Contenuti del libro
Informazioni
“Lettera a un giovane sociologo” di Franco Ferrarotti è un libro che ti prende per mano per capire la società di oggi, quella che sembra super connessa ma dove poi ti senti solo. Non è la solita roba accademica, ma una riflessione sincera sulla sociologia come scienza che non si accontenta di risposte facili, ma cerca di capire le relazioni complicate tra le cose, come diceva Weber. Ferrarotti parla di come il mondo sia cambiato, diventando multi-polare e velocissimo grazie alla comunicazione elettronica, ma avverte che questa velocità e questa connessione non creano vero legame sociale, anzi, rischiano di farci perdere il senso del limite e la capacità di pensare in modo profondo, preferendo la lettura superficiale all’analisi lenta. Il libro affronta la crisi sociale attuale, dove i rapporti diventano solo utilitaristici e la tecnica domina senza uno scopo vero. Ti spiega perché la sociologia è una “scienza delle crisi”, nata per capire trasformazioni enormi come quella dell’Italia da rurale a industriale, e perché è sempre stata vista con sospetto dai regimi autoritari. Ferrarotti non nasconde le critiche alla ricerca sociale in Italia, a volte frammentata o troppo legata al mercato, e discute temi come l’individualismo metodologico e la difficoltà di affrontare questioni urgenti come i rapporti tra culture. È un invito a guardare la realtà con occhi critici, a non accettare dogmi e a usare la sociologia come strumento per dialogare e capire il peso delle strutture sociali sulle nostre vite, recuperando magari un po’ di lentezza e vita interiore in questo mondo frenetico.Riassunto Breve
La società di oggi non è una struttura semplice o perfettamente logica, ma un insieme complesso dove i fatti sociali si influenzano a vicenda. La sociologia, che studia queste relazioni, non si basa su idee fisse ma elabora concetti dalla ricerca, come suggeriva Weber. È una scienza che accetta di essere “inferma” per non diventare un dogma, e a differenza della storia, usa un approccio comparativo e condizionale. Una grande differenza rispetto al passato è il passaggio da uno sviluppo che procede per tappe successive a uno dove tutto è presente contemporaneamente; culture e popoli diversi interagiscono, il mondo è multi-polare e richiede dialogo. Lo Stato-nazione perde forza, il capitalismo è globale e la comunicazione elettronica riduce le distanze. Nonostante questa connessione, le persone si sentono più sole, impotenti e disorientate. Il legame sociale si indebolisce, i rapporti diventano spesso solo utili, mettendo a rischio il nucleo della comunità basato su relazioni non utilitarie. Non tutto ciò che è umano, come i sentimenti o la dignità , si può misurare con i numeri. L’innovazione tecnologica è il motore principale, ma la tecnica non dà una direzione, è una perfezione senza scopo che si ripete. La sfida è usare la tecnica senza esserne dominati.La società mostra una crisi nei suoi valori fondamentali. Lo sfruttamento non è solo nel lavoro, ma colpisce l’interiorità . La tecnologia, inclusa la comunicazione elettronica, non risolve i problemi sociali. Questa comunicazione è veloce e globale ma parla a sé stessa, non crea vera comunità perché manca il contatto fisico e l’espressione diretta. È una socialità finta e fredda. Oggi si scontrano la lettura lenta, che richiede concentrazione, e l’audiovisivo veloce, che distrae e privilegia l’emozione. La comunicazione elettronica favorisce una lettura superficiale. Manca il senso del limite, un principio importante nella tradizione. La tecnologia è uno strumento potente ma senza un fine suo, non sa riflettere o dubitare come l’uomo. Le scienze sociali, come la sociologia, sono in crisi, perdono le loro basi filosofiche e si concentrano su aspetti superficiali, mostrando un appiattimento teorico. I legami tradizionali non tengono più insieme la società , l’economia di mercato domina e trasforma i rapporti umani in scambi basati sull’utilità , generando precarietà e ansia. La ricchezza si concentra sempre più, aumentando la povertà . Per affrontare questa situazione, serve recuperare il senso del limite, la concentrazione e la lentezza nel pensare e agire. Serve un ritorno alla vita interiore e una ridistribuzione della ricchezza.La sociologia nasce proprio dalle crisi storiche, come il passaggio dalla società contadina a quella industriale, e le crisi la rendono necessaria perché rendono visibili aspetti nascosti della società . È uno strumento per capire e guidare la società industriale, basato su analisi, ipotesi e verifiche, non su dogmi. La sua natura critica l’ha resa scomoda per i regimi totalitari, che l’hanno abolita preferendo l’ideologia alla conoscenza basata su prove. Nella sociologia attuale, si riconosce l’importanza dell’individuo, ma le norme, le strutture e le regole sociali hanno un peso forte sui comportamenti. Le