Informazioni
“Lettera all’amazzone” di Marina Cvetaeva è un libro che si addentra nelle profondità dell’amore femminile, partendo dall’analisi di una lettera intensa. Al centro c’è la riflessione sull’amore tra donne, esplorato attraverso la figura dell’Amazzone, una donna indipendente che sceglie un percorso affettivo lontano dalle convenzioni eterosessuali. Il libro indaga il significato profondo dell’atto di “amare”, visto come un impegno potente, e confronta l’immagine della passione femminile come “onda di piena” con quella del “giardino chiuso”, simbolo di un amore inaccessibile all’uomo. Un tema cruciale e ricorrente è l’assenza del figlio, una lacuna che segna questo tipo di relazione e genera un desiderio complesso e doloroso di maternità, che può portare alla fine dell’amore stesso e alla ricerca di un figlio altrove. Cvetaeva esplora la tensione tra l’intensità dell’amore femminile e la pressione sociale e naturale verso la procreazione, mostrando come il desiderio di un figlio diventi un punto di svolta cruciale. Questo saggio di Marina Cvetaeva offre una prospettiva unica sull’amore tra donne, il desiderio di maternità e l’identità femminile, rendendo “Lettera all’amazzone” un testo fondamentale per chi cerca riflessioni profonde su questi temi.Riassunto Breve
Si esplora una forma di amore che si allontana dalle aspettative comuni, concentrandosi sull’amore tra donne. Si considera il verbo “amare” più significativo del nome “amore”, perché implica un impegno forte, come costruire qualcosa che dura. Si guarda a come questo amore si manifesta, partendo da una lettera che ne parla. Le scritture antiche descrivono l’attrazione della donna verso l’uomo come una forza potente, necessaria per avere figli. Ma alcune donne scelgono una strada diversa, non avendo bisogno dell’uomo per i loro affetti. Questa scelta viene vista come una rinuncia all’amore che porta alla procreazione, una condizione in cui la donna non dirige la sua energia vitale verso l’uomo, restando protetta. Si usa l’immagine del “giardino chiuso” o della “fontana sigillata”, simboli di un amore femminile che l’uomo non può raggiungere, come si trova in antichi testi. La figura dell’Amazzone rappresenta questa donna indipendente che rifiuta di sottostare alle regole e ama un’altra donna o sé stessa. Questo significa rinunciare ad avere figli, e si pensa che la purezza stia proprio nel non generare prole, in un amore che non guarda al futuro attraverso i figli. Questo tipo di amore è come un punto di arrivo, un presente che non ha l’obbligo di creare un futuro. Si mette in discussione l’idea che i figli siano l’unica cosa che resta dopo che l’amore finisce. Un punto centrale è la mancanza del figlio in questo tipo di relazione. Questa assenza è grande e sembra voluta. Il desiderio di avere un figlio, specialmente dalla persona amata (“Se potessi avere un figlio da te!”), è spesso nascosto. Questo desiderio crea una gelosia particolare, perché si sa che l’altra persona potrebbe un giorno cercare la maternità con un uomo. L’amore tra donne sembra non includere il figlio, e questa mancanza segna il loro percorso. Le grandi storie d’amore tra donne finiscono senza figli, perché sono molto intense nel presente e non pensano al futuro in quel modo. Solo il figlio sembra poter durare oltre l’amore stesso. Esiste anche il desiderio di avere un figlio senza l’uomo. All’inizio, l’amore tra donne appare puro, senza la vergogna o il rimorso che a volte si legano all’uomo. È come scoprire una parte bella di sé nell’altra. Ma la mancanza di un figlio crea un problema. Il desiderio di maternità, che prima era rivolto all’amata, cambia e diventa il desiderio di un figlio e basta, anche con un uomo. La gelosia e la consapevolezza di non poter avere figli insieme portano alla separazione e alla ricerca della maternità in una relazione con un uomo. Il figlio diventa un pensiero fisso, quasi un’ossessione che spinge la donna verso l’uomo, visto prima come un ostacolo e poi come una soluzione. La società e la natura sembrano giudicare negativamente l’amore tra donne proprio perché non genera figli, considerandolo innaturale. La natura sembra “vendicarsi” negando la possibilità di avere figli in questa unione. Il desiderio di un figlio è il punto debole, ma allo stesso tempo è ciò che spinge verso la normalità sociale e la continuazione della specie. L’amore tra donne, anche se forte, si scontra con il bisogno profondo di maternità, e questo scontro spesso porta alla fine della relazione.
