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Contenuti del libro
Informazioni
“Lo zen e le arti marziali” di Taïsen Deshimaru è un libro che ti apre gli occhi sul legame profondo tra la pratica dello Zen e il mondo delle arti marziali giapponesi, il Budo. Non si tratta solo di imparare tecniche di combattimento, ma di scoprire una vera e propria “Via” (Do) per la vita, dove la sfida più grande è contro se stessi, contro l’ego. Il libro esplora come elementi come lo spirito (shin), la tecnica (waza), il corpo (tai) e l’energia vitale (ki) si uniscano in questo percorso. Scoprirai l’importanza della meditazione zazen, non solo come postura fisica ma come stato di coscienza (hishiryo, zanshin) che ti insegna a vivere intensamente il qui e ora, superando le illusioni e la paura. Viene raccontato come lo spirito dei samurai e il Bushido abbiano integrato queste discipline, trasformando la lotta esterna in una ricerca interiore. È un viaggio che ti porta a comprendere l’impermanenza (mujo) e ad affrontare la vita e la morte con consapevolezza, concentrando l’energia nell’hara e unendo intuizione e azione spontanea (mushin).Riassunto Breve
La Via unificata di Zen e Budo, le arti marziali giapponesi, si concentra sulla lotta interiore contro se stessi, l’ego. Elementi centrali sono l’energia vitale (Ki), l’opportunità, la tensione, la tecnica (waza), la condizione fisica e lo stato di coscienza (shin). Conoscere se stessi e l’avversario porta alla vittoria; ignorarli porta alla sconfitta. Budo è più di tecnica o sport; è una Via (Do) che integra etica, filosofia e religione, focalizzandosi sulla cultura mentale e la natura dell’ego per raggiungere una personalità superiore. Non esiste dualismo, ma unità inscindibile tra spirito e corpo, interno ed esterno; tutto è interconnesso. Il segreto risiede nella simultaneità di intuizione e azione, l’istantanea fusione di cervello frontale, cervello profondo e azione, che è la coscienza hishiryo. Zazen, la postura meditativa dello Zen, è una tecnica superiore che non solo sviluppa forza fisica e mentale, ma apre alla saggezza ed è una forma di hishiryo e un’educazione completa. Nella pratica, i pensieri scorrono senza che ci si indugi. La naturalezza nel movimento è essenziale. Il vero segreto è Kyu Shin Ryu, l’arte di dirigere lo spirito (shin). Lo spirito non ha forma ma può assumerla; quando riempie il cosmo, coglie le opportunità. La percezione sensoriale può creare illusioni; comprendere la propria vera natura rivela che tutti i fenomeni sono in noi stessi. Ogni persona deve creare il proprio metodo. La soluzione nella vita si trova concentrandosi sul qui e ora, esprimendo l’energia del corpo per vedere oltre le illusioni e rigenerarsi. Dirigere lo spirito significa essere liberi, distaccati, concentrati sul presente. L’istante presente è unico e richiede totale concentrazione e impegno. Nelle arti marziali, lo spirito (shin) è l’elemento decisivo, poi la tecnica (waza) e il corpo (tai). L’intuizione è cruciale per agire inconsciamente e automaticamente. L’unità di spirito, tecnica e corpo crea l’azione perfetta. Si coglie l’opportunità (suki), il momento di debolezza dell’avversario, non con il pensiero ma con la coscienza. Non si devono mostrare punti deboli; la vita richiede concentrazione e padronanza di sé. La vigilanza (zanshin) deriva dalla concentrazione della coscienza, non dalla tensione fisica. La concentrazione si mantiene abbandonandosi a ciò che accade e concentrandosi sulla respirazione, specialmente l’espirazione lunga dall’hara. La postura di zazen insegna la respirazione corretta e a raccogliere le energie. Zanshin significa rimanere vigili e distaccati, attenti al presente, estendendo questa concentrazione a ogni azione quotidiana. Il kata, la forma fondamentale