1. L’Arte della Lezione Letteraria Russa
Vladimir Nabokov, giunto negli Stati Uniti nel 1940, portava con sé un tesoro di lezioni sulla letteratura russa, maturate in anni di studio e pronte a diventare il cuore dei suoi corsi accademici. Queste lezioni, pensate per catturare l’attenzione degli studenti per cinquanta minuti, hanno plasmato l’insegnamento di Nabokov a Wellesley e Cornell per due decenni. Iniziando con la lingua russa, Nabokov ha presto introdotto i capolavori russi in traduzione inglese, per poi estendere il suo sguardo ai giganti della narrativa europea.L’approccio di Nabokov alla letteratura russa si distingueva nettamente da quello riservato agli autori europei. Per i russi, delineava un ritratto biografico e un quadro generale delle opere, per poi immergersi nell’analisi di un capolavoro scelto. Questa scelta, più tradizionale, nasceva dalla consapevolezza che gli studenti americani avevano poca familiarità con la storia e la cultura russa. Per gli autori europei, invece, l’attenzione si concentrava su un’unica opera, sviscerata in ogni dettaglio senza bisogno di introduzioni biografiche o panoramiche.I grandi narratori russi dell’Ottocento, come Tolstoj, Gogol e Čechov, erano per Nabokov l’apice della letteratura, voci potenti contro l’utilitarismo critico e sociale. Le sue lezioni erano un campo di battaglia: l’elemento sociale in Turgenev e Dostoevskij era bersaglio di critiche severe, Gor’kij veniva stroncato senza appello, mentre Čechov emergeva come un faro di pura rappresentazione della vita, priva di distorsioni ideologiche. Per Nabokov, il valore artistico di un’opera superava di gran lunga qualsiasi interpretazione sociale o politica.Il suo metodo di insegnamento puntava a creare un’esperienza condivisa, un viaggio sensoriale attraverso le parole. Citazioni evocative e analisi dettagliate risvegliavano la sensibilità degli studenti. Nabokov era convinto che la lettura dovesse essere un’esperienza informata, un’immersione nei dettagli che danno vita a un’opera d’arte. Spingeva gli studenti a visualizzare le scene descritte, come l’interno di una carrozza ferroviaria in Tolstoj, per afferrare pienamente la genialità dell’autore. L’obiettivo era contagiare gli studenti con la sua stessa passione per la grande letteratura, guidandoli verso una comprensione profonda e viscerale.2. L’Arte Russa tra Realtà e Assurdo
Gogol’ aspirava a resoconti oggettivi per le sue opere, ma comprese che i “fatti nudi” sono un’illusione, perché ogni narrazione è filtrata dalla soggettività. Il suo desiderio di completare la seconda parte di “Anime Morte” divenne un tormento, che lo spinse a un pellegrinaggio in Terra Santa. La ricerca di ispirazione divina non ebbe successo. “Brani scelti dalla corrispondenza con gli amici” suscitò controversie e critiche, culminando nella risposta di Belinskij. Gogol’ voleva redimere i personaggi di “Anime Morte” e dare un messaggio morale, ma finì per bruciare il manoscritto, ammettendo il fallimento del progetto. “Il Cappotto”, invece, è un capolavoro che esplora l’assurdo e l’irrazionale, andando oltre la critica sociale per toccare le profondità dell’esistenza umana. Turgenev, segnato dalla servitù della gleba e dalla madre tirannica, esordì con “Memorie di un cacciatore”, idealizzando il contadino e denunciando le ingiustizie del sistema servile. Seguirono romanzi come “Rudin”, “Nido di nobili” e “Alla vigilia”, con figure femminili di spicco e intellettuali tormentati. “Padri e figli” è il suo apice, con Bazarov, figura del nichilismo e del conflitto tra generazioni. Turgenev, nonostante il successo internazionale, fu spesso criticato in patria e visse all’estero, legato da un amore impossibile per Pauline Garcia-Viardot. Il suo stile, elegante e descrittivo, ha limiti nell’originalità narrativa, ma resta significativo per la rappresentazione della società russa e per aver creato figure femminili memorabili.9. La Maschera dell’Inganno e la Purezza Infranta
