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Contenuti del libro
Informazioni
“L’uomo delinquente” di Cesare Lombroso ti porta dentro la mente e il corpo di chi commette crimini, guardando al delitto non solo come un problema sociale ma come qualcosa che ha radici profonde nella natura e nell’individuo stesso. Lombroso, con la sua antropologia criminale, esplora l’idea del delinquente nato, un tipo di persona che, secondo lui, presenta specifici segni fisici criminali e tratti psicologici che richiamano forme primitive, un concetto che chiama atavismo. Il libro analizza come caratteristiche anatomiche, fisiologiche e psicologiche, come l’insensibilità morale o l’impulsività, si leghino al comportamento criminale. Viene esplorata anche la stretta connessione tra epilessia e crimine e la follia morale. Non si ferma al solo delinquente nato, ma descrive anche altri tipi come i criminaloidi o quelli d’impeto, esaminando le molteplici cause del crimine, dal clima all’ereditarietà. Critica il tradizionale sistema penale e il carcere, spesso inefficaci contro la recidiva, e propone nuove vie per la prevenzione criminale basate sulla comprensione scientifica del fenomeno. È un viaggio affascinante e controverso nelle origini del male, visto attraverso gli occhi di uno scienziato dell’Ottocento.Riassunto Breve
Il comportamento considerato criminale nelle società umane trova manifestazioni simili in natura, negli animali e nelle società primitive, dove atti come l’omicidio o il furto non sono visti come delitti morali ma come azioni naturali o necessarie, spesso legati a istinti, sopravvivenza o tradizioni. La nozione di delitto e pena si evolve nel tempo, passando dalla vendetta personale o di gruppo alla punizione regolamentata, con l’emergere della proprietà e dell’autorità. Nei criminali, specialmente quelli abituali, si osservano spesso differenze fisiche e anatomiche rispetto agli individui non criminali, come variazioni nella struttura del cranio e del cervello, anomalie corporee e caratteristiche che richiamano forme primitive, interpretate come segni di atavismo o arresto dello sviluppo. A livello psicologico, spicca una marcata insensibilità morale, indifferenza verso gli altri, impulsività, vanità e mancanza di rimorso, tratti che mostrano somiglianze con quelli osservati nei popoli primitivi e in certi individui affetti da malattie mentali. Il tatuaggio è diffuso, così come una ridotta sensibilità al dolore e anomalie sensoriali. L’intelligenza può essere irregolare, con pigrizia ma anche astuzia e originalità, manifestata nel linguaggio (gergo) e nella comunicazione non verbale. Esiste una stretta relazione tra criminalità, pazzia morale ed epilessia, condizioni che presentano spesso caratteristiche fisiche e psicologiche sovrapposte, suggerendo una base organica e congenita per la tendenza al crimine, legata a fattori ereditari e a un possibile arresto dello sviluppo dei centri psichici superiori. Accanto al criminale nato, esistono delinquenti d’impeto o passione, spinti da impulsi improvvisi e spesso con fisionomia normale, che provano rimorso dopo l’atto. I delinquenti pazzi, con disturbi mentali preesistenti, costituiscono una parte significativa della popolazione carceraria. Il comportamento criminale si manifesta anche in criminaloidi, influenzati principalmente da circostanze esterne, e pseudo-criminali, le cui azioni sono reati solo legalmente. Il delitto non ha una causa unica, ma dipende da una combinazione di fattori, tra cui clima, razza, livello di civiltà, condizioni economiche (carestia, ricchezza), alcolismo, istruzione (che cambia la natura del crimine), ereditarietà, età, sesso, professione, ozio, anomalie fisiche, traumi e condizioni sociali/politiche. I sistemi penali tradizionali, come il carcere e l’istruzione carceraria, sono spesso inefficaci nel prevenire la recidiva e possono peggiorare la situazione, favorendo l’imitazione e la formazione di associazioni criminali come mafia e camorra. La giuria e il diritto di grazia mostrano limiti. La difesa sociale richiede un approccio basato sullo studio del delinquente individuale (antropologia criminale) e l’applicazione di “sostitutivi penali”, interventi preventivi che agiscono sulle cause profonde del crimine (economiche, sociali, legislative, scientifiche), piuttosto che sulla sola repressione. Per i diversi tipi di criminali si propongono misure specifiche: pene pecuniarie o libertà vigilata per i reati lievi, manicomi criminali per i malati mentali, e segregazione indeterminata in stabilimenti di lavoro per i criminali nati e abituali, considerati refrattari alla cura. L’identificazione precoce dei soggetti a rischio e un’educazione specializzata fin dalla primissima infanzia sono cruciali per la prevenzione. Lo studio delle caratteristiche fisiche (cranio, viso, corpo, cervello, impronte, tatuaggi) e psicologiche (sensibilità, sonno, sogni, giochi, scrittura) dei delinquenti fornisce elementi per comprendere la loro natura e applicare misure di difesa sociale più efficaci, cercando anche di incanalare le loro energie in attività utili.Riassunto Lungo
