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Informazioni
“Madri d’oriente fra tradizione e dissenso” di Leila Ferrara è un libro che ti porta a scoprire quanto sia complessa e sfaccettata la figura della madre in diverse culture orientali, soprattutto nel mondo arabo e in Iran, ma anche in India e in contesti storici vari. Non è solo la mamma che conosciamo, ma un simbolo potentissimo, a volte di resistenza contro l’occupazione o i governi, come le madri palestinesi, o metafora della patria stessa. Il testo scava a fondo, guardando come la maternità sia vista nella letteratura araba e iraniana, dalle figure che incarnano la lotta popolare a quelle che affrontano sfide personali enormi, tipo l’emigrazione, il patriarcato o tabù come l’aborto. Poi si sposta sul diritto islamico, spiegando come la sharīʿa e il concetto di nasab (lignaggio) definiscano i ruoli, le questioni di fecondazione assistita islamica, o le difficoltà delle madri nubili in Marocco. Non mancano sguardi su figure primordiali come Eva a Gedda o Sita nel Ramayana indiano, mostrando come l’ideale di madre si scontri spesso con la realtà. Il libro ti fa vedere anche come donne marginalizzate, tipo le sopravvissute a conflitti o le prostitute in India, usino i loro corpi e la maternità stessa come forma di dissenso e per reclamare la propria identità, sfidando i tabù sulla sessualità femminile. È un viaggio che ti fa capire quanto la figura materna in oriente sia legata a storia, potere, vita quotidiana e una lotta continua tra aspettative sociali e l’esperienza vissuta delle donne.Riassunto Breve
La figura materna si presenta in modi diversi a seconda del contesto culturale e sociale. Nella letteratura araba e iraniana, la madre è spesso un simbolo di resistenza, sia contro l’occupazione che contro i governi, o rappresenta la patria perduta. Si vedono madri che affrontano la prigione dei figli impegnati nella lotta armata, che attendono il ritorno dalla guerra o che soffrono per l’emigrazione. Accanto a questi ruoli collettivi, emergono anche le sfide personali, come il peso del patriarcato, l’ansia della sterilità o la gestione di situazioni difficili come l’aborto o i figli illegittimi, mostrando un’evoluzione verso ritratti più complessi e umani. Nel diritto islamico, la maternità è rispettata, ma il lignaggio paterno è centrale. Le leggi di famiglia tradizionali assegnano la responsabilità legale al padre, mentre la madre ha compiti di cura e custodia per un periodo limitato. Le tecniche di fecondazione assistita pongono problemi legali, con diverse interpretazioni che tendono a permettere solo quelle omologhe. L’adozione è generalmente vietata. In contesti come il Marocco, le madri nubili e i loro figli affrontano una forte stigmatizzazione sociale e legale, con limitati diritti riconosciuti. Le figure primordiali e mitologiche mostrano altre sfaccettature. La tomba di Eva a Gedda è un esempio di devozione popolare legata all’idea di madre ancestrale, poi demolita. Nell’epica indiana, Sita incarna un ideale di purezza e devozione, sottoposta a prove per dimostrare la sua innocenza, ma la sua figura evidenzia anche le pressioni sociali sull’onore femminile e la difficoltà di conformarsi a un modello irraggiungibile. Nell’induismo, testi normativi definiscono la donna ideale legata alla dipendenza e alla maternità, specialmente di figli maschi, limitando l’autonomia. La psicoanalisi osserva come questa idealizzazione possa creare dinamiche psicologiche complesse. Nel buddhismo, la madre naturale è a volte minimizzata per facilitare la rinuncia ai legami familiari, visti come ostacoli al percorso spirituale. La realtà delle donne in contesti di conflitto o marginalità spesso sfida queste rappresentazioni. Donne sopravvissute a guerre o che lavorano in quartieri a luci rosse vivono la maternità in modi che contrastano con gli ideali sociali, usando i loro corpi e le loro vite per resistere allo stigma, riappropriarsi della loro identità o garantire la sopravvivenza dei figli. Il corpo femminile, in particolare la vagina, diventa un luogo di tabù sociali, ma anche di potenziale dissenso e liberazione, come mostrato in adattamenti teatrali che rompono il silenzio sulla sessualità e la violenza, affermando la maternità come una delle possibilità del corpo femminile, non l’unica. La storia generale include lo studio delle condizioni femminili nel passato, mostrando come le esperienze delle donne siano parte integrante della comprensione delle società e delle loro dinamiche di potere, vita quotidiana e interazioni culturali.Riassunto Lungo
