Contenuti del libro
Informazioni
“Marxismo e filosofia” di Karl Korsch è un libro che ti catapulta nel cuore dei dibattiti più intensi sul marxismo all’inizio del ventesimo secolo. Immagina un ring dove si scontrano visioni radicalmente diverse: da un lato, l’ortodossia socialdemocratica e comunista, rigida e dogmatica; dall’altro, pensatori come Korsch e György Lukács, che osano rileggere Karl Marx e Friedrich Engels attraverso la lente di Hegel, cercando di recuperare la dimensione filosofica e dialettica del marxismo. Il libro esplora questa “eresia” che, negli anni ’20, viene accusata di idealismo, soprattutto in contrasto con il materialismo difeso da figure come Vladimir Lenin. Korsch argomenta che il marxismo non è una semplice teoria astratta o una scienza borghese, ma una critica radicale della società, un materialismo storico che lega indissolubilmente teoria e prassi rivoluzionaria. Non si tratta di abbandonare la filosofia, ma di superarla e realizzarla attraverso la trasformazione del mondo, guidata dalla coscienza di classe del proletariato e dalla dialettica materialista. È un testo fondamentale per capire la lotta contro il dogmatismo e l’essenza rivoluzionaria del vero marxismo.Riassunto Breve
Il marxismo nasce non solo come teoria economica o politica, ma come una critica profonda che affonda le radici nella filosofia, in particolare nell’idealismo tedesco. Marx ed Engels non abbandonano la filosofia, ma la trasformano radicalmente, elevandola a una scienza rivoluzionaria legata all’azione pratica. Questo nuovo approccio si basa su una visione materialistica della storia, dove la produzione materiale costituisce la base della società, influenzando le sovrastrutture come idee, leggi e cultura. Tuttavia, queste ideologie non sono mere illusioni, ma forze storiche concrete. Pensatori come Korsch e Lukács, esplorando questa dimensione filosofica e il peso reale delle ideologie, incontrano la forte opposizione delle correnti ortodosse del marxismo, sia socialdemocratiche che comuniste. Queste ortodossie, inclusa la visione materialistica di Lenin, tendono a un materialismo più semplice e pragmatico, trascurando la complessità della dialettica e la dimensione filosofica, riducendo il marxismo a una dottrina rigida e dogmatica, spesso scollegata dalla prassi rivoluzionaria. Il vero nucleo del marxismo risiede nel suo materialismo pratico, che unisce teoria e azione per trasformare il mondo. Il suo metodo dialettico non è un sistema astratto, ma un modo concreto per analizzare le contraddizioni sociali e risolverle attraverso la lotta rivoluzionaria della classe operaia. Questa scienza rivoluzionaria critica ogni forma di ideologia borghese, puntando in ultima analisi alla critica dell’economia politica per raggiungere l’emancipazione umana totale attraverso la trasformazione dei rapporti sociali e di proprietà.Riassunto Lungo
1. Eresia e Ortodossia nel Marxismo Occidentale
Le nuove interpretazioni del marxismo di Korsch e Lukács e le prime reazioni
Nel 1923, Karl Korsch e György Lukács proposero nuove interpretazioni del marxismo. Questi nuovi modi di vedere il marxismo furono subito contestati da chi seguiva le idee tradizionali del socialismo e del comunismo. Le opere di Korsch e Lukács furono criticate perché considerate troppo idealiste e perché cambiavano le idee originali del marxismo. Per molti anni, queste opere furono ignorate, impedendo così lo sviluppo di una vera filosofia marxista. Karl Korsch, con la sua “anticritica”, andò ancora più a fondo nella sua opposizione al marxismo tradizionale. Korsch riprese alcune idee di Hegel per interpretare Marx in modo nuovo. Secondo Korsch, le ideologie non sono solo illusioni, ma forze reali che influenzano la storia concretamente.La critica al pensiero di Korsch e Lukács
I marxisti tradizionali, sia socialdemocratici che comunisti, si opposero alle idee di Korsch. Lo accusarono di preferire una forma di marxismo “semplice” e di non considerare gli sviluppi successivi del marxismo. Questa critica, in realtà, mostrava una difesa rigida delle idee tradizionali. Questi marxisti tradizionali pensavano che la Seconda Internazionale avesse mantenuto intatto il vero marxismo. Si notò quindi un accordo teorico tra i vecchi socialdemocratici e i nuovi comunisti nel difendere una certa interpretazione del marxismo.Lo scontro filosofico del 1924 e la difesa del materialismo di Lenin