della tecnica, riceve dimensione da zazen; la sua essenza è nello spirito. Anche i gesti quotidiani sono kata; il comportamento è kata. Un comportamento giusto porta a una coscienza giusta. Vivere il mondo con il corpo, qui e ora, concentrandosi, è la scienza del comportamento dello Zen e del Budo. Il kiai, il grido, è l’unione dell’energia (ki+ai) dall’hara. La pratica è mushotoku, senza scopo, cercando di essere. Affrontare vita e morte con coscienza serena è l’insegnamento. La Via del Do non è solo tecnica, ma un metodo di vita per comprendere lo spirito e abbandonare l’ego, armonizzandosi con il cosmo e la propria natura. Nello zazen, la concentrazione su respirazione e postura porta il Ki nell’hara e unisce spirito, corpo e tecnica. La pratica costante rende l’azione naturale e istintiva. Il Budo tradizionale si lega a etica, filosofia e religione, unendo aspetti militari (Bu) e civili (Bun). La Via del Buddha è studiare l’ego per dimenticare se stessi; il risveglio (Satori) si manifesta non pensando o cercando. La vera forza nel Budo non è solo tecnica, ma energia interiore (Ki) e spirito immobile (Fudo). Uccidere l’ego è il segreto. Durante zazen, i pensieri passano; lasciando scorrere la coscienza, lo spirito diventa puro e fermo (Fudo), permettendo di affrontare le sfide con concentrazione totale. Fu Do Chi è la saggezza immobile, l’unità tra intuizione, saggezza e azione del corpo. Le arti marziali, influenzate dallo Zen, si sono trasformate da tecniche di guerra in vie di ricerca interiore, dove il vero nemico è l’ego e le sue illusioni. Il concetto di Sutemi, “abbandonare il corpo”, significa dimenticare l’ego per agire in armonia con lo spirito, permettendo al corpo di muoversi spontaneamente. L’azione diventa naturale e spontanea, senza coscienza separata. La respirazione corretta nell’hara e la posizione perfetta sono cruciali. La pratica porta all’unità di coscienza e corpo, al distacco, all’azione totale (Hishiryo) e a uno spirito vigile (Zanshin). L’intuizione guida il gesto. L’azione corretta richiede l’unità di tecnica (waza), energia (ki) e coscienza (shin). Il Ki è l’energia vitale che muove il corpo e si rinnova. La paura deriva da carenza di ki ed egoismo. Abbandonare l’ego e agire “con” elimina la paura e sviluppa la coscienza libera (mushin), portando all’oblio di sé. La vera vittoria si ottiene non volendo vincere. La dispersione mentale indebolisce il ki; la concentrazione lo dirige. La Via consiste nell’osservare la propria coscienza nel presente. Le arti marziali preparano alla vita, zazen alla morte (abbandono del mondo). La saggezza (hannya) risolve le contraddizioni e detta il gesto giusto. Zazen è uno specchio per riconoscere le imperfezioni. Comprendere l’impermanenza (mujo) e il vuoto (ku) è cruciale; la vita è illusione. L’attaccamento all’ego porta sofferenza. Praticare zazen senza scopo risolve il problema di vita e morte e porta a gyodo, la vera Via, dove le azioni seguono l’ordine cosmico automaticamente. La vera concentrazione (samadhi) permette di comprendere profondamente. La radice di vita e morte è in sé stessi. Zazen è l’esperienza profonda della dimensione del Buddha, al di là del pensiero (hishiryo), un ritorno alla condizione naturale. Si basa su postura, respirazione e spirito. La postura corretta porta a respirazione giusta e quiete, rivelando un impulso vitale interiore. Lo spirito Zen ha influenzato fortemente le arti giapponesi, trasformando le arti marziali in vie di perfezionamento interiore e dando origine al Bushido, un codice morale. Lo Zen continua a influenzare le arti marziali moderne, aiutando a trovare equilibrio e significato profondo nella vita.Riassunto Lungo
1. La Via Unificata di Zen e Budo
