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Contenuti del libro
Informazioni
… ti catapulta nel cuore della lotta di classe ottocentesca, raccontando come la miseria operaia non accennasse a diminuire nonostante il progresso industriale. Vediamo i lavoratori affrontare il capitale e il lavoro salariato che li schiaccia, cercando vie d’uscita attraverso il movimento cooperativo e gli scioperi. Ma capiscono presto che l’emancipazione operaia richiede la conquista del potere politico. Il libro sottolinea l’importanza cruciale della solidarietà internazionale e dell’Internazionale dei Lavoratori per unire le forze contro un nemico globale, toccando luoghi e eventi chiave come la Comune di Parigi o la questione irlandese. Esplora dibattiti fondamentali su temi come la proprietà collettiva dei mezzi di produzione e il ruolo dello Stato. È un viaggio attraverso le strategie, le speranze e i conflitti di chi ha cercato di cambiare il mondo, mostrando come l’organizzazione e l’azione politica siano vitali per superare lo sfruttamento.Riassunto Breve
Nonostante lo sviluppo dell’industria e l’aumento del commercio, la condizione dei lavoratori rimane di miseria profonda. Molti operai non hanno cibo sufficiente, mentre la ricchezza si accumula nelle mani dei proprietari. Questo progresso economico avviene a scapito della salute e dello sviluppo dei lavoratori. Né il progresso tecnico né il libero scambio risolvono la miseria, anzi, aumentano il divario sociale. Due conquiste importanti sono la legge sulle dieci ore, che segna una vittoria del lavoro sul mercato, e il movimento cooperativo, che mostra la possibilità di produzione senza padroni. Tuttavia, il lavoro cooperativo su piccola scala non basta per l’emancipazione di tutti; serve un’azione su scala nazionale supportata da mezzi nazionali. I proprietari usano il potere politico per mantenere il loro dominio economico, quindi la conquista del potere politico è il compito principale della classe operaia. L’unità e la conoscenza sono fondamentali, e l’unità internazionale è necessaria per contrastare i capitalisti che usano lavoratori stranieri per indebolire gli scioperi. È importante opporsi alle politiche governative che sfruttano i pregiudizi nazionali per fare guerre, perché anche questo fa parte della lotta per l’emancipazione. Tra le richieste ci sono la giornata lavorativa di otto ore, la regolamentazione del lavoro di giovani e bambini legata all’educazione, il sostegno alle cooperative di produzione, l’abolizione delle imposte indirette e l’armamento universale del popolo. Risorse chiave come miniere, ferrovie e terra coltivabile dovrebbero essere proprietà comune gestita da associazioni di lavoratori sotto controllo sociale. Gli scioperi sono uno strumento necessario nella lotta quotidiana. L’emancipazione richiede l’accordo internazionale degli sforzi operai. È necessaria una ricerca statistica sulle condizioni operaie fatta dai lavoratori stessi. Le macchine, sebbene potenzialmente utili, sono usate dai capitalisti per profitto, aumentando le ore di lavoro e causando disoccupazione e miseria, riducendo l’operaio a un accessorio. Solo l’associazione operaia può garantire una giusta ripartizione del lavoro e del profitto, eliminando il lavoro salariato. Il lavoro è un diritto per tutti, uomini e donne, fonte di dignità . Le donne devono avere pari diritti e retribuzioni. La lotta quotidiana per salari più alti è necessaria, ma l’obiettivo finale è l’abolizione del sistema salariale. Le società di resistenza (sindacati) sono essenziali per coordinare gli scioperi e impedire l’uso di crumiri, ma devono essere federate a livello internazionale. Queste organizzazioni preparano anche il futuro, mirando a sostituire il lavoro salariato con la cooperazione di produzione. Un sistema di educazione obbligatoria e laica è cruciale. La lotta tra lavoro e capitale è globale, richiedendo organizzazione internazionale e solidarietà . Si propone una cassa di resistenza internazionale per sostenere gli scioperi. Il movimento cooperativo, pur importante, rischia di