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Contenuti del libro
Informazioni
“Le leggi dell’ospitalità. La revoca dell’editto di Nantes” di Pierre Klossowski ti catapulta in un mondo dove le dinamiche umane sono un gioco crudele e intellettuale. Al centro c’è la strana relazione tra Ottavio, un teologo fallito, e Roberta, sua moglie atea, che lui cerca di piegare alla legge divina spingendola al peccato e al rimorso, usando persino simulacri per confonderla e sé stesso. Il libro esplora l’identità, la dissimulazione e il potere dello sguardo, maschile e non, spesso legato all’arte e alla rappresentazione del corpo femminile, tra desiderio e violenza. Le vicende si snodano tra Parigi, con i suoi saloni e scantinati segreti, e una Roma caotica alla vigilia della liberazione, dove Roberta vive esperienze intense e incontra figure misteriose come l’ufficiale tedesco von A., custode di un segreto cruciale legato a una lista di bambini ebrei e a una chiave. Klossowski scava nei segreti, nella vergogna e nel piacere complesso che nasce dalla trasgressione, mettendo in discussione le prospettive maschili sulla potenza femminile e la natura stessa della moralità e della pietà. È un viaggio inquietante e affascinante nelle profondità dell’animo umano e delle sue perversioni.Riassunto Breve
La storia si concentra sul rapporto tra Ottavio, un teologo fallito, e sua moglie Roberta, atea. Ottavio cerca di costringere Roberta a riconoscere la legge divina spingendola al peccato, creando situazioni per indurla al rimorso. Roberta resiste, accettando le provocazioni senza sentirsi in colpa. Questo gioco porta Ottavio a perdere il senso della realtà, non distinguendo più sé stesso dagli altri. Emergono i simulacri, figure umane che causano improvvisi cambiamenti nelle situazioni, aumentando il mistero. L’idea dei simulacri si lega all’arte, in particolare a quadri che mostrano una dissimulazione, dove l’aspetto esteriore nasconde una realtà diversa. L’arte cattura la vita in un istante, ma il simulacro dell’artista libera da questa ripetizione. A Roma, Roberta, mascherata, profana una chiesa rovesciando calice e ostie. Questo atto provoca una reazione fisica: mani la afferrano, le svelano le mani, la ungono, e le prendono le impronte digitali sul Vangelo. Questo è visto come una grave offesa, un confronto diretto con il sacro che rivela la sua identità e la sua sfida. L’osservazione di dipinti di corpi femminili mostra la tensione tra l’idealizzazione e la realtà, suggerendo vulnerabilità nascoste dietro pose placide. L’arte offre un piacere che non si trova nella vita, come il desiderio di osservare la propria sposa con altri. Un incidente con un ospite mostra la disponibilità fisica di Roberta sotto lo sguardo del marito, che porta a una scena di umiliazione e distruzione per lui. Dal punto di vista femminile, il corpo è l’anima, non separabile dalla morale. Le donne sono viste dagli uomini come oggetti o disprezzabili, e la loro forza non è il “carattere” maschile ma qualcosa di diverso. Sono naturalmente atee per il loro legame col corpo. Il desiderio maschile cerca il corpo, e le donne che non amano il proprio corpo faticano a soddisfare l’uomo. Si tenta di corrompere Roberta, vista come pura, influenzando la sua percezione di sé attraverso lo sguardo altrui e la vergogna. Si pensa che la mancanza di maternità influenzi il suo desiderio di dominio o di essere plasmata. Roberta ha esperienze segrete, anche volgari, che le danno un piacere complesso legato alla vergogna. Un episodio la vede intrappolata e sottoposta ad atti fisici in uno scantinato; la sua reazione è un misto di orrore e abbandono che le dà autenticità. Mantiene segreta questa esperienza. La percezione moderna, frammentata, non riesce a cogliere una realtà nascosta, come si cerca di definire l’identità di Roberta. Roberta incontra Vittorio, assunto da Ottavio, con cui ha un passato difficile. Vittorio è provocatorio, vuole rinnovare sensazioni passate. Roberta afferma la sua identità attuale è fissa e chiede silenzio, ma Vittorio resta in casa. Ottavio osserva le donne in pubblico. A Parigi, in un salone frequentato da Roberta, due studenti amici di Antonio ordiscono un piano. Durante un guasto alla luce, prendono il posto dei lustrascarpe. Mentre Roberta si trucca, le sollevano vestiti, le immobilizzano le gambe e usano una lampadina per illuminare il suo corpo sotto i vestiti. Roberta si