Zen e le arti marziali, chiamate Budo, sono profondamente legate e insieme formano la Via, un percorso spirituale. Questo cammino insegna che ogni lotta, sia contro un avversario esterno che contro se stessi, è in realtà una battaglia interiore. Lungo questa Via, alcuni elementi sono essenziali per il progresso e la comprensione. Tra questi troviamo l’energia vitale, nota come Ki, la capacità di cogliere l’opportunità giusta nel momento opportuno, la tensione mentale e fisica necessaria per l’azione efficace, la tecnica affinata attraverso la pratica costante, la condizione fisica del corpo preparato allo sforzo e lo stato di coscienza della mente, che deve essere presente e chiara in ogni istante.Principi Fondamentali della Via
Un principio fondamentale di questa Via unificata è che conoscere se stessi e l’avversario porta alla vittoria in qualsiasi confronto. Al contrario, non conoscere né se stessi né l’avversario porta inevitabilmente alla sconfitta. Questo principio si applica sia ai duelli fisici che alle sfide della vita quotidiana. Gli spazi dove si praticano queste discipline possono essere luoghi di quiete profonda, adatti alla meditazione Zen, oppure arene dove si svolgono confronti fisici tipici del Budo. Indipendentemente dal luogo, l’insegnamento centrale che emerge da questi spazi è che Zen e arti marziali sono un’iniziazione alla vita e alla morte, preparando l’individuo ad affrontare l’esistenza in modo pieno e consapevole.Superare i Limiti Umani
L’aspirazione più profonda dell’essere umano è spesso quella di superare i propri limiti, sia fisici che mentali, per raggiungere una maggiore forza e una saggezza più profonda. In Giappone, la pratica del Budo e dello Zen offre una risposta concreta a questa aspirazione millenaria. Questi percorsi non sono solo allenamento fisico o meditazione, ma un vero e proprio cammino di crescita personale e trascendenza. Sebbene il Budo moderno a volte si concentri troppo sulla sola forza fisica, l’insegnamento tradizionale unisce in modo indissolubile la forza e la saggezza, riconoscendo che l’una non è completa senza l’altra. Riconoscendo i limiti naturali dell’uomo, la Via propone metodi specifici per andare oltre e realizzare il proprio potenziale.Le Tecniche: Waza e Zazen
Per superare i limiti umani e progredire sulla Via, il Budo ha sviluppato il waza, che può essere tradotto come tecnica superiore o arte marziale raffinata. Questa tecnica viene trasmessa fedelmente da maestro a discepolo attraverso generazioni di pratica intensa e dedizione assoluta. Lo Zen, dal canto suo, offre un’altra tecnica superiore, fondamentale per il percorso spirituale, chiamata zazen. Questa pratica non si limita a conferire forza fisica e mentale, come fa il Budo, ma apre anche la porta alla saggezza profonda e alla comprensione della vera natura delle cose. Lo zazen è considerato una via diretta per raggiungere l’illuminazione e la piena realizzazione di sé.La Pratica di Zazen
Lo zazen è molto più di una semplice posizione seduta a gambe incrociate. È una postura meditativa che può essere mantenuta anche camminando (kinhin) o stando in piedi. Implica una respirazione corretta e consapevole che calma la mente e il corpo, creando uno stato di presenza totale. Soprattutto, lo zazen è uno stato mentale particolare, una coscienza che i maestri Zen chiamano hishiryo, che significa “oltre il pensiero” o “non-pensiero”. È una forma di educazione completa che coinvolge corpo, mente e spirito, portando a una comprensione più profonda di sé e del mondo, e rappresenta il culmine della Via unificata di Zen e Budo.Ma come si può pretendere di valutare o persino comprendere concetti come “illuminazione” o “la vera natura delle cose”, presentati nel capitolo come raggiungibili tramite tecniche specifiche, al di fuori del ristretto ambito di una fede o tradizione spirituale?
