1. L’Albero Fatato e le Prime Lezioni di Coraggio
Sieur Louis de Conte racconta la sua infanzia a Domremy, un villaggio tranquillo nella Francia del tempo, segnata da guerre e malattie. Un luogo importante è l’Albero Fatato, dove i bambini giocano e danzano, e dove si crede vivano le fate. Un giorno, il parroco del villaggio vuole cacciare le fate, ritenendole creature del male. Giovanna, anche se bambina, si oppone con forza, difendendo le fate e spiegando che non sono cattive.Durante una fredda sera d’inverno, un mendicante bussa alla porta di Jacques d’Arc, il padre di Giovanna, chiedendo cibo. Mentre il padre è diffidente, Giovanna gli offre la sua cena. Il sindaco del villaggio, presente alla scena, sottolinea l’importanza della compassione. Il mendicante, per ringraziare, canta una canzone patriottica che tocca il cuore di tutti.La notizia del Trattato di Troyes, che rischia di consegnare la Francia agli inglesi, sconvolge il villaggio. La bandiera nera del lutto nazionale spegne l’allegria dei bambini. Poco dopo, Benoist, un uomo mentalmente instabile, scappa e spaventa tutti. Mentre gli altri bambini fuggono, Giovanna lo affronta con coraggio, lo disarma e lo riporta indietro. Questo gesto le fa guadagnare il soprannome di “Valorosa”, mostrando il suo coraggio e la sua generosità, qualità rare nei bambini della sua età.2. L’Ombra dell’Arcangelo e la Missione Divina
La Francia, scossa da conflitti e incertezze politiche dopo il Trattato di Troyes, è in subbuglio. La notizia della morte del re francese e della successione di un infante inglese accende la rabbia. In questo clima, una giovane donna, Giovanna, reagisce con calma, pronunciando parole cariche di mistero. Il villaggio è devastato da un attacco. Gli abitanti, tra dolore e smarrimento, affrontano la cruda realtà della guerra. Giovanna, in questo contesto, mostra una forza interiore inaspettata. I compaesani parlano della situazione critica del regno, del Delfino inerte. Giovanna ascolta, silenziosa e pensierosa. Rivela di avere visioni, di sentire voci celesti. Le annunciano sventure, ma anche la liberazione della Francia. In una radura, un’ombra angelica le appare. La sua missione è chiara: guidare l’esercito, liberare il paese, incoronare il Delfino. Un compagno di Giovanna, dapprima incredulo, assiste a un’apparizione e inizia a credere. Giovanna è cambiata, pronta ad agire. Il villaggio la deride, il governatore di Vaucouleurs si oppone alla sua richiesta di uomini. Ma Giovanna non si arrende. Respinge un matrimonio forzato, si prepara con determinazione. Le sue Voci la guidano, la sua missione è certa. Lascia il villaggio con lo zio e l’amico fedele, pronta a compiere il suo destino.15. L’Ultimo Atto: Dal Sollievo al Rogo
Giovanna d’Arco, sorprendentemente, scampa al rogo. La folla e i religiosi, increduli, la vedono allontanarsi. La sorpresa lascia presto spazio alla rabbia, con accuse di tradimento e sassi lanciati. Un cappellano accusa il vescovo Cauchon, che nega ogni responsabilità. Il conte di Warwick, disorientato, viene rassicurato: Giovanna sarà presto di nuovo in loro mani. La folla si disperde, mentre Noël e il narratore festeggiano, convinti della salvezza di Giovanna e di una prossima rivolta francese.In prigione, Giovanna, sfinita, non trova pace. Cauchon e i suoi la raggiungono, comunicandole l’abiura e l’obbligo di indossare abiti femminili, pena severe conseguenze. Giovanna, confusa, obbedisce. Cauchon, soddisfatto, ordina alle guardie di rendere la sua prigionia ancora più dura.Noël e il narratore, ignari, sognano la liberazione di Giovanna e la vendetta francese. Credono che l’abiura le garantirà un trattamento migliore. Ma una domenica, la notizia della sua recidiva si diffonde, accolta con soddisfazione da molti. Manchon e il narratore vengono convocati da Cauchon. A Rouen la situazione è critica, con il popolo ostile e voci di rivolta. Manchon, inizialmente riluttante, accetta di andare in prigione solo con una scorta.Giovanna è di nuovo in catene, in abiti maschili. Racconta che le guardie le hanno portato via i vestiti femminili durante il sonno, costringendola a indossare quelli maschili. Cauchon e gli altri giudici la interrogano. Marguerie, un giudice, esprime dubbi sulla sua colpevolezza, ma viene zittito. Giovanna afferma di non aver mai voluto rinnegare le sue voci, ma di averlo fatto per paura. Rivendica il diritto di vestirsi da uomo, visto che le promesse fatte in cambio dell’abiura non sono state mantenute. Preferirebbe morire piuttosto che vivere in quelle condizioni, ma si dice pronta a cambiare se le togliessero le catene, le permettessero di andare a messa e la trasferissero in una prigione per donne. Cauchon rifiuta e le chiede delle sue voci. Giovanna conferma la loro origine divina e ammette di aver sbagliato a rinnegarle. Manchon annota la sua risposta come “fatale”. Giovanna, esausta, desidera solo la morte. Cauchon, compiaciuto, dichiara concluso il processo.La speranza di Noël e del narratore si spegne. Manchon porta un messaggio di Giovanna: una lettera per la madre, piena d’amore per la famiglia e gli amici. Giovanna annuncia che non ci sarà salvezza, perché ha avuto “La Visione dell’Albero”. Il narratore capisce che è un addio. Scrive la lettera, poi spezza la penna.Cauchon riunisce i suoi e dichiara Giovanna eretica, condannandola al rogo. La notizia si sparge, la folla si riversa a Rouen. Il giorno dopo, Giovanna viene preparata. In prigione, appare triste. Martin Ladvenu le annuncia l’esecuzione. Giovanna, terrorizzata, invoca pietà e si appella a Dio. Il narratore si inginocchia, ricevendo la sua benedizione. Giovanna accusa Cauchon, che la incolpa di recidiva. Giovanna risponde che se fosse stata in una prigione ecclesiastica, come promesso, questo non sarebbe successo. Chiede dove sarà quella notte e, rassicurata sul Paradiso, si confessa e riceve l’Eucaristia. La folla prega per lei. La paura la lascia, sostituita dalla serenità.Alle nove, Giovanna viene portata al Mercato Vecchio, con un copricapo da eretica. La folla, commossa, si inginocchia. Loyseleur, pentito, le chiede perdono, e lei glielo concede. Nicholas Midi pronuncia un sermone che giustifica la condanna. Cauchon la scomunica. Giovanna prega per il re, chiedendo giustizia per lui e perdono per sé. Persino gli inglesi sono toccati. Il giudice la consegna alle guardie. Giovanna chiede una croce: un soldato ne improvvisa una, frate Isambard ne porta una consacrata. Giovanna le bacia e sale sul rogo. Legata, le sue ultime parole sono per Rouen e Cauchon. Tra le fiamme, prega finché il fuoco non la avvolge.Il fratello di Giovanna muore durante il processo, il padre di dolore. La madre riceve una pensione e assiste alla riabilitazione di Giovanna, anni dopo. Noël e il narratore continuano a combattere fino alla liberazione della Francia. Noël muore in battaglia, come Talbot, nemico di Giovanna. La Hire combatte ancora a lungo. Il Bastardo d’Orleans, D’Alençon e D’Aulon testimoniano alla riabilitazione. Il narratore è l’unico sopravvissuto. La riabilitazione è voluta da Carlo VII per motivi politici: la sua corona è messa in discussione dagli inglesi. Una commissione indaga e riabilita Giovanna. Il narratore partecipa, rivedendo vecchi amici e nemici. Giovanna d’Arco rimane un simbolo eterno di purezza e patriottismo.16. La Fanciulla d’Orleans
I processi e la riabilitazione di Giovanna d’Arco offrono un ritratto dettagliato della sua vita, confermato da testimonianze giurate. La sua esistenza, seppur breve e intensa, è segnata da eventi straordinari. A soli sedici anni, Giovanna viveva in un villaggio isolato, priva di istruzione formale. Tuttavia, dimostrò subito una saggezza innata, vincendo da sola una causa legale a Toul. Poco dopo, chiese al comandante di Vaucouleurs una scorta per incontrare il Re di Francia, sostenendo di essere inviata da Dio per liberare il regno. Inizialmente respinta, ottenne infine i soldati necessari.Dopo un viaggio attraverso il territorio nemico, Giovanna convinse il Re della sua missione e superò l’esame dell’Università di Poitiers, che ne verificò l’autenticità divina. A diciassette anni, divenne comandante supremo dell’esercito francese. Guidò le truppe alla vittoria, liberando Orléans in soli dieci giorni e ponendo fine all’assedio inglese. La successiva vittoria a Patay segnò un punto di svolta nella Guerra dei Cent’Anni, indebolendo significativamente il potere inglese in Francia.Giovanna condusse poi l’esercito a Reims per l’incoronazione del Re. Nonostante il successo, chiese di tornare al suo villaggio, ma le fu negato. Ferita durante il tentativo di liberare Parigi, fu costretta a ritirarsi. A diciotto anni, fu catturata a Compiègne e imprigionata, subendo un trattamento ingiusto senza possibilità di riscatto. Venduta al vescovo Cauchon, alleato degli inglesi, fu processata a Rouen con accuse pretestuose.Durante il processo, Giovanna si difese con intelligenza e coraggio contro giudici esperti, nonostante la giovane età e l’inesperienza. Ingannata e manipolata, fu costretta a firmare una falsa ritrattazione. Scoperto l’inganno, ritrattò la confessione e affrontò il martirio con coraggio, chiedendo una croce negli ultimi istanti di vita.Venticinque anni dopo, un processo di riabilitazione, basato su testimonianze giurate, ne dimostrò l’innocenza. Il genio militare, l’abilità oratoria e la saggezza legale di Giovanna erano doti innate. Le sue profezie si avverarono. Profondamente religiosa, credeva di essere guidata da voci divine. Gentile, compassionevole e coraggiosa, mantenne sempre la sua integrità, anche di fronte alle avversità.Abbiamo riassunto il possibile
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