Contenuti del libro
Informazioni
“La splendida. Venezia 1499-1509” di Alessandro Magno ti porta dentro un decennio pazzesco per la Repubblica di Venezia. Immagina un periodo dove la crisi finanziaria fa tremare i banchi di Rialto e le sconfitte militari, come quella navale a Zonchio o la disastrosa Agnadello contro la temibile Lega di Cambrai, mettono a dura prova lo stato. Eppure, questa Venezia storia non è solo difficoltà . È anche un momento di incredibile fioritura nel Rinascimento veneziano: la stampa a Venezia viene rivoluzionata da Aldo Manuzio con i primi libri tascabili, Pietro Bembo definisce le basi della lingua italiana, l’arte a Venezia vede l’arrivo di Dürer e l’innovazione di Giorgione. C’è la sfida epocale del commercio spezie Venezia con le nuove rotte, l’innovazione militare, e le mosse politiche che creano amici e nemici. È un racconto avvincente di resilienza, di come Venezia affronta la tempesta, mantiene la sua unicità e getta le basi per diventare quel “modello d’Europa” ammirato per secoli. Un libro che ti fa capire perché Venezia è sempre stata così speciale, anche nei suoi anni più difficili.Riassunto Breve
Venezia all’inizio del Cinquecento affronta un periodo di grandi difficoltà . Si verificano fallimenti bancari importanti che creano sfiducia e rallentano il commercio, anche se la Signoria interviene per stabilizzare la situazione. Contemporaneamente, la Repubblica subisce gravi sconfitte militari, come quella navale a Zonchio contro gli Ottomani, che intacca la sua egemonia marittima, e le incursioni ottomane in Friuli. Politicamente, un’alleanza con la Francia per spartirsi Milano, pur elevando Venezia, la isola dagli altri stati italiani, preparando future ostilità .Nonostante le crisi, Venezia mantiene un’intensa vitalità culturale ed economica. La stampa fiorisce con innovazioni rivoluzionarie: Aldo Manuzio pubblica capolavori come l’*Hypnerotomachia Poliphili* e inventa il libro tascabile, cambiando il modo di leggere, mentre Ottaviano Petrucci stampa la prima musica a caratteri mobili. Pietro Bembo, con le sue *Prose della volgar lingua*, stabilisce il toscano letterario come base dell’italiano moderno. L’arte è al centro della vita cittadina, con artisti come Carpaccio, Dürer, Giorgione, i Bellini e i Lombardo che introducono nuove tecniche e stili, e si sviluppa un mercato dell’arte con le prime aste documentate. Venezia è anche un centro di innovazione legale, introducendo forme di diritto d’autore e sistemi per la tutela degli orfani, e rafforza la sua struttura politica con il Libro d’oro e sistemi elettorali complessi.La Repubblica investe in infrastrutture e tecnologia militare. Ricostruisce rapidamente il Fondaco dei Tedeschi dopo un incendio, centro vitale per i commerci. Fonda la prima scuola statale di artiglieria, passando all’uso di cannoni più efficaci. Affronta problemi ambientali con grandi lavori idraulici per deviare i fiumi e proteggere la laguna.Una minaccia economica cruciale arriva con la scoperta della rotta del Capo da parte dei portoghesi, che importano spezie dall’India a prezzi inferiori, mettendo in crisi il monopolio veneziano e generando dibattiti interni.L’espansione territoriale di Venezia in Romagna e nelle Marche, approfittando della debolezza papale, provoca la reazione delle potenze europee. Si forma la Lega di Cambrai, un’alleanza militare volta a smembrare lo Stato da Tera veneziano. La guerra porta a sconfitte devastanti, in particolare ad Agnadello nel 1509, e alla perdita quasi totale dei domini continentali. Tuttavia, la fedeltà delle popolazioni locali e la capacità diplomatica permettono a Venezia di recuperare gran parte dei territori persi con la pace di Noyon nel 1516.Dopo la crisi di Cambrai, Venezia cambia strategia e immagine. Abbandona l’aggressività militare e si concentra sulla stabilità interna, sulla giustizia e sullo splendore culturale ed economico. Si afferma il “mito di Venezia”, una repubblica ammirata in Europa come modello di governo equilibrato e pacifico, culla delle arti e della ricchezza. La città investe nella sua immagine urbana con grandi progetti architettonici e cerimonie pubbliche. Parallelamente, la nobiltà veneziana sposta parte dei suoi interessi verso la terraferma, sviluppando la “civiltà della villa” e legandosi alla proprietà terriera e alle bonifiche, segnando un passaggio da un’identità prevalentemente marittima a una più legata al continente.Riassunto Lungo