Il capitolo, nel descrivere il zazen come una “via diretta” verso l’illuminazione e la comprensione profonda, si basa su affermazioni che, pur centrali per la tradizione Zen, non trovano riscontro o definizione nel discorso razionale o scientifico. Questa mancanza di contesto universale rende difficile valutare la portata reale di tali pratiche. Per esplorare questo divario, sarebbe utile confrontarsi con la filosofia della mente, in particolare riguardo agli stati di coscienza, o con studi comparati sulle esperienze mistiche e contemplative nelle diverse culture. Approfondire autori come Sam Harris, che cerca un approccio laico alla meditazione, o D.T. Suzuki, figura chiave nella diffusione dello Zen in Occidente, può aiutare a inquadrare la questione da diverse angolazioni.2. Il Segreto Nascosto della Via Marziale
Il Budo, che racchiude le arti marziali giapponesi, è molto più di semplici tecniche o di una pratica sportiva. È una vera e propria “Via”, un percorso (Do) che approfondisce il legame tra etica, religione e filosofia. Si concentra sull’allenamento della mente e sulla comprensione profonda della natura dell’ego. Seguire questa Via aiuta a scoprire la propria vera essenza, a liberarsi dai limiti dell’ego e a raggiungere un livello superiore di personalità. Questo cammino richiede di superare l’ego e di portare armonia tra spirito e corpo, tra ciò che è dentro e ciò che è fuori. Non c’è una separazione, ma un’unità inscindibile. Le azioni di ognuno sono connesse a quelle degli altri; nell’universo, tutto è legato e si influenza reciprocamente. Questa visione è fondamentale nelle filosofie e religioni dell’Asia.Intuizione e Azione Immediata
Il cuore del Budo, come anche dello Zen, sta nel saper unire subito intuizione e azione. Quando agisci, non c’è tempo per pensare o dubitare. La parte del cervello che pensa (frontale), quella profonda e l’azione stessa devono accadere nello stesso istante. Questo stato si chiama coscienza hishiryo. Nella pratica, come nello zazen (meditazione seduta), stare fermi significa non farsi intrappolare dai pensieri, ma lasciarli passare, un po’ come una trottola che sembra ferma ma gira velocissimo. Muoversi con naturalezza è fondamentale.L’Arte di Dirigere lo Spirito
Questo stesso principio si ritrova in tutte le arti marziali, incluso il judo, che significa “la via della cedevolezza”. Un tempo, i samurai non studiavano solo le tecniche di combattimento, ma anche le arti civili, unendo la filosofia alla pratica fisica. Il segreto profondo di queste discipline è chiamato Kyu Shin Ryu, che significa l’arte di dirigere la propria energia interiore, lo spirito. La vera forza del corpo viene dallo spirito. Non devi concentrarti sull’avversario, ma dirigere il tuo spirito. Lo spirito non ha una forma visibile, ma può prenderne una. Quando l’energia del tuo spirito si espande e riempie tutto, e tu cogli l’occasione giusta, puoi guidare gli eventi.Oltre le Apparenze: Trovare la Propria Via
Ciò che percepiamo con i sensi può ingannarci, come quando in barca sembra che la riva si muova mentre siamo noi ad allontanarci. La nostra vera natura, l’essenza dell’esistenza, non si capisce solo con i sensi. Quella che chiamiamo “materia oggettiva” è in realtà una creazione della mente, un’immaginazione. Capire la tua vera essenza ti fa comprendere che tutto ciò che accade intorno a te, tutti i fenomeni, sono in realtà dentro di te. Ogni persona è unica e vede il mondo attraverso le proprie “illusioni” o percezioni. Per risolvere le sfide della vita, ognuno deve scoprire il proprio modo, la propria soluzione, senza copiare quello degli altri.Se la “materia oggettiva” è solo una creazione della mente e i fenomeni sono “dentro di te”, come si concilia questa visione con la realtà fisica condivisa e le leggi naturali studiate dalla scienza?
