1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica” di Chiara Pasanisi ti porta dietro le quinte della nascita del teatro moderno in Italia, partendo dalla fine dell’Ottocento quando la formazione degli attori cambiava, superando il vecchio sistema per abbracciare scuole come la Regia Scuola Eleonora Duse. Il vero punto di svolta arriva però nel 1935 con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica a Roma, voluta da Silvio d’Amico, che finalmente dà dignità alla regia teatrale e forma insieme attori e registi. Il libro esplora come l’Accademia abbia guardato al teatro europeo, con viaggi studio a Parigi e Londra per scoprire i metodi di registi come Jacques Copeau e Michel Saint-Denis, confrontandosi anche con le scene di Berlino, mostrando pregi e difetti della formazione e della regia all’estero. Nonostante operasse sotto il regime fascista, che vedeva il teatro come strumento, l’Accademia ha sperimentato, anche con produzioni coraggiose e satiriche come Nuvolinaria di Alessandro Brissoni, che insieme a Re Cervo rappresenta un esempio della ricerca di un nuovo linguaggio scenico. Attraverso le storie di allievi e figure chiave, il testo racconta le sfide, le ambizioni e l’impatto di questa istituzione fondamentale sulla storia della regia teatrale e della formazione degli attori in Italia, fino allo stop forzato dalla guerra.Riassunto Breve
Il teatro italiano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento cambia il modo di formare gli attori. Dal vecchio sistema basato sull’esperienza diretta e sulla figura del capocomico, si passa alla necessità di una preparazione più organizzata. La Regia Scuola di Recitazione Eleonora Duse è la principale istituzione prima dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, fondata nel 1935 da Silvio d’Amico con supporto statale. Qui si insegna il “drammatica-metodo italiano”, un sistema codificato con segni specifici sui copioni. La nascita dell’Accademia segna il riconoscimento ufficiale della “regia” in Italia e forma sia attori che registi. Si introducono novità come i viaggi di studio all’estero per conoscere i metodi di registi europei come Jacques Copeau e Michel Saint-Denis, uno scambio fondamentale per modernizzare il teatro italiano. Il regime fascista considera il teatro uno strumento di propaganda. La Compagnia dell’Accademia, fondata da d’Amico nel 1939 con ex allievi, serve a unire formazione e professione, promuovendo il lavoro d’insieme e la rotazione dei ruoli, distaccandosi dal modello del grande attore. Spettacoli come “Re Cervo” e “Molto rumore per nulla”, diretti da Alessandro Brissoni, mostrano l’influenza della Commedia dell’arte e un gusto per il fantastico. Nonostante critiche sulla recitazione, a volte percepita come troppo tecnica, la Compagnia rappresenta un passo verso il teatro di regia. Alessandro Brissoni sviluppa il suo estro e un intento satirico dirigendo “Nuvolinaria”, una rivista basata su “Gli uccelli” di Aristofane, adattata da Giovanni Mosca con allusioni politiche evidenti al regime e a Mussolini. Personaggi surreali e simboli, come una ragazza in gabbia che simboleggia il dissenso soppresso, veicolano la satira. L’ambientazione fantastica attenua l’impatto, forse per eludere la censura. “Nuvolinaria” mette in risalto le capacità di Brissoni come scenografo e costumista. “Re Cervo” è considerato un lavoro fondamentale per la sua poetica. La corrispondenza di Brissoni con Silvio d’Amico mostra il suo percorso formativo e le sue idee per lo sviluppo degli allievi registi. La preparazione di spettacoli come “Re Cervo” per eventi come il Maggio Musicale Fiorentino richiede prove regolari e adattamenti. Si pianificano viaggi di studio all’estero per allievi registi, come quello a Parigi e Londra per seguire registi esperti come Michel Saint-Denis e Ashley Dukes, ma la situazione politica internazionale nel settembre 1938 causa difficoltà e rientri anticipati. I viaggi riprendono in seguito, si assiste a lezioni e prove, si collabora (es. traducendo la Mandragola). Si visitano teatri e si raccolgono informazioni sul teatro europeo. Si propone la messa in scena della commedia “Dear Brutus” di Barrie per l’Accademia, ritenuta adatta agli attori. Sorge un contrasto riguardo la ripresa del “Re Cervo” per tournée future, si discute la necessità di un numero adeguato di ore di prova per garantire la qualità dello spettacolo. Si completano gli esami di diploma per entrare a far parte di una compagnia stabile. L’attività teatrale viene interrotta