Contenuti del libro
Informazioni
“La società liquida. Che cos’è e perché ci cambia la vita” di Thomas Leoncini ti porta dentro un mondo che forse senti già tuo, anche se non lo chiami così: la `modernità liquida`. È un posto dove tutto cambia super veloce, più di quanto riusciamo ad abituarci, e dove il `tempo liquido` è diventato più importante dello spazio. Immagina un’ `incertezza` che non se ne va, ma è proprio il motore di tutto, spingendoci a cercare sempre qualcosa di nuovo. L’`individualismo` diventa la regola, e la vita sembra una ricerca continua: del `lavoro liquido`, di un’ `identità` che non sta mai ferma, e persino della felicità, che non è più uno stato ma un obiettivo da raggiungere col `consumo`. Le `relazioni` diventano più `effimere`, spesso nascono nei `non luoghi` o online, sui `social network`, dove è facile entrare e uscire senza troppi pensieri. Questo libro, basato sulle idee di pensatori come `Bauman` (citato per la distinzione tra disoccupazione ed esubero), ti fa capire perché ci sentiamo sempre un po’ persi, spinti dalla `flessibilità` e dalla paura di restare indietro. Ti mostra come questa `società liquida` ci costringa a reinventarci di continuo, cercando punti fermi che sembrano svanire subito, e come questo cambi radicalmente il nostro modo di vivere, pensare e relazionarci.Riassunto Breve
Nella società di oggi, chiamata modernità liquida, le cose cambiano così in fretta che non si fa in tempo a farle diventare abitudini. Non si può stare fermi o stabili. Il tempo è diventato la cosa più importante, è leggero e domina sullo spazio, che invece sembra pesante. L’incertezza non è un problema passeggero, ma una parte fissa di questa società, che aiuta l’economia a funzionare. Questa incertezza si vede nel non sapere cosa succederà, nel non poter controllare il futuro e in una paura che cerca sempre qualcosa da temere, come malattie o guerre. La forma delle cose sociali è più importante del loro contenuto, perché la forma decide i contenuti in un modo difficile da cambiare. Prima, nella modernità solida, lo spazio controllava il tempo; il potere teneva le persone chiuse in luoghi fisici e organizzava il loro tempo. Ora, il tempo non è più controllato dal potere, è diventato un diritto di ognuno, che spinge le persone a pensare solo a sé stesse. Si pensa che stare con gli altri sia un piacere, non qualcosa di necessario, perché il tempo, che riguarda l’individuo, ha preso il posto dello spazio, che invece significa stare insieme. L’idea di pensare solo a sé spinge a volersi migliorare sempre e a cercare nuovi inizi. L’idea di qualcosa che dura per sempre viene vista come qualcosa che si può misurare, una specie di “per sempre a tempo”. L’obiettivo non è più arrivare a un punto finale preciso, ma il processo stesso di miglioramento continuo, come se fosse la cosa definitiva. Adattarsi a questa società liquida significa cambiare sempre sé stessi, cercando qualcosa di stabile in un mondo che cambia. Questo si vede in cose come i tatuaggi, che sembrano voler dire qualcosa di definitivo, anche se poi si pensa che si possano sostituire. La bellezza è vista come giovinezza, qualcosa che si può comprare o ottenere con operazioni, anche da giovani. La libertà cambia: non è più solo non essere prigionieri, ma diventa un diritto a cambiare, a essere flessibili, a non avere impegni fissi. Questa “post-libertà” è il diritto di lasciare qualsiasi impegno che lega. Il dovere di fare qualcosa viene superato dal diritto di cambiare per realizzare sé stessi. La felicità non è più uno stato in cui si è, ma una ricerca continua, legata al comprare cose e a volere sempre cose nuove. Il mercato offre modi per sentirsi parte di qualcosa, ma solo per un po’. Le persone vogliono “diventare” felici comprando, non “essere” felici. La gioia, invece, è una forza che viene da dentro e non dipende da fuori o dalla società. Nella società liquida, il lavoro non è più qualcosa di