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Informazioni
“L’esperimento Inchiesta sul Movimento 5 Stelle” di Jacopo Iacoboni è un libro che scava nelle origini e nel funzionamento di questa forza politica, raccontando come sia nata da veri e propri esperimenti di ingegneria sociale condotti da Gianroberto Casaleggio in una tech company, Webegg, per studiare come manipolare il consenso nelle reti. Questa idea si è poi evoluta nella Casaleggio Associati e nel Movimento 5 Stelle, gestito fin dall’inizio come un’azienda-partito, senza sedi fisiche ma con un forte controllo digitale attraverso piattaforme come il blog di Grillo e Rousseau, che diventano strumenti centrali per la comunicazione online M5S, i finanziamenti e la gestione M5S. L’autore esplora come il movimento abbia usato i dati politici per orientare le sue posizioni, il rapporto complesso con i media tradizionali, le regole interne spesso piegate per i fedelissimi e l’uso delle espulsioni per mantenere il controllo. Viene analizzato il ruolo di Davide Casaleggio nel consolidare questo “esperimento politico”, la scelta di alleanze internazionali controverse e le sfide affrontate nella gestione delle città. È un’inchiesta M5S che mette in luce l’intreccio tra tecnologia, controllo digitale e politica digitale, mostrando le contraddizioni di un movimento che ha fatto della rete la sua forza e la sua debolezza.Riassunto Breve
L’origine di una forza politica si trova in esperimenti digitali condotti in un’azienda informatica, Webegg, tra la fine degli anni novanta e l’inizio del duemila. L’amministratore delegato, Gianroberto Casaleggio, studia come le reti aziendali possono creare consenso e influenzare opinioni usando forum interni per manipolare discussioni e generare una “valanga del consenso” pilotata. Dopo questa esperienza, Casaleggio fonda Casaleggio Associati nel 2004, unendo l’interesse per le reti e le idee politiche. Nello stesso anno incontra Beppe Grillo, che diventa il megafono per l’esperimento politico. L’azienda e il futuro movimento politico nascono insieme, funzionando come un “azienda-partito” senza sedi fisiche tradizionali, finanziato da donazioni, fondi parlamentari e ricavi pubblicitari dal blog di Grillo e dai video dei politici online. La strategia si basa su una forte opposizione alla politica tradizionale e ai media mainstream, sfruttando il malessere sociale e usando Internet per diffondere il messaggio e costruire consenso virale. Inizialmente il movimento evita la televisione, vista come strumento del potere, ma col tempo cambia approccio, cercando presenza mediatica e imponendo condizioni per le apparizioni. La comunicazione diventa centrale, gestita da figure come Rocco Casalino, con attenzione all’immagine pubblica degli eletti, usando anche “coach tv”. Parallelamente, si promuove un’immagine di sobrietà e restituzione di parte dello stipendio, ma le rendicontazioni sono poco chiare e le spese dei leader sono elevate, mostrando incoerenza tra ideali e pratica. Il controllo interno avviene tramite regole e soprattutto espulsioni rapide e poco formali dei dissidenti, spesso basate su accuse vaghe. Le regole si applicano in modo selettivo, usate contro i critici e piegate per i fedelissimi. La Casaleggio Associati gestisce le piattaforme online e il blog, usati per controllo e propaganda, anche con account virtuali. Le decisioni di espulsione sono state contestate in tribunale, ma spesso ignorate. In Europa, il Movimento stringe alleanze con forze populiste e anti-establishment come l’Ukip di Farage, posizionandosi vicino a reti legate a Brexit e Trump, nonostante lo slogan “né di destra né di sinistra”. Le posizioni politiche non derivano da un’ideologia fissa, ma dall’analisi dei dati e dei sondaggi sui simpatizzanti. La Casaleggio Associati gestisce il Movimento come un esperimento basato sui dati, considerati fondamentali per consenso e controllo. La struttura legale è complessa, con contenziosi sulle espulsioni; la Casaleggio Associati è titolare dei dati, mentre Grillo controlla simbolo e atto fondativo. La piattaforma Rousseau presenta vulnerabilità di sicurezza, dimostrate da episodi di hacking. Esiste una contraddizione tra il principio “uno vale uno” e la ricerca dei “migliori”, portando a una selezione di personale politico e staff con competenze limitate per mantenere il controllo. Sul blog e siti collegati si diffondono posizioni anti-scientifiche e “verità alternative”, a volte per generare traffico online. Questo intreccia obiettivi politici, commerciali e formazione del consenso. Gianroberto Casaleggio concepisce l’iniziativa come un esperimento con una