istituzioni e i fatti sociali hanno una solidità propria che non si riduce solo alle interazioni individuali. L’analisi sociologica considera sia i piccoli eventi che formano i concetti, sia la forza delle strutture sociali.In Italia, gli studi sociologici di fine Ottocento mancavano spesso di rigore e furono criticati, anche con pregiudizi, per non essere scientifici o per voler usare metodi delle scienze naturali. Dopo l’unificazione, le vecchie visioni intellettuali non riuscivano a spiegare la rapida trasformazione dell’Italia da rurale a industriale. Per capire questo processo complesso che coinvolge lavoro, famiglia, istruzione, serve un’analisi che consideri le interconnessioni sociali, e la sociologia è lo strumento necessario. La sociologia affronta critiche continue, viene definita “tuttologia” e la sua scientificità è messa in dubbio, richiamando vecchie idee che la vedevano come una “scienza dei manichini” o un sapere inferiore. L’opposizione alla sociologia ha radici storiche legate a correnti che preferiscono il soggettivismo.La sociologia richiede una visione critica della società , vedendo la realtà sociale come qualcosa da analizzare. Il sociologo osserva dall’esterno pur essendo parte della società . La ricerca sociale in Italia si è concentrata sulla transizione rurale-industriale, ma a volte ha usato questo tema in modo errato, cadendo in essenzialismo, mancanza di orientamento, frammentazione e dipendenza dal mercato. Si confondono le idee personali con gli strumenti di ricerca e la teoria critica con modelli arbitrari. Questo porta a una visione semplificata della società , che non coglie l’evoluzione complessa dell’Italia o la persistenza di valori tradizionali come personalismo, nepotismo e solidarietà familiare. Si creano opposizioni rigide che non descrivono la realtà . La fine delle grandi ideologie ha trovato la sociologia impreparata, portando all’affermazione dell’individualismo metodologico, che vede la società come risultato non voluto delle azioni individuali, ignorando che i problemi individuali hanno radici sociali. Questo favorisce l’idea che mercato e libera impresa siano i principi fondamentali dell’ordine sociale. La critica alla globalizzazione si è limitata agli effetti psicologici sugli individui, senza analizzare le figure di potere come i dirigenti delle multinazionali, ignorando la contraddizione tra la loro funzione pubblica e il loro status privato guidato dal profitto. I politici appaiono subordinati. La questione dei rapporti tra gruppi etnici, urgente con l’immigrazione, non è stata affrontata a fondo. Si è parlato di “abbaglio multiculturale” senza ricerche sul campo. La comunicazione tra culture è stata vista in modo limitato e centrato sulla prospettiva europea. La formazione dei concetti sociologici è debole, il che spiega l’uso di teorie da contesti storici diversi senza considerare che i concetti hanno radici storiche specifiche. La storia cambia e non permette trasferimenti automatici senza errori. La sociologia è una scienza del dialogo, fondamentale per capire la situazione umana attuale.Riassunto Lungo
1. La società connessa e fragile
La società di oggi non è una struttura perfettamente logica e razionale. La sociologia, che un tempo veniva criticata perché sembrava mancare di prove concrete o essere troppo legata agli interessi del mercato, oggi ha cambiato approccio. Non si limita più a studiare i fatti sociali uno per uno, ma analizza le relazioni complesse e i condizionamenti reciproci che esistono tra di essi. Per fare questo, è necessario abbandonare le idee preconcette e i giudizi affrettati. I concetti che usiamo per capire la società devono nascere dalla ricerca e dall’osservazione, come già diceva Max Weber. La sociologia è stata definita una “scienza malata”, ma questa “malattia” è fondamentale. È proprio questa sua natura non rigida che le impedisce di diventare un insieme di dogmi. A differenza della storia, che cerca di capire le cause degli eventi passati, la sociologia usa un metodo basato sul confronto e sull’analisi delle condizioni presenti.Un mondo profondamente cambiato
Una delle grandi trasformazioni che stiamo vivendo è il passaggio da uno sviluppo storico basato sulla successione nel tempo a uno basato sulla compresenza nello stesso momento. Culture e popoli che prima erano lontani o considerati meno importanti ora sono presenti e interagiscono continuamente tra loro. Non esistono più centri dominanti unici o culture di serie B; il mondo è diventato multi-polare, con tanti centri diversi, e questo richiede un dialogo costante tra le varie realtà . Lo Stato-nazione, come lo conoscevamo, si sta indebolendo, mentre strutture che vanno oltre i confini nazionali diventano più influenti. Il sistema economico capitalistico è ormai globale, e le comunicazioni elettroniche hanno ridotto enormemente le distanze fisiche e culturali.
