Contenuti del libro
Informazioni
“Le città bianche” di Joseph Roth non è solo una guida turistica, ma un vero viaggio dell’anima attraverso il Sud della Francia dopo la guerra. L’autore, disilluso dalla crisi post-bellica, cerca un senso e una libertà che il rigido Nord sembra aver perso. Il libro ci porta dalle città grigie a quelle bianche e luminose della Provenza, come Avignone con il suo Palazzo dei Papi e le rovine romane, o Arles con la sua storia millenaria. Attraversiamo Lione, città di confine, Vienne, intrappolata nel passato, e Tournon, medievale e soffocante, fino ad arrivare alla luce abbagliante di Les Baux e allo spirito ironico di Tarascona. Il viaggio culmina a Marsiglia, caotico porto di soglia, e nella serena ma complessa Provenza. Roth esplora il contrasto Nord-Sud, la conservazione della storia nelle città provenzali, l’identità e la ricerca di radici, mescolando osservazioni acute, malinconia e un tocco di ironia. È un libro che parla di luoghi ma soprattutto di come la storia e l’atmosfera di un posto possono riflettere e influenzare la nostra ricerca interiore.Riassunto Breve
Dopo la guerra si prova disillusione e una crisi di identità, i vecchi modi di pensare non funzionano più davanti a una realtà che cambia veloce. La rigidità del pensiero del Nord contrasta con la fluidità del Sud, dove le definizioni non bloccano la realtà e si trova una libertà interiore. Viaggiare verso le città bianche del Sud è come tornare ai sogni di quando si era bambini, cercando un’innocenza persa dopo la guerra. Queste città piene di sole sono diverse dalle città grigie del Nord, che ricordano un passato che non torna più. Lione è una città di passaggio tra Nord e Sud, unisce lavoro e festa, legata alla seta che sembra portare allegria. Anche se moderna, Lione ha un legame forte con la storia romana, visibile nelle persone e nei resti antichi. La città sul fiume, con le lavandaie, sembra quasi sacra. La pausa pranzo allegra, la cattedrale imponente e le tracce romane creano un senso di continuità storica e armonia. Le città bianche del Sud appaiono come un posto tranquillo rispetto alle tensioni del Nord. A Vienne, vedere una città romana in un museo fa pensare alla grandezza umana, diversa dalla disumanità delle città di oggi. La città antica stava bene con la natura, con monumenti che mostrano una grandezza legata alla terra. Arrivando a Vienne, si sente che è una città ferma nel passato, che non accetta il presente. Le cose moderne come il treno sembrano fuori posto. Gli abitanti sembrano fantasmi, lontani dalla vita. I monumenti di Vienne non sono solo ricordi, ma presenze di oggi, con un’aria quasi non di questo mondo. Le differenze tra tempio romano e chiesa gotica spariscono perché entrambi puntano al divino, verso l’alto. Il tempio di Augusto, conservato benissimo, rappresenta un’attesa e un passato chiuso in sé. Le rovine romane si mescolano con le costruzioni dopo, in un tempo che scorre. A Tournon, si entra in un’epoca diversa, il Medioevo. La città sembra un labirinto, stretta, prigioniera della sua forma. Le strade strette e curve danno un senso di ansia e isolamento dal presente. Si desidera tornare alla modernità, con le sue strade larghe e la tecnologia. Il liceo di Tournon è un legame con il presente e il futuro, dove i giovani imparano dalla storia per affrontare quello che verrà. La consapevolezza storica dei giovani di Tournon è diversa dalla fragilità emotiva delle persone di oggi davanti agli eventi. La torre-prigione di Tournon, simbolo della città, racchiude la complessità della vita cittadina, mescolando usi ed epoche diverse. Partire per Avignone significa cercare cose nuove e un altro modo di incontrare la storia. La Provenza mostra paesaggi e atmosfere diverse. Avignone è una città di pietra bianca, illuminata da un sole forte che fa risaltare tutto e crea ombre nette. Non ci sono boschi, ma giardini privati, un paesaggio aperto e ordinato, dove la natura sembra fatta dall’uomo. La città stessa, con le sue mura e il Palazzo dei Papi, sembra una fortezza nel cielo, segno di un potere spirituale che porta pace. Avignone è un punto d’incontro di culture e storia, fondata dai Fenici e influenzata da Celti, Romani e Papi. Questa mescolanza si vede negli abitanti e nell’architettura, che unisce antico e medievale. La città ha ospitato i Papi, vivendo un periodo di grande cultura e vita sociale, attirando artisti e nobili. Ancora oggi, Avignone è vivace e accogliente, dove la bellezza delle donne e la gioia di vivere sono