Contenuti del libro
Informazioni
“Lo Stato illegale. Mafia e politica da Portella della Ginestra a oggi” di Giancarlo Forte non è il solito libro che ti racconta solo sparatorie e boss. Qui si va molto più a fondo, esplorando come Cosa Nostra sia diventata un vero e proprio “stato illegale”, non solo con la violenza, ma soprattutto tessendo una rete fittissima di relazioni con la politica, l’economia e le istituzioni, fin dal dopoguerra e dalla strage di Portella della Ginestra. Il libro ti fa capire che la vera forza della mafia sta nella sua capacità di infiltrarsi e colludere con il potere legale, una “grande scaltrezza” che rende la lotta antimafia super complicata, specialmente quando si ignorano le complicità esterne. Attraverso eventi cruciali come le stragi degli anni ’90 e la controversa trattativa Stato-mafia, l’autore analizza i processi politici tormentati e le figure chiave di questa collusione, mostrando come la criminalità organizzata si sia evoluta, diventando sempre più globale e “liquida”, capace di muoversi nell’alta finanza. È un viaggio nella storia della mafia italiana che ti sbatte in faccia una verità scomoda: per capire la mafia, devi capire il suo legame indissolubile con il potere e perché la lotta contro di essa è una battaglia costante e complessa che riguarda tutti.Riassunto Breve
Cosa Nostra è un sistema di potere che va oltre la criminalità comune, basato su legami forti con politica, istituzioni, economia e informazione. Questa rete di relazioni esterne è fondamentale per la sua forza e persistenza. La lotta efficace alla mafia deve colpire sia l’aspetto violento che le complicità esterne, ma spesso ci si concentra solo sulla parte militare, una strategia che indebolisce l’azione di contrasto. I processi contro figure politiche legate alla mafia sono complicati e contestati, ma i fatti alla base delle accuse vengono spesso riconosciuti come veri, anche se l’interpretazione legale può variare. Strumenti come il “concorso esterno” sono essenziali per colpire chi aiuta la mafia dall’esterno, ma vengono spesso messi in discussione. Casi giudiziari mostrano anomalie e sentenze controverse che ostacolano la lotta. Le indagini e i processi hanno rivelato legami profondi tra mafia e politica ai livelli più alti dello Stato, negare questi legami è pericoloso per la democrazia. Fin dal dopoguerra, Cosa Nostra ha cercato alleanze politiche, usando la violenza anche per scopi politici, come nella strage di Portella della Ginestra, dove la verità ufficiale fu subito distorta. Documenti e testimonianze interne confermano legami diretti tra mafiosi e politici di spicco e proiezioni internazionali, come nel caso Mattei. Negli anni ’70 e ’80 si è formata una vera e propria alleanza tra mafia e settori economici e politici, un “poli-partito” basato su appalti, riciclaggio e sostegno elettorale. Chi si opponeva a questo sistema veniva eliminato. L’identità mafiosa si forma nel clan, creando un senso di appartenenza e segretezza che rende l’individuo suddito del gruppo. Il carcere duro (41 bis) ha favorito il pentitismo, che è una minaccia per Cosa Nostra perché rompe il legame di gruppo. La psicologia dei killer mostra una totale identificazione con l’organizzazione e una visione distorta della realtà. Cosa Nostra è organizzata gerarchicamente con famiglie, mandamenti e una Commissione che prende le decisioni più importanti, inclusi gli omicidi eccellenti. Funziona come uno Stato parallelo con proprie regole, tasse (estorsioni) e sanzioni. Dopo le stragi del 1992-93, si pensava che Cosa Nostra fosse indebolita, ma si è riorganizzata, favorita anche da un clima di opposizione all’antimafia e di indifferenza. L’ipotesi della “trattativa” tra Stato e mafia è un fatto accertato processualmente, interpretato come un piano mafioso per negoziare con lo Stato dopo le stragi, chiedendo leggi più favorevoli. Le sentenze hanno identificato diverse fasi della trattativa, coinvolgendo ufficiali del Ros e poi esponenti politici, con richieste mafiose precise. Si sono verificate anomalie