creare nuove divisioni se basato sul profitto invece che sulla mutualità e reciprocità . La proprietà privata dei mezzi di produzione è la causa dello sfruttamento; l’obiettivo è abolirla, rendendo terra e capitale proprietà collettiva. Il diritto di eredità è una conseguenza della proprietà privata, non la sua causa principale. La logica porta verso la proprietà collettiva della terra, gestita da associazioni o dalla società . L’antagonismo di classe porta alla formazione di organizzazioni operaie che sono un “Stato economico” nel vecchio Stato, preparandosi a riorganizzare la società . I lavoratori hanno la capacità di amministrare. La proprietà individuale del prodotto del lavoro deve essere garantita. La proprietà indivisibile (ferrovie, servizi) va sotto controllo collettivo. Alcuni socialisti vogliono distruggere lo Stato, visto come strumento di dominio. Altri vedono lo Stato come una macchina amministrativa necessaria che i lavoratori devono conquistare e trasformare. La Comune di Parigi è un modello di governo operaio: popolo armato, funzionari eletti e revocabili, istruzione laica e gratuita, autogoverno dei produttori. La Comune è la forma politica per l’emancipazione economica. La guerra ha radici economiche nello sfruttamento e nello squilibrio sociale; la pace duratura richiede un nuovo ordine sociale. L’emancipazione operaia è compito dei lavoratori stessi, mirando all’abolizione delle classi. L’emancipazione economica è il fine, l’azione politica lo strumento. L’Associazione Internazionale dei Lavoratori serve a unire gli sforzi globali. Il proletariato deve costituirsi come partito politico distinto. La stampa operaia è necessaria. Le libertà politiche sono strumenti di lotta. L’azione politica è indispensabile per l’abolizione delle classi. Il suffragio universale è uno strumento utile. Il movimento settario è un ostacolo quando il movimento cresce. L’Internazionale è l’organizzazione militante basata sulla solidarietà . L’obiettivo è l’abolizione delle classi, non l’eguaglianza tra esse. L’anarchia è il risultato dell’abolizione delle classi. Ci sono diverse strategie per l’emancipazione: organizzazione centrale forte vs. organizzazione economica spontanea e rifiuto del potere politico. Nonostante lo scioglimento del Consiglio Generale dell’AIL, i principi dell’Internazionale persistono tra i lavoratori progressisti, in attesa di circostanze migliori per un’azione comune.Riassunto Lungo
1. Miseria Operaia e la Lotta per il Potere
Nonostante lo sviluppo dell’industria e l’aumento degli scambi commerciali tra il 1848 e il 1864, la povertà dei lavoratori non diminuì. I rapporti ufficiali mostravano che molti operai non avevano cibo sufficiente nemmeno per non morire di fame, mentre la ricchezza si concentrava nelle mani dei proprietari. Questa crescita della ricchezza per le classi possidenti avveniva a scapito del peggioramento fisico, morale e intellettuale delle classi lavoratrici.I Limiti del Progresso e delle Iniziative Operaie
L’esperienza dimostrò che né il progresso tecnico, né il libero scambio, né le nuove colonie potevano eliminare la miseria operaia. Al contrario, ogni nuovo sviluppo nella produzione allargava il divario sociale. Due passi avanti importanti per i lavoratori furono la legge sulle dieci ore e il movimento cooperativo. La legge sulle dieci ore rappresentò una vittoria di principio dell’economia dei lavoratori sulla logica del mercato borghese. Il movimento cooperativo dimostrò che la produzione su larga scala è possibile senza padroni e che il lavoro salariato è solo una fase temporanea. Tuttavia, il lavoro cooperativo da solo, se rimane su piccola scala, non basta a liberare le masse.La Necessità del Potere Politico
La vera libertà richiede che il lavoro cooperativo si sviluppi a livello nazionale e sia sostenuto con mezzi nazionali. I proprietari terrieri e i capitalisti usano il loro potere politico per mantenere i loro monopoli economici e impedire la liberazione del lavoro. Per questo motivo, conquistare il potere politico diventa il compito principale della classe operaia.L’Importanza dell’Unità e della Consapevolezza