1. L’onda di piena e il giardino chiuso
Il verbo “amare” è più potente del semplice sostantivo “amore”. Amare è azione, è la prima pietra di un edificio che vuole durare nel tempo, è assumersi una responsabilità. La lettera di un poeta a una giovane donna, innamorata di un’altra donna, introduce un tema insolito. La lettera di Marina, in particolare, indaga l’amore come energia fondamentale del corpo, un’energia che ricorda il comandamento divino dell’amore totale. Le Sacre Scritture descrivono l’attrazione della donna verso l’uomo come un’onda travolgente, essenziale per la procreazione. Eppure, alcune donne scelgono di non seguire questo impulso, escludendo l’uomo dal proprio orizzonte amoroso. Marina esalta la scelta di un amore che non ha come fine la procreazione. La donna, non dirigendo la propria “onda di piena” verso l’uomo, preserva intatta la propria essenza. Marina stessa ammette di aver avuto paura di quest’onda, intuendone la forza incontrollabile. In contrasto con l’immagine della donna come fiume in piena, emerge quella del “giardino chiuso” e della “fontana sigillata”, simboli di un amore femminile che si sottrae all’uomo, come nel Cantico dei Cantici. L’Amazzone, figura di donna libera e inattaccabile, non si sottomette, ama un’altra donna o se stessa. Questa scelta implica la rinuncia alla maternità, rovesciando le convenzioni: la purezza diventa assenza di prole, un amore che non genera figli. Quest’amore è come un vicolo cieco, un punto di arrivo senza sbocchi, un eterno presente che non ha bisogno di un futuro da fecondare. È la negazione dell’idea che la prole sia ciò che resta dopo l’amore. Oggi, nell’era delle “Amazzoni madri” che scelgono l’inseminazione artificiale, la purezza dell’infecondità, cantata da Marina, non ha più la stessa forza dirompente.
2. L’Assenza del Figlio
La scrittura rivela un’esperienza femminile intima e universale, creando un senso di vicinanza con chi legge. Con il tempo, si impara a controllare parole e azioni, una capacità che può sembrare una semplice formalità, ma che in realtà nasconde una forza interiore e una lotta costante. Questa capacità di trattenersi si manifesta anche nella scelta di non rispondere in modo convenzionale, preferendo un confronto onesto e diretto. In un libro, emerge un’enorme mancanza: il figlio. Questo tema, pur essendo presente, appare frammentato, senza lo spazio che meriterebbe. Emerge un desiderio inespresso di maternità rivolto alla persona amata: “Se potessi avere un figlio da te!”. Questo desiderio genera una gelosia particolare, che nasce dalla consapevolezza di una futura separazione, quando l’amata cercherà la maternità con un uomo.L’amore tra donne sembra portare con sé l’assenza del figlio, un vuoto che ne segna il destino. Le grandi storie d’amore spesso si consumano in un presente intenso, senza figli, che soli sembrano poter sopravvivere all’amore stesso. Accanto a questo, emerge il desiderio di una maternità indipendente, senza la presenza di un uomo. Inizialmente, l’amore tra donne appare come una fusione di due identità, la scoperta di una parte profonda di sé riflessa nell’altra, un amore libero dalla vergogna o dal rimorso legati alla figura maschile.La mancanza di un figlio, però, crea una frattura. Il desiderio di maternità, inizialmente rivolto all’amata, si trasforma nel desiderio di un figlio in sé, anche con un uomo. La gelosia e la consapevolezza dell’impossibilità di avere un figlio con la persona amata portano alla separazione e alla ricerca della maternità in un contesto eterosessuale. Il figlio diventa un’ossessione che spinge la donna verso l’uomo, visto prima come un estraneo e poi come colui che può realizzare il desiderio di maternità. La società e la natura sembrano condannare l’amore tra donne a causa dell’assenza di figli, percepita come qualcosa di innaturale. La natura stessa sembra vendicarsi, negando la fecondità a questo tipo di unione. Il desiderio di un figlio, quindi, è un punto debole, ma anche ciò che spinge verso la norma sociale e la continuazione della specie, portando spesso alla fine dell’amore tra donne, nonostante la sua intensità.
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