La famiglia Cybukin sembra rispettabile, ma è solo apparenza. Aksinja, moglie di Grigorij, è astuta e senza scrupoli, famosa per le sue truffe e per l’adulterio. Anisim, figlio di Grigorij, è un poliziotto corrotto, coinvolto in affari loschi. Anisim è costretto a sposare Lipa, giovane di umili origini, simbolo di innocenza. Il matrimonio si celebra, ma la verità sugli affari illeciti di Anisim emerge, portandolo all’arresto. Aksinja, ossessionata dalla terra che Grigorij vuole dare al nipote, figlio di Lipa, in preda alla furia, ustiona mortalmente il neonato con acqua bollente. Lipa, distrutta dal dolore, lascia la famiglia Cybukin. Grigorij, sconvolto dalle azioni di Anisim e dalla malvagità di Aksinja, sprofonda nella pazzia e nel rimorso. Lipa, nonostante la perdita, trova la forza di tornare alla sua vita semplice. Aksinja, pur avendo ottenuto la terra, resta simbolo di falsità. Lipa, segnata dalla tragedia, continua a vivere, incarnando la purezza in un mondo corrotto.10. L’essenza del filisteismo
Il filisteo è un adulto che limita i propri interessi alla sfera materiale, con una mentalità che riflette le idee dominanti e gli ideali convenzionali del suo tempo. Anche se bambini e adolescenti possono sembrare filistei, si tratta solo di imitazioni dei comportamenti più comuni. La volgarità è strettamente legata al filisteismo, non tanto perché segue le convenzioni, ma perché certe idee accettate sono intrinsecamente grossolane. Termini come “manieroso” e “borghese” aiutano a definire meglio il concetto. “Manieroso” indica una volgarità raffinata, peggiore della semplice rozzezza. “Borghese”, come inteso da Flaubert, non si riferisce alla condizione economica, ma a uno stato d’animo: il borghese è un filisteo contento di sé, un volgare che si mostra presuntuoso. Il filisteismo non si trova facilmente nelle società primitive, anche se ne esistono forme iniziali. Si può pensare a un cannibale che preferisce una testa umana decorata, simile al filisteo che sceglie arance tinte o salmone colorato artificialmente. Tuttavia, il filisteismo completo si sviluppa solo in una civiltà avanzata, dove le tradizioni si sono accumulate e, col tempo, si sono deteriorate. Il filisteismo non ha confini nazionali o di classe. Un aristocratico inglese, un membro di associazioni americane, un funzionario francese o un cittadino sovietico possono essere tutti filistei. Figure come Lenin, Stalin o Hitler hanno mostrato una mentalità borghese di fronte all’arte e alla scienza. Un operaio o un minatore possono essere filistei come un banchiere, una casalinga o una celebrità di Hollywood. Il filisteismo si manifesta con idee comuni, frasi fatte e luoghi comuni, espressi in un linguaggio banale. Il vero filisteo è fatto interamente di queste idee. Anche se tutti tendono a usare cliché, bisogna stare attenti a non cadere nell’abitudine di scambiarsi solo banalità. A volte, le convenzioni linguistiche possono essere una forma di difesa o un modo per evitare conversazioni superficiali. Il filisteo, però, è il massimo della banalità e della mediocrità, un conformista che segue il suo gruppo e si nasconde dietro pseudo-idealismo, pseudo-compassione e pseudo-saggezza. L’inganno è il suo strumento, e parole come “Bellezza”, “Amore”, “Natura” e “Verità” diventano vuote nelle sue mani. Volendo conformarsi e integrarsi, il filisteo cerca sia di imitare la massa sia di far parte di gruppi “esclusivi”, mostrando spesso snobismo e interesse per la ricchezza e il prestigio sociale. Il filisteo ignora l’arte e la letteratura, ma vuole informazioni ed è un lettore assiduo di riviste popolari, immedesimandosi in personaggi stereotipati e cercando utilità pratica. Non gli interessa la pittura, ma può mostrare riproduzioni di opere famose per apparire, preferendo in segreto artisti più tradizionali. L’amore per l’utile e per i beni materiali rende il filisteo una vittima della pubblicità, che fa leva sul suo orgoglio di possedere oggetti, facendo credere che la felicità si possa comprare e che l’acquisto renda migliori. La pubblicità crea un mondo finto e innocuo, dove compratori e venditori sanno di partecipare a una finzione condivisa. Le parole e le immagini specifiche sono le basi della letteratura. La letteratura russa tra il 1900 e il 1950, nonostante le difficoltà di studio dovute a traduzioni scadenti e restrizioni politiche, ha avuto una fase iniziale di grande creatività (1900-1917) e un periodo successivo di declino (1920-1957), durante il quale le opere migliori sono state scritte da autori in esilio.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]





