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…ti porta dritto nel cuore del pensiero di Montesquieu, esplorando come le sue idee abbiano plasmato la nostra comprensione della libertà e del potere di punire. Dario Ippolito ci guida attraverso i concetti fondamentali di questo gigante dell’Illuminismo, mostrandoci come la libertà politica non sia caos, ma il risultato di leggi penali chiare e giuste, protetta dalla separazione dei poteri. Il libro scava a fondo nel garantismo penale, un’idea rivoluzionaria per l’epoca, che chiedeva certezza del diritto, leggi che punissero solo le azioni concrete e non i pensieri, e soprattutto, un processo penale equo. Vedrai come Montesquieu abbia criticato l’influenza religiosa sul diritto penale, sostenendo un sistema laico, e messo in discussione la severità delle pene, inclusa la pena di morte, a favore di una giustizia più mite ma efficace. È un viaggio affascinante nell’evoluzione della giustizia penale, che dimostra come le intuizioni di Montesquieu, nate in un’Europa che si affacciava alla modernità, siano ancora oggi la base dei nostri diritti e delle nostre garanzie contro l’arbitrio dello Stato. Questo libro non è solo storia del pensiero, è una chiave per capire perché il garantismo è essenziale per una società libera.Riassunto Breve
La libertà delle persone non è fare quello che si vuole senza regole, ma è vivere senza che nessuno ti impedisca di fare le cose in modo ingiusto o casuale. Questa libertà esiste solo se ci sono leggi chiare che la proteggono. Non è che dove non c’è legge c’è libertà, anzi, la libertà nasce proprio dalle leggi che la difendono. Per avere questa sicurezza, le leggi devono essere certe e prevedibili. Un punto fondamentale per garantire questa certezza è dividere i poteri dello Stato: chi fa le leggi (legislativo), chi le applica (esecutivo) e chi giudica chi le infrange (giudiziario) devono essere separati e controllarsi a vicenda. In particolare, i giudici devono essere indipendenti e seguire solo la legge. La libertà dipende anche da come sono fatte le leggi, specialmente quelle penali. Non basta guardare solo le leggi scritte, c’è anche un’idea di giustizia naturale che viene prima. Per questo, una pena è giusta se è una risposta a un’azione sbagliata, ma deve anche servire a qualcosa di utile. La qualità delle leggi penali è quindi molto importante per la libertà.Un principio importante è che la punizione deve essere legata al tipo di reato commesso, non decisa a caso. Questo ha portato a pensare a pene diverse per crimini diversi. Questo principio è stato usato anche per criticare le leggi che punivano i reati religiosi con pene statali. Si diceva che i peccati contro la religione dovevano essere puniti dalla religione stessa, non dallo Stato. Lo Stato non deve punire le offese a Dio, specialmente se sono cose private che non disturbano la vita di tutti. Punire cose come l’eresia o la magia è pericoloso per la libertà perché si basa su accuse poco chiare e sulla paura. Le leggi penali sulla religione non funzionano bene, non cambiano le persone e creano solo problemi. È meglio separare le leggi dello Stato dalla religione per rispettare la libertà di coscienza.Le leggi penali legate alla religione punivano comportamenti che andavano contro le idee religiose. Un esempio è il suicidio, punito perché considerato un peccato. C’è stata una forte critica contro questa idea, difendendo la libertà di decidere della propria vita. Questa critica fa parte di una battaglia più ampia contro i governi dispotici, dove non ci sono leggi fisse e si governa con la paura. In questi sistemi, anche le leggi penali diventano uno strumento per opprimere, usando accuse vaghe come il reato di lesa maestà per colpire chi non è d’accordo. Per proteggere la libertà, le leggi penali devono essere precise e chiare (principio di tassatività), punire solo le azioni fatte, non i pensieri (principio di materialità), e la pena deve essere strettamente necessaria (principio di necessità). Se una pena non è necessaria, è ingiusta. Queste idee sono state fondamentali per creare un sistema penale che limita il potere dello Stato e protegge la libertà.Si è discusso molto se le pene severe siano più efficaci. L’idea che pene più leggere siano migliori non solo è più ragionevole, ma funziona anche di più nel tempo. Aumentare la severità delle pene non fa diminuire i crimini e può rendere la società più violenta. Anche la pena di morte è stata messa in discussione. Anche se alcuni la vedevano come una giusta punizione per chi uccide o come un modo per difendere la società, altri dicevano che non è utile né giusta. Non è la crudeltà che rende sicuri, ma la certezza che chi sbaglia viene punito e che la pena è giusta per quello che ha