1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Misbehaving. La nascita dell’economia comportamentale” di Richard, H Thaler è un libro che ti fa vedere l’economia in modo completamente diverso. Dimentica l’idea dell’ “Homo economicus”, quel robot super razionale che prende sempre la decisione perfetta. Thaler, uno dei pionieri dell’economia comportamentale, ci mostra che noi “Human” veri siamo pieni di difetti prevedibili. Il libro è un viaggio attraverso decenni di ricerca, spesso ambientato nel mondo accademico dove queste idee rivoluzionarie sono nate e hanno dovuto lottare per affermarsi. Vediamo come bias cognitivi ed euristiche, scoperte da psicologi come Kahneman e Tversky, influenzano tutto, dalla nostra avversione alla perdita alla strana logica della contabilità mentale. Thaler racconta la sua battaglia contro l’idea dei mercati efficienti, mostrando come le anomalie di mercato siano la norma, non l’eccezione. Non è solo teoria: il libro esplora come questi principi si applichino a decisioni reali, dal risparmio previdenziale con i nudge e il paternalismo libertario alle scelte più strane che facciamo ogni giorno. È una storia affascinante su come la psicologia stia finalmente cambiando l’economia, rendendola più umana e, paradossalmente, più utile per capire il mondo reale.Riassunto Breve
L’economia tradizionale si basa sull’idea che le persone siano perfettamente razionali e agiscano sempre per massimizzare il proprio benessere, un modello chiamato “Homo economicus”. Tuttavia, l’osservazione del comportamento reale mostra che le persone, gli “Human”, si discostano sistematicamente da questo modello. Fattori apparentemente irrilevanti, come il modo in cui un’informazione viene presentata o il contesto di una decisione, influenzano le scelte in modi prevedibili. Questo accade perché le persone usano scorciatoie mentali, chiamate euristiche, che possono portare a errori sistematici, noti come bias cognitivi. La teoria del valore, in particolare la Prospect Theory, descrive come le persone valutano guadagni e perdite rispetto a un punto di riferimento, mostrando una sensibilità decrescente e una forte avversione alla perdita, dove il dolore di perdere è maggiore del piacere di guadagnare una somma equivalente. Le persone gestiscono il denaro in conti mentali separati, influenzando le decisioni di spesa e investimento in modo non sempre logico, come nel caso dei costi sommersi, che si tende a considerare anche se irrecuperabili, o dei budget mentali rigidi. Si osservano anche problemi di autocontrollo e incoerenza temporale, dove si privilegia la gratificazione immediata rispetto ai benefici futuri, un conflitto descritto dal modello del pianificatore-esecutore. Questi comportamenti non razionali si manifestano anche in contesti importanti, come le decisioni aziendali, le scelte di risparmio o i mercati finanziari. Nei mercati, si osservano anomalie che sfidano l’ipotesi di efficienza, come l’eccessiva volatilità dei prezzi delle azioni rispetto ai loro valori fondamentali o le discrepanze tra il prezzo di mercato e il valore degli asset nei fondi chiusi. Queste inefficienze persistono anche a causa dei limiti all’arbitraggio, che impediscono agli investitori razionali di correggere sempre i prezzi sbagliati. L’economia comportamentale, integrando la psicologia, offre una spiegazione più realistica di questi fenomeni e propone soluzioni pratiche. Ad esempio, nel diritto e nelle politiche pubbliche, si riconosce che le persone non agiscono sempre secondo il teorema di Coase a causa dell’effetto dotazione e della percezione di iniquità. L’approccio del paternalismo libertario utilizza “spinte gentili” (nudge) per guidare le scelte verso esiti migliori, come dimostrato dall’efficacia dell’adesione automatica nei piani di risparmio previdenziale. Questi interventi, basati sulla comprensione dei limiti cognitivi e di volontà umani, mostrano come un’economia che tiene conto del comportamento reale possa portare a politiche più efficaci e a risultati migliori per gli individui e la società.Riassunto Lungo
1. L’irrilevanza dei fattori irrilevanti
Il modello tradizionale dell’economia
L’economia tradizionale si basa su un’idea di essere umano un po’ particolare, chiamata “Homo economicus”. Questo modello immagina persone che fanno scelte sempre perfettamente razionali, cercando sempre il meglio possibile per sé. Tuttavia, nella realtà, le persone si comportano spesso in modo diverso da come prevede questo modello, sbagliando in modi che si possono prevedere. Un esempio semplice di questa differenza si vede quando si guarda a come gli studenti vivono l’esperienza di un esame all’università: la loro felicità dipendeva dal voto in sé, un numero che però non cambiava il loro risultato finale.L’importanza dei fattori irrilevanti
