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Contenuti del libro
Informazioni
“La storia delle storie dell’arte” di Orietta Pinelli … non è solo un elenco di artisti o opere, ma ti porta dietro le quinte per capire come è nata e si è evoluta la disciplina che studia l’arte. Si parte dall’Italia con Giorgio Vasari e le sue Vite, che per primo ha raccontato le biografie artisti organizzandole per stile e progresso, elevando le arti. Poi si vede come lo studio si sposta, si cercano metodi storia dell’arte più scientifici, non solo basati sull’ammirazione ma sull’analisi visiva e sui documenti, sviluppando la connoisseurship per l’attribuzione opere. Si capisce l’importanza di guardare l’arte nel suo contesto culturale e sociale, non solo la forma, con approcci come l’iconografia e l’iconologia legati a figure come Aby Warburg ed Erwin Panofsky. Il libro esplora come sono nate le idee di scuole artistiche, l’analisi formale di Heinrich Wölfflin, il lavoro di Giovanni Morelli o Roberto Longhi sull’occhio esperto, e il ruolo fondamentale dei musei d’arte e delle università (come la Scuola di Vienna) nel definire la storia dell’arte come disciplina accademica e nella tutela del patrimonio culturale. È un viaggio attraverso i luoghi (dall’Italia alla Germania, Francia, Inghilterra, USA) e le menti che hanno cercato di dare un senso allo sviluppo artistico, mostrando che studiare l’arte è un campo vivo, in continua evoluzione metodologica.Riassunto Breve
La storia dell’arte inizia con racconti di vite di artisti, come quelli di Vasari, che organizzano il progresso in epoche e valorizzano il disegno come idea e la maniera come stile. Si discute sulla superiorità tra pittura e scultura e sul primato del disegno o del colore. Emerge l’idea che il giudizio sull’arte spetti anche a chi non è artista, basandosi sull’invenzione, non solo sull’abilità tecnica. Gli artisti vengono classificati per “scuole”, raggruppamenti stilistici e geografici. Le collezioni d’arte diventano luoghi per confrontare le opere e studiare. Per studiare l’arte servono metodi precisi. Le incisioni aiutano a diffondere la conoscenza degli stili. Si creano vocabolari tecnici. L’osservazione diretta delle opere e la loro materialità sono considerate prove storiche. Si usano oggetti e immagini per verificare le fonti, creando repertori illustrati di antichità. La figura del conoscitore cerca criteri razionali per giudicare, influenzato dalla classificazione scientifica. Manuali e cataloghi illustrati diventano strumenti importanti. Winckelmann crea una storia dell’arte antica basata sugli stili e sul contesto storico, non più sulle biografie, sottolineando l’osservazione diretta. Caylus analizza tecnica e stile degli oggetti antichi. Nel Settecento nascono i musei pubblici che organizzano l’arte storicamente, per scuole e periodi, offrendo una “storia dell’arte visibile”. I cataloghi si arricchiscono di dettagli. Nascono storie generali dell’arte. Dopo il 1815, i musei nazionali legano l’arte all’identità di un paese. La storia dell’arte diventa una disciplina scientifica che unisce l’analisi visiva delle opere (autopsia) con lo studio delle fonti d’archivio. Studiosi affinano le tecniche di attribuzione basate su dettagli formali e documenti. L’arte medievale viene riscoperta e studiata, definendo stili legati anche a identità nazionali. Il Rinascimento è definito come un’epoca distinta. Si cerca di spiegare l’arte attraverso il contesto storico e sociale. Le Esposizioni Universali promuovono lo studio delle arti applicate. Nascono musei dedicati e teorie sullo stile e l’ornamento. La storia dell’arte si istituzionalizza con cattedre universitarie e scuole specializzate, formando professionisti. Si sviluppano diverse metodologie: l’analisi visiva e l’attribuzione (connoisseurship), l’analisi formale che esamina gli elementi visivi e strutturali, e la storia culturale che indaga il legame tra forme artistiche e cultura del tempo, inclusa l’iconologia che interpreta i significati profondi delle opere nel loro contesto. In vari paesi, la disciplina si struttura accademicamente e musealmente, con studi sul patrimonio nazionale. C’è un dibattito e un’integrazione tra i vari metodi. L’analisi formale e l’attenzione al contesto culturale si combinano. Istituti promuovono la ricerca interdisciplinare. Si analizza la vita delle forme considerando materiali, tecniche e il tempo. La museografia cambia, favorendo la contemplazione dell’opera singola. