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Contenuti del libro
Informazioni
“Management ad alta prestazione” di Andrew Grove è quel tipo di libro che ti fa vedere il lavoro da un’altra prospettiva. Non è la solita teoria noiosa, ma un manuale pratico per chiunque gestisca persone, specialmente i middle manager che sono un po’ gli eroi dimenticati delle aziende. Immagina di applicare le regole di una fabbrica super efficiente, con i suoi processi, il controllo qualità e l’idea di trovare il “passaggio limitante”, non per costruire oggetti, ma per far funzionare meglio team e uffici nel casino dell’era digitale. Il libro ti spiega come misurare davvero la produttività aziendale usando indicatori di performance (KPI) che ti dicono in anticipo come stanno andando le cose, come rendere le riunioni (gestione riunioni) non una perdita di tempo ma uno strumento potente, e come prendere decisioni (processo decisionale) in modo smart, coinvolgendo le persone giuste. Parla di come motivare i dipendenti (motivazione dei dipendenti) non solo con i soldi, ma aiutandoli a crescere, dando feedback sulla performance onesto e utile, e investendo nella formazione aziendale. È tutto incentrato sull’efficienza manageriale, su come usare la leva manageriale e la delega efficace per moltiplicare i risultati. Non importa se lavori in una startup o in una grande struttura con doppio reporting, i principi di gestione che trovi qui ti danno gli strumenti concreti, dalla pianificazione strategica alla gestione del tempo, per diventare un manager che fa davvero la differenza. È un libro che ti spinge a pensare al tuo lavoro come a un’impresa da ottimizzare continuamente.Riassunto Breve
Il mondo del lavoro cambia velocemente per via della globalizzazione e della tecnologia, e le aziende devono sapersi adattare in fretta. Per fare questo, prendono spunto da come si lavora nelle fabbriche, dove si cerca di fare tutto nel modo migliore, trovando il punto più lento del lavoro e organizzando tutto il resto attorno a quello. Questo modo di pensare, fatto di processi, mettere insieme le cose e controllare che funzionino, vale per tanti lavori diversi, anche quelli d’ufficio o manageriali. In questo quadro, chi sta nel mezzo, il manager, è fondamentale. Deve agire un po’ come un piccolo capo della sua squadra, cercando di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, usando quella che si chiama “leva manageriale”. Questo significa fare cose che aiutano tante persone o che hanno effetti importanti nel tempo, come delegare bene. Ogni manager deve anche pensare a sé stesso come a un’attività a parte, che deve migliorare sempre per valere di più, stando attento a cosa succede fuori e provando cose nuove. Per capire come sta andando il lavoro, si usano dei numeri e dei dati, come le vendite o le scorte. Questi dati sono come delle finestre che permettono di vedere dentro l’azienda e capire cosa succederà. La produttività si misura guardando quanto lavoro si fa rispetto a quanto tempo o fatica ci si mette. Per aumentarla, si può fare le cose più in fretta o usare meglio la leva manageriale. Gran parte del lavoro di un manager si fa nelle riunioni. Ci sono quelle per scambiarsi informazioni e far crescere le persone, e quelle per risolvere problemi e decidere. Per farle funzionare bene, bisogna prepararsi, essere precisi e sapere cosa si vuole ottenere. Quando bisogna decidere, soprattutto nelle aziende grandi e veloci di oggi, non conta solo chi ha il posto più alto, ma anche chi sa le cose. L’ideale è parlarne apertamente, prendere una decisione chiara e poi tutti la appoggiano, anche se non erano d’accordo all’inizio. Le decisioni si prendono meglio da chi è più vicino al problema e ne sa di più. A volte è difficile dire la propria opinione diversa, ma bisogna avere coraggio. Se non ci si mette d’accordo, decide chi ha più autorità, dopo aver sentito tutti. È utile stabilire prima chi decide, cosa, quando e chi deve sapere. Organizzare il lavoro di tutti i giorni è come gestire una produzione: si guarda cosa serve, cosa si ha e cosa manca, e si cerca di sistemare le cose oggi per non avere problemi domani. Un modo per farlo è fissare obiettivi chiari per un periodo breve e misurare i risultati. Quando un’azienda diventa grande e magari apre negozi in franchising, deve decidere se tenere tutto sotto controllo dal centro o lasciare più libertà alle singole unità. Di solito, finisce per fare un po’ e un po’, tenendo al centro le cose che costano meno se fatte in grande e lasciando libertà dove serve per adattarsi al posto. Nelle aziende grandi, le persone spesso rispondono a due capi diversi, uno per il lavoro