Imprenditorialità

Lean Analytics. Misurare ciò che conta davvero in una startup

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1. La Misurazione Lean: Navigare il Successo Startup

L’Importanza di Lean Analytics

Lean Startup ha introdotto delle idee molto importanti per le aziende nuove e innovative. Però, per trasformare davvero il modo di lavorare, bisogna usare Lean Analytics. Anche se l’innovazione e la crescita sono emozionanti, si basano su cose concrete come i numeri, i calcoli e le misurazioni. Le misurazioni normali, se usate per l’innovazione, possono far sbagliare strada e far credere che si sta avendo successo quando non è vero. Per evitare questi errori, serve un nuovo modo di vedere i numeri, chiamato “innovation accounting”.

I Limiti delle Metriche Tradizionali

I numeri sono fondamentali per gestire le aziende moderne. Di solito, si controlla se le cose vanno bene confrontando i risultati con quello che si era pensato di fare. Questo metodo funziona quando le cose sono stabili, ma non va bene quando si crea qualcosa di nuovo o quando il mercato cambia spesso. In questi casi, è impossibile prevedere cosa succederà e diventa difficile capire se si sta andando avanti. Lean Analytics serve proprio a questo: a misurare l’innovazione in modo chiaro e capire quali numeri sono davvero importanti e quando usarli.

Lean Analytics come Guida per la Crescita

Lean Startup aiuta a capire quali sono i rischi e a imparare velocemente facendo dei tentativi. Lean Analytics si aggiunge a questo processo, dando gli strumenti per misurare i progressi e capire se si sta andando nella direzione giusta. L’obiettivo è aiutare le aziende a capire come funziona il loro modello di business, in che fase di crescita sono e qual è la cosa più importante da misurare in quel momento. Lean Analytics è come un cruscotto di controllo che serve in ogni fase dell’azienda, dal capire se un problema esiste davvero al trovare i clienti giusti. Aiuta a prendere decisioni importanti e a evitare errori basati solo sull’istinto.

A Chi Serve Lean Analytics

Lean Analytics è utile a tutti quelli che vogliono migliorare la propria azienda, dalle piccole startup alle grandi imprese. Offre un modo di lavorare basato sui dati per migliorare i risultati e avere successo. Si basa sulle idee del Customer Development e della Lean Startup, concentrandosi sul momento della misurazione nel ciclo “costruisci-misura-impara”. Misurare bene e in modo efficace fa andare più veloce il processo di miglioramento e aumenta le possibilità di trovare il prodotto giusto per il mercato giusto.

L’approccio “Lean Analytics” è realmente universale e applicabile con successo in ogni contesto aziendale, o esistono delle limitazioni o delle situazioni in cui potrebbe risultare meno efficace o addirittura fuorviante?
Il capitolo presenta “Lean Analytics” come una soluzione universalmente valida per tutte le aziende, dalle startup alle grandi imprese, in ogni fase di crescita. Tuttavia, è fondamentale considerare se questo approccio sia sempre ottimale. Non tutti i modelli di business o settori industriali potrebbero beneficiare allo stesso modo di metriche “lean”. Per una comprensione più critica e approfondita, sarebbe utile esplorare le opere di autori come Drucker, per quanto riguarda i principi fondamentali di management e strategia aziendale, e autori come Taleb, che mettono in guardia sui rischi di un’eccessiva fiducia nei dati in contesti complessi e incerti.


2. La Bussola Lean Startup: Dati e Decisioni per la Crescita

L’equilibrio tra fiducia e dati nelle startup

Nelle fasi iniziali di una startup, è normale credere molto nel proprio progetto. Questa fiducia aiuta gli imprenditori a superare i primi ostacoli. Però, è fondamentale che questa spinta iniziale si basi su dati concreti. Senza dati reali, si rischia di illudersi e di mettere in pericolo l’azienda. Il metodo chiamato Lean Analytics serve proprio a questo: trovare un equilibrio. Si concentra sull’imparare dalle informazioni raccolte, usando misurazioni importanti per guidare le decisioni.

L’importanza delle metriche efficaci

Per essere utili, le misurazioni devono avere alcune caratteristiche. Devono permettere di fare confronti, essere semplici da capire, essere espresse in percentuale o rapporto e, soprattutto, suggerire azioni pratiche. È molto importante distinguere tra misurazioni superficiali, che possono sembrare positive ma non lo sono, e misurazioni davvero utili, che aiutano a prendere decisioni giuste.

Categorie di metriche e strumenti di analisi

Esistono diversi tipi di misurazioni, ad esempio:
  • Metriche qualitative e quantitative: Le prime riguardano aspetti non numerici, come le opinioni dei clienti, mentre le seconde si basano su numeri e dati oggettivi.
  • Metriche esplorative e di reporting: Le metriche esplorative servono a capire meglio un fenomeno, mentre quelle di reporting servono a comunicare i risultati ottenuti.
  • Metriche predittive e consuntive: Le metriche predittive cercano di prevedere cosa succederà in futuro, mentre quelle consuntive misurano i risultati passati.
Per verificare se le idee di partenza sono valide e prendere decisioni basate su fatti concreti, si usano strumenti come:
  • Prodotto Minimo Viabile (MVP): È una versione semplificata del prodotto che permette di testare le ipotesi di base con i clienti reali.
  • Analisi di coorte: Serve a studiare il comportamento di gruppi specifici di utenti nel tempo, per capire meglio come cambiano le loro abitudini.
  • Test A/B: Si confrontano due versioni diverse di un prodotto o servizio per capire quale funziona meglio, basandosi sulle reazioni degli utenti.