direzione ultima nota solo a lui, con interessi mistici e un background politico di destra. Suo figlio Davide ha un approccio pratico e manageriale, trattando la politica come un asset aziendale, gestendo operazioni, coordinando attività tecniche, organizzando il lavoro dei dipendenti e approvando comunicazioni. Ha un ruolo centrale nella selezione e certificazione dei candidati, nelle espulsioni e nel controllo dei server. L’esperimento mostra legami con ambienti non tradizionalmente di sinistra, evidenti nelle storie familiari di figure chiave. La selezione dei candidati avviene tramite primarie online con pochi voti, influenzabili e verificate da Davide Casaleggio. La Casaleggio Associati sviluppa un metodo per analizzare le reti di potere basato sulle connessioni nei consigli di amministrazione, usato per mappare l’accreditamento del Movimento con vari poteri. Il Movimento e l’azienda costruiscono relazioni con diversi settori: magistratura, grandi aziende tecnologiche, media, banche, industrie, apparati di sicurezza e università. Il controllo sui dati e sui sistemi informatici è centrale; si richiede ai parlamentari di consegnare le credenziali email. Davide eredita server e dati come valore principale. Il Movimento cerca relazioni con il Vaticano, influenzando posizioni politiche e cercando udienze. La gestione delle città di Roma e Torino mette alla prova la capacità di governo, con polemiche su nomine e problemi con i servizi pubblici, mostrando un legame con lo staff della Casaleggio e un avvicinamento ai poteri locali. Sul piano internazionale, il Movimento cambia posizione verso la Russia, passando da critiche a sostegno di Putin, con incontri e interesse per l’uso di internet nelle campagne politiche, inserendosi nel contesto dei populismi autoritari e delle reti di disinformazione. Le campagne politiche usano i social media con tecniche che ricordano operazioni militari, impiegando psicometria e diffondendo notizie false per saturare il dibattito pubblico. In Italia, il Movimento 5 Stelle mostra una notevole capacità nell’uso dei social per la propaganda, con spese significative per la gestione delle reti online. L’approccio si basa sulla teoria delle reti, vedendo il Movimento come una rete di “nodi” e “connessioni” che, pur apparendo auto-organizzata, può essere orientata verso obiettivi precisi, come la demonizzazione degli avversari, anche tramite reti non ufficiali. Questo modello basato sulla rete presenta vulnerabilità, essendo fragile e dipendente da nodi chiave, esposto a infiltrazioni o divergenze. La piattaforma Rousseau ha mostrato debolezze tecniche con attacchi hacker, sollevando dubbi sulla sicurezza dei dati e la credibilità dei processi online. La gestione della piattaforma da parte di un’associazione legata a un’azienda privata solleva questioni di conflitto d’interessi. L’esperimento concepisce il movimento e la sua propaganda come un unico blocco.Riassunto Lungo
1. L’esperimento che divenne un movimento
L’origine di una nuova forza politica si trova in una serie di esperimenti condotti tra la fine degli anni novanta e l’inizio del duemila all’interno di Webegg, una piccola azienda informatica. Gianroberto Casaleggio, che era l’amministratore delegato, guidava un gruppo di lavoro che studiava come le reti interne di un’azienda potessero essere usate per creare consenso e influenzare le opinioni dei dipendenti. Questi test venivano descritti come esperimenti di ingegneria sociale, dove forum interni venivano usati per guidare le discussioni e creare un consenso che sembrava spontaneo ma era pilotato dall’alto. Dopo l’esperienza in Webegg, nel 2004 Casaleggio fondò Casaleggio Associati. Questa nuova azienda divenne lo strumento per unire il suo forte interesse per le reti e le sue idee politiche. Nello stesso anno avvenne l’incontro con Beppe Grillo, un noto comico che cercava una nuova direzione per la sua attività e che divenne presto il punto di riferimento e il principale portavoce per questo progetto politico. L’azienda e quello che sarebbe diventato il movimento politico nacquero così quasi contemporaneamente, legati fin dall’inizio.La struttura e il finanziamento
Il Movimento 5 Stelle funziona in un modo molto particolare, quasi come una “azienda-partito”. Non ha sedi fisiche diffuse sul territorio né strutture organizzative tradizionali come i partiti politici del passato. Si sostiene economicamente principalmente attraverso le donazioni dei suoi sostenitori e i fondi che vengono assegnati ai gruppi parlamentari eletti. Una fonte di guadagno molto importante e costante deriva dalla pubblicità online. Questa pubblicità è generata soprattutto dal blog di Beppe Grillo, che ha un grandissimo seguito, e dai video che vengono pubblicati online dai politici del movimento più conosciuti. Questi video, che spesso riprendono discorsi fatti in Parlamento o in altre sedi istituzionali, vengono caricati su piattaforme web che permettono a Casaleggio Associati di incassare i ricavi pubblicitari generati dalle visualizzazioni.La strategia e la comunicazione
