Letteratura

L’agente segreto

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1. L’Abbandono del Mare, L’Immersione nella Tenebra

Joseph Conrad, a circa trentacinque anni, lascia il mare, un amore durato vent’anni, durante i quali ha fatto di tutto, dal mozzo al capitano. Il mare, per lui, non è solo un lavoro, ma un mondo intero di sogni e avventure, lontano dalla terraferma. Conosce il mare in ogni suo aspetto, dalla calma piatta alla furia delle tempeste, e ne ricava un modo tutto suo di vedere le cose.Quando smette di navigare, si trasferisce a Londra. All’inizio, osserva la città dall’alto, e gli sembra quasi di vedere ancora il mare. Ma questa illusione dura poco. Londra si rivela presto per quello che è: un luogo cupo, freddo, dove sembra sempre notte. Una notte che spegne ogni luce e ogni speranza.In questa atmosfera, Conrad si dedica alla scrittura con la stessa passione che aveva per il mare. Si isola dal mondo, dimentica tutto il resto e si concentra solo sulle parole. Scrivere diventa per lui come scendere nel buio, un viaggio negli angoli più nascosti dell’animo umano, simile alle avventure vissute in mare e in Africa.Conrad è un uomo complesso: forte ma sensibile, a volte triste e severo con sé stesso, con una fantasia che lo rende a momenti socievole, a momenti chiuso in sé stesso. Sembra nascondere un segreto, qualcosa di oscuro e inconfessabile. Sente dentro di sé una presenza misteriosa e inquietante, come una nebbia in cui ha paura di perdersi.Nei suoi libri, crea un mondo fatto di ombre, di figure strane e di situazioni esagerate, con uno stile che ricorda grandi scrittori come Balzac, Dickens e Dostoevskij. Conrad ama avvolgere le sue storie nel mistero, aggiungendo significati e immagini suggestive, come il suono lontano e continuo di un tamburo.Dietro le apparenze, però, Conrad è uno scrittore preciso e attento, capace di mescolare i temi e le storie con grande abilità. Con il tempo, il suo stile diventa più leggero e ironico, quasi a voler prendere in giro quelle stesse tenebre che racconta. Nei suoi romanzi più famosi, a parlare sono spesso personaggi come spie o complici, che raccontano la storia in prima persona o attraverso altre voci. Questo modo di narrare, unito alla sua capacità di passare da una visione chiara e completa a una più personale e nascosta, è ciò che rende unici i libri di Conrad.

2. L’Incarico Inquietante

Il signor Verloc, dietro la facciata di un modesto negoziante, nasconde un’attività segreta. La sua vita scorre tranquilla, tra le mura domestiche, insieme alla moglie Winnie, alla suocera costretta a letto e al cognato Stevie, un giovane con difficoltà cognitive a cui Winnie si dedica con affetto materno. Il negozio, in un quartiere popolare di Londra, è un bazar di articoli ambigui, frequentato da figure di dubbia moralità. Una mattina, il signor Verloc si reca all’ambasciata. L’accoglienza è gelida, il rimprovero per la sua inattività, immediato. Il signor Vladimir, un funzionario, lo accusa senza mezzi termini di pigrizia e inefficienza, minacciando di tagliargli i fondi se non darà prova concreta del suo valore. L’ordine è perentorio: un atto clamoroso, che scuota l’opinione pubblica inglese, troppo tollerante verso gli anarchici. Il signor Vladimir indica l’obiettivo: un attentato dinamitardo contro la scienza, pilastro della borghesia. Un gesto inspiegabile e folle, che semini terrore e costringa il governo britannico a una stretta repressiva. L’Osservatorio di Greenwich, simbolo universale, è il bersaglio designato. Di ritorno a casa, il signor Verloc è l’ombra di sé stesso. Il pranzo, consumato in un silenzio carico di tensione, non inganna Winnie e la suocera, abituate alla sua calma. L’incarico inatteso pesa come un macigno, incrinando la sua esistenza fino ad allora pigra e tranquilla, proiettando ombre cupe sul futuro.

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7. La Spirale di Sangue e Nebbia

Dopo la visita dell’ispettore Heat, Verloc capisce la gravità della situazione. Sua moglie Winnie è sconvolta dalla notizia della morte di Stevie. Verloc cerca di parlarle, ma lei è in uno stato di shock, chiusa nel silenzio. Nonostante la tragedia, Verloc pensa al futuro, alla prigione e a come proteggere il negozio, unica fonte di guadagno. Winnie, distrutta dal dolore e dalla consapevolezza che Verloc è responsabile della morte di Stevie, decide in silenzio di compiere un atto estremo. Mentre Verloc cerca di rassicurarla, Winnie, piena di rabbia, lo uccide con un trinciacarne. Subito dopo, terrorizzata dalle conseguenze, scappa dal negozio e vaga per le strade nebbiose di Londra. Disperata, incontra Ossipon, un conoscente anarchico, e gli confessa l’omicidio, spaventata dalla forca. Ossipon, attratto dai soldi di Winnie, si offre di aiutarla a fuggire. Tornano al negozio per prendere i soldi di Verloc, ma Ossipon, vedendo il cadavere, è preso dalla paura e dal disgusto. Nonostante ciò, decide di sfruttare la situazione a suo vantaggio e organizzano una fuga a Parigi. La paura di Ossipon cresce di fronte all’instabilità mentale di Winnie. Alla stazione, mentre Winnie sale sul treno, Ossipon, in un gesto di puro egoismo, la abbandona, scappando con i soldi. Ossipon si allontana, liberandosi di un peso, mentre Winnie, ignara, va incontro a un futuro incerto, sola e intrappolata in una spirale di tragedia.

8. L’ossessione della debolezza e l’ombra del dubbio

In una stanza squallida, il Professore e Ossipon discutono dell’incontro con Michaelis. Quest’ultimo, isolato dal mondo, immagina un futuro in cui la società si prende cura dei deboli, come in un grande ospedale. Il Professore, invece, disprezza questa visione: per lui, i deboli sono la causa di ogni male, e solo la loro eliminazione può portare al progresso. Si considera superiore, forte, e disprezza la mediocrità. Ossipon, turbato, ascolta queste parole. L’atmosfera cupa si fa ancora più pesante quando Ossipon tira fuori un vecchio giornale. Un articolo di dieci giorni prima riporta il suicidio di una donna, gettatasi da un battello. “Mistero impenetrabile”, così viene definito l’evento. Questa frase colpisce profondamente Ossipon, che conosce i dettagli: la donna, vestita di nero, sembrava tormentata. Quelle parole, “mistero impenetrabile”, iniziano a ossessionarlo, minacciando la sua sicurezza. Lui, che vive seducendo e manipolando le donne, sente questa sicurezza sgretolarsi. Il Professore percepisce il suo turbamento, lo deride per la sua mediocrità. Ma Ossipon è ormai preda dell’ossessione. Il “mistero impenetrabile” del suicidio diventa un presagio oscuro per il suo futuro. Si sente perseguitato, incapace di sfuggire al pensiero della donna e al peso di quelle parole. La sua esistenza, un tempo fatta di conquiste e calcoli, appare ora fragile e spaventata. Il Professore, invece, continua a muoversi nell’ombra, una minaccia silenziosa con le sue idee distruttive.

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