1. Volti di Madre: Impegno e Sfide nella Letteratura Araba e Iraniana
Nella letteratura araba e iraniana, la figura della madre assume un ruolo che va oltre quello tradizionale, legandosi spesso a temi di impegno sociale e politico. Nella letteratura araba contemporanea, la madre diventa un potente simbolo di resistenza contro l’occupazione e i governi oppressivi, o rappresenta la patria perduta. Incarna la lotta popolare e la solidarietà, specialmente tra le persone più povere. Un esempio significativo è Umm Saad nella letteratura palestinese, una contadina che, nonostante il figlio sia in prigione, prova orgoglio per il suo coinvolgimento nella resistenza armata, vista come la sola via verso la libertà. Molte altre madri palestinesi, dopo aver vissuto esperienze dolorose e traumatiche, arrivano alla stessa difficile conclusione.Le Madri nel Maghreb e le Sfide della Guerra e dell’Emigrazione
Nel Maghreb, la madre continua a simboleggiare la patria ferita o la resistenza, pur mantenendo il suo ruolo fondamentale di protezione della famiglia. L’attesa angosciante del ritorno dei figli dalla guerra è un tema ricorrente, che mette in luce l’assurdità dei conflitti e il profondo dolore che colpiscono le famiglie. Questa sofferenza si manifesta nell’attesa fuori dalle carceri per i figli imprigionati per motivi politici o nell’assistenza impotente alle conseguenze devastanti della guerra, come la malnutrizione dei bambini. L’emigrazione verso i paesi occidentali presenta un’altra serie di sfide per le madri, portando con sé sentimenti di nostalgia, smarrimento e difficoltà di adattamento in un nuovo contesto culturale. Queste narrazioni mostrano la complessità della vita delle donne arabe di fronte a grandi sconvolgimenti sociali e politici.L’Evoluzione della Figura Materna nella Letteratura Iraniana
Parallelamente, anche nella letteratura iraniana la figura materna ha subito una notevole evoluzione. Inizialmente, durante il movimento costituzionale, la madre era vista principalmente come colei che educava i futuri cittadini moderni, legandosi così all’idea di patria. Nel periodo Pahlavi, questo modello si è trasformato nella “donna patriottica”, incoraggiata a contribuire alla nazione anche al di fuori delle mura domestiche. Tuttavia, in questo periodo, iniziano ad emergere anche le narrazioni delle ingiustizie sociali che pesano in modo particolare sulle madri. Scrittrici importanti come Forugh Farrokhzād hanno esplorato a fondo il conflitto interiore tra il desiderio di realizzazione personale o artistica e le aspettative legate ai ruoli tradizionali di madre e moglie.Le Difficoltà della Maternità e i Temi Delicati
Le autrici più recenti approfondiscono ulteriormente le molteplici difficoltà della maternità nel contesto iraniano. Affrontano apertamente il peso opprimente del sistema patriarcale, l’ansia e il dolore legati alla sterilità, o le sfide di crescere figli in ambienti sociali ed economici difficili. La letteratura più contemporanea non esita a presentare madri che si confrontano con temi considerati delicati, come l’aborto o la gestione di figli illegittimi, mostrando la complessità e le debolezze umane in modo più realistico. In certi casi, la madre rappresenta un legame forte con le radici storiche e culturali del paese, un legame che a volte viene messo in discussione o rinnegato dai figli che scelgono di emigrare.I Ritratti nel Nuovo Millennio
Con l’arrivo del nuovo millennio, i ritratti delle madri si fanno ancora più vari e sfaccettati. Troviamo madri capaci di maggiore apertura, pronte ad accettare e supportare le scelte di vita non tradizionali dei propri figli. Allo stesso tempo, emergono figure di madri devastate dalla perdita dei figli che hanno tentato la pericolosa traversata del mare in cerca di un futuro migliore altrove. Queste rappresentazioni finali mostrano una figura materna che continua a evolversi, riflettendo non solo le grandi lotte collettive, ma anche le profonde sfide personali e sociali che le donne affrontano quotidianamente.Ma questa figura materna, così potente simbolo di resistenza e patria, non rischia forse di essere ridotta a mera allegoria, trascurando la sua complessa e a volte contraddittoria umanità?