Il paradosso della connessione
Nonostante questa maggiore possibilità di essere connessi con il mondo intero, si assiste a un aumento dei sentimenti di solitudine, di impotenza e di disorientamento tra le persone. Il legame sociale, cioè ciò che tiene insieme gli individui e i gruppi in una comunità , si sta indebolendo. La società , nella sua essenza, è un “insieme”, un “essere insieme”, e la domanda fondamentale oggi è cosa riesca ancora a tenerla unita. Nelle condizioni attuali, ci si trova a essere molto connessi attraverso la tecnologia e le reti, ma allo stesso tempo ci si sente spesso isolati. Diventa sempre più difficile distinguere chiaramente tra ciò che è reale e ciò che appartiene al mondo virtuale. La sociologia, unendo lo studio della società con la logica, offre gli strumenti per comprendere come i diversi aspetti della vita sociale, dalla cultura ai rapporti tra le persone, si influenzino a vicenda.
I legami umani in pericolo
Il cuore vitale della comunità , che si basa sui rapporti interpersonali non dettati solo dall’interesse o dall’utilità , è messo a rischio. I rapporti tra le persone rischiano di diventare puramente utilitaristici, basati solo su ciò che si può ottenere dall’altro. L’amicizia, intesa come un legame profondo e disinteressato, tende a scomparire, e questo contribuisce ulteriormente a indebolire il tessuto sociale complessivo. È importante ricordare che non tutto ciò che rende la vita umana significativa può essere misurato con i numeri; sentimenti, dignità , valori non hanno un prezzo o una quantità definibile.
La tecnica come principio guida
Il principio che sembra guidare le società contemporanee è l’innovazione tecnologica. Tuttavia, la tecnica di per sé non offre una direzione o uno scopo per l’esistenza umana. È una forma di perfezione che manca di un fine ultimo, basata sulla ripetizione e sul miglioramento continuo dei processi. Sebbene ci siano sforzi per rendere la tecnica più “umana” o al servizio dell’uomo, il rischio concreto è quello di diventarne asserviti. La sfida fondamentale oggi è riuscire a usare le macchine e i sistemi tecnologici senza diventarne dominati, evitando di cadere in una dinamica simile a quella del servo-padrone descritta da Hegel.
Ma siamo davvero sicuri che i legami umani non utilitaristici stiano scomparendo, o è un’affermazione che ignora la complessità delle relazioni contemporanee?
