1. La Tensione del Desiderio: Tra Terra e Cielo
Il desiderio è l’attesa di un bene che si immagina porterà soddisfazione in futuro. È un impulso incerto, che oscilla continuamente tra la speranza di ottenere quel bene e la paura di non raggiungerlo mai. Cicerone lo descrive come una “brama di vivere ciò che non è ancora presente”, sottolineando la sua proiezione verso il futuro. Questa attesa può rimanere vaga o trasformarsi in un’ossessione che cattura completamente la mente. A differenza delle passioni che si legano a eventi presenti o passati, il desiderio è intrinsecamente inquieto e spesso sfugge al controllo della ragione, esponendosi facilmente a illusioni che portano a delusioni. Anche quando viene deluso, il desiderio tende a ripresentarsi, dimostrando la sua natura persistente.Le Radici del Desiderio
L’origine della parola “desiderio” è legata alle stelle, ai sidera, evocando l’idea di guardare in alto per qualcosa che manca. I desideri, infatti, non puntano a soddisfare bisogni concreti e specifici, ma si dirigono verso aspirazioni più generali e spesso indefinite di felicità. Sono per loro natura imprevedibili e possono sviluppare una sorta di vita propria, seguendo percorsi inattesi. È frequente che la realizzazione di un desiderio porti meno soddisfazione di quanta ne abbia data l’attesa. Già Kant notava come possedere tutto ciò che si desidera non elimini il senso di mancanza. La vera felicità, secondo questa prospettiva, arriva spesso in modo inatteso, quasi come un dono raro e non cercato attivamente. Il desiderio è profondamente legato a un’assenza e si nutre di speranze future, la cui realizzazione dipende in gran parte da fattori esterni e imprevedibili. Più il futuro appare aperto e pieno di possibilità, più il desiderio può crescere, a volte in modo smodato.Amore e Desiderio: Un Legame Profondo
L’amore è una potente energia che unisce le persone, un percorso che porta alla scoperta di sé stessi attraverso l’incontro con l’altro. Trovare l’amore e, soprattutto, essere ricambiati è un’esperienza complessa e non scontata. Quando l’amore non è corrisposto, può generare profonda infelicità e, nei casi più estremi, sfociare in comportamenti violenti. Non è possibile comandare all’amore di nascere o di essere ricambiato, poiché sfugge alla volontà diretta. Per Dante, l’amore nasce proprio dal desiderio, inteso come un’attrazione naturale verso un bene percepito, che inizialmente può essere fisico ma tende poi a elevarsi a un livello spirituale. È un moto dell’anima che non si arresta finché non raggiunge l’oggetto amato. Questo movimento è paragonato alla tendenza naturale dei corpi a cercare il proprio luogo, come il fuoco che sale verso l’alto. L’amore è descritto come un fuoco inestinguibile, un dono prezioso che richiede cura e coltivazione costante. Agostino, in una celebre frase, afferma che la misura per amare Dio è amarlo senza misura, sottolineando l’intensità e la totalità che l’amore divino richiede. L’amore umano, nelle sue forme più istintive, simile a quello che si osserva nelle piante e negli animali, è una spinta a tendere verso un bene. Tuttavia, nell’uomo, l’anima razionale introduce la volontà, che ha il potere di stabilire regole e limiti. È la volontà che permette di distinguere tra amori che conducono al bene e amori che deviano verso il male. L’uomo possiede quindi la capacità di esercitare un controllo sull’amore che nasce in lui, indirizzandolo consapevolmente.La Scelta tra Effimero ed Eterno
L’amore rivolto esclusivamente a beni terreni e destinati a finire è considerato dannoso, poiché non può condurre a una vera e duratura quiete interiore. Quando l’amore si concentra unicamente sulle cose materiali e passeggere, si trasforma in cupiditas, un desiderio smodato e disordinato di possesso. Questa brama eccessiva nasce spesso dall’insicurezza e dalla paura di perdere ciò che si ha o si desidera. È un amore che mette in disordine le priorità, preferendo beni di valore inferiore rispetto a quelli superiori, ma non annulla del tutto la capacità innata dell’anima di amare il bene in sé. La decisione di dirigere l’amore verso i beni terreni o verso quelli eterni rappresenta una scelta fondamentale che definisce il percorso esistenziale dell’individuo. Tutte le creature, per loro natura, tendono verso l’ordine stabilito da Dio; solo l’uomo, dotato del libero arbitrio, ha la possibilità di deviare da questa tendenza naturale. Il libero arbitrio, pur essendo il dono più grande ricevuto, comporta anche la responsabilità delle proprie scelte e può, in caso di uso distorto, condurre alla dannazione. La filosofia può offrire un aiuto prezioso all’uomo, guidandolo a orientare il proprio desiderio e la propria volontà verso Dio, che è la fonte ultima della verità e del bene. L’accesso all’eternità è reso possibile non solo da un percorso di vita virtuoso, ma anche da un singolo atto di giustizia o, in virtù della misericordia divina, attraverso il pentimento e il perdono.La Logica del Desiderio nell’Arte di Dante
La logica del desiderio, così come si manifesta nell’opera di Dante, ha la capacità di sfidare la realtà e le sue regole ordinarie. Un esempio lampante si trova nell’invocazione “Vergine madre, figlia del tuo Figlio”, una frase che apparentemente unisce concetti opposti e logicamente inconciliabili. Questa fusione di piani logici e temporali diversi genera un’emozione profonda e permette di connettere ciò che è reale con ciò che sembra impossibile. L’arte, e in particolare la Divina Commedia, riesce a mescolare il pensiero razionale, che procede in modo asimmetrico e sequenziale, con la logica del desiderio, che è invece simmetrica e tende a ignorare le distinzioni e la dimensione temporale. Questa coesistenza di logiche contrastanti, paragonabile alla presenza di azoto e ossigeno nell’aria che respiriamo, rende possibile la trasfigurazione dell’esperienza umana. Permette all’anima di elevarsi e condurre l’individuo verso la visione mistica di Dio, che rappresenta il fine ultimo e la piena realizzazione di ogni desiderio umano.Su quali basi logiche o universali si fonda l’affermazione che la piena realizzazione del desiderio umano sia possibile solo orientandolo verso l’eterno e verso Dio?