e un “cedimento” dello Stato su alcune misure repressive. Permangono interrogativi su chi fossero i mandanti esterni delle stragi e sul ruolo di altri poteri occulti, come la massoneria. La mafia si è espansa a livello globale, diventando “liquida”, capace di infiltrarsi nell’economia legale e riciclare capitali. In Italia usa meno la violenza eclatante, preferendo l’intimidazione silente. La “mafia 3.0” sfrutta la tecnologia, opera nella finanza globale e recluta anche in ambienti professionali. C’è una collaborazione crescente tra diverse organizzazioni criminali a livello internazionale. Contrastare questa mafia richiede un adeguamento delle leggi e una forte cooperazione internazionale.Riassunto Lungo
1. Il Virus della “Grande Scaltrezza”
La natura del potere mafioso
Cosa nostra non è solo un’organizzazione criminale dedita ad attività illegali. La sua vera forza risiede nella capacità di estendere il proprio potere al di fuori della criminalità, infiltrandosi in settori legali e vitali per la società. Politica, istituzioni, economia e informazione diventano così terreni di conquista per la mafia, che intreccia relazioni pericolose e silenziose. Questa rete di connessioni occulte rappresenta l’elemento chiave per capire la persistenza e la diffusione della mafia nel tessuto sociale.La strategia fallace contro la mafia
Per contrastare efficacemente la mafia, è necessario agire su due fronti: quello militare, colpendo direttamente le attività criminali, e quello politico, individuando e neutralizzando le complicità nei settori legali. Nonostante questa consapevolezza, si tende spesso a concentrare gli sforzi solo sull’aspetto militare della lotta alla mafia. Si trascurano, invece, le ramificazioni politiche ed economiche che alimentano il potere mafioso. Questa miopia strategica, definita “grande scaltrezza”, rischia di indebolire l’azione di contrasto e di rendere vani molti sforzi.Le difficoltà dei processi politici
Dopo le stragi, la Procura di Palermo ha intrapreso un percorso giudiziario complesso e spesso ostacolato, portando alla sbarra figure di spicco per scardinare il sistema di potere mafioso-politico. I processi politici si sono rivelati particolarmente difficili, caratterizzati da iter giudiziari tormentati, sentenze ribaltate e forti contestazioni. Nonostante le difficoltà, i fatti alla base delle accuse sono stati spesso riconosciuti come veritieri. Le contestazioni si sono concentrate soprattutto sull’interpretazione giuridica di questi fatti, aprendo un dibattito ancora oggi acceso.Il “concorso esterno” e le anomalie giudiziarie
Anche di fronte a condanne definitive, si sono levate voci che hanno screditato i processi politici, accusando i magistrati di aver agito per motivi politici e di aver costruito teoremi infondati. Si sono diffuse campagne di disinformazione e attacchi diretti contro i magistrati, accusati di politicizzare la giustizia. Il concetto di “concorso esterno”, fondamentale per individuare e punire le complicità esterne alla mafia, è stato messo in discussione, nonostante la sua importanza per colpire le zone grigie del potere mafioso. Il processo Carnevale rappresenta un esempio emblematico di anomalie giudiziarie, con sentenze controverse che hanno annullato condanne importanti per cavilli formali, minando la credibilità della lotta alla mafia.La gravità dei legami mafia-politica
Casi come l’omicidio Mattarella e i processi Andreotti e Dell’Utri hanno portato alla luce la profondità e la serietà delle relazioni tra mafia e politica ai più alti livelli dello Stato. Negare o minimizzare l’esistenza di questi legami rappresenta un grave pericolo per la democrazia. Significa, di fatto, legittimare un sistema di potere corrotto e basato sulla collusione, dove gli interessi criminali si intrecciano con quelli politici ed economici, a danno della collettività.Ma se la strategia contro la mafia è fallace perché si concentra solo sull’aspetto militare, come mai, nonostante questa “miopia strategica”, sono stati ottenuti dei risultati nella lotta alla mafia?
