1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“L’altro Marx” di Ettore Cinnella ti porta a scoprire un lato inaspettato di Karl Marx. Non il solito teorico del capitalismo occidentale, ma un pensatore che, studiando la Russia e la sua comune contadina, l’obshchina, ha messo in discussione le sue stesse idee sulla storia. All’inizio, Marx vedeva la Russia zarista solo come una forza reazionaria. Ma poi, incontrando rivoluzionari russi come Vera Zasulich e Nikolaj Daniel’son e leggendo libri sulla realtà del paese, la sua prospettiva è cambiata radicalmente. Ha iniziato a sperare che la Russia potesse trovare una via non capitalistica al socialismo, saltando gli orrori dell’industrializzazione borghese, grazie proprio alla vitalità dell’obshchina. Questo libro esplora come questa “nuova speranza russa” abbia influenzato il pensiero tardo di Marx, portandolo a rivalutare le società primitive e a vedere la rivoluzione russa, magari guidata da gruppi come Narodnaya Volya, come il nuovo motore del cambiamento in Europa. È una storia affascinante che mostra l’evoluzione del pensiero di Marx, la sua apertura a nuove idee e il suo rapporto complesso con il populismo russo, offrendo una prospettiva diversa sulla storia del marxismo e sul futuro immaginato per la Russia.Riassunto Breve
L’atteggiamento verso la Russia zarista in Europa è inizialmente ostile, vista come simbolo della Restaurazione e “gendarme d’Europa” dopo il Congresso di Vienna, una percezione rafforzata da eventi come l’assassinio di Kotzebue e la repressione polacca. Questa visione è condivisa da Marx ed Engels; Engels in particolare considera il panslavismo reazionario e alcune nazionalità slave “senza storia”, arrivando a posizioni nazionalistiche estreme. La “russofobia” è evidente in scritti come “Revelations”, che critica la storia russa con stereotipi. Un interesse per la situazione interna russa emerge con la preparazione della riforma per l’emancipazione dei servi della gleba negli anni Cinquanta, vista come potenziale inizio di storia interna e minaccia per lo zarismo. Si spera in una rivoluzione contadina, un “1793 russo”, ma questa non avviene, portando a una perdita di interesse per quasi un decennio e al ritorno alla visione della Russia come potenza barbarica, specialmente verso la Polonia. Il giudizio sull’emancipazione del 1861 è negativo, ritenuta un rafforzamento del potere zarista. L’atteggiamento cambia negli anni Settanta grazie all’apprendimento della lingua russa e ai contatti con giovani rivoluzionari. La sezione russa della Prima Internazionale, fondata a Ginevra nel 1870, chiede a Marx di rappresentarla. Questo gruppo, distanziatosi da Bakunin, vede l’*obščina* (comune contadina) come base per la trasformazione socialista, pur con elementi populistici criticati da Marx. L’incontro personale con figure come Lopatin e Tomanovskaja e l’ammirazione per Černyševskij influenzano Marx, portandolo a nutrire “una grande speranza nel movimento sociale russo”. Lo studio della Russia si approfondisce con la lettura del libro di Flerovskij sulla classe operaia e la dissoluzione dell’*obščina*, che spinge a imparare il russo per accedere alle fonti dirette. Nikolaj Daniel’son diventa un contatto cruciale, fornendo materiali e informazioni che arricchiscono la ricerca, in particolare sull’*obščina* e le trasformazioni post-1861. Questo studio porta a riconsiderare la validità universale della legge di movimento della società moderna descritta nel *Capitale*. Nella prefazione del 1867 al *Capitale*, lo sviluppo economico è presentato come universale, con l’Inghilterra come modello. Tuttavia, nell’edizione francese del 1875 e in una lettera del 1877, si nega di aver creato una teoria storico-filosofica generale e si afferma che la Russia non deve necessariamente seguire la via capitalistica, potendo evitare le sue conseguenze negative se preserva l’*obščina*. Daniel’son condivide questa speranza, mentre Engels vede la dissoluzione dell’*obščina* come inevitabile. L’analisi della riforma del 1861 mostra come abbia reso i