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Contenuti del libro
Informazioni
“Mio fratello l’assassino di Trotskij” di Luis Mercader ti porta dentro una storia incredibile e super segreta, quella di Ramon Mercader, l’uomo che nel 1940 uccise Lev Trotskij in Messico. Non è solo il racconto dell’assassinio Trotskij, ma un viaggio nella vita di una famiglia, i Mercader, legatissima ai servizi segreti sovietici, l’NKVD e poi il KGB. Scopri perché Ramon, dopo l’attentato, passò vent’anni in prigione in Messico nascondendo la sua vera identità e come la madre Caridad Mercader e altri agenti sovietici come Eytingon fossero coinvolti fino al collo. Il libro esplora le vere ragioni dietro l’assassinio, che forse non erano quelle che pensi, e ti fa capire quanto fosse brutale e pieno di intrighi il sistema sovietico sotto Stalin e oltre, con agenti fedeli che finivano in prigione o peggio. Segui Ramon dopo la sua uscita dal carcere, il suo difficile ritorno in Unione Sovietica, la sua vita a Mosca e poi a Cuba, e i sospetti inquietanti sulla sua morte, forse legata a un possibile avvelenamento KGB. È una storia di legami familiari complicati, ideali comunisti, sacrifici personali e la dura realtà della vita nell’URSS, vista da dentro, con l’autore Luis Mercader che cerca di ricostruire la verità su suo fratello e il mondo segreto che li ha segnati per sempre.Riassunto Breve
Ramon Mercader è l’agente che uccide Lev Trotskij nel 1940. Dopo l’arresto, usa una falsa identità per anni, venendo riconosciuto come Ramon Mercader solo più tardi. La sua famiglia, come la madre Caridad Mercader Del Rio e il fratello Luis, ha legami stretti con i servizi segreti sovietici, l’NKVD. Caridad, da una famiglia ricca, diventa presto comunista e ha un rapporto importante con Leonid Eytingon, un agente sovietico che aiuta la famiglia. Nonostante le voci, il loro rapporto è di lavoro politico. Durante la Guerra Civile Spagnola, Caridad e Ramon combattono e vengono feriti, e un altro fratello muore. La famiglia odia il trotskismo. Molti agenti sovietici importanti, come Eytingon e Sudoplatov, finiscono perseguitati o in prigione in URSS, perché “sanno troppo”. Questo mostra le lotte di potere nel sistema sovietico. La famiglia Mercader resta fedele al comunismo e all’URSS nonostante i problemi. L’operazione contro Trotskij è guidata da Eytingon. All’inizio, Ramon deve solo spiare Trotskij. L’ordine di uccidere arriva quando si scopre che Trotskij parla con i tedeschi per collaborare in caso di invasione dell’URSS. Questa presunta collaborazione è la vera ragione dell’omicidio, non l’odio tra Stalin e Trotskij. Un primo tentativo fallisce. Ramon si offre di fare il lavoro. Uccide Trotskij con una piccozza perché non ha esperienza e non si aspetta la reazione. Non è costretto dall’NKVD o dalla madre; lei e Eytingon aspettano in auto per aiutarlo a scappare. Ramon viene arrestato e passa vent’anni in prigione in Messico, usando nomi falsi. I sovietici lo aiutano economicamente, anche la madre Caridad. Ramon insegna in prigione ed è rispettato. Caridad torna in URSS ma ha difficoltà ad adattarsi. Le sue azioni per liberare Ramon finiscono per bloccare un piano di fuga segreto sovietico nel 1944, e Ramon non la perdona mai. Caridad si sposta a Parigi e continua a lavorare per Cuba. Ramon esce di prigione nel 1960 e va a Mosca. Ha difficoltà all’inizio, non conosce la lingua. Lavora a un progetto sulla guerra civile spagnola, ma vede che non si può raccontare la verità per via del controllo del partito. Questo cambia le