Passione, competenze e mercato nel progetto startup

Quando si sceglie di avviare una startup, non si guarda solo al possibile guadagno. Contano anche la passione personale e le capacità di chi inizia. È fondamentale che le proprie capacità, i propri interessi e le opportunità offerte dal mercato siano in sintonia.

Il Lean Canvas per definire il modello di business

Il Lean Canvas è uno strumento utile per disegnare e mettere alla prova il modello di business. Aiuta a capire quali sono i rischi principali e a mantenere un approccio logico e chiaro verso il progetto imprenditoriale.

Conclusioni: l’equilibrio tra intuito e dati per il successo

Per farcela con una startup, è necessario saper bilanciare l’intuizione con i dati. Bisogna prendere decisioni basate su informazioni precise e misurabili, e capire a fondo il mercato e i clienti.

Il capitolo non rischia di sopravvalutare i dati, dimenticando che l’intuizione e la visione sono spesso non misurabili ma cruciali per il successo di una startup?
Il capitolo enfatizza giustamente l’importanza dei dati nel processo decisionale di una startup, ma si potrebbe obiettare che pone eccessiva enfasi su ciò che è misurabile. L’intuizione, la creatività e la capacità di interpretare segnali deboli del mercato sono spesso determinanti, soprattutto nelle fasi iniziali dove i dati sono scarsi o non completamente affidabili. Per approfondire questa prospettiva, è utile esplorare i lavori di autori che si occupano di pensiero laterale e processi decisionali in condizioni di incertezza, per comprendere come integrare dati e intuizione in modo efficace.


3. La Metrica Che Conta

L’Importanza dei Dati e il Ruolo dell’Esperienza

L’analisi dei dati è uno strumento molto utile per le aziende, ma usarlo troppo può bloccare le decisioni. Nella vita di tutti i giorni, spesso prendiamo decisioni basandoci sull’esperienza e su ciò che è pratico, senza fare complicate analisi. L’esperienza ci aiuta a scegliere velocemente, mentre l’analisi dei dati serve soprattutto per migliorare e capire meglio alcuni aspetti specifici del lavoro. È giusto usare i dati come guida, ma non bisogna diventarne schiavi. Se si usano i dati senza pensare al quadro generale, si rischia di migliorare solo piccole cose trascurando l’insieme, e questo può portare a problemi più grandi.

Intuizione Umana e Innovazione

L’intuizione delle persone e la capacità di immaginare il futuro sono sempre fondamentali. Le macchine sono bravissime a verificare idee e migliorare sistemi che già conosciamo, ma l’ispirazione e le grandi novità nascono dall’intelligenza umana. Migliorare usando i dati serve a rendere più efficiente ciò che esiste già, ma difficilmente porta a cambiamenti davvero importanti. Per questo motivo, molti che creano nuove aziende preferiscono non affidarsi solo ai numeri, ma trovare un equilibrio tra l’analisi dei dati, l’intuito e una buona conoscenza del mercato e di come funziona il business.

Modelli Analitici e la Scelta delle Metriche Giuste

Per orientarsi nella grande quantità di dati disponibili, esistono diversi modelli di analisi, come Pirate Metrics, Engines of Growth, Lean Canvas e Startup Growth Pyramid. Questi modelli offrono una struttura per capire a che punto è una startup, suggerendo quali sono i numeri più importanti da controllare in ogni fase di crescita. Però, la cosa più importante non è raccogliere tanti dati, ma essere capaci di concentrarsi su ciò che conta davvero in un determinato momento.

La Metrica Chiave: One Metric That Matters (OMTM)

Il concetto di “One Metric That Matters” (OMTM), cioè “La Metrica Che Conta Davvero”, è un principio guida molto utile. In ogni fase di una startup, c’è una sola metrica che è più importante di tutte le altre. Concentrarsi sulla OMTM permette di rispondere alla domanda più importante per quella fase, di fissare obiettivi chiari, di far lavorare tutti insieme nella stessa direzione e di creare un ambiente in cui si fanno esperimenti. Questa metrica cambia nel tempo, seguendo le priorità dell’azienda e indicando nuove cose a cui fare attenzione man mano che si raggiungono certi risultati. Quindi, la OMTM diventa come una bussola, che indica la strada da seguire per prendere decisioni giuste e far crescere l’azienda in modo efficace.

Ma se l’intuizione è così cruciale, come possiamo distinguere tra intuizione geniale e semplice pregiudizio, soprattutto in un contesto aziendale dove le decisioni hanno conseguenze reali?
Il capitolo enfatizza l’importanza dell’intuizione, ma non affronta il rischio che l’intuizione possa essere fallace o distorta da pregiudizi cognitivi. Approfondire le dinamiche decisionali umane attraverso studi di psicologia cognitiva, come quelli di Kahneman e Tversky, potrebbe fornire strumenti utili per discernere quando fidarsi dell’istinto e quando invece è necessario un approccio più analitico e basato sui dati.


4. Il Modello di Business Essenziale

Comprendere il Modello di Business

Il modo in cui un’azienda guadagna denaro è l’elemento fondamentale che determina quali aspetti misurare con attenzione. Ogni modello di business, anche quello più semplice come una bancarella di limonata, può essere analizzato considerando alcuni elementi essenziali. Questi elementi includono: come si trovano i clienti, come si vende loro qualcosa, da dove arrivano i soldi, che tipo di prodotto si offre e come si fa arrivare il prodotto al cliente.