Il capitolo offre un quadro interessante, ma l’enfasi sul ruolo simbolico della madre come incarnazione della resistenza o della patria potrebbe non rendere giustizia alla ricchezza e alle sfumature delle esperienze individuali. Per comprendere appieno la figura materna in queste letterature, sarebbe utile esplorare studi critici che analizzino le dimensioni psicologiche e personali della maternità, al di là delle grandi narrazioni collettive. Approfondire l’opera di autrici come Forugh Farrokhzād, già citata nel capitolo, o di altre scrittrici che hanno esplorato le complessità del ruolo femminile e materno in contesti sociali e politici difficili, può offrire prospettive più articolate.2. Maternità, Legge e Lignaggio nel Contesto Islamico
La maternità ha un’importanza centrale nella cultura e nel diritto islamico. Si deve un rispetto particolare alla madre per le fatiche della gravidanza e dell’allattamento. La legge islamica, chiamata sharīʿa, regola i rapporti tra genitori e figli e influenza ancora oggi le leggi di molti paesi. Un concetto fondamentale è quello di lignaggio, o nasab, soprattutto quello che lega il figlio al padre.Un tempo, la donna era vista come una sorta di “terreno” per la generazione maschile. Se il marito non poteva avere figli, questo non era motivo per annullare il matrimonio. Invece, se la moglie era sterile, il marito poteva sciogliere il legame o prendere altre mogli. La legge islamica vieta l’adozione formale (tabannī). Questo divieto rafforza l’idea che la famiglia si basi sul legame di sangue naturale e sul nasab paterno.Fecondazione Assistita e Lignaggio
Le tecniche moderne per aiutare la fecondazione hanno sollevato nuove questioni riguardo al nasab. La maggior parte dei giuristi sunniti, basandosi su pareri legali chiamati fatāwa, tende a non permettere le tecniche che usano donatori esterni alla coppia sposata. Considerano queste pratiche simili a rapporti sessuali non leciti (zinā). Permettono solo le tecniche che usano lo sperma del marito e l’ovulo della moglie. La maternità surrogata è generalmente proibita, anche se alcuni studiosi la ammettono tra mogli dello stesso uomo, paragonando la madre surrogata a una balia. Secondo la tradizione, la madre di un bambino è colei che lo partorisce.La visione sciita è differente. Non considerano le tecniche assistite che non implicano contatto fisico diretto come zinā. Questo li porta ad ammettere, almeno in teoria, sia la fecondazione con i gameti della coppia (omologa) sia quella con donatori esterni (eterologa). Per gli sciiti, la filiazione è vista come un legame che riguarda sia la madre che il padre (nasab materno e paterno). Se c’è donazione di ovuli, la madre legale è chi ha fornito l’ovulo, perché i gameti sono considerati ugualmente importanti. La donazione di seme da un estraneo è spesso vista come non permessa per le incertezze che crea sullo stato legale del figlio. In Iran, la donazione di embrioni è regolamentata, ma ci sono ancora questioni aperte sull’eredità che non sono completamente risolte, anche se la legge prevede riservatezza. La maternità surrogata non è regolamentata in Iran, ma alcuni giuristi la ammettono, vedendo la madre surrogata come una balia.Ruoli e Doveri dei Genitori
Nelle leggi sulla famiglia della maggior parte dei paesi islamici, la responsabilità legale principale, chiamata wilāya, è data al padre. La madre ha il compito di prendersi cura dei figli (ḥaḍāna), di accudirli e di educarli. Le decisioni importanti e la gestione dei beni spettano al padre. Il periodo in cui la madre ha la custodia termina quando il bambino non ha più bisogno delle cure specifiche di una donna; l’età esatta cambia da paese a paese. Negli ultimi anni, alcune riforme hanno cercato di estendere il periodo di custodia materna e, in certi casi, di dare alla madre la tutela legale se il padre non è presente. L’obbligo di mantenere economicamente i figli (nafaqa) spetta per tradizione al padre. Tuttavia, se il padre è assente o non ha mezzi, questo dovere può ricadere sulla madre. Entrambi i genitori hanno il diritto di essere rispettati dai figli e, se si trovano in difficoltà, di essere mantenuti da loro.Il Caso del Marocco: Maternità Fuori dal Matrimonio
In Marocco, avere un figlio fuori dal matrimonio è un forte tabù sociale e legale. Nonostante ci siano state riforme nella Costituzione e nel Codice di Famiglia (Mudawwana) che riconoscono pari diritti a tutti i bambini, la legge e la società spesso discriminano le madri non sposate e i loro figli. L’articolo 490 del Codice Penale criminalizza i rapporti sessuali fuori dal matrimonio. La legge stabilisce la filiazione paterna (nasab) solo all’interno del matrimonio. Questo priva i bambini nati fuori dal matrimonio di diritti fondamentali, come il cognome del padre, l’eredità e il mantenimento economico. Anche se una madre non sposata può registrare il figlio, spesso ha paura di subire sanzioni penali. Questa forte stigmatizzazione porta all’abbandono di molti bambini, un fenomeno diffuso in Marocco. Il sistema della kafāla offre una forma di protezione per questi bambini, ma non sostituisce l’adozione, che è vietata. Per risolvere questa situazione, serve un cambiamento profondo sia nelle leggi che nella mentalità della società, per colmare il divario tra quello che è scritto nella legge e quello che succede nella pratica.Come si concilia l’enorme rispetto attribuito alla maternità nel diritto islamico con la criminalizzazione delle madri non sposate e la negazione dei diritti fondamentali ai loro figli, come illustrato nel capitolo?