sue idee, sviluppa critiche verso l’URSS. Nel 1974, Ramon si ammala gravemente a Mosca. I medici pensano a un tumore. Un generale del KGB amico di Ramon sospetta avvelenamento, notando un orologio d’oro ricevuto poco prima. Ramon riesce ad andare a Cuba per stare con la famiglia. Lavora per il Ministero degli Interni. La sua salute peggiora; una frattura rivela un cancro alle ossa. Muore a Cuba nel 1978 e viene sepolto a Mosca come Eroe dell’Unione Sovietica. Le relazioni familiari sono difficili per le idee politiche. La sorella Montserrat smette di parlare con l’autore perché torna in Spagna. Il fratello Jorge lavora per l’NKVD e sopravvive a un campo nazista. Il padre vive povero e muore senza sapere molto dei figli. La paura dei servizi segreti sovietici limita la vita e impedisce di conservare documenti. L’Unione Sovietica è un paese enorme con tante nazionalità. La convivenza è imposta dal potere e dalla propaganda comunista. La fede religiosa resiste nonostante la repressione. Durante la guerra, molti stranieri si arruolano nell’esercito sovietico. L’addestramento è duro. Si affrontano condizioni estreme. Dopo Stalingrado, la situazione migliora. Le università riaprono. La vita studentesca è difficile ma c’è impegno. Gli studenti aiutano nella ricostruzione. La tecnologia tedesca catturata viene studiata. Dopo gli studi, si lavora come ricercatori e ingegneri per l’esercito. Il sistema sovietico è rigido. Cambiare lavoro è difficile, specialmente per i membri del partito. Un conflitto in una fabbrica mostra la corruzione del partito locale. La giustizia normale non interviene; solo un superiore del partito risolve la cosa, permettendo un trasferimento all’università. Le scuole di ingegneria sono autonome e la ricerca è importante. Il sistema economico sovietico ha prezzi strani e poca concorrenza, creando problemi. Tanti soldi vanno alla difesa, e le fabbriche civili devono vendere prodotti cari per compensare. I capi delle fabbriche non vogliono innovare. Introdurre cose nuove è difficile per la burocrazia. La vita in URSS ha tanto controllo statale. Viaggiare all’estero è quasi impossibile e richiede permessi difficili. Avere contatti fuori può creare problemi anche ai familiari. Col tempo, la fiducia nel sistema diminuisce. Si scoprono le cose brutte del passato, si vede che l’economia è ferma rispetto ai paesi capitalisti, e le esperienze personali con la burocrazia e la mancanza di libertà deludono. Gli ideali della rivoluzione non si realizzano; si crea una superpotenza militare ma la gente vive male. Lasciare l’URSS è un processo lungo e umiliante. Arrivare in un paese capitalista come la Spagna mostra subito la differenza economica. L’aiuto atteso da vecchi compagni politici non arriva, mentre arriva aiuto inaspettato da altri. Trovare lavoro è difficile perché i titoli di studio stranieri non valgono. Nonostante i problemi in URSS e nel passaggio, trasferirsi significa avere più libertà e possibilità. Un documento del 1990 parla di un processo contro Beria, Merkulov e Sudoplatov. Accerta crimini gravi, come esperimenti con veleni su persone condannate a morte, fatti in un laboratorio segreto guidato da Mairanovsky. Mairanovsky e il suo staff uccidono almeno centocinquanta persone con veleni dati in vari modi. Beria conferma questi esperimenti. Mairanovsky dice di aver ricevuto ordini da Beria, Merkulov e Sudoplatov. Dice anche che Sudoplatov, Eytingon o Filimonov organizzavano incontri dove il veleno veniva messo nel cibo o nel vino. Queste informazioni fanno pensare alla malattia