caratteristiche. Les Baux, invece, è un paesaggio di roccia e desolato, dominato dal gesso bianco e accecante. L’aria pulita e il vento creano un’atmosfera limpida, quasi magica, che ricorda le storie medievali. Le rovine del castello di Les Baux, consumate dal tempo e unite alla roccia, mostrano la tragedia del Medioevo, un’epoca di guerre e bellezza severa. In questo posto di pietra e silenzio, la chiesa di Saint-Vincent è un’oasi di gioia e umanità, un rifugio e un luogo di festa. Mentre Avignone celebra la luce e l’unione di culture, Les Baux rappresenta la forza della natura e la tristezza della storia. Entrambi i posti sono importanti per capire la Provenza, un territorio dove convivono epoche diverse e paesaggi opposti, uniti da una bellezza profonda e silenziosa. Il Sud si distingue perché riesce a mantenere storia e tradizioni, a differenza del Nord, più critico e proiettato in avanti. Questo desiderio di conservare si vede a Nîmes e Arles, dove i monumenti romani convivono con la vita di oggi, ma in modi diversi. A Nîmes, i monumenti romani sono stati integrati nella città, portando a una specie di “normalizzazione” della grandezza antica. L’arena romana usata come cinema all’aperto e l’atteggiamento distaccato degli abitanti verso la storia mostrano questa integrazione nella vita di tutti i giorni. La corrida, uno spettacolo popolare nell’arena, incarna questa normalizzazione, trasformando un’antica arena di gladiatori in un palco per l’esibizionismo. Arles, invece, conserva i suoi monumenti romani in modo più separato dalla vita di tutti i giorni. L’anfiteatro di Arles, più grande e meno integrato rispetto a quello di Nîmes, insieme al teatro antico e agli Alyscamps, suggerisce una continuità storica che va oltre le epoche. La città mantiene una calma antica, quasi da convento, che si sente nel silenzio delle strade e nella solennità degli edifici. Tarascona e Beaucaire mostrano un altro aspetto del Sud: l’umorismo e l’ironia. La festa della Tarasque a Tarascona, con il suo mostro leggendario diventato una figura popolare e quasi familiare, simboleggia la capacità del Sud di ridimensionare e rendere umane anche le figure mitologiche. Tartarino, un personaggio di libri legato a Tarascona, rappresenta questo spirito ironico e capace di prendersi in giro, un eroe comico che non prende sul serio l’eroismo tradizionale. Beaucaire, un tempo città ricca per il commercio, oggi un po’ triste per aver perso la sua ricchezza, completa il quadro di un Sud che conserva le tracce del passato, mescolando grandezza antica e realtà di oggi con un tocco di ironia e distacco. Questo spirito del Sud, capace di ironia e di celebrare sé stesso, nasce da una forte sicurezza sociale, che permette di affrontare la vita con una leggerezza che il Nord, più serio e critico, sembra aver perso. Marsiglia si presenta come una città di passaggio, un luogo dove culture diverse si incontrano e le esperienze si incrociano. La città è un mondo a parte, dove l’avventura è normale e la vita di tutti i giorni sembra un’avventura. Marsiglia è una porta verso il mondo, un punto di passaggio tra Est e Ovest, dove la storia si accumula velocemente, cancellando il passato per un presente frenetico e vario. La città portuale è un enorme magazzino, un centro vitale di commercio e scambio, con un’atmosfera internazionale intensa e caotica. La vita a Marsiglia è descritta come incerta, in bilico tra ricchezza e povertà, ordine e disordine, in un ambiente urbano rumoroso e pieno di energia. La mescolanza di popoli e razze è una realtà costante e chiara, dove le identità si uniscono e cambiano. In contrasto, la Provenza appare come una regione con radici profonde, legata alle tradizioni e alla calma. La cultura provenzale è antica e raffinata, con un forte senso di comunità e rispetto per le usanze. La vita è tranquilla e educata, in un paesaggio di pietra bianca e ulivi. La società provenzale è descritta come ricca e sicura, dove la povertà è rara e le buone maniere si ereditano. Tuttavia, questa calma può sembrare superficiale, nascondendo una certa distanza emotiva e una limitata apertura verso l’esterno. La Provenza rappresenta un senso di appartenenza e nostalgia, un posto dove ci si sente facilmente a casa e da cui si porta via un ricordo prezioso.Riassunto Lungo
1. Ritorno alle Città Bianche
Disillusione e crisi d’identità dopo la guerra