Il numero elevato di lavoratori è un fattore di successo, ma solo se sono uniti e guidati dalla conoscenza. L’unità tra i lavoratori di diversi paesi è fondamentale. L’Associazione Internazionale dei Lavoratori nacque proprio per unire questi sforzi. I lavoratori devono anche capire la politica internazionale e opporsi alle azioni dei governi che sfruttano i pregiudizi tra le nazioni per fare guerre di rapina. La lotta contro queste politiche fa parte della lotta per l’emancipazione.Obiettivi e Strumenti della Lotta
Tra le richieste fondamentali ci sono la limitazione legale della giornata lavorativa a otto ore e la regolamentazione del lavoro di giovani e bambini, collegandolo all’educazione. È essenziale sostenere il movimento cooperativo di produzione. I sindacati sono centri organizzativi indispensabili per ottenere la completa liberazione. Si propone di eliminare le tasse indirette a favore di quelle dirette e di armare tutta la popolazione invece di avere eserciti permanenti. Si ritiene che miniere, ferrovie, terre coltivabili, canali, strade, telegrafi e foreste debbano diventare proprietà comune della società , gestite da associazioni di lavoratori sotto il controllo dello Stato. Gli scioperi sono uno strumento necessario nella lotta di ogni giorno, e i lavoratori dovrebbero fermare il lavoro in caso di dichiarazione di guerra.Ma la proprietà statale, anche se gestita da associazioni operaie, non rischia forse di creare un nuovo, potentissimo padrone?
Il capitolo propone la proprietà comune dei mezzi di produzione gestita da associazioni operaie sotto il controllo dello Stato come soluzione alla miseria. Tuttavia, non affronta a fondo le potenziali problematiche legate al potere statale stesso. Chi controlla lo Stato? Come si evita che questa nuova entità diventi un centro di potere e burocrazia che soffochi l’autonomia delle associazioni operaie o crei nuove forme di oppressione? Per esplorare queste criticità , può essere utile approfondire le teorie politiche sul potere dello Stato e le analisi storiche dei sistemi economici a controllo statale. Autori come Bakunin o Weber offrono spunti di riflessione fondamentali su questi temi.2. L’Unione Operaia Contro il Capitale e la Macchina
L’emancipazione della classe operaia richiede un accordo internazionale tra i lavoratori. L’Associazione internazionale unisce gli operai di diversi paesi con uno scopo preciso: contrastare i capitalisti che sfruttano la manodopera straniera per indebolire gli scioperi locali. Questa unione crea un forte legame di fraternità tra gli operai, trasformandoli in un’unica, potente forza capace di affrontare le sfide del sistema attuale.Conoscere per Agire: L’Importanza della Ricerca
Per poter agire in modo efficace, è fondamentale avere una conoscenza approfondita delle condizioni di vita e di lavoro degli operai. Questa conoscenza si ottiene tramite una ricerca statistica dettagliata, che deve essere condotta dagli operai stessi. Questo processo non solo fornisce i dati necessari per intervenire sulla realtà , ma dimostra anche la capacità dei lavoratori di prendere in mano il proprio destino e di gestire le informazioni che li riguardano direttamente.Cosa Indagare: I Dati Fondamentali
La ricerca statistica deve raccogliere informazioni precise su diversi aspetti della vita operaia. Questi dati sono essenziali per avere un quadro completo e per pianificare le azioni future:- Settore Industriale: In quale tipo di industria lavorano gli operai.
- Caratteristiche dei Lavoratori: Età e sesso degli occupati.
- Numero di Occupati: Quanti lavoratori sono impiegati.
- Salari e Ore: Livello dei salari e numero di ore lavorative.
- Condizioni di Lavoro: Stato delle fabbriche e natura specifica del lavoro svolto.
- Impatto sulla Persona: Effetti del lavoro sulla salute fisica e sulla morale.
- Caratteristiche dell’Industria: Dettagli specifici del settore industriale considerato.
- Condizioni di Vita: Come vivono gli operai fuori dal luogo di lavoro.
Macchine: Opportunità o Sfruttamento?
