Contenuti del libro
Informazioni
“Lui, io, noi” di Dori Ghezzi non è solo una biografia, ma un viaggio intimo nelle vite intrecciate di Dori Ghezzi e Fabrizio De André. È un racconto corale, dove le memorie di Dori si fondono con quelle di Fabrizio, svelando il loro legame profondo nato da incontri significativi, come quello al Premio Caravella o nello studio di registrazione, accompagnato dalla musica di “Valzer per un amore”. Dalle radici in campagna all’approdo in Sardegna, all’Agnata, il libro esplora la loro connessione con la natura, le sfide affrontate insieme, inclusa la drammatica esperienza del rapimento in Sardegna, e la forza delle amicizie che hanno segnato la vita di Fabrizio De André. Scopriamo anche come questo libro sia nato dall’incontro tra Fabrizio e due giovani studenti, diventando il luogo dove la memoria Dori Ghezzi prende forma, offrendo uno sguardo autentico sulla vita Fabrizio De André, oltre l’immagine pubblica. Non aspettarti una cronaca fredda, ma un flusso di ricordi, anche i più piccoli, che dipingono un quadro complesso e toccante di due esistenze straordinarie, unite da un amore e una sintonia unici. È un libro che ti fa sentire vicino a loro, capendo come le vite si legano in modi inaspettati.Riassunto Breve
Le vite si intrecciano attraverso incontri che segnano percorsi e connessioni. Un primo incontro significativo tra due figure avviene nel 1969, seguito da altri nel tempo, confermando un legame percepito fin dall’inizio. Parallelamente, l’incontro tra due studenti e una di queste figure nel 1992 porta alla creazione di un libro, dimostrando come eventi apparentemente casuali tessano la trama delle esistenze e portino alla condivisione di memorie. Le radici infantili, segnate dalla guerra e dal contatto con la natura, mostrano parallelismi tra le due vite principali e influenzano scelte future, come il trasferimento in Sardegna. Una figura manifesta una natura ribelle fin da bambino, cercando attenzione e distinguendosi dall’ambiente familiare di successo, mentre l’altra mostra maggiore conformità . La campagna rappresenta un luogo di libertà e ritorno alle origini, un modo per conciliare vita artistica e contatto con la terra. La relazione si basa su profonda sintonia, comunicazione precisa o silenziosa, e un’attitudine all’accoglienza. La musica entra nella vita di una figura quasi per caso, portando a successi e collaborazioni, ma anche alla ricerca di riservatezza nella vita privata, come nel trasferimento in Canada per la nascita di una figlia. Amicizie importanti offrono sostegno e contribuiscono a definire l’immagine pubblica. La comunicazione a distanza, spesso telefonica, lega le persone in momenti cruciali. L’esperienza della prigionia in un bosco, pur essendo un evento traumatico, non definisce le vite, ma porta a riflessioni sulla natura umana, il giudizio, l’empatia e una critica verso le strutture di potere e la condanna pubblica. Si cerca e si trova un senso di connessione e sicurezza anche in circostanze inattese, come nel legame con un cucciolo di tigre. La realtà viene interpretata attraverso segni e coincidenze, una ricerca personale di significato che si scontra con le interpretazioni esterne, spesso distorte dai media o dalle autorità , portando a fraintendimenti e sorveglianza basata su preconcetti errati. La memoria dei momenti vissuti riaffiora spontaneamente, spesso con una sensazione di incompletezza. Il carattere si manifesta nei gesti quotidiani, unendo forza e gentilezza. La perdita di una persona cara altera la percezione del mondo, lasciandolo “dimagrito”. La malattia finale è affrontata con riservatezza e un tentativo di normalità , nonostante la consapevolezza della separazione imminente. Eventi inspiegabili, come lampade che si accendono da sole o rumori che richiamano suoni familiari, si manifestano nella notte, legandosi a riflessioni sulla memoria e sulla presenza.Riassunto Lungo
1. I fili che legano le vite
Le vite intrecciate
La storia di Fabrizio De André si intreccia profondamente con quella di Dori Ghezzi, e viceversa. Le loro vite si raccontano a vicenda, creando un legame forte e visibile. All’inizio, c’è una certa esitazione nel condividere ricordi molto personali, un desiderio di proteggere la propria sfera intima. Tuttavia, questo desiderio si scontra con la voglia di raccontare, di mettere su carta le esperienze vissute. Il risultato è un libro che non è solo una biografia, ma un vero e proprio intreccio di esistenze che sembrano scriversi da sole, pagina dopo pagina.Incontri fondamentali