contadini dipendenti e rafforzato lo stato. L’interesse si sposta sulla Russia come potenziale centro rivoluzionario, dato il declino delle speranze in Occidente e la crisi del regime zarista. Si stabiliscono legami con gruppi rivoluzionari russi, inclusa Narodnaya Volya, il cui terrorismo è visto come unica strategia efficace in Russia. La prefazione del 1882 alla seconda edizione russa del *Manifesto* afferma che l’*obščina* può essere un punto di partenza per lo sviluppo comunista con il supporto di una rivoluzione occidentale, e la Russia è vista come il nuovo centro propulsore. L’ammirazione per i militanti di Narodnaya Volya cresce. Vera Zasulich chiede a Marx un parere sul destino dell’*obshchina* e sulla necessità di attraversare il capitalismo. Marx risponde che la “fatalità storica” del capitalismo riguarda l’Europa occidentale e che l’*obshchina* può essere punto di partenza per la rigenerazione sociale in Russia, a condizione che sia protetta dalle influenze negative esterne e dallo sfruttamento. Questa risposta, favorevole alla comune contadina, sorprende alcuni e viene nascosta per anni, principalmente da Plekhanov, che teme alimenti illusioni populistiche. Gli abbozzi della risposta, scoperti in seguito, mostrano un rifiuto dell’idea di una via storica unica, sottolineando l'”ambiente storico” e la possibilità per la Russia di assimilare la tecnologia occidentale senza subire gli orrori capitalistici. L’*obshchina* è minacciata dallo stato e dal capitale, non da una legge storica, e per salvarla serve una Rivoluzione russa. L’analisi dell’*obshchina* come comunità primitiva vitale e di transizione modifica le classificazioni precedenti. L’ultimo Marx rivaluta le comunità primitive, vedendole come dotate di vitalità e struttura democratica, e considera la Russia con la sua *obščina* un’eccezione fortunata che potrebbe raggiungere il comunismo direttamente. La speranza nella rivoluzione proletaria occidentale diminuisce, mentre cresce l’interesse per la Russia e l’attività dei populisti. La visione finale suggerisce che la società futura possa essere una “rinascita in forma superiore” del tipo sociale arcaico.Riassunto Lungo
1. L’ombra russa sull’Europa e le speranze rivoluzionarie tradite
Dopo il Congresso di Vienna, in Europa si diffonde un forte atteggiamento di ostilità verso la Russia zarista. Lo zar Alessandro I diventa il simbolo della Restaurazione, rappresentando una forza conservatrice e reazionaria che si oppone ai movimenti liberali e nazionali. Questa percezione negativa viene rafforzata da eventi specifici che mostrano la severità del regime russo. Ad esempio, l’assassinio del filorusso Kotzebue nel 1819 da parte di uno studente tedesco e la brutale repressione della rivolta polacca nel 1830 confermano l’immagine della Russia come baluardo della reazione in Europa. Questa visione è alla base della prospettiva che svilupperanno figure come Marx ed Engels.La visione di Marx ed Engels sulla Russia
Anche Karl Marx condivide l’idea della Russia come “gendarme d’Europa”, una potenza che interviene per soffocare i moti rivoluzionari e liberali. I suoi primi contatti con esiliati russi a Parigi, spesso giudicati con scetticismo, non modificano questa visione iniziale. Friedrich Engels, in particolare, considera il panslavismo non un genuino movimento di liberazione nazionale, ma uno strumento della politica espansionistica e reazionaria dello zar. Egli arriva a posizioni nazionalistiche estreme, vedendo molte nazionalità slave minori come “senza storia” e destinate a essere sottomesse da popoli considerati più “civilizzati” come tedeschi e magiari. Questa prospettiva si inserisce in una visione storica che sembra giustificare il dominio delle nazioni più potenti.La “Russofobia” e l’analisi storica
