Letteratura

Le città bianche

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La disillusione post-bellica innesca una profonda ricerca di identità e valori, portando alla scoperta di nuove prospettive “oltre il recinto” delle convenzioni. Il viaggio verso le città bianche del Sud diventa un simbolo di ritorno all’innocenza e di contrasto con le realtà grigie del Nord. Lione, crocevia tra operosità e storia, introduce un equilibrio tra passato e presente, mentre Vienne svela la grandezza romana in opposizione alla disumanità moderna. Avignone, città papale di pietra bianca, celebra la fusione culturale, in contrasto con il paesaggio minerale di Les Baux. Nîmes e Arles mostrano come il Sud conserva la storia, tra borghesizzazione e solennità antica, culminando nell’umorismo di Tarascona e nella porta sul mondo che è Marsiglia, in contrasto con la Provenza delle radici.

1. Ritorno alle Città Bianche

Disillusione e crisi d’identità dopo la guerra

Dopo la distruzione causata dalla guerra, si diffonde un senso di disillusione. Questo porta a una crisi profonda, che riguarda sia l’identità personale sia i valori collettivi. I vecchi modi di pensare e le guide turistiche di un tempo si rivelano inadeguati per comprendere e affrontare una realtà che cambia rapidamente.

Contrasto tra rigidità e fluidità

Si nota un forte contrasto tra la rigidità tipica del pensiero tedesco e la capacità di adattamento che si trova “oltre il recinto”. In questo spazio più aperto, i nomi e le definizioni non limitano più la realtà, che è in continua evoluzione. Questa apertura permette di riscoprire una libertà interiore, liberandosi dalle imposizioni della società e dalle etichette che ci vengono assegnate.

Il viaggio verso le città bianche come ritorno all’innocenza

Il viaggio verso le città bianche del Sud rappresenta un desiderio di tornare ai sogni dell’infanzia. È un tentativo di ritrovare un’innocenza che è andata perduta con le esperienze traumatiche della guerra. Queste città del Sud, illuminate dal sole e immerse in una luce chiara, creano un forte contrasto con le città grigie del Nord. Queste ultime sono ancora segnate dalle ferite della guerra e dal ricordo malinconico di un passato che non può tornare.

Lione, città di confine tra Nord e Sud

Lione si trova in una posizione di confine tra il Nord e il Sud, e in questa città convivono operosità e un’atmosfera festosa. La seta, prodotto tipico di Lione, sembra portare serenità e allegria anche tra le persone umili che lavorano in questo settore. Nonostante la presenza di elementi moderni e di quartieri operai spesso anonimi, a Lione si sente un legame profondo con la storia. In particolare, si percepisce ancora oggi l’influenza dell’epoca romana, che si manifesta nei tratti somatici degli abitanti e nelle antiche rovine che si trovano in diversi punti della città.

L’atmosfera sacra della città fluviale

Lione, con il suo fiume e le lavandaie che puliscono i panni nel Rodano, assume quasi un aspetto sacro. La pausa pranzo vissuta come un momento di festa, la cattedrale di Fourvière che domina la città dall’alto di una collina, e le tracce visibili dell’antica Roma contribuiscono a creare un senso di continuità nella storia e di armonia ritrovata. Le città bianche del Sud appaiono quindi come un luogo di pace e tranquillità, in opposizione alle tensioni e alle incertezze che caratterizzano ancora il Nord.

Ma è davvero appropriato contrapporre in modo così netto la “rigidità del pensiero tedesco” alla “fluidità” del Sud, senza considerare la complessità e le sfumature culturali che caratterizzano sia il Nord che il Sud?
Il capitolo presenta una dicotomia forse troppo semplicistica tra Nord e Sud, associando al Nord caratteristiche di rigidità e al Sud una maggiore apertura e fluidità. Questa contrapposizione, sebbene suggestiva, rischia di trascurare la varietà di pensieri e approcci che esistono in entrambe le aree geografiche. Per una comprensione più approfondita, sarebbe utile esplorare studi di sociologia della cultura e antropologia, che analizzano le complesse interazioni tra fattori geografici, storici e sociali nella formazione delle identità culturali. Approfondire il pensiero di autori come Pierre Bourdieu o Clifford Geertz potrebbe offrire strumenti concettuali utili per analizzare criticamente queste dicotomie e superare visioni eccessivamente semplificate delle differenze culturali.


2. Città Morte e Secoli Stranieri

Vienne: la città romana e la percezione di una grandezza passata

A Vienne, un museo mostra l’immagine di una città romana. Questa immagine fa pensare a una grandezza umana, che contrasta fortemente con la mancanza di umanità che si percepisce nelle grandi città moderne. La città romana sembrava svilupparsi in armonia con la natura, e i suoi monumenti testimoniano una grandezza legata alla terra.