specifico che fanno e uno per la funzione generale. Questo aiuta a gestire la complessità. A volte, i manager che fanno lavori simili si aiutano e si controllano a vicenda su aspetti tecnici. Per far funzionare un’azienda, si usano diverse maniere per controllare che tutto vada bene: il mercato, i contratti con regole precise, e i valori comuni e la fiducia tra le persone. La scelta dipende da cosa spinge le persone a lavorare e da quanto è complicato l’ambiente. Il manager è anche un po’ un allenatore per la sua squadra. Deve aiutare le persone a lavorare al meglio, non tanto spingendole da fuori, ma creando un ambiente dove chi ha voglia di fare può farlo. Le persone sono motivate da bisogni diversi, dal più semplice (mangiare, stare al sicuro) a quello di sentirsi realizzati e bravi in quello che fanno. I soldi contano, ma a un certo punto diventano più un modo per misurare quanto si è bravi. Per sentirsi realizzati, serve sapere come si sta andando, cioè avere un feedback. Non c’è un solo modo giusto di gestire le persone; dipende da quanto sono brave e autonome nel compito che devono fare. All’inizio serve dare istruzioni precise, poi si passa a dare supporto, e quando sono molto brave, basta definire gli obiettivi e controllare. Valutare come lavorano le persone è importante per aiutarle a migliorare. Si guarda cosa hanno fatto, ma anche come sono cresciute e se aiutano a creare un buon ambiente. La valutazione deve essere sincera e puntare a far impegnare la persona a migliorare. Tra i compiti del manager ci sono cose difficili, come scegliere chi assumere o gestire chi se ne va. Il colloquio di lavoro non è perfetto, ma aiuta a capire il candidato guardando cosa ha fatto prima e come si comporta. Se un bravo dipendente vuole andarsene, bisogna parlarci subito e cercare di capire perché e cosa si può fare. Tenere le persone brave è importante. Anche lo stipendio e i bonus sono un modo per dire al dipendente come sta andando. Dare bonus legati ai risultati aiuta a motivare. Le promozioni, se date a chi se lo merita, fanno crescere l’azienda, anche se c’è il rischio di promuovere qualcuno oltre le sue capacità. In quel caso, si può cercare un altro ruolo più adatto. Formare le persone è un lavoro fondamentale del manager. Aiuta la squadra a essere più produttiva. Quando il manager forma direttamente, è più efficace perché insegna cose pratiche e fa vedere come si fa. La formazione deve essere continua e organizzata bene. Per essere un manager efficace, si possono fare cose concrete. Ad esempio, capire quali lavori sono come quelli di fabbrica (processo, assemblaggio, test) e trovare il punto più lento per migliorarlo. Controllare la qualità in diversi momenti. Usare i dati per misurare tutto e parlarne nelle riunioni. Guardare sempre la strategia per vedere se funziona. Per usare meglio la leva, si possono semplificare i lavori che portano via tanto tempo. Capire bene cosa deve produrre l’azienda e come si raccolgono le informazioni. Andare a vedere di persona come vanno le cose. Quando si delega, bisogna controllare come sta andando, con dati e controlli regolari. Organizzare il tempo per fare le cose più importanti e avere incontri regolari con i collaboratori. Pianificare la settimana per fare più cose che portano risultati importanti. Prevedere quanto tempo serve per le riunioni. Fissare obiettivi trimestrali con risultati chiari, anche per i collaboratori. Gestire le decisioni che restano in sospeso in modo ordinato. Capire come sono motivati i collaboratori e adattare lo stile di gestione alla loro bravura nel compito.Riassunto Lungo
1. L’Efficienza Produttiva nell’Era Digitale
Il Nuovo Scenario Economico
L’economia di oggi è cambiata molto a causa della globalizzazione e dell’informatica. Questi due fattori hanno trasformato profondamente il mondo del lavoro. Le aziende devono essere veloci ad adattarsi perché il mercato è diventato globale e la velocità è fondamentale. Per questo, i manager devono cambiare modo di pensare e concentrarsi sull’efficienza e sulla capacità di gestire i cambiamenti.I Principi della Produzione come Modello
I principi di base della produzione, presi dal mondo delle fabbriche, possono essere utili in ogni tipo di lavoro, anche per i manager. Questi principi spiegano come rendere il lavoro più efficiente, trovando il passaggio più importante e organizzando tutto il lavoro intorno a quello. Un esempio semplice è fare colazione: cuocere l’uovo è la cosa che richiede più tempo, quindiPrepariamo il resto (pane tostato, caffè) mentre l’uovo cuoce. Questo modo di pensare si può usare anche per cose più difficili, come scegliere le persone da assumere o creare programmi per computer. L’idea di base è che ogni lavoro può essere visto come un insieme di processi da organizzare al meglio.L’Importanza dei Middle Manager