di Ramon. Si sospetta che Ramon possa essere stato avvelenato, visto che Eytingon conosceva queste tecniche. Ci si chiede perché Ramon non può lasciare Mosca per mesi, nonostante l’invito a Cuba, e perché si ammala gravemente poco dopo un incontro con capi del KGB dove riceve un orologio d’oro. Le analisi a Mosca non trovano un tumore certo. I medici cubani curano Ramon per anni senza trovare il tumore alle ossa fino a tardi. Il caso di Nikolai Khokhlov, un ufficiale del KGB fuggito in Occidente, avvelenato dal KGB nel 1958 con tallio radioattivo, mostra che il KGB usava veleni sofisticati e radioattività. Si pensa che la malattia e la morte di Ramon possano essere legate a radiazioni, forse dall’orologio d’oro ricevuto dal KGB. Non ci sono prove sicure, ma questi fatti lasciano molti dubbi.Riassunto Lungo
1. Legami di famiglia e segreti sovietici
Ramon Mercader uccise Lev Trotskij nel 1940. Dopo essere stato arrestato, usò una falsa identità per molti anni. Fu riconosciuto come Ramon Mercader solo negli anni Cinquanta. La sua famiglia aveva legami molto stretti con i servizi segreti sovietici, l’NKVD. Questo coinvolgimento profondo nella rete di spionaggio e azione politica sovietica segnò profondamente le vite dei suoi membri.La famiglia Mercader e i legami con l’NKVD
La madre, Caridad Mercader Del Rio, proveniva da una famiglia ricca, ma si avvicinò presto a idee radicali, legandosi a gruppi anarchici e comunisti. Caridad ebbe un rapporto importante con Leonid Eytingon, un agente sovietico di alto rango. Eytingon organizzò diversi spostamenti della famiglia, dimostrando l’importanza del loro ruolo per l’NKVD. Nonostante alcune voci, il legame tra Caridad ed Eytingon era basato su una forte amicizia e una collaborazione politica intensa, non su un rapporto sentimentale. Anche il fratello minore di Ramon, Luis, fu coinvolto nelle attività legate ai servizi segreti sovietici.L’esperienza nella Guerra Civile Spagnola
Durante la Guerra Civile Spagnola, Caridad e Ramon parteciparono attivamente ai combattimenti. Entrambi furono feriti durante il conflitto. Un altro fratello, Pablo, perse la vita al fronte. Queste esperienze dirette e i sacrifici personali rafforzarono il loro impegno politico. La famiglia sviluppò un forte risentimento verso il trotskismo, in parte a causa degli scontri avvenuti a Barcellona nel 1937, che videro contrapposti comunisti e trotskisti.Il destino degli agenti sovietici
Molti agenti sovietici di alto livello, inclusi figure come Eytingon e il suo superiore Sudoplatov, affrontarono dure persecuzioni e lunghi periodi di prigionia in Unione Sovietica. Questo accadde sotto il regime di Stalin e continuò anche durante l’epoca di Krusciov. Coloro che possedevano troppe informazioni riservate venivano spesso eliminati o imprigionati, anche dopo aver servito fedelmente il sistema per anni. Eytingon trascorse dodici anni in carcere, mentre Sudoplatov ne scontò cinque. La fine di Beria, capo dell’NKVD, non fu una fucilazione ufficiale dopo un processo, ma un’esecuzione avvenuta durante un colpo di stato militare. Questi eventi rivelano le brutali lotte di potere e la precarietà della posizione anche per gli agenti più leali all’interno del sistema sovietico. La famiglia Mercader, nonostante le difficoltà e i sacrifici subiti, mantenne una forte lealtà verso la causa comunista e l’Unione Sovietica.Come è possibile conciliare la lealtà incrollabile della famiglia Mercader con la brutale realtà della repressione sovietica che colpì persino i loro contatti più stretti nell’NKVD?
