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Informazioni
“Le due battaglie dell’Atlantico. La guerra subacquea, 1914-18 e 1939-45” di Antonio Martelli ti porta nel cuore di uno degli scontri più epici della storia navale: la guerra sottomarina nell’Atlantico. Questo libro ripercorre l’incredibile evoluzione dei battelli subacquei, da idee quasi fantascientifiche a temibili U-Boote tedeschi della Kriegsmarine e sommergibili italiani della Regia Marina, che hanno sfidato il dominio della Royal Navy e delle flotte alleate. Vedrai come la tecnologia sottomarina si è sviluppata, con l’introduzione di armi come il siluro e sistemi di rilevamento come il radar e l’Enigma, e come le tattiche sono cambiate, dalla guerra al traffico mercantile individuale al sistema dei convogli e alla Rudeltaktik di Karl Dönitz. È la storia di una lotta disperata per il controllo delle rotte mercantili, una battaglia dell’Atlantico che ha deciso le sorti di due guerre mondiali, combattuta nelle profondità marine e sulla superficie agitata, con protagonisti come gli equipaggi degli U-Boote e delle navi di scorta, in un duello costante tra predatore e preda.Riassunto Breve
L’idea di usare imbarcazioni sott’acqua nasce molto tempo fa, forse per sfuggire ai blocchi navali, ma i primi tentativi pratici, come quello dell’olandese Drebbel nel 1620 o la *Turtle* di Bushnell durante la Guerra d’Indipendenza Americana, affrontano grandi difficoltà tecniche e non vengono adottati su larga scala. Anche il *Nautilus* di Fulton, all’inizio dell’Ottocento, non convince le marine militari. Un momento chiave è l’invenzione del siluro semovente a metà Ottocento, che crea una nuova arma per le navi, incluse le prime torpediniere. La corsa al sommergibile riprende slancio, con Francia e Stati Uniti tra i primi a sviluppare modelli pratici all’inizio del Novecento. La Germania, dopo aver costruito una grande flotta di superficie per sfidare la Gran Bretagna, inizia più tardi a sviluppare i propri sommergibili, varando l’*U-1* nel 1906. I sommergibili moderni usano un doppio scafo, casse per l’immersione e motori diversi per la navigazione in superficie (Diesel) e sott’acqua (elettrici), armati principalmente con siluri.Nella Prima Guerra Mondiale, la Gran Bretagna impone un blocco navale alla Germania. I sommergibili tedeschi (U-Boote) si rivelano efficaci contro navi da guerra e mercantili. L’affondamento del Lusitania nel 1915 causa proteste. Dopo la Battaglia dello Jutland nel 1916, che non rompe il blocco, la Germania decide di usare la guerra sottomarina illimitata nel 1917 per cercare di strangolare la Gran Bretagna. Inizialmente ha successo, ma gli Alleati adottano il sistema dei convogli, raggruppando le navi mercantili sotto scorta. Vengono usate nuove tecnologie antisommergibile come le bombe di profondità e gli idrofoni. L’intervento degli Stati Uniti aumenta le risorse per la scorta. Il sistema dei convogli funziona, le perdite di navi mercantili diminuiscono e quelle degli U-Boote aumentano. La campagna sottomarina non raggiunge il suo obiettivo strategico.Dopo la guerra, il Trattato di Versailles limita pesantemente la marina tedesca. La Germania trova modi per aggirare le restrizioni sul tonnellaggio delle navi e sviluppa le “corazzate tascabili”. Un accordo nel 1935 permette alla Germania di ricostruire la marina, inclusi i sommergibili, raggiungendo la parità di tonnellaggio con la Gran Bretagna in questo settore. Nonostante piani ambiziosi per una grande flotta di superficie, gli ammiragli tedeschi, come Dönitz, vedono i sommergibili come l’arma principale per attaccare il traffico mercantile. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, la marina tedesca è inferiore agli Alleati. Le prime operazioni includono attacchi sottomarini e di superficie. La conquista della costa francese nel 1940 fornisce agli U-Boote basi più vicine all’Atlantico.Tra il 1940 e il 1941, i sommergibili tedeschi vivono un periodo di grande successo, usando tattiche di gruppo (“Rudeltaktik”) e attaccando di notte in superficie. Anche i sommergibili italiani operano nell’Atlantico, ma con risultati limitati. Gli Alleati migliorano le difese dei convogli, usando meglio il radar e i radiotelefoni. Un evento cruciale è la cattura di un U-Boot nel 1941, che permette agli Alleati di decifrare le comunicazioni tedesche (Ultra), ottenendo informazioni vitali sui movimenti degli U-Boote.Nel 1942, con l’ingresso degli USA in guerra, gli U-Boote attaccano le coste americane, causando perdite elevate finché gli USA non adottano i convogli. Gli Alleati continuano a migliorare le tattiche e le tecnologie antisommergibile, come l’HF/DF. Le rotte artiche per la Russia sono molto pericolose. Le vittorie alleate in Nord Africa e Russia alla fine del 1942 segnano una svolta generale nella guerra.All’inizio del 1943, la battaglia nell’Atlantico raggiunge il suo culmine. Gli Alleati riorganizzano le forze antisommergibile, creando gruppi di caccia indipendenti e usando portaerei di scorta, radar migliorati e bombe di profondità più efficaci. La decifrazione dei codici tedeschi (Ultra) è fondamentale. La produzione alleata di navi mercantili supera le perdite. La situazione per gli U-Boote peggiora drasticamente, con perdite insostenibili, soprattutto nel Golfo di Biscaglia. Nel maggio 1943, la Germania perde la battaglia dei convogli nell’Atlantico del Nord.Negli ultimi anni di guerra, i tedeschi introducono innovazioni come siluri acustici e lo snorkel per permettere lunghe immersioni, ma gli Alleati sviluppano rapidamente contromisure. La flotta di superficie tedesca viene quasi annientata. Lo sbarco in Normandia nel 1944 riesce grazie alla superiorità alleata e alla debolezza tedesca. Gli U-Boote sono costretti a ritirarsi in Norvegia. Continuano ad operare, ma con scarsi risultati e perdite elevate. Nuovi tipi di sommergibili tecnologicamente avanzati, come il Tipo XXI, arrivano troppo tardi per cambiare l’esito del conflitto. Alla fine della guerra, molti U-Boote si arrendono o vengono autoaffondati. La guerra subacquea dimostra che il controllo del mare e una logistica efficiente sono decisivi, e che la Germania non ha investito abbastanza nell’arma subacquea all’inizio del conflitto.Riassunto Lungo
1. Dalle prime idee sommerse alla corsa agli armamenti navali
L’idea di imbarcazioni capaci di navigare sott’acqua nasce molto tempo fa, forse per trovare un modo per superare i blocchi navali imposti in guerra. Tuttavia, la realizzazione pratica di queste idee ha dovuto affrontare sfide enormi, come garantire che lo scafo non imbarcasse acqua, permettere all’equipaggio di respirare sott’acqua e gestire lo spazio ristretto a bordo. Già nel Rinascimento compaiono accenni a progetti simili, come quelli che si trovano nei codici di Leonardo da Vinci. Nel Cinquecento, si diffonde anche l’uso di cariche esplosive da impiegare sott’acqua come tattica militare.I primi tentativi concreti
Il primo tentativo documentato di costruire un mezzo subacqueo risale al 1620. L’olandese Cornelis Drebbel, lavorando in Inghilterra e ispirato dalle idee di William Bourne, costruisce un sommergibile che riesce a navigare nel fiume Tamigi. Nonostante questa dimostrazione, l’invenzione non suscita un grande interesse ufficiale da parte delle autorità. In questo periodo, scienziati come Robert Boyle contribuiscono con studi fondamentali sui gas e la pressione, conoscenze essenziali per lo sviluppo della tecnologia subacquea. Più tardi, alla fine del Seicento, Denis Papin realizza due prototipi di sommergibili, dotati di sistemi ingegnosi per l’immersione e il ricambio dell’aria. Anche questi progetti, pur avanzati per l’epoca, non hanno un seguito pratico immediato.Sviluppi nel Settecento e Ottocento