Gli incontri segnano in modo decisivo il percorso delle vite. Un momento chiave è il primo incontro tra Dori Ghezzi e Fabrizio De André nel 1969. Accade al Premio Caravella, a Genova. Fin da subito, i loro sguardi si incrociano e percepiscono una possibile connessione per il futuro. Questo legame si rafforza in occasioni successive, come in uno studio di registrazione a Milano nel 1974. Lì, la vicinanza fisica conferma l’attrazione già presente. La canzone “Valzer per un amore” diventa la colonna sonora che accompagna l’inizio della loro relazione.Come è nato il libro
Parallelamente, un altro incontro importante avviene nel 1992 tra due studenti universitari, Francesca e Giordano, e Fabrizio De André. Questo incontro nasce da un seminario universitario dedicato alla lingua usata nelle canzoni italiane. Proprio da questo studio, i due studenti decidono di scrivere un libro sull’argomento. Il loro lavoro viene notato e apprezzato. Grazie all’aiuto di Gianni Borgna, riescono a incontrare De André di persona, un passo fondamentale per il loro progetto editoriale.Il valore dei ricordi condivisi
Diversi incontri, alcuni apparentemente casuali, si rivelano essenziali per tessere la trama delle vite e per portare alla creazione del libro stesso. Il libro diventa il luogo dove le memorie e le esperienze vissute trovano spazio e voce. Non è solo la storia di una persona, ma un racconto collettivo. La condivisione dei ricordi, anche quelli più piccoli e intimi, acquista un valore speciale quando viene accolta e riconosciuta da altri. È attraverso questi fili di memoria e incontro che la storia prende forma e significato.Come si passa dall’intreccio intimo di due vite a un libro nato da un seminario universitario?
Il capitolo presenta due origini distinte per la narrazione: da un lato, l’evoluzione del legame tra De André e Ghezzi, descritto quasi come un processo spontaneo (“sembrano scriversi da sole”); dall’altro, l’incontro tra De André e due studenti universitari che, partendo da uno studio linguistico, decidono di scrivere un libro. Il capitolo non chiarisce in modo esauriente il nesso logico e pratico tra questi due filoni. Manca un passaggio che spieghi come l’esperienza vissuta dai protagonisti si traduca concretamente nel progetto editoriale avviato dagli studenti. Per colmare questa lacuna e comprendere meglio le dinamiche che trasformano la vita in racconto scritto, sarebbe utile approfondire gli studi sulla biografia e l’autobiografia, le metodologie dell’oral history per la raccolta e l’elaborazione dei ricordi, e i processi editoriali che portano un’idea a diventare un libro pubblicato. Autori come Alessandro Portelli, che si è occupato ampiamente di storia orale, o studiosi di teoria letteraria focalizzati sui generi non-fiction possono offrire prospettive illuminanti.2. Radici e Approdi
Le vite di due individui presentano parallelismi fin dall’infanzia, radici che affondano in un’epoca segnata da grandi cambiamenti. Entrambi nascono in casa negli anni Quaranta e trascorrono i primi anni sfollati in campagna durante la guerra, uno in Brianza e l’altro in Piemonte. Questa esperienza condivisa, lontani dalle città e immersi in un ambiente naturale, sembra aver lasciato un segno indelebile. Il contatto forzato con la terra e la vita semplice in un periodo così formativo ha probabilmente contribuito a plasmare la loro sensibilità . Non sorprende, quindi, che questa connessione profonda con la natura abbia influenzato le loro scelte future, in particolare quella di trasferirsi in Sardegna, cercando un ritorno a quelle radici.Personalità a confronto
Fabrizio De André, secondogenito, manifesta fin da subito una natura ribelle, in parte come reazione al successo del fratello maggiore e al forte desiderio di distinguersi. Questa differenza di approccio alle norme sociali e familiari si manifesta in modi distinti fin dalla tenera età . Cerca attenzione e sperimenta comportamenti non convenzionali, a volte imbarazzanti per la famiglia, mantenendo nel tempo questa esuberanza e curiosità . L’altra figura, anch’essa secondogenta, mostra invece una maggiore propensione ad accettare le regole stabilite, pur essendo notata fin da bambina da personalità di spicco come Arturo Toscanini e Citto Maselli per le sue qualità uniche.
La famiglia di Fabrizio e la ricerca di libertÃ
La famiglia De André è caratterizzata da un forte senso del dovere e dal raggiungimento di traguardi importanti, come dimostrano il padre Giuseppe, imprenditore e figura pubblica, e il fratello Mauro, avvocato di successo. Questo ambiente stimola Fabrizio, ma lo porta anche a percepire un senso di inadeguatezza rispetto all’ambito artistico che sceglie di seguire. La campagna, dall’infanzia trascorsa a Revignano fino al trasferimento all’Agnata in Sardegna negli anni Settanta, rappresenta per Fabrizio un luogo di autentica libertà e un ritorno alle radici. È un modo per emanciparsi dai vincoli economici e integrare la vita artistica con un contatto concreto e diretto con la terra, abbracciando l’identità di agricoltore.