fatto. La pena di morte è vista come una violenza dello Stato che non aiuta a ridurre i crimini. Si preferisce un sistema con pene più umane e proporzionate.Nel Settecento, si è criticato molto il modo in cui si facevano i processi penali, che spesso erano segreti, non davano spazio alla difesa e mettevano insieme chi indagava e chi giudicava. L’obiettivo era creare un processo giusto che cercasse la verità e proteggesse chi era innocente. I principi fondamentali sono diventati la presunzione di innocenza e la protezione dei diritti dell’accusato. Si voleva che accusa e difesa fossero sullo stesso piano, che il processo fosse pubblico, che non si usasse la tortura e che i giudici fossero imparziali. Le leggi sul processo penale sono state viste come essenziali per la libertà. Le accuse vaghe o basate sulle opinioni erano considerate pericolose perché difficili da difendere. Era importante che le leggi penali fossero chiare e si basassero su fatti concreti per avere processi giusti. Anche su questioni come l’omosessualità maschile, la preoccupazione era sui rischi di accuse false e sulla difficoltà di provare il reato. La libertà è sentirsi sicuri di essere protetti dallo Stato, e un processo che non cerca la verità mette a rischio questa sicurezza. Giudicare deve essere un’attività basata sui fatti e regolata da regole precise per limitare il potere dei giudici. Alcuni principi importanti sono il rispetto delle regole del processo, l’imparzialità del giudice, il diritto di difendersi, il diritto di non dire la verità per l’accusato, il rifiuto della tortura, il diritto di confrontarsi con chi accusa, e il diritto di essere giudicati da persone come l’accusato. Il sistema inglese con la giuria popolare era visto come un buon esempio di giustizia. Queste idee hanno influenzato le rivoluzioni in America e Francia e hanno portato a scrivere nelle costituzioni i diritti delle persone accusate. Un momento chiave è stato la diffusione del libro “Dei delitti e delle pene”, che ha spinto a scrivere leggi penali chiare, a ridurre i reati, a rendere le pene più umane, a superare il vecchio sistema processuale e a garantire i diritti nel processo. Anche se non era un rivoluzionario, il suo pensiero ha aiutato molto a cambiare il diritto penale.Riassunto Lungo
1. La Libertà, Figlia della Legge
Definizione di libertà politica
La libertà politica è quando non ci sono impedimenti o obblighi ingiusti. Questa condizione è garantita dal sistema delle leggi. Non si parla della libertà democratica di governarsi da soli, dell’indipendenza personale o dell’essere autonomi moralmente. Si tratta invece di una speciale protezione legale. Questa protezione permette a ognuno di agire come vuole, ma sempre rispettando i limiti fissati dalle leggi. Questa idea di libertà nasce dal pensiero che la libertà non viene dalla mancanza di leggi, come pensava Hobbes. Al contrario, nasce da leggi che la difendono attivamente, come diceva Locke.L’importanza della certezza del diritto
La certezza del diritto è fondamentale per la libertà. Se le leggi non sono chiare e cambiano spesso, la libertà di ognuno è in pericolo. Per essere sicuri che il diritto sia certo, è essenziale separare i poteri dello Stato. In particolare, bisogna distinguere tra il potere di fare le leggi (legislativo), il potere di farle rispettare (esecutivo) e il potere di giudicare chi non le rispetta (giudiziario). Montesquieu criticava il potere politico senza divisioni. Credeva che solo dividendo e bilanciando i poteri si poteva evitare che qualcuno ne abusasse e si poteva proteggere la libertà delle persone. Il potere dei giudici, in particolare, deve essere indipendente e rispettare le leggi. Solo così si può evitare qualsiasi ingiustizia.La natura delle leggi e la giustizia penale
La libertà non dipende solo da come è organizzato lo Stato. Dipende anche dal tipo di leggi, soprattutto quelle che riguardano i reati e le pene. Montesquieu studiava il diritto basandosi sui fatti concreti, ma credeva anche che esistesse una giustizia naturale. Questa giustizia è più antica e importante delle leggi create dagli uomini. Da questa idea di giustizia naturale nasce la visione che la pena serve a punire chi ha sbagliato. Punire il colpevole è giusto perché è una risposta al male che ha fatto, un principio di giustizia naturale. Montesquieu pensava che le pene dovessero essere utili, oltre che giuste secondo natura. Per questo rifletteva su quanto fossero efficaci e giuste le leggi penali. Questi aspetti sono fondamentali per la libertà dei cittadini. Quindi, la qualità delle leggi penali è decisiva per proteggere la libertà di ognuno.Ma se la libertà nasce dalla legge, come si distingue una legge che protegge la libertà da una legge che la opprime?