L’atmosfera di Vienne: una città intrappolata nel passato

Quando si arriva a Vienne, si ha l’impressione di trovarsi in una città morta, come se fosse rimasta bloccata nel passato e rifiutasse di accettare il presente. Anche le novità moderne, come la ferrovia, sembrano fuori posto in questo contesto. Gli abitanti stessi appaiono quasi come fantasmi, senza vita e distaccati da ciò che accade intorno a loro.

I monumenti di Vienne: testimonianze di aspirazione al divino

I monumenti di Vienne non sono solo ricordi di un tempo passato, ma sembrano presenze vive nel presente, unite da una sensazione misteriosa e ultraterrena. Le differenze di stile tra un tempio romano e una chiesa gotica diventano meno importanti di fronte al loro comune desiderio di raggiungere qualcosa di divino, che si manifesta nel loro slancio verso l’alto. Il tempio di Augusto, conservato in modo eccezionale, sembra rappresentare l’attesa e un passato chiuso in sé stesso. Le rovine romane si mescolano con gli edifici costruiti successivamente, creando un senso di continuità nel tempo.

Tournon: un viaggio nel Medioevo

A Tournon, l’esperienza è diversa. Si ha la sensazione di entrare in un’epoca lontana, il Medioevo. La città appare come un labirinto, opprimente e prigioniera della sua stessa struttura. Le strade strette e tortuose creano un senso di ansia e di isolamento dal mondo moderno.

Il desiderio di modernità e il ruolo del liceo di Tournon

In questo contesto, si sente forte il desiderio di tornare alla modernità, con le sue strade ampie e le sue tecnologie avanzate. Il liceo di Tournon, fondato da un cardinale, rappresenta un legame con il presente e con il futuro. È un luogo dove i giovani possono trovare le loro radici nella storia per prepararsi ad affrontare il futuro. La consapevolezza storica dei giovani di Tournon è molto diversa dalla fragilità emotiva che spesso si nota nelle persone di oggi di fronte agli eventi contemporanei.

La torre prigione di Tournon e la partenza per Avignone

La torre prigione di Tournon, che è il simbolo della città, racchiude in sé la complessità della vita urbana, mescolando funzioni e periodi storici diversi. La partenza verso Avignone indica il desiderio di scoprire cose nuove e di vivere un’esperienza diversa con la storia.

Ma è davvero la “morte” della città il problema, o piuttosto lo sguardo selettivo di chi la osserva?
Il capitolo sembra indulgere in una visione eccessivamente romantica del passato, contrapponendo una presunta “grandezza umana” romana alla percepita “mancanza di umanità” moderna. Questa dicotomia appare forzata e poco argomentata. Per comprendere meglio le dinamiche tra percezione del passato e critica della modernità, sarebbe utile approfondire gli studi sulla storia urbana e la sociologia della percezione. Autori come Walter Benjamin e Siegfried Kracauer potrebbero offrire strumenti concettuali più affinati per analizzare il rapporto tra città, memoria e modernità, evitando generalizzazioni semplicistiche e giudizi affrettati.


3. Il Sole e il Gesso: Paesaggi Provenzali

La Provenza mostra un netto contrasto tra i suoi paesaggi e le sue atmosfere. Avignone si presenta come una città costruita in pietra bianca, dove un sole intenso illumina ogni dettaglio e crea ombre nette. L’assenza di boschi, compensata dalla presenza di giardini privati, delinea un paesaggio aperto e ordinato, dove l’intervento umano sembra aver plasmato la natura. La città stessa, con le sue mura fortificate e il Palazzo dei Papi, appare come una fortezza elevata, simbolo di un potere spirituale che garantisce la tranquillità.

Avignone: crocevia di culture e storia

Avignone è un punto d’incontro di diverse culture e storie, con origini fenicie e arricchimenti successivi da parte di Celti, Romani e Papato. Questa unione si manifesta nell’apertura mentale dei suoi abitanti e nell’architettura cittadina, che mescola elementi antichi e medievali. La città ha ospitato la corte papale, vivendo un periodo di grande sviluppo culturale e sociale, attirando artisti e nobili da tutta Europa. Ancora oggi, Avignone mantiene un’atmosfera vivace e accogliente, dove la bellezza femminile e la gioia di vivere sono aspetti caratteristici.

