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Contenuti del libro
Informazioni
“Le voci dei libri” di Ezio Raimondi non è solo un saggio sulla letteratura, è un viaggio super personale dentro come i libri ti cambiano la vita, partendo da quando in casa non c’erano, solo il dialetto e il lavoro artigianale, fino a diventare compagni indispensabili. Questo libro racconta la formazione letteraria dell’autore, un percorso che inizia con la scuola, dove i libri di testo e la biblioteca scolastica aprono mondi nuovi, e prosegue con la creazione di una biblioteca personale, vista non come una semplice collezione, ma come uno spazio vivo, quasi sacro. Raimondi condivide incontri cruciali con autori che hanno segnato la sua crescita intellettuale, da Heidegger scoperto in un’umile ex-caserma nel dopoguerra, a figure come Gadda, Longhi, Curtius, Febvre e Bachtin, spesso incontrati grazie ad amici che gli hanno donato testi fondamentali. Questi incontri, a volte casuali, dimostrano come la lettura sia un’esperienza profondamente legata alla vita, influenzata da persone e circostanze, e come la biblioteca personale diventi un riflesso dell’anima, un luogo dove i libri dialogano tra loro e con il lettore, rivelando, alla fine, qualcosa di noi stessi. È una storia di amicizie cementate dalle pagine, di traduzioni condivise e di come i libri diventino voci amiche in un dialogo continuo tra passato e presente, tra il mondo fuori e quello dentro di noi.Riassunto Breve
L’assenza iniziale di libri in casa contrasta con la loro importanza successiva per la crescita. L’infanzia si divide tra la scuola, che insegna l’italiano e i libri, e la famiglia, dove si parla dialetto e si fa lavoro manuale. Trovare un libro nascosto, *I Miserabili*, crea un primo legame con la lettura, aiutato dalla madre. A scuola, i libri di testo non sono contro la fantasia ma la organizzano. La biblioteca scolastica è il primo posto dove si legge in modo organizzato, un luogo che ispira e apre la mente. Il libro diventa presto un amico silenzioso che annulla le differenze tra le persone, permettendo di esplorare il possibile e il reale. La biblioteca personale, all’inizio piccola e legata alla scuola, diventa un luogo intimo e importante. Leggere è un’attività seria ma naturale, come giocare, che raccoglie esperienze profonde. Incontrare libri di critica e letteratura, spesso per caso, aiuta a formare la propria cultura. L’esperienza della guerra e del dopoguerra si lega alla scoperta di Heidegger. In un periodo difficile, leggere *Essere e Tempo* avviene in una casa semplice, una vecchia caserma, dove la filosofia si mescola alla vita di tutti i giorni. Heidegger diventa una voce amica che chiarisce la condizione umana normale, non eroica, in un tempo di distruzione e rinascita. La biblioteca, in questo percorso, diventa un luogo speciale per cercare e capire, un posto di forza e umanità, un po’ come un tempio e un po’ come una cucina. Gli incontri con i libri succedono spesso in modo inatteso, grazie ad amici che li fanno conoscere. Amici regalano libri che aprono nuove strade di studio, come la critica d’arte con Longhi o la cultura tedesca con Curtius e il suo libro sul Medioevo europeo, importante in un periodo come la Guerra Fredda. La lettura di Febvre mostra una storia che guarda alla vita di tutti i giorni, non solo alle idee astratte. La scoperta di Bachtin, con l’idea della polifonia, cioè delle tante voci presenti nella letteratura, offre un modo diverso di capire i testi, vedendoli non come sistemi chiusi ma come dialoghi aperti sulla realtà. La letteratura è un incontro di voci che si rinnovano. L’idea del dialogo è centrale, riconoscendo ogni persona attraverso l’incontro con gli altri. La parola scritta non si esaurisce ma si arricchisce nello scambio. Anche le lezioni all’università diventano un esempio di questo dialogo, leggendo insieme testi difficili che fermano il tempo normale e portano in una dimensione collettiva. Studiare i testi unisce il metodo preciso con l’apertura all’interpretazione, trasformando lo studio in un modo per capire meglio la realtà e l’esistenza umana attraverso il dialogo continuo tra libri, voci e chi legge. La collaborazione con un amico per tradurre libri dura vent’anni ed è un esempio di amicizia e scambio intellettuale. Tradurre è visto come un atto di amicizia, cercando di affiancare la propria voce a quella dell’autore, trovando soluzioni creative anche per le difficoltà linguistiche, puntando a un rapporto alla pari tra le lingue. La biblioteca