Un legame speciale
La relazione tra i due individui si sviluppa su una profonda sintonia e una comunicazione che si basa sia su parole precise sia su un silenzio carico di significato. Condividono un’attitudine innata all’accoglienza e all’apertura verso gli altri, un tratto che mantengono saldo anche dopo aver affrontato eventi difficili. Fabrizio, in particolare, dimostra un forte istinto protettivo verso le persone amate, come Dori, cercando di preservarle dalla “mistificazione” legata al mondo artistico, per questo non l’ha mai cantata, volendo mantenerne l’autenticità . Esperienze condivise, come il ritrovamento di un libro di Catullo con appunti personali di Fabrizio, rafforzano ulteriormente il loro legame unico.
L’approdo in Sardegna e il desiderio di continuare
L’infanzia di Fabrizio a Revignano, segnata anche da un episodio di pericolo durante un bombardamento, è vista come un momento cruciale che ne ha plasmato profondamente la personalità e la sua costante ricerca di libertà interiore ed esteriore. La scelta consapevole di vivere in Sardegna e di dedicarsi all’agricoltura rappresenta l’approdo naturale di questa ricerca, permettendogli finalmente di conciliare la sua natura ribelle e anticonformista con la necessità di trovare un proprio spazio autentico nel mondo. La riflessione sulla mancanza di ciò che non potrà più essere porta a considerare un nuovo termine, “emmenalgÃa”, per descrivere quel desiderio struggente e persistente di continuare, nonostante tutto.
Ma siamo sicuri che un’infanzia “segnata” determini in modo così lineare e prevedibile le scelte di vita adulte, come il trasferimento in Sardegna?
Il capitolo stabilisce un legame piuttosto diretto tra le esperienze infantili e le scelte di vita adulte, quasi come se le prime determinassero in modo inevitabile le seconde. Tuttavia, la psicologia dello sviluppo e la sociologia ci insegnano che il percorso umano è ben più complesso e influenzato da una miriade di fattori che interagiscono nel corso dell’intera esistenza. Per approfondire come le esperienze formative si intreccino con la personalità e le decisioni future, senza cadere in semplificazioni deterministiche, sarebbe utile esplorare la psicologia dello sviluppo (si pensi agli studi sull’impatto degli eventi traumatici o dell’ambiente familiare) o la sociologia (per comprendere il contesto storico-sociale più ampio).3. Musica, Amicizie e Conversazioni a Distanza
La carriera musicale prende il via quasi per caso, dopo aver vinto un concorso canoro. Questo successo inatteso apre le porte ai primi provini in radio, segnando l’inizio di un percorso artistico. Dopo un breve periodo come solista, l’incontro e la collaborazione con Wess si rivelano fondamentali, portando a un’epoca di notevole successo e grande visibilità , che supera anche i confini nazionali. Nonostante questo slancio, un’importante opportunità con la prestigiosa casa discografica Motown non si concretizza, forse a causa di dinamiche interne o di decisioni prese in quel momento.La relazione con Fabrizio De André
La relazione con Fabrizio De André si cerca di vivere con grande riservatezza, lontana dagli sguardi insistenti dei media, particolarmente attenti al suo stato civile. Per proteggere la nascita della figlia Luvi e garantire un momento di intimità , si decide di trasferirsi temporaneamente in Canada. Nonostante le difficoltà , un periodo di crisi nella coppia viene superato, anche grazie al sostegno e all’intervento di amici che stanno a cuore a entrambi. L’evento traumatico del rapimento lascia un segno profondo nella famiglia, ma da questa esperienza dolorosa scaturisce anche un impulso creativo che porta a un ritorno alla musica, con una canzone dedicata proprio alla figlia.L’importanza delle amicizie
Le amicizie ricoprono un ruolo davvero centrale nella vita di Fabrizio. Figure come il regista Marco Ferreri e l’attore Paolo Villaggio diventano punti di riferimento fondamentali. Ferreri non è solo un collega, ma offre consigli preziosi e un sostegno sincero, dimostrandosi presente anche nei momenti di decisioni personali molto importanti. Paolo Villaggio, con la sua inconfondibile ironia e il suo spirito, contribuisce a tessere una rete di aneddoti che spesso mescolano il vero con il verosimile, aiutando a definire, in parte, l’immagine pubblica di Fabrizio. Queste relazioni mostrano quanto fosse importante per lui circondarsi di persone fidate e stimolanti.Il filo conduttore della comunicazione
La comunicazione, spesso veicolata attraverso il telefono, emerge come un vero filo conduttore che lega le persone e gli eventi. Le telefonate non sono semplici scambi, ma segnano momenti significativi e intimi: dalla ricerca di un ristorante ancora aperto in compagnia di Marcello Mastroianni, alle conversazioni profonde e piene di significato tra Fabrizio e Marco Ferreri, fino all’episodio dal forte valore simbolico del telefono cellulare seppellito. Questa costante ricerca di contatto e scambio riflette una profonda curiosità verso gli altri, vista quasi come una forma di amore. Si comprende come le vere amicizie non si nutrano di attese o richieste non espresse, ma si fondino sulla presenza autentica e sulla capacità di ascolto reciproco. In questo contesto, la voce diventa un veicolo potente, capace di portare con sé il peso e la ricchezza delle esperienze vissute.Se l’interpretazione dei “segni” politici da parte delle autorità negli anni Settanta era così “sbagliata e superficiale” da non impedire eventi gravi, su quali basi possiamo fidarci di qualsiasi interpretazione di fenomeni sociali complessi?
