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Contenuti del libro
Informazioni
“L’isola pianeta e altri Settentrioni” di Giorgio Manganelli ti porta in un viaggio affascinante e un po’ inquietante attraverso il Nord Europa. Non è la solita guida turistica, ma un’esplorazione profonda di luoghi come l’Islanda, la Finlandia, la Norvegia, le Isole Fær Øer, la Svezia, la Danimarca e la Germania settentrionale. Manganelli non si ferma alle cartoline, ma scava nell’anima di queste terre estreme, dove la natura è potente e indifferente, l’identità nazionale è forte e spesso legata a storie antiche e a un mondo magico fatto di elfi e saghe. Attraverso città come Stoccolma, Copenaghen, Helsinki, Oslo e paesaggi selvaggi di fiordi e vulcani, il libro esplora temi come la solitudine, vista non solo come mancanza ma come una dimensione dell’esistenza, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, le contraddizioni delle società moderne e il peso della storia. È un racconto che mescola osservazioni acute su architettura e politica con riflessioni sul mito, l’ansia del viaggio e la ricerca di un senso in un mondo che sembra sempre più strano.Riassunto Breve
I luoghi del Nord Europa possiedono identità profonde, spesso nascoste sotto l’apparenza. La Svezia mostra un ordine sociale rigoroso, con scioperi di laureati e serrate governative, ma anche contraddizioni come la permissività e la solitudine percepita, il tutto riflesso in cerimonie formali come il Nobel. Copenaghen appare stanca ma cela una storia drammatica e una struttura quasi mistica, con un carattere danese che unisce rigore interiore e permissività esterna, mantenendo riti antichi. L’Islanda è una terra dominata da una natura brutale e indifferente, fatta di lava e ghiaccio, non un paesaggio tradizionale ma un mondo primordiale. La società islandese è unita, legata alla lingua antica delle saghe e a un mondo magico di elfi e spiriti considerato reale; la solitudine qui è una condizione pacifica. La Finlandia, periferica, ha un’identità forte basata sulla lingua e un carattere reticente e ostinato, con un rapporto profondo con la natura e una storia complessa che include influenze russe e una guerra civile; l’architettura (Engel, Aalto) e il paesaggio (Lapponia) riflettono questo patto con l’ambiente e la solitudine. La Norvegia è un vasto “deserto” di montagne, fiordi e acqua, dove la natura è il principale riferimento culturale e la solitudine è accettata; esiste una divisione tra l’orientamento europeo di Oslo e un Nord più purista, visibile anche nelle due lingue ufficiali. Le isole Fær Øer sono un luogo isolato e intenso di pietra e vento, con una lingua arcaica, costumi severi e un legame con un mondo magico, rappresentando una cultura della solitudine. Altri luoghi europei mostrano caratteri distinti: Aberdeen trasformata dal petrolio, Liverpool segnata dalla crisi e dalla storia portuale, Francoforte città drammatica ricostruita sulle rovine, Amburgo città vitale e commerciale. La Germania del Nord (Schleswig-Holstein) nasconde sotto un paesaggio dolce un lato arcaico e una lotta contro il mare, espressa anche nell’arte (Nolde) che dipinge cieli drammatici e forze nascoste; l’ordine è una caratteristica tedesca visibile. Monaco appare come una città scenografica e artificiale. Questi luoghi del Nord, con la loro natura estrema, la solitudine, il legame con il passato mitico e le peculiarità psicologiche, creano identità uniche che vengono esplorate anche attraverso riferimenti letterari e intellettuali legati al mito e al simbolismo (Yeats, Borges, Koch), confrontandosi con l’idea di un pianeta estraneo all’uomo.Riassunto Lungo
1. Scioperi, frac e ansie di viaggio
La situazione degli scioperi in Svezia La Svezia si trova ad affrontare un periodo di tensione a causa di uno sciopero dei dipendenti pubblici e di una serrata decisa dal governo. Un sindacato di laureati, chiamato Saco, ha avviato lo sciopero per protestare contro la riduzione della differenza di stipendio rispetto agli operai. Questo divario si è assottigliato a causa delle tasse progressive e delle politiche del governo, orientate a creare una società più equa. Il governo, guidato dai socialdemocratici, ha definito lo sciopero “di destra” e ha risposto con la serrata. Questa mossa blocca gli stipendi e costringe i sindacati a utilizzare i propri fondi di cassa. La strategia ha coinvolto anche sindacati che rappresentano dirigenti ferroviari e persino militari, portando alla serrata anche per gli ufficiali. È interessante notare che in Svezia i militari sono organizzati in sindacati, proprio come gli altri lavoratori. La legge svedese prevede regole precise per limitare gli scioperi, ma la serrata da parte dei datori di lavoro è considerata legale.Uno sguardo sulla società svedese
La società svedese appare come un insieme di regole rigide e, allo stesso tempo, di grande libertà. C’è un forte senso dell’ordine, della dignità personale e del dovere verso la comunità. Lo Stato occupa una posizione molto importante, quasi sacra, nella vita delle persone. Nonostante l’obiettivo di creare una società senza grandi differenze, ci sono aspetti che sembrano in contraddizione. Ad esempio, la pornografia è integrata nella vita sociale senza particolari problemi, mentre la solitudine è vista come un grave problema nazionale.La cerimonia del Premio Nobel