1. Le Origini Naturali del Comportamento Criminale
Comportamenti che oggi chiamiamo crimini negli esseri umani si ritrovano in forme simili anche in natura, sia tra le piante che tra gli animali. Alcune piante, come quelle insettivore, mostrano azioni che sembrano agguati e uccisioni per potersi nutrire; questo dipende dalla loro struttura fisica. Negli animali, ci sono comportamenti che ricordano i nostri delitti: uccidono per procurarsi cibo, per imporre il loro dominio, per accoppiarsi (spesso con scontri violenti), per difendersi, o per il bene del gruppo (come fanno le api eliminando i maschi). Si vedono anche casi di animali che mangiano i propri simili, uccidono i piccoli o i genitori, rubano, ingannano, o diventano violenti per vecchiaia, malattie, effetto di sostanze o per l’ambiente in cui vivono. È importante capire che questi atti negli animali non nascono da idee di giusto o sbagliato, ma da istinti, dalla loro biologia, da ciò che hanno ereditato o dalla semplice necessità di sopravvivere.Il Concetto di Crimine nelle Prime Società Umane
Nelle prime società umane, l’idea di cosa fosse un crimine era molto diversa da quella che abbiamo oggi. All’inizio, azioni come uccidere o rubare non erano considerate sbagliate nel senso moderno, ma piuttosto azioni normali o addirittura necessarie per la vita del gruppo. Le lingue di quei tempi non facevano una grande distinzione tra una semplice “azione” e un “delitto”. La vita sessuale era spesso promiscua, il matrimonio come lo conosciamo non esisteva all’inizio, e pratiche come offrire rapporti sessuali agli ospiti o per motivi religiosi erano comuni e accettate. Atti come l’incesto o il rapimento con violenza per l’accoppiamento erano passaggi che portavano gradualmente a forme di unione più stabili nel tempo. Solo più avanti, quando la donna cominciò a essere vista come una proprietà che si poteva acquisire, si diffuse la pratica di avere più mogli (poligamia).Come Erano Visti Omicidio, Furto e Altri Atti
Uccidere un altro essere umano era un evento frequente in queste società antiche. Le ragioni potevano essere la mancanza di cibo e risorse, portando a pratiche come l’aborto, l’uccisione dei neonati o l’abbandono dei vecchi e dei malati. A volte l’omicidio era legato a credenze religiose, come nei sacrifici umani o nei riti funebri. Poteva anche avvenire per rabbia improvvisa, per un semplice desiderio o per guadagnare rispetto e posizione sociale, soprattutto in gruppi abituati alla guerra. Mangiare carne umana, nato inizialmente per pura necessità di sopravvivenza, si trasformò in una pratica legata alla religione, a riti (per credere di acquisire le qualità del nemico mangiato) o semplicemente per piacere. A volte il cannibalismo era usato anche come forma di punizione. Il furto non era sempre considerato un crimine, specialmente nelle tribù dove non esisteva l’idea di proprietà privata, o quando si rubava a persone di altre tribù per vivere o per farsi un nome. Dire bugie, in certi contesti, non era visto negativamente, ma piuttosto come una forma di astuzia o abilità.I Veri Crimini: Tradizioni e Tabù
Nelle società primitive, l’idea di ciò che fosse veramente sbagliato e punibile si concentrava su azioni che rompevano le regole non scritte della comunità. I veri crimini erano le mancanze gravi contro le usanze consolidate, le tradizioni tramandate e le norme religiose, spesso legate a divieti sacri chiamati “tabù”. Era considerato un delitto molto serio anche offendere o non rispettare i capi del gruppo o i sacerdoti, figure che detenevano un’autorità forte e rispettata. Questi individui rappresentavano l’ordine e la connessione con il sacro. Inoltre, c’era una grande resistenza verso chi proponeva idee o comportamenti troppo diversi dal solito; le innovazioni che sembravano minacciare l’equilibrio del gruppo potevano portare chi le proponeva a essere visto e trattato come un colpevole, punito per aver osato cambiare ciò che era sempre stato.Come Nascono e Cambiano le Pene
