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Contenuti del libro
Informazioni
ti porta dritto nel cuore della Sicilia, un’isola segnata dalla storia e dalla fatica. Questo libro non è solo un racconto, ma un viaggio che inizia nel caos della Seconda Guerra Mondiale, con lo sbarco alleato del 1943, i bombardamenti a Porto Empedocle e la fuga verso una villa di campagna vicino Serradifalco. Attraversi paesaggi devastati dalla guerra, vivi l’incontro con soldati americani come Patton e persino il fotografo Robert Capa ad Agrigento, in un percorso personale di rinascita simboleggiato da un viaggio in bicicletta attraverso la distruzione. Ma al centro c’è la storia incredibile di Calogero Montante, un uomo di Serradifalco con un sogno di velocità. Partendo da un’officina, Calò fonda Cicli Montante, costruendo biciclette che diventano simbolo di un’imprenditoria onesta e caparbia, lontana dalle logiche mafiose che spesso condizionavano la Sicilia. È la storia di un uomo che ha costruito il suo successo sul lavoro e sull’indipendenza, mostrando come si possa fare impresa in Sicilia con etica, un esempio che risuona forte ancora oggi.Riassunto Breve
Durante lo sbarco alleato in Sicilia nel luglio 1943, una famiglia si rifugia in una villa vicino Serradifalco per sfuggire ai bombardamenti di Porto Empedocle. Nella villa si trova un generale medico con una mite follia. Soldati tedeschi si accampano di fronte alla villa, scambiando vino per viveri. La zona è sotto attacco aereo e cannonate. Un soldato tedesco muore in un bombardamento e viene sepolto. La famiglia e altri si rifugiano in cantina. Un tenente tedesco consiglia di partire, ma si decide di restare per via di anziani e un malato. Durante un bombardamento violento, si sentono colpi che si rivelano uova che scoppiano in una pentola. All’alba, i tedeschi sono spariti e arrivano i primi mezzi americani. Un carro armato e una jeep si fermano vicino alla tomba del soldato tedesco. Un generale americano, identificato come Patton, strappa e spezza la croce. Passano soldati americani stanchi, alcuni figli di emigrati siciliani. Uno chiede olio per un’insalata. Preoccupato per il padre a Porto Empedocle, si intraprende un viaggio in bicicletta di circa cinquanta chilometri. La strada è distrutta e piena di detriti bellici. Il viaggio è difficile, con forature continue per un compagno. Si prosegue da soli, parlando alla bicicletta Montante che si dimostra resistente. Si attraversa un paesaggio devastato, con alberi bruciati e cadaveri. Durante il percorso, ci si spoglia degli indumenti, un gesto che si comprende come un bisogno di presentarsi nudi a una nuova realtà, simbolo di libertà e rinascita. Arrivati ad Agrigento, si scopre che il padre è vivo a Porto Empedocle. Il porto è pieno di navi alleate. La strada per il paese è coperta di fango. A casa, l’appartamento è saccheggiato ma usato dai soldati americani per lavarsi. Si dorme su brande militari. Il giorno dopo, si torna ad Agrigento per vedere i templi. Il tempio della Concordia appare intatto. Si incontra un fotografo di guerra americano, Robert Capa, che fotografa il tempio mentre si svolge un duello aereo. Dopo ventiquattro ore, si riprende la via del ritorno per Serradifalco. La strada è peggiorata, ma la bicicletta Montante non ha problemi. La bicicletta, prodotta a Serradifalco, si dimostra un’amica fidata. Serradifalco è un paese isolato nella Sicilia interna, segnato dalla povertà e dalle miniere di zolfo. Calogero Montante nasce qui nel 1908, in una famiglia agiata. Fin da bambino, Calò ha un sogno: andare veloce. Sviluppa un interesse per la meccanica e impara il mestiere di fabbro. Segue con passione il ciclismo. Nel 1927, Calò costruisce la sua prima bicicletta nell’officina dello zio. Questa passione si trasforma in attività: fonda la “Cicli Montante”. Inizia a produrre biciclette personalizzate, da corsa e da passeggio, vendendole anche fuori dalla Sicilia. Diventa fornitore della Reale Arma dei Carabinieri e della Pubblica Sicurezza, realizzando modelli specifici, inclusi quelli per ufficiali con gomme piene. La storia di Calò rappresenta un percorso imprenditoriale insolito per la Sicilia di quel tempo. L’economia regionale è spesso legata alla terra, allo sfruttamento minerario o a forme di ricchezza con legami mafiosi. Grandi iniziative industriali falliscono. Calò, invece, costruisce un’impresa basata su abilità tecnica, lavoro e innovazione, evitando