Contenuti del libro
Informazioni
“Mettiamocelo in testa. La scienza dell’apprendimento efficace” di Peter Brown è un libro che ti fa ripensare completamente a come impariamo. Dimentica la rilettura noiosa o lo studio intensivo dell’ultimo minuto, perché la scienza ci dice che non funzionano davvero per la memoria a lungo termine. Questo libro esplora le strategie di apprendimento che davvero funzionano, come la pratica del recupero, cioè mettersi alla prova per richiamare le informazioni, la ripetizione distanziata, che significa rivedere le cose a intervalli crescenti, e l’interleaving, ovvero alternare argomenti diversi durante lo studio. Sembrano più difficili, ma sono proprio queste “difficoltà desiderabili” che rendono l’apprendimento più solido e duraturo. Il libro non è una storia con personaggi o luoghi specifici, ma è ambientato nella nostra mente, esplorando come funziona la memoria, la neuroplasticità del cervello e perché spesso cadiamo vittime di illusioni sul nostro sapere. Ti spiega perché i test non sono solo valutazioni ma strumenti potentissimi per imparare e come sviluppare una mentalità di crescita per migliorare continuamente le tue capacità. Se vuoi capire la scienza dietro uno studio efficace e smettere di perdere tempo con metodi che non funzionano, questo libro è una bomba.Riassunto Breve
Le tecniche di studio più usate, come rileggere appunti o studiare tutto all’ultimo, spesso non portano a un apprendimento solido. Queste abitudini danno l’impressione di sapere, ma la conoscenza acquisita è superficiale e svanisce presto. Le ricerche mostrano che metodi diversi, anche se sembrano più difficili all’inizio, sono molto più efficaci a lungo termine. Una strategia fondamentale è la rievocazione attiva: invece di rileggere, si cerca di ricordare le informazioni dalla memoria, magari facendosi delle domande. Questo sforzo di recupero rafforza il ricordo. Un altro principio importante è la ripetizione distanziata: studiare lo stesso materiale a intervalli di tempo, lasciando che ci sia una leggera dimenticanza tra una sessione e l’altra, costringe il cervello a lavorare di più per recuperare l’informazione, consolidandola nella memoria a lungo termine. Alternare lo studio di argomenti diversi o tipi di problemi differenti (pratica intervallata) aiuta a capire meglio le differenze e a sapere quando usare una certa conoscenza. Anche variare le condizioni in cui si studia o si pratica rende l’apprendimento più flessibile. Queste difficoltà, chiamate “difficoltà desiderabili”, rallentano l’apprendimento iniziale ma lo rendono più profondo e duraturo. Spesso ci si illude di aver capito o imparato qualcosa solo perché il materiale sembra familiare; questa sensazione di fluidità non corrisponde a una vera padronanza. La memoria non è un archivio perfetto e può ingannare. È cruciale verificare la propria conoscenza con test o auto-valutazioni per capire cosa si sa davvero e dove ci sono delle lacune. Non è dimostrato che esistano stili di apprendimento specifici per cui una persona impara meglio solo in un certo modo; l’efficacia dipende dalle strategie usate, non da una preferenza innata. L’intelligenza non è fissa, il cervello cambia continuamente con l’esperienza (neuroplasticità), e si può migliorare la propria capacità di apprendere con impegno e le tecniche giuste. Collegare le nuove informazioni a quelle che si conoscono già (elaborazione), provare a risolvere problemi prima di vedere la soluzione (generazione), riflettere su ciò che si è imparato e usare tecniche per organizzare e ricordare meglio le informazioni (mnemonici) sono tutte strategie che potenziano l’apprendimento. Imparare in modo efficace significa accettare che ci vuole sforzo, usare metodi basati su come funziona la mente e la memoria, e non fidarsi delle illusioni di sapere.Riassunto Lungo
1. Imparare ad Imparare
Metodi di studio poco efficaci
Spesso, i modi in cui si studia più comunemente non funzionano bene. Le ricerche dimostrano che tecniche come leggere e rileggere più volte o studiare intensamente nello stesso momento non sono molto utili. Questi metodi possono far credere di aver imparato, ma in realtà quello che si è imparato dura poco e non è approfondito.Strategie di apprendimento più efficaci
Ci sono invece strategie che funzionano meglio, anche se richiedono più impegno all’inizio. Queste strategie sono:- Ripetizione attiva (o pratica del recupero): Mettere alla prova se stessi, ad esempio con delle domande, aiuta a ricordare meglio e a capire cosa non si è imparato bene.