Lo sviluppo dei mezzi subacquei riprende vigore tra il Settecento e l’Ottocento. Durante la Guerra d’Indipendenza Americana, David Bushnell progetta e costruisce la Turtle, un battello a forma di botte pensato per un solo operatore. Questo mezzo innovativo era dotato di un serbatoio che, riempito o svuotato d’acqua, permetteva l’immersione e l’emersione, e di un’elica interna per la propulsione. Nel 1776, la Turtle tenta un attacco contro una nave britannica, senza riuscire ad affondarla, ma l’episodio induce comunque le forze inglesi a spostare le proprie navi per sicurezza. All’inizio dell’Ottocento, Robert Fulton, già noto per i suoi studi sulla navigazione a vapore, si interessa anche ai battelli subacquei. Costruisce il Nautilus in Francia nel 1801, un battello in ferro che utilizzava serbatoi per immergersi e veniva mosso da eliche azionate a mano. Fulton propone anche l’uso di una mina rimorchiata, che chiama “torpedine”. L’Ammiragliato britannico riconosce il potenziale pericolo di queste invenzioni per il proprio dominio sui mari, ma non le adotta. Dopo la fine delle guerre napoleoniche, la ricerca sui mezzi subacquei subisce un rallentamento che dura per decenni. Nonostante ciò, nel 1850, Wilhelm Bauer costruisce il Brandtaucher, il primo sommergibile tedesco, che però affonda durante una prova.L’impatto della Guerra Civile Americana
La Guerra Civile Americana, combattuta tra il 1861 e il 1865, rappresenta un periodo di grande innovazione nel campo delle armi navali. Entrambi gli schieramenti, Unione e Confederazione, sviluppano nuove tecnologie. I Confederati, in particolare, si concentrano su navi protette da corazze, come la Virginia (costruita sullo scafo della ex Merrimack). Questa nave affronta la corazzata unionista Monitor in un famoso duello che dimostra l’efficacia delle navi corazzate. I Confederati sperimentano anche con mezzi subacquei: il semisommergibile David riesce a danneggiare una nave unionista. Ancora più significativo è l’uso del sommergibile Hunley. Questo mezzo, dopo diversi incidenti che causano la perdita di equipaggi, riesce nel 1864 ad affondare l’incrociatore unionista Housatonic. Questo evento segna il primo affondamento di una nave da guerra da parte di un sommergibile nella storia, anche se l’esperimento non viene replicato su larga scala durante il conflitto.Rivoluzione navale di fine Ottocento
Gli ultimi decenni del diciannovesimo secolo vedono trasformazioni radicali nelle marine militari di tutto il mondo. Le grandi navi da battaglia corazzate si affermano come lo standard delle flotte. Parallelamente, emerge un nuovo tipo di imbarcazione: la torpediniera. L’invenzione fondamentale che rende possibili queste navi è il siluro semovente, sviluppato da Giovanni Luppis e Robert Whitehead nel 1866. Questa arma, capace di muoversi da sola sott’acqua, rivoluziona le tattiche navali. Le torpediniere, piccole, veloci e armate di siluri, rappresentano una minaccia inaspettata per le potenti corazzate. Per contrastare queste nuove e agili imbarcazioni, vengono sviluppate navi apposite, i cacciatorpediniere.La corsa al sommergibile moderno
Con l’adozione del siluro, la corsa allo sviluppo del sommergibile riprende con grande slancio. Francia e Stati Uniti sono tra i pionieri in questo campo. Negli USA, John P. Holland sviluppa una serie di battelli che portano alla realizzazione del primo sommergibile moderno adottato ufficialmente dalla marina americana nel 1900. La marina francese, influenzata dalla dottrina strategica della “Jeune École” che promuove l’uso di mezzi navali più piccoli e innovativi per compensare l’inferiorità rispetto alla flotta britannica, vede nei sommergibili uno strumento chiave. Sviluppa battelli come il Gustave Zédé (varato nel 1893), che compie il primo attacco simulato con siluri. Anche l’Italia inizia a dedicarsi alla costruzione di sommergibili, realizzando unità come il Delfino e quelle della successiva classe Medusa, esplorando diverse soluzioni tecniche.L’ascesa della marina tedesca