Il capitolo, dopo aver analizzato il desiderio nelle sue manifestazioni psicologiche e nella sua radice etimologica, introduce una distinzione netta tra l’amore per i beni terreni (definito cupiditas e considerato dannoso) e l’amore orientato verso l’eterno e verso Dio, presentato come l’unica via per la vera quiete e la piena realizzazione. Questo passaggio da un’analisi fenomenologica a una conclusione fortemente teologica richiede un’ulteriore argomentazione per dimostrare la sua validità universale, al di là di una specifica prospettiva di fede. Per approfondire questo punto e considerare approcci diversi, sarebbe utile esplorare la filosofia della religione, l’etica e le teorie sulla felicità e sul significato della vita che non si basano necessariamente su presupposti teistici. Autori come Spinoza, Nietzsche o filosofi contemporanei che si occupano di etica laica e psicologia del benessere possono offrire prospettive alternative sulla natura del desiderio e sulle vie per la realizzazione umana.2. Passione Eccessiva e Destino Infernale
L’attaccamento emotivo e la perdita influenzano profondamente la formazione della persona. Una passione troppo intensa, concentrata su una sola persona, può portare a conseguenze tragiche. Questo si vede nelle storie di Francesca da Rimini e Didone, che Dante incontra nell’Inferno, nel cerchio dedicato ai lussuriosi. Entrambe sono state travolte da un amore esclusivo e potente che ha segnato la loro vita e la loro fine. La loro vicenda dimostra come cedere completamente alla passione possa avere esiti devastanti.Le Storie di Francesca e Didone
Didone aveva promesso fedeltà al suo defunto marito Sicheo, ma si innamorò di Enea, rompendo quel voto. Chiamò “matrimonio” una relazione che sapeva non poteva durare, perché Enea era destinato a partire per volere divino e non le aveva promesso di sposarla. Francesca, invece, tradì il suo matrimonio con Gianciotto per Paolo. Cercò di giustificare il suo gesto con l’idea che l’amore ricambiato sia inevitabile, citando “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”. Ma il vero motivo del loro peccato non era l’inevitabilità dell’amore, bensì il piacere che ne derivava.La Visione di Dante
Dante non accetta questa giustificazione. Secondo la ragione umana, non tutti gli amori sono degni di lode. La teologia cristiana insegna che l’uomo ha il libero arbitrio, la capacità di scegliere tra il bene e il male. Si può distinguere tra l’amore vero e la “cupidigia”, il desiderio disordinato. Cedere alla passione carnale, lasciando che domini sulla ragione, è una scelta che porta inevitabilmente alla tragedia e alla perdizione.Conseguenze Politiche e Sociali
Le passioni di Didone ed Enea ebbero anche conseguenze politiche. L’abbandono di Didone da parte di Enea è visto da Dante come necessario per la Provvidenza divina e per la futura fondazione dell’Impero Romano, di cui Enea è considerato l’antenato. Le grandi ragioni politiche e divine superano il dolore personale di Didone, che per il suo peccato è condannata all’Inferno. Tuttavia, Virgilio, che accompagna Dante, mostra umana comprensione per la sofferenza di Didone causata dalla perdita e dall’inganno. Anche la storia di Francesca ha risvolti politici e sociali. L’adulterio, e per certi versi l’incesto (dato che Paolo era il cognato), danneggiavano l’onore e l’autorità di Gianciotto, un signore potente. Francesca afferma che chi l’ha uccisa (Gianciotto) è destinato al cerchio dei traditori (la Caina). Ma secondo le regole morali dell’epoca, Gianciotto aveva una parziale giustificazione nell’uccidere i due amanti scoperti insieme. Il peccato di Francesca e Paolo, pur essendo personale, turba l’ordine della famiglia e della società, riflettendo un peggioramento dei costumi tra i nobili del tempo.Ma è davvero solo una questione di “libero arbitrio” o c’è qualcosa di più complesso nel lasciarsi “travolgere” dalla passione?