La strategia comunicativa del movimento si basa fin dalle origini su una forte e netta opposizione verso la politica tradizionale, spesso definita “la casta”, e verso i mezzi di informazione più diffusi e riconosciuti. Questa retorica sfrutta e amplifica un senso di malessere sociale e una rabbia che erano già presenti in larga parte della popolazione. Attaccando continuamente i politici considerati “tradizionali” e i giornalisti dei media “mainstream”, il movimento si presenta come l’unica alternativa onesta e si difende dalle critiche, etichettandole come attacchi da parte del “sistema”. Per diffondere il proprio messaggio e costruire un vasto consenso in modo rapido e capillare, il movimento utilizza Internet come canale privilegiato, puntando sulla diffusione virale dei contenuti e sulla creazione di una comunità online molto attiva e fedele.Se le origini affondano nell’ingegneria sociale e la struttura è quella di un’azienda che incassa i proventi, quanto c’è di ‘spontaneo’ in questo movimento?
Il capitolo descrive l’origine del movimento in esperimenti di “ingegneria sociale” volti a “creare un consenso che sembrava spontaneo ma era pilotato dall’alto” e la sua struttura come una “azienda-partito” che si finanzia in parte significativa attraverso ricavi pubblicitari incassati da una società privata legata al fondatore. Questi elementi sollevano interrogativi fondamentali sulla natura del consenso e della partecipazione all’interno di tale entità politica, mettendo in discussione l’idea di una base popolare genuinamente spontanea. Per approfondire questa complessa relazione tra manipolazione, struttura aziendale e politica, è utile esplorare discipline come la scienza politica (con focus sull’organizzazione dei partiti e il populismo digitale), la sociologia (per lo studio dei movimenti sociali e la formazione dell’opinione pubblica) e la comunicazione digitale (analizzando le dinamiche di propaganda e l’economia delle piattaforme online). Autori come Zeynep Tufekci, che analizza l’impatto della tecnologia sulla società e sulla politica, o Walter Lippmann, che ha studiato la formazione dell’opinione pubblica, possono offrire spunti critici per comprendere meglio questi fenomeni.2. La Giravolta e le Regole Pieghevoli
Il Movimento 5 Stelle nasce con l’idea di evitare la televisione, vista come uno strumento controllato dal potere e dai giornalisti. Questa posizione iniziale si ispira anche a figure come Giorgio Gaber e affonda le radici nell’esperienza passata di Beppe Grillo con la Rai. C’era una chiara volontà di costruire canali di comunicazione alternativi ai media tradizionali. Nonostante questa ferma posizione di partenza e l’iniziale distanza dalla TV, Grillo torna successivamente sul piccolo schermo. Col tempo, anche l’approccio del Movimento nei confronti della presenza mediatica cambia in modo significativo.
La svolta comunicativa
Questo cambiamento porta il Movimento a cercare attivamente visibilità sui media, spesso ponendo condizioni precise per le apparizioni. Queste condizioni potevano includere la richiesta di interviste senza contraddittorio immediato o persino la scelta dei giornalisti. La comunicazione diventa un aspetto centrale, gestita da figure come Rocco Casalino, con una forte attenzione all’immagine pubblica degli eletti. Si cura l’aspetto fisico e l’abbigliamento, e la Casaleggio Associati introduce figure come la “coach tv” per migliorare la performance sullo schermo. Davide Casaleggio stesso preferisce apparizioni attentamente gestite e interviste con persone considerate vicine.
Tra ideali e realtà economica
Parallelamente all’attenzione per l’immagine, il Movimento promuove un’idea di sobrietà e “francescanesimo,” sostenuta da regole sulla restituzione di parte dello stipendio degli eletti. Tuttavia, la realtà spesso si discosta da questi ideali dichiarati. Leader e molti parlamentari risultano incassare e spendere cifre molto superiori a quanto affermato pubblicamente, con rendicontazioni spesso poco trasparenti. Il promesso “politometro” per verificare i redditi non viene mai realizzato. Questa distanza tra i principi dichiarati e la pratica effettiva nelle spese e nello stile di vita diventa un evidente punto di incoerenza.