Il capitolo afferma che la libertà politica deriva da leggi che la difendono, ma non approfondisce il criterio per distinguere leggi liberticide da leggi che promuovono la libertà. Se la legge è lo strumento, chi garantisce che questo strumento sia usato per il bene e non per il male? Per rispondere a questa domanda, è necessario esplorare più a fondo la filosofia politica e giuridica, studiando autori come John Stuart Mill e Isaiah Berlin, che hanno dedicato importanti riflessioni al tema dei limiti del potere e della natura della libertà individuale.2. La Natura Laica della Pena
Il principio di omogeneità tra delitto e pena
Il principio di omogeneità stabilisce un legame essenziale tra il crimine commesso e la punizione. In pratica, la pena adeguata per un reato non dovrebbe essere decisa in modo arbitrario da chi fa le leggi, ma dovrebbe derivare direttamente dalla natura specifica del crimine stesso. Questa idea è stata molto importante durante l’Illuminismo e ha influenzato il modo di pensare alla riforma del sistema penale. Si proponeva, quindi, di creare un sistema di punizioni diverse a seconda del tipo di reato, cercando una corrispondenza naturale tra l’azione sbagliata e la sanzione.Critica alle pene statali per reati religiosi
Questo principio diventa particolarmente importante quando si parla di reati religiosi. In passato, le leggi erano spesso legate alla religione, e punire opinioni o comportamenti diversi in materia religiosa era comune. Si criticava questa pratica, sostenendo che le punizioni per i reati contro la religione dovrebbero essere di tipo religioso, come sanzioni spirituali o l’esclusione dalla comunità religiosa, e non pene imposte dallo Stato. Lo Stato non dovrebbe intromettersi nelle questioni religiose personali. La giustizia umana non deve vendicare offese a Dio, specialmente se queste rimangono private e non disturbano l’ordine pubblico. Indagare su presunti sacrilegi nascosti è visto come un’intrusione inopportuna e una minaccia alla libertà dei cittadini. Punire reati come l’eresia e la magia è considerato pericoloso per la libertà personale, perché si basa su accuse poco chiare e spesso alimentate dall’ignoranza della gente.Inefficacia delle leggi penali religiose e difesa della libertà di coscienza
Le leggi penali in materia religiosa si dimostrano inefficaci e dannose. La fede e il timore di punizioni divine sono più efficaci delle leggi umane. Le leggi penali in ambito religioso non riescono a convertire o reprimere come vorrebbero, ma creano solo problemi e conflitti. Per questo motivo, è necessario separare il diritto penale dalla sfera religiosa, creando un sistema legale laico che rispetti la libertà di coscienza di ognuno.Ma è davvero così semplice separare nettamente il diritto penale dalla sfera religiosa, quando le credenze religiose continuano a influenzare profondamente la morale e il comportamento sociale?