Il capitolo, nel descrivere la Via marziale, introduce concetti profondi come l’idea che la “materia oggettiva” sia una “creazione della mente” e che i fenomeni esterni siano in realtà “dentro di noi”. Questa visione, che affonda le radici in certe correnti filosofiche orientali, si pone in netto contrasto con la comprensione scientifica e il senso comune di una realtà fisica esterna e condivisa. La mancanza di un ponte logico o empirico tra queste due prospettive lascia una lacuna argomentativa significativa. Per esplorare questa complessa relazione tra mente, percezione e realtà, si possono approfondire discipline come la filosofia della mente, l’epistemologia e le neuroscienze. Autori come D. Dennett o J. Searle hanno affrontato in modo critico la natura della coscienza e la nostra percezione del mondo, offrendo spunti per confrontare diverse visioni della realtà.3. Lo Spirito Decisivo Qui e Ora
La vita trova la sua soluzione concentrandosi pienamente sul qui e ora. Le arti marziali e la pratica Zen mostrano come creare e focalizzare l’energia. Concentrarsi nel presente e lasciare che l’energia del corpo si esprima permette di guardare oltre le illusioni e di rigenerarsi profondamente. Aprire la mano significa rendersi disponibili a ricevere tutto ciò che la vita offre; chiuderla, al contrario, impedisce di ottenere. È fondamentale penetrare la vita e i suoi fenomeni, affrontandoli direttamente senza evitarli. Vivere in modo parziale, risparmiando energia, porta a un’esistenza incompleta e priva di forza.Il Ruolo Decisivo dello Spirito
Il segreto profondo delle arti marziali sta nella capacità di dirigere lo spirito, chiamato shin. Lo spirito è una sostanza senza forma che, quando necessario, può assumere una forma. Quando lo spirito è presente e riempie ogni cosa, è in grado di cogliere le occasioni che si presentano. In un combattimento, lo spirito non si lascia distrarre o influenzare dai movimenti dell’avversario; si muove con libertà, mantenendo una concentrazione totale istante dopo istante. Questa stessa concentrazione è essenziale nella vita di tutti i giorni: creare la propria vita significa essere liberi, distaccati dalle preoccupazioni inutili e pienamente concentrati sul momento presente.Spirito, Tecnica e Corpo nell’Azione
L’istante presente è unico e irripetibile. Sia la pratica di zazen che l’allenamento nelle arti marziali richiedono una concentrazione totale e un impegno senza riserve. Non si deve mai risparmiare energia; concentrarsi significa esprimerla completamente in ciò che si sta facendo. Risparmiarsi in un combattimento impedisce di raggiungere la vittoria. Questo principio di impegno totale si applica a ogni singola azione che si compie nella vita. Nelle arti marziali, gli elementi fondamentali sono lo spirito (shin), la tecnica (waza) e il corpo (tai). Lo spirito è l’elemento più importante e decisivo, seguito dalla tecnica e poi dal corpo. Mentre negli sport occidentali si tende a sviluppare principalmente la forza fisica, nelle arti marziali lo spirito ha la capacità di prevalere sulla tecnica e sul corpo, permettendo di individuare i punti deboli dell’avversario. L’allenamento nelle arti marziali non si limita al solo sviluppo fisico; nei tempi antichi, dove l’esito di un combattimento poteva significare la vita o la morte, l’intuizione guidata dallo spirito era di importanza cruciale. Il vero significato delle arti marziali risiede nella pratica costante della Via.L’Azione nell’Istante Presente