dibatte, confusa, imbarazzata. La toccano, le strappano un guanto, la colpiscono. Sembra cedere, perde la nozione del tempo. Le sfilano l’altro guanto. Si scopre che avevano scommesso con Vittorio di prendere i guanti. Una donna considera offrire esperienze sessuali a giovani uomini, scoprendo che il denaro protegge l’anonimato. Un uomo interpreta le sue azioni come una strategia calcolata per mantenere la sua posizione sociale. La donna respinge questa visione maschile, affermando che le donne non hanno “carattere” maschile ma una diversa forza. Critica le fantasie maschili che la vedono cedere per le proprie pulsioni, specialmente in ruoli di autorità. La prospettiva maschile vede la potenza femminile come una finzione voluttuosa che merita punizione e teme l’indipendenza femminile. La donna descrive un’esperienza sessuale come piacere, non punizione. L’interesse maschile per certi attributi femminili rivela che vedono le donne come proiezioni dei loro desideri. La natura femminile rimane incomprensibile agli uomini, che scambiano la calma per calcolo. Una collezione d’arte serve a proteggere le opere dagli sguardi non meritevoli; l’arte vive per un intenditore, non per la folla. Si rifiuta di sacrificare i musei per salvare vite. Si rivendica il diritto alla cattiveria, criticando la pietà. La felicità è cieca alla sofferenza altrui. Si propone un ritorno a una Francia controllata, limitando la popolazione e legando le famiglie alla terra. Virtù come la diffidenza sono superiori alla generosità. Questa visione influenza le relazioni personali. L’analisi di un dipinto violento mostra dettagli fisici e sensazioni interiori, ritenuto inadatto all’esposizione pubblica ma appropriato per pochi intenditori. Ottavio, morente, vede Roberta che sembra avvelenarlo, con Vittorio e una figura mascherata che preparano una vendetta. Roberta appare complice. Roberta è a Roma come volontaria della Croce Rossa prima della liberazione, lavora in un ospedale militare. L’ambiente è caotico, ma prova eccitazione e attrazione per alcuni soldati. Incontra un ufficiale tedesco ferito, von A. Le chiede aiuto per recuperare qualcosa da un tabernacolo in una cripta, dandole una chiave. Inizialmente mente su lettere d’amore, poi rivela la verità: la chiave apre il tabernacolo che contiene la lista dei bambini ebrei che ha salvato, affidati a un cappellano fucilato. Menziona un legame con Vittorio e un piano fallito. Chiede a Roberta di recuperare la lista, che lo mette a rischio. Diventa agitato, le chiede una promessa ambigua, la tocca aggressivamente, la paragona alla sorella. Roberta prova distacco. Arrivano gli americani e arrestano von A. Roberta trova la chiave nella blusa e la stringe, considerandola il pegno di un patto.Riassunto Lungo
1. Il Gioco dei Simulacri e la Sfida alla Legge Divina
Il rapporto principale si svolge tra Ottavio, un teologo che ha fallito nel suo ruolo di prete, e Roberta, sua moglie, che è atea e attivista. Ottavio decide di rompere un patto non detto tra loro, lanciando a Roberta una sfida: vuole che lei riconosca l’esistenza di una legge divina attraverso l’esperienza del peccato. Per fare ciò, Ottavio crea appositamente delle situazioni sperando di indurla a provare rimorso. Tuttavia, Roberta accetta queste provocazioni senza mai sentirsi in colpa, dimostrando una forte resistenza basata sul suo pensiero.L’Intensificarsi del Gioco e i Simulacri
Questo gioco si fa sempre più intenso, al punto che Roberta sembra quasi dividersi in due: una parte di sé stessa e una specie di copia che invece obbedisce agli ordini di Ottavio. Anche Ottavio finisce per perdersi in questa situazione, non riuscendo più a distinguere chi sia lui e chi siano gli altri. In questa storia, i simulacri sono persone che, con le loro azioni, causano cambiamenti improvvisi nelle situazioni, aumentando il mistero invece di risolverlo.Arte, Dissimulazione e Simulacri
L’idea dei simulacri si collega anche a una riflessione su alcuni quadri dipinti da un artista sconosciuto. Ottavio osserva un “errore” o una contraddizione nel modo in cui il pittore dipinge, un gesto che sembra andare contro il significato implicito dell’opera. Questo lo porta a esplorare il concetto di dissimulazione, cioè il nascondere la verità. Ad esempio, una preferenza per un certo tipo di bellezza femminile classica nasconde in realtà una vivacità nascosta dietro un aspetto apparentemente semplice e rigoroso; anche questo è un modo di dissimulare. L’arte, come i “quadri viventi” (rappresentazioni di scene con persone reali immobili), sembra fermare la vita in un istante. Il simulacro dell’artista, in questo contesto, rappresenta un modo per liberarsi da questa ripetizione o staticità.Un Episodio Rivelatore a Roma