Il capitolo presenta un’argomentazione valida riguardo alla laicità della pena, specialmente in relazione ai reati religiosi. Tuttavia, la questione della separazione tra diritto penale e sfera religiosa non è così lineare come potrebbe sembrare. Anche in un sistema laico, i valori morali e le concezioni del giusto e dello sbagliato, spesso radicati in tradizioni religiose o filosofiche, possono influenzare la formulazione delle leggi penali. Per una comprensione più approfondita di queste dinamiche, sarebbe utile esplorare il pensiero di autori come Norberto Bobbio, che ha analizzato il rapporto tra diritto e morale, e Michel Foucault, che ha studiato come il potere disciplina e norma i comportamenti sociali, anche attraverso sistemi di pensiero apparentemente laici.3. L’Alba del Garantismo Penale
Diritto penale confessionale
Il diritto penale di matrice confessionale nasce dal legame tra legge religiosa e norme penali. In questo sistema, i comportamenti considerati devianti dalla dottrina religiosa diventano anche reati. La religione, quindi, non si limita a definire le credenze, ma stabilisce anche regole di condotta che influenzano il diritto penale.Il suicidio come esempio di reato religioso
Un esempio storico di questa influenza è la penalizzazione del suicidio. Il suicidio veniva punito perché considerato una violazione dei principi religiosi. Figure importanti come Dante, Agostino e Tommaso d’Aquino hanno contribuito a diffondere l’idea che il suicidio fosse sbagliato, portando alla sua condanna nella cultura europea. Le punizioni per il suicidio variavano, dalla negazione di una normale sepoltura religiosa fino a vere e proprie sanzioni legali applicate anche dopo la morte della persona.La critica di Montesquieu
Montesquieu si oppose con forza a questa tradizione, soprattutto nelle sue “Lettere persiane”. Attraverso il personaggio di Usbek, Montesquieu critica la punizione per il suicidio, sostenendo la libertà dell’individuo di decidere sulla propria vita di fronte alle imposizioni della società e della religione.Dispotismo e diritto penale
Questa critica di Montesquieu si inserisce in una riflessione più ampia sul dispotismo. Montesquieu vedeva il dispotismo come una forma di governo senza leggi chiare, dove dominava la paura. In un sistema dispotico, il diritto penale diventava uno strumento per opprimere le persone, soprattutto attraverso leggi vaghe come quella sul crimine di lesa maestà, usata per bloccare chi si opponeva al potere.I principi garantisti di Montesquieu
Montesquieu anticipò i principi del garantismo, affermando che la legge penale doveva essere precisa e chiara. Le regole dovevano essere comprensibili a tutti per proteggere la libertà dei cittadini. Montesquieu criticava l’uso di termini poco chiari nelle leggi, perché questi potevano portare a decisioni arbitrarie da parte dei giudici.Materialità e necessità della pena
Montesquieu sosteneva il principio di materialità, secondo cui solo le azioni concrete, e non i pensieri o le opinioni, potevano essere punite penalmente. Inoltre, introduceva il principio di necessità della pena, affermando che ogni punizione non strettamente necessaria era una forma di tirannia. Secondo Montesquieu, la legge non doveva intromettersi in questioni che non danneggiavano direttamente la società.L’eredità di Beccaria
Questi principi di Montesquieu furono ripresi e sviluppati da Cesare Beccaria. Insieme, posero le basi per una visione garantista del diritto penale, che limita il potere punitivo dello Stato e protegge maggiormente la libertà delle persone.Ma è davvero così pacifico che la “mitezza” delle pene sia la risposta definitiva al crimine, o stiamo ignorando la complessità della natura umana e le ragioni profonde che spingono al delitto?
Il capitolo sembra presentare una visione eccessivamente ottimistica e forse semplicistica della “mitezza” come panacea contro la criminalità. È innegabile che la crudeltà gratuita sia da evitare, ma ridurre la discussione a una contrapposizione manichea tra “severità” e “mitezza” rischia di oscurare le sfumature cruciali. Per rispondere in modo più completo alla questione, sarebbe fondamentale esplorare le diverse teorie criminologiche, approfondendo il pensiero di autori come Lombroso per comprendere le radici biologiche del crimine, o Durkheim per analizzare le dinamiche sociali che lo generano. Solo una comprensione più ampia e multidisciplinare può permettere di superare facili contrapposizioni ideologiche e affrontare il problema della criminalità in modo efficace e realistico.5. I Principi di un Giusto Processo Penale
La critica illuminista al sistema inquisitorio
Nel Settecento, l’Illuminismo si concentrò sul diritto penale e criticò il sistema inquisitorio, tipico dell’epoca romano-canonica. Questo sistema presentava diversi problemi:- Carcerazione preventiva: si arrestavano le persone prima ancora del processo.
- Segretezza delle indagini: le indagini non erano trasparenti.
- Disparità tra accusa e difesa: chi era accusato aveva meno diritti rispetto a chi accusava.
- Sovrapposizione tra inquirenti e giudicanti: chi indagava era anche giudice, senza divisione dei ruoli.
I pensatori illuministi volevano cambiare il sistema penale per cercare la verità in modo più efficace e proteggere gli innocenti.
I principi del nuovo sistema processuale
Per creare un sistema migliore, ispirato al modello romano e inglese, furono proposti nuovi principi, tra cui:- Presunzione di innocenza: tutti sono innocenti fino a prova contraria.
- Garantismo: il sistema penale deve garantire i diritti di tutti.
- Parità tra le parti: accusa e difesa devono avere gli stessi diritti.