La “russofobia”, intesa come una profonda avversione e diffidenza verso la Russia, è una componente significativa del pensiero di Marx ed Engels. Un esempio lampante di questa tendenza si trova nel testo di Marx intitolato “Revelations of the Diplomatic History of the 18th Century”. In quest’opera, Marx analizza la storia russa in modo affrettato e superficiale, ricorrendo a stereotipi negativi. Sostiene, ad esempio, che l’origine della Russia moderna sia legata a una presunta “schiavitù mongola”, un’affermazione storicamente debole. Questo testo, scritto con scarsa documentazione e un chiaro intento polemico, fu in seguito censurato in Unione Sovietica, a dimostrazione della sua natura controversa.L’interesse per la situazione interna e le speranze rivoluzionarie
Un cambiamento nell’atteggiamento di Marx verso la Russia si verifica alla fine degli anni Cinquanta dell’Ottocento. In quel periodo, si interessa alla preparazione della riforma per l’emancipazione dei servi della gleba. Marx vede questo movimento interno come l’inizio di una nuova fase nella storia russa e, potenzialmente, come una minaccia alla politica estera aggressiva dello zar. Nutre la speranza che l’opposizione della nobiltà alla riforma possa scatenare una vasta rivoluzione contadina. Arriva a paragonare la situazione russa a quella della Rivoluzione francese, prevedendo l’arrivo di un “1793 russo” caratterizzato da una grande sollevazione popolare.La mancata rivoluzione e il giudizio finale
Contrariamente alle aspettative di Marx, la prevista insurrezione contadina non si verifica. Questa mancata rivoluzione porta Marx a perdere interesse per gli affari interni russi per quasi un decennio. Torna a considerare la Russia una “potenza barbarica” che non ha subito cambiamenti sostanziali. Non segue nel dettaglio l’applicazione pratica della riforma del 1861. Ai suoi occhi, la Russia rimane una forza oppressiva, particolarmente nei confronti della Polonia. La questione polacca è di fondamentale importanza per Marx, vista come una difesa necessaria dell’Europa contro la “barbarie asiatica” rappresentata dalla Russia. Il suo giudizio finale sull’emancipazione dei servi è negativo, ritenendo che, invece di indebolire lo zar, abbia finito per rafforzarne il potere.Ma definire “russofobia” l’analisi politica di Marx ed Engels non rischia di semplificare eccessivamente, ignorando le ragioni storiche e le contraddizioni interne, come il nazionalismo di Engels?
Il capitolo introduce il concetto di “russofobia” per descrivere l’atteggiamento di Marx ed Engels, ma questa etichetta potrebbe non cogliere appieno la complessità delle loro analisi politiche e delle loro motivazioni, legate al ruolo effettivo della Russia zarista negli affari europei e alla repressione dei moti rivoluzionari. Inoltre, la menzione delle posizioni nazionalistiche di Engels solleva interrogativi sulla coerenza interna del loro pensiero rispetto ai principi internazionalisti. Per approfondire questi aspetti, è utile studiare la storia della Russia nel XIX secolo, l’evoluzione del pensiero socialista e le biografie di Marx ed Engels, consultando autori che abbiano analizzato criticamente le loro posizioni politiche e storiografiche.2. La Nuova Speranza Russa di Marx
L’atteggiamento di Marx verso la Russia cambia molto, soprattutto dopo che impara la lingua e inizia a frequentare giovani rivoluzionari russi. Grazie a questi contatti, nel marzo 1870, i responsabili della rivista «Narodnoe delo» di Ginevra creano la sezione russa della Prima Internazionale. Chiedono subito a Marx di rappresentarli, un passo importante per il movimento. Questo gruppo ha obiettivi chiari per il futuro della Russia e per la diffusione delle idee socialiste.Obiettivi e membri della sezione russa
Il gruppo punta a diffondere i principi dell’Internazionale in Russia e a smascherare le idee del panslavismo. Vogliono anche sostenere una federazione di associazioni, basandosi sugli insegnamenti di Černyševskij e prendendo le distanze da Bakunin. I membri principali, come Nikolaj Utin, Anton Trusov, Viktor Bartenev ed Ekaterina Bronevskaja, avevano già esperienza rivoluzionaria in Russia. Inizialmente avevano simpatizzato con l’Alleanza di Bakunin, ma poi hanno rotto con lui, soprattutto per via del suo legame con Sergej Nečaev.Il programma e la questione dell’Obščina