- Ripetizione dilazionata: Ripassare le cose a distanza di tempo, invece che subito dopo averle studiate, rende l’apprendimento più duraturo.
- Alternanza di argomenti (o interleaving): Studiare argomenti diversi ma collegati tra loro aiuta a capire meglio le differenze e le somiglianze, e a non confonderli.
- Risolvere problemi prima della spiegazione: Provare a risolvere un problema da soli, prima diStudiare come si fa, aiuta a imparare di più e meglio.
Non esistono stili di apprendimento diversi
L’idea che ognuno abbia un modo preferito per imparare (ad esempio, visivo, uditivo, ecc.) non è confermata dalle ricerche. Non è vero che una persona impara meglio solo in un modo specifico.Impegno attivo e integrazione delle nuove informazioni
Per imparare bene, bisogna impegnarsi attivamente e collegare le nuove informazioni con quello che si sa già. Questo significa elaborare le informazioni, pensarci su e metterle in relazione con quello che si conosce.I test aiutano a imparare
I test non servono solo per dare un voto, ma anche per imparare. Fare dei test aiuta a ricordare meglio le cose e a capire quali sono le proprie lacune, cioè quello che non si è imparato bene.La conoscenza è la base per la creatività
Avere molte conoscenze è fondamentale per essere creativi e per saper analizzare i problemi in modo complesso. Senza una buona base di conoscenze, è difficile sviluppare queste capacità.Superare le illusioni di sapere per un apprendimento efficace
Per imparare davvero, è importante rendersi conto che a volte si pensa di sapere qualcosa, ma in realtà non è così. Bisogna quindi usare metodi di studio che si sono dimostrati efficaci, basandosi su quello che dice la scienza, per evitare di farsi ingannare da false impressioni di apprendimento.Ma se queste strategie sono universalmente valide, perché così tanti studenti continuano a usare metodi inefficaci?
Il capitolo presenta un quadro forse eccessivamente ottimistico sull’adozione di strategie di apprendimento efficaci. Nonostante le evidenze scientifiche, la transizione verso metodi più validi richiede un cambiamento culturale e didattico significativo. Per comprendere appieno le resistenze al cambiamento e le sfide nell’implementazione di queste strategie, è utile approfondire le dinamiche psicologiche della motivazione e le teorie pedagogiche più recenti, studiando autori come Carol Dweck e Angela Duckworth.2. Rievocare, Distanziare, Alternare, Variare: Le Strategie Efficaci per l’Apprendimento
L’importanza di strategie efficaci per l’apprendimento
Imparare in modo efficace richiede più della semplice lettura ripetuta o della pratica continua. Per fissare le informazioni in modo duraturo, è fondamentale usare delle strategie specifiche.La rievocazione attiva e il suo effetto
Una di queste strategie è la rievocazione attiva. Invece di rileggere passivamente un testo, è molto più utile mettersi alla prova e cercare di ricordare le informazioni chiave. Questo processo, chiamato “effetto testing”, aiuta a consolidare meglio ciò che si è appreso.Il valore della ripetizione distanziata nel tempo
Per rafforzare ulteriormente la memoria a lungo termine, è utile ripetere la rievocazione attiva a distanza di tempo. La ripetizione distanziata contrasta la tendenza naturale a dimenticare e rende il ricordo più solido.Alternare le materie per migliorare l’apprendimento
Un altro metodo efficace è alternare lo studio di materie o attività diverse. Questa pratica, detta “pratica intervallata”, aiuta a distinguere meglio le informazioni e a usarle in contesti differenti. Supera i limiti della pratica intensiva, che spesso porta solo a una conoscenza superficiale.Variare le modalità di pratica per una maggiore flessibilità
Variare il modo in cui ci si esercita è altrettanto importante. Allenarsi in condizioni diverse rende l’apprendimento più adattabile e facile da applicare in situazioni nuove.La riflessione sull’esperienza come strumento di apprendimento
Infine, riflettere su ciò che si è imparato è un’ulteriore strategia per consolidare la conoscenza. Questi principi possono essere applicati in vari ambiti, dalla scuola alla medicina allo sport. L’apprendimento più efficace richiede quindi un impegno attivo, ripetizioni distanziate, varietà di approcci e rievocazione delle informazioni, piuttosto che affidarsi alla facilità della pratica intensiva.Ma siamo sicuri che queste strategie siano sempre applicabili e universalmente efficaci, indipendentemente dal contesto e dal tipo di apprendimento?
