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Informazioni
…ti porta dentro al laboratorio di Karl Marx, esplorando la genesi della sua critica all’economia politica e in particolare la nascita della teoria del plusvalore, che è un po’ la chiave per capire come funziona davvero il capitalismo. Il libro di Vitalij Vygodskij si concentra su un periodo cruciale, tra il 1850 e il 1863, gli anni in cui Marx, studiando a fondo l’economia e confrontandosi con pensatori come Proudhon, Smith e Ricardo, ha elaborato le idee che poi sono finite nel monumentale Il Capitale. Non è solo un riassunto, ma ti fa vedere il percorso di Marx, partendo dai Grundrisse, passando per le Teorie sul plusvalore, e come ha scoperto che il valore non è solo quello che vedi nel prezzo, ma nasconde lo sfruttamento del lavoro. È una storia affascinante di come nasce un’opera rivoluzionaria che ancora oggi ti aiuta a leggere le dinamiche del mondo economico.Riassunto Breve
La teoria di Karl Marx è fondamentale per capire il capitalismo. Il concetto chiave è il plusvalore, che spiega come funzionano profitto, rendita e interesse, ed è la forza che muove l’economia capitalista. Per afferrare bene il pensiero di Marx, bisogna guardare a come è nata la sua teoria economica, specialmente tra il 1850 e il 1863. In questi anni, Marx ha sviluppato le idee principali che poi ha usato per criticare l’economia politica, andando oltre economisti come Smith e Ricardo. La sua analisi è speciale perché ha capito che il modo di produrre capitalista ha una sua storia e caratteristiche precise, concentrandosi su come il lavoro viene sfruttato e sul fatto che la forza-lavoro è una merce particolare. Marx mostra che il valore creato dai lavoratori è più grande del valore della loro forza-lavoro; la differenza è il plusvalore, che diventa il profitto dei capitalisti. Questo aiuta a capire perché il capitalismo ha crisi periodiche e problemi interni, perché le capacità di produrre crescono ma si scontrano con i rapporti sociali del capitalismo. Anche oggi, con più finanza e nuove forme di capitalismo, questa logica è ancora forte. Rileggere i testi di Marx, come i Grundrisse e le Teorie sul plusvalore, è essenziale per chi vuole capire le origini e le forme attuali del capitalismo, offrendo uno strumento potente per orientarsi nell’economia di oggi. Marx ha studiato a fondo l’economia dal 1850, criticando le teorie esistenti e la storia economica. Ha visto che l’economia politica non aveva fatto molti passi avanti da Smith e Ricardo. Ha analizzato libri di teoria, prezzi, banche e crisi. Lavorando per il “New York Tribune”, ha affrontato problemi economici veri, migliorando le sue capacità. Le crisi economiche erano un punto centrale, viste come legate a possibili rivoluzioni. Ha scritto molti appunti e quaderni, importanti per la sua teoria. La sua critica è partita da cose concrete come la rendita e la circolazione del denaro, per poi arrivare a concetti più astratti come valore e plusvalore. La critica a Proudhon sul denaro è stata importante. Marx ha mostrato che il denaro non è solo uno strumento, ma una forma necessaria nelle economie di mercato. Ha smontato l’idea di Proudhon del “denaro-lavoro”, spiegando che il valore dipende dal tempo di lavoro socialmente necessario e che valore e prezzo sono diversi. È emersa la divisione della merce in valore d’uso e valore, e il doppio aspetto del lavoro nella società borghese: astratto e concreto, sociale e privato. La merce è la “cellula” economica della società borghese, il punto da cui iniziare l’analisi. Analizzando lo scambio tra capitale e lavoro, Marx ha scoperto il plusvalore. La forza-lavoro diventa merce, e il capitalista, comprandola, si prende il lavoro vivo dell’operaio. Il plusvalore nasce quando il valore prodotto dal lavoro è maggiore del valore della forza-lavoro, svelando lo sfruttamento. Questa scoperta è fondamentale, mostra la natura dello sfruttamento nel capitalismo e spiega le leggi che muovono la società borghese. Dopo i Grundrisse, Marx ha scritto “Per la critica dell’economia politica”, pubblicando solo il primo quaderno nel 1859. Il secondo, che doveva contenere la teoria del plusvalore, è diventato Il Capitale. Questo ritardo è servito a Marx per completare la teoria del plusvalore. Anche se il primo quaderno non parlava direttamente di plusvalore, metteva le basi analizzando la merce come forma semplice della produzione borghese. Marx sapeva che la sua opera era rivoluzionaria e cambiava la scienza