La Germania, unificata nel 1871 e storicamente non una grande potenza marittima, decide di costruire una flotta militare significativa. Sotto la guida dell’ammiraglio Alfred von Tirpitz e con il forte sostegno del Kaiser Guglielmo II, influenzato dalle teorie sull’importanza del potere marittimo dello stratega americano Mahan, la Germania lancia un vasto programma di costruzioni navali. Questo programma si concentra sulla realizzazione di numerose e potenti corazzate. L’obiettivo strategico di Tirpitz è creare una flotta così forte da rendere troppo rischioso per la Gran Bretagna, la potenza navale dominante, affrontare la Germania in guerra (la cosiddetta “teoria del rischio”). La costruzione del Canale di Kiel, che collega il Mar Baltico al Mare del Nord, migliora notevolmente la posizione strategica della flotta tedesca. La Gran Bretagna risponde all’espansione navale tedesca con importanti riforme nella propria marina e con la costruzione della Dreadnought nel 1906, una nave rivoluzionaria che rende di colpo obsolete tutte le corazzate esistenti e intensifica ulteriormente la corsa agli armamenti navali tra le due nazioni.Lo sviluppo dei sommergibili tedeschi
Inizialmente, la marina tedesca è scettica riguardo all’efficacia dei sommergibili, sviluppando i propri battelli più tardi rispetto ad altre potenze. Dopo alcuni tentativi iniziali, il varo dell’U-1 nel 1906 segna l’inizio della flotta subacquea tedesca. Le serie successive di sommergibili mostrano notevoli miglioramenti: aumentano le dimensioni, la velocità, l’autonomia e l’armamento, che include tubi lanciasiluri e cannoni. Nonostante le difficoltà tecniche iniziali, come i problemi con i motori a paraffina, i sommergibili tedeschi diventano progressivamente più capaci e affidabili. Nel 1913, viene istituito un ispettorato dedicato specificamente ai sommergibili, a riconoscimento della loro crescente importanza strategica. All’inizio della Prima Guerra Mondiale, la Germania possiede 31 sommergibili, posizionandosi come la terza flotta subacquea al mondo.Come funziona un sommergibile
Un sommergibile si caratterizza per la presenza di due scafi: uno interno, più robusto e resistente alla pressione dell’acqua in profondità, e uno esterno, che definisce la forma idrodinamica del battello. L’immersione e l’emersione si basano sul principio di Archimede e si realizzano riempiendo o svuotando apposite casse di zavorra con acqua o aria compressa. La profondità di navigazione è controllata e mantenuta grazie all’uso di timoni orizzontali. La propulsione è tipicamente doppia: vengono usati motori Diesel quando il sommergibile naviga in superficie e motori elettrici, alimentati da batterie, quando è immerso. I sommergibili sono dotati di periscopi, strumenti ottici che permettono l’osservazione della superficie anche quando il battello è poco sotto il pelo dell’acqua. L’armamento principale è costituito dai siluri, lanciati da tubi posti nella prua o in altre parti dello scafo. Per individuare la presenza di altre navi o sommergibili sott’acqua, vengono utilizzati gli idrofoni, che rilevano i rumori, o, in sviluppi successivi, il sonar, che sfrutta le onde sonore. Il vantaggio fondamentale del sommergibile è la sua capacità di operare in un ambiente tridimensionale, potendo immergersi per sfruttare l’ambiente subacqueo e nascondersi.Ma davvero la storia dello sviluppo del sommergibile è solo una lineare progressione di tentativi, o non dovremmo chiederci perché si è insistito tanto su un’idea così pericolosa e fallimentare per secoli?
Il capitolo presenta una cronologia di invenzioni e prototipi, ma lascia in ombra le ragioni profonde che hanno spinto inventori e, successivamente, gli stati a investire risorse e vite umane in una tecnologia che per lungo tempo ha offerto più rischi che benefici concreti. Per capire questa persistenza, al di là della mera descrizione tecnica, è fondamentale esplorare le dottrine strategiche navali, le pressioni geopolitiche che alimentavano la competizione tra potenze e la mentalità dell’epoca riguardo al rischio e all’innovazione militare. Approfondire studi sulla storia della tecnologia bellica e sul pensiero di strateghi navali come Mahan può aiutare a contestualizzare meglio questa “corsa”.2. La guerra navale: blocco, sommergibili e convogli
All’inizio della Prima Guerra Mondiale, la Gran Bretagna impone un blocco navale sulla Germania. Questa strategia sfrutta la posizione geografica vantaggiosa delle isole britanniche, che permettono di controllare gli accessi al Mare del Nord, e la netta superiorità della Royal Navy. La flotta tedesca si trova così limitata principalmente alla Baia Tedesca, con scarse possibilità di operare in mare aperto. La strategia britannica, influenzata da figure come Winston Churchill, si concentra su un blocco a distanza, operando dalla base di Scapa Flow per proteggere il vasto traffico mercantile alleato. Questo approccio mira a soffocare l’economia tedesca impedendo l’arrivo di rifornimenti via mare.La minaccia dei sommergibili tedeschi