personale è uno spazio vivo, un misto di ordine e disordine, dove i libri, anche quelli fuori posto, stimolano nuove scoperte. Cercare un libro smarrito diventa un viaggio nella memoria che rivela legami inattesi. La biblioteca è un luogo misterioso da cui emergono verità, un posto dove il passato e il presente parlano tra loro. I libri ricevuti in regalo dagli amici hanno un valore speciale, aggiungendo una “seconda voce” affettiva al loro contenuto. Leggere è una “riflessione sentita”, un dialogo personale con il testo che unisce la ragione e le emozioni. Ogni libro importante crea un legame speciale, offrendo nuove verità e diventando un compagno. Gli incontri con i libri avvengono spesso per caso, ma possono portare a scoperte profonde che cambiano il percorso di studio e la comprensione del mondo. La vita stessa, come la biblioteca, è un insieme complesso di incontri casuali e relazioni importanti, un “grande impasto” di esperienze che formano la persona. La biblioteca non è solo una raccolta di libri, ma un organismo vivo, uno spazio mentale pieno di voci. I libri non sono oggetti fermi, ma presenze attive che parlano tra loro e con chi legge, diventando parte della sua vita. L’esperienza della lettura è legata alla vita di tutti i giorni, agli affetti familiari e alle amicizie. La cucina di casa, condivisa con la madre, è il primo posto dove si studia, mescolando le questioni difficili con la vita di famiglia. Incontrare i libri è un evento che va oltre l’imparare cose nuove. È un’esperienza che coinvolge tutta la persona, influenzata dalle situazioni personali e dal caso. Leggere diventa così un atto vitale, una risposta ai bisogni del momento, dove il mondo di chi legge si unisce alle parole del libro. Le relazioni con le persone sono fondamentali nel rapporto con i libri. Le amicizie si rafforzano leggendo insieme, commentando e traducendo testi, trasformando l’attività intellettuale in un’esperienza di fratellanza. Anche il rapporto con gli studenti è uno scambio, dove l’insegnamento è arricchito dalla dimensione umana e affettiva. L’incontro con i libri è un percorso per formarsi da soli, un’educazione che coinvolge la mente e il cuore. La biblioteca diventa uno specchio dell’anima, un ritratto fatto di libri e persone che si uniscono, mostrando come leggere sia un atto molto personale che trasforma, e alla fine, i libri parlano di chi li legge.Riassunto Lungo
1. La Biblioteca come Mondo Domestico
L’importanza formativa dei libri
Inizialmente, in casa i libri erano assenti, ma in seguito hanno assunto un ruolo fondamentale nella formazione della persona, diventando strumenti indispensabili per la crescita individuale. L’infanzia si divideva tra la scuola, dove si imparava l’italiano e la cultura dei libri, e la famiglia popolare, dove si parlava dialetto e si lavorava artigianalmente.La scoperta della lettura
La scuola elementare e superiore presentano i libri di testo come un modo ordinato e progressivo di esprimere la fantasia. La biblioteca scolastica diventa il primo luogo strutturato per incontrare i libri, un ambiente che ispira e apre la mente. Presto, il libro si trasforma in un compagno, un amico silenzioso che supera le differenze sociali e permette a chi legge di esplorare il mondo reale e quello possibile.La biblioteca personale e la lettura come attività seria
Mettere insieme una biblioteca personale, all’inizio piccola e legata ai libri di scuola, assume un significato profondo e quasi sacro. Leggere diventa un’attività importante e naturale, come giocare, capace di accogliere esperienze e pensieri profondi. Incontrare opere di critica e letteratura, spesso per caso o per circostanze, aiuta a formare una cultura personale in continua evoluzione.Heidegger, la guerra e la biblioteca come rifugio
L’esperienza della guerra e del periodo dopo la guerra si lega all’incontro con il pensiero di Heidegger. Durante un periodo di povertà e ricostruzione, la lettura di “Essere e Tempo” avviene in una casa modesta, ricavata in una ex-caserma. In questo contesto, la filosofia esistenziale di Heidegger trova spazio nella vita di tutti i giorni e diventa una voce amica che fa luce sulla condizione umana comune e semplice, in un tempo segnato dalla distruzione e dalla rinascita. In questo percorso, la biblioteca si afferma come uno spazio speciale per cercare e capire, un luogo di forza e umanità, tra il sacro e il quotidiano.Ma è davvero la biblioteca sempre e solo un rifugio positivo e formativo, o può anche essere un luogo di esclusione e controllo?
