Contenuti del libro
Informazioni
ti porta in un viaggio incredibile attraverso millenni di storia nel Vicino Oriente antico. Non è solo la solita “culla della civiltà”, ma un mondo super complesso e interconnesso, che va dalla rivoluzione neolitica, quando l’uomo ha iniziato a coltivare e vivere nei primi villaggi agricoli, fino alla nascita delle città e dei primi stati in Mesopotamia, con centri pazzeschi come Uruk. Vedrai come sono nati e caduti imperi potentissimi, tipo quello assiro, che ha cambiato tutto con la sua organizzazione militare e burocratica, o l’impero babilonese, famoso per le sue leggi come il codice di Hammurabi e l’astronomia. Ma non ci sono solo i grandi imperi di Mesopotamia ed Egitto antico; scoprirai anche popoli meno conosciuti ma fondamentali, come i Fenici, maestri del commercio marittimo, o gli Israeliti, e l’importanza delle popolazioni nomadi come gli Aramei e gli Amorrei, che non erano solo “selvaggi” ma parte attiva di questo sistema. Il libro esplora come sono nate cose che usiamo ancora oggi, dalla scrittura cuneiforme alle prime forme di arte monumentale, dalla metallurgia alla medicina antica e persino la musica. È una storia di scambi continui, conflitti, innovazioni tecnologiche e culturali che hanno plasmato il Vicino Oriente antico e lasciato un’eredità enorme.Riassunto Breve
Il Vicino Oriente antico è una regione complessa e diversificata, non solo la “culla della civiltà”, dove la geografia varia influenza profondamente società e politiche. Qui popolazioni nomadi e sedentarie interagiscono continuamente, con i nomadi che si integrano nelle economie urbane e talvolta creano instabilità. La storia della regione segue cicli di sviluppo e crisi, con città autonome ed imperi che nascono e cadono. La rivoluzione neolitica trasforma la vita con l’agricoltura e la sedentarizzazione, iniziando con culture come il Natufiano e sviluppandosi nel Neolitico Preceramico e Ceramico, portando a villaggi stabili e prime forme di organizzazione sociale e rituale. In Mesopotamia, la cultura Ubaid sviluppa l’irrigazione e gerarchie, preparando il terreno per la nascita delle città e dello stato nel IV millennio a.C., con Uruk come centro principale, caratterizzato da architetture monumentali e sistemi amministrativi con l’uso di sigilli e prime scritture. Nel III millennio a.C. emergono città-stato in competizione e i primi imperi come quello di Akkad e poi di Ur III, che introducono burocrazie centralizzate e sistemi fiscali. Parallelamente, in Egitto si forma uno stato territoriale unificato con il faraone al centro, manifestato in opere monumentali come le piramidi e nello sviluppo della scrittura geroglifica. Il periodo paleobabilonese in Mesopotamia vede l’ascesa di regni come quello di Hammurabi, documentando l’integrazione dei nomadi Amorrei e l’evoluzione economica. L’Età del Bronzo Tardo è caratterizzata da un sistema di grandi potenze (Egitto, Ittiti, Babilonia, Assiria, Mittani) con intense relazioni diplomatiche e commerciali, testimoniate dalle lettere di Amarna. Questo sistema entra in crisi alla fine del II millennio a.C., con migrazioni (Popoli del Mare) e l’emergere di nuovi gruppi (Aramei, Israeliti). Il I millennio a.C. è dominato da grandi imperi come quello Neo-Assiro, noto per la sua macchina militare, l’amministrazione centralizzata, le deportazioni e l’arte palatina che celebra il potere regale. Seguono l’Impero Neobabilonese, che eredita strutture assire e vede una crescita economica, e l’Impero Persiano Achemenide, che unisce tradizioni mesopotamiche ed elamite con influenze esterne, creando un vasto impero multiculturale. In tutta questa storia, la scrittura (cuneiforme, geroglifica, alfabetica) è fondamentale per amministrazione, letteratura e scienza. L’arte e l’architettura riflettono potere e credenze, con esempi come ziggurat, piramidi, palazzi e rilievi. La scienza, in particolare l’astronomia babilonese, raggiunge livelli avanzati, e le pratiche mediche combinano osservazione e magia. La musica è parte integrante della vita sociale e religiosa.Riassunto Lungo
1. Vicino Oriente: Oltre la Culla della Civiltà
La diversità geografica del Vicino Oriente antico
Il Vicino Oriente antico non è più considerato solo la “culla della civiltà”. Questa definizione è troppo limitata e ha sostenuto narrazioni occidentali e nazionalistiche. Oggi si preferisce vedere la sua storia come un periodo storico complesso e collegato ad altre storie del mondo antico. Una caratteristica importante del Vicino Oriente è la sua grande varietà geografica, con valli fluviali fertili, steppe e deserti. Questa diversità ha avuto un forte impatto sulle società, le economie e i sistemi politici delle diverse zone.Il rapporto tra nomadi e sedentari