Il capitolo presenta una complessa dicotomia tra l’importanza teorica della maternità e le realtà legali e sociali che limitano i diritti delle madri e dei loro figli al di fuori del matrimonio. Questa tensione, particolarmente evidente nel caso del Marocco, solleva interrogativi sulla coerenza interna del sistema legale e sull’applicazione pratica dei principi. Per approfondire questa apparente contraddizione, è essenziale studiare il diritto islamico della famiglia, analizzando le interpretazioni classiche e moderne del concetto di nasab, le diverse posizioni sul zinā e le riforme legislative in atto nei vari paesi. È inoltre utile considerare le prospettive della sociologia del diritto e degli studi di genere nel mondo islamico. Autori come Abdullahi Ahmed An-Na’im o Leila Ahmed offrono spunti critici sulle sfide poste dall’interazione tra tradizione, legge e diritti umani.3. Figure Primordiali tra Devozione e Narrazione
Nell’Ottocento, i diari di pellegrinaggio persiani descrivono la visita a un luogo speciale a Gedda, considerato la tomba di Eva, la Madre degli umani. Questo luogo di devozione popolare non rientrava nelle pratiche religiose ufficiali. I pellegrini raggiungevano Gedda via mare e visitavano questo cimitero situato fuori dalla città. Le descrizioni della tomba variano notevolmente tra i diversi racconti dei viaggiatori, sia per quanto riguarda le dimensioni, che vengono riportate in misure diverse come passi o cubiti, sia per la sua struttura, descritta a volte con una, due o tre cupole, o semplicemente come muri paralleli. Alcuni viaggiatori notano e criticano la presenza di altre sepolture, inclusa quella di un governatore ottomano, all’interno o sopra il presunto sepolcro di Eva.La Tomba di Eva a Gedda
La tradizione popolare lega il nome della città, Gedda (Jeddah), alla parola araba che significa “antenata” (Jadda), rafforzando l’idea che fosse il luogo di sepoltura di Eva. Tuttavia, gli studi sull’origine delle parole associano il nome a termini che significano “via” o “itinerario”. Fonti storiche musulmane risalenti al Medioevo, come quelle di al-Tabari e al-Mas’udi, raccontano che Eva si stabilì a Gedda dopo essere stata cacciata dal Paradiso, mentre Adamo si trovava in un altro luogo; i due si sarebbero poi incontrati ad Arafat. Diversi viaggiatori medievali menzionano questa tomba, descrivendola con una cupola o un recinto, a volte in stato di rovina. Anche viaggiatori europei del Settecento e Ottocento, come Henry Rooke e Richard Burton, confermano l’esistenza e la venerazione di questo luogo, notando le sue dimensioni insolite. Purtroppo, la tomba fu distrutta dai wahhabiti nel 1928.Sita nell’Epica Indiana
Parallelamente, l’antica epica indiana del Ramayana racconta la storia di Sita, figura centrale e sposa di Rama. Nella versione più conosciuta, attribuita a Valmiki, Sita non nasce da una donna ma emerge direttamente dalla Terra. Sita sceglie di seguire Rama nel suo esilio nella foresta, dove viene rapita dal potente demone Ravana. Dopo che Rama riesce a liberarla sconfiggendo Ravana, Sita viene purtroppo messa in discussione e ripudiata dal marito a causa dei sospetti sulla sua purezza, dovuti al tempo trascorso in prigionia. Per dimostrare la sua innocenza, Sita affronta una prova del fuoco, che supera indenne, ma nonostante ciò, viene esiliata di nuovo.Le Prove e il Destino di Sita
Nella foresta, Sita dà alla luce i figli gemelli di Rama, Lava e Kusa, che vengono cresciuti e educati dall’asceta Valmiki. La storia di Sita culmina con una prova finale della sua innocenza: chiede alla Madre Terra di accoglierla nuovamente, e la Terra si apre per prenderla, sottraendola così al mondo degli uomini. Le diverse versioni del Ramayana spesso aggiungono o modificano dettagli per sottolineare e rafforzare l’innocenza di Sita, narrando ad esempio che Ravana non potesse fisicamente toccarla o che avesse rapito solo un suo riflesso. Questi adattamenti riflettono le preoccupazioni sociali legate all’onore e alla reputazione femminile. Altri personaggi femminili nel poema, come l’ancella Manthara o la demonessa Surpanakha, sono descritte in modo negativo, ma alcune versioni aggiungono elementi legati alla maternità o alla sofferenza per offrire una spiegazione o attenuare la loro malvagità. La figura di Sita, sebbene presentata come un modello di virtù e purezza, rappresenta un ideale femminile estremamente difficile da raggiungere, creando così tensioni sociali e psicologiche per le donne che non riescono a conformarsi a questo standard.Se davvero esisteva un’antica ‘apertura’ sulla sessualità in India, come si è arrivati all’attuale rigidità, e quali forze storiche hanno imposto i tabù che il capitolo descrive?