In questo contesto, i middle manager diventano ancora più importanti. Spesso non ci si fa caso, ma sono loro la colonna vertebrale di ogni azienda. Devono comportarsi come dei “mini-capi” nelle loro aree di lavoro. Per essere bravi, devono usare al meglio la “leva manageriale”, cioè devono fare azioni mirate per far lavorare bene il loro team e ottenere il massimo risultato. Inoltre, visto che trovare e mantenere un buon posto di lavoro è sempre più difficile, ogni manager deve pensare a se stesso come se fosse un’azienda, cercando sempre di migliorare e di essere aggiornato sulle novità del settore. Per avere successo, è fondamentale creare valore, essere in contatto con quello che succede fuori dall’azienda e essere aperti alle novità. Solo così si può trasformare il cambiamento in un’opportunità per crescere e migliorare continuamente.Applicare i principi della produzione industriale, nati per catene di montaggio ripetitive, al lavoro manageriale e intellettuale non rischia di essere una forzatura eccessiva e di ignorare la complessità e la specificità di questi contesti?
Il capitolo propone un parallelismo tra l’efficienza della produzione industriale e il lavoro manageriale nell’era digitale. Tuttavia, l’analogia potrebbe risultare eccessivamente semplicistica. Mentre in un contesto manifatturiero l’ottimizzazione dei processi e la standardizzazione possono portare a significativi incrementi di efficienza, nel lavoro manageriale e intellettuale, caratterizzato da elevata variabilità e imprevedibilità, l’applicazione rigida di tali principi potrebbe non essere altrettanto efficace e persino controproducente. Per comprendere meglio i limiti di un approccio eccessivamente meccanicistico al management, è utile approfondire le teorie sulla complessità organizzativa e il pensiero sistemico, esplorando autori come Edgar Morin e Peter Senge.2. Misurare per Guidare: Indicatori, Produttività e Incontri Manageriali
Per far funzionare bene un’azienda, è molto importante usare degli indicatori giusti per controllare quello che succede e decidere cosa fare. Questi indicatori ci dicono come sta andando l’azienda in diversi aspetti, come ad esempio quanto vendiamo, quante materie prime abbiamo in magazzino, o se i prodotti sono di buona qualità. Grazie a questi indicatori, possiamo capire subito se qualcosa non va e risolvere i problemi prima che diventino grandi. Immagina l’azienda come una scatola chiusa: gli indicatori sono come delle finestre che ci permettono di guardare dentro e vedere cosa succederà in futuro.Come misurare la produttività
La produttività si calcola mettendo a confronto quello che produciamo con il lavoro che ci serve per produrlo. Per aumentare la produttività, possiamo fare le cose più velocemente oppure usare meglio le capacità dei manager. Un manager bravo può fare azioni che hanno un grande impatto sull’azienda, anche se sembrano piccole. Ad esempio, se un manager prende una decisione che aiuta molti dipendenti a lavorare meglio, quella è un’azione ad alta “leva”, cioè con un grande effetto. Anche far fare dei compiti ad altri, se fatto bene, è un modo per aumentare la produttività.L’importanza degli incontri di lavoro
Il lavoro di un manager si svolge soprattutto durante gli incontri con le persone. Ci sono due tipi principali di incontri: quelli per controllare come vanno le cose e quelli per risolvere problemi specifici. Gli incontri per controllare come vanno le cose servono per parlare con i collaboratori uno alla volta, per fare riunioni con tutto il gruppo di lavoro e per controllare che le attività stiano andando secondo i piani. Questi incontri sono utili per scambiarci informazioni e per imparare gli uni dagli altri. Gli incontri per risolvere problemi specifici, invece, servono per prendere decisioni importanti. Per fare in modo che gli incontri siano efficaci, è fondamentale prepararli bene, essere precisi e avere degli obiettivi chiari. Soprattutto negli incontri per risolvere problemi, il capo deve essere bravo a guidare la discussione e fare in modo che si arrivi a delle soluzioni concrete. In conclusione, per lavorare meglio e aumentare la produttività, è importante usare degli indicatori per tenere tutto sotto controllo e gestire bene il tempo e gli incontri, proprio come si fa in una fabbrica.Ma siamo sicuri che paragonare un’azienda complessa a una “scatola chiusa” e la gestione aziendale al controllo di una “fabbrica” non sia una visione pericolosamente semplicistica e obsoleta?
