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Informazioni
“La teoria della classe agiata” di Thorstein Veblen è un libro che scava a fondo nel perché le persone ricche si comportano in un certo modo. Veblen ci porta indietro nel tempo, dalle società barbariche dove nasce la distinzione tra gesta onorevoli e industria manuale, per mostrare come si forma la classe agiata. Scopriamo che l’accumulo di ricchezza non è solo per vivere meglio, ma soprattutto per l’emulazione finanziaria, per superare gli altri e ottenere rispetto. Il modo principale per mostrare questa superiorità è lo spreco vistoso, che si manifesta in due forme: l’agiatezza vistosa, cioè non lavorare, e il consumo vistoso, spendere un sacco di soldi in cose superflue. Questo bisogno di ostentare ricchezza non solo definisce lo stile di vita della classe agiata, ma influenza tutto, dal gusto estetico alla moda (pensiamo all’abbigliamento che impedisce il lavoro manuale) fino alle istituzioni sociali. Veblen analizza come questo sistema mantenga vivi tratti arcaici, quasi un temperamento predatorio, che a volte sembra in contrasto con le esigenze della vita industriale moderna. È un’analisi affascinante su come il desiderio di status e l’ostentazione della ricchezza plasmino la società.Riassunto Breve
La nascita di una classe agiata avviene nelle società barbariche superiori, dove si distingue chi è esente dal lavoro manuale, considerato degradante, dedicandosi invece a occupazioni onorevoli come la guerra o il governo. Questa divisione riflette una distinzione antica tra “gesta” e “industria”, inizialmente manifestata nella divisione del lavoro tra uomini (gesta predatorie) e donne (lavoro industriale). La proprietà privata emerge con questa classe, partendo dal possesso di prigionieri come trofei e evolvendo nell’accumulazione di ricchezza come segno di successo e rispettabilità. L’impulso principale all’accumulazione non è il bisogno, ma l’emulazione, il desiderio di superare gli altri finanziariamente per ottenere stima sociale. Per mantenere questa stima, la ricchezza deve essere mostrata. Questo avviene attraverso l’agiatezza vistosa, cioè l’astensione dal lavoro produttivo, e il consumo vistoso, lo spreco superfluo di beni costosi. L’agiatezza si manifesta anche nell’acquisizione di conoscenze o abilità non lucrative che richiedono tempo e denaro, dimostrando l’indipendenza dal lavoro. Il consumo vistoso si basa sull’idea che spendere in modo non necessario prova la disponibilità di risorse. Entrambi i metodi possono essere diretti o delegati a familiari e dipendenti. Nelle società moderne, il consumo vistoso diventa più efficace per mostrare ricchezza a un pubblico ampio. Le classi inferiori emulano questi comportamenti per mantenere la propria rispettabilità. La spesa è guidata dal desiderio di rispettabilità e confronto, cercando di raggiungere un livello onorifico stabilito dalla consuetudine, sempre leggermente superiore alle proprie possibilità. La classe agiata stabilisce lo schema di vita onorevole basato sullo spreco vistoso, influenzando gusto, morale e percezione dell’utilità. La costosità diventa un criterio di valore e bellezza, portando ad apprezzare oggetti non per la loro utilità o bellezza intrinseca, ma perché costosi, come abiti alla moda che cambiano rapidamente o beni fatti a mano inefficienti ma costosi. Anche la bellezza personale riflette l’agiatezza, con ideali femminili che indicano l’incapacità di lavorare. L’abbigliamento è un mezzo primario per mostrare status e astensione dal lavoro, spesso sacrificando comodità per l’eleganza. Le istituzioni sociali, abitudini mentali collettive, cambiano lentamente, e la classe agiata, protetta dalle pressioni economiche, è intrinsecamente conservatrice, rallentando l’adattamento