Nei loro scritti, la sezione russa mescola riferimenti alle idee di Marx con forti elementi del populismo russo. In particolare, danno grande importanza all’obščina, la comune contadina, vedendola come la base per una trasformazione socialista della società. Propongono di mobilitare operai, artigiani e contadini e promuovono l’eguaglianza tra uomini e donne, riprendendo in parte temi cari a Bakunin. Marx accoglie la sezione, vedendola come un alleato contro Bakunin, ma ha riserve sulle loro idee. Critica in particolare la visione populistica dell’obščina, perché la considera incompatibile con lo sviluppo della società borghese.Il conflitto con Bakunin e Nečaev
Un punto di rottura importante è il legame tra Bakunin e Sergej Nečaev. Quest’ultimo è l’autore del Catechismo del rivoluzionario, un testo molto radicale che proponeva metodi segreti e una violenza estrema per raggiungere gli obiettivi. Questo legame crea grande scandalo all’interno dell’Internazionale. Lo scandalo rafforza l’alleanza tra Marx e la sezione russa, che si era già distanziata da Bakunin. Anche Bakunin, nonostante fosse stato inizialmente affascinato da Nečaev, in seguito prende le distanze da lui.Incontri personali e una nuova speranza
L’incontro diretto con alcuni giovani russi nel 1870 influenza ulteriormente Marx. Tra questi ci sono German Lopatin ed Elizaveta Tomanovskaja (Dmitrieva). Lopatin lavora alla traduzione del Capitale e impressiona Marx per la sua intelligenza e dedizione. Marx ammira anche Černyševskij, una figura molto rispettata dai populisti, riconoscendolo come un economista originale. Tomanovskaja, invece, partecipa attivamente alla Comune di Parigi. Questi contatti personali cambiano il giudizio di Marx sui rivoluzionari russi. Inizia a nutrire una “grande speranza nel movimento sociale russo”, riconoscendo la dedizione e lo spirito di collaborazione che vede nella nuova generazione di studenti, molti dei quali provengono da famiglie semplici.Come conciliare la “grande speranza” di Marx per la Russia con la sua critica alla visione populista dell’obščina, che il capitolo presenta come centrale per il movimento russo?
Il capitolo mette in luce la “grande speranza” che Marx inizia a nutrire per il movimento sociale russo, in particolare grazie ai contatti con giovani rivoluzionari. Tuttavia, sottolinea anche le sue riserve sulla visione populista dell’obščina, che era un elemento centrale del programma della sezione russa dell’Internazionale. Questa apparente contraddizione solleva un interrogativo fondamentale: su cosa si basava esattamente la speranza di Marx, se criticava uno dei pilastri ideologici del movimento russo? Per approfondire questa complessa dinamica, sarebbe utile esplorare gli scritti di Marx relativi alla Russia e alla comune contadina, nonché studiare più a fondo le diverse correnti del populismo russo e i dibattiti interni all’Internazionale sull’applicabilità del modello rivoluzionario in contesti non industrializzati.3. Lo studio della Russia e un’amicizia cruciale
Ricevere il libro “La situazione della classe operaia in Russia” scritto da N. Flerovskij fu un evento importante. Questo portò alla decisione di imparare la lingua russa, un passo necessario per poter accedere direttamente alle fonti che descrivevano la realtà di quel paese. Il libro di Flerovskij fu considerato straordinario per come descriveva in dettaglio le condizioni di vita dei lavoratori russi e il processo di dissoluzione della comune rurale, chiamata obshchina. Anche se non si era d’accordo con le conclusioni teoriche dell’autore, la fatica di imparare il russo era pienamente giustificata dalla ricchezza di documenti presenti nell’opera. Il libro esponeva la verità sulla situazione economica russa e metteva in luce le contraddizioni interne dell’obshchina.Il contributo di Nikolaj Daniel’son