1. Tra Crisi Finanziaria e Sconfitte Militari, con Sprazzi di Gloria e Cultura
L’anno 1499 si aprì con una significativa crisi finanziaria a Venezia. Il 1° febbraio, il banco Garzoni a Rialto fallì, seguito poco dopo dal banco Lippomano. Questa situazione di difficoltà economica fu causata da massicci prelievi e da tensioni interne al patriziato veneziano, generando sfiducia diffusa e paralizzando le attività commerciali. La Signoria intervenne prontamente per garantire i depositi e cercare di stabilizzare la situazione, ma l’episodio mise chiaramente in luce la grande fragilità del sistema bancario dell’epoca. Curiosamente, in quello stesso giorno, in Piazza San Marco, fu inaugurata la Torre dell’Orologio. Quest’opera, progettata da Mauro Codussi, rappresentava un simbolo di ricchezza e prestigio per la città , ed era stata costruita con notevole rapidità nonostante le difficoltà economiche in corso.Un’Alleanza con la Francia
Pochi giorni dopo questi eventi finanziari, Venezia firmò un importante trattato con la Francia a Blois. Questo accordo era finalizzato a spartirsi il Ducato di Milano e a spodestare Ludovico il Moro, il suo attuale regnante. L’alleanza con una potenza come la Francia elevò Venezia a un ruolo di maggiore rilievo sullo scenario europeo. Tuttavia, questa mossa politica ebbe anche l’effetto di isolare la Serenissima dagli altri stati italiani. Molti all’interno del patriziato veneziano videro in questa alleanza con un potere esterno un rischio potenziale, temendo che potesse preparare il terreno per la formazione di future coalizioni ostili contro Venezia da parte degli altri stati della penisola.Le Sconfitte Militari
L’anno fu purtroppo segnato anche da gravi insuccessi militari per la Repubblica. In agosto, la flotta veneziana subì una pesante sconfitta nella battaglia navale contro gli Ottomani, un evento che fu poi ricordato come la “deplorabile battaglia di Zonchio”. Il comandante veneziano, Antonio Grimani, non riuscì a intervenire in modo efficace durante lo scontro, e questa battuta d’arresto portò alla perdita dell’egemonia navale di Venezia e segnò l’inizio dell’erosione dei suoi domini marittimi nel Mediterraneo orientale. Nonostante la gravità della sconfitta, Grimani fu processato ma ricevette una pena sorprendentemente lieve. Le difficoltà militari non si limitarono al mare: in autunno, truppe irregolari ottomane invasero il Friuli. Queste incursioni devastarono numerosi villaggi e portarono alla cattura di migliaia di persone. La popolazione locale, impreparata a un attacco di tale portata, subì perdite pesantissime, mentre il provveditore Andrea Zancani non riuscì a organizzare una difesa efficace per contrastare l’incursione nemica.Un Capolavoro della Stampa
Nonostante le avversità sul fronte economico e militare, il 1499 vide anche un traguardo di grande importanza nel campo culturale. Aldo Manuzio, il celebre stampatore veneziano, diede alle stampe l’Hypnerotomachia Poliphili. Questo libro è considerato ancora oggi un capolavoro per diverse ragioni. La sua tipografia è di altissima qualità , le illustrazioni che lo accompagnano sono notevoli e il linguaggio utilizzato è unico e ricercato. La pubblicazione dell’Hypnerotomachia Poliphili rappresentò un’eccellenza nel campo dell’editoria rinascimentale, dimostrando come Venezia mantenesse un ruolo di primo piano nella cultura e nell’arte della stampa anche in un periodo caratterizzato da sfide politiche ed economiche.Come è possibile che Venezia, nel pieno di una grave crisi finanziaria, inaugurasse con rapidità un simbolo di ricchezza e prestigio come la Torre dell’Orologio?