Le punizioni per chi commetteva un’azione sbagliata in queste società non nascevano da un’idea astratta di giustizia, ma dalla vendetta. Era un dovere per la persona offesa o per il suo gruppo familiare o tribale cercare vendetta. La severità della vendetta dipendeva molto da quanto era grave l’offesa e, soprattutto, dalla posizione sociale di chi aveva subito il torto e di chi lo aveva commesso. Quando nella società iniziarono a emergere figure di capi e si sviluppò l’idea di proprietà privata, i comportamenti contro l’autorità o contro la proprietà altrui diventarono i più puniti, a volte anche più duramente dell’omicidio stesso. Col tempo, la punizione si trasformò da una reazione immediata e spontanea a un qualcosa di più organizzato, diventando un rito stabilito o un duello con regole precise, e questo modo di punire rifletteva sempre di più le differenze tra le classi sociali.È scientificamente corretto definire “crimini” i comportamenti animali, o si tratta di una forzatura antropomorfa che ignora la specificità del fenomeno umano?
Il capitolo parte da un parallelo tra comportamenti animali e crimini umani che, se non adeguatamente contestualizzato, rischia di confondere istinto biologico e costruzione sociale. L’idea stessa di “crimine” nel senso che interessa la criminologia è profondamente legata alle norme, alle leggi e alla morale di una società umana, elementi assenti nel mondo animale. Per approfondire questa distinzione cruciale e capire come nascono le norme sociali e la devianza nell’uomo, è fondamentale esplorare la sociologia, l’antropologia e la filosofia del diritto. Autori come Durkheim, Foucault o studiosi di etologia comparata possono offrire prospettive più articolate.Come si pretende di avviare un’analisi critica in assenza del testo da esaminare?
Il capitolo in questione, non essendo stato fornito, presenta una lacuna fondamentale che impedisce qualsiasi valutazione della sua struttura, delle sue argomentazioni o del suo contesto. Per poter procedere con un esame serio e fornire suggerimenti concreti, è necessario disporre del riassunto completo. Senza il materiale di base, ogni tentativo di analisi risulta vano.2. Caratteri fisici e anatomici dei delinquenti
Nelle persone che commettono reati si possono osservare differenze fisiche e anatomiche rispetto agli altri individui. Il cervello, in particolare, mostra variazioni nel peso e nella conformazione dei solchi cerebrali. A volte, queste caratteristiche ricordano forme considerate primitive. Spesso si riscontrano anche patologie cerebrali, come infiammazioni (meningiti) o problemi vascolari. Queste alterazioni non sempre mostrano segni evidenti mentre la persona è in vita.Caratteristiche del corpo
Le misurazioni del corpo rivelano altre differenze. La statura e il peso variano a seconda del reato commesso. Chi si macchia di omicidi o rapine tende a essere più alto e robusto. Ladri e stupratori, invece, sono spesso più minuti. Si osserva anche una maggiore apertura delle braccia rispetto alla norma. Altre anomalie fisiche includono la forma del torace, come il torace a imbuto.Mani, piedi, capelli e volto
Mani e piedi presentano a loro volta delle particolarità. Tra queste, si nota più spesso il piede prensile, capace quasi di afferrare, o il piede piatto. Anche capelli e barba mostrano diversità. Riguardano il colore, lo spessore e l’età in cui compaiono i capelli bianchi o la calvizie, che tende a essere più tardiva rispetto alla media. Le rughe sul viso, infine, appaiono prima e sono più marcate.Interpretazione delle anomalie e il ‘tipo criminale’
Molte di queste caratteristiche fisiche vengono considerate segni di un arresto nello sviluppo o di un richiamo a forme primitive, un fenomeno chiamato atavismo. Tra queste rientrano certe forme del cranio, una mandibola robusta, i seni frontali molto sporgenti e la forma particolare delle orecchie. L’insieme di queste anomalie fisiche contribuisce a definire un vero e proprio ‘tipo criminale’. Questo tipo si riscontra più spesso in chi commette reati abitualmente o molto gravi. La fisionomia associata a questo tipo è talmente riconoscibile da essere rappresentata anche nell’arte e nella cultura popolare. È importante notare che queste anomalie anatomiche e patologiche si trovano con maggiore frequenza nelle persone che commettono reati rispetto a quelle che non ne commettono. In certi casi, la frequenza è maggiore anche rispetto alle persone con disturbi mentali.Su quali basi scientifiche, oggi, regge ancora l’idea di un ‘tipo criminale’ determinato da caratteri fisici?