Il capitolo, pur sottolineando la visione dantesca del libero arbitrio e la condanna della passione come “cupidigia”, descrive le figure di Francesca e Didone come letteralmente “travolte” dai loro sentimenti. Questa tensione tra la scelta razionale e l’essere sopraffatti dall’emozione meriterebbe un’analisi più approfondita. Per comprendere meglio questo dilemma, si potrebbe esplorare la filosofia morale, in particolare le teorie sul libero arbitrio e la responsabilità, e la psicologia, per analizzare i meccanismi delle emozioni intense e il loro impatto sulla volontà. Approfondire il pensiero di autori come Aristotele, Agostino o pensatori contemporanei che trattano di etica e psicologia potrebbe fornire strumenti utili per affrontare questa complessa relazione tra passione, scelta e destino.3. L’Amore: Forza Fatale o Campo di Battaglia?
L’amore pone una domanda fondamentale: la sua attrazione è così forte da essere inevitabile? Si può resistere all’amore che ci viene offerto? C’è una visione, espressa ad esempio da Francesca, per cui l’amore è una passione a cui non si può sfuggire. Chi ama non può fare a meno di essere ricambiato, e questo giustifica le azioni che ne derivano, quasi fossero forzate da questa passione irresistibile.La Possibilità di Resistere: Ragione e Fede
Esiste però una prospettiva diversa, come quella che si trova in Dante, che afferma che all’amore è possibile resistere. Questa scelta ha un prezzo: resistere porta all’infelicità, mentre cedere può condurre alla rassegnazione o addirittura alla tragedia. La capacità di opporsi all’amore si basa su due pilastri: la ragione umana e la teologia cristiana. La ragione, influenzata dal pensiero di filosofi come Aristotele e Agostino, insegna a distinguere tra un amore giusto e ordinato e la cupidigia, un desiderio disordinato. La teologia cristiana aggiunge un elemento cruciale che non era presente nella filosofia antica: il concetto di libero arbitrio. Questa è la capacità fondamentale di scegliere, che si sviluppa in particolare con il pensiero di Agostino.Il Processo del Desiderio e la Libertà di Scegliere
È importante capire che non ogni forma d’amore è buona o giustificabile di per sé. L’animo umano è naturalmente attratto da ciò che trova piacevole. Questo processo inizia attraverso i sensi e l’immaginazione, che creano delle immagini nella mente e da queste nasce il desiderio. Sebbene l’attrazione iniziale possa sembrare una forza naturale e spontanea, l’anima non si limita a subirla. La parte razionale dell’anima interviene con la capacità di valutare, consigliare e, soprattutto, di dare o negare il proprio consenso al desiderio che è nato. È proprio in questo momento che si esercita la libertà di scelta, ed è qui che le azioni diventano meritevoli o meno.Libero Arbitrio, Aiuto Divino e il Conflitto con i Limiti
Il libero arbitrio non è una semplice decisione, ma una scelta profonda ed essenziale. È fondamentale per raggiungere la salvezza spirituale. Tuttavia, data la debolezza intrinseca della natura umana, questa libertà di scegliere il bene richiede spesso l’aiuto della Grazia divina. Anche l’amore carnale, con la sua potente attrazione, è qualcosa a cui è difficile rinunciare e che la volontà umana, spesso divisa tra desideri contrastanti, fatica a controllare senza un supporto esterno. Nel Settecento, ad esempio, l’amore viene talvolta descritto quasi come una forza fisica o chimica, irresistibile per sua natura. Questa visione porta inevitabilmente a scontrarsi con le regole e le istituzioni sociali, come il matrimonio, e spesso sfocia in esiti dolorosi o tragici. Il rapporto tra l’impulso naturale del desiderio e i limiti imposti dalla società, dalla ragione e dalla possibilità di un aiuto divino rimane un conflitto centrale. La ragione cerca di guidare e dominare la passione, ma non sempre possiede la forza necessaria per farlo da sola.Ma se la volontà umana è debole, come può la possibilità di resistere all’amore dipendere da una “Grazia divina” non meglio definita?
Il capitolo presenta la “Grazia divina” come un supporto necessario alla debole volontà umana per resistere ai desideri potenti. Tuttavia, non viene spiegato cosa sia questa Grazia, come si manifesti o come possa essere ottenuta. Questo punto cruciale dell’argomentazione sulla resistenza all’amore si basa quindi su un elemento esterno e non universale, lasciando un vuoto logico per chi non aderisce a una specifica visione teologica. Per colmare questa lacuna, sarebbe utile esplorare le diverse concezioni della Grazia nella teologia cristiana, studiando autori come Agostino e Tommaso d’Aquino, e confrontarle con approcci filosofici o psicologici che analizzano la forza di volontà e la gestione dei desideri da prospettive laiche.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]