Il capitolo giustamente sottolinea la contraddizione tra un’antica ‘apertura’ e i tabù moderni, ma non spiega come si sia arrivati a questa rigidità. Manca un’analisi delle forze storiche, sociali e politiche che hanno plasmato l’attuale contesto e imposto i tabù che lo spettacolo sfida. Per colmare questa lacuna, è essenziale approfondire la storia sociale dell’India, l’impatto del colonialismo e le dinamiche del nazionalismo indiano, consultando autori che si sono dedicati a questi temi e alla storia della sessualità nel subcontinente.7. Uno sguardo sulla storia: Popoli, poteri e vita quotidiana
Le strutture di potere sono centrali nella storia, con un focus su figure come imperatori bizantini, re francesi che osano sfidare il potere papale, e zar russi che plasmano vasti imperi. Accanto al potere politico, vengono analizzate le dinamiche militari. Si descrivono battaglie su vasta scala e strategie navali, come quelle messe in atto dai veneziani per dominare i mari. Eventi drammatici come il sacco di Costantinopoli rivelano le conseguenze spesso violente degli scontri tra poteri.Società, Economia e Vita Quotidiana
La vita sociale viene indagata attraverso le sue tensioni interne. Vengono descritti scioperi e rivolte che scuotono le città, le difficili condizioni di lavoro e la diffusa povertà che affliggeva ampie fasce della popolazione. Si guarda con attenzione alla posizione delle donne, specialmente nel contesto del Medioevo, e al loro ruolo nella società. Vengono considerate le risposte istituzionali alla povertà e le pratiche economiche che regolano il commercio e l’uso della moneta, elementi fondamentali per la vita quotidiana. Aspetti della vita di tutti i giorni vengono esaminati in dettaglio, scoprendo come si vestivano le persone, cosa mangiavano e quali sfide dovevano affrontare, incluse le devastanti epidemie come la peste.Cultura e Religione
La vita intellettuale e religiosa è un altro aspetto cruciale. Vengono studiate le scuole e i luoghi dove il sapere veniva trasmesso e dibattuto. Si analizzano testi prodotti dall’Inquisizione, si esplorano le credenze popolari che animavano la vita spirituale delle persone e si osservano le complesse interazioni tra fedi diverse che convivevano o entravano in conflitto.Viaggi e Interazioni Globali
Le relazioni tra popoli e culture diverse sono fondamentali per comprendere la storia. Si seguono i viaggiatori che, con i loro scritti, documentano culture e luoghi lontani, offrendo uno sguardo sulla Toscana rinascimentale o sulla Cina imperiale. Vengono esaminati gli incontri e i conflitti che hanno caratterizzato i rapporti tra l’Europa, il Medio Oriente e il Nuovo Mondo. Questi scambi e scontri mostrano la complessità delle identità storiche e come le diverse civiltà si sono influenzate e trasformate a vicenda nel corso del tempo.Questo capitolo offre una semplice rassegna di fenomeni o una vera e propria chiave di lettura per comprendere la storia?
Il capitolo, pur toccando argomenti cruciali come potere, società e cultura, sembra limitarsi a una giustapposizione di temi senza esplicitare il filo conduttore o la tesi che li lega. Per superare questa frammentazione e capire come questi elementi interagiscano e si trasformino nel tempo, è fondamentale approfondire le diverse metodologie storiografiche. Autori come Fernand Braudel o Eric Hobsbawm offrono esempi di come si possano costruire narrazioni storiche che integrino aspetti politici, sociali ed economici in un quadro interpretativo coerente.Abbiamo riassunto il possibile
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