Questo comportamento strano dimostra che anche cose che sembrano senza importanza possono influenzare le decisioni delle persone. L’economia tradizionale spesso non considera questi aspetti, e per questo motivo le sue previsioni possono essere sbagliate e i suoi modelli non riescono a spiegare bene come ci comportiamo davvero. Concetti fondamentali come la ricerca del miglior risultato possibile e l’equilibrio non bastano a descrivere la complessità delle nostre scelte. Spesso, infatti, ci troviamo di fronte a problemi troppo difficili da risolvere con la sola logica, abbiamo idee sbagliate e teniamo conto di cose che il modello razionale ignora.Esempi di comportamenti irrazionali
Un esempio è l'”effetto dotazione”: quando possediamo qualcosa, gli diamo più valore solo perché è nostro, anche se secondo la logica economica il valore dovrebbe essere lo stesso indipendentemente da chi lo possiede. Ci sono molti altri esempi simili, come quando ci preoccupiamo dei costi già sostenuti anche se non dovrebbero influenzare le decisioni future, quando valutiamo in modo strano il tempo risparmiato a seconda della situazione, o quando ci facciamo influenzare dal modo in cui ci viene presentata una scelta. Tutti questi esempi dimostrano che i comportamenti irrazionali sono molto comuni.Euristiche e bias cognitivi
La scoperta delle “euristiche” e dei “bias cognitivi”, grazie agli studi di psicologi come Kahneman e Tversky, ci aiuta a capire perché commettiamo questi errori. Le euristiche sono delle scorciatoie mentali che usiamo per semplificare i problemi, ma che a volte ci portano a fare errori sistematici, cioè i bias cognitivi. Questi errori non sono casuali, ma avvengono sempre nello stesso modo per molte persone, e questo mette in crisi l’affidabilità dei modelli economici tradizionali.L’economia comportamentale come approccio più realistico
Per risolvere questi problemi, è nata l’economia comportamentale. Questo nuovo approccio prende spunto dalla psicologia e da altre scienze sociali per studiare l’effetto dei “fattori che si presumono irrilevanti” sul nostro comportamento economico. L’obiettivo è migliorare la capacità dell’economia di prevedere cosa succederà e di capire meglio come prendiamo decisioni nella vita economica e sociale. L’economia comportamentale ci offre quindi una visione più completa e precisa del comportamento umano.Se l’economia comportamentale mette in luce i fattori irrilevanti e i comportamenti irrazionali, non rischia di dipingere un quadro eccessivamente deterministico e pessimistico della capacità umana di prendere decisioni sensate, ignorando i contesti in cui la razionalità, pur limitata, gioca ancora un ruolo cruciale?
Il capitolo descrive efficacemente come l’economia comportamentale sfidi il modello tradizionale dell’Homo economicus. Tuttavia, concentrandosi sull’irrazionalità e sui bias, si rischia di trascurare la complessità del comportamento umano. È importante chiedersi se l’ “irrazionalità” sia sempre la lente giusta attraverso cui interpretare queste deviazioni dal modello standard. Per una visione più completa, è consigliabile esplorare le critiche all’economia comportamentale e approfondire il lavoro di autori come Gigerenzer, che offre una prospettiva diversa sulle euristiche e la razionalità limitata.2. La Teoria del Valore e l’Assalto all’Economia Tradizionale
La Teoria Economica Tradizionale e la Razionalità
L’economia tradizionale parte dall’idea che le persone prendano decisioni in modo razionale, cercando di ottenere il massimo vantaggio possibile. In questo contesto, la “Prospect Theory” propone un modo diverso di vedere le cose. Invece di concentrarsi su come le persone dovrebbero comportarsi razionalmente, questa teoria si concentra su come le persone si comportano realmente, anche quando le loro scelte sembrano allontanarsi dalla razionalità. La “Prospect Theory” introduce l’idea di “funzione di valore”, che è come una curva a forma di S. Questa curva spiega come le persone valutano ciò che guadagnano e ciò che perdono, confrontandolo con una situazione di partenza considerataNeutrale.Elementi Chiave della Prospect Theory