Il capitolo descrive la biblioteca come uno spazio di crescita personale e rifugio esistenziale, specialmente in tempi difficili. Tuttavia, questa narrazione potrebbe trascurare le dinamiche di potere che possono operare anche all’interno di istituzioni culturali come le biblioteche. Per una visione più completa, sarebbe utile esplorare le analisi sociologiche delle istituzioni culturali e le teorie critiche del sapere, ad esempio attraverso gli studi di autori come Michel Foucault, che ha indagato i rapporti tra sapere e potere, o Pierre Bourdieu, che ha analizzato il concetto di capitale culturale e le disuguaglianze nell’accesso alla cultura.2. Incontri e Scoperte
L’avvicinamento ai libri spesso avviene in modo inaspettato, grazie a persone che ci guidano e ci aprono nuove porte. Un esempio è Luciano Serra, che mi ha fatto conoscere autori come Gadda, Tesauro e Pasolini, anticipando quelli che sarebbero diventati i miei principali interessi di ricerca. I libri che mi ha regalato, carichi della sua autorevolezza e umiltà, mi hanno spalancato le porte verso mondi letterari che non conoscevo, come i trattatisti del Seicento e autori dimenticati come Tesauro.La scoperta di Longhi
Un altro incontro importante è stato grazie a Gino, un amico d’infanzia. Un giorno, Gino mi ha regalato alcuni libri di Longhi che aveva trovato per caso. Questo dono ha segnato l’inizio del mio interesse per la critica d’arte. Ho studiato Longhi durante il periodo militare, un momento di isolamento. La sua opera è stata per me una fonte di stimolo intellettuale, un “calore frizzante” che mi ricordava le lezioni universitarie.L’influenza di Franco Serra e Curtius
L’amicizia con Franco Serra è stata fondamentale per approfondire la cultura tedesca e scoprire Ernst Robert Curtius. Franco Serra era per me un punto di riferimento sia intellettuale che umano. Mi ha fatto conoscere “Letteratura europea e Medio Evo latino”, un libro importantissimo che ha cambiato il modo di vedere il Medioevo. Grazie a Curtius, ho capito che il Medioevo era un periodo storico unitario per tutta l’Europa e ho imparato a rivalutare l’importanza della retorica. Ho scoperto Curtius in un periodo storico particolare, segnato dalla Guerra Fredda, in cui l’identità europea era messa in discussione.La rivelazione di Lucien Febvre
In seguito, ho letto “Rabelais et le problème de l’incroyance” di Lucien Febvre. Questa lettura è stata una vera e propria rivelazione per me dal punto di vista della storiografia. Febvre propone un modo di fare storia che tiene conto degli aspetti materiali e della vita quotidiana del passato. Questo approccio supera le idee più teoriche e astratte della storiografia tradizionale. Febvre mi ha insegnato a considerare il contesto concreto e l’esperienza reale delle persone, avvicinandomi a un sapere legato alla realtà e non lontano da essa. Ho scoperto Febvre quasi per caso, e la sua opera mi ha aperto gli occhi su un nuovo modo di comprendere la storia, più attento alla vita vera e meno alle teorie.Ma se le scoperte intellettuali fossero solo il frutto di incontri fortuiti e regali inaspettati, quale ruolo rimane per la volontà di ricerca personale e lo studio sistematico?
Il capitolo sembra suggerire che il percorso intellettuale sia guidato principalmente da incontri casuali e doni. Tuttavia, è fondamentale considerare anche l’importanza della ricerca attiva e dello studio sistematico. Per rispondere a questa domanda, potrebbe essere utile approfondire discipline come l’epistemologia, che studia la natura della conoscenza, e autori che hanno esplorato le metodologie della ricerca intellettuale. Considerare approcci più strutturati all’acquisizione della conoscenza potrebbe offrire una prospettiva più completa sul processo di scoperta intellettuale.3. Echi di Voci: La Letteratura come Incontro
La scoperta di Bachtin
La conoscenza di Michail Bachtin è arrivata in modo inaspettato, aprendo nuove prospettive critiche. La polifonia, un concetto centrale nel pensiero di Bachtin, si dimostra molto utile per capire la letteratura. La letteratura diventa così uno spazio dove convivono molte voci e punti di vista diversi. Bachtin emerge come una risposta ai limiti dello strutturalismo. Il suo pensiero ricollega le forme letterarie alla vita reale e alla società. La letteratura non è un sistema chiuso, ma un dialogo aperto verso la verità. È un percorso fatto di molte voci, dove le parole si rinnovano e si arricchiscono nel tempo.Il valore della pluralità
Il lavoro di Bachtin si inserisce in un modo di pensare che dà importanza alla pluralità, invece che all’idea di una totalitàDialettica di Hegel. Il dialogo diventa il principio fondamentale. Si riconosce l’importanza del singolo individuo attraverso l’incontro con gli altri. Le parole usate nella letteratura, invece di esaurirsi, si rigenerano in questo scambio continuo, ampliando i loro significati. Anche interpretare un testo diventa un processo dinamico, un continuo tentativo di avvicinarsi alla comprensione piena.La letteratura come strumento di comprensione
Le lezioni universitarie diventano un esempio concreto di questo dialogo. Leggendo insieme libri come “La Morte di Virgilio” di Broch o “Fuoco Pallido” di Nabokov, si sperimenta come la letteratura possa fermare il tempo normale. Ci si immerge così in una dimensione narrativa collettiva. La filologia, vista in questo modo, si trasforma in interpretazione e studio dell’uomo. Unisce il rigore del metodo con l’apertura all’interpretazione. La letteratura si mostra quindi non come un modo per scappare dalla realtà, ma come uno strumento per capire meglio la vita di tutti i giorni. Rivela ciò che è universale nelle cose particolari e offre una comprensione più profonda dell’esistenza umana. Questo avviene attraverso un dialogo continuo tra libri, voci e interpreti.L’enfasi sull’esperienza personale e sulle metafore poetiche non rischia di oscurare una comprensione più rigorosa e analitica del ruolo della lettura e delle biblioteche nella formazione del pensiero critico?