Le macchine rappresentano strumenti potenti che potrebbero migliorare notevolmente la condizione dei lavoratori. Tuttavia, i capitalisti le utilizzano esclusivamente per aumentare i propri profitti, causando danni significativi agli operai. L’introduzione delle macchine spesso riduce la necessità di manodopera; per evitare che ciò causi disoccupazione, è indispensabile diminuire le ore di lavoro complessive, in modo da distribuire l’impiego tra più persone. L’uso capitalistico delle macchine porta anche a una divisione del lavoro estrema.Questa divisione annulla la possibilità per l’operaio di sentirsi realizzato o libero nel proprio lavoro, riducendolo a un semplice accessorio della macchina. Il capitalista si preoccupa della macchina, ma non dell’uomo che la opera. Questo sistema, basato sullo sfruttamento delle macchine per il profitto, genera inevitabilmente miseria per la grande maggioranza e accumula ricchezza nelle mani di pochi.La Via d’Uscita: L’Associazione Operaia
Solo l’associazione tra i lavoratori può porre rimedio a questa situazione. Unendosi, gli operai possono garantire una ripartizione equa sia del lavoro disponibile che dei profitti generati. L’obiettivo finale è eliminare il sistema del salariato, trasformando tutti i lavoratori in persone direttamente cointeressate al risultato del proprio impegno. In questo nuovo sistema, il lavoro, inteso come attività umana e sociale, deve sostituire il capitale come principio organizzatore dell’economia. Lo sciopero, in questo contesto, diventa uno degli strumenti a disposizione per raggiungere questi obiettivi.Il Diritto al Lavoro per le Donne
Il lavoro è un diritto fondamentale per ogni individuo, uomo o donna che sia. È fonte di indipendenza economica e di dignità personale. Le obiezioni che vengono sollevate contro l’impiego delle donne nell’industria non sono valide. Alcuni sostengono che la presenza femminile abbassi i salari degli uomini, causi immoralità , sia impedita dalla debolezza fisica o dalla maternità . Tuttavia, queste argomentazioni non giustificano l’esclusione delle donne dal mondo del lavoro.La diminuzione dei salari non è colpa delle lavoratrici, ma dipende dall’organizzazione attuale del sistema economico; le donne devono essere pienamente incluse nella futura organizzazione del lavoro. L’immoralità , dove presente, deriva da cause esterne al luogo di lavoro e non dall’attività lavorativa in sé. Anzi, la naturale destrezza femminile e l’uso crescente delle macchine rendono molti mestieri perfettamente adatti alle donne. La maternità , pur essendo un momento importante, non impedisce a una donna di lavorare per tutta la vita; si possono e si devono creare strutture e servizi, come istituzioni per la gestione dei compiti domestici, la cura dei figli e casse di sostegno, che permettano alle madri di conciliare lavoro e famiglia. Le donne non devono essere costrette alla dipendenza economica.L’Unione per l’Emancipazione Totale
Per raggiungere l’obiettivo dell’emancipazione del lavoro, l’Associazione internazionale dei lavoratori ha il compito cruciale di creare e unire le associazioni femminili e maschili. Solo lottando insieme, uomini e donne, si potrà ottenere una vera indipendenza e dignità per tutti i lavoratori.Ma la “via d’uscita” proposta, basata sull’associazione operaia, non rischia di sottovalutare la complessità del sistema che intende superare?