economica. Il lavoro per il secondo quaderno è diventato un grande manoscritto, le “Teorie sul plusvalore” (1861-63), una critica storica dell’economia politica borghese. Qui Marx ha criticato le teorie esistenti e sviluppato la sua. Ha capito che la teoria del plusvalore nei Grundrisse era incompleta; doveva mostrare come il plusvalore si lega a profitto, rendita e prezzo di produzione, che sono le cose che si vedono in superficie nel capitalismo. Nei Grundrisse aveva già distinto plusvalore e profitto, ma non aveva sviluppato la teoria del profitto medio e del prezzo di produzione. Nelle “Teorie sul plusvalore” ha risolto questo, mostrando come la concorrenza tra capitalisti porta a un saggio medio di profitto e trasforma il valore in prezzo di produzione. Questo passaggio è cruciale per capire il capitalismo, dove il prezzo di produzione, non il valore, è il punto di riferimento dei prezzi di mercato. L’analisi di Marx usa l’astrazione scientifica, isolando gli aspetti essenziali. Per esempio, ignora il commercio estero per analizzare la riproduzione interna, pur sapendo che è importante nella realtà. Allo stesso modo, all’inizio assume che valore e prezzo di mercato siano uguali per sviluppare la teoria del valore, sapendo che nella realtà i prezzi sono diversi dai valori. Questa astrazione permette di cogliere l’essenza dei rapporti capitalistici, mostrando come il valore, basato sul tempo di lavoro sociale, sia la base ultima del profitto medio e del prezzo di produzione, anche nelle loro forme modificate dalla concorrenza e dal monopolio. La struttura de Il Capitale è complessa, come la teoria. Marx lo vede come teoria e critica dell’economia politica, mescolando logica e storia. I primi tre libri analizzano il capitalismo in modo logico, il quarto, “Teorie sul Plusvalore”, storicamente, seguendo l’evoluzione del pensiero economico borghese e della società capitalista. Il piano de Il Capitale è cambiato nel tempo, da due parti (teoria e storia) a sei libri, poi quattro. Questo mostra un progressivo distacco da un’impostazione filosofica hegeliana iniziale, verso una forma che esprime meglio la ricchezza della teoria. Le “Teorie sul Plusvalore” sono diventate il quarto libro e hanno influenzato la struttura dei primi tre. Il Capitale è l’economia politica della classe operaia, uno strumento scientifico per il movimento operaio. Svela lo sfruttamento e dimostra scientificamente la necessità della rivoluzione socialista. La teoria del valore-lavoro e del plusvalore è essenziale per capire i salari e le lotte sindacali. Marx mostra che il salario sembra il valore del lavoro, ma è il valore della forza-lavoro, che è meno del valore prodotto dall’operaio. Questa differenza è cruciale per motivare la lotta per salari più alti e meno ore di lavoro, non solo per soldi, ma per arrivare a eliminare il sistema salariale. Il Capitale è ancora importante perché analizza le tendenze fondamentali del capitalismo, confermate dalla storia. Non solo descrive il capitalismo, ma dice anche che non durerà per sempre, delineando una futura società comunista. Qui, la proprietà sociale dei mezzi di produzione, la pianificazione e lo sviluppo completo delle persone sono principi chiave, superando i problemi del capitalismo e aprendo la strada a un regno di libertà basato sulla riduzione del tempo di lavoro e sull’aumento delle capacità umane. Capire la teoria economica di Marx richiede di conoscere come è nata. Studiare il suo sviluppo evita di prenderla in modo rigido e superficiale. Il periodo 1850-1863 è cruciale, anni in cui Marx ha creato i concetti base della sua teoria economica, prima di pubblicare Il Capitale. Analizzare la storia de Il Capitale mostra l’evoluzione del pensiero di Marx. La maturità della sua teoria cambia molto, anche nello stesso periodo, e si vede nella terminologia. Studiando questo, si capisce come Marx è arrivato a scoprire le leggi del capitalismo, superando i limiti dell’economia borghese e rivoluzionando la scienza economica da un punto di vista proletario. Si accede al suo modo di lavorare, al suo “laboratorio”, essenziale per chi vuole usare bene la teoria marxista. La ricerca economica di Marx va di pari passo con la critica del capitalismo e la creazione della sua teoria. Questo si riflette nel titolo: “Il Capitale. Critica dell’economia politica”. Il periodo 1850-1863 è centrale perché in questi anni Marx definisce la teoria del valore e del plusvalore, insieme a quella del profitto medio e del prezzo di produzione, completando