Il capitolo descrive accuratamente il destino crudele riservato a figure come Eytingon e Sudoplatov, evidenziando la precarietà della posizione anche per gli agenti più leali. Tuttavia, non approfondisce a sufficienza le ragioni profonde che spinsero la famiglia a mantenere una fedeltà così forte verso un sistema che divorava i propri agenti. Per comprendere meglio questa apparente contraddizione, sarebbe utile esplorare la psicologia del fanatismo politico e la dinamica dei rapporti all’interno delle organizzazioni clandestine e totalitarie. Autori che hanno studiato i regimi autoritari e la storia dell’Unione Sovietica possono offrire spunti fondamentali.2. Le ragioni nascoste dell’attentato a Trotskij
L’operazione contro Trotskij viene guidata da Eytingon. All’inizio, il compito affidato a Ramón Mercader non è quello di uccidere, ma di infiltrarsi nell’ambiente di Trotskij come segretario. Lo scopo è spiare la sua cerchia e raccogliere informazioni per il governo sovietico. L’ordine di eliminare Trotskij arriva in un secondo momento.Il motivo dell’assassinio
La decisione di uccidere Trotskij viene presa quando si scopre che questi sta negoziando con il console tedesco in Messico. L’obiettivo di Trotskij sarebbe stato quello di collaborare con i nazisti in caso di invasione dell’Unione Sovietica. Questa presunta collaborazione con i tedeschi diventa la ragione principale dell’assassinio. Non si tratta, quindi, di un semplice odio personale tra Stalin e Trotskij, anche perché all’epoca Trotskij non rappresenta più un pericolo politico rilevante per Stalin.I tentativi e l’esecuzione
Il primo tentativo di attentato, condotto da Siqueiros, fallisce a causa di una cattiva organizzazione. Eytingon è disperato per il fallimento, sapendo di rischiare la vita se la missione non riesce. A questo punto, Ramón si offre volontario per portare a termine l’incarico. L’attentato con la piccozza avviene perché Ramón non ha esperienza nell’uccidere e non prevede la reazione di difesa di Trotskij. Non è vero che Ramón viene costretto dall’NKVD o dalla madre a compiere l’atto. Anzi, la madre Caridad e Eytingon aspettano in auto vicino alla scena per aiutare Ramón a fuggire subito dopo l’attentato, convinti che l’azione avrebbe permesso una fuga rapida.La prigionia e il sostegno dall’URSS
Dopo l’arresto, Ramón trascorre vent’anni nel carcere di Lecumberri in Messico. Durante questo lungo periodo, non rivela la sua vera identità, usando i nomi falsi Jacques Mornard o Frank Jacson. Tuttavia, nell’ambiente degli esiliati, la sua identità spagnola è comunque nota. Per tutto il tempo della prigionia, i sovietici gli forniscono supporto economico. Questo aiuto finanziario viene esteso anche alla sua compagna Elena Imbert, poi alla moglie Roquelia, e alla madre Caridad. In carcere, Ramón non rimane inattivo: insegna diversi mestieri e anche diritto, guadagnandosi il rispetto degli altri detenuti.Il ruolo della madre Caridad
La madre Caridad, dopo la guerra civile spagnola, torna in URSS. Nonostante le sue forti convinzioni comuniste e il sostegno ricevuto, trova difficile adattarsi alla vita sovietica. In Messico, le sue azioni per cercare di ottenere la liberazione di Ramón finiscono per creare problemi. Nel 1944, l’NKVD organizza un piano di fuga segreto per Ramón, ma le iniziative della madre lo ostacolano involontariamente. Questo causa il fallimento del piano e il prolungamento della detenzione di Ramón. Per questo motivo, Ramón non perdona mai la madre. Successivamente, Caridad si trasferisce a Parigi, dove continua a ricevere una pensione dal governo sovietico e lavora per l’ambasciata cubana.La presunta trattativa di Trotskij con i nazisti è un fatto storico o una narrazione funzionale all’assassinio?