Fattori Chiave per la Crescita Aziendale

La crescita di un’azienda dipende principalmente da cinque fattori importanti. Questi fattori sono: aumentare la varietà di prodotti offerti, trovare nuovi clienti, fare in modo che i clienti comprino più spesso, aumentare i guadagni per ogni vendita e migliorare l’efficienza del lavoro. È importante ricordare che non tutti i clienti hanno lo stesso valore. Per questo, è essenziale dividere i clienti in gruppi per concentrarsi su quelli che portano più profitto all’azienda, distinguendoli da chi compra solo occasionalmente o da chi potrebbe addirittura danneggiare l’azienda.

Modelli di Business nell’E-commerce

Nel settore dell’e-commerce, esistono diversi tipi di modello di business, che cambiano a seconda di quanto spesso i clienti tornano ad acquistare. Si possono trovare aziende che si concentrano soprattutto sull’acquisizione di nuovi clienti, modelli misti che cercano di bilanciare l’arrivo di nuovi clienti con la fidelizzazione di quelli esistenti, e modelli che si basano principalmente sulla fidelizzazione della clientela. Per valutare il successo in questo settore, si utilizzano alcune metriche chiave, come la percentuale di persone che completano un acquisto dopo aver visitato il sito, il valore medio degli ordini, quante persone abbandonano il carrello prima di pagare, quanto costa acquisire un nuovo cliente e quanto un cliente rende all’azienda nel corso del tempo. Inoltre, stabilire i prezzi giusti è fondamentale per guadagnare.

Modelli di Business SaaS (Software as a Service)

Nel modello SaaS, che si basa sulla vendita di abbonamenti a software, è cruciale mantenere i clienti soddisfatti e ridurre il numero di clienti che smettono di utilizzare il servizio (churn). Le metriche più importanti da tenere d’occhio includono: quanto interesse riesce a generare il servizio, quante persone si iscrivono, quanto i clienti diventano ‘legati’ al prodotto, quanti utenti gratuiti si trasformano in clienti paganti, quanto costa acquisire un cliente e quanto valore un cliente porta all’azienda nel tempo. Un segnale precoce di successo è vedere se gli utenti utilizzano attivamente il servizio. È anche fondamentale misurare il tasso di abbandono dei clienti in modo preciso, per evitare di avere una visione sbagliata a causa di una crescita rapida. Infine, la scelta di come far pagare il servizio, che può essere gratuito con opzioni a pagamento (freemium), con diversi livelli di servizio a prezzi diversi, o basato su quante operazioni vengono effettuate, deve essere in linea con quanto i clienti pensano che valga il servizio e con le loro abitudini di acquisto.

Ma concentrarsi esclusivamente su questi fattori e metriche è sufficiente per garantire una crescita aziendale sana e sostenibile nel lungo periodo?
Il capitolo presenta un’analisi utile dei fattori chiave e delle metriche per diversi modelli di business, ma sembra mancare una riflessione più approfondita sulla sostenibilità a lungo termine e sulla resilienza di tali modelli. Per rispondere a questa domanda, è utile esplorare discipline come la strategia aziendale e la gestione dell’innovazione, approfondendo autori come Clayton M. Christensen, che ha studiato come le aziende di successo possono essere superate da innovazioni disruptive.


5. Navigare il Business Online: App, Media e Contenuti Generati dagli Utenti

Esistono diversi modi per fare business online, ognuno con le sue regole per guadagnare e capire se sta funzionando. Vediamo alcuni esempi.

App Gratuite e Guadagni Nascosti

Un tipo diffuso sono le app gratuite. Queste app non ti fanno pagare per scaricarle, ma guadagnano in altri modi, ad esempio con piccoli acquisti che puoi fare dentro l’app stessa, oppure mostrando pubblicità. Per capire se queste app hanno successo, si guarda soprattutto a quante persone le scaricano, a quanto costa convincere una persona a spendere soldi nell’app, a quante persone usano l’app regolarmente e quanti di questi utenti pagano. Un altro dato importante è quanti soldi in media guadagna l’app per ogni utente. Per far scaricare l’app a più persone, è fondamentale farsi notare nei negozi online dove si scaricano le app. Più download significano più guadagni.

Siti Media e la Forza della Pubblicità

Un altro tipo di business online sono i siti media. Questi siti, come i giornali online o i blog, guadagnano soprattutto con la pubblicità. L’obiettivo principale è attirare tante persone che visitino spesso il sito e che aprano molte pagine. In questo modo, si possono mostrare più pubblicità. I soldi arrivano da aziende che pagano per essere sponsor, per mettere banner pubblicitari, per ogni volta che qualcuno clicca su un annuncio, o tramite accordi di affiliazione. Per capire se un sito media funziona, si guarda a quante persone diverse lo visitano, quanto spesso queste persone tornano, quanto tempo passano sul sito, quante pagine aprono e, soprattutto, quante persone cliccano sulla pubblicità e quanti soldi si guadagnano per ogni mille volte che la pubblicità viene mostrata. È importante trovare un equilibrio tra la quantità di pubblicità e la qualità dei contenuti. Se si mette troppa pubblicità, le persone potrebbero smettere di visitare il sito.