È lo spirito a decidere l’esito di un combattimento. Nelle arti marziali antiche, dove anche un solo colpo poteva essere fatale, tutto si giocava in una frazione di secondo. Non c’è tempo per fermarsi a pensare o scegliere quale tecnica usare; l’azione scaturisce in modo spontaneo e automatico. Una coscienza pienamente vigile della situazione permette al gesto corretto di emergere naturalmente. L’intuizione è un elemento essenziale in questo processo; è nel momento dell’intuizione che corpo, tecnica e coscienza si fondono in un’unica azione. L’unità di spirito, tecnica e corpo dà vita all’azione perfetta. Non si pensa prima di colpire, ma si coglie l’opportunità, il momento di debolezza dell’avversario, noto come suki. Questo momento può presentarsi, ad esempio, durante la sua inspirazione o quando è eccessivamente teso. Questa capacità di cogliere l’opportunità non deriva da un processo di pensiero razionale, ma da uno stato di coscienza attenta. Non si devono mai mostrare i propri punti deboli, né esteriormente né interiormente. La vita stessa è un combattimento che richiede costante concentrazione e piena padronanza di sé. Mantenere una vigilanza costante sul proprio comportamento, sia quello visibile all’esterno che quello interiore, è di fondamentale importanza. Fissare lo sguardo negli occhi dell’avversario può rivelare i suoi dubbi e le sue debolezze. Questa vigilanza non nasce dalla tensione fisica, ma da una profonda concentrazione della coscienza.La Concentrazione e il Respiro
La concentrazione si mantiene imparando ad abbandonarsi a ciò che sta accadendo e focalizzandosi sulla respirazione. È particolarmente importante concentrarsi sull’espirazione, rendendola lunga e profonda, facendola scendere fino all’hara, il punto vitale situato sotto l’ombelico. Gli occhi devono rimanere fissi sull’avversario per percepire i suoi movimenti interiori e le sue intenzioni. Una respirazione corretta, che si impara attraverso pratiche come zazen, è la base della forza interiore e della calma. Si è più forti e stabili durante l’espirazione e potenzialmente più vulnerabili durante l’inspirazione. La postura di zazen è il metodo migliore per imparare a respirare correttamente e a raccogliere le proprie energie vitali. Essere zanshin significa mantenere uno stato di vigilanza e distacco, rimanendo pienamente attenti al momento presente. Questa capacità di concentrazione si estende e si applica a ogni azione compiuta nella vita quotidiana.La Pratica del Kata nella Vita
Il kata, che rappresenta la forma fondamentale della tecnica, non sostituisce la pratica di zazen, ma è zazen a conferire al kata la sua vera dimensione e profondità. L’essenza del kata non è solo il movimento fisico, ma è lo spirito che anima quei gesti e li rende precisi ed efficaci. Vivere il vero spirito del gesto, fondendo la forma del kata con lo spirito che lo anima, rende l’azione potente e significativa. Anche i gesti più semplici della vita quotidiana, come salutare qualcuno o sistemare i propri indumenti, possono essere considerati dei kata. Il comportamento stesso di una persona è una forma di kata. Salutare una persona con tutto il corpo, con sincerità e rispetto, esprime la propria condizione interiore e aiuta a ritrovare uno stato naturale di essere, contrastando l’egocentrismo tipico della mentalità moderna. Mantenere una vigilanza costante sul proprio comportamento ha un impatto diretto sulla coscienza; un comportamento giusto e corretto porta a sviluppare una coscienza altrettanto giusta e chiara. Vivere il mondo pienamente con il corpo, concentrati qui e ora, è la scienza del comportamento insegnata sia dallo Zen che dal Budo. La vita di ogni giorno è il luogo in cui si svolge il vero combattimento.L’Energia del Kiai e l’Intento Profondo
Il kiai, il grido emesso nelle arti marziali, è l’unione dell’energia (ki) e dello spirito (ai). Deve nascere profondamente dall’hara, non essere un semplice suono prodotto dalla gola, ma un vero e proprio grido che esprime la propria forza vitale. La pratica del kiai è anche un allenamento fondamentale per imparare la respirazione profonda e potente. La pratica del Budo e dello Zen è caratterizzata dal principio di mushotoku, che significa agire senza uno scopo o un profitto personale da raggiungere; l’obiettivo è semplicemente essere, non avere. Affrontare la vita e la morte con una coscienza serena e chiara, prendendo la decisione consapevole di accettarle entrambe, è l’insegnamento più elevato offerto dallo Zen e dal Budo.Ma se il ‘ki’ è davvero l’energia vitale fondamentale che anima il corpo, perché la scienza moderna, con tutti i suoi strumenti, non ne ha ancora trovato traccia o una definizione condivisa?