Un aspetto fondamentale è il rapporto tra popolazioni nomadi e sedentarie. Il nomadismo non è una fase primitiva dello sviluppo, ma una componente dinamica e costante, sempre in contatto con le città e gli stati. I gruppi nomadi si integrano nella società e nell’economia, a volte creando problemi durante le crisi, ma anche svolgendo un ruolo importante nel commercio e nello scambio di idee.Cicli di sviluppo e crisi e l’emergere dell’impero assiro
La storia di questa regione è fatta di periodi di crescita e di crisi che si ripetono, spesso legati all’ambiente e alla gestione delle risorse. Le città riescono a mantenere la propria autonomia anche quando cambiano i governi, mentre gli imperi nascono e poi scompaiono. L’impero assiro rappresenta un cambiamento importante nell’organizzazione politica. Era molto esteso, potente militarmente e con un progetto politico molto ambizioso.La rivoluzione neolitica e l’avvento dell’agricoltura
Un cambiamento cruciale è la rivoluzione neolitica, con l’introduzione dell’agricoltura e lo sviluppo di insediamenti stabili. Ci sono diverse teorie che cercano di spiegare questo passaggio, da motivi ambientali a cambiamenti demografici, fino a nuove idee nel modo di pensare delle persone. L’agricoltura, anche se all’inizio non ha migliorato subito le condizioni di vita, è diventata una strada senza ritorno.L’eredità culturale della Mesopotamia
La cultura mesopotamica, anche se la scrittura cuneiforme e le istituzioni templari tradizionali sono scomparse, ha continuato a influenzare le civiltà successive. Ha lasciato un’importante eredità di conoscenze e tradizioni che sono arrivate fino a noi.Ma se la “culla della civiltà” è una narrazione occidentale e nazionalistica, non rischiamo di sostituirla con un’altra narrazione altrettanto generica e potenzialmente problematica, come quella di un “Vicino Oriente” monolitico e sempre rilevante per la storia globale?
Questo capitolo sembra criticare giustamente una visione eurocentrica del passato, ma non chiarisce se il superamento di questa visione avvenga attraverso una maggiore specificità e contestualizzazione delle diverse storie regionali, o attraverso la sostituzione di una narrazione generale con un’altra. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi di storia globale e comparata, prestando particolare attenzione alle opere di autori come Sanjay Subrahmanyam, che analizzano criticamente le categorie storiografiche generali e propongono approcci più sfumati e policentrici.2. L’Alba dell’Agricoltura e la Rivoluzione Neolitica
Le Origini Natufiane della Neolitizzazione
Il processo che porta al Neolitico nasce dalla cultura natufiana, sviluppatasi tra il 12000 e il 9600 a.C. in un’area che comprende il Levante, il Sinai e la regione dell’Eufrate. La cultura natufiana mostra i primi segni di uno stile di vita sedentario. Lo dimostrano villaggi come quello di ’Ain Mallaha, dove si trovavano case stabili. L’economia natufiana era varia e comprendeva diverse attività come la caccia e la raccolta di risorse differenti, tra cui la gazzella e il frumento selvatico. Nonostante la vita stanziale e le prime forme di espressione simbolica, la società natufiana rappresenta una fase precedente alla piena affermazione dell’agricoltura neolitica.Il Neolitico Preceramico A (PPNA): I Primi Villaggi Agricoli
Tra il 9600 e l’8500 a.C., durante il Neolitico Preceramico A (PPNA), nascono i primi veri villaggi agricoli. Questo avviene in una vasta area che include il Levante, i Monti Zagros e l’Anatolia. Questo periodo è favorito da un clima mite e vede l’introduzione della coltivazione dei campi e dell’allevamento degli animali. Queste nuove attività portano alla creazione di insediamenti più stabili e allo sviluppo di nuove forme di organizzazione sociale e religiosa. Siti come Gerico sono testimonianza di architetture complesse, come la torre monumentale, e di pratiche rituali, come il culto dei crani. In questa fase, l’agricoltura è ancora agli inizi e si affianca alla caccia e alla raccolta di prodotti selvatici.Il Neolitico Preceramico B (PPNB): Consolidamento Agricolo e Innovazioni
Il Neolitico Preceramico B (PPNB), databile tra l’8500 e il 7000 a.C., è caratterizzato da un rafforzamento della produzione di cibo e da importanti innovazioni tecnologiche. Gli insediamenti diventano più grandi e le abitazioni assumono forme più standardizzate, come le case rettangolari. Si evolvono ulteriormente le pratiche legate alla sepoltura e al culto degli antenati, come la modellazione dei crani e la creazione di statue. L’economia dipende sempre di più dall’agricoltura e dall’allevamento, con la completa domesticazione di pecore, capre e bovini. A Çayönü, in Anatolia, si possono osservare architetture specializzate e le prime tracce della lavorazione del rame. Il sito di Göbekli Tepe, con le sue strutture monumentali destinate a cerimonie, indica una crescente complessità della società e della sua organizzazione.Il Neolitico Ceramico e la Diversificazione Regionale