Nel 1924, ci fu un vero e proprio scontro filosofico. Da una parte c’era l’interpretazione di Lenin del materialismo di Marx e Engels. Dall’altra parte c’erano le posizioni di Lukács e Korsch, accusate di essere troppo idealiste. Le critiche si concentrarono sul rifiuto di una visione “ingenua” della realtà, che separava la coscienza dalle cose concrete. Questa visione era invece centrale nella filosofia del “marxismo-leninismo” che stava nascendo in Russia. Lenin non si preoccupò tanto di spiegare in modo teorico la sua filosofia materialista, ma la difese in modo pratico, considerandola utile per la lotta rivoluzionaria. Lenin si oppose alle correnti di pensiero idealiste. Questa posizione di Lenin, pur volendo difendere il materialismo, finì per separare teoria e pratica, allontanandosi dall’idea di dialettica di Hegel e Marx, che invece superava queste rigide divisioni. La filosofia materialista di Lenin si concentrò solo sul materialismo, trascurando la dialettica. Questo modo di pensare si dimostrò poco produttivo e incapace di aiutare lo sviluppo delle scienze. Alla fine, portò a un sistema ideologico rigido che limitò la libertà di pensiero in nome di una presunta interpretazione corretta del marxismo.È davvero corretto liquidare la filosofia di Lenin come meramente “poco produttiva” senza considerare il contesto storico e politico in cui si sviluppò?
Il capitolo sembra presentare una critica piuttosto netta della filosofia di Lenin, definendola “poco produttiva”. Tuttavia, per comprendere appieno le dinamiche filosofiche e politiche di quel periodo, sarebbe utile approfondire il contesto storico specifico in cui Lenin operò. Studiare le opere di Lenin stesso, così come quelle di autori che hanno analizzato criticamente il leninismo e la storia del marxismo, potrebbe fornire una visione più completa e sfumata della questione.2. Filosofia e Rivoluzione: Un Legame Indissolubile
Un Fraintendimento Diffuso
Per molto tempo, il rapporto tra marxismo e filosofia non è stato considerato importante, sia da studiosi che da sostenitori del marxismo. In molti hanno pensato, sbagliando, che il marxismo non avesse una filosofia propria, oppure che dovesse superare completamente la filosofia. Questa idea sbagliata non tiene conto del legame profondo tra marxismo e filosofia, in particolare con la filosofia idealista tedesca da cui il marxismo è nato.Il “Superamento” della Filosofia
Marx e Engels non volevano semplicemente abbandonare la filosofia. Il loro obiettivo era superarla, trasformarla e portarla a un livello superiore, usando il concetto hegeliano di “aufheben”. Questo “superamento” non significava la fine del pensiero teorico, ma la sua trasformazione in una scienza rivoluzionaria, strettamente legata alla pratica concreta.I Rischi di un Marxismo Superficiale
Molti studiosi marxisti, specialmente durante la Seconda Internazionale, hanno trascurato l’importanza filosofica del marxismo. Questo ha portato a ridurre il marxismo a una serie di regole rigide e fisse, separate dalla realtà rivoluzionaria. Questo “marxismo superficiale” ha interpretato in modo sbagliato il rifiuto di Marx della filosofia, pensando che significasse rifiutare ogni questione filosofica. Questi marxisti superficiali ritenevano le questioni filosofiche inutili per la lotta di classe.La Filosofia come Strumento di Trasformazione
In realtà, il materialismo dialettico di Marx ed Engels non elimina la filosofia. Al contrario, la trasforma in uno strumento per capire e cambiare il mondo. La filosofia, come ogni altra forma di pensiero, è una realtà sociale concreta, non solo un’illusione. La filosofia riflette le condizioni materiali di vita e allo stesso tempo le influenza. Per questo motivo, la filosofia deve essere affrontata e superata attraverso un’azione rivoluzionaria che agisca sia sul piano materiale che su quello delle idee.Rivoluzione Totale e Trasformazione della Coscienza
L’aspetto più importante del marxismo è la sua capacità di comprendere la società nella sua interezza, considerando sia gli aspetti materiali che quelli ideologici. La rivoluzione dei lavoratori non è solo un cambiamento economico e politico, ma anche una trasformazione profonda del modo di pensare e delle idee dominanti. In questo contesto, la filosofia non è separata dalla lotta rivoluzionaria, ma ne fa parte integrante. Non è possibile superare la filosofia senza realizzarla pienamente, cioè senza trasformare il mondo che la filosofia interpreta. Questa trasformazione porta a un nuovo modo di pensare che è esso stesso azione rivoluzionaria.Se il capitolo proclama un “legame indissolubile” tra filosofia e rivoluzione nel marxismo, non rischia di presentare una visione eccessivamente rigida e monolitica di una tradizione di pensiero in realtà molto più sfaccettata e dibattuta?