Un aspetto importante della “Prospect Theory” è la “sensibilità decrescente”. Questo significa che l’effetto di un cambiamento è meno forte quanto più ci si allontana dalla situazione di partenza. Questo vale sia per i guadagni che per le perdite. Un altro punto fondamentale è l'”avversione alla perdita”. Secondo questa idea, perdere qualcosa causa un dispiacere maggiore del piacere che si prova guadagnando la stessa cosa. Questo spiega perché spesso le persone preferiscono evitare i rischi quando si tratta di guadagnare, mentre sono più disposte a rischiare quando si tratta di evitare perdite.Critiche e Obiezioni alla Prospect Theory
L’approccio della “Prospect Theory” e dell’economia comportamentale non è accettato da tutti senza riserve. Alcuni critici usano l’argomento del “come se”. Essi sostengono che, anche se le persone non sono perfettamente razionali, si comportano “come se” lo fossero. Di conseguenza, secondo questa critica, i modelli economici tradizionali rimangono validi. Altri critici si concentrano sull’importanza degli incentivi, dell’apprendimento e dell’efficienza dei mercati. Essi suggeriscono che questi fattori possono ridurre o eliminare i comportamenti “irrazionali” che si osservano negli esperimenti.Evidenze Sperimentali e Realismo dei Modelli Economici
Nonostante queste critiche, gli esperimenti dimostrano che aumentare gli incentivi o dare la possibilità di imparare non sempre porta a decisioni più razionali. Anzi, in alcuni casi, la situazione può addirittura peggiorare. Inoltre, non è detto che i mercati siano in grado di correggere automaticamente i comportamenti “irrazionali” dei singoli individui. Nonostante queste difficoltà e discussioni, l’economia comportamentale cerca di creare modelli economici più vicini alla realtà, basandosi sull’osservazione di come le persone si comportano realmente. Questo apre nuove strade per studiare in modo più approfondito la psicologia che guida le nostre decisioni economiche e finanziarie.Se l’economia tradizionale è così facilmente “assaltata” da una teoria che si basa su esperimenti psicologici, quanto era realmente “tradizionale” e fondata su basi empiriche solide?
Il capitolo presenta la “Prospect Theory” come una critica radicale all’economia tradizionale, quasi a suggerire che quest’ultima sia facilmente superabile. Tuttavia, non chiarisce se l’economia tradizionale sia stata realmente confutata o se la “Prospect Theory” rappresenti piuttosto un’integrazione o una specializzazione in ambiti specifici. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire la storia del pensiero economico, studiando le fondamenta empiriche dell’economia neoclassica e le critiche che le sono state mosse nel tempo. Autori come Milton Friedman, sostenitore di un approccio “come se”, e Daniel Kahneman, uno dei fondatori della “Prospect Theory”, offrono prospettive utili per comprendere meglio la validità e i limiti di entrambi gli approcci.3. Affari, Errori Irrecuperabili e Stanziamenti Mentali
La Contabilità Mentale
La contabilità mentale descrive il modo in cui le persone gestiscono e organizzano mentalmente il denaro. Questo modo di fare spesso non segue la logica economica classica. Un aspetto importante è l’utilità della transazione, cioè quanto si è soddisfatti o insoddisfatti di un buon affare rispetto a un prezzo considerato normale. Questo spiega perché un’offerta speciale può farci comprare senza pensare troppo, oppure perché ci sentiamo “fregati” anche se il valore di ciò che compriamo è giusto.L’Effetto dei Costi Sommersi
Un altro punto cruciale è l’effetto dei costi sommersi. Le persone tendono a dare peso a spese già fatte e che non si possono recuperare. Questo influenza le decisioni future in modo irrazionale. Ad esempio, si continua a fare cose che non ci piacciono o che non servono solo per giustificare i soldi o il tempo speso all’inizio. Non riusciamo a ignorare i costi sommersi perché non vogliamo sentirci come se avessimo perso qualcosa mentalmente.I Budget Mentali
Infine, la contabilità mentale si applica anche alla creazione di budget mentali. Le persone dividono il denaro in categorie mentali separate, come “divertimento”, “spese” o “risparmi”. Queste categorie influenzano rigidamente le decisioni su come spendere i soldi. Questo modo di fare può portare a scelte senza logica, come rinunciare a cose importanti perché non rientrano nel budget mentale, oppure, al contrario, spendere troppo in categorie con pochi soldi rimasti per non “sprecare” i fondi messi da parte mentalmente. Anche se i budget sono utili, seguirli troppo rigidamente può portare a scelte sbagliate dal punto di vista economico.Ma siamo sicuri che queste anomalie comportamentali siano davvero “anomalie” o non piuttosto risposte razionali a contesti complessi che la teoria economica tradizionale fatica a comprendere appieno?
