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Contenuti del libro
Informazioni
“Matteo Renzi. Il rottamatore del PD” di David Allegranti ti porta dentro la storia di Matteo Renzi, un politico che ha scosso il Partito Democratico. Il libro racconta come Renzi, partendo da sindaco di Firenze, abbia usato un metodo tutto suo – veloce, diretto, super tecnologico – per farsi notare nella politica italiana. Lo vedi a Palazzo Vecchio, alle prese con la gestione di Firenze, tra progetti urbanistici e pure una nevicata che crea un sacco di problemi, ma lo vedi anche puntare dritto al rinnovamento politico nazionale, parlando di “rottamazione” della vecchia classe dirigente del PD. C’è la sua comunicazione pazzesca, che usa Facebook e bypassa i canali classici, c’è la sua vittoria alle primarie PD a Firenze che nessuno si aspettava, e anche momenti più controversi, tipo l’incontro con Silvio Berlusconi. Il libro esplora il suo stile, a volte definito populismo civico, il suo rapporto con gli altri leader del centrosinistra e la sua ambizione di cambiare le cose, non solo a Firenze ma in tutta Italia, cercando di superare l’antiberlusconismo e proporre qualcosa di nuovo. È un ritratto di un politico che non ha paura di rompere gli schemi.Riassunto Breve
Matteo Renzi emerge sulla scena politica con uno stile rapido e non convenzionale, unendo l’esperienza scoutistica all’uso della tecnologia, definendosi un “Cyberscout”. La sua ascesa a sindaco di Firenze è veloce, trasformando la politica locale e attirando l’attenzione nazionale. Le sue caratteristiche principali sono una comunicazione efficace, spesso usando piattaforme digitali come Facebook per parlare direttamente ai cittadini e ai media, bypassando i canali tradizionali, e una tendenza a centralizzare le decisioni, guidando l’attività comunale in modo diretto e fidandosi di pochi collaboratori. Questo approccio, definito “un uomo solo al comando”, gli permette di agire con imprevedibilità, sorprendendo gli avversari con mosse rapide come la pedonalizzazione di Piazza Duomo. La sua vittoria alle primarie del PD a Firenze nel 2009, contro le previsioni e l’establishment del partito, dimostra la sua capacità di mobilitare un elettorato trasversale, inclusi giovani e non iscritti. Renzi propone un rinnovamento dei vertici del PD, un’operazione che chiama “rottamazione”, per superare la vecchia classe dirigente basata sulla cooptazione e permettere l’avanzamento di una nuova generazione politica. Critica l’antiberlusconismo della sinistra, sostenendo che rende il partito reattivo e incapace di proporre una visione autonoma; propone invece un approccio “a-berlusconiano”, concentrandosi sui fallimenti concreti di Berlusconi. Il suo stile politico, caratterizzato da decisionismo e insofferenza verso la mediazione tradizionale, viene talvolta paragonato a quello di Berlusconi, ma è apprezzato per la spontaneità e la volontà di agire. Eventi come l’assemblea alla Stazione Leopolda mostrano la sua capacità di creare spazi di confronto diretto. Nella gestione di Firenze, punta su azioni visibili e concrete, come l’abbattimento della pensilina alla stazione o un piano urbanistico a “volumi zero” per recuperare edifici esistenti e combattere la “rendita”, promuovendo la città come un “prodotto” globale. Renzi dimostra ambizione nazionale, gestendo i rapporti politici in modo tattico, anche incontrando figure come Silvio Berlusconi per ottenere benefici per Firenze, una mossa che suscita critiche nel suo partito ma che difende come necessaria per il bene della città, in un approccio post-ideologico. La gestione di emergenze, come una forte nevicata, mette in luce sia la sua reazione iniziale che la successiva ammissione di responsabilità. Nel tempo, si osserva un suo progressivo allontanamento dal gruppo dei “rottamatori” originali, suggerendo un percorso personale mirato a un elettorato più ampio e moderato.Riassunto Lungo