Il capitolo presenta la crisi bancaria e l’inaugurazione della Torre dell’Orologio come eventi quasi simultanei, ma non approfondisce la potenziale contraddizione tra la fragilità economica diffusa e la capacità dello stato di finanziare e completare rapidamente opere pubbliche così significative. Per comprendere meglio questa dinamica, sarebbe utile esplorare la natura specifica della finanza statale veneziana rispetto al sistema bancario privato, le priorità di spesa della Signoria in periodi di crisi e il significato politico e simbolico delle grandi opere urbane. Approfondire la storia economica di Venezia e la struttura del suo governo, magari leggendo autori come Frederic Lane o Stanley Chojnacki, potrebbe aiutare a chiarire come la Repubblica gestisse le sue risorse e le sue priorità in contesti complessi.2. Trasformazioni Epocali tra Lingua, Stampa e Commercio
Pietro Bembo stabilisce le basi della lingua italiana moderna scegliendo il volgare toscano del Trecento, quello usato da Dante, Petrarca e Boccaccio. Questa decisione si contrappone alla proposta di una lingua comune basata sugli idiomi delle corti italiane, unificando di fatto la base linguistica per gli scrittori. Bembo codifica questa lingua, rendendo possibile per gli italiani leggere i classici medievali senza traduzione, creando un ponte diretto con la tradizione letteraria. La sua opera principale, le Prose della volgar lingua, pubblicata nel 1525, diventa la prima grammatica italiana, un punto di riferimento fondamentale. Questo lavoro contribuisce enormemente alla diffusione del toscano letterario, portando gli altri idiomi parlati nella penisola a diventare, nel tempo, quelli che oggi chiamiamo dialetti.La rivoluzione della stampa
Il 1501 segna una svolta epocale nel mondo del libro grazie a Aldo Manuzio, che pubblica il primo libro tascabile. Questo formato innovativo, portatile e meno costoso, cambia radicalmente le abitudini di lettura, promuovendo una lettura più personale, per piacere e spesso silenziosa, accessibile a un pubblico più ampio. Manuzio non si limita a questo, ma introduce anche fondamentali innovazioni tipografiche come il carattere corsivo, che riduce lo spazio occupato dal testo, e una punteggiatura moderna, che migliora la comprensione e la scorrevolezza della lettura. Quasi contemporaneamente, Ottaviano Petrucci stampa a Venezia il primo libro musicale a caratteri mobili, l’Odhecaton. Questa invenzione dà un impulso straordinario alla diffusione della musica stampata, permettendo ai compositori di raggiungere un pubblico più vasto e consolidando la posizione di Venezia come uno dei principali centri musicali d’Europa.Venezia vista dall’alto e i suoi visitatori illustri