l’analisi del plusvalore. Le opere prima del 1850, degli anni ’40, sono la preistoria della sua teoria economica. Negli anni ’40, Marx ed Engels hanno posto le basi del materialismo storico, mettendo in evidenza i rapporti di produzione come elemento decisivo nella società. Questa idea, all’inizio un’ipotesi, permette una critica coerente della società borghese da posizioni proletarie. Marx, dopo, si è dedicato allo studio dei rapporti di produzione capitalistici, arrivando al manoscritto del 1857-58, dove elabora per la prima volta la teoria del valore e del plusvalore. Il periodo 1850-1863 è quindi fondamentale per capire il processo creativo di Marx e lo sviluppo delle sue idee economiche. Il saggio di Vygodsky serve da introduzione ai Grundrisse di Marx, un manoscritto importante per capire la critica marxista all’economia politica. Nonostante la sua importanza, i Grundrisse sono stati pubblicati tardi e non sono stati analizzati a fondo. Il lavoro di Vygodsky si concentra sul processo unico che lega la critica di Marx all’economia politica allo sviluppo della sua teoria. Mette in luce il legame tra Grundrisse, Teorie sul plusvalore e Il Capitale, sottolineando come la teoria del denaro nei Grundrisse, nata dalla risposta a Proudhon, anticipi concetti chiave come la teoria del valore. Un punto centrale dell’analisi di Vygodsky è chiarire il legame tra merce, valore di scambio e denaro. Si vede come Marx, superando le analisi precedenti, abbia capito il lavoro astratto come creatore di valore sociale, un valore che si manifesta solo nello scambio. Questo approccio si concentra sulla forma sociale dei fenomeni economici, evitando interpretazioni che vedono il lavoro astratto in modo solo naturale o fisico. Il saggio si inserisce in dibattiti interni al marxismo, come quelli nell’Accademia delle Scienze di Berlino Est, su concetti come il feticismo delle merci e l’alienazione. Si discute anche di come è stata accolta l’opera di Sraffa e del suo rapporto con la teoria marxista del valore-lavoro. Si critica l’idea che la teoria di Marx sia un sistema chiuso, suggerendo invece di tornare ai testi originali, specialmente ai Grundrisse, per affrontare le sfide del capitalismo di oggi e riscoprire la profondità della critica marxista all’economia politica.Riassunto Lungo
1. Lo Svelamento della Logica Capitalista
L’importanza del pensiero di Marx per capire il capitalismo
Il pensiero di Karl Marx è fondamentale per capire come funziona il capitalismo. La sua teoria del plusvalore è essenziale per capire le regole del sistema economico capitalista. Questa teoria spiega come il plusvalore controlli concetti chiave come il profitto, la rendita e l’interesse. Il plusvalore è quindi la legge fondamentale che guida l’economia capitalista.La nascita della teoria economica di Marx
Per capire bene quanto sia importante il pensiero di Marx, bisogna studiare come è nata la sua teoria economica, soprattutto nel periodo tra il 1850 e il 1863. In questi anni, Marx ha sviluppato le idee principali che hanno portato alla sua critica dell’economia politica. In questo modo, ha superato i limiti degli economisti borghesi classici come Smith e Ricardo. La sua analisi è diversa perché ha capito che il capitalismo è un sistema di produzione specifico e storico. Si è concentrato sullo sfruttamento dei lavoratori e sulla natura particolare della forza-lavoro considerata come una merce.Il concetto di plusvalore e le contraddizioni del capitalismo
Marx spiega come il valore creato dal lavoro sia maggiore del valore della forza-lavoro stessa. Questa differenza crea il plusvalore, che è la base del profitto per i capitalisti. Grazie a questa idea, è possibile capire le crisi che si ripetono nel capitalismo e le sue contraddizioni interne. Queste contraddizioni nascono dallo sviluppo delle forze produttive che entrano in conflitto con le regole sociali capitaliste. Anche la crescita della finanza e le nuove forme di capitalismo manageriale seguono questa logica, che si vede ancora più chiaramente nella fase storica attuale.La rilevanza attuale di Marx
Rileggere i testi più importanti di Marx, come i “Grundrisse” e le “Teorie sul plusvalore”, è quindi fondamentale per chi vuole capire le origini e le forme attuali del capitalismo. Questi testi offrono un modo efficace e attuale per interpretare e orientarsi nella complessità del mondo economico di oggi.È davvero sufficiente la teoria del plusvalore per comprendere appieno le dinamiche del capitalismo contemporaneo?