Contenuti Creati dagli Utenti e Comunità Online

Infine, ci sono siti che si basano sui contenuti creati direttamente dagli utenti. Esempi sono i social network o le piattaforme dove le persone collaborano. Questi siti hanno bisogno che le persone partecipino attivamente per creare contenuti interessanti. Il loro successo si misuraGuardando quanto gli utenti si impegnano, cioè quanto partecipano creando contenuti, votando, commentando e condividendo. Si studia un percorso, chiamato “funnel di engagement”, per capire come le persone passano dall’essere semplici visitatori a diventare utenti attivi che creano contenuti. I dati importanti da controllare sono quanti visitatori diventano utenti attivi, quanti di questi utenti creano effettivamente contenuti, quanto velocemente gli utenti diventano più partecipativi e quanto facilmente i contenuti si diffondono online, diventando virali. Anche per questi siti, la pubblicità è spesso un modo per guadagnare, ma la cosa più importante è mantenere alta la partecipazione degli utenti.Ogni tipo di business online ha bisogno di essere misurato con attenzione, guardando dati specifici. Solo così si possono migliorare le strategie e far funzionare il business nel tempo.

Se ‘misurare dati specifici’ fosse la chiave del successo online, non saremmo tutti milionari?
Il capitolo sembra suggerire che la comprensione e la misurazione di ‘dati specifici’ siano sufficienti per garantire il successo nel business online. Tuttavia, questa visione rischia di essere eccessivamente riduttiva. Per una comprensione più completa, sarebbe fondamentale integrare questa prospettiva quantitativa con un’analisi qualitativa dell’esperienza utente, approfondendo discipline come lo UX design e l’etica del business digitale. Autori come Don Norman per l’UX e Peter Singer per l’etica potrebbero offrire spunti preziosi per arricchire la discussione.


6. L’Arte di Creare Mercati a Due Facce e Comprendere il Cliente

Le piattaforme a due facce sono un tipo di e-commerce più evoluto. La loro caratteristica principale è che il guadagno nasce dall’incontro tra chi compra e chi vende, quando questi ultimi fanno affari tra loro. Servizi immobiliari, piattaforme per finanziare progetti collettivi, negozi di applicazioni per cellulari e mercati online sono tutti esempi di piattaforme a due facce. La difficoltà di queste piattaforme è che devono attirare sia i compratori che i venditori contemporaneamente, il che sembra un doppio lavoro. Però, per iniziare, è meglio concentrarsi su chi ha i soldi, cioè i compratori. Se si riesce a creare un gruppo di compratori pronti a spendere, sarà più facile convincere i venditori a partecipare per guadagnare.

Creare un inventario iniziale e misurare il mercato

Per far funzionare un mercato a due facce, serve avere qualcosa da offrire all’inizio. Questo inventario iniziale si può creare a mano oppure in modo artificiale, come hanno fatto Uber e Amazon. All’inizio, è molto importante capire se si è capaci di creare questo inventario o di attirare un pubblico interessato. Per farlo, si usano delle misurazioni che riguardano l’attività di compratori e venditori e gli affari conclusi. Però, è fondamentale che questi numeri mostrino l’attività vera del mercato, evitando di gonfiare i dati con numeri falsi che non migliorano l’esperienza di chi usa la piattaforma.

L’importanza di capire i bisogni dei clienti all’inizio

Quando si inizia un’attività, la cosa più importante è capire a fondo i problemi dei potenziali clienti. Questo significa uscire dagli uffici e parlare direttamente con le persone, facendo interviste per capire se il problema che si vuole risolvere è reale e se la soluzione che si propone è valida. Si deve capire se questo problema è sentito da molte persone e come cercano di risolverlo adesso. In questa fase, sono molto importanti le informazioni qualitative che si ottengono dalle interviste. Queste informazioni servono per trovare degli schemi e delle tendenze nelle risposte. È importante fare interviste ben organizzate, senza influenzare le risposte delle persone e cercando di capire, dalle parole e dal comportamento, se sono davvero interessate al problema o se lo vivono come un problema serio. Per capire se il problema è reale, si possono usare due metodi: uno che si concentra su problemi specifici, e uno che esplora un’ampia gamma di problemi. In entrambi i casi, è utile dare un valore al “dolore” del cliente, usando un sistema di punteggio per le interviste. Si valuta quanto la persona è decisa a risolvere il problema, quanto si è impegnata durante l’intervista e se è disposta a collaborare in futuro. Capire bene il cliente, anche ricostruendo la sua giornata tipo, aiuta a creare una soluzione che risponda meglio alle sue vere necessità. Per trovare persone da intervistare, si possono usare strumenti online come Twitter, LinkedIn e Facebook. Infine, è essenziale provare la soluzione che si propone prima di svilupparla completamente. Si possono usare dei prototipi o delle simulazioni per raccogliere opinioni e capire se la soluzione funziona davvero. Il successo all’inizio si misura dalla capacità di creare un prodotto minimo funzionante che sia utile e che piaccia agli utenti. Per farlo, ci si concentra su quanto gli utenti usano il prodotto e si è pronti a eliminare le funzioni che non servono o che rendono difficile l’uso.

Ma è davvero sufficiente concentrarsi sui compratori all’inizio, o non si rischia di creare uno squilibrio che mina la sostenibilità della piattaforma a due facce nel lungo periodo?
Il capitolo sembra suggerire una strategia di partenza eccessivamente focalizzata sull’attrazione dei compratori, quasi trascurando la simultanea necessità di coinvolgere i venditori. Questa impostazione potrebbe generare una visione distorta delle dinamiche di un mercato a due facce. Per una comprensione più approfondita, sarebbe utile esplorare le teorie sull’equilibrio del mercato e le dinamiche di rete, approfondendo autori come Albert-László Barabási per le dinamiche di rete e economisti specializzati in market design per l’equilibrio dei mercati.