1. Ascesa e Metodo di un Rottamatore
Matteo Renzi, sindaco di Firenze, si distingue nel Partito Democratico per uno stile politico veloce e fuori dagli schemi. Viene definito un “Cyberscout”, unendo l’esperienza scout a un forte interesse per la tecnologia. Ha scalato rapidamente le posizioni fino a diventare sindaco, trasformando il modo di fare politica in città e attirando l’attenzione a livello nazionale. Le sue doti principali sono una comunicazione diretta, la tendenza a concentrare il potere decisionale e un modo di agire inaspettato che sorprende gli avversari. A Firenze, ha rivoluzionato la comunicazione istituzionale, usando Facebook per diffondere notizie, persino durante le emergenze, spesso prima dei mezzi di informazione tradizionali. Questo approccio moderno, però, ha sollevato critiche perché esclude chi non utilizza internet.Gestione Amministrativa a Firenze
Nella guida del comune, Renzi accentra su di sé il potere. La giunta, pur rispettando la parità di genere, ha un ruolo più limitato; è lui a dirigere le attività, interagendo spesso direttamente con i dirigenti e controllando le aziende partecipate. Accetta questa modalità di comando, definita “un uomo solo al comando”, preferendo avere il controllo diretto e fidandosi di pochi collaboratori scelti personalmente.Tattiche Politiche e Ascesa
La sua imprevedibilità si manifesta nel non seguire le aspettative degli oppositori. Un esempio è stata la rapida pedonalizzazione di Piazza Duomo subito dopo l’elezione, una mossa che ha colto di sorpresa anche il suo stesso partito. Gestisce incontri e attese in modo autonomo, ascolta ma non si sente obbligato ad accogliere i suggerimenti ricevuti, e non si considera in debito con chi lo ha sostenuto. Questo atteggiamento ha portato a scontri, come quello con il presidente di Confindustria Firenze o le tensioni con la Cgil. Renzi bilancia le posizioni con mosse che possono apparire sia di destra che di sinistra, mantenendo così il controllo della situazione. Nel 2009, ha vinto le primarie per la carica di sindaco contro i pronostici del Pd, superando candidati appoggiati da figure di spicco del partito. Ha resistito ai tentativi di ostacolarlo, ottenendo un vasto consenso che ha incluso anche voti di elettori del centrodestra delusi.Progetti e Sfide Locali
Nonostante gli impegni sul fronte locale a Firenze, come la realizzazione di infrastrutture importanti (l’aeroporto, la tramvia) e progetti di riqualificazione urbana (il piano “zero volumi”, il recupero di edifici non utilizzati), oltre alle sfide come il tunnel dell’alta velocità e la “Cittadella viola”, Renzi ha gradualmente spostato la sua attenzione verso la politica nazionale.Visione Nazionale e Approccio a Berlusconi
Propone un profondo rinnovamento dei vertici del Pd, un’operazione che definisce “rottamazione”, per rilanciare il centrosinistra e riportarlo al governo del paese. Il suo modo di confrontarsi con Silvio Berlusconi si differenzia dall’atteggiamento anti-berlusconiano diffuso. Renzi è convinto che per sconfiggere Berlusconi sia necessario convincere gli elettori della debolezza del suo governo, recuperare chi non vota e proporre soluzioni concrete ai problemi del paese. Ritiene che non si debba dipendere dall’azione della magistratura o da larghe coalizioni bloccate da veti reciproci. Si dichiara disponibile a dialogare con Berlusconi finché questi ricopre incarichi di governo.Il Tattico
Renzi agisce come un abile tattico, pianificando le sue mosse in funzione di obiettivi più ampi. Mantiene un equilibrio tra l’attività amministrativa a Firenze e le sue ambizioni sulla scena nazionale. Evita di prendere posizioni nette su temi etici per non generare conflitti interni e valuta continuamente l’efficacia delle sue strategie e dei suoi alleati, pronto a cambiare direzione se lo ritiene necessario.Ma davvero l’accentramento del potere descritto nel capitolo è un modello privo di rischi per la democrazia?