Il capitolo presenta la teoria del plusvalore di Marx come strumento interpretativo fondamentale e imprescindibile per l’analisi del capitalismo. Tuttavia, l’enfasi esclusiva su questa teoria potrebbe risultare limitante. Per una comprensione più articolata, sarebbe utile integrare l’analisi marxista con altre prospettive teoriche e discipline. Si suggerisce di approfondire autori come Weber, per una visione sociologica più ampia del capitalismo, o Schumpeter, per comprendere il ruolo dell’innovazione e della distruzione creativa. Inoltre, l’approfondimento di studi economici contemporanei potrebbe offrire una visione più completa delle complessità del sistema economico attuale.2. La Genesi della Teoria Marxiana: Valore, Denaro e Plusvalore
Marx iniziò a studiare economia nel 1850, analizzando in modo critico le teorie economiche già esistenti e la storia dell’economia. Dalla sua analisi emerse che l’economia politica, da Smith e Ricardo in poi, aveva fatto pochi progressi. Per capire meglio il sistema di produzione capitalista, Marx studiò a fondo opere teoriche, la storia dei prezzi, il sistema bancario e le crisi economiche. Inoltre, collaborò con il “New York Tribune”, il che lo portò a confrontarsi con problemi economici reali e concreti, migliorando ulteriormente le sue conoscenze.L’analisi delle crisi economiche e lo sviluppo della teoria
Marx si concentrò in particolare sulle crisi economiche, perché le considerava collegate alle possibili rivoluzioni. Questi studi approfonditi lo portarono a scrivere molti quaderni pieni di appunti ed estratti, che furono essenziali per sviluppare la sua teoria. La critica di Marx partì dallo studio della rendita e della circolazione del denaro, concetti concreti del capitalismo. Successivamente, approfondì concetti più astratti come valore e plusvalore.La critica a Proudhon e la natura del denaro
La critica di Proudhon sul denaro ebbe un ruolo importante nello sviluppo del pensiero di Marx. Proudhon vedeva il denaro solo come uno strumento di scambio, ma Marx dimostrò che nelle economie di mercato il denaro è una forma necessaria. Marx criticò l’idea di Proudhon del “denaro-lavoro”, spiegando che il valore di un bene è determinato dal tempo di lavoro socialmente necessario per produrlo e che valore e prezzo sono due cose diverse. Inoltre, Marx distinse la merce in valore d’uso e valore, e mise in luce il duplice aspetto del lavoro nella società capitalista, che è sia astratto che concreto, sociale e privato. Per Marx, la merce è la “forma economica di base” della società capitalista, il punto di partenza per capire il suo funzionamento.La scoperta del plusvalore e lo sfruttamento capitalista
Analizzando lo scambio tra capitale e lavoro, Marx scoprì il plusvalore. Nella società capitalista, anche la forza-lavoro diventa una merce. Il capitalista compra la forza-lavoro degli operai e si appropria del loro lavoro. Il plusvalore nasce quando il valore creato dal lavoro degli operai è maggiore del valore della loro forza-lavoro. In questo modo, Marx svelò il meccanismo dello sfruttamento che è alla base del sistema capitalista. La scoperta del plusvalore fu fondamentale perché permise di capire scientificamente come funziona lo sfruttamento nel capitalismo e pose le basi per studiare le leggi che regolano la società capitalista.Ma è davvero così rivoluzionaria questa scoperta del plusvalore?