7. Il Percorso Scalabile: Fidelizzazione, Viralità e Reddito

Dopo aver verificato che l’idea del prodotto piace al mercato, l’obiettivo principale diventa creare un’attività solida e in crescita. Questo sviluppo avviene attraverso diverse fasi, ognuna con obiettivi e misurazioni specifiche.

La fase di fidelizzazione

All’inizio, la fase più importante è la “fidelizzazione”. In questa fase, è fondamentale rendere il prodotto indispensabile per le persone, assicurandosi che lo utilizzino spesso e volentieri. L’attenzione è concentrata sul far rimanere gli utenti e sul loro coinvolgimento. Si misura quanto gli utenti usano il prodotto e quali funzioni preferiscono. È necessario migliorare continuamente il Prodotto Minimo Viabile (MVP) finché non si dimostra che un gruppo di utenti continua a usarlo nel tempo. Solo quando si ha una base solida di utenti fedeli, si può pensare di crescere più rapidamente.

La fase di viralità

La fase successiva è quella della “viralità”. Qui, lo scopo è aumentare il numero di utenti sfruttando la condivisione spontanea. Esistono vari tipi di viralità: quella legata al prodotto stesso, quella artificiale incentivata, e il passaparola naturale. La misurazione chiave in questa fase è il coefficiente virale, che indica quanti nuovi utenti porta ogni utente già esistente. Se il coefficiente virale è superiore a 1, la crescita si sostiene da sola. È importante provare e migliorare i modi di condivisione per accelerare la crescita virale, ma sempre facendo attenzione a mantenere fedeli gli utenti che si acquisiscono.

La fase del reddito

Infine, si arriva alla fase del “reddito”. Qui, l’obiettivo prioritario è guadagnare con il prodotto in modo continuo e che si possa espandere. Le misurazioni si concentrano sulla creazione di guadagni, analizzando quanto rende un cliente nel tempo (CLV) e quanto costa acquisire un cliente (CAC). Si cerca un modello di business che dia profitto, sperimentando diverse strategie di prezzo e modi per guadagnare. Un principio fondamentale è che il valore portato da un cliente deve essere maggiore del costo per ottenerlo. In questa fase, è essenziale controllare con attenzione il rapporto tra guadagni e costi, puntando a raggiungere il punto di equilibrio e a rendere l’attività economicamente sostenibile.Per passare dalla verifica del prodotto a un’attività che produce reddito, serve un metodo preciso e basato sui dati. Bisogna concentrarsi in modo graduale su fidelizzazione, viralità e, infine, sulla creazione di guadagni.

Ma è davvero sempre così lineare la progressione fidelizzazione-viralità-reddito?
Il capitolo descrive un percorso di crescita aziendale che appare fin troppo schematico e sequenziale. Sembra quasi suggerire che ogni impresa debba necessariamente attraversare queste tre fasi in un ordine prestabilito. Tuttavia, la realtà del mercato è spesso più complessa e dinamica. Non tutte le aziende nascono con la stessa vocazione alla viralità, né tutti i modelli di business si adattano perfettamente a questa rigida suddivisione. Per una visione più articolata e critica, si suggerisce di approfondire le teorie sulla complessità dei sistemi economici e le dinamiche non lineari dei processi di crescita aziendale, studiando autori come Nassim Nicholas Taleb e la sua critica ai modelli lineari di previsione.


8. La Misura del Successo: Metriche e Standard di Riferimento per Startup in Crescita

Una volta che le startup superano la fase iniziale in cui verificano se il prodotto e il mercato funzionano, entrano in una fase di crescita e di espansione. In questa fase, cambia il punto di vista: non ci si concentra più solo sull’interno dell’azienda, ma si guarda anche all’esterno, osservando i concorrenti e l’ambiente di mercato. A questo punto, è molto importante capire se la strategia di crescita si basa sul risparmio dei costi oppure sulla creazione di un prodotto diverso dagli altri.

Come affrontare la fase di crescita

Per crescere in modo efficace, le aziende devono essere organizzate e controllare costantemente i numeri più importanti. Un sistema utile è il “Modello delle Tre Triadi”. Questo modello suggerisce di definire tre aspetti fondamentali a livello strategico, tre azioni pratiche a livello operativo e tre esperimenti da fare ogni giorno a livello di lavoro quotidiano. In questo modo, tutti in azienda lavorano insieme per raggiungere obiettivi comuni e misurabili.

Metriche chiave e standard di riferimento

La scelta dei numeri da controllare dipende dal tipo di attività e dal momento di sviluppo della startup. Ci sono però dei numeri importanti per tutti, come quanto velocemente si cresce, quanto gli utenti sono coinvolti, i prezzi, quanto costa trovare nuovi clienti, quanto facilmente si diffonde il prodotto, l’efficacia delle email, il tempo di attività e la velocità del sito web. Per ognuno di questi numeri, è utile conoscere i livelli considerati normali nel settore. Questo serve per capire se le proprie prestazioni sono buone o se bisogna migliorare qualcosa, oppure concentrarsi su altro. Per esempio, nel settore dei servizi web, perdere il 2% dei clienti al mese è considerato un buon risultato, mentre per una startup appena nata, crescere del 5-7% ogni settimana è un buon segno. Inoltre, il costo per trovare un nuovo cliente non dovrebbe essere più di un terzo di quanto quel cliente spenderà in totale per i prodotti o servizi dell’azienda nel tempo.

