sconfiggono o imprigionano dèi più antichi o forze primordiali.Riassunto Lungo
1. Le origini cosmiche e l’ascesa di Marduk
All’inizio di tutto, secondo la teologia babilonese, esistevano solo le acque primordiali: Apsu, dolce, e Tiamat, salata. Da queste acque nacquero le prime generazioni di dèi, la cui attività e il cui rumore disturbavano Apsu. Infuriato, Apsu decise di distruggere i giovani dèi. Tiamat, sua consorte, inizialmente si oppose a questo piano distruttivo. Tuttavia, la situazione cambiò quando Ea, uno degli dèi più astuti, uccise Apsu per difendersi e difendere gli altri. Questo atto scatenò l’ira di Tiamat, che fu ulteriormente incitata da altri dèi a ribellarsi.La ribellione di Tiamat e l’intervento di Marduk
Decisa a vendicare Apsu e a ristabilire l’ordine a modo suo, Tiamat creò un temibile esercito di mostri. Mise a capo di questa armata Kingu, nominandolo suo sposo e conferendogli un potere immenso: la tavola dei destini, che garantiva il controllo sul fato degli dèi e del cosmo. Gli dèi si trovarono in grande pericolo e tentarono invano di affrontare Tiamat. Sia Ea che Anu, potenti divinità, fallirono nel tentativo di sconfiggerla. Fu a questo punto che emerse Marduk, figlio di Ea, un dio giovane ma dotato di grande forza e intelligenza. Marduk si offrì di combattere Tiamat, ma pose una condizione fondamentale: in caso di vittoria, avrebbe ricevuto la suprema autorità su tutti gli dèi.La vittoria di Marduk e la creazione del cosmo
Gli dèi, riuniti in assemblea, accettarono la richiesta di Marduk, riconoscendo che solo lui poteva salvarli. Marduk si preparò per la battaglia equipaggiandosi con armi potenti e sfruttando la forza dei venti. Affrontò Tiamat in un duello cosmico, riuscendo a sconfiggerla e a ucciderla. La vittoria di Marduk fu decisiva non solo per la salvezza degli dèi, ma per l’intera esistenza. Dal corpo smembrato di Tiamat, Marduk creò il cielo e la terra, dando forma al cosmo. Organizzò i corpi celesti, stabilendo il loro corso e definendo il calendario, mettendo ordine nel tempo e nello spazio. Successivamente, sconfisse e catturò l’esercito di mostri creato da Tiamat, imprigionando anche Kingu.La creazione dell’umanità e l’organizzazione divina
Con il cosmo strutturato, Marduk affrontò la questione del lavoro divino. Per liberare gli dèi dalla fatica, decise di creare l’umanità. Utilizzò il sangue di Kingu, il capo dell’esercito di Tiamat, mescolandolo forse con la terra, per plasmare i primi esseri umani. Lo scopo principale dell’umanità era quello di assumersi il lavoro e il servizio che prima spettava agli dèi, permettendo così alle divinità di riposare e godere della loro posizione. Dopo la creazione dell’uomo, Marduk riorganizzò l’intero pantheon divino, stabilendo le gerarchie e i ruoli di ogni dio. Decise inoltre di costruire una grande città, Babilonia, destinata a essere la dimora principale degli dèi sulla terra. Gli altri dèi, in segno di gratitudine e riconoscimento della sua supremazia, costruirono Babilonia e il suo tempio principale, l’Esagila. Al culmine del suo potere e della sua gloria, a Marduk furono conferiti cinquanta nomi, ognuno dei quali celebrava una delle sue qualità, dei suoi attributi o delle sue gesta eroiche, consolidando la sua posizione come re degli dèi.Prospettive successive e l’evoluzione teologica
Il racconto delle origini babilonesi non rimase confinato ai testi più antichi. Autori successivi, come lo storico babilonese Berosso e Abideno, ripresero e rielaborarono queste narrazioni. I loro resoconti presentano visioni simili, partendo sempre dall’idea di un’acqua primordiale come fonte di tutto. Descrivono un dio creatore, spesso identificato con Belos (una forma di Marduk), che plasma il mondo da un’entità femminile caotica, analoga a Tiamat. Anche la creazione dell’uomo è descritta in modo simile, derivante da sangue divino mescolato a terra. L’analisi di liste divine, come la complessa An = Anum, mostra le genealogie e le relazioni tra le divinità, includendo molti dèi presenti nel mito di Marduk. Tuttavia, queste liste e altri testi mostrano variazioni significative nella struttura del pantheon e nella posizione relativa delle diverse divinità nel corso del tempo. Questo indica che la teologia babilonese era un sistema dinamico, in continua evoluzione, che adattava e ridefiniva i propri miti e le proprie gerarchie divine in risposta a cambiamenti politici, sociali e culturali.Ma questo racconto è davvero solo una storia sulle origini cosmiche, o è piuttosto un’apologia del potere politico di Marduk e di Babilonia?