Nel 1500, a Venezia, Jacopo de’ Barbari realizza una grande veduta prospettica della città , un’opera che rappresenta un connubio notevole tra arte e conoscenza scientifica. Questa mappa offre una rappresentazione dettagliata e precisa di Venezia, così accurata da essere usata ancora oggi per confronti storici e studi urbanistici. La sua creazione, commissionata dal mercante Anton Kolb, richiede un complesso lavoro di squadra e l’utilizzo di misurazioni a distanza, distinguendosi nettamente dalle precedenti piante planimetriche. Oltre al suo valore documentario e scientifico, la veduta serve anche a scopi di propaganda, esaltando l’immagine di Venezia come un fiorente emporio commerciale, centro di scambi e ricchezza. Sempre nel 1500, la città riceve la visita di Leonardo da Vinci, la cui presenza è attestata da poche fonti. Si ipotizza che fosse lì per offrire consulenze militari sulla difesa del Friuli contro la minaccia turca, ma la sua presenza sembra aver avuto anche un impatto sul mondo artistico locale, influenzando artisti come Lorenzo Lotto e Tullio Lombardo con le sue idee e tecniche innovative.Innovazioni militari e difesa
Nello stesso periodo, Venezia dimostra la sua attenzione alla tecnologia militare fondando la “scuola di bombardieri”, che rappresenta il primo corpo di artiglieria statale organizzato. Questa corporazione struttura in modo formale l’addestramento degli artiglieri, segnando un passaggio cruciale nella storia militare: l’abbandono progressivo delle vecchie bombarde a favore dei cannoni. I nuovi cannoni sono significativamente più efficaci, con una gittata maggiore e una capacità di penetrazione superiore, caratteristiche particolarmente importanti per l’uso navale. Grazie a questa innovazione e all’addestramento specializzato, le galee veneziane acquisiscono una notevole superiorità artiglieristica sui mari, fondamentale per il mantenimento del loro dominio commerciale e militare. La produzione di queste artiglierie all’avanguardia è un monopolio affidato a poche famiglie specializzate, come i Conti e gli Alberghetti, garantendo così il controllo sulla tecnologia strategica.La sfida delle spezie e le risposte politiche
Un evento di portata mondiale che colpisce direttamente Venezia nel 1501 è l’arrivo a Lisbona di navi portoghesi cariche di spezie provenienti direttamente dall’India. La scoperta e l’utilizzo della rotta del Capo di Buona Speranza permette ai portoghesi di importare spezie a prezzi drasticamente inferiori rispetto a quelli veneziani. Venezia, infatti, dipendeva da una complessa rete di intermediari e lunghe carovane terrestri, che rendevano le spezie importate molto costose. Questa nuova “guerra delle spezie” minaccia in modo esistenziale il monopolio commerciale di Venezia sui beni di lusso orientali, una delle sue principali fonti di ricchezza e potere. La gravità della situazione spinge il Senato veneziano a cercare con urgenza soluzioni per contrastare questa nuova e potente concorrenza. In questo contesto di sfide, la morte del Doge Agostino Barbarigo nel 1501, criticato per la sua gestione del potere, porta a un’importante riforma politica. Viene istituito il meccanismo degli inquisitori sul doge defunto, un organismo incaricato di esaminare l’operato del Doge dopo la sua morte. Questo meccanismo ha lo scopo di controllare il potere dogale, prevenire abusi e garantire una maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione dello stato, eleggendo infine Leonardo Loredan, che si dimostrerà un capo capace in tempi difficili.Possiamo davvero ridurre la complessa evoluzione politica veneziana a una diretta conseguenza della “guerra delle spezie”?