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la storia dell’arte si arricchisce con l’arrivo di studiosi europei in USA e UK. L’iconologia si sviluppa. Nasce la storia sociale dell’arte, che studia l’influenza del contesto sociale e politico. L’attenzione va anche alla conservazione e al ruolo educativo dei musei. Nuove correnti come la New Art History, gli studi di genere e l’analisi della ricezione mettono in discussione i vecchi approcci, considerando l’arte in relazione a potere, identità e percezione.Riassunto Lungo
1. Dalle biografie alle scuole: l’evoluzione del pensiero sull’arte
La storia dell’arte moderna inizia con le Vite di Giorgio Vasari. Questo libro fondamentale crea un modello basato sulle storie di vita degli artisti. Vasari organizza queste biografie seguendo un’idea di crescita e miglioramento nel tempo, divisa in diverse epoche, che culminano nella “maniera moderna”. Due idee chiave nel suo lavoro sono il disegno, inteso come l’idea che l’artista ha nella mente prima di creare l’opera, e la maniera, che descrive lo stile di un artista ma a volte può indicare anche una ripetizione un po’ meccanica. Vasari scrive in volgare toscano con l’obiettivo di non far dimenticare gli artisti e di mostrare che le arti come la pittura e la scultura sono discipline importanti, al pari di quelle studiate nelle università.Dal confronto tra arti al ruolo del critico
Dopo Vasari, il modo di parlare d’arte si evolve e si allarga. Nasce il dibattito su quale arte sia superiore tra pittura e scultura, chiamato paragone. Si discute anche sulla differenza tra chi mette al primo posto il disegno, come si faceva soprattutto in Toscana e a Roma, e chi invece valorizza di più il colore, tipico della pittura di Venezia e della Lombardia. In questo periodo, persone che non sono artisti ma sono esperte di lettere o appassionate d’arte iniziano a dire di avere il diritto di giudicare le opere. Per loro, la cosa più importante non è solo l’abilità manuale (praxis), ma l’invenzione, cioè l’idea intelligente e originale che sta dietro all’opera. Questo sposta l’attenzione dal semplice “saper fare” al “saper pensare” l’arte.Le scuole artistiche e l’idea di imitazione
Si inizia a pensare di raggruppare gli artisti non solo in base alla loro vita, ma anche per “scuole”. Queste scuole sono gruppi di artisti che condividono uno stile simile e spesso provengono dalla stessa area geografica. Anche l’idea di imitare la natura o altri artisti diventa più complessa. Si distingue tra copiare la natura in modo molto fedele e un tipo di imitazione più scelta, che migliora la realtà e prende spunto dalle opere antiche o dai grandi maestri del passato.L’importanza delle collezioni d’arte
Le raccolte private o pubbliche di opere d’arte, chiamate quadrerie, diventano luoghi essenziali. Qui è possibile vedere tante opere diverse una accanto all’altra e confrontare stili e scuole. Queste collezioni influenzano molto il modo in cui si scrive la storia dell’arte e si giudicano le opere. Mantenere e conservare le opere d’arte diventa sempre più importante, non solo per preservarle, ma anche perché studiarle permette di capire e tramandare la tradizione artistica.Con quale presunzione i non-artisti, “esperti di lettere o appassionati”, hanno potuto arrogarsi il diritto di giudicare l’arte, spostando il criterio dal mestiere all’idea?