Il capitolo descrive efficacemente la trama del mito babilonese, ma concentrarsi unicamente sulla sequenza degli eventi rischia di trascurare il suo ruolo fondamentale come strumento di legittimazione politica e religiosa. L’ascesa di Marduk a capo del pantheon e la fondazione di Babilonia come centro del cosmo riflettono e giustificano l’ascesa politica della città stessa e della sua dinastia regnante, in particolare durante il periodo paleo-babilonese. Per comprendere appieno la portata di questo “capitolo”, è essenziale approfondire il contesto storico e culturale in cui il mito fu composto e diffuso, studiando la storia della Mesopotamia antica, la relazione tra religione e potere regale, e l’evoluzione del pantheon babilonese. Autori come Jean Bottéro, Thorkild Jacobsen, Stephanie Dalley, e W.G. Lambert hanno offerto analisi cruciali su questi aspetti.2. La Creazione e il Potere Divino
Il mondo antico prende forma attraverso diverse azioni divine. La creazione del cielo e della terra è spesso opera di tre dèi principali: Anu, Enlil ed Ea. Loro scelgono i loro luoghi sulla terra, i templi. Chiedono al re di assicurare le offerte necessarie per il loro sostentamento. Creano anche il sole, la luna e le stelle. Questi corpi celesti servono a organizzare il tempo e a mostrare segnali divini.Le Diverse Storie di Origine
Esistono anche altre storie su come tutto è iniziato. Un racconto racconta l’unione tra Harab, l’Aratro, e la Terra. Da questa unione nascono i solchi nel terreno e il mare. Seguono poi generazioni di dèi, spesso con legami familiari complessi e lotte per chi deve comandare. Altri testi spiegano la creazione come una serie di passaggi, dove una cosa ne crea un’altra, come si vede nelle storie del verme o dello sclerozio.Dèi Creatori e il Loro Ruolo
Alcuni dèi hanno un ruolo speciale nella creazione e nell’organizzazione del mondo. Il dio Ea è un creatore importante in certi racconti. Ha plasmato la sua casa, l’Apsu, e ha dato vita a divinità legate alla costruzione e ai materiali. Ha organizzato il sostentamento degli dèi e ha creato gli esseri umani perché lavorassero per loro. In un’altra versione, Marduk ha messo ordine nel caos iniziale. Ha creato le persone e l’ambiente naturale. Ha anche costruito le città principali e i loro luoghi sacri, mostrando così la sua grande forza nel mondo divino.Le Lotte e i Cambiamenti nel Potere Divino
Le dinamiche di potere tra le divinità sono molto importanti. La dea Ishtar, per esempio, viene portata a un livello più alto. Riceve grandi poteri sia in cielo che sulla terra e diventa una dea guerriera. Per gestire la sua natura forte e a volte difficile, il dio Ea crea Saltu, la Discordia. Questo porta a uno scontro, ma alla fine il ruolo potente di Ishtar viene confermato. Un altro racconto, quello di Ninurta e Anzu, parla della lotta di Ninurta per riprendere la Tavoletta dei Destini, rubata a Enlil. Dopo aver vinto, Ninurta non vuole restituire la tavoletta. Questo gesto fa capire che l’ordine tra gli dèi può essere messo in discussione.Di fronte a un pantheon così litigioso e a storie di creazione così variegate, cosa ci sfugge se non analizziamo il contesto sociale e culturale che le ha prodotte?