Il capitolo, pur collegando la riforma sull’operato del Doge alla “guerra delle spezie” e al contesto di sfide, rischia di semplificare eccessivamente una dinamica istituzionale di lunga data. La limitazione del potere dogale a Venezia fu un processo plurisecolare, radicato nella struttura stessa della Repubblica e nelle continue tensioni tra le diverse componenti del governo oligarchico, ben prima dell’arrivo portoghese in India. Per comprendere appieno questa riforma, è fondamentale approfondire la storia costituzionale veneziana e il complesso equilibrio di poteri tra Doge, Maggior Consiglio, Senato e Consiglio dei Dieci. Approfondimenti sulla storia politica di Venezia, magari leggendo autori come Frederic Lane o John Julius Norwich, possono fornire il contesto necessario per valutare quanto la crisi economica del 1501 abbia effettivamente influenzato una tendenza politica già consolidata.3. Venezia: Incontri, Mercati e Confini
Venezia è un importante centro di incontri e accoglie visite significative. Arriva Isabella d’Este Gonzaga, che si interessa in particolare a strumenti musicali, profumi e opere d’arte. Un’altra ospite di riguardo è la regina Anna di Foix. Il suo arrivo è l’occasione per sfarzose cerimonie di stato. Questi eventi servono a mostrare a tutti la grande ricchezza della Repubblica.Arte e Cultura
In campo artistico, Vittore Carpaccio è impegnato a lavorare ai teleri per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni. Nelle sue opere raffigura scene sacre, ma anche dettagli della vita di Venezia, come le “piere sbuse”. Un altro evento importante è l’arrivo in città dell’antico bronzo chiamato l’Orante. Questa statua attira l’attenzione di molti artisti e collezionisti. Domenico Grimani mette insieme una vasta collezione di opere d’arte e libri. Decide di destinare una parte delle sue sculture allo stato, dando vita così al primo museo pubblico. Anche Tiziano Vecellio inizia la sua carriera in questo periodo. Lavora in particolare alla pala d’altare per Jacopo Pesaro.Attività Economiche e Commercio
Sul fronte economico, si cerca di dare nuovo impulso alle costruzioni navali. Un provvedimento del 1502 mira a contrastare il calo delle navi mercantili e la crescente concorrenza. Il commercio con l’Oriente rimane fondamentale per la città . Questo avviene nonostante l’apertura di nuove rotte da parte dei portoghesi. Un agente veneziano invia dal Cairo un rapporto molto dettagliato sul traffico delle spezie. In questo periodo viene anche stampata per la prima volta la “Tariffa” di Bartolomeo Pasi. Si tratta di un importante manuale commerciale. Questo manuale è noto anche perché include l’uso del simbolo @ per indicare l’oncia.Aspetti della Vita Sociale
Nella vita sociale della città , è molto presente la prostituzione. Questa attività si concentra in alcune aree specifiche, come le Carampane. Questa concentrazione avviene dopo la chiusura del luogo chiamato Castelletto. Vengono fatti tentativi per regolare questa attività . Tuttavia, nonostante questi sforzi, la prostituzione continua a prosperare. È sostenuta da diversi interessi economici e sociali.Situazione Politica e Conflitti
Sul piano politico, Venezia si trova a firmare una pace difficile con l’Impero Ottomano nel 1503. Questa pace comporta la perdita di importanti fortezze che si trovavano nel Peloponneso. La Repubblica decide poi di approfittare di un momento di debolezza. Dopo la morte del papa Alessandro VI, lo Stato Pontificio è meno forte. Venezia si espande così nei territori della Romagna e delle Marche. Annette città come Fano, Faenza e Rimini. Questa scelta di espandersi, però, crea subito nuove tensioni. I rapporti diventano difficili con il nuovo papa, Giulio II, e con altre potenze italiane.Davvero la fedeltà dei popolani e dei contadini fu un fattore così semplice e incondizionato nella resistenza di Venezia?