Il capitolo descrive caratteristiche fisiche e anatomiche associate alla criminalità, richiamando concetti come l’atavismo e definendo un ‘tipo criminale’. È fondamentale notare che queste teorie appartengono a una fase storica specifica della criminologia, ampiamente superata dal consenso scientifico moderno. L’idea che la criminalità sia determinata primariamente da tratti biologici innati e visibili è stata criticata per la sua mancanza di rigore metodologico e per le sue implicazioni sociali. Per comprendere il superamento di queste posizioni, è utile approfondire la storia della criminologia, studiando le opere di Cesare Lombroso per conoscere l’origine di queste idee, ma soprattutto le successive scuole di pensiero (sociologica, psicologica, critica) che hanno dimostrato la complessità dei fattori (sociali, economici, psicologici) che influenzano il comportamento criminale. Discipline come la sociologia della devianza e la psicologia criminale offrono prospettive molto più articolate e basate su evidenze empiriche robuste, distanti dal determinismo biologico del XIX secolo.3. Biologia e Psiche del Criminale Primitivo
Un segno distintivo spesso presente nel criminale primitivo è il tatuaggio. Questa pratica è molto diffusa, specialmente tra chi commette reati più volte, e compare spesso già in giovane età. I disegni scelti raccontano temi di vendetta, oscenità o episodi di vita vissuta, e a volte servono a indicare l’appartenenza a gruppi o a segnare gradi specifici. Il tatuaggio, essendo comune anche nei popoli primitivi, suggerisce un legame con forme di comportamento antiche e una ridotta capacità di sentire il dolore fisico. Queste caratteristiche fisiche si accompagnano a specifici aspetti biologici e fisiologici.Caratteristiche Fisiche e Fisiologiche
Gli esami sul corpo di questi individui indicano un metabolismo che funziona in modo diverso dal normale, con una minore eliminazione di azoto e una maggiore presenza di acido fosforico. La capacità di sentire stimoli esterni è spesso ridotta in generale, e questo vale in particolare per il dolore, il tatto, l’olfatto e il gusto. Questa minore sensibilità contribuisce in modo significativo alla loro notevole capacità di sopportare ferite e traumi fisici. Si osserva anche una maggiore tendenza a usare la mano sinistra (mancinismo) e anomalie nel modo di camminare. Questa ridotta sensibilità al dolore, insieme ad altre peculiarità fisiche, richiama tratti osservati nelle popolazioni considerate primitive, suggerendo un legame con forme di sviluppo più arcaiche.Tratti Psicologici e Comportamentali
Sul piano della mente e del comportamento, spicca una forte mancanza di sensibilità morale. Questo si manifesta con indifferenza verso le sofferenze degli altri e con legami affettivi poco stabili. Le passioni che prevalgono sono spesso legate alla vanità, che può includere anche l’orgoglio per i propri crimini, e un forte desiderio di vendetta. L’incapacità di controllare gli impulsi è un tratto molto evidente. Tendenze comuni includono il gioco d’azzardo e l’abuso di alcol, comportamenti legati alla ricerca di piaceri intensi e immediati. Questi caratteri, specialmente l’insensibilità e l’impulsività, mostrano somiglianze con quelli osservati in popolazioni considerate selvagge e in alcuni individui con malattie mentali. Una manifestazione ulteriore di questa insensibilità e della mancanza dell’istinto che spinge a sopravvivere è la maggiore frequenza del suicidio tra i delinquenti, che avviene spesso nelle prime fasi della detenzione.Questo approccio, che lega il crimine a ‘segni’ fisici e biologici, non è forse stato ampiamente superato dalla scienza moderna?