Il capitolo descrive in modo efficace le diverse narrazioni mitologiche e le dinamiche di potere tra le divinità. Tuttavia, limitarsi a elencare queste storie, per quanto affascinanti, rischia di presentare un quadro frammentato e privo di un significato più profondo. Le diverse versioni della creazione e le lotte divine non sono semplici racconti, ma riflettono le credenze, la struttura sociale, le preoccupazioni e le aspirazioni delle popolazioni che le hanno create e tramandate. Per comprendere veramente il “potere divino” e la “creazione” nel mondo antico, è fondamentale indagare il contesto storico, geografico e culturale specifico di ciascun mito. Approfondire discipline come l’Assiriologia, la storia delle religioni del Vicino Oriente antico o l’antropologia culturale può fornire gli strumenti per analizzare queste narrazioni non solo come storie, ma come espressioni complesse di una visione del mondo. Studiosi che si occupano di mitologia comparata o di storia sociale del Vicino Oriente antico possono offrire prospettive cruciali su come questi miti funzionassero all’interno delle loro società.3. Furia Divina e Destini Terreni
Le divinità mesopotamiche possiedono poteri immensi che influenzano profondamente il mondo e l’umanità, manifestandosi spesso attraverso una forza travolgente. Questa potenza può scatenarsi in modi distruttivi, plasmando i destini di città e individui.La Furia degli Dèi
La furia divina si abbatte con violenza sul mondo. Il dio Erra, ad esempio, si infuria per una percepita mancanza di rispetto o a causa dell’assenza di Marduk, scatenando distruzione su città e persone, inclusa la grande Babilonia. Il suo araldo Išum interviene per cercare di placare questa ira devastante, riuscendo infine a reindirizzarla verso altri popoli, permettendo così ad Akkad di iniziare a risollevarsi. Una volta che la sua collera si placa, Erra promette prosperità per Akkad e il ripristino dei culti, mostrando come la furia possa essere seguita da un ristabilimento dell’ordine.Anche il dio Adad manifesta la sua potenza attraverso la furia, provocando guerre e causando grande sofferenza tra gli uomini. La dea Belet-ili si fa mediatrice, intercedendo presso Enlil per calmare l’ira di Adad. Quando ci riesce, Adad riceve un nuovo compito: proteggere il re e il paese, garantendo abbondanza e supporto militare. Questo dimostra come l’intervento di altre divinità possa mitigare gli effetti della furia e reindirizzare l’energia divina verso scopi più benefici.Sconfiggere le Minacce Mostruose
Il pantheon divino non si confronta solo con le proprie dinamiche interne, ma deve anche affrontare minacce che mettono a repentaglio l’ordine del mondo. Tra queste, emergono creature mostruose come il drago Labbu, generato da Enlil stesso, la cui sola esistenza terrorizza il mondo conosciuto. Per affrontare questa minaccia colossale, viene scelto il dio Tišpak, che riesce a sconfiggere e uccidere il drago utilizzando una tempesta e una freccia potente, ristabilendo la sicurezza.Un altro testo narra di un enorme drago marino che incute terrore. Per superare questa nuova sfida, viene rivolta una richiesta alla dea Aruru affinché invii l’eroe Nergal, noto per la sua forza e il suo coraggio, con il compito di affrontare e sconfiggere la bestia. Questi episodi evidenziano il ruolo degli dèi e degli eroi nel proteggere il mondo dalle forze caotiche che cercano di sovvertire l’ordine stabilito.Relazioni e Conflitti tra Dèi
Le relazioni tra le divinità sono spesso complesse e segnate da conflitti e interazioni significative. Il dio Nabu, ad esempio, si scontra con Ea a causa della distruzione di uova di drago, un atto che genera tensione tra le due figure divine. Tuttavia, Ea riesce a calmare Nabu e, invece di punirlo, gli affida un nuovo e importante ruolo nelle “città superiori”, dimostrando la capacità degli dèi di risolvere i conflitti e assegnare nuove responsabilità.Un altro esempio di interazione complessa si vede nel rapporto tra la dea Ištar e l’eroe Gilgameš. Ištar offre a Gilgameš di diventare suo sposo, una proposta carica di implicazioni. Tuttavia, Gilgameš rifiuta l’offerta, ricordando a Ištar i destini tragici che hanno colpito i suoi amanti passati, citando figure come Dumuzi o il pastore che lei stessa trasformò in lupo. Il rifiuto provoca l’ira di Ištar, che, sentendosi oltraggiata, si rivolge al cielo per chiedere il Toro Celeste come strumento per punire Gilgameš, scatenando un nuovo ciclo di eventi drammatici.Il Mondo Sotterraneo e il Culto
Anche il mondo sotterraneo, il regno degli Inferi, è parte del cosmo divino e ha le sue dinamiche e la sua importanza. Esiste una discussione riguardo alla figura del dio Enki e alla possibilità che sia sceso negli Inferi. Un’analisi approfondita suggerisce che Enki non compie un viaggio nell’oltretomba nel senso tradizionale.Piuttosto, Enki costruisce un santuario sulla terra con uno scopo preciso: permettere alle divinità infere, in particolare Ereškigal, la regina degli Inferi, di compiere i loro riti di purificazione. Questo atto sottolinea la preoccupazione divina per il mantenimento del culto e dell’ordine rituale, un aspetto fondamentale che lega il mondo terreno, quello celeste e persino il regno sotterraneo sotto l’influenza e l’organizzazione delle divinità.Ma se l’umanità fu creata per assolvere un compito essenziale per gli dèi, come può un semplice “rumore” giustificare una punizione così estrema come il diluvio?