La cerimonia del Premio Nobel, che si tiene a Stoccolma, è un evento di grande importanza che riflette molti aspetti di questa società. L’evento si svolge in diverse fasi: la consegna dei premi, una cena di gala e un ballo. Per la cena è richiesto un abbigliamento molto formale, in particolare il frac, che simboleggia un’autorità che ricorda la borghesia e un’etichetta molto rigida. La cerimonia è vista da alcuni come un rito che celebra il progresso scientifico e culturale. Per altri, ha anche un significato di “purificazione” o “espiazione”, con momenti che sembrano quasi assurdi. L’ideologia che sembra emergere cerca di mettere insieme l’ottimismo tipico della classe borghese con l’idea di una monarchia che si propone come egualitaria. L’inclusione del premio per la Pace può suggerire l’idea di un mondo in uno stato di conflitto continuo.L’ansia prima di un viaggio
Prepararsi per un viaggio, come quello in Islanda, può generare una notevole ansia. La scelta accurata degli oggetti essenziali da mettere in valigia, come un semplice paio di forbicine, e la necessità di portare con sé dei tranquillanti mostrano come questa inquietudine venga gestita a livello personale. Il viaggio stesso è avvolto nell’incertezza, con dubbi sul clima che si troverà e sulle abitudini del posto, come l’eventuale obbligo di indossare la cravatta. La preparazione del bagaglio include vestiti pesanti e formali, per essere pronti a diverse situazioni possibili. Pensare a una meta diversa, come la Groenlandia, può servire a distogliere momentaneamente l’attenzione, ma poi i pensieri tornano inevitabilmente alla destinazione originale.Ma davvero la lotta di un sindacato di laureati contro la compressione salariale si esaurisce nell’etichetta di “sciopero di destra”, al punto da giustificare la serrata di un governo che si dichiara egualitario?
Il capitolo descrive la tensione sociale legata allo sciopero, ma la semplificazione con cui viene etichettato come “di destra” e la reazione della serrata da parte di un governo che si dichiara egualitario meritano un’analisi meno superficiale. Per cogliere le reali complessità di questa situazione, è fondamentale approfondire la storia e le peculiarità del modello svedese di relazioni industriali, il ruolo dei diversi sindacati e le sfide poste dalla stratificazione sociale ed economica in un contesto che persegue l’equità. Discipline come la sociologia del lavoro, la scienza politica e la storia contemporanea dei paesi nordici offrono le lenti necessarie. Leggere autori che hanno studiato il welfare state scandinavo o le dinamiche sindacali svedesi può fornire un quadro più completo.2. La Solitudine della Terra di Lava
Copenaghen appare stanca e malinconica. La strada principale, lo Strøget, sembra aver perso la vitalità del passato. Nonostante la città sia ricca di storia e cultura, legata a figure come Thorvaldsen, Andersen e Kierkegaard, l’atmosfera generale è smorta. La figura del pastore Grundtvig e la sua idea di uno spirito nazionale danese, così come la chiesa a lui dedicata, suggeriscono un ottimismo che sembra artificiale, quasi a nascondere una tensione interna, un “marcio” che ricorda l’osservazione di Amleto. Anche i reperti preistorici nel museo nazionale, come pietre runiche e una selce che emette un suono antico, sembrano indicare una profondità storica che convive con un’inquietudine persistente.Il viaggio verso nord porta a cieli e luci completamente diversi. Sopra l’Atlantico, le nuvole non sono semplici masse d’acqua sospese, ma appaiono come distese ingannevoli simili a un deserto. Queste formazioni possono creare illusioni di isole e terre che poi svaniscono, generando un senso di disorientamento e rivelando una sorta di “crudeltà” nella loro mutevolezza continua.La natura indifferente dell’Islanda
L’Islanda si presenta come una terra dove la natura domina in modo indifferente all’uomo. Il paesaggio, formato da magma pietrificato, imponenti vulcani e vasti ghiacciai, è brutale e immenso. Non cerca di essere compreso o addomesticato, imponendo la sua presenza selvaggia. La vita umana si concentra principalmente sulle coste fertili, un’esistenza che richiede coraggio e si svolge ai margini di un deserto interno in gran parte inaccessibile.Segni di vita e storia tra le forze della terra
La costante attività geotermica, visibile nelle solfatare fumanti e nei geyser che eruttano, sottolinea la vitalità interna e spesso violenta della terra. Thingvellir, il sito del primo parlamento islandese, sorge in una piana di lava segnata da antichi terremoti, un luogo che simboleggia l’ostinato insediamento umano in un ambiente estremo e potente. Città come Akureyri mostrano l’ingegno umano nell’adattarsi, con giardini inattesi che fioriscono e l’uso diffuso del riscaldamento geotermico.Solitudine e quiete nel paesaggio islandese
Luoghi come il lago Mývatn e le strane formazioni laviche di Dimmuborgir rappresentano la profonda stranezza e solitudine del paesaggio islandese. È un luogo che sembra evocare l’idea di eremiti che cercano rifugio e offre una quiete quasi assoluta, senza rumori superflui. In questa terra, la solitudine non viene percepita come una prigione, ma piuttosto come una dimora pacifica e naturale.Questa “solitudine” islandese è davvero una “dimora pacifica”, o non è piuttosto la cruda necessità imposta da una natura indifferente?