Il capitolo accenna a un passaggio cruciale: il diritto di giudicare l’arte rivendicato da non-artisti, che privilegiano l’invenzione sulla praxis. Questo solleva interrogativi fondamentali sulla legittimità del giudizio critico e sul mutamento dello status dell’artista e dell’intellettuale. Per comprendere meglio questo fenomeno, sarebbe utile approfondire la storia della critica d’arte e le teorie estetiche che hanno legittimato il primato dell’idea sull’esecuzione. Discipline come la storia intellettuale e la sociologia dell’arte possono offrire prospettive sul contesto sociale e culturale che ha permesso tale spostamento di autorità. Autori che hanno analizzato la nascita e l’evoluzione della critica, o che hanno discusso il rapporto tra arte, teoria e società, possono fornire gli strumenti per valutare criticamente questa transizione.2. La Nascita di un Metodo: Dallo Sguardo Erudito alla Storia Visibile
Lo studio dell’arte ha richiesto nel tempo lo sviluppo di metodi precisi e di un linguaggio adatto a descrivere e analizzare le opere. Le incisioni, ad esempio, sono diventate strumenti fondamentali per conoscere e diffondere la conoscenza degli stili artistici, supportando il crescente interesse per il collezionismo. Figure come Baldinucci hanno contribuito a questa evoluzione, pubblicando la prima storia della stampa e un vocabolario tecnico specifico. Altri studiosi come Roger de Piles hanno iniziato a distinguere una vera comprensione della pittura dalla semplice attribuzione, ponendo l’accento sul colore e sulla percezione visiva come elementi essenziali.L’Influenza della Scienza e l’Arte come Oggetto di Studio
L’approccio allo studio dell’arte è stato profondamente influenzato dalla scienza sperimentale. Questo ha portato a considerare l’osservazione diretta delle opere e la loro materialità come prove storiche concrete. Studiosi come Bianchini e Montfaucon hanno iniziato a utilizzare oggetti e immagini per verificare le fonti scritte, spostando l’attenzione da un’erudizione basata principalmente sui testi a uno studio fondato sull’analisi degli oggetti. Montfaucon, in particolare, ha creato repertori illustrati di antichità, sottolineando l’importanza della documentazione visiva. Maffei ha applicato metodi simili sia all’arte antica che a quella moderna, organizzando collezioni con criteri che tenevano conto sia della storia che dello stile delle opere.Il Ruolo del Conoscitore e gli Strumenti Critici
In questo contesto, si è affermata la figura del conoscitore, colui che cerca criteri razionali e dimostrabili per esprimere giudizi sulle opere d’arte. Questo approccio è stato influenzato dalle nascenti classificazioni scientifiche. Manuali come quelli scritti da Richardson e cataloghi illustrati come il Recueil Crozat di Mariette sono diventati strumenti indispensabili per l’identificazione e la valutazione delle opere. All’interno di questa comunità di studiosi e conoscitori, si sono sviluppati dibattiti accesi riguardo alle attribuzioni, ai restauri e al ruolo crescente delle immagini nella documentazione e nello studio.Verso una Storia Sistematica dell’Arte
Un passo fondamentale verso una storia dell’arte più strutturata è stato compiuto da Winckelmann, che ha elaborato una storia sistematica dell’arte antica. Il suo lavoro si è concentrato sugli stili e sull’influenza che il contesto storico e geografico aveva sulla loro evoluzione, superando l’approccio basato unicamente sulle biografie degli artisti. Winckelmann ha enfatizzato l’importanza cruciale dell’osservazione diretta delle opere per comprenderne lo stile e il significato. Parallelamente, Caylus ha applicato un metodo rigoroso basato sull’analisi degli oggetti a diverse tipologie di antichità, studiando la tecnica e lo stile come espressione diretta del gusto di un’epoca specifica.I Musei e la Storia dell’Arte Visibile
Il Settecento ha visto la nascita dei musei pubblici e la creazione di cataloghi sempre più dettagliati. Queste nuove istituzioni hanno giocato un ruolo cruciale nell’organizzare l’arte in modo storico, spesso suddividendo le opere per scuole e periodi, offrendo così una vera e propria “storia dell’arte visibile” al pubblico. I cataloghi museali sono diventati strumenti ricchi di informazioni tecniche e di dati sulla provenienza delle opere. Questo periodo ha anche visto l’emergere delle prime storie generali dell’arte, come quelle di Lanzi per la pittura italiana e d’Agincourt per il periodo medievale, che hanno sintetizzato le conoscenze acquisite e offerto una visione complessiva dello sviluppo artistico attraverso i secoli.Ma questa ricerca di “criteri razionali e dimostrabili” nel giudizio artistico è davvero sufficiente a garantire l’oggettività?