Il capitolo presenta l’idea di “un uomo solo al comando” quasi come un dato di fatto o una scelta strategica, ma non ne analizza le implicazioni sistemiche. Ignorare le potenziali derive autoritarie o la fragilità di un sistema che dipende eccessivamente da un singolo individuo rappresenta una lacuna argomentativa. Per colmarla, sarebbe fondamentale esplorare i principi della separazione dei poteri, i sistemi di pesi e contrappesi e le teorie sulla leadership politica, magari consultando testi di scienza politica o saggi di autori che hanno analizzato i pericoli della personalizzazione del potere.2. Tra Palazzo Vecchio e la Rete
La vittoria alle primarie
La vittoria di Matteo Renzi nelle primarie del Partito Democratico a Firenze il 15 febbraio 2009 segna un cambiamento rispetto all’establishment del partito. Ottiene il 40,52% dei voti, superando la soglia per evitare il ballottaggio, contro il 26,91% di Lapo Pistelli. Questa competizione è vista come una battaglia contro i vecchi schemi e la cooptazione. Renzi si presenta come un outsider, nonostante una carriera politica già avviata come promotore di comitati, portaborse, segretario di partito e presidente di Provincia. Il suo successo rappresenta un segnale forte contro le dinamiche interne consolidate del Partito Democratico locale.La strategia comunicativa
Il suo successo deriva da un uso efficace della comunicazione e dell’autopromozione, trasformando la Provincia in una piattaforma politica con iniziative come Florence Multimedia e Florence Tv. Utilizza intensamente gli strumenti digitali come email e Facebook per comunicare direttamente con i cittadini e i media, bypassando le strutture tradizionali del partito. Parla un linguaggio diretto, critica la “rendita” cittadina e attira il sostegno del mondo imprenditoriale. Le primarie dimostrano la sua capacità di mobilitare un elettorato trasversale, includendo giovani, non iscritti al partito e voti dal centrodestra.Stile politico e azioni concrete
Questo approccio comunicativo, che unisce riferimenti a figure come La Pira con l’uso della tecnologia, viene definito “populismo civico”. Si concentra sull’efficienza e su un rapporto diretto con le persone, visibile in azioni concrete come la rimozione delle ganasce o l’istituzione dei “mercoledì del cittadino”. Il suo stile politico è caratterizzato da decisionismo e una certa insofferenza verso la mediazione tradizionale. Cerca un contatto diretto con i cittadini, mostrando una volontà di agire rapidamente per risolvere problemi percepiti.Finanziamento e reazioni
Il finanziamento delle sue campagne si basa in parte su cene di raccolta fondi che coinvolgono imprenditori con interessi in città. Questo metodo solleva questioni di trasparenza. Il suo stile suscita reazioni contrastanti. Viene talvolta paragonato a quello di Silvio Berlusconi per il decisionismo, ma è anche apprezzato per la sua spontaneità e volontà di mettersi in gioco. Alcuni vedono nel suo approccio un modo efficace per rinnovare la politica, mentre altri criticano la mancanza di confronto e dialogo.Ma quali “questioni di trasparenza” si nascondono dietro il finanziamento della sua ascesa?
Il capitolo solleva il tema del finanziamento tramite cene con imprenditori e parla genericamente di “questioni di trasparenza”, lasciando però nell’ombra la natura specifica di tali criticità. Per colmare questa lacuna e valutare l’effettiva portata di questi aspetti, sarebbe necessario approfondire i meccanismi di raccolta fondi nella politica italiana e le normative sulla trasparenza. Un’indagine più dettagliata sui donatori e sui loro interessi specifici in città, unita a studi sulla corruzione e sul lobbying, fornirebbe il contesto indispensabile. Approfondire autori che trattano il rapporto tra potere economico e politico, o studi specifici sul finanziamento dei partiti, aiuterebbe a comprendere meglio i potenziali rischi e le implicazioni di tali pratiche.3. La rottamazione e il superamento del passato
Matteo Renzi usa le interviste per esprimere le sue idee e criticare i leader del Partito Democratico. La sua vittoria alle primarie di Firenze nel 2009 arriva anche se il partito non lo appoggiava e le regole sembravano sfavorirlo. Questo successo viene visto come una sconfitta per chi guidava il partito da tempo. Renzi critica il modo in cui si sceglievano i dirigenti, spesso scelti tra di loro, e dice che serve un cambiamento forte e nuovi modi per rappresentare le persone.L’idea di una nuova generazione
Promuove l’idea di una nuova generazione di politici che non aspettano solo il loro turno con l’età. Crede che le persone cerchino leader spontanei che parlino in modo diretto. Il suo modo di comunicare lo fa apparire come uno che vuole “rottamare” la vecchia classe politica.Le proposte politiche: Costituzione e “rendita”
Nel suo programma, Renzi propone di aggiornare la Costituzione per i tempi moderni. Identifica la “rendita” come il problema principale. Con “rendita” intende i privilegi che non dipendono dal merito o dal lavoro, e che impediscono ai giovani di avanzare. Applica questa idea anche a Firenze, dicendo che la città vive troppo del suo passato culturale e turistico invece di innovare.Lo stile diretto e la critica all’antiberlusconismo
Renzi non ha paura di scontrarsi con figure politiche importanti. Parla direttamente ai cittadini, a volte saltando le strutture del partito, e questo viene visto da alcuni come un tratto populista. Un punto centrale del suo pensiero è la critica alla sinistra che si concentra solo sull’essere contro Berlusconi. Sostiene che questa posizione rende la sinistra solo capace di reagire e non di proporre una sua visione per il paese. Pensa che Berlusconi, anche nelle cose semplici che fa, mandi messaggi sociali che la sinistra non capisce, facendo sembrare la sinistra triste e lamentosa. Renzi propone invece un approccio diverso, che attacca Berlusconi per i suoi errori concreti, non per questioni personali.Reazioni e confronti
Questo suo stile provoca reazioni tra i vecchi esponenti del partito, come l’accusa di pensare solo alla carriera che gli rivolge Nicola Zingaretti. Nonostante le differenze, Renzi ha in comune con altri, come Nichi Vendola, la capacità di vincere contro i candidati favoriti dal partito e una critica alle strutture tradizionali dei partiti.Il “decisionismo” e la “rottamazione” sono davvero la cura per la “sindrome della sconfitta”, o rischiano di minare le basi del confronto democratico?