Il capitolo presenta la scoperta del plusvalore come la chiave di volta per comprendere lo sfruttamento capitalista, quasi fosse un’intuizione completamente nuova e inequivocabile. Tuttavia, non si approfondisce se questa “scoperta” sia universalmente accettata e come si collochi nel panorama più ampio delle teorie economiche. Per avere un quadro più completo, sarebbe utile confrontare la teoria del valore-lavoro di Marx con altre teorie del valore, esplorando autori come Böhm-Bawerk, che hanno offerto critiche significative a questo concetto.3. La genesi del Capitale
Dopo aver terminato i Grundrisse, Marx iniziò a lavorare a “Per la critica dell’economia politica”. Di quest’opera, nel 1859, pubblicò solo il primo quaderno. Era previsto un secondo quaderno dedicato alla teoria del plusvalore, ma questo progetto cambiò. Il secondo quaderno infatti si trasformòProgressivamente nel Capitale, un’opera molto più ampia e complessa. Questo cambiamento di programma fu causato dalla necessità di Marx di studiare più a fondo e completare la sua teoria del plusvalore.Le basi teoriche nel primo quaderno
Anche se il primo quaderno non parlava direttamente del plusvalore, preparava il terreno per capire il sistema di produzione capitalista. Marx identificò la merce come l’elemento più semplice della produzione borghese. Marx era consapevole della portata rivoluzionaria del suo lavoro e sapeva di aver cambiato profondamente la scienza economica.Dalle “Teorie sul plusvalore” al concetto di profitto
Il lavoro per il secondo quaderno portò alla stesura di un manoscritto molto corposo, intitolato “Teorie sul plusvalore” (1861-63). In queste teorie, Marx fece una critica storica dell’economia politica borghese. Attraverso questa analisi, Marx non solo criticò le teorie economiche esistenti, ma sviluppò ulteriormente la sua teoria. Marx si rese conto che la teoria del plusvalore, come l’aveva pensata nei Grundrisse, non era completa. Capì che era fondamentale mostrare come il plusvalore influenzasse concetti come il profitto, la rendita e il prezzo di produzione. Queste categorie emergono nella realtà della società capitalista.La distinzione tra plusvalore e profitto
Già nei Grundrisse, Marx aveva fatto una distinzione tra plusvalore e profitto. Tuttavia, non aveva ancora sviluppato completamente la teoria del profitto medio e del prezzo di produzione. Marx affrontò e risolse questa questione proprio nelle “Teorie sul plusvalore”. Dimostrò come la competizione tra i capitalisti porti alla formazione di un tasso medio di profitto e alla trasformazione del valore in prezzo di produzione. Questo passaggio dal valore al prezzo di produzione è essenziale per capire come funziona il capitalismo. Nel capitalismo, il prezzo di produzione, e non il valore, diventa il punto di riferimento principale per i prezzi di mercato.L’uso dell’astrazione scientifica
Marx usava il metodo dell’astrazione scientifica per studiare l’economia. Questo metodo consiste nell’isolare gli aspetti più importanti per capire i fenomeni economici. Ad esempio, per analizzare come si riproduce il sistema capitalista all’interno di un paese, Marx non considerò il commercio con l’estero, anche se sapeva che era importante nella realtà. Allo stesso modo, per sviluppare la teoria del valore, partì dall’idea che valore e prezzo di mercato coincidessero, pur sapendo che in realtà i prezzi possono essere diversi dai valori. Questa astrazione permette di capire i rapporti fondamentali del capitalismo. In questo modo, si può vedere come il valore, che dipende dal tempo di lavoro sociale, sia la base del profitto medio e del prezzo di produzione, anche se questi ultimi sono modificati dalla concorrenza e dal monopolio.Se davvero i Grundrisse sono così essenziali per comprendere le sfide teoriche del capitalismo odierno, come mai la loro rilevanza non è universalmente riconosciuta al di fuori di cerchie ristrette di studiosi marxisti?