Il capitolo descrive l’evoluzione dello studio dell’arte verso metodi più rigorosi, influenzati dalla scienza, e l’emergere della figura del conoscitore che cerca criteri razionali. Tuttavia, non approfondisce a sufficienza le sfide intrinseche alla pretesa di oggettività nel giudizio estetico e attributivo. Il passaggio da un’erudizione testuale a un’analisi visiva e materiale è fondamentale, ma la “razionalità” applicata all’arte non è esente da influenze culturali, storiche e persino personali. Per comprendere meglio questa tensione, sarebbe utile esplorare la filosofia della scienza, in particolare i dibattiti sull’oggettività e la soggettività nella conoscenza, e la sociologia dell’arte, che analizza come i giudizi di valore siano costruiti socialmente. Autori come Foucault o Bourdieu offrono prospettive critiche su come il sapere e il gusto siano legati a strutture di potere e contesti sociali, mettendo in discussione l’idea di un giudizio puramente razionale e dimostrabile.3. L’Arte Diventa Storia: Musei, Metodi e Nazioni
Dopo il 1815, quando le opere d’arte disperse da Napoleone furono restituite, i musei nazionali iniziarono a comparire in tutta Europa. Luoghi come il Prado a Madrid o l’Altes Museum a Berlino divennero importanti simboli dell’identità nazionale e centri di studio. Nello stesso periodo, lo studio dell’arte si sviluppò come disciplina scientifica, andando oltre la semplice ammirazione estetica. Questo portò alla creazione di nuovi metodi di ricerca. Questi metodi prevedevano l’esame attento delle opere d’arte (‘autopsia’) unito a uno studio critico di documenti e scritti storici.Nuovi Metodi di Studio
Figure come Carl Friedrich von Rumohr e Gustav Friedrich Waagen in Germania, e più tardi Giovanni Morelli e Giovan Battista Cavalcaselle in Italia e Inghilterra, furono fondamentali nello sviluppo di questi nuovi metodi. Affinarono tecniche per attribuire le opere d’arte a specifici artisti. Il loro approccio si basava sull’esame meticoloso dei dettagli formali presenti nell’opera stessa e sul confronto con documenti e scritti storici. Questo metodo, a volte chiamato “filologia visiva”, cercava di portare rigore scientifico nello studio dell’arte. L’obiettivo era superare le opinioni soggettive e stabilire basi più oggettive per comprendere e attribuire le opere.Il Medioevo e l’Identità Nazionale
L’arte medievale fu riscoperta e studiata, non più vista solo come un periodo di declino. Stili come il romanico e il gotico furono definiti e spesso collegati alla costruzione delle identità nazionali, specialmente in Francia e Germania. Studiosi come Arcisse de Caumont e Viollet-le-Duc in Francia ebbero un ruolo nella protezione e nello studio degli edifici e dell’arte medievale. Questa attenzione al passato medievale aiutò le nazioni a trovare radici storiche per le loro identità moderne. Mostrò come lo studio dell’arte potesse collegarsi direttamente a movimenti culturali e politici più ampi.La Definizione del Rinascimento
Il Rinascimento fu definito come un’epoca distinta, vista come l’inizio dell’uomo moderno e della cultura. Jacob Burckhardt in Svizzera offrì un’analisi completa della civiltà rinascimentale. Il suo lavoro includeva aspetti sociali e culturali oltre all’arte, mostrando come tutto fosse connesso. Altri studiosi, come Hippolyte Taine in Francia, cercarono di spiegare l’arte osservando il suo contesto storico e sociale. Questo periodo divenne centrale per comprendere lo sviluppo dell’arte e del pensiero occidentale.Arti Applicate ed Esposizioni
Le Esposizioni Universali, a partire da quella di Londra nel 1851, promossero lo studio delle arti applicate. Nacquero musei specializzati, come il South Kensington Museum. Questi musei miravano a fornire modelli per l’industria e a documentare la storia del lavoro e della cultura materiale. Figure come Gottfried Semper e Owen Jones svilupparono teorie sullo stile e sull’ornamento. Videro stile e ornamento come linguaggi con proprie regole e storia, degni di uno studio serio.L’Istituzionalizzazione della Disciplina
La formalizzazione della storia dell’arte avanzò con la creazione di cattedre universitarie e scuole specializzate. Questo accadde in paesi come Germania, Austria, Francia e Italia. Emerse una comunità di studiosi con ruoli professionali chiari, dedicati alla ricerca, all’insegnamento e alla conservazione del patrimonio culturale. I legami tra musei, università e archivi divennero cruciali per la crescita e lo sviluppo della disciplina. Questo periodo consolidò la storia dell’arte come un campo accademico riconosciuto.Il concetto di “volontà artistica” di un’epoca è così indiscusso da non richiedere alcuna contestualizzazione o critica?