Il capitolo critica giustamente la focalizzazione eccessiva sull’aspetto militare nella lotta alla mafia, definendola “grande scaltrezza”. Tuttavia, non chiarisce se questa strategia abbia prodotto zero risultati, o se, pur essendo parzialmente fallace, abbia comunque contribuito a indebolire la mafia. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi sociologici sulle organizzazioni criminali, e testi di autori come Falcone e Borsellino, per comprendere meglio la complessità delle strategie di contrasto e i risultati concreti ottenuti nel corso della storia.2. Trame Oscure: La Mafia e la Politica Italiana nel Dopoguerra
L’Inizio della Collusione tra Mafia e Politica
Cosa Nostra, fin dai primi anni dopo la guerra, ha iniziato a costruire una rete complessa di rapporti con il mondo politico italiano. Inizialmente interessata a progetti separatisti, la mafia ha presto cambiato strategia, cercando invece alleanze con i partiti che governavano il paese. Un momento cruciale in questa nuova fase è rappresentato dalla strage di Portella della Ginestra nel 1947. Questo tragico evento segnò l’inizio di una serie di azioni violente contro il movimento contadino, una strategia che mirava a colpire le lotte per la terra. La verità su Portella della Ginestra fu subito manipolata e nascosta per proteggere i politici che avevano ordinato la strage, dimostrando fin da subito la volontà di insabbiare le connessioni tra mafia e politica.Documenti e Testimonianze: La Prova dei Collegamenti
La collusione tra mafia e politica non è rimasta nascosta a lungo. Documenti importanti, come le lettere sequestrate al mafioso Frank Coppola, hanno rivelato legami diretti tra figure di spicco della mafia e importanti politici italiani. Queste lettere sono una prova concreta di quanto la mafia fosse infiltrata nel sistema politico e di come i rapporti tra i due mondi fossero profondi e consolidati.Omicidi Eccellenti e Dinamiche Internazionali
Un altro episodio oscuro che svela le trame tra mafia, politica e poteri economici è l’omicidio di Enrico Mattei nel 1962. Testimonianze provenienti dall’interno di Cosa Nostra indicano che questo omicidio fu un vero e proprio delitto politico. La commissione mafiosa avrebbe agito su richiesta di potenti compagnie petrolifere americane, che vedevano in Mattei un ostacolo ai loro interessi. Questo evento dimostra come le dinamiche tra mafia e politica italiana avessero anche una dimensione internazionale, con interessi economici globali in gioco.Tentativi di Golpe e Depistaggi
Negli anni ’70, Cosa Nostra fu coinvolta in tentativi di colpo di stato, come quello di Borghese. In queste trame eversive, la mafia entrò in contatto e trattò con ambienti deviati e massonici. Anche se questi tentativi golpisti non ebbero successo, dimostrano la pericolosità della mafia e la sua capacità di inserirsi in contesti politici oscuri e di tramare contro le istituzioni democratiche. L’omicidio di Peppino Impastato nel 1978 è un esempio di come le istituzioni abbiano depistato le indagini per proteggere la mafia. Inizialmente, infatti, si cercò di negare che Impastato fosse stato ucciso dalla mafia, indirizzando le indagini verso altre piste e cercando di nascondere la verità.Gli Anni dell’Alleanza e gli Obiettivi Comuni
Gli anni ’70 e ’80 rappresentano il periodo di massima alleanza tra Cosa Nostra e settori importanti dell’economia e della politica italiana. In questi anni si creò un vero e proprio “poli-partito” mafioso, un sistema di potere in cui mafia, politica e affari si মেশavano in modo inestricabile. Figure come i cugini Salvo, Salvo Lima, Vito Ciancimino e Michele Sindona sono diventate il simbolo di questo sistema corrotto. Appalti pubblici, riciclaggio di denaro sporco e sostegno elettorale erano le principali merci di scambio in questo sistema. Chiunque provava a contrastare questo intreccio di potere diventava un bersaglio della violenza mafiosa. Magistrati, giornalisti, politici onesti e rappresentanti delle istituzioni furono uccisi in una lunga scia di sangue che culminò con l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel 1982. Questi eventi dimostrano che la mafia non era solo un’organizzazione criminale, ma una forza politica potente, capace di influenzare e condizionare la vita democratica italiana.Ma definire ‘poli-partito mafioso’ il sistema di potere degli anni ’70 e ’80 non rischia di appiattire la complessità delle dinamiche politiche e sociali, riducendo tutto a una monolitica entità criminale?