Il capitolo afferma l’importanza cruciale dei Grundrisse per affrontare le sfide del capitalismo contemporaneo, ma non chiarisce in modo convincente perché questi testi, rimasti a lungo in ombra, offrano intuizioni uniche e indispensabili rispetto ad altre opere di Marx o ad analisi economiche più recenti. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare la storia della ricezione dei Grundrisse e confrontare le interpretazioni di diversi studiosi marxisti, come Althusser o Negri, per capire se e come altri abbiano valorizzato o meno questi testi nel contesto delle loro analisi del capitalismo.6. La Fucina Creativa del Capitale
Per capire a fondo la teoria economica di Marx, è fondamentale conoscere come si è sviluppata nel tempo. Studiare la nascita di questa teoria è importante per evitare di interpretarla in modo superficiale e rigido. Gli anni tra il 1850 e il 1863 sono particolarmente significativi. In questo periodo, Marx ha elaborato le idee centrali della sua economia, quelle che precedono la pubblicazione del suo libro più importante, “Il Capitale”.La genesi de “Il Capitale”
Analizzare la storia di come è nato “Il Capitale” permette di vedere quanto il pensiero di Marx sia cambiato e maturato. La profondità della sua teoria cambia molto, non solo tra un decennio e l’altro, ma anche negli stessi anni. Questo cambiamento si nota anche nelle parole che Marx usava. Studiando questo percorso, si può capire come Marx sia arrivato a scoprire le regole del sistema di produzione capitalista. In questo modo, Marx ha superato i limiti dell’economia politica borghese e ha cambiato radicalmente la scienza economica, adottando una prospettiva proletaria. Questo studio svela il modo in cui Marx costruiva le sue teorie, un vero e proprio laboratorio creativo. Conoscere questo processo è essenziale per chiunque voglia capire davvero la teoria marxista-leninista.Ricerca economica e critica del capitalismo
La ricerca economica di Marx e la sua critica al capitalismo sono andate avanti di pari passo. Questa caratteristica si riflette nel titolo stesso del suo libro: “Il Capitale. Critica dell’economia politica”. Gli anni 1850-1863 sono centrali perché in questo periodo Marx ha definito concetti chiave come la teoria del valore e del plusvalore. Ha anche sviluppato la teoria del profitto medio e del prezzo di produzione, completando così la sua analisi del plusvalore. Le opere che Marx ha scritto prima del 1850, negli anni ’40, rappresentano una fase iniziale, quasi una preistoria, della sua teoria economica.Le basi del materialismo storico
Negli anni ’40, Marx e Engels hanno creato i principi del materialismo storico. In questa visione, i rapporti di produzione sono l’elemento più importante che determina la società. Questa idea, all’inizio solo un’ipotesi, ha permesso di criticare in modo coerente la società borghese, partendo da un punto di vista proletario. Successivamente, Marx si è dedicato allo studio dei rapporti di produzione tipici del capitalismo. Questo studio è culminato nel manoscritto del 1857-58, dove per la prima volta ha elaborato la teoria del valore e del plusvalore. Quindi, il periodo 1850-1863 è fondamentale per capire come Marx ha sviluppato le sue idee economiche e il suo processo creativo.Ma è davvero sufficiente concentrarsi unicamente sul periodo 1850-1863 per comprendere la genesi de “Il Capitale”, ignorando le influenze intellettuali e storiche che hanno plasmato il pensiero di Marx?
Il capitolo sembra suggerire che il periodo 1850-1863 sia l’unico arco temporale rilevante per capire lo sviluppo del pensiero di Marx. Tuttavia, una simile impostazione rischia di isolare l’opera di Marx dal contesto storico e intellettuale più ampio in cui è maturata. Per rispondere adeguatamente alla domanda, sarebbe necessario approfondire la storia del pensiero economico e filosofico del XIX secolo, studiando autori come Hegel, Feuerbach, e i socialisti utopisti, che hanno indubbiamente influenzato Marx. Inoltre, è fondamentale considerare il contesto storico e sociale dell’epoca, caratterizzato dalle rivoluzioni del 1848 e dall’ascesa del capitalismo industriale.Abbiamo riassunto il possibile
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