Il capitolo identifica con lucidità le storture del sistema capitalistico, dallo sfruttamento internazionale all’alienazione causata dalle macchine. Tuttavia, presenta l’associazione operaia e l’abolizione del salariato come la soluzione quasi automatica. Manca un’analisi approfondita dei passaggi pratici per realizzare questa transizione radicale e delle potenziali resistenze o fallimenti storici di tali tentativi. Per comprendere meglio le sfide e le alternative a un sistema basato sul capitale, sarebbe utile esplorare la storia del pensiero economico e politico, leggendo autori come Marx, Keynes, Polanyi, o Weber, che offrono prospettive diverse sulla natura del capitalismo, del lavoro e delle possibili trasformazioni sociali.3. La Macchina e la Condizione Operaia
Contrariamente alle aspettative, l’arrivo delle macchine non ha diminuito le ore dedicate al lavoro, ma le ha fatte aumentare, portando a giornate lavorative anche di 16 o 18 ore. Per contrastare questo eccesso, le leggi sul lavoro, sviluppate nel corso di un secolo, hanno dovuto imporre dei limiti. Ad esempio, nel 1833 fu stabilito un massimo di 12 ore al giorno per i bambini, e in certe fabbriche le donne e i giovani non potevano superare le 10 ore e mezza. Anche quando gli orari si accorciano, il ritmo di lavoro diventa più veloce, chiedendo ai lavoratori di produrre di più nello stesso tempo o in meno tempo. Per questo motivo, una giornata lavorativa di 8 ore è considerata una necessità .Cambiamento nelle relazioni di lavoro
Le macchine cambiano profondamente il rapporto tra chi lavora e chi possiede i mezzi di produzione. I lavoratori non possiedono più gli attrezzi del mestiere e non hanno più la stessa possibilità di opporsi o resistere, perché la loro sopravvivenza dipende ora dal capitale. Chi possiede le macchine, il capitalista, ottiene un potere immenso. Diventa una sorta di legge dentro la fabbrica, potendo imporre punizioni a suo piacimento, senza i limiti o i doveri che in passato legavano i signori feudali ai loro sottoposti. Questo nuovo potere è assoluto e non regolato da tradizioni o leggi esterne.Lavoratori in eccesso e salari più bassi
L’introduzione delle macchine porta via il lavoro a molte persone, in particolare agli artigiani e a chi lavorava la terra. Questo crea un gran numero di disoccupati. Queste persone senza lavoro si spostano verso le città , dove cercano un’occupazione. La presenza di così tanti lavoratori in cerca di impiego aumenta la competizione tra loro e spinge i salari verso il basso. Chi offre lavoro può pagare di meno, perché c’è sempre qualcuno disposto ad accettare pur di lavorare. Questa situazione di abbondanza di manodopera rende i lavoratori più deboli nella trattativa per la paga.Prezzi bassi, salari e competizione
Si dice che i lavoratori traggano vantaggio dal fatto che le macchine rendono i prodotti meno costosi. Ma questa idea non è corretta. La verità è che i prezzi scendono principalmente perché scendono i salari di chi produce. Coloro che ricevono paghe basse o che non hanno lavoro non possono comprare di più solo perché i prezzi sono convenienti. I guadagni extra che derivano dall’aumentare la produzione grazie alle macchine finiscono nelle tasche di chi sfrutta il lavoro altrui. La miseria diffusa e le proteste sociali che si verificano spesso dimostrano chiaramente che le condizioni di vita dei lavoratori non sono affatto migliorate. A peggiorare la situazione, la competizione si fa sempre più forte anche tra i proprietari delle macchine e delle fabbriche. Questa lotta per il mercato li spinge a cercare ogni modo per ridurre i costi, e uno dei modi principali è abbassare ancora di più i salari dei lavoratori. Questa gara al ribasso non si limita a un solo paese, ma si estende a livello mondiale, mettendo in competizione i lavoratori di nazioni diverse.Il potenziale delle macchine
Nonostante le difficoltà che si vedono oggi, le macchine hanno in sé una grande possibilità positiva. Immaginiamo che non siano di proprietà esclusiva di pochi capitalisti, ma che siano gestite direttamente dai lavoratori uniti e organizzati. In questo caso, potrebbero davvero servire a diminuire il tempo passato a lavorare, ad aumentare la ricchezza disponibile per tutti e a rendere le attività lavorative meno pesanti e faticose. Le difficoltà che si incontrano ora non sono colpa delle macchine in sé, ma dipendono dalla struttura della società , che è basata sullo sfruttamento. La via d’uscita da questa situazione sta nel liberare i lavoratori e porre fine allo sfruttamento. Solo così le macchine potranno trasformarsi da strumenti di oppressione in mezzi per migliorare la vita di tutta la comunità .Ma è davvero plausibile un’emancipazione che, rifiutando ogni forma di potere politico, pensi di confrontarsi con un “nemico ben organizzato” solo con la spontaneità ?