nel giugno 1940 a causa della mobilitazione. Le osservazioni sul teatro europeo del 1938-1939 mostrano diverse pratiche di regia e formazione. A Parigi, alcuni spettacoli risultano noiosi o con attori molto giovani, mentre le regie di Copeau (analisi profonda dei personaggi) e Dullin (efficacia scenica) sono considerate esempi di maestria. Gli attori dell’Accademia italiana possiedono maggiori mezzi espressivi. A Londra, Michel Saint-Denis espone i principi di regia: lettura iniziale, studio della trama e dei personaggi, importanza che la scena serva l’azione. La formazione al suo Theatre Studio organizza gli allievi in gruppi con insegnante fisso, dedicando il primo anno alla “recitazione all’improvviso” per sviluppare immaginazione e controllo fisico, e il secondo anno allo studio di testi specifici, metodo visto come più efficace. A Berlino, il teatro è popolare e ben organizzato, con un pubblico attento, ma le regie presentano risultati misti: alcune mancano di calore emotivo, altre sono lodate per la precisione nel ricreare l’ambiente e l’affiatamento degli attori, altre falliscono nella definizione dei personaggi principali.Riassunto Lungo
1. La Scena Si Rinnova
Il teatro italiano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento assiste a un profondo cambiamento nel modo in cui gli attori vengono formati. Si passa gradualmente da un sistema basato sull’esperienza diretta sul palcoscenico e sulla guida del capocomico a una crescente esigenza di preparazione più strutturata e organizzata. In questo contesto di rinnovamento, la Regia Scuola di Recitazione Eleonora Duse emerge come la principale istituzione formativa prima della nascita di un’accademia nazionale. Qui si insegnano tecniche di recitazione che fanno riferimento a un sistema codificato, noto come “drammatica-metodo italiano”, che prevede l’uso di segni specifici annotati direttamente sui copioni per guidare l’interpretazione degli attori. I saggi di fine corso degli allievi diventano occasioni importanti per mostrare i risultati di questa preparazione, riflettendo spesso un’estetica naturalistica che pone grande enfasi sulla recitazione e sull’uso espressivo della voce.La Nascita dell’Accademia Nazionale
Un passo decisivo verso la modernizzazione della formazione teatrale italiana avviene con la fondazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica nel 1935. Questa istituzione, fortemente voluta da Silvio d’Amico e sostenuta dallo stato, segna il riconoscimento ufficiale del concetto di “regia” in Italia, una figura professionale che era già affermata in altri paesi europei. L’Accademia si propone di formare non solo attori ma anche registi, introducendo pratiche innovative come i viaggi di studio all’estero. Questi viaggi permettono agli allievi e ai docenti di entrare in contatto diretto con i metodi di registi europei di spicco, come Jacques Copeau e Michel Saint-Denis, favorendo uno scambio culturale fondamentale per l’evoluzione e l’aggiornamento delle pratiche sceniche in Italia.Il Teatro e il Regime Fascista
Durante il periodo fascista, il teatro viene visto e utilizzato come un potente strumento per la diffusione della cultura e dell’identità nazionale. In linea con questa visione, la Compagnia dell’Accademia viene fondata nel 1939 da Silvio d’Amico, riunendo gli ex allievi più promettenti dell’Accademia stessa. Lo scopo principale di questa compagnia è quello di creare un ponte diretto tra la formazione accademica e la pratica professionale, promuovendo al contempo un nuovo modello di lavoro teatrale. Si punta sul lavoro d’insieme e sulla rotazione dei ruoli tra gli attori, allontanandosi dal tradizionale sistema basato sulla figura del grande attore primadonna.La Compagnia dell’Accademia e il Suo Impatto
Gli spettacoli messi in scena dalla Compagnia dell’Accademia, come “Re Cervo” e “Molto rumore per nulla” diretti da Alessandro Brissoni, mostrano un’estetica che attinge sia dall’influenza della Commedia dell’arte sia da un gusto per il fantastico. Nonostante alcune critiche sulla recitazione degli attori, a volte percepita come eccessivamente tecnica o rigida, e le inevitabili difficoltà interne legate alla gestione di una compagnia sperimentale, l’esperienza della Compagnia dell’Accademia rappresenta un momento cruciale. Essa contribuisce in modo significativo all’affermazione del teatro di regia in Italia e lascia un segno duraturo nella storia teatrale del paese.Fino a che punto l’Accademia e la sua Compagnia furono strumenti del regime fascista?