Il capitolo presenta l’indebolimento del legame sociale e la tendenza alla scomparsa dell’amicizia disinteressata come un dato di fatto quasi ineluttabile, legato al prevalere di rapporti utilitaristici e alla centralità della tecnica. Tuttavia, questa visione rischia di essere eccessivamente pessimistica e di non considerare come le relazioni umane si trasformino piuttosto che semplicemente svanire nell’era digitale e globale. Per approfondire questa tematica e comprendere le sfaccettature dei legami sociali oggi, è utile esplorare studi sulla sociologia delle reti e sulle forme di comunità emergenti. Autori come Manuel Castells o Zygmunt Bauman offrono prospettive diverse sulla fluidità e la riorganizzazione delle connessioni umane nel mondo contemporaneo.2. Il limite perduto nella comunicazione fredda
La società umana mostra segnali evidenti di una profonda crisi che colpisce i suoi valori fondamentali. Questa crisi si manifesta in diverse forme di sfruttamento, che non si limitano all’ambito lavorativo ma arrivano a intaccare l’interiorità stessa delle persone, svuotandole dall’interno. Nonostante le buone intenzioni e i progressi fatti, le innovazioni tecnologiche, in particolare quelle legate alla comunicazione elettronica, non sono riuscite a risolvere i problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo, anzi, in certi aspetti sembrano aggravarli.La natura della comunicazione elettronica
La comunicazione elettronica si distingue per la sua velocità e capacità di raggiungere ogni angolo del globo in un istante. Tuttavia, questa rapidità e portata globale nascondono una natura intrinsecamente autoreferenziale. Questo significa che, pur parlando potenzialmente a tutti, essa finisce per non creare una vera connessione o un senso autentico di comunità . La ragione principale di questa mancanza è l’eliminazione del contatto diretto, della presenza fisica, del linguaggio del corpo e delle espressioni del viso, elementi essenziali per una relazione umana profonda e significativa. Il risultato è una forma di socialità che appare finta, superficiale e fredda, incapace di costruire legami solidi e duraturi tra le persone.Lettura lenta contro audiovisivo veloce
Nel contesto della comunicazione moderna, si assiste a uno scontro tra due modi opposti di approcciare l’informazione e la conoscenza. Da un lato c’è la lettura lenta, che richiede silenzio, concentrazione e tempo per l’assimilazione profonda dei contenuti. Dall’altro lato si impone l’audiovisivo, caratterizzato dalla velocità , dalla frammentazione e dalla tendenza a distrarre il lettore o spettatore. Questo secondo approccio favorisce una reazione più emotiva che basata sul ragionamento critico. La comunicazione elettronica, con i suoi ritmi frenetici e la sovrabbondanza di stimoli, tende a promuovere una lettura e un’interazione superficiale con i contenuti, a scapito di una comprensione più meditata e profonda.La perdita del senso del limite
Una delle cause profonde della crisi attuale sembra essere la perdita del senso del limite, un principio che era fondamentale nella tradizione classica e che offriva un quadro di riferimento per l’azione umana. La tecnologia, pur essendo uno strumento potentissimo capace di amplificare enormemente le capacità umane, manca di uno scopo finale intrinseco o di una bussola morale propria. A differenza dell’uomo, la tecnologia non possiede la capacità di riflettere sul proprio agire, di dubitare delle proprie possibilità o di autolimitarsi. Questa assenza di un limite interno nella tecnologia e la sua perdita nella cultura umana contribuiscono a un senso di disorientamento e a un’espansione incontrollata in vari ambiti della vita.La crisi delle scienze sociali e della societÃ
Anche le scienze sociali, come la sociologia, attraversano un periodo di crisi che riflette le difficoltà della società stessa. Queste discipline sembrano aver perso parte delle loro basi filosofiche solide e la capacità di analizzare la società nella sua complessità e interezza. Spesso si concentrano su processi superficiali o settoriali, mostrando un certo appiattimento teorico che impedisce di cogliere le dinamiche più profonde in atto. Parallelamente, la società nel suo complesso appare sempre meno coesa; i legami tradizionali che un tempo la tenevano insieme si sono indeboliti o spezzati. L’economia di mercato è diventata la forza dominante, trasformando progressivamente i rapporti umani in semplici scambi basati sull’utilità reciproca o sull’interesse economico. Questa mercificazione delle relazioni e la precarietà diffusa generano un senso crescente di ansia e insicurezza tra gli individui.Ritrovare il limite e la lentezza
Per affrontare questa complessa situazione di crisi, appare necessario un recupero consapevole di alcuni principi fondamentali. È cruciale ritrovare il senso del limite, sia a livello individuale che collettivo, riconoscendo che non tutto è possibile o desiderabile. È altrettanto importante recuperare la capacità di concentrarsi su obiettivi scelti con cura, resistendo alla frammentazione e alla distrazione costante. La lentezza, intesa non come inerzia ma come tempo dedicato alla riflessione prima dell’azione, diventa un valore prezioso in un mondo dominato dalla fretta. Coltivare la vita interiore, dedicando spazio alla meditazione e alla conoscenza di sé, è fondamentale per resistere alla superficialità imposta dall’esterno. A livello sociale ed economico, è urgente affrontare la crescente disuguaglianza: la ricchezza continua a concentrarsi nelle mani di pochi, mentre il numero di persone in condizioni di povertà o precarietà aumenta, rendendo indispensabile una ridistribuzione più equa delle risorse.Ma la “freddezza” della società è davvero colpa della tecnologia, o non è piuttosto un sintomo di mali più antichi?