La flotta tedesca punta inizialmente a una battaglia decisiva per indebolire la Royal Navy, ma questa occasione non si presenta alle condizioni sperate. Emerge invece una nuova, efficace minaccia: i sommergibili tedeschi, noti come U-Boote. Questi sottomarini ottengono rapidi successi sia contro navi da guerra nemiche che contro il naviglio mercantile alleato, causando preoccupazione tra le potenze dell’Intesa. Un evento particolarmente significativo è l’affondamento del transatlantico Lusitania nel 1915, che trasportava anche cittadini americani. Questo atto provoca forti proteste internazionali e porta a una temporanea limitazione della guerra sottomarina da parte della Germania, che teme un allargamento del conflitto.La Battaglia dello Jutland e la svolta
Nel 1916 si verifica il maggiore scontro di superficie del conflitto, la Battaglia dello Jutland. Dal punto di vista tattico, le forze tedesche riescono a infliggere perdite maggiori alla flotta britannica. Tuttavia, strategicamente, la Royal Navy mantiene il controllo del mare, che era il suo obiettivo primario. La battaglia conferma l’incapacità della flotta tedesca di rompere in modo permanente il blocco navale imposto dalla Gran Bretagna o di distruggere la Grande Flotta britannica. Questo stallo spinge la Germania a riconsiderare le proprie opzioni strategiche e a vedere nella guerra sottomarina illimitata l’unica possibilità concreta per sperare di vincere la guerra, soffocando economicamente la Gran Bretagna.La guerra sottomarina illimitata e la risposta alleata
Nel febbraio 1917, la Germania decide di riprendere la guerra sottomarina illimitata. L’obiettivo è chiaro: affondare il naviglio mercantile alleato a un ritmo tale da costringere la Gran Bretagna alla resa prima che l’intervento degli Stati Uniti, ormai probabile, possa avere un impatto decisivo. Inizialmente, questa strategia si dimostra estremamente efficace, con gli affondamenti che raggiungono livelli critici per gli Alleati. Tuttavia, le potenze alleate non restano inattive e adottano rapidamente contromisure efficaci. Viene introdotto su larga scala il sistema dei convogli, che consiste nel raggruppare le navi mercantili e farle viaggiare sotto la protezione di navi da guerra di scorta. Parallelamente, vengono sviluppate e impiegate nuove tecnologie antisommergibile, come le bombe di profondità, in grado di attaccare gli U-Boote anche quando sono immersi, e gli idrofoni, per individuarli sott’acqua. L’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto, avvenuto nell’aprile 1917, fornisce un contributo fondamentale, mettendo a disposizione ulteriori risorse economiche e, soprattutto, un gran numero di navi necessarie per la scorta dei convogli.Il sistema dei convogli si rivela progressivamente un successo. Le perdite di naviglio mercantile iniziano a diminuire in modo significativo, mentre, al contrario, le perdite di U-Boote aumentano costantemente. Nonostante alcuni comandanti di U-Boot riescano ancora a ottenere successi individuali e le operazioni vengano estese anche vicino alle coste americane, la campagna sottomarina illimitata non riesce a raggiungere il suo obiettivo strategico di piegare la Gran Bretagna. La capacità degli Alleati di costruire nuove navi e riparare quelle danneggiate supera le perdite causate dai sommergibili. Alla fine della guerra, la Royal Navy mantiene la sua superiorità e il blocco navale sulla Germania non viene spezzato. La resa della Germania include la consegna della sua intera flotta, compresi tutti i sommergibili, ponendo fine alle operazioni navali del conflitto.Ma davvero la Germania pensava che affondare navi indiscriminatamente, provocando gli Stati Uniti, fosse una strategia vincente o solo un disperato azzardo?