Il capitolo presenta il “decisionismo” e la “rottamazione” come strumenti efficaci per superare l’inerzia politica e la “sindrome della sconfitta”. Tuttavia, non approfondisce adeguatamente i potenziali rischi che tali approcci possono comportare per il funzionamento democratico. Una democrazia sana si basa sul confronto, sulla deliberazione e sull’inclusione delle diverse voci, processi che il “decisionismo” e la “rottamazione” tendono a bypassare o svalutare in nome della velocità e dell’efficacia. Per comprendere meglio questo delicato equilibrio tra azione politica e garanzie democratiche, sarebbe utile esplorare le teorie sulla democrazia deliberativa e le dinamiche delle élite politiche. Autori come Jürgen Habermas o Gaetano Mosca offrono spunti fondamentali su questi temi.6. Manovre e Contrasti Politici
Un incontro con Silvio Berlusconi a Arcore si svolge nei giorni in cui si discute delle sue dimissioni e del voto di fiducia. L’obiettivo è ottenere vantaggi per Firenze, come uno stanziamento nella legge Milleproroghe e l’approvazione di una tassa di soggiorno. Questo incontro genera forti critiche all’interno del Partito Democratico e tra gli alleati, che contestano la scelta della sede privata e la segretezza iniziale. La difesa di questa decisione si basa sulla necessità di agire concretamente per il bene della città, cercando risultati senza fermarsi alle barriere ideologiche. Si sostiene che un amministratore debba occuparsi dei bisogni pratici, adottando un approccio definito post-ideologico. Questo mira a superare le contrapposizioni tradizionali per ottenere consensi anche da elettori moderati o delusi dal centrodestra.Distanza dal Gruppo “Rottamatori”
Una crescente distanza si crea dal gruppo dei “rottamatori”, nato dall’assemblea della Stazione Leopolda. Le assenze dagli appuntamenti successivi del gruppo diventano più frequenti. Aumentano le perplessità tra i rottamatori, che percepiscono un percorso personale mirato a un elettorato più ampio e moderato, che non condivide l’organizzazione più strutturata del gruppo. Diventa evidente la necessità per i rottamatori di trovare una propria autonomia mediatica e politica.La Sfida dell’Emergenza Neve
Una forte nevicata a Firenze mette a dura prova la gestione delle emergenze. La città si blocca e i mezzi comunali si rivelano insufficienti. Dopo un’iniziale reazione critica verso media e opposizioni, viene ammessa la responsabilità per la gestione dell’evento, riconoscendo gli errori. Questo momento viene considerato una rara manifestazione di vulnerabilità e umanità.Davvero un approccio “post-ideologico” giustifica ogni mezzo, anche quelli che alienano gli alleati e sollevano dubbi sulla trasparenza?
Il capitolo presenta l’incontro con Silvio Berlusconi come una mossa pragmatica necessaria per ottenere risultati concreti per la città, in nome di un superamento delle barriere ideologiche. Tuttavia, la giustificazione di un approccio definito “post-ideologico” per azioni che generano critiche interne e perplessità etiche (sede privata, segretezza iniziale) meriterebbe un’analisi più approfondita. Il capitolo non esplora sufficientemente i limiti di tale pragmatismo: fino a che punto la ricerca del “bene della città” può spingersi oltre le consuete norme di trasparenza e le alleanze politiche? Per inquadrare meglio questa tensione tra pragmatismo e principi, si potrebbero approfondire i concetti di etica della responsabilità e etica della convinzione, come delineati da Max Weber, o riflettere sulle dinamiche del potere e della strategia politica, magari rileggendo Niccolò Machiavelli. Comprendere le diverse scuole di pensiero sulla moralità in politica e le conseguenze a lungo termine delle scelte tattiche è fondamentale per valutare la solidità di un approccio che si definisce “post-ideologico”.Abbiamo riassunto il possibile
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