Il capitolo dipinge un quadro inquietante dell’intreccio tra mafia, politica ed economia, ma la nozione di ‘poli-partito mafioso’ potrebbe risultare eccessivamente semplificatrice. Per comprendere appieno le dinamiche di questo sistema corrotto, è fondamentale analizzare nel dettaglio i meccanismi specifici di collusione e le diverse forme che essa ha assunto nel tempo. Approfondimenti di Storia Contemporanea e Sociologia delle organizzazioni criminali, con autori come P. Arlacchi e U. Santino, potrebbero offrire strumenti utili per decostruire questa complessa realtà.3. Nascita e Struttura del Potere Mafioso
La Formazione dell’Identità Mafiosa
La formazione dell’identità mafiosa inizia all’interno della famiglia e si consolida nel clan. Questo processo crea un modello culturale distorto in cui la famiglia e il clan diventano sia una protezione che un sistema di valori. Questo sistema ideologico promuove nei membri un forte senso di appartenenza, segretezza e forza. L’educazione ricevuta porta l’individuo a sentirsi più un suddito che un cittadino. Si instaura così un’idea per cui il singolo è debole, mentre il gruppo è forte. Questo modello è in netta opposizione con i principi di una società democratica.Cosa Nostra come Stato Illegale
Cosa Nostra si presenta come una vera e propria istituzione organizzata, dotata di una struttura gerarchica ben definita. Questa struttura include le famiglie, i mandamenti e la Commissione, che rappresenta l’organo di vertice. L’ingresso in Cosa Nostra avviene attraverso un processo di cooptazione, formalizzato da un rituale di iniziazione. La Commissione ha un ruolo cruciale: governa l’organizzazione, risolve i conflitti interni, coordina le attività e prende decisioni importanti, inclusi gli omicidi di figure di spicco.Le Regole e il Potere di Cosa Nostra
Cosa Nostra si comporta come uno Stato illegale, con un suo specifico ordinamento giuridico, norme di comportamento e un sistema per punire chi non le rispetta. Esercita un potere di tipo fiscale attraverso l’estorsione, controlla il territorio e le attività della criminalità comune. Inoltre, reprime severamente qualsiasi violazione delle sue regole, arrivando all’omicidio come punizione estrema.La Psicologia del Mafioso
Le indagini sui gruppi di fuoco rivelano aspetti psicologici comuni tra i killer. Si osserva una totale identificazione con Cosa Nostra e una disumanizzazione di tutto ciò che è esterno all’organizzazione. Questa mentalità genera una mancanza di senso di colpa e l’uso di un linguaggio particolare. In questo linguaggio, la realtà è distorta e l’omicidio viene percepito come un atto di valore militare o come una forma di caccia. Perizie neuropsichiatriche confermano l’esistenza di un vero e proprio percorso psichico deviato tipico dei mafiosi. La psicologia del mafioso è caratterizzata dalla ricerca di identità e di riconoscimento sociale attraverso l’appartenenza al gruppo. Questo comporta l’adesione a un codice d’onore alternativo a quello dello Stato e una visione distorta del bene e del male. In questa visione, giusto e sbagliato sono definiti in base alla lealtà e all’obbedienza al gruppo mafioso.Evoluzione e Trasformazioni di Cosa Nostra
La struttura di Cosa Nostra non è rimasta immutata nel tempo, ma ha subito diverse evoluzioni. Inizialmente più collegiale, si è trasformata in una dittatura con l’avvento di Riina. Dopo la sua caduta e la scomparsa di figure storiche come Provenzano, Cosa Nostra sta affrontando nuove trasformazioni. L’organizzazione è in continua ricerca di riorganizzazione e di nuove leadership. Un cambiamento significativo è stato innescato dall’articolo 41 bis, che ha avuto un effetto inaspettato. Privando i mafiosi della forza derivante dall’appartenenza al gruppo, ha accelerato il fenomeno del pentitismo. Il pentitismo si è rivelato una seria minaccia per Cosa Nostra, in quanto mina alla base il processo di formazione dell’identità mafiosa. La reazione violenta contro i pentiti e le loro famiglie è una ulteriore dimostrazione di quanto questo fenomeno sia critico per l’organizzazione.La “verità processuale” è sempre “verità storica”, o rischia di essere una verità parziale e contestabile?