Il capitolo presenta la lealtà dei sudditi di terraferma come un elemento cruciale per la sopravvivenza della Repubblica, ma non ne esplora le ragioni profonde. La fedeltà non era un dato acquisito, ma il risultato di un complesso rapporto tra Venezia e i suoi territori, influenzato da politiche fiscali, amministrative, giudiziarie e dalle alternative offerte dagli invasori. Per comprendere meglio questo aspetto fondamentale, sarebbe utile approfondire la storia sociale ed economica dello Stato da Tera e il rapporto centro-periferia nella Repubblica di Venezia, magari leggendo autori che si sono occupati della storia del dominio veneziano sulla terraferma.7. Venezia Modello d’Europa
Dopo la sconfitta di Agnadello nel 1509, Venezia cambiò completamente la percezione che gli altri avevano di sé. Non era più vista solo come una potenza militare temuta, ma divenne uno stato ammirato, considerato un vero modello. Nel XVI secolo prese forma il “mito di Venezia”, l’idea di una repubblica ideale. Era vista come un luogo dove fiorivano le arti, dove la ricchezza veniva mostrata come un segno di forza politica e dove regnavano giustizia, equilibrio e armonia tra i cittadini. La forza che prima veniva dalle armi fu sostituita dallo splendore e dal denaro, seguendo l’idea che la vittoria si ottiene “con l’oro”. Un Modello di GovernoVenezia divenne un esempio di libertà e di governo stabile. Il suo modo di organizzarsi influenzò i modelli di governo in altre città , come Firenze, e persino in Inghilterra nel secolo successivo. Pensatori importanti come Petrarca e Savonarola, e più tardi Machiavelli e Guicciardini, pur avendo idee diverse, riconobbero la solidità e l’eccellenza del suo sistema politico. La stabilità dello stato, anche se forse un po’ idealizzata, sembrava basarsi su istituzioni che apparivano giuste e che lavoravano bene insieme. I funzionari dello stato, chiamati “cittadini originari” o segretari, ebbero un ruolo fondamentale per garantire che l’amministrazione funzionasse senza interruzioni. Libri come il “Libro de la Repubblica de Vinitiani” di Giannotti e il “De magistratibus et republica Venetorum” di Contarini contribuirono a diffondere l’idea che Venezia fosse uno “stato misto” ben bilanciato, ammirato dagli stranieri per la sua tranquillità e prosperità .
L’Immagine di Pace e SplendoreVenezia fu anche vista come uno stato che amava la pace. Si pensava che preferisse mantenere i suoi territori usando doni e denaro piuttosto che la guerra, anche se la sua storia militare era stata importante. Persino l’abito lungo indossato dai nobili veneziani fu interpretato come un segno della loro inclinazione alla pace. L’arte e l’architettura ebbero un ruolo essenziale nel mostrare questa immagine di rinascita e grandezza. Dopo il Sacco di Roma del 1527, molti intellettuali si trasferirono a Venezia, considerandola una “seconda Roma”. Il doge Andrea Gritti promosse un rinnovamento della città (renovatio urbis), realizzato da artisti come Jacopo Sansovino. Le feste e le cerimonie pubbliche erano fondamentali per esibire lo splendore dello stato e rafforzare il consenso sia all’interno che all’esterno.
La Ripresa e la ‘Civiltà della Villa’Dopo la sconfitta di Cambrai, le aree controllate da Venezia sulla terraferma (Stato da tera) conobbero una ripresa. Ci fu una forte crescita delle città e si svilupparono attività che anticipavano l’industria. Un cambiamento molto importante fu la crescita della “civiltà della villa” nella terraferma veneta. Questo fenomeno, che portò alla costruzione di migliaia di ville, rappresentò una sorta di “Venezia diffusa” e un nuovo modo di vivere per le famiglie nobili. Questa nuova vita era legata alla proprietà della terra e ai lavori per migliorarla, segnando un passaggio dall’interesse principale per il mare a quello per la terra.
Davvero la sconfitta di Agnadello trasformò Venezia in un modello di pace e giustizia, o il capitolo confonde l’immagine propagandistica con la complessa e spesso brutale realtà del potere veneziano?
Il capitolo descrive efficacemente la creazione e la diffusione del ‘mito di Venezia’ come repubblica ideale, ma lascia aperta una questione cruciale. Davvero l’immagine di stabilità , giustizia e pace proiettata all’esterno corrispondeva alla complessa e spesso spietata realtà interna e internazionale della Serenissima? Il rischio è quello di confondere la propaganda con la storia. Per andare oltre il mito e comprendere le reali dinamiche del potere veneziano, le sue contraddizioni e la sua evoluzione, è indispensabile uno studio più approfondito della sua storia politica, economica e sociale. Autori come Frederic Lane o Gaetano Cozzi offrono prospettive essenziali per esplorare la realtà dietro l’immagine idealizzata.Abbiamo riassunto il possibile
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