Il capitolo presenta una narrazione affascinante ma solleva interrogativi sulla coerenza delle motivazioni divine. La transizione dalla necessità del lavoro umano alla sua quasi totale eliminazione a causa del frastuono appare sproporzionata e lascia una lacuna logica nel rapporto tra creatore e creato. Per comprendere meglio queste dinamiche e le logiche interne di tali mitologie, è utile approfondire lo studio delle religioni del Vicino Oriente antico e la comparazione tra diversi miti di creazione e diluvio. Autori come Mircea Eliade o Stephanie Dalley offrono prospettive preziose su queste tematiche.5. Il Mondo Sotterraneo e i Suoi Abitanti Divini
Il mondo sotterraneo, noto come Kurnugia o Irkalla, è un luogo di oscurità e polvere dal quale non si fa ritorno. I defunti vi risiedono vestiti di piume, nutrendosi di polvere e argilla, senza vedere la luce. Questo regno è governato dalla dea Ereškigal e dal dio Nergal. È un luogo senza gioia o speranza, dove le anime conducono un’esistenza miserabile. L’ingresso a Kurnugia è definitivo, poiché nessuno dei morti può far ritorno al mondo dei vivi.I Viaggi degli Dèi negli Inferi
Le discese degli dèi in questo regno sono viaggi pericolosi. Ištar, nel suo viaggio, attraversa sette porte, e a ciascuna le vengono tolti ornamenti e simboli di potere, secondo le usanze del luogo. La sua assenza dalla terra provoca l’interruzione della procreazione. L’intervento di altri dèi, come Ea, è necessario per la sua liberazione, che avviene tramite l’acqua della vita e la restituzione dei suoi attributi alle sette porte. Un sostituto, Dumuzi, viene scelto per prendere il suo posto.Il Viaggio di Nergal
Anche il dio Nergal scende agli Inferi, ma in circostanze differenti, legate a un mancato rispetto verso il messaggero di Ereškigal. Esistono diverse versioni del suo arrivo: in una, Nergal affronta Ereškigal e la costringe a sposarlo, diventando così co-reggente del regno. Il suo arrivo segna un cambiamento nell’equilibrio di potere del regno sotterraneo. In un’altra versione, Nergal inizialmente cerca di evitare legami con Ereškigal, ma finisce per giacere con lei e rimane definitivamente legato al regno, diventando il suo consorte e confermando il suo ruolo di sovrano infernale.Altre Discese e Testimonianze
Non solo le divinità maggiori scendono nel mondo sotterraneo; anche altre figure divine o semi-divine visitano gli Inferi. Ad esempio, Ningizzida viene condotto lì da un demone, ma sua madre riesce a salvarlo offrendo una statua come sostituto. L’Epopea di Gilgameš offre un’altra prospettiva attraverso il racconto di Enkidu, che descrive il mondo dei morti come un luogo di miseria universale. Le condizioni dei defunti variano solo leggermente a seconda della loro vita terrena o del modo in cui sono morti, ma la desolazione è la condizione prevalente.Abitanti del Regno Sotterraneo
Il regno sotterraneo non è abitato solo dalle anime dei defunti e dai suoi sovrani, ma è popolato anche da una varietà di esseri. Tra questi vi sono demoni e divinità infernali, che spesso assumono forme mostruose. Questi esseri assistono Nergal nel giudizio delle anime e rappresentano forze negative. Possono anche tentare di sovvertire l’ordine cosmico, arrivando persino ad attaccare il cielo, dimostrando la loro natura pericolosa e caotica.Dinamiche di Potere Divino
I testi che descrivono il mondo sotterraneo e le divinità associate riflettono anche dinamiche più ampie del pantheon mesopotamico. Emergono conflitti dove divinità più recenti, come Marduk o Ninurta, possono sconfiggere o imprigionare dèi più antichi o forze primordiali, come Anu, Enlil, Ea, Tiamat, Kingu e Anzu. Questi eventi divini, che mostrano i cambiamenti negli equilibri di potere tra le divinità, sono talvolta collegati a riti e cerimonie terrestri, suggerendo un legame tra il mondo divino e le pratiche umane.Il capitolo descrive il mondo sotterraneo, ma come si inseriscono le dinamiche di potere del pantheon più ampio, come i conflitti tra dèi ‘recenti’ e ‘antichi’, in questa specifica visione degli Inferi?
Il capitolo presenta una descrizione dettagliata del regno dei morti e dei suoi sovrani specifici, Ereškigal e Nergal. Tuttavia, la sezione finale introduce dinamiche di potere che coinvolgono divinità non primariamente associate al regno dei morti, come Marduk o Tiamat, e le collega a riti terrestri. Il capitolo non chiarisce sufficientemente come questi conflitti cosmici più ampi influenzino o si relazionino direttamente con la struttura e il governo del mondo sotterraneo descritto in precedenza. Per comprendere meglio questa connessione, è utile approfondire gli studi sulla religione mesopotamica e le sue diverse tradizioni testuali, consultando opere di autori come J. Bottéro o W.G. Lambert.Abbiamo riassunto il possibile
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