le vie tradizionali. La bicicletta diventa il simbolo di questa eccezione, di un sogno realizzato attraverso l’industria e la fatica produttiva. Calogero Montante è un imprenditore siciliano attivo nel dopoguerra. Inizia con le biciclette, poi amplia l’attività alle motociclette di varie marche e in seguito alla produzione di ammortizzatori per veicoli industriali. La sua passione iniziale è per il ciclismo e le corse, seguendo i duelli tra Coppi e Bartali. La televisione diventa il mezzo principale per raccontare il ciclismo. Montante è un uomo riservato, nato e cresciuto nell’interno della Sicilia. Ha un forte legame con la famiglia, è autoritario nel lavoro e pretende il massimo dai figli. L’attività è artigianale, si lavora intensamente modificando pezzi e costruendone di nuovi. Nonostante il lavoro manuale, Montante mantiene un aspetto curato. È testardo, ma sua moglie Maria riesce a fargli cambiare idea. La Sicilia ha una doppia geografia: quella amministrativa e quella criminale delle famiglie mafiose. La provincia di Caltanissetta è dominata da figure come Calò Vizzini, Giuseppe Genco Russo e Giuseppe Di Cristina, che controllano affari e interessi. Serradifalco si trova in quest’area di influenza. Montante opera in questo contesto difficile, ma si distingue per non cercare la protezione dei boss mafiosi. Non si lascia affascinare dal loro atteggiamento prepotente. Quando gli viene chiesta una bicicletta in regalo, la vende trattando la persona come un normale cliente. La sua mentalità è quella del mercante: ogni cosa ha un costo e richiede fatica. Questa etica del lavoro è la stessa che, anni dopo, porta Libero Grassi a rifiutare il pizzo. Montante costruisce la sua impresa basandosi sul lavoro e sull’indipendenza, gettando le basi per un gruppo aziendale solido, un esempio di fare onesto in Sicilia. Muore nel 2000 a 92 anni, ricordato dalla pronipote come un uomo rigoroso e fondamentale per l’azienda di famiglia.Riassunto Lungo
1. Tra guerra e rinascita in Sicilia
Dopo lo sbarco alleato nel luglio 1943, la divisione tedesca Hermann Goering si posiziona vicino Serradifalco. Per sfuggire ai bombardamenti su Porto Empedocle, una famiglia numerosa cerca rifugio in una villa di campagna. La villa, proprietà delle famiglie Piazza e Inglese, ospita anche un generale medico con una leggera eccentricità, affascinato da parole semplici come “luna” e “formica”. I soldati tedeschi si accampano proprio di fronte alla villa, creando una convivenza forzata dove si scambiano vino in cambio di viveri. La zona è costantemente sotto attacco, con continui bombardamenti aerei e colpi di cannone che rendono l’atmosfera tesa e pericolosa. Durante uno di questi attacchi, un soldato tedesco perde la vita e viene sepolto lì vicino, segnando il paesaggio con una croce improvvisata.Un rifugio nella cantina
La famiglia e altri vicini trovano riparo nella cantina della villa, il luogo più sicuro durante i raid. Un tenente tedesco, consapevole del pericolo imminente di uno scontro diretto, consiglia di abbandonare la casa. Nonostante l’avvertimento, la presenza di anziani e un malato rende impossibile spostarsi, costringendo tutti a rimanere. Durante un violentissimo bombardamento, si sentono colpi fortissimi che seminano il panico, ma che si rivelano poi essere solo il rumore di uova che scoppiano in una pentola, un momento quasi surreale nel caos della guerra.Dopo la battaglia: l’arrivo degli americani
All’alba, la battaglia è finita e i soldati tedeschi sono scomparsi. Arrivano i primi mezzi americani, un carro armato e una jeep si fermano vicino alla tomba del soldato tedesco. Un generale americano, riconosciuto in seguito come Patton, compie un gesto di disprezzo strappando e spezzando la croce. Subito dopo, passano altri soldati americani, visibilmente stanchi, tra cui alcuni figli di emigrati siciliani. Uno di loro, con un legame lontano con quella terra, chiede un po’ d’olio per condire un’insalata, un piccolo momento di normalità in un contesto di distruzione.Il difficile viaggio in bicicletta