Il capitolo evidenzia giustamente come l’interpretazione dei segni, specialmente in contesti delicati come quello politico o sociale, possa essere fallace e portare a conseguenze negative, citando l’esempio della sorveglianza negli anni Settanta. Questo solleva un interrogativo fondamentale sulla validità e l’affidabilità dell’interpretazione stessa. Se l’autorità , con i suoi strumenti, può fraintendere così gravemente i “segni” al punto da non prevenire eventi critici, come possiamo sperare di interpretare correttamente la complessa realtà che ci circonda, sia a livello personale che collettivo? Per esplorare questa problematica, è utile approfondire le discipline della semiotica e dell’ermeneutica, che studiano i segni e i processi interpretativi, e considerare le analisi sociologiche e politologiche sui meccanismi di percezione e misinterpretazione sociale. Autori come Umberto Eco e Hans-Georg Gadamer offrono strumenti concettuali preziosi per navigare le insidie dell’interpretazione.6. Segnali nella Notte
Una lampada in casa si accende da sola, un comportamento anomalo dato che il suo normale funzionamento prevede l’attivazione al tocco, con due livelli di luce e tre tocchi per spegnersi. La lampada si attiva frequentemente senza contatto, come se qualcuno la sfiorasse leggermente, e si cercano possibili cause come vento, problemi all’impianto elettrico o erogazioni alternate, ma nessuna spiegazione definitiva emerge. Il fenomeno persiste anche dopo aver sostituito la lampadina e si verifica persino quando l’interruttore centrale è bloccato. L’accensione spontanea avviene spesso durante le conversazioni, quasi come un intervento inatteso. In una notte, mentre si guarda un film, anche un’altra lampada, quella posta su un comodino, si accende da sola, emettendo un sfrigolio; queste accensioni ripetute non generano più sorpresa, ma vengono percepite come una forma di dialogo o un lessico familiare.Un rumore nel muro e la luce che cambia
Successivamente, si avverte un rumore alla base di un muro, un suono che inizialmente fa pensare a un corto circuito. Non è un semplice sfrigolio o friggere, e manca una parola precisa per descriverlo, ma il rumore persiste. Quando una persona si muove, il suono prodotto dalle sue scarpe (clarks) risulta identico al rumore percepito nel muro. Contemporaneamente, la luce nel salone aumenta di intensità , come se qualcuno l’avesse toccata intenzionalmente. L’associazione tra il suono identificato e l’attivazione della luce porta a richiamare episodi passati, evocando ricordi legati a persone e momenti specifici; l’esperienza notturna, fatta di luci inattese e rumori, si lega così a riflessioni sulla memoria e sul tempo, come un’eco del futuro percepita nel passato.Ma è davvero sufficiente constatare un fenomeno inspiegato per saltare a conclusioni che evocano “dialoghi” o “echi del futuro”?
Il capitolo descrive una serie di eventi anomali legati a luci e rumori, cercando inizialmente spiegazioni razionali (vento, impianto elettrico) ma scartandole senza un’indagine approfondita e definitiva. La narrazione vira rapidamente verso interpretazioni soggettive e quasi mistiche, percependo gli eventi come una forma di comunicazione o un legame con la memoria e il tempo. Questa transizione dalla constatazione di un fenomeno inspiegato all’attribuzione di un significato profondo e non verificabile rappresenta una lacuna logica significativa. Per affrontare in modo più rigoroso fenomeni apparentemente anomali, sarebbe utile approfondire discipline come la fisica (per comprendere meglio i possibili malfunzionamenti elettrici o le interazioni ambientali), la psicologia (per esplorare i meccanismi della percezione, della pareidolia o della suggestione) e il pensiero critico. Autori come Richard Feynman o Carl Sagan offrono strumenti fondamentali per approcciare l’ignoto con scetticismo metodologico e rigore scientifico, evitando di confondere l’assenza di una spiegazione immediata con la presenza di cause soprannaturali o intenzionali non dimostrate.Abbiamo riassunto il possibile
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