Il controllo interno e le espulsioni
Il controllo all’interno del Movimento è esercitato attraverso un sistema di regole e, in particolare, tramite frequenti espulsioni. I dissidenti o coloro che si discostano dalla linea ufficiale vengono allontanati rapidamente, spesso con metodi sbrigativi e poco formali, basati su accuse vaghe o pretestuose. Le regole stesse vengono applicate in modo selettivo, usate contro chi critica mentre vengono piegate o ignorate per i fedelissimi. La Casaleggio Associati gestisce le piattaforme online e il blog, trasformandoli in strumenti di controllo e diffusione del messaggio, anche attraverso l’uso di account virtuali. Numerose espulsioni avvengono con un semplice clic. Le decisioni di espulsione e le regole interne sono state contestate in tribunale, portando in alcuni casi all’annullamento delle decisioni, ma il Movimento ha spesso ignorato queste sentenze. Si stima che centinaia di persone siano state allontanate dal movimento nel corso degli anni.
Se il Movimento si presentava come baluardo della legalità e della partecipazione dal basso, come conciliava l’uso massiccio di espulsioni sbrigative e l’ignorare le sentenze dei tribunali?
Il capitolo descrive un quadro di controllo interno basato su regole applicate in modo selettivo e frequenti espulsioni, spesso ignorando le decisioni giudiziarie. Questa dinamica solleva interrogativi sulla coerenza tra i principi dichiarati di trasparenza, legalità e democrazia interna e le pratiche effettive di gestione del dissenso. Per comprendere meglio questa apparente contraddizione, sarebbe utile approfondire gli studi sulla sociologia dei partiti politici, in particolare il concetto di “legge ferrea dell’oligarchia” di R. Michels, e le analisi specifiche sul funzionamento interno dei movimenti populisti contemporanei.3. La Macchina Politica e l’Oro Nero dei Dati
Le scelte politiche non nascono da un’ideologia rigida, ma dipendono dall’analisi approfondita dei dati e dei sondaggi che mostrano gli orientamenti dei simpatizzanti. La Casaleggio Associati gestisce questo approccio come un vero e proprio esperimento continuo. I dati sono considerati uno strumento fondamentale per ottenere consenso e mantenere il controllo politico. Questo metodo flessibile permette di adattare le posizioni su temi come l’immigrazione o l’euro in base alle risposte e alle tendenze rilevate tra il pubblico di riferimento.Le Alleanze in Europa
Questa strategia basata sui dati si riflette nelle decisioni prese, come l’alleanza stretta in Europa nel 2014 con l’Ukip di Nigel Farage. Questa mossa, influenzata in particolare da Davide Casaleggio, ha posizionato il Movimento vicino a forze populiste di destra e a una rete internazionale collegata a Brexit, Donald Trump, Cambridge Analytica e Breitbart. Anche se lo slogan ufficiale è “né di destra né di sinistra”, questa scelta ha mostrato un allineamento con gruppi anti-establishment e contrari all’euro. Nel 2017 c’è stato un tentativo di cambiare alleanza per unirsi al gruppo liberale Alde, ma è fallito rapidamente, costringendo il Movimento a tornare con Farage. Le ragioni dietro queste scelte sono legate sia alla strategia flessibile basata sui dati sia a necessità pratiche, come ottenere finanziamenti e personale per il gruppo parlamentare europeo.Struttura e Gestione dei Dati
La struttura legale interna è piuttosto complessa, con l’esistenza di due associazioni distinte che in passato hanno generato dispute legali, anche riguardo alle decisioni di espulsione. La Casaleggio Associati detiene la proprietà dei dati raccolti, mentre Beppe Grillo mantiene il controllo sul simbolo del Movimento e sull’atto legale che ne ha segnato la nascita. Questa divisione di ruoli crea una separazione tra la gestione operativa, che si basa sull’analisi dei dati, e il controllo formale e simbolico. I dati sensibili dei simpatizzanti sono gestiti sulla piattaforma Rousseau, che purtroppo ha mostrato vulnerabilità nella sua sicurezza, come dimostrato da alcuni episodi di hacking avvenuti in passato.Davvero basta un accenno a “guerra informativa” e incontri per spiegare il passaggio da un atteggiamento critico a un sostegno aperto verso la Russia?