Il capitolo presenta una visione della gestione aziendale che, pur riconoscendo l’importanza di indicatori e incontri, rischia di ridurre la complessità organizzativa a un modello meccanicistico e lineare, tipico della produzione industriale novecentesca. Questa analogia, se portata all’estremo, potrebbe oscurare aspetti cruciali come la creatività, l’innovazione, la gestione delle risorse umane in contesti non ripetitivi, e l’adattabilità a mercati dinamici. Per una comprensione più sfumata e attuale, sarebbe utile esplorare le teorie di autori come Peter Drucker, che hanno evidenziato la natura sempre più “knowledge-based” delle organizzazioni moderne, e le sfide gestionali che ne derivano.3. L’Arte di Scalare: Decisioni, Pianificazione ed Equilibrio Organizzativo
L’importanza delle decisioni nel management
Nel lavoro di un manager, prendere decisioni è fondamentale. Si tratta di un’attività che occupa molto tempo, dalle scelte più importanti a quelle di tutti i giorni. Oggi, la tecnologia cambia velocemente e questo crea una differenza tra il potere che deriva dalla posizione che si occupa in azienda e il potere che viene dalla conoscenza specifica di un argomento. Per prendere decisioni nel modo migliore, è utile seguire un modello con diverse fasi: prima si discute apertamente, poi si arriva a una decisione chiara e infine tutti devono sostenere la scelta fatta, anche se non sono d’accordo al 100%. Un principio importante è che le decisioni devono essere prese da chi ha le competenze giuste e si trova più vicino al problema, perché conosce meglio la situazione.Superare gli ostacoli nel processo decisionale
A volte, però, ci sono degli ostacoli che rendono difficile prendere decisioni. Uno di questi è la paura di dire la propria opinione quando è diversa da quella degli altri, la cosiddetta “sindrome del gruppo di pari”. Per superare questa paura, è importante avere fiducia in sé stessi e capire che sbagliare non è un dramma. Se non si riesce a trovare un accordo, la persona con più autorità deve prendere la decisione finale, dopo aver ascoltato tutti i punti di vista. Per rendere tutto più semplice ed efficace, è utile stabilire in anticipo alcuni punti: cosa bisogna decidere, quando, chi decide, chi deve essere consultato, chi deve approvare la decisione e chi deve essere informato.La pianificazione come strumento quotidiano
Pianificare è un’attività di tutti i giorni molto importante, un po’ come organizzare la produzione in una fabbrica. Quando si pianifica, si guarda quanta “domanda” c’è, cioè quanto lavoro c’è da fare, si capisce quante risorse si hanno a disposizione e poi si cerca di fare in modo che le due cose combacino. Una pianificazione efficace serve soprattutto a risolvere i problemi prima che diventino troppo grandi. Un sistema utile per pianificare è il “Management by Objectives” (MBO), che aiuta a concentrarsi sugli obiettivi da raggiungere in poco tempo. Con questo sistema, si definisce in modo chiaro cosa si vuole ottenere e come si farà a capire se si sta andando nella direzione giusta, usando dei risultati chiave che devono essere specifici e misurabili.Centralizzazione e decentralizzazione nelle aziende in crescita
Quando un’azienda cresce e si espande aprendo nuove sedi o dando il marchio in franchising, si presenta una scelta importante: centralizzare o decentralizzare alcune attività. Se si decide di centralizzare alcune funzioni, come gli acquisti o il controllo della qualità, si possono avere dei vantaggi, come spendere meno e avere una qualità più uniforme. D’altra parte, se si sceglie di decentralizzare, dando più autonomia ai singoli negozi o sedi, si riesce ad adattarsi meglio alle esigenze del posto e a essere più efficienti. Per un’azienda che cresce, è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra centralizzazione e decentralizzazione per gestire al meglio la sua rete e continuare ad avere successo nel tempo.È davvero sufficiente “ascoltare attentamente” e “cercare soluzioni” per trattenere un dipendente valido, o questa visione idealistica ignora le complesse dinamiche di potere e le reali motivazioni che spingono un individuo a cambiare lavoro?