Il capitolo sembra dare per scontato che le deviazioni dal modello dell’homo oeconomicus siano errori da correggere, specialmente in ambiti importanti come le decisioni finanziarie e professionali. Tuttavia, prima di accettare questa interpretazione, sarebbe utile esplorare criticamente la definizione stessa di “razionalità” utilizzata dalla teoria economica classica, e considerare se modelli alternativi, provenienti dalla sociologia economica o dalla psicologia culturale, potrebbero offrire una lettura diversa di questi comportamenti. Approfondimenti sul pensiero di autori come Herbert Simon, con la sua teoria della razionalità limitata, o Amos Tversky e Daniel Kahneman, pionieri dell’economia comportamentale, potrebbero fornire una prospettiva più articolata.12. L’Arte della Spinta Gentile: Trasformare le Politiche Pubbliche con la Scienza Comportamentale
Paternalismo libertario e “nudge”
Il paternalismo libertario è un modo nuovo di pensare le politiche pubbliche. L’idea principale è aiutare le persone a fare ciò che vogliono, senza però togliere loro la libertà di scegliere. Per fare questo, si usa il concetto di “nudge”, che significa dare una piccola spinta, un suggerimento gentile, per indirizzare le decisioni delle persone verso ciò che è meglio per loro. Questi suggerimenti funzionano perché partono da una comprensione di come le persone prendono davvero le decisioni. Si riconosce che le persone non sono sempre razionali come si pensava in passato, ma sono “Human”, cioè umane, con tutti i loro limiti e le loro debolezze, e non “Econ”, cioè perfettamente razionali come ipotizzato dai modelli economici tradizionali. Proprio perché siamo “Human”, spesso commettiamo errori prevedibili, e i “nudge” ci aiutano a evitarli.Architettura delle scelte ed esempi pratici
Per mettere in pratica il paternalismo libertario, si utilizza l'”architettura delle scelte”. Questa espressione indica il modo in cui viene organizzato l’ambiente in cui prendiamo decisioni. Modificando questo ambiente, si può fare in modo che le persone siano più facilmente indirizzate verso scelte positive, senza però obbligarle a farlo. Un esempio famoso di “nudge” applicato all’architettura delle scelte è quello della mosca disegnata negli orinatoi dell’aeroporto di Schiphol. Sembra strano, ma questo piccolo cambiamento ha ridotto di molto i problemi di pulizia, semplicemente perché ha catturato l’attenzione delle persone nel momento in cui dovevano prendere una decisione.Istituzioni e applicazioni concrete
L’efficacia di questo approccio è stata riconosciuta a livello governativo, tanto che sono nate istituzioni specializzate nell’applicazione dei “nudge”. In Gran Bretagna è stato creato il Behavioural Insights Team (BIT), mentre negli Stati Uniti c’è il Social and Behavioral Sciences Team (SBST). Questi gruppi di lavoro usano i principi della scienza comportamentale per migliorare le politiche pubbliche in diversi settori. Per capire se un “nudge” funziona davvero, vengono fatti esperimenti rigorosi, spesso utilizzando i “randomized controlled trials” (RCT), cioè studi controllati e randomizzati. L’obiettivo principale è rendere più semplice per le persone fare scelte che vadano a loro vantaggio. Ad esempio, sono stati fatti esperimenti per rendere più efficaci i solleciti per il pagamento delle tasse e per aumentare le donazioni di organi, semplicemente cambiando il modo in cui viene presentata la scelta.Verso un’economia basata sull’evidenza
L’idea di usare i “nudge” e di basarsi sui dati concreti non riguarda solo interventi specifici. Si pensa che questo approccio possa cambiare il modo in cui funziona tutta l’economia. Si vuole arrivare a un’economia che si basa sull’osservazione attenta dei comportamenti delle persone, sulla raccolta di dati e sulla sperimentazione continua. Si riconosce che il comportamento umano è fondamentale per capire come funzionano le politiche pubbliche e l’economia in generale. Per questo, è necessario un impegno da parte di tutti per usare un approccio più pratico e meno teorico, che sia capace di creare politiche pubbliche che funzionano davvero perché tengono conto della realtà delle persone.Ma se i “nudge” sono così efficaci, non rischiamo di scivolare in una forma di manipolazione, decidendo dall’alto cosa è “meglio” per le persone?
Il capitolo presenta i “nudge” come strumenti neutri, ma sorvola sulle implicazioni etiche di fondo. Chi stabilisce cosa è “meglio” per le persone? E non si rischia di creare una società dove le scelte sono guidate in modo subdolo, anche se a fin di bene? Per rispondere a queste domande, è fondamentale approfondire il dibattito etico attorno all’economia comportamentale, studiando autori come Sarah Conly e Robert Thaler, per capire meglio i confini tra “spinta gentile” e manipolazione.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]