fisso, ma una ricerca che non finisce mai. Come la felicità, non è più uno stato, ma un processo. Il guadagno arriva mettendo insieme cose che già esistono e creando collegamenti, non inventando cose nuove. Gli errori, che prima davano fastidio, ora possono portare guadagno se si agisce subito per correggerli. Essere lenti nel trovare soluzioni è il vero problema. Chi ha paura di sbagliare e non fa niente rischia di essere considerato un “consumatore difettoso”. In questa fase liquida, l’aspetto esteriore è più importante del contenuto per attirare l’attenzione. Troppe cose da guardare portano a non riuscire a concentrarsi, ma questo è un modo per difendersi, non per essere superficiali. La società che spinge a comprare fa cambiare spesso modo di identificarsi, e per i giovani è normale non sapere cosa faranno da grandi. Si vuole molto sentirsi parte di qualcosa, ma il mercato usa questo desiderio, rendendo la ricerca di successo e guadagno molto faticosa, perché si vedono sempre persone che sembrano ricche e felici senza sforzo. Questo porta a cercare un lavoro che guadagni “più degli altri”, confrontandosi sempre con gli altri. C’è differenza tra non avere lavoro per un po’ (disoccupazione) e essere considerati inutili per sempre (esubero). Essere in esubero significa essere fermi, mentre la società liquida dà valore a chi è veloce a trovare nuove soluzioni. Velocità e flessibilità sono fondamentali. La flessibilità nel lavoro significa sapersi adattare ai cambiamenti veloci. Il lavoro non è più solo “fare” o “avere”, ma “essere”. Dire “sono avvocato” lega chi sei al lavoro, e se il lavoro va male, è un colpo a chi sei. Adattarsi significa vedere il lavoro come qualcosa di temporaneo, come un guscio che si cambia per crescere. I momenti difficili possono portare nuove possibilità, come si è visto con il lavoro da casa e il Metaverso. Quest’ultimo crea nuovi spazi digitali dove l’unica cosa che conta per rendere un posto desiderabile e redditizio è quanto è visibile. La visibilità diventa convinzione. Il cambiamento, che prima era un fastidio temporaneo, ora è la prova che si è vivi. Le aziende cambiano logo per mostrare che sono nuove e piene di vita. La voglia di tornare ai lavori stabili di una volta (nostalgia del passato) nasce dalla paura del futuro e delle macchine che fanno il lavoro, anche se la tecnologia in passato ha sempre creato nuovi lavori. Essere flessibili è inevitabile e significa che le cose durano poco; durare a lungo è un limite per il mercato. La logica è “non sei ancora abbastanza bravo”, e questo spinge a imparare sempre cose nuove. Per affrontare tutto questo, servono consapevolezza di sé, capire le cose, prendersi le proprie responsabilità, coraggio, forza di volontà e speranza. La cosa importante è vivere il momento presente (studiare, lavorare) come se fosse un obiettivo in sé, non solo aspettando qualcosa che verrà dopo. Il valore di una persona si misura in quello che ha imparato e sa fare, non in quanto guadagna ogni mese. Il rischio è identificarsi completamente con il lavoro e i soldi, definendosi solo per quello che si ha. Le relazioni oggi si basano sull’incontro, che succede sempre più con persone che non si conoscono, sia nella vita vera che online. Questi incontri avvengono spesso in posti senza identità e storia, dove si cerca di non avere relazioni profonde, preferendo guardarsi velocemente o parlare in modo superficiale. Usare il telefono, soprattutto online, serve a passare il tempo in questi posti e a non pensare a sé stessi, cercando invece che gli altri ci dicano che andiamo bene e sentirsi desiderati. Questa necessità di sentirsi cercati e la troppa informazione da tutto il mondo creano ansia e rendono l’identità confusa. La società liquida è una società dove si cerca solo il piacere immediato, dove il desiderio serve solo a comprare subito, a differenza di prima dove il desiderio era un obiettivo. La fantasia, che non costa