Il capitolo presenta una serie di strategie utili, ma manca di affrontare le sfumature e le limitazioni della loro applicabilità. È fondamentale considerare che l’efficacia di queste tecniche può variare significativamente a seconda del soggetto, del tipo di materiale da apprendere e delle caratteristiche individuali di chi apprende. Per una comprensione più critica e completa, sarebbe utile esplorare le opere di autori come Daniel Kahneman, che offre una prospettiva più ampia sui processi cognitivi e i bias che influenzano l’apprendimento.3. Il Paradosso dello Sforzo: Difficoltà e Illusione nell’Apprendimento
Le Difficoltà Utili nell’Apprendimento
L’apprendimento veramente efficace non è semplice e lineare, ma anzi, trae beneficio dagli ostacoli che si incontrano. Queste difficoltà, chiamate “difficoltà desiderabili”, sono pratiche come ripetere le cose a distanza di tempo, studiare argomenti diversi uno dopo l’altro, cambiare il modo in cui ci si esercita e cercare attivamente soluzioni ai problemi. Anche se all’inizio queste difficoltà possono sembrare che rallentino l’apprendimento, in realtà lo rendono più profondo, preciso e duraturo nel tempo.Le Fasi dell’Apprendimento
L’apprendimento avviene attraverso diverse fasi: la prima è la codifica, in cui le informazioni vengono trasformate in tracce nella memoria. Poi c’è il consolidamento, dove queste tracce diventano stabili nella memoria a lungo termine. Questo processo di stabilizzazione è migliorato se si ripete lo studio a distanza di tempo e se si cerca attivamente di ricordare le informazioni. Infine, c’è il recupero, cioè il processo di ricordare le informazioni. Questo recupero non solo serve a controllare se si è imparato qualcosa, ma rafforza anche l’apprendimento, specialmente se avviene dopo un po’ di tempo, quando è necessario fare uno sforzo per richiamare le informazioni alla mente.L’Illusione della Pratica Intensiva
Al contrario, esercitarsi in modo intensivo e ripetitivo può dare una falsa impressione di essere diventati bravi. Questa sensazione si basa sulla facilità con cui le informazioni sono disponibili nella memoria a breve termine, ma questa facilità è solo temporanea. L’apprendimento che dura nel tempo, invece, si basa sulla capacità di ricostruire attivamente le informazioni e sullo sforzo di recuperarle dalla memoria a lungo termine. Questo processo aiuta a creare schemi mentali solidi, che collegano conoscenze e capacità in strutture logiche e che possono essere usate in diverse situazioni.Inganni della Mente e della Memoria
A volte, la facilità con cui ricordiamo qualcosa può farci credere di aver capito veramente la materia, ma non è sempre così. Spesso, cadiamo in errori di giudizio a causa di illusioni mentali, distorsioni della memoria e modi di percepire le cose che ci portano fuori strada. Il nostro modo di pensare intuitivo e veloce, chiamato “sistema uno”, può farci sbagliare se non lo controlliamo con il “sistema due”, che è più analitico e riflessivo. Anche la memoria può ingannare, perché è influenzata dai nostri racconti personali, da quello che ci suggeriscono gli altri e da elementi esterni che si intromettono. Inoltre, quando si conosce bene un argomento, si dimentica com’era non saperlo, e questo è un altro errore comune, così come credere che se un testo ci sembra facile da leggere, allora lo abbiamo capito veramente.La Trappola dell’Incompetenza
Anche fidarsi troppo della propria memoria può essere un errore, perché ricordi che ci sembrano molto chiari possono in realtà essere sbagliati. In più, chi non è bravo in qualcosa spesso non se ne rende conto e pensa di essere più capace di quello che è in realtà. Questo fenomeno, chiamato effetto Dunning-Kruger, rende ancora più difficile migliorare.Strumenti per un Apprendimento Efficace
Per evitare di cadere in questi inganni e valutare correttamente quello che sappiamo, è fondamentale usare strumenti oggettivi. Questi strumenti sono: fare spesso dei test, chiedere un riscontro su quello che si è fatto per capire dove si è sbagliato, studiare insieme ad altri e fare simulazioni realistiche. Questi metodi ci permettono di verificare se conosciamo veramente qualcosa, di capire cosa ci manca e di concentrare i nostri sforzi per imparare in modo più efficace e consapevole. In questo modo, l’errore non è visto come un fallimento, ma come un’occasione per imparare, un passo necessario per diventare veramente competenti.Ma applicare acriticamente tutte queste tecniche, senza considerare le differenze individuali, non rischia di omologare l’apprendimento, trasformando studenti in meri esecutori di metodi standardizzati?