Il capitolo attribuisce alla comunicazione elettronica una natura intrinsecamente autoreferenziale e “fredda”, suggerendo che essa aggravi la crisi sociale. Tuttavia, l’argomentazione potrebbe beneficiare di un maggiore approfondimento sul contesto storico e socio-economico che ha plasmato la società prima dell’avvento pervasivo della tecnologia digitale. Per esplorare se la “freddezza” sia una causa o un effetto, si potrebbero approfondire le analisi classiche sulla vita urbana e l’economia monetaria, come quelle di Simmel, o le teorie sociologiche sulla modernità e l’alienazione, che offrono prospettive sulle dinamiche sociali che potrebbero aver preparato il terreno per le problematiche osservate, indipendentemente dallo strumento comunicativo.3. La scienza delle crisi e il peso della struttura
La sociologia è una disciplina che ha le sue radici nelle grandi trasformazioni storiche, come il passaggio dalla società contadina a quella industriale. Proprio nei momenti di crisi, la sociologia trova il suo terreno fertile per svilupparsi. Le crisi, siano esse profonde o temporanee, hanno il potere di svelare aspetti della società che altrimenti resterebbero nascosti. La sociologia si propone come lo strumento essenziale per osservare, documentare e interpretare queste rivelazioni. Questa disciplina aiuta la società industriale a comprendere sé stessa e a orientarsi, rifiutando dogmi o modelli precostituiti. Il suo metodo si basa sull’analisi attenta dei problemi, sulla formulazione di ipotesi e sulla loro verifica, adattandosi sempre ai contesti specifici in cui opera.La sociologia e i regimi autoritari
Proprio la sua natura critica e il suo rifiuto dei dogmi hanno reso la sociologia una disciplina sgradita ai regimi totalitari. Movimenti come il Fascismo e il Nazismo la etichettarono come una “scienza corrosiva” e arrivarono ad abolirla. Questi regimi preferivano imporre la propria ideologia ufficiale piuttosto che basarsi su una conoscenza verificabile e fondata sui fatti. In Germania, ad esempio, le cattedre universitarie e le riviste dedicate alla sociologia furono chiuse, costringendo molti sociologi all’esilio. Divieti e restrizioni simili furono imposti anche in altri stati con governi autoritari.Il peso delle strutture sociali
Nella sociologia di oggi, si riconosce l’importanza dell’individuo, spesso chiamato “attore sociale”, come protagonista della vita sociale. Tuttavia, è fondamentale considerare anche il peso significativo che le norme, le strutture e le regole della società esercitano sui comportamenti delle persone. Le istituzioni e i fatti sociali non sono semplici somme di interazioni individuali; possiedono una propria solidità e una forza che va oltre i singoli o i piccoli gruppi. Per questo, l’analisi sociologica completa tiene conto sia dei piccoli eventi quotidiani e delle interazioni tra le persone, sia della presenza duratura e della forza delle strutture sociali che modellano la vita collettiva.Ma le critiche di Croce erano solo frutto di ‘preconcetti filosofici’ o toccavano un punto debole reale della sociologia?