Il capitolo descrive la ripresa della guerra sottomarina illimitata come una conseguenza quasi inevitabile dello stallo strategico post-Jutland, presentandola come l’unica possibilità concreta di vittoria. Tuttavia, questa narrazione semplifica eccessivamente una decisione estremamente controversa e rischiosa, che ignorava (o sottovalutava gravemente) l’impatto quasi certo dell’intervento americano. La logica dietro questa mossa, che di fatto segnò l’inizio della fine per la Germania, meriterebbe un’analisi più approfondita sulle alternative strategiche considerate e sul dibattito interno alla leadership tedesca. Per capire meglio questa scelta apparentemente irrazionale, è utile studiare la storia politica e militare della Germania durante la Prima Guerra Mondiale, concentrandosi sulle dinamiche decisionali e sulle previsioni (spesso errate) riguardo la reazione delle potenze neutrali. Approfondire autori che si sono occupati della strategia tedesca e della diplomazia dell’epoca può fornire il contesto necessario.3. La Ricostruzione e la Sfida in Mare
Il Trattato di Versailles del 1919 impose severe limitazioni alla marina tedesca, la Reichsmarine, dopo la Prima Guerra Mondiale. Ridusse drasticamente il personale e vietò navi moderne come sommergibili e aerei. Le navi esistenti erano obsolete. La ricostruzione del personale avvenne tramite volontari con arruolamenti lunghi, creando un corpo di alta qualità. Le restrizioni di Versailles limitavano anche il dislocamento e il calibro delle nuove costruzioni.Superare le Restrizioni sul Tonnellaggio e le Nuove Navi
L’introduzione della “tonnellata Washington”, che calcolava il dislocamento a nave vuota, permise di costruire unità più grandi a pieno carico rispetto ai limiti imposti. Questo portò allo sviluppo di nuovi incrociatori leggeri e, in particolare, delle “navi corazzate” (poi note come corazzate tascabili). Queste navi avevano un armamento potente e una grande autonomia, pensate per la guerra di corsa, capaci di superare gli incrociatori e sfuggire alle corazzate.Dall’Accordo Navale del 1935 al Riarmo Accelerato
Un cambiamento significativo arrivò con l’Accordo Navale Anglo-Tedesco del 1935. Questo accordo rivide le restrizioni di Versailles, consentendo alla Germania un tonnellaggio navale pari al 35% di quello britannico e parità nei sommergibili. Questo segnò l’inizio di un rapido riarmo navale tedesco, la Kriegsmarine, con il Piano Z che prevedeva la costruzione di una grande flotta di superficie, incluse nuove corazzate e portaerei. Nonostante i piani ambiziosi, la produzione di sommergibili, ritenuti cruciali per la guerra al traffico da ammiragli come Dönitz, procedette più lentamente del previsto a causa delle priorità di Hitler e di problemi industriali.La Kriegsmarine all’Inizio della Guerra e le Prime Operazioni
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale nel settembre 1939, la Kriegsmarine era nettamente inferiore alle flotte alleate. Le prime operazioni inclusero la campagna di Polonia (con un ruolo marginale), attacchi sottomarini (come l’affondamento dell’Athenia e della portaerei Courageous) e azioni di superficie (come la Battaglia del Rio della Plata). La campagna di Norvegia nel 1940, sebbene costosa in termini di perdite navali per la Germania, assicurò basi strategiche cruciali per le operazioni atlantiche. Tuttavia, questa fase iniziale evidenziò gravi difetti nei siluri tedeschi, limitando l’efficacia degli U-Boote. L’occupazione della costa atlantica francese dopo la caduta della Francia migliorò notevolmente la posizione strategica della Kriegsmarine.Il capitolo afferma che la condotta della guerra sottomarina tedesca fu “sostanzialmente conforme alle leggi internazionali”. Non è forse una visione eccessivamente riduttiva di un dibattito storico e legale ben più complesso?