Questo gioco di sfida e identità nascoste porta a eventi specifici, come un episodio che si svolge a Roma, in una chiesa, durante un rito. Roberta, con il volto coperto da una maschera e indossando guanti, sta cercando dei documenti. Vive questa esperienza provando un misto di paura ed eccitazione. Incontra figure misteriose e compie un gesto considerato una profanazione: rovescia il calice e le ostie. Questo atto provoca una reazione immediata: delle mani spuntano da un pannello nascosto nel tabernacolo, l’afferrano, le tolgono i guanti e le ungono le mani. Un guardiano la blocca e prende le sue impronte digitali direttamente sul Vangelo. Questo gesto viene definito una “grave offesa”, un confronto diretto con il sacro che serve a rivelare la sua identità e la sua sfida personale.Ma come si suppone che un atto di profanazione e una bizzarra ‘schedatura divina’ dimostrino l’esistenza di una legge divina?
Il capitolo presenta eventi drammatici e simbolici, come la profanazione del calice e delle ostie e la successiva reazione ritualistica con la ‘schedatura’ sul Vangelo. Tuttavia, il riassunto non chiarisce in che modo specifico queste azioni, per quanto intense, dovrebbero condurre Roberta a riconoscere una legge divina attraverso l’esperienza del peccato o del rimorso, che era l’obiettivo iniziale di Ottavio. La connessione logica tra l’evento estremo e l’obiettivo psicologico/teologico rimane oscura. Per comprendere meglio questo salto argomentativo, sarebbe utile esplorare testi che affrontano la relazione tra atto sacrilego, esperienza interiore di colpa e riconoscimento del sacro. Si potrebbero approfondire autori che trattano la teologia del peccato e della legge divina (come Agostino o Tommaso d’Aquino), la filosofia dell’esperienza religiosa e del confronto con il trascendente (come Kierkegaard), o anche prospettive che analizzano il potere simbolico dei riti e la loro potenziale influenza psicologica.2. Visioni e Realtà del Possesso
L’osservazione di dipinti come la Grande Odalisque di Ingres e la Lucrèce di Tonnerre mostra come il corpo femminile venga rappresentato. Nell’Odalisque, il corpo appare potente ma è circondato da simboli di ricchezza che suggeriscono una dipendenza o vulnerabilità. L’arte ferma un momento di calma, nascondendo possibili tensioni o sottomissioni. Tonnerre, influenzato da un approccio più diretto, affronta il conflitto interiore di Lucrezia, forse divisa tra pudore e desiderio. L’artista usa i gesti delle mani per esprimere questa mescolanza di repulsione e piacere.Il Desiderio e la Realtà
Queste immagini dipinte offrono un piacere che difficilmente si trova nella vita di tutti i giorni, come il desiderio di ‘condividere’ la propria sposa. Le regole sociali e l’ospitalità rendono difficile realizzare questo desiderio osservato nell’arte. Una storia vera, quella di un giovane impiegato di banca, illustra bene questa difficoltà. Sua moglie, Roberta, mostra apertamente un interesse fisico verso un ospite, sotto gli occhi del marito. La situazione viene interrotta da una telefonata che annuncia una brutta notizia per il marito, portando a una lite violenta e alla distruzione di oggetti. Questo episodio mette in luce l’umiliazione e la frustrazione provate dal marito.Corpo, Anima e Desiderio
Dal punto di vista di una donna, il corpo e l’anima non possono essere separati. Per una donna, il corpo è la sua essenza. Gli uomini vedono le donne in modi estremi, o come ‘disponibili’ o come indegne di rispetto. Le donne possono ‘dominare’ gli uomini, ma questo avviene a scapito della loro parte più profonda. Si dice che le donne siano naturalmente lontane dalla spiritualità, e questo deriva dal loro legame profondo con il corpo, che porta a una sorta di ‘spegnimento dei sensi’. Il desiderio degli uomini spesso cerca solo il corpo, non l’anima o la delicatezza. Per questo, le donne che non accettano o amano il proprio corpo fanno fatica a soddisfare il desiderio maschile.Davvero il rapporto tra corpo, anima e desiderio è così rigidamente definito e diverso per uomini e donne, o il capitolo semplifica eccessivamente una realtà complessa?