Il ruolo di Nikolaj Daniel’son fu fondamentale in questo percorso di studio. Non si limitò a promuovere e partecipare attivamente alla traduzione in russo del Capitale. Diventò anche una fonte continua di informazioni e materiali preziosi sulla Russia. Spediva regolarmente libri e riviste, comprese opere significative di autori come Černyševskij e Dobroljubov. Forniva inoltre notizie dettagliate sulla storia economica e sociale russa, come i rapporti ufficiali del governo sulla situazione finanziaria dei contadini. Questo scambio intellettuale a distanza, che durò per molti anni, arricchì notevolmente la ricerca.L’analisi della comune rurale e le implicazioni teoriche
Lo studio approfondito delle fonti russe, in particolare quelle relative all’obshchina e alle trasformazioni sociali avvenute dopo l’abolizione della servitù della gleba nel 1861, divenne un argomento di crescente interesse e importanza. Si accumulò così una grande quantità di materiale utile per l’analisi della proprietà fondiaria, destinata alla seconda parte del Capitale. Il caso della Russia, dove la comune di villaggio era ancora presente in un paese prevalentemente agricolo, mostrava caratteristiche molto diverse rispetto al modello di sviluppo occidentale, prevalentemente basato sulla proprietà privata. L’analisi di questa specifica situazione russa portò a riflettere attentamente sulla validità universale della legge che regola il movimento della società moderna, così come era stata esposta nel Capitale, considerando se si applicasse in modo identico a contesti così differenti.Quali erano le condizioni concrete e storicamente plausibili affinché l’obshchina, come auspicato da Marx, potesse realmente diventare il punto di partenza per una rigenerazione sociale in Russia?
Il capitolo presenta la posizione di Marx sull’obshchina come una possibilità di sviluppo non capitalista per la Russia, ma subordina questa possibilità a condizioni precise: protezione dalle influenze esterne negative e garanzia di condizioni favorevoli. Tuttavia, non viene approfondito cosa significassero concretamente queste condizioni nel contesto della Russia di fine Ottocento, né come una rivoluzione potesse effettivamente garantirle di fronte alle pressioni dello Stato e del capitalismo nascente. Per colmare questa lacuna, è utile studiare in modo più approfondito la storia economica e sociale della Russia del XIX secolo, analizzando lo stato reale dell’obshchina e le forze politiche ed economiche che ne minacciavano l’esistenza. È inoltre indispensabile leggere direttamente gli scritti di Marx sulla Russia e confrontarsi con le diverse interpretazioni del suo pensiero, incluse quelle di autori come Plekhanov, che ebbero visioni divergenti sul percorso storico russo.7. Dalla marcia borghese al sogno contadino
La borghesia ha avuto un ruolo storico di grande cambiamento. Ha trasformato continuamente i mezzi e i rapporti di produzione, spingendo la sua attività in tutto il mondo e creando un mercato globale. Ha portato nazioni considerate “barbare” alla civiltà e ha imposto il dominio della città sulla campagna, dell’Occidente sull’Oriente. Questa visione che riconosce il ruolo rivoluzionario della borghesia si trova nel Manifesto del partito comunista. Anche negli anni successivi, pur denunciando le sofferenze causate dal capitalismo, l’idea era che la crescita produttiva portata avanti dalla borghesia fosse una tappa necessaria per arrivare al comunismo.L’analisi del capitalismo e le fasi storiche
Negli anni della piena maturità del suo pensiero, l’attenzione si è concentrata sullo studio approfondito del capitalismo, visto come l’ultima fase importante nella formazione economica delle società. Le società venute prima del capitalismo interessavano principalmente per capire come si era arrivati al mondo borghese, quasi come una preistoria necessaria. La storia umana era interpretata, in questa fase, come una successione di diverse forme di organizzazione economica e sociale, chiamate ‘modi di produzione’, come quello asiatico, antico, feudale e moderno. Questa visione sembrava prevedere un percorso storico quasi obbligato per tutte le società. Tuttavia, l’idea di un cammino storico unico e determinato per tutti ha cominciato a essere messa in discussione con l’approfondimento di nuove ricerche.La scoperta della Russia e la critica al colonialismo