Il capitolo, pur menzionando il sostegno statale e l’allineamento con la visione fascista del teatro come strumento culturale, non approfondisce le implicazioni pratiche e ideologiche di tale legame. Per comprendere meglio la natura di questa relazione, è fondamentale esplorare la storia del teatro italiano durante il Ventennio e le politiche culturali del regime. Approfondire il lavoro di storici del teatro e studiosi del periodo fascista può offrire una prospettiva più completa.2. Il volo satirico di Brissoni
Alessandro Brissoni esprime il suo talento teatrale e il suo intento satirico dirigendo una rivista richiesta da Corrado Pavolini, basata sulla commedia Gli uccelli di Aristofane. L’adattamento, curato da Giovanni Mosca, è pensato come una “contaminazione” ricca di allusioni politiche evidenti.La satira e il cambiamento di rotta
Nonostante le prime esperienze di Brissoni sembrino orientate verso il fascismo, l’adattamento degli Uccelli, intitolato Nuvolinaria, segna un netto cambiamento. Viene scelto un autore apertamente antifascista come Mosca, e la messa in scena include una satira diretta rivolta al regime e alla figura di Mussolini. Lo spazio scenico è popolato da personaggi surreali e barocchi che contribuiscono a creare un’atmosfera unica. Una ragazza del coro chiusa in gabbia simboleggia il tentativo del regime di soffocare ogni forma di dissenso e libertà di espressione. La critica si manifesta anche attraverso personaggi che imitano comportamenti tipici del periodo: una gazza che ruba in modo sfacciato e ufficiale e un merlo che applaude per dimostrare il suo “adeguamento”. Un altro personaggio parodia i discorsi ufficiali diffusi dal Giornale Cinematografico Luce, mettendo in ridicolo la propaganda. Queste allusioni politiche sono considerate particolarmente coraggiose per l’epoca.Contesto e influenze teatrali
L’ambientazione fantastica e non legata a un periodo storico preciso contribuisce ad attenuare l’impatto della satira, forse come strategia per eludere la censura del regime. Nuvolinaria mette in risalto le notevoli capacità di Brissoni non solo come regista, ma anche come scenografo e costumista, dimostrando la sua versatilità artistica. Questa produzione si basa sull’esperienza fondamentale maturata con Re Cervo, uno spettacolo che Brissoni considera cruciale per lo sviluppo della sua poetica e del suo stile. Re Cervo rappresenta per il regista il simbolo del suo esordio nel mondo dell’arte teatrale e la conferma della sua profonda fiducia nelle potenzialità del teatro come forma espressiva e critica.Gli anni della formazione
La corrispondenza tra Brissoni e Silvio d’Amico, direttore dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, offre uno sguardo dettagliato sul suo percorso formativo e sulle sfide che affronta, come quelle legate al servizio militare. Le lettere rivelano anche le sue idee innovative per lo sviluppo degli allievi registi dell’Accademia, inclusa la proposta di organizzare spettacoli-esame basati su testi di autori diversi per ampliare la loro formazione. Questa corrispondenza evidenzia la sua dedizione costante al lavoro teatrale e le discussioni approfondite sulla scelta dei testi e degli interpreti più adatti per le produzioni messe in scena dall’Accademia.Ma come è possibile che un gerarca fascista come Pavolini abbia commissionato una rivista apertamente antifascista?