Il capitolo presenta affermazioni molto generali sul rapporto tra corpo, anima e desiderio, attribuendo caratteristiche quasi universali a uomini e donne, come la presunta distanza femminile dalla spiritualità o la tendenza maschile a cercare solo il corpo. Tuttavia, queste asserzioni sembrano mancare di un solido fondamento empirico o teorico esplicitato, ignorando la vasta gamma di esperienze individuali e le costruzioni sociali del genere. Per esplorare la complessità di questi temi e mettere in discussione tali generalizzazioni, sarebbe utile approfondire gli studi di genere in sociologia e filosofia, le ricerche in psicologia sulla sessualità e l’identità, e le analisi critiche del potere e del corpo proposte da autori come Simone de Beauvoir o Michel Foucault.3. La Forma e la Disfatta
Qualcuno vede Roberta come una persona pura e cerca di cambiarla. Vogliono darle una forma diversa, influenzando come lei vede se stessa. Usano lo sguardo degli altri e la vergogna per questo scopo. Questo tentativo di modellarla crea un senso di colpa in chi lo fa, ma anche sollievo se Roberta sembra cedere. C’è anche chi pensa che il fatto che Roberta non sia madre influenzi la sua identità. Alcuni credono che questo si manifesti come un desiderio di dominare gli altri, altri come una tendenza a lasciarsi plasmare.Roberta: La Vita Segreta
Roberta, invece, non crede che le influenze esterne decidano chi è lei. Ha esperienze segrete, che persone come Ottavio non conoscono. Queste esperienze, anche quelle difficili o sgradevoli, le racconta solo a se stessa. Provano in lei un piacere complicato, mescolato alla vergogna per come sono accadute. Viene raccontato un momento particolare: dopo essere stata seguita, Roberta si trova intrappolata in un negozio. Due uomini la portano in uno scantinato, la legano e compiono atti fisici su di lei. La sua reazione è un misto di paura e di abbandono. Questo momento le dà un senso di essere veramente se stessa. Nonostante sia una persona conosciuta, decide di non rivelare mai questa esperienza a nessuno.La Difficoltà di Capire
La percezione delle cose oggi è frammentata, non stabile come si pensava in passato. Questo rende difficile capire una realtà complessa e nascosta. È come se non si riuscisse ad afferrare la vera essenza di Roberta. Proprio questa difficoltà nel vedere la realtà in modo completo rende vano ogni tentativo di imporle una forma o un’identità dall’esterno. La sua realtà interiore rimane segreta e difficile da definire per chi cerca di modellarla.Come può un capitolo proporre seriamente di sacrificare vite umane per salvare musei e definire la felicità nell’indifferenza al dolore altrui?