Affermare un legame “indissolubile” potrebbe semplificare eccessivamente la complessità del marxismo. Diverse correnti marxiste hanno enfatizzato aspetti diversi, con alcune che hanno privilegiato l’azione pratica e politica rispetto alla speculazione filosofica. Per approfondire, sarebbe utile esplorare le diverse interpretazioni del marxismo, confrontando autori come Lenin, che ha posto l’accento sull’organizzazione rivoluzionaria, con pensatori come Gramsci, che ha invece valorizzato la dimensione filosofica e culturale dell’egemonia. Un’analisi delle diverse anime del marxismo aiuterebbe a comprendere meglio se e come il legame tra filosofia e rivoluzione sia da considerarsi realmente “indissolubile”.3. Il Materialismo Marxista: Un Nuovo Approccio alla Storia
Cos’è il Materialismo Marxista
Il marxismo non rientra nelle categorie scientifiche tradizionali borghesi come l’economia, la filosofia o la storia. Si presenta piuttosto come una critica radicale dell’ideologia borghese nel suo complesso. A differenza della scienza borghese, che aspira a una oggettività illusoria, il marxismo rifiuta questa pretesa e smaschera le basi nascoste di ogni sapere borghese. Questa critica non è neutrale, ma è strettamente legata alla lotta della classe operaia per la sua liberazione.La Concezione Materialistica della Storia
Per capire il marxismo, è essenziale comprendere la sua concezione materialistica della storia. Questa prospettiva unisce in modo indissolubile la critica dell’economia e la critica dell’ideologia. Dopo una prima fase idealista, Marx si dedicò principalmente alla critica dell’economia politica, ritenendola il vero motore dei cambiamenti storici e sociali. La sua critica non si limita a negare l’economia borghese, ma propone un’alternativa concreta: l’economia politica della classe operaia, in cui il lavoro vivo prevale sul capitale.La Critica alla Scienza e alla Filosofia Borghese
Il marxismo, quindi, non è concepito come una scienza o una filosofia nel senso tradizionale borghese. Al contrario, critica profondamente sia la filosofia che la scienza borghese, proponendo una prospettiva radicalmente nuova: la concezione materialistica della storia. Questa concezione individua nella produzione materiale, ovvero nell’economia, il fondamento essenziale della vita sociale. Di conseguenza, tutti gli altri aspetti della società, come la politica, il diritto e la cultura, sono considerati sovrastrutture che dipendono direttamente dalla base economica.Il Materialismo Pratico e la Trasformazione Sociale
Il materialismo marxista è un materialismo pratico, che supera la separazione tra teoria e azione. Si concentra sul mondo concreto e terreno, rifiutando illusioni di verità eterne o trascendenti. La realtà è vista come il risultato dell’attività umana e sociale. La vita sociale è essenzialmente pratica, e ogni interrogativo teorico trova la sua risposta nella prassi umana. Questo materialismo si distingue sia dall’idealismo che dal vecchio materialismo, proponendo una visione del mondo radicata nell’azione e nella trasformazione della società. La critica alla religione, benché importante, è solo un primo passo verso una critica più profonda dell’ordine sociale esistente, che deve concentrarsi sulla critica dell’economia politica.Il Metodo Dialettico e la Coscienza di Classe
Il metodo dialettico di Marx è fondamentale per esprimere la coscienza di classe del proletariato. Questo metodo è rivoluzionario e si contrappone al pensiero metafisico borghese e alla dialettica idealistica di Hegel. La dialettica materialistica proletaria punta a risolvere le contraddizioni materiali della società attraverso una trasformazione rivoluzionaria, con l’obiettivo finale di realizzare una società comunista senza classi.Se la dialettica materialista è così concreta e pratica, quali sono le azioni specifiche che la distinguono concretamente dalla dialettica hegeliana, al di là della mera inversione idealismo/materialismo?