Il capitolo presenta un catalogo di tecniche e libri utili per l’apprendimento, ma manca completamente una riflessione critica sul contesto specifico in cui queste tecniche vengono applicate e sulle caratteristiche individuali di chi apprende. Senza considerare la varietà di stili cognitivi, motivazioni personali e contesti socio-culturali, il rischio è di trasformare l’apprendimento in un processo meccanico e decontestualizzato. Per evitare questo pericolo, è fondamentale integrare queste tecniche con una solida comprensione della psicologia dell’educazione e delle teorie pedagogiche più recenti, approfondendo autori come Gardner e Dweck, che sottolineano l’importanza delle intelligenze multiple e della mentalità di crescita.7. I Segreti dell’Apprendimento Duraturo
Principi fondamentali per un apprendimento efficace
L’apprendimento che dura nel tempo si basa su alcune regole fondamentali, scoperte grazie a studi di psicologia e sul funzionamento del cervello. Un metodo molto efficace è distribuire lo studio nel tempo, invece di concentrare tutto in un unico momento. Ripetere gli argomenti a distanza di tempo aiuta a fissare i ricordi nella memoria a lungo termine, rendendoli più solidi. Un altro sistema utile èTestare attivamente le proprie conoscenze, ad esempio con esercizi e domande, è più utile che rileggere passivamente quello che si è studiato. Infine, alternare diversi tipi di esercizi e argomenti, una tecnica chiamata “pratica interleaved”, aiuta a migliorare la capacità di distinguere le informazioni e di usarle in situazioni diverse.L’importanza della difficoltà e degli errori
La difficoltà è importante per imparare bene. Quando ci si impegna per superare sfide e si fanno errori, e poi si ricevono spiegazioni utili, si capisce meglio e si ricorda di più. A volte si ha l’impressione di sapere qualcosa solo perché ci sembra familiare, ma per capire se si è imparato davvero è necessario mettersi alla prova con verifiche e test. La memoria non è come un magazzino statico, ma cambia continuamente e si rafforza con il tempo, soprattutto quando si dorme. Il cervello è molto flessibile e si modifica imparando, creando nuove connessioni tra le cellule nervose.Strategie per migliorare l’apprendimento
Per imparare ancora meglio, si possono usare strategie come riflettere attivamente su quello che si studia, pensare a come si impara e usare tecniche per ricordare le cose. Comprendere come funziona la memoria e usare metodi di studio basati su quello che la scienza ha scoperto sono strumenti fondamentali per un apprendimento profondo e duraturo.Se queste strategie di apprendimento sono così efficaci, perché non sono universalmente adottate nei sistemi educativi tradizionali, e quali sono i contesti specifici in cui la loro applicazione potrebbe risultare limitata o inefficace?
Il capitolo presenta i principi dell’apprendimento efficace come universalmente validi, ma non approfondisce le sfide della loro implementazione pratica nei contesti educativi reali. Per rispondere a questa domanda, è utile esplorare la psicologia dell’educazione, la scienza dell’implementazione e la pedagogia critica. Autori come Sugata Mitra, con le sue ricerche sugli ambienti di apprendimento auto-organizzati, o esperti di politiche educative, possono offrire spunti interessanti.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
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