Il capitolo pone il ‘ki’ come pilastro dell’energia vitale, ma questa nozione, centrale in molte tradizioni orientali, non ha un riscontro o una definizione chiara nel panorama scientifico occidentale. Questa lacuna contestuale rende difficile valutare l’affermazione su basi empiriche. Per esplorare questo divario, è utile immergersi nelle filosofie e pratiche orientali che usano il concetto di ‘ki’, magari leggendo autori legati alle arti marziali come Ueshiba Morihei o testi sul Buddhismo Zen. Confrontare queste visioni con le prospettive scientifiche su energia e coscienza può aiutare a inquadrare meglio l’argomento.7. La Via del Sedersi e l’Anima delle Arti
La pratica di Zazen significa essere completamente presenti nell’istante, andando oltre le limitazioni dell’esistenza. È l’esperienza profonda della dimensione del Buddha, non una meditazione nel senso comune, né un’esperienza mistica o una penitenza fisica. Zazen è al di là del pensiero e del non-pensiero, uno stato definito hishiryo, un pensiero senza coscienza che si allinea con la coscienza universale. Rappresenta un ritorno alla condizione naturale dell’essere umano, accessibile a chiunque, che permette di ritrovare l’unità interiore e l’armonia con la vita universale.La pratica del sedersi
L’essenza di Zazen si basa su postura, respirazione e stato mentale. Il punto fondamentale è “sedersi nella giusta postura”. Si pratica su un cuscino (zafu), incrociando le gambe nella posizione del loto o semiloto, assicurandosi che le ginocchia siano ben appoggiate a terra. Il corpo deve essere eretto, con il bacino leggermente inclinato in avanti. La testa è dritta, il mento rientrato, e il naso allineato con l’ombelico. Le mani formano un ovale, appoggiate sulle cosce, con i pollici che si toccano leggermente. La bocca rimane chiusa, la lingua tocca il palato, e gli occhi sono socchiusi, con lo sguardo naturalmente posato in avanti.Respirazione e stato interiore
La respirazione durante Zazen è naturale, con un’espirazione che è spontaneamente più lunga dell’inspirazione. Mantenere la postura corretta porta naturalmente a una respirazione armoniosa e a uno stato di quiete profonda. Si sperimenta stabilità ed equilibrio, scoprendo un impulso vitale interiore. Non si tratta di tensione o rilassamento forzato, ma di una condizione di libertà e armonia che emerge da sé.Lo spirito Zen nelle arti
Lo spirito dello Zen ha influenzato profondamente molte arti in Giappone. Alcune, come la cerimonia del tè, l’arte dei fiori (ikebana), la cura dei giardini e la ceramica, sono nate direttamente dalla pratica Zen. Altre arti, come la calligrafia e le arti marziali, sono state trasformate dalla sua influenza. Le arti marziali, originariamente tecniche di combattimento, sono diventate vie di ricerca interiore e perfezionamento personale. Strumenti come la spada o l’arco non sono più solo armi, ma supporti per la meditazione e la crescita spirituale. Il vero combattimento diventa quello contro l’ego e le sue illusioni.Il Bushido e le arti marziali
Questa trasformazione spirituale ha dato origine al Bushido, un codice morale per i samurai basato su valori come coraggio, semplicità, lealtà, giustizia e un sereno disprezzo per la morte. Lo Zen è stato definito “la religione dei samurai” per la sua profonda connessione con questo codice. Ancora oggi, lo spirito Zen continua a influenzare arti marziali moderne come kendo, tiro con l’arco (kyudo), aikido e judo. Integrare lo spirito Zen nella pratica aiuta a trovare equilibrio e un significato più profondo nella vita quotidiana.Quanto è storicamente accurata l’idea che lo Zen sia stato “la religione dei samurai” e l’unica fonte del Bushido?
Il capitolo presenta un legame molto stretto tra lo Zen e il codice Bushido, definendo lo Zen “la religione dei samurai”. Tuttavia, questa visione potrebbe risultare una semplificazione eccessiva di un fenomeno storico e culturale complesso. Il Bushido non fu un codice monolitico e statico, e i samurai furono influenzati da una pluralità di correnti filosofiche e religiose, tra cui il Confucianesimo e altre scuole buddhiste, oltre allo Shinto. Per comprendere meglio questa relazione sfaccettata, potrebbe essere utile approfondire la storia del Giappone feudale, la storia delle diverse scuole buddhiste presenti nel paese e la formazione del concetto di Bushido nel tempo. Autori come Stephen Turnbull o George Sansom offrono prospettive storiche preziose su questi argomenti.Abbiamo riassunto il possibile
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