Dopo la distruzione causata dalla guerra, si diffonde un senso di disillusione. Questo porta a una crisi profonda, che riguarda sia l’identità personale sia i valori collettivi. I vecchi modi di pensare e le guide turistiche di un tempo si rivelano inadeguati per comprendere e affrontare una realtà che cambia rapidamente.Contrasto tra rigidità e fluidità
Si nota un forte contrasto tra la rigidità tipica del pensiero tedesco e la capacità di adattamento che si trova “oltre il recinto”. In questo spazio più aperto, i nomi e le definizioni non limitano più la realtà, che è in continua evoluzione. Questa apertura permette di riscoprire una libertà interiore, liberandosi dalle imposizioni della società e dalle etichette che ci vengono assegnate.Il viaggio verso le città bianche come ritorno all’innocenza
Il viaggio verso le città bianche del Sud rappresenta un desiderio di tornare ai sogni dell’infanzia. È un tentativo di ritrovare un’innocenza che è andata perduta con le esperienze traumatiche della guerra. Queste città del Sud, illuminate dal sole e immerse in una luce chiara, creano un forte contrasto con le città grigie del Nord. Queste ultime sono ancora segnate dalle ferite della guerra e dal ricordo malinconico di un passato che non può tornare.Lione, città di confine tra Nord e Sud
Lione si trova in una posizione di confine tra il Nord e il Sud, e in questa città convivono operosità e un’atmosfera festosa. La seta, prodotto tipico di Lione, sembra portare serenità e allegria anche tra le persone umili che lavorano in questo settore. Nonostante la presenza di elementi moderni e di quartieri operai spesso anonimi, a Lione si sente un legame profondo con la storia. In particolare, si percepisce ancora oggi l’influenza dell’epoca romana, che si manifesta nei tratti somatici degli abitanti e nelle antiche rovine che si trovano in diversi punti della città.L’atmosfera sacra della città fluviale
Lione, con il suo fiume e le lavandaie che puliscono i panni nel Rodano, assume quasi un aspetto sacro. La pausa pranzo vissuta come un momento di festa, la cattedrale di Fourvière che domina la città dall’alto di una collina, e le tracce visibili dell’antica Roma contribuiscono a creare un senso di continuità nella storia e di armonia ritrovata. Le città bianche del Sud appaiono quindi come un luogo di pace e tranquillità, in opposizione alle tensioni e alle incertezze che caratterizzano ancora il Nord.Ma è davvero appropriato contrapporre in modo così netto la “rigidità del pensiero tedesco” alla “fluidità” del Sud, senza considerare la complessità e le sfumature culturali che caratterizzano sia il Nord che il Sud?
Il capitolo presenta una dicotomia forse troppo semplicistica tra Nord e Sud, associando al Nord caratteristiche di rigidità e al Sud una maggiore apertura e fluidità. Questa contrapposizione, sebbene suggestiva, rischia di trascurare la varietà di pensieri e approcci che esistono in entrambe le aree geografiche. Per una comprensione più approfondita, sarebbe utile esplorare studi di sociologia della cultura e antropologia, che analizzano le complesse interazioni tra fattori geografici, storici e sociali nella formazione delle identità culturali. Approfondire il pensiero di autori come Pierre Bourdieu o Clifford Geertz potrebbe offrire strumenti concettuali utili per analizzare criticamente queste dicotomie e superare visioni eccessivamente semplificate delle differenze culturali.2. Città Morte e Secoli Stranieri
Vienne: la città romana e la percezione di una grandezza passata
A Vienne, un museo mostra l’immagine di una città romana. Questa immagine fa pensare a una grandezza umana, che contrasta fortemente con la mancanza di umanità che si percepisce nelle grandi città moderne. La città romana sembrava svilupparsi in armonia con la natura, e i suoi monumenti testimoniano una grandezza legata alla terra.L’atmosfera di Vienne: una città intrappolata nel passato
Quando si arriva a Vienne, si ha l’impressione di trovarsi in una città morta, come se fosse rimasta bloccata nel passato e rifiutasse di accettare il presente. Anche le novità moderne, come la ferrovia, sembrano fuori posto in questo contesto. Gli abitanti stessi appaiono quasi come fantasmi, senza vita e distaccati da ciò che accade intorno a loro.I monumenti di Vienne: testimonianze di aspirazione al divino
I monumenti di Vienne non sono solo ricordi di un tempo passato, ma sembrano presenze vive nel presente, unite da una sensazione misteriosa e ultraterrena. Le differenze di stile tra un tempio romano e una chiesa gotica diventano meno importanti di fronte al loro comune desiderio di raggiungere qualcosa di divino, che si manifesta nel loro slancio verso l’alto. Il tempio di Augusto, conservato in modo eccezionale, sembra rappresentare l’attesa e un passato chiuso in sé stesso. Le rovine romane si mescolano con gli edifici costruiti successivamente, creando un senso di continuità nel tempo.Tournon: un viaggio nel Medioevo