L’importanza dei dati e dei confronti

Capire e usare bene questi numeri, confrontandoli con quelli standard del settore, aiuta le startup a crescere in modo più consapevole. In questo modo, si evita di sprecare risorse per migliorare cose che non sono importanti e ci si concentra su ciò che serve davvero per avere successo. Essere precisi nell’analizzare i dati e nel confrontarli con gli standard è fondamentale per una crescita sana e duratura.

Ma se ci si concentra unicamente sul confronto con le metriche standard di settore, non si rischia di omologare eccessivamente le strategie di crescita, perdendo di vista l’unicità di ogni startup e del suo contesto specifico?
Questo capitolo, pur sottolineando l’importanza delle metriche per la crescita, sembra suggerire un approccio eccessivamente standardizzato. Per rispondere alla domanda, è utile approfondire le teorie sulla strategia aziendale e il vantaggio competitivo, studiando autori come Michael Porter o W. Chan Kim, per comprendere come differenziarsi efficacemente in un mercato competitivo, piuttosto che inseguire ciecamente metriche predefinite.


9. Il Valore dei Numeri: E-commerce, SaaS e App

E-commerce: analisi del traffico e tassi di conversione

L’analisi del traffico online deve essere fatta in modo segmentato, considerando separatamente desktop, tablet e smartphone. Questo è importante perché gli utenti si comportano in modo diverso a seconda del dispositivo che utilizzano.

Tassi di conversione nell’e-commerce

Nel settore dell’e-commerce, i tassi di conversione cambiano molto in base al tipo di prodotto venduto e all’intenzione di acquisto di chi naviga nel sito. Per i siti di vendita online, un buon punto di partenza per il tasso di conversione è circa il 2%. Questo valore può salire fino al 10% per siti che hanno clienti fedeli o per chi entra nel sito con l’idea precisa di comprare qualcosa.

Abbandono del carrello e ricerca interna

Un problema frequente è l’abbandono del carrello, che avviene per circa il 65% degli utenti. Spesso questo accade a causa dei costi di spedizione troppo alti o perché i prezzi vengono considerati eccessivi. La funzione di ricerca all’interno dei siti e-commerce è molto importante. La maggior parte delle persone che comprano online la usa per trovare i prodotti che desiderano.

SaaS: modelli di iscrizione e churn rate

Passando al modello SaaS, richiedere i dati della carta di credito già al momento dell’iscrizione ha un grande impatto sulle percentuali di prova gratuita e di conversione in abbonamento a pagamento.

Carta di credito e modello Freemium nel SaaS

Chiedere la carta di credito subito riduce il numero di persone che si iscrivono per la prova gratuita. Però, aumenta la percentuale di chi poi sottoscrive un abbonamento a pagamento. Questa scelta può però portare anche a un aumento iniziale del tasso di abbandono (churn). L’efficacia del modello freemium nel SaaS è spesso discussa. Anche se può aiutare a far conoscere il servizio, molti modelli freemium non riescono a essere sostenibili economicamente.

Importanza del Churn Rate nel SaaS

In un modello SaaS, il tasso di abbandono mensile (churn rate) dovrebbe essere inferiore al 5% per permettere una crescita continua. L’ideale sarebbe mantenerlo intorno al 2%. Tenere sotto controllo il churn dei clienti che pagano è fondamentale per capire se un business SaaS è in salute.

App Mobile Gratuite: successo, download e acquisizione utenti

Nel mondo delle app mobile gratuite, solo poche riescono ad avere successo, mentre molte faticano a raggiungere un numero significativo di download.

Dimensione download, costi di acquisizione e lancio app

La dimensione del file di download iniziale deve essere piccola, meglio se sotto i 50MB. Questo aiuta a evitare che le persone rinuncino a scaricare l’app. Acquisire nuovi utenti per app mobile attraverso la pubblicità è costoso e complicato. Richiede un’analisi attenta di quanto costa ogni installazione e di quanto un cliente rende nel tempo (valore a vita del cliente). Una parte importante dei download di app non si trasforma in un effettivo utilizzo dell’applicazione, soprattutto per le app gratuite.

Utenti attivi, modelli Freemium e analisi ARPDAU/ARPPU

Solo una piccola parte degli utenti mobile diventa attiva nel tempo, e si nota un calo significativo già dal primo giorno dopo il download. Nei modelli freemium per app, circa il 2% degli utenti gratuiti decide di passare alla versione a pagamento. Nei giochi free-to-play, circa l’1.5% degli utenti fa acquisti all’interno dell’app. Per capire meglio quanto guadagnano gli utenti mobile, si usano dati come l’ARPDAU (guadagno medio giornaliero per utente attivo) e l’ARPPU (guadagno medio per utente pagante).

Recensioni, valutazioni e valore a vita del cliente

Le recensioni e i voti che le app ricevono influenzano molto i download. Però, ottenere recensioni dagli utenti non è facile. Infine, il valore a vita del cliente è un dato essenziale per capire se un modello di business mobile può funzionare a lungo termine.

Affermare che un tasso di conversione del 2% sia “un buon punto di partenza” per l’e-commerce, non è un’affermazione eccessivamente generica e potenzialmente fuorviante senza considerare la miriade di fattori specifici del settore e del tipo di prodotto?
Il capitolo presenta i tassi di conversione come se fossero valori di riferimento universali, validi in ogni contesto. Questa semplificazione rischia di non cogliere la complessità del mondo dell’e-commerce, dove i tassi possono variare enormemente. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le dinamiche del marketing digitale e dell’analisi dei dati, studiando come le diverse variabili influenzano le conversioni online. Autori come Avinash Kaushik, esperto di web analytics, potrebbero fornire spunti utili per comprendere meglio queste sfumature.