Il capitolo presenta un approccio forse troppo semplicistico alla gestione delle dimissioni. Concentrarsi solo sull’ascolto e sulla ricerca di soluzioni interne potrebbe non considerare fattori esterni o motivazioni profonde del dipendente. Per una visione più critica e realistica, sarebbe utile esplorare la sociologia del lavoro e le teorie sulla motivazione, magari leggendo autori come Edgar Schein per comprendere meglio la cultura organizzativa e le dinamiche umane sul posto di lavoro.7. Azioni Concrete per l’Efficacia Manageriale
Per un manager, diventare più efficace significa mettere in pratica azioni precise e mirate. Queste azioni servono a migliorare sia come si produce, sia come si gestiscono le attività operative.Migliorare la produzione
Per migliorare la produzione, è molto importante capire quali operazioni seguono i modelli di produzione di processo, assemblaggio e test. Analizzare il flusso di lavoro, cercando di trovare il passaggio più lento, aiuta a migliorare tutto il processo.Controllare la qualità è fondamentale, e ci sono diversi momenti per farlo: quando si ricevono i materiali, durante la produzione e alla fine. Bisogna decidere se il controllo deve essere solo un monitoraggio o un blocco del processo, a seconda di cosa serve.Usare indicatori di performance, sia numeri che giudizi sulla qualità, e metterli nelle attività di tutti i giorni e nelle riunioni, permette di misurare i risultati in modo chiaro. Infine, la strategia dell’azienda, che è la cosa più importante, deve essere sempre valutata in base a quello che succede intorno e agli obiettivi che si vogliono raggiungere.Ottimizzare le attività operative
Per quanto riguarda le attività operative, la prima cosa da fare è rendere più semplici i compiti ripetitivi e che richiedono molto tempo. È essenziale definire in modo chiaro quali sono i risultati che l’azienda vuole ottenere e controllare come vengono raccolte le informazioni, per capire se il sistema funziona bene.Un’altra azione utile è il “tour”, cioè andare direttamente sul campo a osservare cosa succede. Questo permette di capire meglio come funzionano le cose. Quando si delega un compito, è importante controllare in modo organizzato che venga svolto correttamente, usando indicatori chiari e verifiche periodiche.Gestire il tempo e le priorità
Per gestire meglio il tempo, si può creare una lista di progetti che si possono fare quando si ha tempo libero. Organizzare incontri individuali con i collaboratori aiuta a capire le loro esigenze e a coordinare il lavoro.Nella pianificazione settimanale, è importante dedicare più tempo alle attività che hanno un grande impatto (alta leva operativa) e meno a quelle che ne hanno uno piccolo (bassa leva). È utile anche prevedere quanto tempo dedicare alle riunioni, distinguendo tra quelle che servono a migliorare i processi e quelle per raggiungere gli obiettivi principali.Definire obiettivi e valutare le persone
Fissare obiettivi ogni tre mesi, con risultati chiave da raggiungere, e chiedere ai collaboratori di fare lo stesso, aiuta aRemo tutti a lavorare nella stessa direzione. È importante anche gestire le decisioni in sospeso in modo sistematico.Per capire se le persone sono motivate, si può usare la scala di Maslow, che aiuta a capire i bisogni delle persone. Definire indicatori di performance per ogni collaboratore, analizzare i feedback ricevuti e dati, e valutare quanto sono “maturi” i collaboratori in base al tipo di gestione adottato, sono azioni fondamentali per far crescere il team e migliorare sempre.Ma è davvero sufficiente elencare una serie di “azioni concrete” per affrontare la complessità dell’efficacia manageriale, o rischiamo di semplificare eccessivamente un campo che richiede ben più di una lista di controllo?
Il capitolo sembra suggerire che l’efficacia manageriale possa essere raggiunta attraverso una serie di passaggi predefiniti e azioni pratiche. Tuttavia, questa visione rischia di trascurare la natura intrinsecamente complessa e dinamica delle organizzazioni e del comportamento umano. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire discipline come la teoria organizzativa e la psicologia del lavoro, studiando autori come Chris Argyris per comprendere le dinamiche organizzative complesse e Daniel Kahneman per le trappole cognitive nel processo decisionale manageriale.Abbiamo riassunto il possibile
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