niente, viene messa da parte. I social network non creano gruppi di persone unite, ma reti di singoli individui. Danno la possibilità di andarsene quando si vuole, permettendo di staccarsi facilmente e gestire le relazioni come se si fosse padroni del proprio profilo. La parola “amicizia” perde valore, indicando semplici contatti che si possono sostituire facilmente. La fiducia diventa la speranza che l’altro non diventi troppo impegnativo. Il bisogno di sentirsi amati è forte, ma cercare qualcuno che dia amore è una cosa che dura poco. L’amore non è qualcosa che si trova o si riceve, ma qualcosa che si crea da soli, che nasce dall’amare sé stessi. Amare sé stessi senza condizioni permette di vedere gli altri come persone che aiutano, non come rivali, superando l’abitudine di questa società di confrontarsi su chi ha di più. Le relazioni online spesso si basano su quello che si ha, valutando l’altro come un prodotto da scegliere da un catalogo. Questo porta a incontri superficiali o a usare l’altro solo per il sesso per giustificare il tempo passato online. L’amore vero, invece, non segue le regole del mercato, richiede di crescere insieme e di affrontare i problemi, che sono necessari per far crescere una relazione. Evitare il dolore e le delusioni impedisce di conoscere sé stessi e di essere veramente felici, perché la vera felicità si trova superando le difficoltà e accettando tutte le emozioni umane.Riassunto Lungo
1. Il Dominio del Tempo Liquido
La società liquido-moderna si distingue profondamente perché le situazioni cambiano così rapidamente che le azioni individuali non riescono a diventare abitudini consolidate. Questa velocità di trasformazione impedisce di trovare punti fermi stabili o di restare ancorati a lungo. Il cambiamento più significativo rispetto alle epoche passate riguarda il ruolo predominante assunto dal tempo. Nella modernità liquida, il rapporto tradizionale tra spazio e tempo si è completamente rovesciato: il tempo è diventato leggero, flessibile e dominante, quasi un diritto individuale, mentre lo spazio è percepito sempre più come qualcosa di pesante, vincolante e limitante.L’Incertezza Come Condizione Permanente
Una caratteristica fondamentale di questa società è l’incertezza, che non è vista come un problema temporaneo da risolvere, ma come una condizione strutturale permanente e intrinseca. Questa incertezza, infatti, non ostacola, ma al contrario permette all’economia di prosperare, mantenendo le persone in uno stato di costante adattamento e consumo. L’incertezza si manifesta in vari modi nella vita quotidiana: come ignoranza del futuro, che non si può prevedere con sicurezza; come impotenza nel controllarlo, sentendosi in balia degli eventi esterni; e come una paura diffusa che cerca continuamente un bersaglio esterno su cui concentrarsi, come pandemie o conflitti globali. In questo contesto fluido e imprevedibile, la forma che i fenomeni sociali assumono diventa spesso più importante del loro contenuto intrinseco, perché la forma stessa modella i contenuti in modi rapidi e difficili da afferrare o contrastare.Dal Controllo Dello Spazio Al Dominio Del Tempo Individuale
Nella modernità precedente, spesso simboleggiata da strutture di controllo rigide come il Panopticon o l’organizzazione della fabbrica fordista, era lo spazio a esercitare il dominio sul tempo. Il potere si manifestava controllando le persone attraverso il loro confinamento fisico in luoghi specifici e gestendo il loro tempo in modo rigido, prevedibile e standardizzato. Oggi, invece, il tempo non è più uno strumento di controllo centralizzato del potere; è diventato un diritto individuale fondamentale, il motore primario che alimenta l’individualismo. L’individuo liquido-moderno tende a illudersi che la presenza degli altri sia solo un piacere opzionale, qualcosa da scegliere e da cui potersi slegare facilmente, non una necessità intrinseca alla condizione umana, proprio perché il tempo, ora focalizzato sull’individuo e sulla sua flessibilità, ha sostituito il ruolo centrale dello spazio, che per sua natura implica condivisione, coesistenza e legami duraturi.L’Individuo Nella Fluttuazione Continua