Il capitolo sembra presentare le sentenze giudiziarie come la prova definitiva della “trattativa”, equiparando di fatto la verità processuale alla verità storica. Tuttavia, è fondamentale interrogarsi sulla natura stessa della “verità processuale”, che per sua natura è costruita attraverso un processo dialettico e probatorio specifico, con i suoi limiti e le sue interpretazioni. Per una comprensione più ampia e critica, sarebbe utile esplorare le discipline della storiografia e della filosofia della conoscenza, per analizzare come si costruisce la verità storica e quali sono i limiti intrinseci di ogni forma di narrazione, inclusa quella giudiziaria.5. Mafia Globale: Ascesa Silente e Strategie Evolutive
L’espansione della mafia in Europa e la “mafia liquida”
La mafia si diffonde in Europa e dimostra una grande capacità di nascondersi per riciclare i soldi sporchi. Questa abilità di infiltrarsi in ogni settore dell’economia viene definita “mafia liquida”. La mafia liquida sfrutta dei vantaggi sleali rispetto alle aziende oneste, come l’accesso a denaro senza costi e la non necessità di guadagnare subito. Tutto ciò causa un progressivo inquinamento dell’economia legale.L’evoluzione della mafia in Italia: la “mafia 3.0” e l’intimidazione silenziosa
In Italia, la mafia non usa più la violenza in modo evidente, preferendo invece una forma di intimidazione silenziosa, riconosciuta anche dai giudici. La mafia si trasforma in “mafia 3.0”, adattandosi ai tempi moderni e sfruttando le nuove tecnologie. Anche se mantiene i suoi interessi tradizionali, la mafia sviluppa una strategia da impresa e una struttura organizzativa intelligente. Vengono reclutate nuove persone anche da ambienti professionali e universitari di tutto il mondo.Le nuove operazioni finanziarie e la collaborazione internazionale
La nuova mafia opera con strumenti finanziari molto sofisticati, interessandosi ai mercati di tutto il mondo, alle criptovalute e alla finanza più avanzata. Si crea una collaborazione tra diverse organizzazioni criminali di vari paesi, con l’obiettivo di lavorare insieme a livello internazionale. Per rispondere a queste nuove sfide, è necessario cambiare le leggi e aumentare la cooperazione tra le nazioni. Sarebbe utile avere una procura europea per combattere in modo efficace la criminalità organizzata globale, che oggi è favorita da un sistema finanziario internazionale con regole non adeguate.Ma “mafia liquida” e “mafia 3.0” sono categorie analitiche rigorose, o formule giornalistiche efficaci ma imprecise?
Il capitolo utilizza espressioni come “mafia liquida” e “mafia 3.0” che, pur evocative, potrebbero mancare di rigore scientifico. Per rispondere alla domanda, sarebbe utile approfondire studi sociologici e criminologici sulla criminalità organizzata, per capire se queste definizioni corrispondono a categorie analitiche consolidate o se si tratta di metafore utili a descrivere fenomeni complessi in modo divulgativo. Autori come Arlacchi potrebbero offrire strumenti concettuali più precisi.Abbiamo riassunto il possibile
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