La preoccupazione per il padre rimasto a Porto Empedocle spinge a intraprendere un viaggio di circa cinquanta chilometri in bicicletta. La strada è un percorso ad ostacoli, distrutta dalla guerra e piena di detriti bellici che rendono il tragitto estremamente difficile. Un compagno di viaggio è costretto a fermarsi continuamente per forature, rendendo impossibile proseguire insieme. Si continua da soli, parlando quasi alla bicicletta, una Montante, che dimostra una resistenza sorprendente in quelle condizioni estreme. Il paesaggio attraversato è devastato, con alberi bruciati e la presenza inquietante di cadaveri lungo il cammino. Durante il percorso, ci si spoglia degli indumenti, un gesto istintivo che, compreso solo in seguito, simboleggia il bisogno di presentarsi nudi di fronte a una nuova realtà, un segno di libertà e di rinascita dopo la distruzione.A Porto Empedocle e Agrigento
Arrivati ad Agrigento, la notizia tanto attesa: il padre è vivo a Porto Empedocle. Il porto è affollato di navi alleate pronte a scaricare rifornimenti essenziali. La strada per il paese è coperta da uno spesso strato di fango, lasciato dal passaggio dei mezzi anfibi. A casa, l’appartamento è stato saccheggiato, ma viene temporaneamente utilizzato dai soldati americani per lavarsi, un’altra immagine della convivenza forzata con la presenza militare. La notte si dorme su brande militari, un segno tangibile del cambiamento imposto dalla guerra.Il ritorno e la bicicletta fidata
Il giorno dopo, si torna ad Agrigento per visitare i templi, con il timore che siano stati danneggiati dai combattimenti. Fortunatamente, il tempio della Concordia appare intatto nella sua maestosità. Lì si incontra il famoso fotografo di guerra americano Robert Capa, intento a immortalare il tempio mentre in cielo si svolge un duello aereo, un contrasto stridente tra l’antica bellezza e la violenza contemporanea. Dopo ventiquattro ore, si riprende la via del ritorno verso Serradifalco. La strada è ancora più dissestata di prima, ma la bicicletta Montante non ha problemi a superare gli ostacoli. Prodotta proprio a Serradifalco, si conferma una compagna incredibilmente fidata e robusta in quei giorni difficili e incerti.Davvero il generale Patton, figura storica complessa, si sarebbe macchiato di un gesto così vile come la profanazione di una tomba, o il capitolo presenta un episodio che meriterebbe un più rigoroso riscontro storico?
Il capitolo, nel descrivere l’arrivo delle truppe americane, include un dettaglio di forte impatto emotivo e storico: il presunto gesto di disprezzo del generale Patton verso la tomba di un soldato tedesco. Attribuire un’azione del genere a una figura storica di tale rilievo, la cui personalità e il cui operato sono ampiamente studiati e dibattuti, richiede una solida base documentale. La narrazione, pur potente, solleva la questione se questo episodio sia un ricordo personale (e potenzialmente fallace o interpretato) o un fatto storicamente verificato. Per approfondire, sarebbe opportuno consultare studi sulla campagna di Sicilia e biografie di Patton, confrontando la narrazione con le fonti storiche disponibili. Discipline come la storiografia e la critica delle fonti sono essenziali per valutare la veridicità di tali aneddoti. Autori che si sono occupati della Seconda Guerra Mondiale in Italia o della figura di Patton potrebbero offrire il contesto necessario per discernere tra memoria individuale e dato storico accertato.2. Una Ruota Controcorrente in Sicilia
Serradifalco è un paese isolato nella Sicilia interna, segnato dalla povertà e dalle miniere di zolfo. È qui che Calogero Montante nasce nel 1908, in una famiglia agiata, a differenza di molti coetanei. Fin da bambino, Calò ha un sogno: andare veloce. Sviluppa un interesse per la meccanica e impara il mestiere di fabbro, seguendo con passione il ciclismo e i suoi eroi come Binda. Nel 1927, questa passione si trasforma in attività quando Calò costruisce la sua prima bicicletta nell’officina dello zio e fonda la “Cicli Montante”.Un’impresa insolita
Inizia a produrre biciclette personalizzate, sia da corsa che da passeggio, vendendole anche fuori dalla Sicilia. Diventa fornitore della Reale Arma dei Carabinieri e della Pubblica Sicurezza, realizzando modelli specifici, inclusi quelli per ufficiali con gomme piene per decoro. Questo percorso imprenditoriale è insolito per la Sicilia di quel tempo, dove l’economia regionale è spesso legata alla terra, allo sfruttamento minerario o a forme di ricchezza con legami mafiosi. Grandi iniziative industriali come quella dei Florio falliscono, ma Calò costruisce la sua impresa basandosi su abilità tecnica, lavoro e innovazione, evitando le vie tradizionali.Ma un successo così “insolito” in un contesto difficile si spiega davvero solo con “abilità tecnica, lavoro e innovazione”?