10. Numeri che Parlano: Decifrare il Comportamento Online

L’Importanza dei Dati per il Successo Online

I siti web più visitati e di maggior successo, che siano siti di notizie, piattaforme dove gli utenti creano contenuti, o negozi online, utilizzano i dati per migliorare le loro strategie. Analizzare i dati è diventato fondamentale per capire cosa funziona e cosa no, e per prendere decisioni giuste che portino al successo. Senza un’attenta analisi, sarebbe impossibile capire se le scelte fatte sono corrette e come migliorare.

Come Analizzare i Dati nei Siti di Notizie

Per i siti di notizie, ci sono alcuni dati molto importanti da tenere sotto controllo. Uno di questi è il click-through rate degli annunci, cioè quante persone cliccano sugli annunci pubblicitari. Se questo numero è basso, potrebbe significare che gli annunci non sono interessanti per chi visita il sito, oppure che non sono posizionati nel posto giusto. Un altro dato importante è il rapporto tra le visite al sito e i click sugli annunci. Poi ci sono i referrer di traffico, che indicano da dove arrivano i visitatori del sito, ad esempio dai motori di ricerca o dai social media. Infine, il tempo di permanenza degli utenti sulle pagine è fondamentale: indica quanto tempo le persone passano a leggere i contenuti. Per i siti di notizie, l’obiettivo dovrebbe essere un tempo di permanenza di almeno 90 secondi nelle pagine con gli articoli. Questo dimostra che i contenuti sono interessanti e coinvolgenti per i lettori.

Cosa Osservare nelle Piattaforme UGC

Le piattaforme UGC, cioè quelle dove gli utenti possono caricare i propri contenuti, devono invece guardare ad altri dati. Per loro è importante capire se gli utenti riescono facilmente a caricare i contenuti, quanto tempo passano ogni giorno sulla piattaforma e quanto sono coinvolti. In queste piattaforme, di solito la maggior parte degli utenti guarda i contenuti degli altri senza crearne di propri, sono i cosiddetti “lurker”. Solo una piccola parte degli utenti partecipa attivamente creando contenuti. Capire questi diversi livelli di partecipazione è utile per migliorare la piattaforma e trovare modi per far partecipare più persone. Un esempio di piattaforma UGC di successo è Reddit, che ha saputo cambiare nel tempo ascoltando quello che facevano gli utenti e aggiungendo nuove funzioni, come la possibilità di creare post di testo direttamente sulla piattaforma.

Dati Chiave per i Marketplace Online

Nei marketplace online, cioè i siti dove venditori e acquirenti si incontrano, analizzare i dati è essenziale sia per chi gestisce il sito, sia per chi vende i prodotti. È importante controllare quanto sono grandi gli ordini, quante persone che visitano il sito poi comprano qualcosa e quali sono i prodotti che vanno per la maggiore. Questi dati servono per capire se i prezzi sono giusti e per aiutare i venditori a migliorare le loro offerte. Ad esempio, Etsy, un sito di marketplace, fornisce ai venditori dati e analisi per aiutarli a vendere di più.

L’Importanza di Combattere Spam e Contenuti di Bassa Qualità

In tutti questi tipi di siti web, un problema comune è la lotta allo spam e ai contenuti di bassa qualità. Per risolvere questo problema, è necessario investire molto nell’analisi dei dati e nel controllo dei contenuti. La qualità dei contenuti è fondamentale per rendere gli utenti soddisfatti e per far sì che la piattaforma abbia successo. Quindi, l’analisi dei dati è uno strumento indispensabile per orientarsi nel mondo di internet e raggiungere gli obiettivi.

Ma siamo sicuri che inseguire ossessivamente click e tempo di permanenza equivalga davvero a comprendere e soddisfare l’utente?
Il capitolo sembra suggerire che la chiave del successo online risieda unicamente nell’analisi dei dati quantitativi, come click e tempo di permanenza. Tuttavia, ridurre la complessità del comportamento umano a meri numeri potrebbe essere un errore. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare discipline come la psicologia sociale e la sociologia dei media, per comprendere le motivazioni profonde degli utenti online. Autori come Sherry Turkle e Zygmunt Bauman offrono spunti interessanti sulla relazione tra tecnologia e società.


11. Analisi Lean: Oltre le Metriche Standard e i Mercati di Consumo

Applicazione dell’Analisi Lean in diversi contesti

L’analisi lean non è utile solo per le startup che vendono prodotti ai consumatori. Si può usare anche in situazioni diverse, come quando mancano dati di riferimento, nei mercati aziendali (business-to-business) e per innovare all’interno di grandi aziende. Quando non ci sono parametri standard da seguire, è importante cambiare le metriche in base al mercato e al prodotto specifico. Invece di usare sempre le stesse misure, bisogna trovare quelle più adatte alla situazione e puntare a obiettivi più ambiziosi. È importante ricordare che il miglioramento continuo, a un certo punto, porta risultati sempre minori. Questo significa che arriva un momento in cui è meglio cambiare obiettivo e concentrarsi su nuove metriche per continuare a crescere.

Mercati aziendali (Enterprise)

Nei mercati aziendali, capire i clienti non è come fare un sondaggio generale, ma è più simile a fare un censimento. Questo perché le vendite sono di alto valore e rivolte a pochi clienti specifici. Quindi, invece di guardare a grandi gruppi di persone, l’analisi si concentra sui singoli clienti, uno per uno. Le vendite alle aziende sono processi formali che richiedono spiegazioni logiche e precise. Inoltre, bisogna considerare che le aziende spesso usano già dei prodotti e hanno dei fornitori abituali. Per questo motivo, la semplicità e la facilità d’uso diventano fondamentali per convincere le grandi aziende a cambiare e a superare la loro naturale resistenza al rischio.