Il capitolo, pur descrivendo la satira di Nuvolinaria come coraggiosa e diretta contro il regime, non chiarisce l’enorme contraddizione rappresentata dal fatto che la rivista sia stata richiesta da Corrado Pavolini, figura di spicco del Fascismo. Questa lacuna contestuale rende difficile comprendere le dinamiche reali dietro la produzione e il suo effettivo impatto. Per colmare questa lacuna, sarebbe essenziale approfondire la storia del teatro e della cultura durante il Ventennio, studiando le complesse relazioni tra artisti e potere, le strategie di sopravvivenza e resistenza, e il ruolo di figure come Pavolini nel panorama culturale dell’epoca. Approfondire le biografie di Brissoni, Mosca e Pavolini, consultando studi sulla censura e sulla politica culturale fascista, è indispensabile per dare senso a questa apparente illogicità.3. Viaggio, Prove e Ambizioni Teatrali
Si prepara la messa in scena dello spettacolo Re Cervo per il Maggio Musicale Fiorentino del 1938. Per adattare il testo al palcoscenico senza renderlo troppo pesante, si aggiunge una coloritura teatrale. La preparazione richiede prove regolari per essere pronti entro la fine del mese. L’obiettivo principale di questa produzione non è raggiungere un vasto pubblico, ma piuttosto valutare in modo preciso le capacità teatrali.Pianificare un viaggio di studio all’estero
In questo periodo, si pianifica anche un viaggio di studio all’estero per un allievo regista. La destinazione prevista è tra Parigi e Londra, grazie a una borsa di studio. Il soggiorno dovrebbe durare circa sei mesi, con lo scopo di seguire da vicino l’attività di registi esperti come Michel Saint-Denis e Ashley Dukes. Per questo viaggio, sono richiesti fondi in valuta estera e i documenti accademici necessari per ottenere il passaporto.Interruzione inattesa del viaggio
La situazione politica internazionale, che peggiora nel settembre 1938, crea difficoltà per il viaggio. A causa delle complicazioni nei transiti e del rischio di mobilitazione, diventa necessario un rientro anticipato in Italia. Questo evento imprevisto interrompe temporaneamente il piano di studio all’estero.Esperienze a Londra e Parigi
Il viaggio riprende in seguito, permettendo di continuare il programma previsto. A Londra, l’allievo regista ha l’opportunità di assistere a lezioni e prove guidate da Saint-Denis. Collabora anche con Ashley Dukes, lavorando alla traduzione della Mandragola di Machiavelli in vista di una possibile messa in scena. Durante il viaggio, si visitano teatri a Parigi e si raccolgono informazioni utili sul mondo teatrale in altri paesi europei.Nuove proposte e discussioni sul repertorio
Si propone la messa in scena della commedia Dear Brutus di Barrie per l’Accademia. Questo testo è ritenuto particolarmente adatto agli attori disponibili e rappresenta uno stile moderno interessante. Tuttavia, sorge un contrasto riguardo alla possibilità di riprendere il Re Cervo per future tournée. Viene richiesta una quantità adeguata di ore di prova per questa produzione, evidenziando le difficoltà legate al nuovo allestimento e la durata complessiva dello spettacolo. Si confronta il tempo necessario con quello assegnato ad altri lavori, insistendo sulla necessità di avere tempo sufficiente per garantire uno spettacolo di alta qualità. Si considera persino la possibilità di rinunciare alla regia del Re Cervo in favore del Dear Brutus, pur di assicurare le condizioni ideali per la preparazione.Verso una compagnia stabile e la mobilitazione
Si completano gli esami di diploma, un passaggio fondamentale per poter entrare a far parte di una compagnia stabile dell’Accademia. L’attività teatrale, tuttavia, subisce una brusca interruzione nel giugno 1940, a causa della mobilitazione generale.[/membership]Ma è davvero plausibile che un viaggio di studio interrotto per il peggioramento della situazione politica nel settembre 1938 potesse riprendere “in seguito” e concludersi prima della mobilitazione generale del giugno 1940?