Il capitolo presenta la figura di Calogero Montante come un imprenditore che si afferma in un contesto siciliano ostile alle grandi iniziative, basando il suo successo unicamente su meriti individuali e capacità. Tuttavia, l’idea che un’impresa possa prosperare in un ambiente economico e sociale complesso, segnato da povertà, strutture tradizionali e influenze non sempre trasparenti, senza che vi siano altri fattori in gioco o specifici contesti favorevoli, meriterebbe un’analisi più approfondita. Per comprendere meglio le dinamiche che permisero a Montante di “evitare le vie tradizionali” e avere successo dove altri fallivano (come i Florio, le cui ragioni di declino non sono qui esplorate), sarebbe utile approfondire la storia economica della Sicilia nel periodo fascista, le politiche industriali dell’epoca e le specifiche condizioni che potevano favorire (o ostacolare) l’imprenditoria non legata ai settori tradizionali o clientelari. Si potrebbero consultare studi di storici dell’economia italiana e meridionale, come per esempio quelli di Vera Zamagni o di Rosario Romeo.3. L’Etica del Mercante in Sicilia
Calogero Montante è stato un imprenditore siciliano che ha iniziato la sua attività nel dopoguerra. Partendo dal commercio di biciclette, ha progressivamente ampliato i suoi interessi includendo motociclette di marchi noti come Mival, Guzzi, Aprilia e Ducati. In seguito, si è dedicato alla produzione di ammortizzatori per veicoli industriali. La sua passione iniziale per il ciclismo, seguendo le gare e i famosi duelli tra Coppi e Bartali, rifletteva le divisioni politiche dell’Italia di quel tempo, tra laici e cattolici, ed era un interesse diffuso anche grazie alla televisione che diventava il mezzo principale per seguire lo sport.La Personalità e la Famiglia
Montante era un uomo di poche parole, profondamente legato alla sua terra natale nell’entroterra siciliano e alla sua famiglia. Nel lavoro mostrava un atteggiamento autoritario, esigendo il massimo dai suoi figli, che dovevano rappresentare un esempio per tutti. La sua attività manteneva un carattere artigianale, con un intenso lavoro manuale dedicato alla modifica e alla creazione di nuovi pezzi. Nonostante l’impegno fisico, Montante teneva molto al suo aspetto. Era noto per la sua testardaggine, ma sua moglie Maria riusciva spesso a fargli cambiare idea.Il Contesto Siciliano: Due Geografie
La Sicilia di quel periodo aveva, di fatto, una doppia organizzazione territoriale: quella ufficiale, basata sulle province e i comuni, e quella non ufficiale, dominata dalle famiglie mafiose. La provincia di Caltanissetta, in particolare, era sotto l’influenza di figure potenti come Calò Vizzini, Giuseppe Genco Russo e Giuseppe Di Cristina, che controllavano affari e interessi economici e sociali. Serradifalco, il paese di Montante, si trovava proprio in quest’area segnata dalla presenza mafiosa.L’Etica del Lavoro Onesto
Operare in un simile ambiente rappresentava una sfida costante. Tuttavia, Montante scelse una strada diversa: non cercò mai la protezione dei boss mafiosi e non si lasciò intimidire dalla loro arroganza. Un episodio significativo del suo approccio si verificò quando gli fu chiesta una bicicletta in regalo; lui rifiutò e la vendette trattando la persona come un qualsiasi altro cliente. Questa mentalità rifletteva la sua profonda etica di mercante: la convinzione che ogni cosa abbia un valore, richieda fatica e debba essere pagata. Questa stessa etica del lavoro, anni dopo, portò Libero Grassi a rifiutare di pagare il pizzo, una scelta che gli costò la vita. Montante, invece, riuscì a costruire la sua impresa basandosi unicamente sul lavoro e sull’indipendenza, ponendo le basi per un gruppo aziendale solido e rappresentando un esempio di imprenditoria onesta in Sicilia. Morì nel 2000, all’età di 92 anni, ricordato dalla nipote come una figura rigorosa e fondamentale per l’azienda di famiglia.Ma come ha fatto, Montante, a sopravvivere e prosperare onestamente in un ambiente così dominato dalla mafia, quando altri che hanno rifiutato compromessi sono stati uccisi?
Il capitolo presenta la figura di Montante come esempio di onestà e successo, ma lascia irrisolta una questione cruciale: come sia stato possibile per lui operare indenne e prosperare in un contesto così pesantemente condizionato dalla criminalità organizzata, a differenza di altri che hanno pagato con la vita il loro rifiuto di scendere a patti, come accennato con il caso di Libero Grassi. Per comprendere meglio questo apparente paradosso, sarebbe utile approfondire la storia della mafia siciliana nel dopoguerra, le sue modalità di controllo economico e sociale, e le diverse forme di resistenza e adattamento messe in atto dagli imprenditori. Autori come Salvatore Lupo, Pino Arlacchi o Diego Gambetta offrono strumenti per analizzare queste dinamiche complesse.Abbiamo riassunto il possibile
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