sociale. Il conservatorismo diventa un segno di rispettabilità. L’esistenza della classe agiata perpetua abitudini mentali arcaiche, in particolare quelle predatorie. La vita finanziaria moderna seleziona attitudini egoistiche e antagonistiche, mentre l’industria richiede cooperazione. Il temperamento predatorio, utile per il successo individuale finanziario, ostacola l’efficienza collettiva. Sopravvivenze arcaiche includono la tendenza al combattimento, evidente negli sport, che manifestano il temperamento predatorio ed emulativo. Credenze nella fortuna e gioco d’azzardo sono legate a un senso animistico arcaico, che contrasta con il pensiero causale necessario per l’industria moderna. Pratiche devote e culti antropomorfici rinforzano schemi di casta e subordinazione, riflettendo la civiltà di rapina. Questi abiti mentali persistono nelle classi meno esposte all’industria meccanica e comportano sciupio vistoso. L’istruzione superiore, legata alla classe agiata, favorisce studi non utili in senso industriale come segno di agiatezza. Nuovi impulsi come la solidarietà emergono, sfidando il sistema di casta e la subordinazione, indicando un potenziale cambiamento.Titolo: Origini e Influenza della Classe Agiata: Spreco, Status e TradizioneRiassunto Lungo
1. Gesta, Lavoro e Ricchezza: Nascita delle Classi
Nelle società barbariche più evolute, nasce una classe sociale ricca e privilegiata. Queste persone non svolgono lavori manuali o industriali, ma si dedicano ad attività considerate prestigiose come governare, fare la guerra, partecipare a riti religiosi e praticare sport. Questa distinzione crea una prima separazione tra “gesta”, le azioni valorose e onorevoli, e “industria”, il lavoro pratico. Nelle società barbariche meno sviluppate, questa differenza si vede chiaramente nella divisione dei compiti tra uomini e donne. Gli uomini si occupano delle attività di caccia e di quelle che portano prestigio, considerate appunto “gesta”. Le donne, invece, svolgono il lavoro manuale e produttivo, visto come meno importante. Questa divisione è netta e rigida, attribuendo grande valore alle “gesta” e considerando il lavoro manuale quasi disonorevole.L’Origine della Proprietà e il Valore della Ricchezza
L’idea di possedere beni privati nasce insieme a questa classe agiata. All’inizio, la proprietà consiste soprattutto nel possedere prigionieri, specialmente donne, che sono visti come un segno concreto di successo in battaglia. La proprietà, quindi, nasce come una dimostrazione tangibile di aver vinto e di essere superiori. Con il passare del tempo e l’evoluzione della società, la ricchezza accumulata, ottenuta tramite attività lavorative o pacifiche, prende il posto dei trofei di guerra come principale indicatore di successo. Possedere grandi ricchezze diventa la base riconosciuta per avere una buona reputazione e rispetto nella società. La ricchezza stessa, per il solo fatto di esistere, acquisisce un valore che dà onore.La Competizione Finanziaria come Motore
La ragione principale che spinge le persone ad accumulare ricchezze non è tanto il bisogno di sopravvivere o di vivere comodamente, quanto piuttosto il desiderio di competere con gli altri. Si cerca di superare gli altri in termini economici per ottenere stima e considerazione sociale. Questa competizione per la rispettabilità basata sulla ricchezza diventa un motore potente e costante. È una spinta continua che porta all’accumulazione incessante di beni e denaro. L’obiettivo è dimostrare il proprio valore non attraverso le azioni o il lavoro, ma attraverso il possesso materiale.Ma davvero l’accumulazione di ricchezza nelle società umane è mossa principalmente dal desiderio di superare gli altri per la stima sociale, e non da bisogni più concreti o dalla ricerca di potere?
