Letteratura

L’occhio

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1. L’Inganno e la Sopravvivenza

A Berlino, durante un esilio, nasce una relazione tra un uomo e Matilda, una donna sposata, ma l’ombra del marito di lei, violento e geloso, incombe fin da subito. La noia e la ripetitività prendono il sopravvento, e l’uomo si ritrova intrappolato in un rapporto vuoto. La situazione precipita quando, durante una serata di lavoro come istitutore, una telefonata minacciosa fa da preludio a un’aggressione brutale: il marito di Matilda lo assale, sotto gli occhi impassibili degli allievi. Sopravvissuto a un tentato suicidio, in cui sperimenta una surreale fase di coscienza post-mortem, l’uomo riemerge alla vita, trovandosi di fronte a Smurov, figura enigmatica che lavora nella libreria dell’eccentrico Weinstock, appassionato di occultismo. Attraverso Smurov, l’uomo entra nella cerchia di due sorelle russe, Vanja ed Evgenija. Per fare colpo su Vanja, Smurov inventa una storia di fuga eroica dalla morte durante la guerra civile, ma Muchin, altro frequentatore della casa, lo smaschera pubblicamente, rivelando l’assurdità del suo racconto. Nonostante ciò, Smurov continua a essere presente, e durante una seduta spiritica organizzata da Weinstock, emerge un avvertimento da un presunto spirito: un uomo in nero, spia e traditore, simile a Smurov, incombe come una minaccia. Si svela anche l’amore di Vanja per Smurov, nonostante le sue menzogne, e un malinteso con uno zio in visita porta a congratulazioni per un fidanzamento inesistente, svelando un intricato intreccio di inganni, sentimenti mal riposti e verità nascoste.

2. L’Occhio Vitreo: Osservazione e Distacco

Il narratore è tormentato dalla bellezza di Vanja, ma comprende e accetta la non reciprocità del suo amore. Per un periodo, distoglie l’attenzione da Smurov, che nel frattempo intreccia una relazione con la cameriera Gretchen, la quale viene poi licenziata perché scoperta a rubare. Smurov si vanta delle sue conquiste, suscitando la disapprovazione di Weinstock. Intanto, Roman Bogdanovič scrive un diario che ossessiona il narratore, convinto che contenga rivelazioni su Smurov. Durante una notte tempestosa, il narratore sottrae a Roman Bogdanovič una lettera per un amico di Tallin. La lettera svela un ritratto psicologico di Smurov, definito un “mancino sessuale” e cleptomane, a causa del furto di una tabacchiera. Il narratore sogna Smurov che cerca di giustificare il furto a Chruščëv. Dichiara poi il suo amore a Vanja, ma lei lo respinge, annunciando il suo matrimonio con Muchin. Deluso, il narratore torna nella sua vecchia stanza, teatro di un passato tentativo di suicidio. Qui incontra Kašmarin, marito di Matilda, che si scusa per i vecchi rancori e gli offre un lavoro ben pagato. La vera felicità risiede nell’osservazione distaccata della vita, una condizione che rende il narratore un osservatore invulnerabile. L’amore non corrisposto per Vanja è accettato, la propria identità è percepita come frammentata e riflessa negli altri. L’immagine di Smurov è destinata a persistere.

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