Il capitolo presenta una visione del crimine fortemente legata a caratteristiche fisiche e biologiche, suggerendo una sorta di determinismo. Tuttavia, questa prospettiva, pur avendo avuto un ruolo storico, è stata oggetto di pesanti critiche e non trova ampio consenso nella scienza contemporanea. Per comprendere meglio i limiti di tale approccio e le visioni attuali, è utile approfondire la storia della criminologia, studiando autori come Cesare Lombroso per capire le origini, ma soprattutto esplorare le moderne prospettive sociologiche, psicologiche e biologiche sul crimine, che considerano l’interazione complessa di molteplici fattori.16. Follia e Sicurezza Sociale
Lo studio delle caratteristiche criminali
La ricerca sulla criminalità cerca di capire le cause dei comportamenti devianti analizzando tratti fisici e psicologici. Questo studio approfondito mira a identificare segni distintivi o caratteristiche associate al comportamento criminale. Si osservano attentamente diverse parti del corpo e funzioni vitali per trovare eventuali anomalie o peculiarità. L’obiettivo è costruire un quadro completo che possa spiegare perché certi individui commettono atti illeciti. Questo approccio scientifico è fondamentale per distinguere le diverse forme di criminalità e le loro possibili origini.Le analisi includono l’esame di numerose caratteristiche:- Anomalie craniche: Come l’osso parietale diviso o specifici aspetti delle ossa lacrimale ed etmoide.
- Denti e arcate mascellari: Incluse le peculiarità dei denti del giudizio.
- Cervello: Dimensioni, forma e confronto con individui sani o malati.
- Anomalie scheletriche e degli arti: Aspetti insoliti dell’omero, delle mani e dei piedi.
- Solchi palmari e impronte digitali: Pattern e caratteristiche uniche.
- Tatuaggi: Il loro significato e la loro presenza.
- Sensibilità: Sia quella generale che quella al dolore.
- Aspetti psicologici: Il sonno, i sogni e i giochi praticati.
I delitti senza causa e i manicomi criminali
Esistono casi di criminalità particolarmente difficili da comprendere, come i delitti commessi senza un motivo apparente. Questi atti atroci, privi di odio, paura o interesse, suggeriscono una possibile condizione di pazzia nell’autore. Un esempio storico di tale incertezza è il caso di Matteo Bergamasco, giustiziato nel 1664 per aver ucciso due guardie senza una ragione chiara, e per il quale si ipotizzò la pazzia. Di fronte a crimini così inspiegabili, i manicomi criminali offrono una soluzione per gestire individui che si trovano in una zona grigia tra sanità mentale e follia. Mettere al sicuro gli autori di tali fatti è visto come l’unica risposta per chi prova orrore sia per i crimini che per i giudizi che ne conseguono. Questa misura, sebbene complessa, contribuisce alla sicurezza della società.Ma davvero possiamo ridurre la complessità del comportamento criminale a semplici ‘anomalie’ fisiche o psicologiche, ignorando decenni di studi su fattori sociali e ambientali?
Il capitolo sembra aderire a un approccio allo studio della criminalità che, pur avendo avuto rilevanza storica, è stato ampiamente superato dalla ricerca contemporanea. Concentrarsi esclusivamente su tratti fisici o psicologici rischia di trascurare le complesse interazioni tra individuo e contesto sociale, economico e culturale che influenzano profondamente il comportamento deviante. Per comprendere meglio i limiti di questa prospettiva e le direzioni attuali della criminologia, è utile approfondire gli studi di sociologia della devianza, psicologia criminale moderna e la storia stessa della criminologia, magari confrontando le idee di figure come Lombroso con quelle di pensatori più recenti che esplorano le determinanti sociali del crimine.Abbiamo riassunto il possibile
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