Il capitolo presenta la competizione per la rispettabilità come il motore principale dell’accumulazione, ma questa visione potrebbe non cogliere la complessità delle motivazioni umane. La spinta ad accumulare ricchezza può derivare anche da bisogni di sicurezza, dalla ricerca di potere, dalla necessità di investimento per la sopravvivenza del gruppo, o da altre dinamiche sociali ed economiche. Per approfondire questo dibattito, sarebbe utile esplorare studi di storia economica e antropologia, considerando autori come Karl Polanyi o Thorstein Veblen, che offrono prospettive diverse sulle funzioni e le motivazioni legate alla ricchezza nelle società.2. L’arte di sprecare per farsi rispettare
Per ottenere e mantenere la stima degli altri, non basta essere ricchi, ma bisogna far vedere questa ricchezza. Ci sono due modi principali per farlo: mostrare di non lavorare e mostrare di spendere tanto.Non lavorare: un segno di prestigio
Mostrare di non fare lavori che producono qualcosa è un modo per apparire ricchi. Tanto tempo fa, nelle società meno pacifiche, lavorare era visto come una cosa da deboli o servi, non adatta a chi aveva un alto rango. Quindi, non lavorare è diventato un segno di ricchezza e di rispetto. Questo non significa stare senza fare niente, ma dedicare tempo a cose che non portano guadagno, come imparare le buone maniere, lingue antiche o fare sport costosi. Queste attività richiedono tempo e soldi, dimostrando così che non si ha bisogno di lavorare per vivere.Spendere in modo visibile: il consumo che conta
Un altro modo per mostrare la propria ricchezza è spendere soldi in cose costose che non sono strettamente necessarie. Comprare cibi e bevande pregiati, vestiti lussuosi, case grandi e divertimenti costosi serve a dimostrare di avere tante risorse. L’importanza di queste spese per essere rispettati sta proprio nel fatto che sono uno “sciupio”, una spesa non indispensabile che prova la disponibilità di denaro. Sia il mostrare di non lavorare che lo spendere tanto possono essere fatti direttamente dalla persona ricca o delegati a familiari e dipendenti. Nelle società di oggi, dove le persone si spostano di più, mostrare di spendere tanto funziona meglio per farsi vedere da più gente rispetto al semplice non lavorare. Anche le persone meno ricche cercano di imitare questi comportamenti per mantenere la propria dignità, a volte facendo grandi sacrifici.Ma è davvero solo “sprecando” che si ottiene rispetto, o il capitolo semplifica eccessivamente le dinamiche del prestigio sociale nel mondo contemporaneo?
Il capitolo presenta l’ostentazione della ricchezza, sia tramite l’inattività produttiva che il consumo vistoso, come la via maestra per ottenere e mantenere la stima sociale. Tuttavia, questa visione, pur cogliendo un aspetto importante, rischia di essere riduttiva in contesti sociali complessi e diversificati. Il prestigio può derivare anche da altri fattori non strettamente legati alla ricchezza materiale o al suo spreco, come il capitale culturale, le relazioni sociali, i risultati professionali non monetizzabili direttamente, o persino l’adesione a certi valori morali o intellettuali. Concentrarsi esclusivamente sull’aspetto economico e sulla sua esibizione potrebbe non spiegare appieno come si forma la gerarchia sociale e come si distribuisce il rispetto in tutte le sue sfaccettature oggi. Per approfondire queste tematiche e comprendere la multidimensionalità dello status e del prestigio, è utile esplorare i campi della sociologia e dell’antropologia, con particolare attenzione agli studi sulla stratificazione sociale e sul capitale sociale e culturale. Autori come Thorstein Veblen, che per primo ha analizzato il consumo vistoso, e Pierre Bourdieu, con la sua teoria dei diversi tipi di capitale e dei campi sociali, offrono strumenti concettuali fondamentali per andare oltre la semplice dicotomia tra ricchezza e rispetto basata sull’ostentazione.3. L’onore del superfluo e il gusto del costoso