A Tournon, l’esperienza è diversa. Si ha la sensazione di entrare in un’epoca lontana, il Medioevo. La città appare come un labirinto, opprimente e prigioniera della sua stessa struttura. Le strade strette e tortuose creano un senso di ansia e di isolamento dal mondo moderno.Il desiderio di modernità e il ruolo del liceo di Tournon
In questo contesto, si sente forte il desiderio di tornare alla modernità, con le sue strade ampie e le sue tecnologie avanzate. Il liceo di Tournon, fondato da un cardinale, rappresenta un legame con il presente e con il futuro. È un luogo dove i giovani possono trovare le loro radici nella storia per prepararsi ad affrontare il futuro. La consapevolezza storica dei giovani di Tournon è molto diversa dalla fragilità emotiva che spesso si nota nelle persone di oggi di fronte agli eventi contemporanei.La torre prigione di Tournon e la partenza per Avignone
La torre prigione di Tournon, che è il simbolo della città, racchiude in sé la complessità della vita urbana, mescolando funzioni e periodi storici diversi. La partenza verso Avignone indica il desiderio di scoprire cose nuove e di vivere un’esperienza diversa con la storia.Ma è davvero la “morte” della città il problema, o piuttosto lo sguardo selettivo di chi la osserva?
Il capitolo sembra indulgere in una visione eccessivamente romantica del passato, contrapponendo una presunta “grandezza umana” romana alla percepita “mancanza di umanità” moderna. Questa dicotomia appare forzata e poco argomentata. Per comprendere meglio le dinamiche tra percezione del passato e critica della modernità, sarebbe utile approfondire gli studi sulla storia urbana e la sociologia della percezione. Autori come Walter Benjamin e Siegfried Kracauer potrebbero offrire strumenti concettuali più affinati per analizzare il rapporto tra città, memoria e modernità, evitando generalizzazioni semplicistiche e giudizi affrettati.3. Il Sole e il Gesso: Paesaggi Provenzali
La Provenza mostra un netto contrasto tra i suoi paesaggi e le sue atmosfere. Avignone si presenta come una città costruita in pietra bianca, dove un sole intenso illumina ogni dettaglio e crea ombre nette. L’assenza di boschi, compensata dalla presenza di giardini privati, delinea un paesaggio aperto e ordinato, dove l’intervento umano sembra aver plasmato la natura. La città stessa, con le sue mura fortificate e il Palazzo dei Papi, appare come una fortezza elevata, simbolo di un potere spirituale che garantisce la tranquillità.Avignone: crocevia di culture e storia
Avignone è un punto d’incontro di diverse culture e storie, con origini fenicie e arricchimenti successivi da parte di Celti, Romani e Papato. Questa unione si manifesta nell’apertura mentale dei suoi abitanti e nell’architettura cittadina, che mescola elementi antichi e medievali. La città ha ospitato la corte papale, vivendo un periodo di grande sviluppo culturale e sociale, attirando artisti e nobili da tutta Europa. Ancora oggi, Avignone mantiene un’atmosfera vivace e accogliente, dove la bellezza femminile e la gioia di vivere sono aspetti caratteristici.Les Baux: paesaggio minerale e memoria medievale
Les Baux, in contrasto, offre un paesaggio fatto di minerali e dall’aspetto spoglio, dominato dal bianco intenso del gesso. L’aria limpida e il vento mistral creano un ambiente cristallino, quasi irreale, che ricorda le atmosfere magiche dei racconti medievali. I resti del castello di Les Baux, consumati dal tempo e integrati con la roccia, testimoniano la drammaticità del Medioevo, un’epoca segnata da conflitti e da una bellezza severa. In questo scenario di pietra e silenzio, la chiesa di Saint-Vincent rappresenta un’isola di serenità e umanità, un luogo di rifugio e di festa per la comunità locale.Avignone celebra la luce e la mescolanza di culture, mentre Les Baux rappresenta la potenza della natura e la malinconia della storia. Questi luoghi diversi sono entrambi fondamentali per capire la complessità e la ricchezza della Provenza, una regione dove convivono diverse epoche storiche e paesaggi contrastanti, uniti da una bellezza profonda e discreta.Ma è davvero così semplice ridurre la complessità culturale del Sud a una generica ‘anima immobile’ e a una contrapposizione semplicistica con un Nord ‘critico’?