- Processo pubblico e orale: il processo deve essere trasparente e svolgersi con discussione aperta.
- Abolizione della tortura: la tortura non deve essere usata per ottenere confessioni.
- Sistema probatorio rinnovato: le prove devono essere raccolte e valutate in modo più giusto.
- Giudici imparziali: i giudici devono essere terzi e non schierati.
Già all’inizio del Settecento, Christian Thomasius sostenne che il rito accusatorio fosse superiore. Montesquieu, invece, considerò le regole del processo penale una questione politica fondamentale, collegando strettamente il diritto processuale e la libertà delle persone.
Montesquieu e la libertà individuale
Montesquieu non creò una teoria completa, ma insistette sull’importanza di leggi processuali che protegessero la libertà di ciascuno. Criticò le leggi che permettevano condanne basate su un solo testimone e apprezzò il sistema francese, che richiedeva più giudici per condannare qualcuno. Per Montesquieu, le garanzie nel processo servivano a limitare il potere punitivo dello Stato, evitando decisioni arbitrarie.Considerava pericolosi i reati vaghi o d’opinione, perché difficili da dimostrare e soggetti a interpretazioni incerte. Per garantire processi corretti e sentenze affidabili, Montesquieu sottolineò l’importanza di leggi penali precise e chiare, basate su fatti concreti.
Il “delitto contro natura” e i rischi di calunnia
Montesquieu si occupò anche del tema dell’omosessualità maschile, all’epoca chiamata “delitto contro natura”, analizzandolo dal punto di vista del processo penale. Pur non giustificando l’omosessualità, si preoccupò dei rischi di accuse false in questo tipo di processi, soprattutto se basate su testimonianze di bambini. Per Montesquieu, il processo penale era centrale perché la libertà significava sentirsi sicuri e protetti dall’ingiustizia del potere punitivo. Se il processo non cerca la verità, la libertà è minacciata.I principi fondamentali del processo secondo Montesquieu
Per Montesquieu, il giudizio doveva essere un’attività basata sulla conoscenza e regolata da norme precise, per evitare decisioni arbitrarie dei giudici. Tra i principi più importanti che individuò, troviamo:- Rispetto delle regole processuali stabilite dalla legge.
- Imparzialità del giudice.
- Diritto di difesa per l’accusato.
- Diritto dell’accusato di non dire la verità.
- Divieto di usare la tortura.
- Diritto al contraddittorio, cioè la possibilità di discutere e contestare le prove.
- Giuria popolare composta da persone di pari condizione dell’accusato.
- Diritto di ricusare i giudici, se ritenuti non imparziali.
- Divieto di condannare qualcuno basandosi solo su una testimonianza.
Montesquieu considerava il sistema inglese del “trial by jury” un buon esempio di processo penale, perché si ispirava ai principi di giustizia e anticipava le idee del garantismo penale.
L’influenza illuminista sulle rivoluzioni e su Beccaria
Le idee illuministe influenzarono le rivoluzioni americana e francese. Le costituzioni americane inclusero dichiarazioni dei diritti che misero per iscritto i principi del garantismo penale. Anche la Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, ispirata in parte al modello americano, dimostrò l’urgenza di limitare il potere punitivo dello Stato. L’opera di Cesare Beccaria, “Dei delitti e delle pene”, diventò un punto di riferimento fondamentale per il dibattito illuminista e rivoluzionario. Beccaria promosse la creazione di leggi penali scritte, la riduzione dei reati, pene più umane, il superamento del sistema inquisitorio e la difesa dei diritti processuali. Anche se Montesquieu non fu un rivoluzionario, il suo pensiero diede un contributo importante al cambiamento del diritto penale.Se i principi illuministi erano così validi e universalmente riconosciuti, come mai ancora oggi assistiamo a processi penali controversi e a violazioni dei diritti degli imputati?
Il capitolo descrive in modo efficace i principi illuministi che hanno plasmato l’idea moderna di giusto processo, ma manca di affrontare le sfide concrete alla loro applicazione. Per comprendere appieno la complessità della questione, sarebbe utile approfondire come questi principi si confrontano con le realtà contemporanee dei sistemi giudiziari, spesso segnati da inefficienze, disparità e pressioni politiche. Esplorare le opere di autori che si sono occupati di sociologia del diritto e filosofia politica potrebbe offrire una prospettiva più critica e completa.Abbiamo riassunto il possibile
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