Innovazione Lean per chi lavora in azienda

Per chi vuole innovare all’interno di un’azienda, l’approccio lean deve essere adattato al contesto aziendale specifico. Per prima cosa, è necessario ottenere l’appoggio dei dirigenti per avere l’autonomia e le risorse necessarie per lavorare. Le aziende grandi possono usare l’analisi lean sia per migliorare prodotti che esistono già, sia per crearne di nuovi e entrare in mercati in crescita. Per trovare nuove opportunità, è più utile osservare attentamente i clienti e capire quali sono i loro problemi principali, piuttosto che fare ricerche di mercato tradizionali basate sui numeri. Anche in situazioni aziendali complesse, l’analisi lean può essere molto utile. Iniziando con piccoli gruppi di dati mirati, si può dimostrare concretamente quanto sia importante prendere decisioni basate sui dati. Questo aiuta a superare la diffidenza verso i nuovi metodi e spinge l’azienda a prendere decisioni più consapevoli e informate.

Se l’analisi lean è così adattabile, come suggerisce il capitolo, non si rischia di trasformarla in una formula vuota, buona per ogni occasione ma specifica per nessuna?
Il capitolo presenta l’analisi lean come uno strumento versatile, capace di trascendere i contesti e adattarsi a mercati e situazioni diverse. Tuttavia, questa enfasi sull’adattabilità solleva una questione cruciale: a furia di adattarsi, l’analisi lean mantiene ancora un nucleo concettuale definito e applicabile, o diventa un mero contenitore di pratiche generiche? Per evitare questa deriva, è fondamentale approfondire le origini e i principi fondanti dell’analisi lean, studiando autori come Eric Ries, e confrontarsi con approcci critici che ne evidenziano i limiti e le potenziali derive, come quelli provenienti dal pensiero sistemico e dalla teoria della complessità. Solo così si può evitare di ridurre l’analisi lean a un insieme di strumenti decontestualizzati e applicare invece un approccio realmente efficace e consapevole.


12. Oltre la Startup: Coltivare una Cultura Analitica

Il cambiamento di focus nell’analisi dei dati

Quando una startup cresce e diventa un’azienda solida, con un modello di business che funziona e si espande, anche il modo di usare i dati cambia. Inizialmente, l’analisi dei dati serviva soprattutto per migliorare e ottimizzare le operazioni di base. Ma in una fase più matura, diventa uno strumento fondamentale per gestire l’azienda e tenere sotto controllo i risultati. Per chi guida l’azienda, la vera difficoltà è capire e scoprire cosa ancora non si conosce. Per continuare a crescere, è essenziale sperimentare e imparare continuamente, e questo vale per tutte le aziende, non solo per le startup.

L’importanza di una cultura basata sui dati

Per usare l’analisi dei dati come vantaggio rispetto ai concorrenti, chi dirige l’azienda deve promuovere un modo di lavorare basato sui dati. Questo significa che, prima di prendere qualsiasi decisione, è importante farsi le domande giuste e chiedere prove concrete. Così, le decisioni sono più giuste e l’azienda funziona meglio, con una struttura più indipendente in cui i dipendenti hanno più responsabilità.

Come sviluppare una cultura data-centrica

Per creare una cultura che mette i dati al centro, è meglio iniziare con progetti piccoli e specifici. Concentrarsi su problemi precisi e far vedere, con risultati chiari, quanto è utile analizzare i dati. È fondamentale avere obiettivi ben definiti per ogni progetto e avere l’appoggio dei руководители aziendali. Perché tutti capiscano e non ci siano errori di interpretazione, è cruciale rendere i dati semplici e spiegare chiaramente come si è arrivati a certe conclusioni.

Integrazione di dati e intuito

L’analisi dei dati non significa rinunciare all’intuito, anzi. I dati servono per controllare se l’intuizione è giusta oppure no, dando delle prove concrete. Per cambiare la cultura aziendale, ci vuole tempo e bisogna procedere un passo alla volta. Fare piccoli esperimenti che danno risultati misurabili in poco tempo aiuta a dimostrare che usare i dati funziona. Questo rende più facile il passaggio a un’azienda che prende decisioni basandosi sui dati. Oggi ci sono tantissimi dati disponibili, quindi un buon лидер aziendale si riconosce dalla capacità di fare le domande giuste. Così, l’incertezza si trasforma in conoscenza e la crescita è guidata da un metodo preciso e basato sulle informazioni.

Se promuovere una cultura data-centrica è così cruciale, come mai così tante aziende, pur riconoscendone l’importanza, faticano enormemente a implementarla con successo, suggerendo che il capitolo potrebbe trascurare ostacoli pratici e resistenze culturali profonde?
Il capitolo, pur delineando i benefici di una cultura data-centrica, sembra eludere le complessità insite nel trasformare un’organizzazione. Ignora le resistenze al cambiamento, la necessità di competenze specifiche e le sfide etiche legate all’uso dei dati. Per una visione più completa, è essenziale studiare la gestione del cambiamento organizzativo, consultando autori come Edgar Schein, esperto di cultura aziendale, e approfondire le dinamiche psicologiche che influenzano l’adozione di nuove pratiche, magari esplorando il lavoro di Daniel Kahneman sui bias cognitivi che possono ostacolare un approccio realmente data-driven.


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