Il capitolo sembra presentare una visione eccessivamente dicotomica tra Nord e Sud, quasi fossero due entità monolitiche e contrapposte. È lecito interrogarsi se questa semplificazione non rischi di oscurare la ricchezza e la varietà delle sfumature culturali presenti in entrambe le aree geografiche. Per comprendere meglio le dinamiche culturali regionali, sarebbe utile approfondire studi di antropologia culturale e sociologia che analizzano la formazione delle identità regionali, evitando generalizzazioni semplicistiche. Autori come Pierre Bourdieu, con i suoi studi sull’habitus e lo spazio sociale, o Norbert Elias, con le sue analisi sui processi di civilizzazione e il carattere nazionale, potrebbero offrire strumenti concettuali più raffinati per analizzare la complessità delle differenze culturali regionali, superando la facile contrapposizione tra un Sud “immobile” e un Nord “critico”.5. Soglie e Radici
Marsiglia è una città di soglia, un punto di incontro di culture diverse e un crocevia di molte esperienze. In questa città, l’avventura non è qualcosa di straordinario, ma è parte della vita di tutti i giorni. La quotidianità stessa assume spesso aspetti avventurosi e inaspettati.Marsiglia: porta del mondo
Marsiglia è come una porta aperta sul mondo, un luogo di passaggio fondamentale tra l’Oriente e l’Occidente. La storia della città si è sviluppata rapidamente, creando una sovrapposizione di epoche e culture. Questo processo ha portato a una continua trasformazione urbana, dove le tracce del passato vengono spesso cancellate per far spazio a un presente dinamico e pieno di cambiamenti.Marsiglia è anche un grande magazzino del mondo, un centro vitale per il commercio e lo scambio di merci. Questa attività frenetica crea un’atmosfera cosmopolita, intensa e a volte caotica. La vita a Marsiglia è descritta come instabile, sospesa tra la ricchezza e la povertà, tra l’ordine e il disordine. Questo contrasto si manifesta in un ambiente urbano vivace e rumoroso, dove la mescolanza di persone e culture è evidente. In questo contesto, le identità si incontrano, si mescolano e si trasformano continuamente.Provenza: un mondo di radici profonde
La Provenza rappresenta un netto contrasto con Marsiglia. È una regione legata alle sue radici, dove le tradizioni sono ancora vive e la vita scorre in modo sereno. La cultura provenzale è antica e raffinata, caratterizzata da un forte senso di comunità e da un profondo rispetto per le usanze locali. La vita in Provenza è tranquilla e improntata alla cortesia, in un paesaggio dominato dalla pietra chiara e dagli ulivi secolari.La società provenzale è descritta come prospera e sicura, dove la povertà è meno diffusa e le buone maniere sono un valore importante, tramandato di generazione in generazione. Tuttavia, questa serenità può apparire solo superficiale. A volte, infatti, nasconde una certa distanza emotiva e una minore apertura verso ciò che è esterno e diverso. La Provenza incarna un forte senso di appartenenza e un sentimento di nostalgia positiva. È un luogo in cui ci si sente facilmente a casa e da cui si porta con sé un ricordo prezioso e duraturo.È davvero così netta la contrapposizione tra Marsiglia, città di soglia e caos dinamico, e la Provenza, regione di radici profonde e quiete tradizioni?
Il capitolo presenta un contrasto forse troppo marcato tra Marsiglia e Provenza. È plausibile che la realtà sia più complessa e sfumata. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi di antropologia urbana e sociologia del territorio, che potrebbero offrire strumenti concettuali per analizzare le dinamiche identitarie e culturali in contesti urbani e regionali. Autori come Marc Augé, con i suoi studi sui “non-luoghi” e sull’antropologia dello spazio, potrebbero fornire spunti interessanti per una riflessione più articolata.Abbiamo riassunto il possibile
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