Il capitolo menziona l’apporto della Scuola di Vienna e il concetto di “volontà artistica”, ma non ne esplora le implicazioni o le critiche ricevute nel tempo. Questo concetto, fondamentale per l’analisi formale, è stato oggetto di dibattito e non è l’unico approccio possibile alla storia dell’arte. Per comprendere meglio questo punto e le sue alternative, sarebbe utile approfondire la storia della critica d’arte e le diverse metodologie storiografiche, magari leggendo autori come Alois Riegl, ma anche i suoi critici successivi che hanno messo in discussione l’idea di uno spirito unitario dell’epoca o l’esclusività dell’analisi formale.7. Sviluppi e Metodi nella Storia dell’Arte
La storia dell’arte si afferma come campo di studio alla fine dell’Ottocento, concentrandosi inizialmente sull’attribuzione delle opere e sull’analisi dello stile. Figure come Giovanni Morelli sviluppano metodi basati sull’osservazione dettagliata di particolari secondari per identificare la mano degli artisti, introducendo un approccio quasi scientifico. L’analisi formale, che esamina gli elementi visivi e strutturali delle opere, diventa un approccio fondamentale per comprendere l’evoluzione artistica. Contributi significativi arrivano da studiosi come Heinrich Wölfflin e Alois Riegl, che esplorano i concetti di stile, sviluppo storico e la percezione visiva delle forme artistiche attraverso le epoche. Questi primi studi pongono le basi metodologiche per la disciplina nascente.L’approccio storico-culturale
Parallelamente, si sviluppa un interesse per la storia culturale dell’arte, che guarda oltre la forma e l’attribuzione. Aby Warburg studia il legame profondo tra le forme artistiche e la cultura del tempo in cui nascono, inclusi aspetti come l’astrologia e la sopravvivenza di motivi antichi (il Nachleben). Esplora come le immagini viaggino nel tempo e attraverso le culture, mantenendo e trasformando significati. Erwin Panofsky elabora il metodo iconologico per interpretare i significati profondi e simbolici delle opere d’arte nel loro contesto culturale, distinguendo vari livelli di interpretazione. Questo approccio va oltre la semplice descrizione per cogliere le idee, i valori e le visioni del mondo di un’epoca. La ricerca si amplia così ad abbracciare l’intero orizzonte intellettuale e sociale in cui l’arte prende forma.La disciplina in Italia
In diversi paesi, la disciplina si struttura a livello accademico e museale, formando scuole di pensiero distinte. In Italia, Adolfo Venturi contribuisce in modo significativo alla creazione di istituzioni accademiche e alla vasta catalogazione del patrimonio artistico nazionale, gettando le basi per lo studio sistematico e la tutela. Pietro Toesca si dedica in particolare all’arte medievale, con studi fondamentali che ne hanno ridefinito la comprensione e l’importanza storica. Roberto Longhi affina le tecniche di attribuzione e l’analisi visiva con una sensibilità critica straordinaria, influenzando generazioni di studiosi attraverso il suo approccio “visivo”. Cesare Brandi sviluppa una teoria del restauro che considera l’opera d’arte nella sua unicità storica ed estetica, ponendo le basi per le pratiche conservative moderne e la riflessione sul valore dell’opera.La storia dell’arte nel mondo anglosassone
Nel mondo anglosassone, figure come Bernard Berenson si concentrano sulla connoisseurship e sull’esperienza visiva diretta, diventando un punto di riferimento per l’attribuzione dei maestri italiani del Rinascimento. Istituzioni di ricerca come il Warburg Institute, trasferitosi da Amburgo a Londra, promuovono la ricerca interdisciplinare sulla storia culturale, ereditando e sviluppando l’approccio di Aby Warburg. Negli Stati Uniti, studiosi europei emigrati, spesso fuggiti dai regimi totalitari, contribuiscono in modo determinante a espandere il campo con la loro vasta erudizione e nuove prospettive. Le loro ricerche spaziano dall’arte medievale al Rinascimento e all’arte moderna, spesso integrando l’analisi formale con lo studio del contesto sociale e intellettuale. Questo scambio culturale arricchisce enormemente la disciplina a livello globale, diffondendo metodi e oggetti di studio.Ma la storia dell’arte si è sviluppata solo per l’ingegno dei singoli studiosi, o ci sono forze più profonde in gioco?
Il capitolo presenta una sequenza di metodi e figure chiave che hanno plasmato la disciplina, ma lascia intendere che questo sviluppo sia stato guidato quasi esclusivamente da intuizioni individuali e dibattiti interni al campo. Manca un’analisi più approfondita del contesto storico, sociale, economico e istituzionale che ha non solo permesso, ma forse anche indirizzato, l’emergere di certi approcci in determinati momenti. Per comprendere appieno la traiettoria della storia dell’arte, è fondamentale esplorare come eventi esterni (guerre, cambiamenti politici, evoluzione delle università, sviluppo del mercato dell’arte, nuove tecnologie di riproduzione) abbiano influenzato le domande poste dagli studiosi e i metodi adottati. Approfondire la storia delle istituzioni (università, musei, archivi) e leggere autori che hanno esplorato la storia sociale dell’arte, come Arnold Hauser o T.J. Clark, può offrire una prospettiva più completa e meno autoreferenziale sullo sviluppo della disciplina.Abbiamo riassunto il possibile
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