Il capitolo accenna alle severe critiche di Benedetto Croce nei confronti della sociologia, suggerendo che fossero condizionate da ‘preconcetti filosofici’. Tuttavia, per comprendere appieno la portata di tale opposizione e valutare se toccasse nodi metodologici o epistemologici reali, è fondamentale approfondire il pensiero crociano, in particolare il suo idealismo e storicismo, e confrontarlo con le correnti positiviste e sociologiche dell’epoca. Approfondire autori come Wilhelm Dilthey, Max Weber o Heinrich Rickert può aiutare a inquadrare il dibattito metodologico sulle scienze dello spirito e le scienze della natura, che fu centrale in quel periodo e che informa ancora oggi la discussione sulla scientificità della sociologia.5. La Sociologia tra Critica e Dialogo
La sociologia ci invita a guardare la società con occhio critico, trattando la realtà sociale come qualcosa da studiare e capire a fondo. Il sociologo è come un osservatore che guarda dall’esterno, pur facendo parte del mondo che osserva. In Italia, la ricerca sociale si è spesso concentrata sul passaggio dalla vita in campagna a quella nelle città e nelle fabbriche. Purtroppo, questo argomento è stato usato in modo troppo rigido per spiegare tutto, portando a diversi problemi. Le ricerche mostrano una tendenza a semplificare troppo le cose, mancano di una direzione chiara, sono frammentate e dipendono troppo dalle richieste del mercato. A volte, si confondono le proprie idee personali su cosa sia giusto o sbagliato con gli strumenti che servono per fare ricerca scientifica. Inoltre, si scambia la vera critica con idee complicate e non sempre utili.Una visione semplificata della societÃ
Questa impostazione ha portato a una visione della società troppo semplice. Non si è riusciti a capire bene quanto sia stata lenta e complessa l’evoluzione dell’Italia. Non si è nemmeno considerato quanto siano ancora importanti valori legati alla tradizione, come il dare più importanza ai rapporti personali, il nepotismo o la forte unione della famiglia. Si sono create divisioni nette e rigide che non descrivono la realtà di come le persone vivono e interagiscono, perdendo di vista le sfumature importanti.L’impatto della fine delle ideologie
Quando le grandi ideologie del passato sono venute meno, la sociologia non era pronta. Questo ha favorito l’idea che l’individuo sia al centro di tutto. Si è iniziato a pensare che la società sia semplicemente il risultato non voluto delle azioni di ogni singola persona. Così facendo, però, si dimentica che i problemi che una persona incontra spesso nascono da cause sociali più ampie. Questo modo di pensare rafforza l’idea che la libertà di fare impresa e le regole del mercato siano la base migliore per organizzare la società .Analisi incomplete: globalizzazione e rapporti etnici
Un altro aspetto poco analizzato è la globalizzazione. La critica si è limitata a parlare degli effetti psicologici che ha sulle persone, senza guardare chi detiene il potere, come i capi delle grandi aziende multinazionali. Non si è messo in luce che questi consigli di amministrazione, pur avendo un ruolo che influenza la vita di tutti, sono considerati legalmente come ‘case private’ che pensano solo al guadagno. In questo quadro, i politici sembrano avere un ruolo secondario. Anche la questione dei rapporti tra gruppi etnici diversi, diventata urgente con l’immigrazione, non è stata studiata in modo approfondito. Si è parlato di ‘illusione multiculturale’ senza però fare ricerche concrete sul campo. La comunicazione tra culture diverse è stata vista in modo ristretto e solo dal punto di vista europeo.Il problema dei concetti e l’importanza del dialogo
C’è una debolezza di fondo nel modo in cui si creano i concetti usati in sociologia. Questo spiega perché si prendono in prestito teorie nate in momenti storici e contesti diversi. Non si considera abbastanza che i concetti nascono da una storia specifica e sono legati a quel momento. La storia cambia continuamente e non si possono semplicemente spostare concetti da un periodo all’altro o da un luogo all’altro senza considerare il loro contesto originale, rischiando così di capire male le cose, a volte in modo grave. Per superare queste difficoltà e comprendere la realtà complessa di oggi, la sociologia deve basarsi sul dialogo.Se la sociologia italiana è così frammentata e priva di direzione, basta un generico “dialogo” a rimetterla in carreggiata, o serve una rifondazione più radicale dei suoi strumenti concettuali e metodologici, come il capitolo stesso sembra suggerire?
Il capitolo evidenzia giustamente le debolezze nella creazione e nell’uso dei concetti sociologici, spesso decontestualizzati, e la mancanza di una direzione chiara. Tuttavia, limitarsi a invocare il “dialogo” potrebbe non essere sufficiente ad affrontare la necessità di strumenti analitici più robusti e adatti alla complessità attuale, che il capitolo stesso descrive. Per esplorare come si possano costruire concetti e metodologie più solide, superando la frammentazione e la dipendenza da mode o richieste esterne, sarebbe utile approfondire la filosofia delle scienze sociali e autori che hanno dedicato la loro opera alla costruzione di quadri teorici rigorosi e radicati nell’analisi empirica, come ad esempio Bourdieu, che ha mostrato l’importanza di connettere teoria e ricerca sul campo per evitare astrazioni vuote o dipendenza dal senso comune.Abbiamo riassunto il possibile
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