Les Baux: paesaggio minerale e memoria medievale

Les Baux, in contrasto, offre un paesaggio fatto di minerali e dall’aspetto spoglio, dominato dal bianco intenso del gesso. L’aria limpida e il vento mistral creano un ambiente cristallino, quasi irreale, che ricorda le atmosfere magiche dei racconti medievali. I resti del castello di Les Baux, consumati dal tempo e integrati con la roccia, testimoniano la drammaticità del Medioevo, un’epoca segnata da conflitti e da una bellezza severa. In questo scenario di pietra e silenzio, la chiesa di Saint-Vincent rappresenta un’isola di serenità e umanità, un luogo di rifugio e di festa per la comunità locale.Avignone celebra la luce e la mescolanza di culture, mentre Les Baux rappresenta la potenza della natura e la malinconia della storia. Questi luoghi diversi sono entrambi fondamentali per capire la complessità e la ricchezza della Provenza, una regione dove convivono diverse epoche storiche e paesaggi contrastanti, uniti da una bellezza profonda e discreta.

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Ma è davvero così semplice ridurre la complessità culturale del Sud a una generica ‘anima immobile’ e a una contrapposizione semplicistica con un Nord ‘critico’?
Il capitolo sembra presentare una visione eccessivamente dicotomica tra Nord e Sud, quasi fossero due entità monolitiche e contrapposte. È lecito interrogarsi se questa semplificazione non rischi di oscurare la ricchezza e la varietà delle sfumature culturali presenti in entrambe le aree geografiche. Per comprendere meglio le dinamiche culturali regionali, sarebbe utile approfondire studi di antropologia culturale e sociologia che analizzano la formazione delle identità regionali, evitando generalizzazioni semplicistiche. Autori come Pierre Bourdieu, con i suoi studi sull’habitus e lo spazio sociale, o Norbert Elias, con le sue analisi sui processi di civilizzazione e il carattere nazionale, potrebbero offrire strumenti concettuali più raffinati per analizzare la complessità delle differenze culturali regionali, superando la facile contrapposizione tra un Sud “immobile” e un Nord “critico”.


5. Soglie e Radici

Marsiglia è una città di soglia, un punto di incontro di culture diverse e un crocevia di molte esperienze. In questa città, l’avventura non è qualcosa di straordinario, ma è parte della vita di tutti i giorni. La quotidianità stessa assume spesso aspetti avventurosi e inaspettati.

Marsiglia: porta del mondo

Marsiglia è come una porta aperta sul mondo, un luogo di passaggio fondamentale tra l’Oriente e l’Occidente. La storia della città si è sviluppata rapidamente, creando una sovrapposizione di epoche e culture. Questo processo ha portato a una continua trasformazione urbana, dove le tracce del passato vengono spesso cancellate per far spazio a un presente dinamico e pieno di cambiamenti.Marsiglia è anche un grande magazzino del mondo, un centro vitale per il commercio e lo scambio di merci. Questa attività frenetica crea un’atmosfera cosmopolita, intensa e a volte caotica. La vita a Marsiglia è descritta come instabile, sospesa tra la ricchezza e la povertà, tra l’ordine e il disordine. Questo contrasto si manifesta in un ambiente urbano vivace e rumoroso, dove la mescolanza di persone e culture è evidente. In questo contesto, le identità si incontrano, si mescolano e si trasformano continuamente.

Provenza: un mondo di radici profonde

La Provenza rappresenta un netto contrasto con Marsiglia. È una regione legata alle sue radici, dove le tradizioni sono ancora vive e la vita scorre in modo sereno. La cultura provenzale è antica e raffinata, caratterizzata da un forte senso di comunità e da un profondo rispetto per le usanze locali. La vita in Provenza è tranquilla e improntata alla cortesia, in un paesaggio dominato dalla pietra chiara e dagli ulivi secolari.La società provenzale è descritta come prospera e sicura, dove la povertà è meno diffusa e le buone maniere sono un valore importante, tramandato di generazione in generazione. Tuttavia, questa serenità può apparire solo superficiale. A volte, infatti, nasconde una certa distanza emotiva e una minore apertura verso ciò che è esterno e diverso. La Provenza incarna un forte senso di appartenenza e un sentimento di nostalgia positiva. È un luogo in cui ci si sente facilmente a casa e da cui si porta con sé un ricordo prezioso e duraturo.

È davvero così netta la contrapposizione tra Marsiglia, città di soglia e caos dinamico, e la Provenza, regione di radici profonde e quiete tradizioni?
Il capitolo presenta un contrasto forse troppo marcato tra Marsiglia e Provenza. È plausibile che la realtà sia più complessa e sfumata. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi di antropologia urbana e sociologia del territorio, che potrebbero offrire strumenti concettuali per analizzare le dinamiche identitarie e culturali in contesti urbani e regionali. Autori come Marc Augé, con i suoi studi sui “non-luoghi” e sull’antropologia dello spazio, potrebbero fornire spunti interessanti per una riflessione più articolata.


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