Il capitolo dipinge la solitudine del paesaggio islandese come un rifugio, una quiete quasi assoluta. Eppure, descrive anche un’esistenza umana ai margini, che richiede coraggio e si svolge in un ambiente brutale. Questa apparente contraddizione solleva dubbi sulla profondità con cui viene esplorata l’esperienza umana reale in un contesto così estremo. Per andare oltre questa visione forse troppo idilliaca, sarebbe utile confrontarsi con studi di sociologia rurale, psicologia ambientale, o leggere autori che hanno analizzato le sfide della vita in condizioni estreme e l’impatto della geografia sulla psiche umana, come certi geografi o narratori del nord.3. Terra Numinosa e Popolo Nascosto
L’Islanda è un luogo che sfugge ai normali modi di capire tipici della cultura europea. Non si trovano qui grandi opere d’arte o città imponenti come nel continente. La sua identità culturale affonda le radici nelle saghe, testi scritti tra il Duecento e il Trecento, che raccontano storie antiche e miti scandinavi. Anche Reykjavík, pur essendo estesa, non ha l’aspetto di una città da ammirare nel senso tradizionale europeo.Una Natura Potente e Selvaggia
La natura islandese è molto diversa da un paesaggio o panorama come lo intendiamo in Europa. Non offre una bellezza calma o rilassante. È un ambiente primordiale, quasi pre-umano, pieno di forza e disordine, segnato da fenomeni naturali intensi come terremoti, sorgenti di acqua bollente, geyser e colate di lava. Questa terra trasmette una sensazione di sacralità e timore, come se non appartenesse completamente all’uomo. La sua forma e i suoi fenomeni sembrano comunicare direttamente, con un linguaggio che precede quello umano.Società, Lingua e Identità
Il popolo islandese è molto unito e fiero della propria nazione. La lingua gioca un ruolo centrale in questa identità: è rimasta quasi identica a quella delle antiche saghe e funziona come una barriera protettiva contro le influenze esterne. Le saghe stesse sono viste come il cuore della cultura islandese. La società è caratterizzata da poche differenze tra le classi sociali e da un forte legame familiare. Non si usano cognomi ereditari; le persone sono identificate con il nome proprio seguito dal patronimico (il nome del padre o della madre con un suffisso), creando una vasta rete di parentela. Nonostante una certa libertà individuale, la comunità appare compatta e tende a mantenere una certa riservatezza verso chi viene da fuori.Il Legame con il Mondo Magico
Esiste un legame profondo tra la società islandese e un mondo fatto di magia e credenze. Non è semplice superstizione, ma un rapporto vivo con figure come fate e popoli nascosti che vivono nelle montagne, con i sogni che annunciano il futuro, con l’idea del destino e con lo spiritismo. Queste credenze non sono marginali, ma influenzano la vita di tutti i giorni e vengono persino riportate sui giornali.Un Confronto con l’Europa
Mettere a confronto l’Islanda con una città europea come Oslo aiuta a capire meglio questa diversità. Oslo offre un’esperienza più vicina ai modelli culturali e naturali europei, anche se non mancano elementi di inquietudine (come si vede nelle opere di Munch o nelle navi vichinghe). L’Islanda, invece, si presenta come un’entità a sé stante, forse l’ultima comunità con caratteristiche tribali in Europa, un luogo dove convivono una forte spiritualità e antiche credenze.Le Case Tradizionali: Simbolo di Resilienza
Le vecchie case islandesi, spesso con i tetti coperti d’erba, sono un simbolo di grande pazienza e rispetto per se stessi. Queste qualità sembrano essere nutrite proprio dalle antiche credenze magiche e religiose che permeano la cultura dell’isola.Come si giustifica il salto logico che trasforma un paesaggio fisico, per quanto estremo, in un percorso che “tocca temi esistenziali profondi” e porta alla “contemplazione della fine”?