Il capitolo presenta la presunta trattativa di Trotskij con i nazisti come la ragione principale del suo assassinio. Tuttavia, questa motivazione è storicamente molto controversa e non universalmente accettata. Per valutare la plausibilità di tale affermazione e comprendere la reale portata del conflitto tra Stalin e Trotskij, è indispensabile consultare fonti storiche più ampie e confrontare le diverse interpretazioni storiografiche disponibili. Approfondire le ricerche di autori che si sono dedicati alla storia del trotskismo e dello stalinismo, come Isaac Deutscher o Robert Service, è un passo necessario per formarsi un quadro critico.3. Destini Sovietici e Legami Familiari
Ramón Mercader viene rilasciato dalla prigione nel 1960. Sceglie di stabilirsi a Mosca, anche se gli era stato consigliato di andare in Cecoslovacchia. All’inizio trova difficile adattarsi, perché non conosce né la lingua né la città. Partecipa a un progetto per scrivere la storia della guerra civile spagnola basandosi sulle testimonianze delle persone. Però si rende conto che non è possibile ottenere una narrazione veramente obiettiva. Le versioni dei fatti sono spesso in contrasto tra loro e il partito comunista esercita un forte controllo. Questa esperienza porta a un cambiamento nelle sue idee. Nonostante la sua iniziale rigidità ideologica, Ramón inizia a sviluppare una visione più critica verso l’Unione Sovietica.Malattia e ultimi anni
Nel 1974, Ramón si ammala gravemente a Mosca. Ha una forte emorragia polmonare. I medici pensano possa trattarsi di cancro, ma le prime analisi non lo confermano subito. Un generale del KGB, suo amico, esprime il sospetto che possa essere stato avvelenato. Nota una possibile relazione con un orologio d’oro che Ramón aveva ricevuto in regalo poco prima di ammalarsi. Ramón ottiene il permesso di lasciare l’URSS. Vuole ricongiungersi alla sua famiglia a Cuba. Questo processo è reso difficile dalle autorità sovietiche, ma viene facilitato dall’intervento di Breznev. A Cuba, Ramón lavora come consulente per il Ministero degli Interni. La sua salute peggiora ulteriormente. Una frattura al braccio rivela che ha un cancro alle ossa. Muore a Cuba nel 1978 e viene poi sepolto a Mosca, dove gli viene riconosciuto il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.Legami familiari e il peso del sistema
I rapporti all’interno della famiglia sono segnati da profonde divisioni ideologiche. La sorella Montserrat interrompe i rapporti con l’autore. Non accetta la sua decisione di tornare in Spagna e lo considera un disertore. Il fratello Jorge, che soffre di una paralisi infantile, lavora per l’NKVD ed è sopravvissuto a un campo di concentramento nazista. Il padre vive in condizioni economiche difficili. Muore in una residenza per anziani, sapendo poco della vita dei suoi figli. La paura legata agli organi di sicurezza sovietici influenza la vita di tutti i giorni. Impedisce alle persone di esprimersi liberamente o di conservare documenti importanti.Davvero il crollo del sistema ha portato solo ‘libertà e opportunità’?
Il capitolo, pur descrivendo efficacemente le debolezze del sistema sovietico e le difficoltà individuali nell’abbandonarlo, accenna solo brevemente al ‘nuovo inizio’, suggerendo un esito prevalentemente positivo in termini di ‘libertà e opportunità’. Questa narrazione rischia di semplificare eccessivamente un processo storico complesso e spesso traumatico. Per comprendere appieno le conseguenze del crollo e del passaggio a nuove forme economiche e sociali, è fondamentale approfondire la storia post-sovietica, l’economia della transizione e la sociologia del cambiamento sistemico. Autori come Joseph Stiglitz o Stephen Kotkin offrono prospettive più articolate sulle sfide, i costi sociali e le diverse traiettorie intraprese dai paesi ex-sovietici.6. Tracce di un sospetto
Un articolo pubblicato nel 1990 ha riportato estratti di un atto d’accusa rivolto a figure di spicco come Beria, Merkulov e Sudoplatov. Questo documento ha portato alla luce l’esistenza di crimini gravi, tra cui esperimenti condotti su persone condannate a morte utilizzando sostanze velenose. Questi esperimenti sono avvenuti sia prima che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, rivelando pratiche raccapriccianti nel periodo considerato.Gli esperimenti segreti e i loro protagonisti