Il capitolo descrive l’interruzione di un viaggio di studio a causa della situazione politica internazionale nel settembre 1938, seguita da una ripresa “successiva” che permette di completare il programma prima della mobilitazione generale del giugno 1940. Questa sequenza temporale solleva interrogativi sulla reale possibilità di un rientro anticipato seguito da una ripartenza e un soggiorno prolungato in un clima di crescente tensione pre-bellica. Per comprendere meglio il contesto e valutare la plausibilità di tale cronologia, sarebbe utile approfondire la storia politica e diplomatica europea del periodo 1938-1940, studiando autori che analizzano le dinamiche internazionali e il loro impatto sulla mobilità e sulla vita quotidiana in quegli anni.4. Panorami Teatrali Europei: Regia e Formazione a Confronto
L’interesse per la formazione teatrale all’estero porta a considerare diverse esperienze europee. Un esempio è il caso dell’allievo regista Ettore Giannini, che aveva in programma un periodo di perfezionamento a Parigi con Copeau, poi annullato a causa della guerra. Questo imprevisto lo porta ad accettare un ruolo come assistente all’Accademia di Roma.Il Teatro a Parigi
Le osservazioni sul teatro parigino tra il 1938 e il 1939 mettono in luce diverse pratiche di regia e recitazione. Alcuni spettacoli, come “L’argent n’a pas d’odeur” diretto da Pitoeff, risultano noiosi e presentano attori di livello medio. Al contrario, “Le bal des voleurs” di Barsacq diverte il pubblico, ma evidenzia la preparazione ancora fragile di attori molto giovani. Si nota, confrontando le esperienze, che gli attori formati all’Accademia italiana sembrano possedere una maggiore ricchezza di mezzi espressivi. Le regie di maestri come Copeau, con il suo allestimento di “Asmodée”, e Dullin, con il suo “Così è se vi pare”, vengono considerate esempi eccellenti. La regia di Copeau colpisce per l’analisi profonda e dettagliata dei personaggi, mentre quella di Dullin è apprezzata per l’efficacia delle soluzioni sceniche e la capacità di creare la giusta atmosfera pirandelliana.Principi di Regia e Formazione a Londra
A Londra, Michel Saint-Denis espone i principi fondamentali della sua visione della regia. Il processo inizia con una prima lettura del testo per cogliere l’impressione generale, seguita da uno studio approfondito della trama e dei personaggi. Saint-Denis sottolinea l’importanza cruciale che la scena sia sempre al servizio dell’azione drammatica, e non il contrario. Spiega inoltre come i movimenti degli attori debbano adattarsi in modo specifico al genere del dramma rappresentato. Per le opere di Shakespeare, il regista deve prestare particolare attenzione al ritmo complessivo e alla composizione scenica, privilegiando una messa in scena essenziale che sappia sintetizzare efficacemente l’opera. Per quanto riguarda la formazione, il suo Theatre Studio organizza gli allievi in gruppi stabili, ciascuno seguito da un insegnante fisso per un mese intero. Il primo anno è dedicato alla “recitazione all’improvviso”, un metodo mirato a sviluppare l’immaginazione e il controllo fisico degli attori. Il secondo anno, invece, si concentra sullo studio e l’interpretazione di testi drammatici specifici. Questo approccio, con insegnanti dedicati per periodi prolungati, è considerato più efficace rispetto a un sistema in cui gli insegnanti cambiano frequentemente.Il Contesto Teatrale di Berlino
A Berlino, il teatro gode di grande popolarità ed è caratterizzato da un’ottima organizzazione e da un pubblico attento e partecipe. Tuttavia, le regie messe in scena presentano risultati piuttosto vari. L’allestimento de “Il giardino dei ciliegi” curato da Hilpert, ad esempio, viene percepito come privo di calore emotivo, troppo focalizzato su una critica sociale a discapito della profondità dei personaggi. La stessa regia di Hilpert per “Il mio amico Jack” di Maugham, al contrario, riceve elogi per la precisione con cui ricrea l’ambiente e per l’affiatamento dimostrato dagli attori. La messa in scena di “Cesare e Cleopatra” diretta da Weichert non riesce a definire in modo convincente il personaggio principale. Infine, l’allestimento dell'”Enrico IV Parte I” di Legal eccelle nella rappresentazione di figure come Falstaff e il Re, ma non riesce a cogliere la complessità del Principe Hal, spostando il tono complessivo dell’opera più verso la commedia che verso il dramma storico.Su quali basi oggettive si fonda il giudizio sulla superiorità degli attori italiani rispetto ai giovani attori parigini, dato il campione limitato e l’evidente soggettività delle osservazioni?
Il capitolo si basa su osservazioni puntuali e personali, che, pur interessanti, non offrono un quadro comparativo metodologicamente robusto. Il giudizio sulla “ricchezza di mezzi espressivi” degli attori italiani, contrapposto alla “preparazione ancora fragile” dei giovani attori parigini, appare più un’impressione soggettiva che una conclusione basata su criteri definiti e un campione rappresentativo. Per approfondire la comprensione delle diverse scuole di recitazione e dei contesti teatrali europei dell’epoca, sarebbe utile confrontare queste impressioni con la critica teatrale coeva (ad esempio, quella pubblicata su riviste specializzate in Francia, Germania e Italia) e studiare i principi pedagogici di figure chiave come Copeau, Dullin, Saint-Denis, e considerare l’influenza di metodologie come quella di Stanislavski, che stavano già circolando.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]