Il capitolo accenna al processo di Norimberga e al giudizio sulla guerra sottomarina, ma non approfondisce le ragioni di tale valutazione né le controverse questioni legali che circondarono l’uso indiscriminato degli U-Boote e le specifiche accuse rivolte all’ammiraglio Dönitz. Per comprendere appieno questo aspetto, è necessario studiare il diritto internazionale bellico dell’epoca, le specifiche imputazioni del processo di Norimberga e le diverse interpretazioni storiche sulla condotta navale. Approfondire testi di storia militare navale e di storia del diritto internazionale può fornire il contesto mancante.8. Battelli subacquei: sviluppo, impiego e contrasto
I primi battelli subacquei fecero la loro comparsa all’inizio del ventesimo secolo, segnando una svolta nella guerra navale. La Germania fu tra le nazioni pioniere, sviluppando modelli come l’U-1 e l’UB-4, mentre la Gran Bretagna sperimentava i battelli tipo Holland. Durante la Prima Guerra Mondiale, questi mezzi furono impiegati attivamente; figure come Alfred Tirpitz promossero il loro uso e si registrarono successi notevoli, come quello dell’U-9. Anche l’Italia partecipò al conflitto con sommergibili propri, tra cui l’F-21, dimostrando l’importanza crescente di questa nuova arma. Nel periodo tra le due guerre mondiali, la progettazione tedesca continuò a evolversi in modo significativo, portando allo sviluppo di tipi avanzati come l’UB-122, le cui caratteristiche influenzarono direttamente il celebre Tipo VII, destinato a diventare il pilastro della flotta sottomarina tedesca nella Seconda Guerra Mondiale.L’impiego nella Seconda Guerra Mondiale
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, i sommergibili, in particolare gli U-Boot tedeschi come il Tipo VIIB U-48 e il Tipo VIIC, assunsero un ruolo centrale nella guerra navale, diventando una minaccia costante per i convogli Alleati nell’Atlantico. Anche i sommergibili italiani parteciparono alle operazioni atlantiche, operando da basi strategiche come Betasom a Bordeaux; tra essi si distinsero unità come il Torelli e il Tazzoli. Comandanti di grande abilità emersero in questo teatro, tra cui i tedeschi Prien e Kretschmer, e gli italiani Todaro e Gazzana Priaroggia, che si resero protagonisti di numerosi affondamenti. Tra gli obiettivi colpiti figurarono navi di grande valore strategico, come la portaerei Ark Royal e la nave da battaglia Barham. Nonostante i successi, la vita a bordo di questi battelli era estremamente difficile, caratterizzata da spazi ristretti, condizioni igieniche precarie e la costante tensione del combattimento.Le contromisure Alleate
Di fronte alla minaccia sottomarina, le forze Alleate svilupparono progressivamente contromisure sempre più efficaci per contrastare l’offensiva dei sommergibili. Ammiragli come Horton giocarono un ruolo chiave nell’organizzazione della lotta antisommergibile, coordinando le risorse e le strategie. Furono introdotti e perfezionati sistemi tecnologici cruciali, come l’Asdic (l’antenato del sonar) per la rilevazione subacquea dei battelli immersi. Le navi di scorta dei convogli vennero potenziate con equipaggiamenti avanzati, inclusi radar per l’individuazione in superficie e armamenti specifici per la caccia ai sommergibili. Un contributo fondamentale venne anche dall’aviazione navale e di pattugliamento marittimo, con l’impiego di portaerei di scorta e aerei come gli Swordfish e i Sunderland, capaci di individuare e attaccare i sommergibili in superficie o durante le fasi di emersione. Parallelamente agli sviluppi tecnologici e tattici, la decifrazione delle comunicazioni cifrate tedesche, in particolare quelle generate dalla macchina Enigma, si rivelò di vitale importanza. L’enorme sforzo compiuto a Bletchley Park, con l’ausilio di calcolatori come il Colossus, fornì agli Alleati informazioni cruciali sui movimenti e i piani degli U-Boot, permettendo di anticipare e contrastare le loro azioni.Le ultime fasi del conflitto
Nelle fasi finali della guerra, gli attacchi aerei divennero una minaccia sempre più grave per i sommergibili, costretti a operare prevalentemente in immersione. Per rispondere a questa sfida, la Germania sviluppò nuovi tipi di battelli, come il Tipo XXI e il Tipo XXIII, progettati specificamente per lunghe permanenze sott’acqua e dotati di prestazioni superiori in immersione. Tuttavia, questi modelli innovativi arrivarono troppo tardi per influenzare significativamente l’esito del conflitto. La guerra sottomarina nell’Atlantico e negli altri teatri si concluse con la resa di numerosi battelli al termine delle ostilità. Alcuni comandanti di sommergibili, come Heinz Eck, furono processati per crimini di guerra commessi durante le operazioni. La memoria dei marinai che persero la vita a bordo dei sommergibili è onorata, ad esempio, dal monumento eretto a Laboe, in Germania.Davvero si può afferrare il significato della guerra sottomarina senza contestualizzarla nella strategia globale del conflitto?
Il capitolo descrive con precisione l’evoluzione tecnica e l’impiego tattico dei battelli subacquei, ma la sua narrazione rischia di restare confinata agli aspetti operativi se non si esplora a fondo il quadro strategico più ampio. Per capire perché la guerra sottomarina divenne così cruciale, in particolare nell’Atlantico, è indispensabile studiare la dottrina navale delle potenze e le dinamiche economiche che rendevano vitali i convogli. Un utile punto di partenza è l’opera di autori che hanno analizzato la strategia marittima e l’impatto della guerra sull’economia globale.Abbiamo riassunto il possibile
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