Un punto di svolta importante si è avuto negli anni Settanta dell’Ottocento, quando lo studio della Russia e della sua particolare comunità di villaggio, l’obščina, ha portato a una revisione delle idee precedenti. Approfondendo queste ricerche e quelle sulle società primitive in generale, si è arrivati a rivalutare queste comunità, riconoscendo in esse una forte vitalità e una struttura interna basata su principi democratici. Si è scoperto che il declino di molte comunità primitive, come quelle osservate in India, non era avvenuto solo per cause economiche interne, ma era stato fortemente influenzato dall’azione politica e spesso violenta del colonialismo europeo. Questo ha portato a riconoscere l’enorme importanza dell”ambiente storico’, cioè del contesto esterno, ammettendo che le forme economiche di una società interagiscono in modo più libero e complesso con i fattori esterni di quanto si pensasse prima.Una via diversa per la Russia
In questa nuova prospettiva, la Russia, con la sua obščina ancora vitale, rappresentava un’eccezione fortunata rispetto al percorso storico europeo. È emersa la possibilità concreta che la Russia potesse raggiungere il comunismo direttamente, evitando le sofferenze e le contraddizioni dello sviluppo capitalistico, a condizione che una rivoluzione guidata dai contadini riuscisse a salvare e valorizzare la comune rurale. Parallelamente a questa nuova speranza per la Russia, la fiducia nella possibilità di una rivoluzione proletaria imminente nei paesi industrializzati dell’Occidente è andata diminuendo. Le conversazioni e gli scritti degli ultimi anni mostrano un crescente scetticismo verso i paesi più industrializzati e, al contrario, un forte interesse e una certa approvazione per l’attività dei populisti russi, i Narodnaja volja, e persino per i loro metodi, inclusi quelli terroristici contro lo Stato zarista.La visione finale: un ritorno al futuro
La visione che si delinea negli ultimi anni del suo pensiero si basa sull’idea che la società del futuro, quella comunista, possa rappresentare una sorta di ‘rinascita in forma superiore’ del tipo sociale arcaico, cioè delle comunità primitive che erano state precedentemente considerate solo una tappa superata della storia. Questa prospettiva, influenzata dagli studi antropologici sulle società primitive e dalla crescente delusione per la mancata rivoluzione nel mondo occidentale industrializzato, segna un cambiamento fondamentale nel modo di concepire la storia, il progresso e il percorso verso la rivoluzione, aprendo a possibilità di sviluppo diverse dal modello europeo.Ma davvero si può ‘saltare’ il capitalismo e tornare alle forme arcaiche, o non è solo un’illusione romantica di fronte alle difficoltà?
Il capitolo descrive un cambiamento di prospettiva affascinante, passando da una visione quasi deterministica della storia, dove il capitalismo è una tappa necessaria, all’idea che una società come la Russia possa evitare questo passaggio grazie alla sua comunità rurale, l’obščina, e che il futuro comunista possa essere una “rinascita” delle forme sociali primitive. Questa svolta, pur offrendo una speranza per percorsi diversi da quello europeo, solleva interrogativi sulla sua logica interna: è realmente plausibile bypassare le profonde trasformazioni socio-economiche del capitalismo? E l’idea di un “ritorno” a forme arcaiche è una via concreta o una fuga romantica dalle complessità del mondo industriale? Per approfondire queste questioni e comprendere le basi di questa revisione teorica, è fondamentale studiare la storia agraria russa, le analisi delle strutture sociali pre-capitalistiche e le critiche al determinismo storico. È cruciale leggere gli scritti di Karl Marx, in particolare quelli del suo ultimo periodo e la sua corrispondenza, che riflettono su queste possibilità alternative e sul ruolo della obščina. Anche gli studi di antropologia economica e di storia comparata possono fornire un contesto essenziale.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]