Nelle società moderne, la spesa va oltre il semplice bisogno fisico. È fortemente influenzata dal desiderio di essere rispettati e dal confronto con gli altri. Le persone cercano di mantenere un certo livello di “onorabilità” nelle loro spese, un livello che è stabilito dalle abitudini sociali e che tende ad aumentare man mano che migliorano le condizioni economiche. Rinunciare a spese considerate “onorifiche”, anche se superflue, risulta difficile, quasi quanto rinunciare a beni necessari. Al contrario, aumentare le spese è facile e naturale, spesso spinti dall’esempio di chi si trova in una classe sociale immediatamente superiore. Il modo in cui si spende diventa così un ideale da raggiungere, sempre un po’ più alto rispetto alle proprie attuali possibilità.Il ruolo della classe agiata e lo spreco vistoso
La classe più ricca e influente definisce lo stile di vita considerato “onorevole”. Questo modello si basa su un principio chiave: lo spreco che si vede, l’ostentazione della ricchezza. Questo principio non si limita a influenzare solo quanto si spende direttamente. Modella anche il senso di ciò che è moralmente accettabile, il gusto estetico e persino l’idea di cosa sia utile. La ricchezza acquista quasi un valore sacro, e mostrare di possederla in abbondanza può persino diminuire la critica verso chi commette reati pur di ottenerla.Come lo spreco modella il gusto
Il criterio dello spreco vistoso ha un forte impatto su ciò che consideriamo bello o di valore. Gli oggetti non sono apprezzati solo per la loro funzione o bellezza intrinseca. Spesso, il loro valore e la loro bellezza percepita derivano semplicemente dal fatto che sono costosi. Il costo elevato diventa di per sé un segno di pregio. Ci sono molti esempi di questo: edifici religiosi costruiti con grande sfarzo ma poco pratici, abiti alla moda che cambiano velocemente e richiedono continui acquisti, giardini e parchi progettati per imitare paesaggi naturali costosi o che includono elementi inutili ma dispendiosi. Anche gli animali domestici, come cani di razza o cavalli da corsa, sono apprezzati non per un’utilità pratica o industriale, ma per il loro costo elevato e la loro “inutilità” che dimostra la capacità del proprietario di permettersi tali lussi. Questo principio influenza anche l’ideale di bellezza personale, specialmente per le donne. Le caratteristiche fisiche che indicano l’incapacità di svolgere lavori manuali, come mani piccole o una vita sottile, diventano desiderabili perché sono viste come un segno che il padrone può permettersi di mantenere la donna nell’ozio, dimostrando così la propria ricchezza.L’idea di utilità e valore
Anche l’idea di cosa sia “utile” in un oggetto viene modificata. Un bene non deve essere solo funzionale. Per essere considerato veramente di valore, deve anche mostrare segni evidenti di una costosità non necessaria. Questo è il motivo per cui i beni fatti a mano sono spesso preferiti a quelli prodotti in serie con le macchine. Anche se un prodotto artigianale può essere meno efficiente, è più costoso e quindi percepito come più “onorevole”. Le piccole imperfezioni tipiche del lavoro manuale, lungi dall’essere difetti, diventano segni distintivi di pregio e costo elevato. Questa associazione tra prezzo basso e volgarità, e tra prezzo alto e valore/pregio, è un’idea molto radicata.Ma è davvero così semplice dividere il mondo in un ‘pensiero antico’ inefficiente e un ‘pensiero moderno’ efficace, e attribuire la persistenza del primo solo a classe sociale e genere?