Un laboratorio segreto, istituito su ordine diretto di Beria, Merkulov e Kobulov, era il luogo in cui venivano eseguiti questi esperimenti mortali. Un funzionario di nome Blokhin identificò il responsabile di questo laboratorio nella figura di Mairanovsky. Mairanovsky e il suo team somministravano sostanze tossiche ai condannati a morte in diversi modi, scegliendo tra il mescolarle nel cibo, iniettarle con punture di bastone o tramite siringhe. Si stima che almeno centocinquanta persone abbiano perso la vita in questo modo brutale. L’esistenza di tali esperimenti fu confermata dallo stesso Beria durante un interrogatorio avvenuto nel 1953, a riprova della loro realtà storica.Le dichiarazioni di Mairanovsky e le tecniche di eliminazione
Mairanovsky stesso dichiarò di aver ricevuto gli ordini per queste operazioni direttamente da Beria, Merkulov e Sudoplatov in un arco di tempo che va dal 1938 al 1950. Fornì dettagli agghiaccianti sulle modalità operative: affermò che Sudoplatov, Eytingon o Filimonov organizzavano incontri con le persone designate per l’eliminazione in appartamenti clandestini. Durante questi incontri, il veleno veniva subdolamente introdotto nel vino o nel cibo offerto alle vittime, garantendo così la loro morte senza destare sospetti immediati. Queste testimonianze delineano un quadro inquietante delle pratiche utilizzate.Il sospetto su Ramon e i metodi del KGB
Queste informazioni sull’uso sistematico di veleni da parte di apparati di sicurezza sovietici gettano una luce sinistra sull’infermità che colpì Ramon. Data la conoscenza di queste tecniche da parte di figure come Eytingon, emerge il forte sospetto che Ramon possa essere stato avvelenato. Diverse circostanze alimentano questo dubbio: perché a Ramon non fu concesso di lasciare Mosca per mesi, nonostante avesse ricevuto un invito a recarsi a Cuba? E perché si ammalò gravemente poco tempo dopo aver partecipato a un incontro con dirigenti del KGB, durante il quale gli fu donato un orologio d’oro?Il caso Khokhlov e l’uso di veleni sofisticati
Un altro caso significativo che dimostra l’uso di veleni sofisticati da parte del KGB è quello di Nikolai Khokhlov. Khokhlov era un ufficiale del KGB che decise di riparare in Occidente nel 1954. Successivamente, nel 1958, fu avvelenato dal KGB con tallio reso radioattivo. Questa sostanza è particolarmente difficile da rintracciare, evidenziando la capacità dell’organizzazione di utilizzare agenti tossici avanzati e persino la radioattività come arma per eliminare oppositori o fuggiaschi. Questo episodio conferma la plausibilità dell’uso di sostanze difficilmente rilevabili.Le analisi mediche e il dubbio sulla causa della malattia
Le analisi mediche effettuate a Mosca sulla salute di Ramon non riuscirono a fornire prove certe di un tumore, limitandosi a parlare di un generico “sospetto”. Successivamente, i medici cubani che ebbero in cura Ramon per diversi anni non diagnosticarono un tumore alle ossa se non quando la malattia era già progredita a uno stadio avanzato. Considerando il contesto degli esperimenti con veleni e l’uso di sostanze radioattive da parte del KGB, si fa strada l’ipotesi che l’infermità e la successiva morte di Ramon possano essere legate a radiazioni. Il sospetto si concentra sull’orologio d’oro ricevuto in dono dai dirigenti del KGB come possibile fonte di tali radiazioni. Nonostante manchino prove definitive che colleghino direttamente questi fatti, l’insieme delle circostanze solleva interrogativi che richiedono un’attenta considerazione e una ricerca di risposte.È sufficiente un orologio “sospetto” e un “sospetto” medico per costruire un’ipotesi così grave?
Il capitolo documenta in modo efficace l’uso criminale di veleni e sostanze tossiche da parte degli apparati di sicurezza sovietici, inclusa la radioattività. Tuttavia, l’ipotesi che la malattia di Ramon sia stata causata da radiazioni provenienti da un orologio donato si basa su un insieme di circostanze (l’incontro, il dono, l’impossibilità di lasciare Mosca) e su referti medici che non offrono una diagnosi certa di avvelenamento da radiazioni, ma parlano genericamente di “sospetto” o di tumore. Per valutare la fondatezza di tale ipotesi, sarebbe necessario un approfondimento sulla tossicologia delle radiazioni e sulle metodologie di indagine forense in casi di avvelenamento, oltre a una ricerca più esaustiva sulle condizioni mediche specifiche di Ramon e sulle possibili cause alternative della sua malattia. Un autore che ha analizzato le operazioni dei servizi segreti sovietici è Christopher Andrew.Abbiamo riassunto il possibile
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