Il capitolo sembra celebrare l’aspetto soggettivo e quasi mistico della lettura e delle biblioteche, trascurando forse l’importanza di un approccio più strutturato e critico. Per rispondere a questa domanda, potrebbe essere utile approfondire discipline come la teoria letteraria, che offre strumenti concettuali per analizzare il testo e il lettore, o la filosofia della conoscenza, che indaga i processi attraverso cui acquisiamo e validiamo la conoscenza. Autori come Umberto Eco, con i suoi studi sulla semiotica e l’interpretazione dei testi, potrebbero fornire spunti utili per integrare una dimensione più analitica all’esperienza personale descritta nel capitolo.5. Quando i Libri Parlano di Noi
La Biblioteca come Spazio Vitale
La biblioteca di Raimondi è più di una semplice raccolta di libri: è uno spazio vivo, un luogo della mente abitato da molte voci. I libri non sono visti come oggetti inattivi, ma come entità attive che dialogano tra loro e con chi legge, diventando parte integrante della vita di quest’ultimo. Leggere non è un’attività isolata, ma si intreccia profondamente con l’esperienza di tutti i giorni, influenzata dagli affetti familiari e dalle amicizie. La cucina, ambiente familiare condiviso con la madre, diventa il primo spazio dedicato allo studio, dove gli interessi intellettuali si mescolano con la quotidianità della vita domestica.La Lettura come Esperienza Personale
L’approccio ai libri non si limita all’assimilazione di nozioni, ma è un evento che coinvolge la persona completamente. Questo incontro è plasmato dalle circostanze personali e dal caso. La scoperta di Heidegger, ad esempio, avviene in un periodo di incertezza successivo alla guerra, e questo contesto storico e personale incide profondamente sul modo in cui il testo filosofico viene interpretato. La lettura si trasforma in un’azione essenziale, una risposta alle necessità del momento, dove il mondo interiore di chi legge si fonde con le parole del libro.Il Ruolo delle Relazioni Umane
Le relazioni umane sono fondamentali nel rapporto con i libri. Le amicizie si rafforzano attraverso letture condivise, discussioni sui testi e traduzioni fatte insieme, trasformando l’impegno intellettuale in un’esperienza di condivisione e fraternità. Anche il rapporto con gli studenti si configura come uno scambio reciproco, in cui l’insegnamento e l’apprendimento sono arricchiti dalla dimensione umana e affettiva.La Biblioteca come Specchio dell’Anima
In conclusione, l’incontro con i libri è un cammino di crescita personale, un’educazione sentimentale che coinvolge sia la mente che il cuore. La biblioteca di Raimondi si presenta come un riflesso dell’anima, un ritratto complesso in cui libri e persone si uniscono, rivelando come la lettura sia un atto profondamente intimo e capace di trasformare, in cui i libri, in fondo, raccontano qualcosa di noi stessi.Ma davvero ogni libro che ‘parla di noi’ ci arricchisce, o alcuni possono anche distrarci dalla realtà, o peggio, indottrinarci?
Il capitolo sembra presupporre una valenza sempre positiva e arricchente nell’esperienza della lettura, quasi ogni libro fosse in grado di ‘parlare di noi’ in modo costruttivo. Tuttavia, non tutti i libri ci portano necessariamente a una crescita personale; alcuni potrebbero allontanarci dalla realtà, diffondere informazioni errate, o persino manipolare il lettore. Per approfondire questa prospettiva critica, sarebbe utile esplorare autori che si sono occupati di semiotica e critica dei media, come Umberto Eco, o di analisi della propaganda e manipolazione dell’informazione, come Noam Chomsky.Abbiamo riassunto il possibile
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