Il capitolo presenta due strade, ma la seconda, nel suo radicale rifiuto di ogni organizzazione politica, solleva interrogativi cruciali sulla sua praticabilità . Come può un movimento, per quanto animato da solidarietà , affrontare e smantellare strutture di potere consolidate e complesse senza sviluppare alcuna forma di coordinamento o autorità interna, anche temporanea o distribuita? La storia stessa dei movimenti sociali e rivoluzionari suggerisce che la questione del potere e della sua organizzazione è ineliminabile. Per approfondire queste tensioni, sarebbe utile studiare la filosofia politica, la sociologia dei movimenti e la storia delle diverse correnti del movimento operaio, confrontando le visioni di autori come Bakunin o Proudhon con quelle di Marx o Lenin.22. Il Principio Continua Oltre l’Organizzazione
Alla conferenza tenuta a Filadelfia, i delegati prendono la decisione di sciogliere il Consiglio generale dell’Associazione internazionale dei lavoratori. Questo atto segna la fine del legame organizzativo formale dell’associazione con l’esterno. La borghesia interpreta immediatamente questa mossa come la conclusione definitiva dell’Internazionale e un fallimento per il movimento operaio a livello mondiale. La scelta di abbandonare questa struttura organizzativa è dettata principalmente dalla complessa situazione politica che si vive in Europa in quel periodo. Questo evento rappresenta un punto di svolta importante nella storia dell’associazione.I Principi Restano Vivi
Nonostante la mancanza di un’organizzazione formale centralizzata, i principi fondamentali su cui si basa l’Internazionale non vengono meno. Questi ideali continuano a essere riconosciuti e difesi con forza dai lavoratori progressisti in ogni parte del mondo civile. I compagni in Europa, in particolare, si trovano in una fase che richiede tempo per riorganizzarsi e affrontare le specifiche questioni interne ai loro paesi. Il loro impegno è volto a superare le divisioni che ancora esistono e li separano. Per questo motivo, i membri vengono incoraggiati a trovare nuovi modi efficaci per ampliare il sostegno e coinvolgere attivamente nuovi militanti. Devono proseguire il compito dell’associazione anche senza la struttura organizzativa precedente.L’Impegno Continua e la Speranza Futura
Allo stesso tempo, i compagni presenti in America si impegnano a salvaguardare e consolidare quanto è stato ottenuto nel loro paese. C’è una forte attesa che in futuro, quando le circostanze diventeranno più favorevoli, i lavoratori di tutte le nazioni possano finalmente unirsi di nuovo per agire insieme in modo coordinato. Si confida che l’appello fondamentale all’unione di tutti i proletari risuonerà ancora una volta, ma con una forza e una risonanza ancora maggiori. Questo momento storico, documentato dal rapporto del 15 luglio 1876, segna la conclusione specifica dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori nella sua forma organizzativa centralizzata.Ma come possono dei principi “rimanere vivi” e “continuare il compito dell’associazione” senza l’organizzazione che li incarnava?
Il capitolo afferma che i principi dell’Internazionale “restano vivi” nonostante lo scioglimento dell’organizzazione formale. Tuttavia, il riassunto non chiarisce come questi principi continuino effettivamente a guidare l’azione dei lavoratori e a “continuare il compito dell’associazione” in assenza di una struttura centralizzata. Questa lacuna argomentativa lascia aperta la questione della reale efficacia e coesione del movimento in questa nuova fase. Per comprendere meglio questa transizione e la sopravvivenza (o meno) dei principi, sarebbe utile approfondire la storia del movimento operaio post-1876, studiando le dinamiche dei partiti nazionali e dei sindacati che emersero. Discipline come la storia sociale e la teoria delle organizzazioni sociali possono fornire strumenti analitici. Autori che hanno studiato la storia della Prima Internazionale e le successive fasi del movimento operaio, come ad esempio Hobsbawm o Cole, potrebbero offrire prospettive utili.Abbiamo riassunto il possibile
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