1. L’Eroe Diviso
Il “Lamento di Portnoy” è un caso letterario, un libro che non si limita a vendere milioni di copie, ma diventa l’emblema di un malessere diffuso. Alex Portnoy, il protagonista, è sdraiato sul lettino di uno psicanalista. Parla senza freni della sua vita, di un’educazione ebraica che lo ha schiacciato, di una madre che lo controllava e di un padre incapace di reagire. Portnoy è cresciuto in una famiglia che lo soffocava. Fin da piccolo ha avuto paura di tutto, si è sentito in colpa e ha dovuto seguire tradizioni che non capiva. La madre era sempre presente, pronta a giudicarlo. Il padre, invece, sembrava un uomo debole e deluso. Questa situazione ha creato in Portnoy un malessere profondo, peggiorato quando ha scoperto il sesso, un impulso che non riusciva a controllare. Da adolescente, Portnoy ha lottato contro i suoi desideri. Si masturbava di continuo e aveva fantasie che considerava sbagliate. Lo faceva di nascosto, con un senso di colpa enorme. Era il suo modo disperato di ribellarsi a una famiglia e a una società che lo opprimevano. Sul lettino dell’analista, Portnoy racconta episodi assurdi e divertenti. Emerge l’immagine di una persona divisa in due: da una parte i desideri sfrenati, dall’altra le regole che gli sono state imposte e che lo fanno sentire in colpa. La nevrosi di Portnoy nasce da questo conflitto, un malessere che ha radici nel rapporto malato con la madre. Questo legame gli impedisce di vivere il sesso in modo sereno, lo fa sentire sempre in colpa e terrorizzato dall’idea di essere punito. Portnoy continua a parlare, dei suoi ricordi di bambino e delle sue paure più intime. È un uomo che combatte per trovare un equilibrio tra i suoi istinti e quello che gli altri si aspettano da lui, un uomo moderno intrappolato in un malessere che riguarda tutti noi.2. Ebreo, Ateo e Arcistufo
Un uomo ebreo rifiuta la religione e la mentalità chiusa che vede nella sua comunità . Si definisce ateo, disgustato dall’ipocrisia e dalle tradizioni opprimenti. Il rabbino è solo un impostore pomposo, interessato più all’apparenza che alla spiritualità . I genitori, con la loro mentalità “da ebrei”, sono fonte di paura e chiusura. La ribellione del figlio si esprime anche nel desiderio di uguaglianza: vuole mangiare allo stesso tavolo della domestica di colore, contro le abitudini di famiglia. Quest’uomo abbraccia un ideale di diritti umani universali, al di là di religione ed etnia. La sessualità è centrale, con fantasie erotiche su donne non ebree, le “shikses”. Queste fantasie si mescolano a un senso di colpa, frutto di un’educazione ebraica restrittiva. Le leggi kosher e le tradizioni sono viste come strumenti di repressione, che hanno creato una personalità tormentata. L’infanzia riaffiora con una madre iperprotettiva e un padre distante. Nonostante le critiche, si percepisce l’affetto e l’influenza dei genitori. È difficile liberarsi dai condizionamenti familiari e culturali. La lotta per l’indipendenza emotiva e sessuale è un percorso pieno di contraddizioni, verso una vita più autentica.[/membership]3. Sogni e Realtà di un Incontro
Langur è una donna segnata da un’infanzia difficile e da un matrimonio fallito con un uomo ricco e dai gusti sessuali eccentrici. Cerca aiuto in terapia per affrontare le sue relazioni complicate, il desiderio di un marito e di diventare madre. Incontra il narratore, che ai suoi occhi rappresenta una possibile via di fuga da questa situazione.Il loro primo incontro sessuale è avvolto in un’atmosfera surreale, quasi onirica. Dopo l’intimità , parlano di perversioni e Langur rivela una bugia detta in precedenza, forse per apparire più raffinata di quanto non si senta. Proietta sul narratore l’immagine dell’uomo ideale: un compagno stabile, premuroso, affidabile.Il narratore condivide alcuni episodi del suo passato. Ricorda un incidente giovanile, avvenuto mentre cercava di impressionare una ragazza, e un’esperienza imbarazzante con una prostituta di nome Bubbles, culminata in un umiliante tentativo di sesso orale e in un insulto antisemita.Questi ricordi fanno da preludio al racconto di un fine settimana romantico nel Vermont, trascorso con Langur. Durante il viaggio, inaspettatamente, emerge un sentimento di tenerezza reciproca. Questo sentimento sembra superare le abituali dinamiche di desiderio e disprezzo che caratterizzano le relazioni del narratore. I due condividono momenti intimi, come quando lui le recita una poesia, che Langur accoglie con un’apertura intellettuale inattesa.Tornati a New York, però, le dinamiche cambiano. Langur propone una relazione esclusiva, ma la conversazione rivela le sue insicurezze, il bisogno di sentirsi “di proprietà ” di qualcuno. Il narratore scopre che, in passato, Langur si è prostituita.Queste rivelazioni scatenano un conflitto interiore nel narratore. Da un lato è attratto fisicamente da Langur, dall’altro nutre riserve morali e sociali. Si interroga sulla natura dei suoi desideri e sulla possibilità di una relazione autentica con una donna dal passato così complesso. Il narratore immagina il suo bar mitzvah: prima celebrato per i suoi successi e poi condannato per le sue pulsioni “basse” e per la relazione con Langur, simbolo di una sessualità percepita come volgare e indegna.4. Un Esilio Volontario
L’uomo si chiede perché la sua relazione con Langur sia così distruttiva. La desidera, ma la considera incolta e inadeguata. Ricorda le sue storie passate, come quelle con Kay Campbell e Sarah Abbott Maulsby, donne colte e rispettabili, ma che non lo rendevano felice. Il viaggio in Israele è un fallimento. Si sente fuori posto, inadeguato. Incontra una tenente dell’esercito israeliano e poi Naomi, una donna idealista che vive in un kibbutz, ma entrambe le relazioni non funzionano. Con Naomi non riesce nemmeno a fare l’amore, un segno, forse, del suo malessere più profondo. Ripensa alla sua infanzia, a quando sognava una vita semplice, diversa da quella che vive ora, fatta di relazioni che non lo appagano e di un profondo disprezzo per se stesso. Si chiede perché non riesca a essere felice, malgrado tutto quello che ha. Israele, la terra promessa per tanti ebrei, per lui è solo un altro luogo in cui si sente in esilio, incapace di trovare un posto nel mondo o di dare un senso alla sua vita. La sua incapacità di avere un rapporto sessuale completo in Israele diventa il simbolo della sua impossibilità di trovare una direzione. Un urlo liberatorio, un grido di frustrazione e disperazione, esprime la sua condizione.Abbiamo riassunto il possibile
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