Il capitolo presenta una visione molto netta, quasi meccanica, del rapporto tra forme di pensiero, struttura sociale e efficienza economica. Tuttavia, la realtà delle credenze umane, delle motivazioni individuali e della stratificazione sociale è spesso molto più sfumata. Per comprendere meglio come cultura, economia e società si influenzino reciprocamente in modi non sempre lineari o deterministici, potrebbe essere utile approfondire gli studi di sociologi come Max Weber, che ha esplorato le complesse interconnessioni tra etica religiosa e spirito capitalistico, o Pierre Bourdieu, che ha analizzato i meccanismi della riproduzione sociale e culturale. Anche l’antropologia culturale offre strumenti per apprezzare la diversità e la persistenza di sistemi di credenze in contesti moderni.7. L’ombra dell’agiatezza su sapere e società
La pressione economica e la fine del sistema di casta causano una perdita di importanza per il culto tradizionale. Allo stesso tempo, nuovi sentimenti e valori emergono, come la solidarietà, la carità e un senso estetico più sviluppato. Questi nuovi impulsi si mescolano alle pratiche religiose esistenti. Tuttavia, spesso sono in contrasto con l’idea di subordinazione personale su cui si basavano le vecchie istituzioni sociali. Questo conflitto contribuisce a smantellare il sistema di casta e a indebolire la tradizione della sottomissione.La classe agiata e le sue abitudini
La classe ricca, quella che vive nell’agiatezza, si basa sull’idea di mostrare la propria ricchezza in modo evidente e sul rifiuto di lavori che producono qualcosa di utile. Questa classe si confronta continuamente con le altre in una sorta di competizione per lo status. Nonostante questo, la sua posizione privilegiata fa sì che sopravvivano in essa alcuni comportamenti antichi, sia quelli aggressivi sia quelli più pacifici. Anche le azioni fatte per gli altri, come le opere di beneficenza, iniziano a comparire in questo contesto. Però, queste azioni sono spesso influenzate dal desiderio di apparire importanti e di mostrare la propria ricchezza, il che ne riduce l’efficacia reale e le trasforma in un altro modo per affermare il proprio status.Istruzione e status sociale
L’istruzione universitaria, che per molto tempo è stata legata alle funzioni religiose e alla classe ricca, mantiene un forte legame con i valori di questa classe. Per questo motivo, favorisce lo studio delle materie classiche e umanistiche. Queste materie sono considerate importanti e rispettabili, ma non sono utili per l’industria o il lavoro pratico. Studiare queste cose richiede molto tempo e impegno senza portare a risultati materiali concreti. Proprio per questo, questo tipo di sapere diventa un segno di ricchezza e di posizione sociale elevata. L’introduzione delle scienze, che sono legate al lavoro pratico e a un modo di pensare più obiettivo, è avvenuta molto lentamente nel mondo accademico. Spesso, l’arrivo delle scienze è stato possibile solo grazie a influenze che venivano da fuori dal mondo universitario tradizionale. Anche l’uso di un modo di scrivere complicato (l’ortografia complessa) e di parole antiche serve a dimostrare che si ha tempo da “sprecare” in cose non pratiche e che si proviene da un ambiente sociale elevato.Nuove tendenze e sfide
Alcuni cambiamenti recenti, come il movimento per la “donna moderna” e le nuove idee sull’istruzione per i bambini piccoli, come i giardini d’infanzia, indicano un ritorno a modi di pensare più pacifici e meno competitivi. Questi sviluppi mostrano un disagio crescente verso la mancanza di scopo e la futilità che caratterizzano la vita imposta dalla classe agiata. Questo disagio è particolarmente evidente tra le donne di questa classe sociale. Le nuove tendenze nell’educazione elementare, ad esempio, si concentrano su metodi più pratici e meno legati alla mera dimostrazione di status. Questi segnali, presi insieme, suggeriscono una potenziale sfida alla stabilità e alla posizione dominante della classe agiata.Ma siamo sicuri che il disagio personale e le nuove tendenze educative bastino a scalfire la roccaforte della classe agiata?
Il capitolo accenna a come movimenti come quello per la “donna moderna” o l’introduzione dei giardini d’infanzia possano rappresentare una sfida alla stabilità della classe agiata, legandoli a un generico “disagio” verso la futilità. Tuttavia, non viene chiarito come esattamente queste manifestazioni di disagio o queste riforme educative si traducano in una minaccia concreta alla posizione dominante di una classe sociale. Per comprendere meglio questo passaggio, è fondamentale esplorare le dinamiche del cambiamento sociale e le teorie sulla riproduzione e il superamento delle strutture di classe. Approfondire gli studi sulla sociologia dei movimenti sociali e sulla storia dell’educazione può fornire gli strumenti per valutare la reale portata di queste “nuove tendenze”. Autori che hanno analizzato il rapporto tra cultura, potere e classi sociali, come Bourdieu o Gramsci, possono offrire spunti preziosi per capire se e come il disagio individuale si trasforma in una forza collettiva capace di mettere in discussione lo status quo.Abbiamo riassunto il possibile
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