Il capitolo enfatizza la concretezza e la praticità della dialettica materialista, contrapponendola all’idealismo hegeliano. Tuttavia, non chiarisce in modo sufficientemente dettagliato quali siano le operazioni intellettuali e pratiche specifiche che rendono la dialettica marxista-leninista qualcosa di radicalmente diverso, oltre alla semplice “inversione” del rapporto tra materia e spirito. Per comprendere meglio questa distinzione, sarebbe utile approfondire gli scritti filosofici di Marx ed Hegel, confrontando direttamente i loro metodi e concetti chiave come alienazione, prassi, e contraddizione. Lo studio delle interpretazioni successive della dialettica materialista, sia a sostegno che critiche, potrebbe inoltre fornire una prospettiva più articolata.5. Il Salto Dialettico: Dalla Filosofia alla Scienza Rivoluzionaria
La sottovalutazione iniziale del marxismo
Inizialmente, il mondo accademico della filosofia ha avuto difficoltà a riconoscere l’importanza del marxismo. Il marxismo è stato spesso considerato marginale nella storia del pensiero filosofico. Questa difficoltà nasceva dal fatto che il marxismo non è semplicemente una nuova filosofia. Esso rappresenta una critica profonda e un superamento della filosofia tradizionale stessa.La fine della filosofia come disciplina autonoma secondo Marx ed Engels
Marx ed Engels vedevano la filosofia classica tedesca, specialmente quella di Hegel, come il punto più alto a cui la filosofia potesse arrivare. Allo stesso tempo, però, questo punto d’arrivo segnava anche la fine della filosofia intesa come disciplina indipendente. Con Hegel, la filosofia aveva espresso tutto il suo potenziale, aprendo la strada a una nuova forma di conoscenza: la scienza positiva. Il marxismo nasce proprio da questa situazione, da quella che viene definita “dissoluzione della filosofia hegeliana”. Tuttavia, non è corretto pensare al marxismo come a un semplice sviluppo interno alla filosofia.Il marxismo e le altre forme di socialismo
È importante distinguere il marxismo da altri tipi di socialismo che cercavano di unire il pensiero socialista con sistemi filosofici già esistenti, come il kantismo o il machismo. Queste correnti, pur definendosi marxiste, finivano per indebolire la forza rivoluzionaria del marxismo. Lo trasformavano in una visione più accettabile per la borghesia e favorevole a semplici riforme. Il vero marxismo, invece, si basa su una critica radicale della società esistente e sull’azione rivoluzionaria.La dialettica marxista come scienza rivoluzionaria
La dialettica marxista, che riprende alcuni aspetti da Hegel ma li trasforma profondamente, non è solo un modo di pensare. È il nucleo di una scienza che vuole cambiare il mondo. Questa dialettica permette di capire la realtà storica e sociale nella sua interezza e nel suo continuo cambiamento. Supera i concetti astratti e rigidi della filosofia tradizionale. La scienza marxista non si accontenta di interpretare la realtà, ma vuole trasformarla attivamente.La “scienza positiva” marxista e la critica al positivismo borghese
Quando Marx parla di “scienza positiva”, non intende la stessa cosa del positivismo borghese, che si basa sull’empirismo. La scienza positiva marxista è una conoscenza che nasce dalla realtà materiale e dalla lotta di classe. È una scienza legata in modo essenziale all’azione rivoluzionaria della classe operaia. Sbaglia chi riduce il marxismo a una semplice sociologia o a una teoria filosofica puramente astratta. La sua vera natura è quella di essere una guida per trasformare la società.La critica dell’economia politica borghese e l’essenza del marxismo
La critica marxista investe diversi campi: la filosofia, la religione, la politica e il diritto. Ma, in fondo, è soprattutto una critica all’economia politica borghese. Il marxismo svela come le idee dominanti nella società riflettano i rapporti di classe e la centralità delle merci. Indica la via per superare l’alienazione e lo sfruttamento attraverso un cambiamento radicale dei rapporti sociali e della proprietà. La capacità di unire teoria e azione pratica per liberare completamente l’umanità è ciò che definisce veramente il marxismo.Ma è davvero corretto definire il marxismo una “scienza positiva” quando critica aspramente il positivismo scientifico borghese?
Il capitolo presenta il marxismo come una “scienza positiva” che si distingue dal positivismo borghese, ma questa distinzione necessita di maggiore chiarezza. Se il marxismo critica il positivismo per il suo empirismo e la sua astrazione dalla lotta di classe, su quali basi epistemologiche si fonda la sua pretesa di scientificità? Per comprendere meglio questa complessa questione, è utile approfondire il dibattito sulla filosofia della scienza e le diverse concezioni di “scienza”, studiando autori come Karl Popper e Thomas Kuhn, che hanno offerto importanti spunti critici sul concetto di scientificità e sul progresso della conoscenza.Abbiamo riassunto il possibile
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