A partire dal 7000 a.C., durante il Neolitico Ceramico, si notano cambiamenti negli insediamenti e nelle usanze culturali, con una crescente diversità tra le varie regioni. In Mesopotamia, culture come Hassuna, Samarra e Halaf sviluppano tecniche di agricoltura che sfruttano l’irrigazione, producono ceramiche decorate e mettono in atto sistemi per controllare le risorse. Questi sviluppi anticipano la formazione di società più complesse e organizzate gerarchicamente. Nell’Anatolia centrale, siti come Çatalhöyük presentano un tipo di insediamento caratterizzato da case unite tra loro, che comprendono sia spazi per la vita domestica sia luoghi dedicati al culto. Questo aspetto evidenzia un mondo simbolico molto ricco e profondamente legato alla vita di tutti i giorni. In Egitto, il Neolitico si sviluppa più tardi e in modo diverso, con culture come Fayyum A e Merimde che introducono l’agricoltura e l’allevamento. Tuttavia, in queste zone si mantengono elementi di un’economia mista e gli insediamenti sono meno stabili rispetto al Vicino Oriente. La cultura di Badari, sempre in Egitto, mostra le prime tracce di differenze sociali, che anticipano la formazione delle future dinastie faraoniche. Il Neolitico Ceramico, quindi, non rappresenta una fase uniforme, ma un periodo di cambiamenti significativi e di crescente diversificazione nelle diverse regioni del Vicino Oriente e dell’Egitto.L’agricoltura è stata davvero la “rivoluzione” o piuttosto una conseguenza di cambiamenti ambientali e sociali preesistenti?
Il capitolo descrive l’avvento dell’agricoltura come motore principale del cambiamento neolitico, ma trascura di considerare se fattori ambientali o sociali abbiano giocato un ruolo propulsivo ancora maggiore. Approfondire le dinamiche climatiche del tardo Pleistocene e le teorie sulla pressione demografica potrebbe offrire una visione più completa. Studiare autori come Jared Diamond, che analizzano le interazioni tra ambiente, tecnologia e società, potrebbe arricchire la comprensione di questo periodo cruciale.3. Le Origini della Società Gerarchica in Mesopotamia
La cultura Ubaid e le prime forme di società complessa
L’area della Mesopotamia fu abitata a partire dal settimo millennio avanti Cristo. In questo periodo si sviluppò la cultura Ubaid, che introdusse importanti novità. Tra queste, i sistemi di irrigazione, fondamentali per l’agricoltura della zona, e una società che diventava via via più complessa. Le case tipiche della cultura Ubaid avevano una forma tripartita. Successivamente, furono costruiti edifici più grandi con funzioni religiose. Questi cambiamenti mostrano come la società si stava evolvendo. La cultura Ubaid si diffuse in molte aree del Vicino Oriente, portando con sé lo sviluppo di società organizzate in modo gerarchico e sistemi amministrativi per gestire le risorse. Per controllare i beni, si diffusero l’uso di sigilli e di cretulae, piccoli oggetti usati per chiudere contenitori e porte. Questo indica che le attività economiche e amministrative erano sempre più centralizzate, cioè gestite da un’autorità centrale.Nascita delle città e dello Stato nel IV millennio a.C.
Nel quarto millennio avanti Cristo, in Mesopotamia nacquero le città e lo Stato. La città non era solo un gruppo di case e persone, ma un centro complesso con compiti specifici e una società divisa in classi sociali. Questa divisione si può notare nelle costruzioni e nella distribuzione degli oggetti ritrovati dagli archeologi. Lo Stato nacque come un sistema di governo centralizzato, con un gruppo dominante, funzionariSpecializzati e un sistema economico basato sulla redistribuzione, cioè sulla raccolta eRidistribuzione delle risorse. In questo periodo, la società diventò molto piùDifferenziata, con la costruzione di grandi edifici e la produzione in serie di ceramiche. Questi cambiamenti Riflettono nuovi modi di produrre e di controllare il lavoro da parte dei gruppiDominanti.Urbanizzazione e stratificazione sociale: l’esempio di Tell Brak e altri siti
Siti archeologici come Tell Brak dimostrano la crescita delle città e la divisione della società in classi. A Tell Brak, sono stati trovati templi molto grandi eResti di una vasta area urbana. La produzione di ceramica standardizzata, come le ciotoleCon bordo smussato (bevelled rim bowls), si diffuse molto, indicando cambiamenti nelle attivitàEconomiche e nella società. Anche in Anatolia e nell’Iraq settentrionale, siti come Arslantepe e Tepe GawraMostrano segni di specializzazione del lavoro, sistemi amministrativi sviluppati e divisioni sociali simili a quelleDella Mesopotamia meridionale. Tutti questi elementi fanno capire che in tutta la regione si stavaDiffondendo una tendenza verso società più complesse e organizzate in modo gerarchico.Ma possiamo davvero “sentire” la musica del passato attraverso i reperti archeologici, o stiamo proiettando le nostre categorie musicali su civiltà lontane?