Il capitolo stabilisce un legame forte tra l’ambiente norvegese e specifiche esperienze interiori, come la solitudine e la contemplazione della fine, fino a parlare di trascendenza e di un ritorno a una dimensione “mitica”. Tuttavia, il meccanismo preciso con cui il paesaggio fisico inneschi o faciliti questi stati esistenziali non è pienamente chiarito. Per approfondire questa complessa relazione tra esterno e interno, potrebbe essere utile esplorare la psicologia ambientale, che studia l’impatto degli ambienti sul comportamento e sulla psiche umana, o la filosofia del paesaggio, che indaga il significato simbolico e percettivo dei luoghi. Anche un confronto con autori che hanno affrontato temi esistenziali, come Camus o Sartre, potrebbe offrire prospettive diverse sulla natura della solitudine e della riflessione sulla mortalità, indipendentemente dal contesto geografico.14. Voci dal Nord e l’ombra dei simboli
Giorgio Manganelli esplora ambiti letterari e tematici diversi, scrivendo su argomenti che spaziano dai reportage di eventi come la Buchmesse di Francoforte ai saggi su mostre d’arte. Un interesse particolare che emerge nei suoi scritti riguarda temi legati al mito e al soprannaturale, che si intrecciano con le sue riflessioni su letteratura e cultura.Rapporti Letterari e Tematici
Un legame importante si stabilisce con Vittorio Beonio-Brocchieri, che fu suo maestro. Beonio-Brocchieri è noto per le sue spedizioni polari e i relativi scritti, come il libro “Dall’uno all’altro polo”, che evidentemente influenzano il percorso intellettuale di Manganelli, introducendolo a temi di viaggio e scoperta. Manganelli si confronta anche con l’opera del poeta irlandese William B. Yeats, recensendo e traducendo testi che approfondiscono il mondo celtico, ricco di simboli, e che toccano temi legati a figure fantastiche come fate e gnomi, mostrando l’interesse di Manganelli per il folklore e il simbolismo.Un altro autore di riferimento per Manganelli è Jorge Luis Borges. Gli studi di Borges sulle letterature germaniche medievali, in particolare le “Kenningar” (figure retoriche tipiche della poesia norrena) e l’uso della metafora, sono pertinenti per comprendere le connessioni che Manganelli esplora tra diverse tradizioni letterarie e forme espressive. Un rapporto significativo si sviluppa inoltre con Ludovica Koch, studiosa della poesia scaldica, la poesia dei bardi norreni. Il suo stile di scrittura e i suoi saggi, come quelli raccolti in “Al di qua o al di là dell’umano”, offrono spunti di riflessione e confronto per Manganelli sul tema della poesia nordica e sul confine tra umano e non umano.Il Nord, il Mito e il Soprannaturale
Il tema del Nord emerge in modo significativo nelle esplorazioni di Manganelli. Questo interesse è legato a riferimenti come quello a Peter Davidson e al viaggio di Gawain, ma anche alle esplorazioni polari e all’Islanda, un luogo spesso associato a credenze in esseri mitologici e a paesaggi carichi di suggestione. La poesia vichinga e quella scaldica, studiate anche da Ludovica Koch, rappresentano un punto focale di questo interesse per il Nord e le sue tradizioni letterarie e mitologiche. Manganelli stesso si dedica a trattare di elfi, fate, gnomi e persino UFO in diversi suoi articoli, dimostrando come il suo percorso intellettuale lo porti a esplorare il confine tra realtà, mito e soprannaturale, spesso attingendo a suggestioni provenienti dal Nord e dalle sue antiche credenze.Ma davvero l’interesse per la poesia norrena e le spedizioni polari giustifica l’incursione nel mondo degli UFO e delle fate?
Il capitolo, pur delineando un affascinante percorso tra letteratura, mito e Nord, presenta l’interesse per temi come UFO, elfi e gnomi quasi come una naturale estensione degli studi sulla poesia scaldica o delle suggestioni polari. Questa giustapposizione, se non adeguatamente contestualizzata nel metodo critico o nella specifica prospettiva di Manganelli, rischia di apparire come un salto logico, mescolando ambiti di indagine molto diversi (studi letterari/mitologici vs. fenomeni contemporanei/folklore moderno). Per comprendere meglio questo apparente scarto e la coerenza interna del percorso intellettuale, sarebbe utile approfondire la critica letteraria di Manganelli, in particolare i suoi scritti sul fantastico e sul rapporto tra letteratura e credenze. Approfondire l’opera di Manganelli stesso è essenziale, così come esplorare studi sul folklore moderno e sulla storia culturale delle credenze nel soprannaturale.Abbiamo riassunto il possibile
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