Il capitolo, pur registrando un cambio di rotta notevole nelle relazioni con la Russia, lascia aperte troppe domande cruciali. Affermare un passaggio da un atteggiamento critico a un sostegno aperto, citando incontri e la generica nozione di “guerra informativa”, non chiarisce le ragioni profonde di tale trasformazione né la natura specifica dei legami o delle influenze in gioco. Per colmare questa lacuna, sarebbe indispensabile approfondire gli studi sulla politica estera russa contemporanea, le strategie di influenza sui paesi occidentali e le dinamiche della disinformazione. Autori che si occupano di questi temi, come T. Snyder o P. Pomerantsev, possono fornire il contesto necessario.7. L’Esperimento della Rete Politica
Le campagne politiche usano i social media con tecniche che ricordano le operazioni militari. Negli Stati Uniti, la campagna di Donald Trump ha impiegato la psicometria per creare profili dettagliati degli elettori. Questo ha permesso di inviare messaggi pubblicitari molto specifici e mirati a gruppi diversi, anche se questi messaggi potevano contraddirsi tra loro. Allo stesso tempo, reti non ufficiali hanno diffuso notizie false e meme in modo massiccio. Questa azione aveva lo scopo di saturare il dibattito pubblico, una strategia che è stata definita “guerra asimmetrica”. Le indagini condotte hanno rivelato che soggetti russi hanno pagato per diffondere annunci ingannevoli su queste piattaforme social, trasformando l’uso di notizie false in una forma di violenza tecnica, diversa dai semplici errori o dalle comuni bufale.L’esempio italiano: il Movimento 5 Stelle
Anche in Italia si osserva un uso molto efficace dei social media per la propaganda politica. Il Movimento 5 Stelle, in particolare, ha mostrato una notevole capacità in questo campo. Sono state investite spese significative per gestire le reti online del Movimento. L’approccio si basa sulla teoria delle reti, un concetto descritto nel libro “Tu sei rete”. Il Movimento viene visto come una rete complessa formata da “nodi”, che possono essere persone, account social o gruppi online, e dalle “connessioni” tra di loro.Come funziona la rete e le sue tattiche
Questa rete, pur sembrando organizzarsi in modo spontaneo, può essere orientata verso obiettivi specifici. Uno degli scopi principali è spesso la demonizzazione degli avversari politici. Questo orientamento avviene attraverso l’applicazione di regole locali e l’influenza su alcuni nodi che sono strategicamente importanti all’interno della rete. Si sono osservati esempi concreti di questo meccanismo. Reti di pagine e account non ufficiali hanno diffuso propaganda molto aggressiva e notizie false. A volte, queste reti e le loro attività sono state collegate a figure che fanno parte del Movimento stesso.Le fragilità del modello di rete
Questo modello basato sulla rete, tuttavia, presenta anche delle debolezze. La sua struttura può rivelarsi fragile in determinate circostanze. I nodi chiave, che agiscono come mediatori o punti di snodo, sono essenziali per mantenere unita la rete, e la loro eventuale debolezza o assenza può creare problemi. La rete è anche esposta al rischio di infiltrazioni esterne o alla possibilità che i singoli elementi, i nodi, inizino a divergere dagli obiettivi comuni. La piattaforma online usata dal Movimento, chiamata Rousseau, ha mostrato specifiche vulnerabilità tecniche. Ci sono stati ripetuti attacchi hacker che hanno sollevato dubbi sulla sicurezza dei dati degli iscritti e sulla credibilità dei processi che avvengono online, come le votazioni. La gestione di questa piattaforma da parte di un’associazione legata a un’azienda privata solleva inoltre questioni di possibile conflitto d’interessi. L’idea di concepire il movimento e la sua propaganda come un unico blocco coeso è alla base di questo esperimento, ma questa coesione può essere messa in crisi da eventi inattesi o da tensioni interne alla rete stessa.Se la rete politica è una struttura spontanea di nodi e connessioni, come può essere “orientata” verso obiettivi specifici come la demonizzazione degli avversari? Non c’è una contraddizione logica tra spontaneità e orientamento centralizzato?
Il capitolo descrive la rete politica come un insieme di nodi e connessioni che, pur sembrando spontaneo, può essere orientato verso scopi precisi. Questa descrizione crea una tensione: se la rete è davvero spontanea e distribuita, chi o cosa la “orienta”? Il testo accenna all’influenza su nodi strategici, ma non chiarisce sufficientemente i meccanismi di controllo o coordinamento che permettono di trasformare una struttura potenzialmente caotica in un “blocco coeso” orientato. Per approfondire questa apparente contraddizione, sarebbe utile esplorare i concetti di controllo e influenza nelle reti complesse, studiando autori che si occupano di sociologia delle reti, comunicazione politica digitale e le dinamiche di potere nelle piattaforme online.Abbiamo riassunto il possibile
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