Il capitolo presenta un affascinante viaggio attraverso la storia della musica antica, basandosi sui ritrovamenti archeologici. Tuttavia, la ricostruzione della “storia del suono” a partire da oggetti e strutture solleva interrogativi metodologici importanti. È fondamentale considerare che l’archeologia musicale, pur offrendo indizi preziosi, si basa sull’interpretazione di manufatti materiali. Per rispondere a questa domanda, è utile approfondire le metodologie dell’archeologia musicale e riflettere sui limiti intrinseci dell’interpretazione del passato sonoro. Studiare autori come Ellen Hickmann e Robert Fink potrebbe fornire strumenti critici per valutare la validità delle ricostruzioni musicali basate su evidenze archeologiche.32. L’Eco Sonora dell’Antica Etruria
La musica aveva un ruolo molto importante nella civiltà etrusca. Lo sappiamo grazie a quello che hanno scritto autori greci e latini, a quello che vediamo nelle immagini che ci hanno lasciato e ai resti archeologici. Tutti questi elementi ci dicono che la musica era centrale per gli Etruschi. Utilizzavano molti strumenti musicali, come altri popoli del Mediterraneo in quel periodo. Questi strumenti venivano usati in cerimonie religiose, nell’esercito, per divertimento e nella vita di tutti i giorni.Gli strumenti a fiato: protagonisti della musica etrusca
Gli strumenti a fiato, specialmente quelli chiamati aerofoni, erano molto diffusi. L’aulos doppio, un antenato dell’oboe, era lo strumento più comune. Lo usavano in molte occasioni: durante i banchetti, nei riti funebri e anche mentre si svolgevano attività normali come fare il pane o andare a caccia. Le trombe, che alcune fonti dicono siano state inventate dagli Etruschi, avevano un’importanza particolare nelle cerimonie e nell’esercito. La tromba etrusca di bronzo, chiamata “tirrenica”, aveva diverse forme, come il lituus e il cornu. Questi tipi di tromba erano legati a riti per fondare nuove città e a sacrifici religiosi.Corde, percussioni e danza: altri aspetti del mondo musicale etrusco
Oltre agli strumenti a fiato, c’erano anche strumenti a corda come la lira e la kithara. Spesso vediamo raffigurazioni di questi strumenti insieme all’aulos nelle tombe dipinte e sui vasi. Sonagli, campanelle, piattini e nacchere completavano la varietà degli strumenti a percussione. Meno informazioni abbiamo sugli strumenti a membrana, come il tympanum, ma alcune scene che rappresentano il dio Dioniso fanno pensare che esistessero anche questi strumenti.La danza era strettamente legata alla musica nella cultura etrusca. Lo vediamo dalle molte immagini di persone che danzano nelle tombe e in altri oggetti ritrovati. Anche il canto probabilmente era presente, anche se ci sono meno immagini che lo testimoniano. Nei testi etruschi si trovano elementi di ritmo e di metrica, il che fa pensare che la musica fosse parte integrante della lingua e delle cerimonie religiose. Quindi, la musica etrusca era un elemento fondamentale e presente in ogni aspetto della vita degli Etruschi, dalla società alla religione, alla cultura.Possiamo davvero parlare di ‘centralità’ della musica etrusca basandoci solo su fonti indirette e archeologiche, senza rischiare di proiettare categorie moderne?
Il capitolo afferma con decisione la centralità della musica nella società etrusca, basandosi su fonti indirette e reperti archeologici. Tuttavia, è cruciale interrogarsi sulla solidità di tale affermazione. È lecito chiedersi se l’interpretazione di fonti letterarie greche e latine, spesso filtrate attraverso la lente culturale di autori esterni, e la lettura di reperti archeologici, inevitabilmente frammentari e soggetti a interpretazione, possano realmente sostenere l’idea di una “centralità” della musica, termine che di per sé è una categoria moderna. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le metodologie dell’archeologia musicale e le sfide interpretative poste dalle fonti indirette. Inoltre, una maggiore attenzione al contesto culturale e sociale etrusco, studiando autori che si sono dedicati alla civiltà etrusca nel suo complesso, potrebbe fornire una prospettiva più sfumata e meno assertiva sul ruolo della musica.Abbiamo riassunto il possibile
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