Il capitolo presenta posizioni etiche e sociali estreme, che sembrano sfidare principi morali universalmente riconosciuti e proporre un modello di società regressivo. Per comprendere le possibili radici di un simile pensiero e valutarne la coerenza, sarebbe utile approfondire la filosofia morale, esplorando ad esempio le critiche alla compassione e alla morale tradizionale (si pensi a autori come Nietzsche), e confrontare queste idee con diverse teorie etiche. È inoltre fondamentale esaminare le teorie politiche e sociali che propongono modelli di controllo rigido e gerarchico, e la filosofia dell’arte, per capire come il valore estetico possa essere posto al di sopra della vita umana.7. La Chiave nella Roma Liberata
Un vecchio di nome Ottavio, vicino alla morte, vede una scena che lo turba profondamente. Si trova nel suo letto, mentre la vita lo sta lasciando. Sua moglie, Roberta, sembra stia per dargli del veleno. Accanto a lei ci sono Vittorio, un uomo che lei ha rifiutato, e una persona con il volto coperto. Sembra che stiano preparando una vendetta contro di lui. Roberta tiene in mano una coppa, come se fosse complice di questo atto. Ottavio guarda tutto questo con gli occhi annebbiati, e la scena gli appare quasi come una rappresentazione teatrale, irreale ma minacciosa.Lontano da quella visione inquietante, Roberta si trova a Roma. È arrivata nella città alla vigilia della sua liberazione, lavorando come volontaria per la Croce Rossa svedese. Il suo compito è assistere i feriti in un ospedale militare. L’ambiente dell’ospedale è caotico, pieno di soldati feriti e personale medico e infermieristico molto teso per la situazione. Nonostante il caos e la sofferenza, Roberta prova un senso strano di eccitazione per l’atmosfera carica di attesa. Si dedica con impegno ad aiutare i soldati, provando anche una certa attrazione verso alcuni di loro.L’incontro in ospedale
È proprio in questo ospedale che Roberta incontra un ufficiale tedesco ferito, di nome von A. Si avvicina al suo letto e lui le chiede un favore particolare. Le dà una chiave e le chiede di recuperare qualcosa per lui da un tabernacolo che si trova in una cripta sotto l’ospedale. All’inizio, von A. racconta di voler nascondere delle lettere d’amore scritte da sua sorella, Malwyda, per evitare problemi in famiglia. Spiega di aver scelto il tabernacolo perché credeva che la “presenza reale” di Cristo potesse avere un effetto positivo sul rapporto con la sorella. Questo concetto, legato alla fede cattolica, è qualcosa che Roberta, essendo calvinista, non capisce e trova piuttosto sgradevole.Il vero segreto
Subito dopo, von A. confessa che la storia delle lettere non era vera. La chiave serve in realtà ad aprire il tabernacolo dove si trova una lista molto importante. È l’elenco dei bambini ebrei che lui è riuscito a salvare dalla deportazione. Li aveva affidati a un cappellano italiano, ma purtroppo quel prete è stato fucilato per questo gesto coraggioso. Come punizione, von A. stesso è stato mandato al fronte. Durante la conversazione, accenna anche a un legame che aveva con Vittorio e a un piano che non è andato a buon fine, che riguardava il rapimento del Papa.La richiesta disperata
Per von A., quella lista è estremamente pericolosa; se venisse trovata, rischierebbe l’impiccazione. Per questo motivo, supplica Roberta di recuperarla per lui. Mentre parla, diventa sempre più agitato. Le chiede di mantenere una promessa che non è chiara, la tocca in modo che lei trova aggressivo e la paragona in modo strano a sua sorella. Di fronte a questa situazione intensa e confusa, Roberta prova un senso di distacco, come se non fosse completamente presente in quel momento.L’arrivo e la chiave
Improvvisamente, arrivano i soldati americani. Entrano nella stanza e arrestano von A. Lo portano via, lasciando Roberta sola con i suoi pensieri. Lei esce sul balcone, sentendosi profondamente turbata da tutto quello che è successo. Passandosi una mano sulla blusa, trova la chiave che von A. le aveva dato. La stringe forte nella mano, sentendo che quella piccola chiave è diventata il simbolo di un impegno, il pegno di un patto silenzioso che l’ora lega a quel segreto e a quell’uomo.Come si può accettare una narrazione che, partendo da una visione onirica di avvelenamento e vendetta, salta senza apparente logica a una storia di spie, liste segrete e complotti papali, lasciando il lettore a navigare a vista tra personaggi e situazioni così distanti?
Il capitolo presenta una giustapposizione di scene e personaggi che, allo stato attuale, appaiono disconnessi, minando la coerenza interna della trama. Il passaggio dalla dimensione quasi allucinatoria e personale dell’incipit al contesto storico-politico e ai segreti di guerra non trova una chiara giustificazione narrativa. Per colmare questa lacuna e comprendere come tali elementi possano integrarsi, sarebbe opportuno esplorare le tecniche di costruzione della trama e di sviluppo dei personaggi in contesti complessi, o approfondire studi sulla struttura del romanzo e sulla gestione dei registri narrativi. Autori che si occupano di teoria letteraria o di scrittura creativa potrebbero offrire prospettive illuminanti.Abbiamo riassunto il possibile
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