L’individualismo spinge a un continuo e incessante miglioramento personale e a una costante ricerca di nuovi inizi e nuove identità. Il concetto tradizionale di eternità viene reinterpretato e percepito non più come un fine ultimo trascendente, ma come qualcosa di misurabile nel presente, quasi un'”eternità a tempo”, un processo continuo senza una meta finale definita. L’obiettivo principale non è più raggiungere un fine ultimo stabilito una volta per tutte, ma il processo stesso di miglioramento e cambiamento costante, vissuto come se ogni tappa fosse definitiva, pur sapendo intimamente che è solo temporanea. L’adattamento a questa modernità liquida significa cambiare continuamente sé stessi, cercando disperatamente punti fermi e ancore in un mondo intrinsecamente fluido e mutevole. Questo bisogno di qualcosa di definitivo si manifesta, ad esempio, nella ricerca di identità attraverso pratiche come i tatuaggi, che rappresentano un desiderio di permanenza sul corpo, anche se poi vengono percepiti dalla stessa mentalità liquida come sostituibili o modificabili piuttosto che indelebili. Allo stesso modo, la bellezza viene sempre più identificata con la giovinezza, un’aspirazione che si cerca di raggiungere e mantenere a ogni costo attraverso il mercato e gli interventi estetici, talvolta iniziando anche in giovane età, nel tentativo di fissare un momento sfuggente.La Ridefinizione Della Libertà E Del Dovere
Anche il significato profondo di libertà subisce una radicale trasformazione in questa società. Da condizione principalmente fisica, legata alla possibilità di muoversi e agire senza costrizioni esterne, diventa una condizione mentale e un diritto individuale. Si trasforma nel diritto al cambiamento costante, alla flessibilità e, soprattutto, al disimpegno da legami e impegni duraturi. Questa condizione viene descritta come “post-libertà”, ovvero il diritto di potersi slegare facilmente da qualsiasi impegno che diventi vincolante o percepito come limitante per l’individuo e la sua ricerca di autorealizzazione. In questo contesto, il dovere tradizionale, inteso come obbligo verso gli altri o verso principi stabiliti, viene spesso scavalcato o considerato secondario rispetto al diritto individuale a cambiare percorso, identità o relazioni in nome della propria autorealizzazione percepita come prioritaria.La Ricerca Di Felicità Nel Consumo
Infine, la felicità si trasforma da uno “stato” stabile e duraturo da raggiungere e mantenere a una “ricerca” continua, incessante e insaziabile. Questa ricerca è strettamente legata alle dinamiche del consumo e alla produzione incessante di desideri sempre nuovi da soddisfare immediatamente. Il mercato diventa il luogo principale dove trovare identificazioni temporanee, prodotti o esperienze che offrono un fugace senso di appartenenza, scopo o realizzazione. L’uomo liquido-moderno non aspira tanto a “essere” felice in uno stato di quiete e soddisfazione, ma a “diventare” felice attraverso l’atto del consumo, dell’acquisizione e del cambiamento continuo. Questa ricerca consumistica e instabile della felicità si distingue nettamente dalla gioia, che invece è descritta come una forza interiore più autentica e profonda che non dipende da fattori esterni, dalle dinamiche della società o dalle offerte del mercato.Ma se il tempo è diventato un “diritto individuale” che alimenta l’incertezza e il consumo incessante, non è forse questa “libertà” una gabbia dorata che maschera nuove forme di controllo sociale?
Il capitolo descrive con efficacia le trasformazioni sociali, ma la tesi che il dominio del tempo individuale rappresenti una vera e propria liberazione dal controllo spaziale merita un’analisi più approfondita. L’idea che l’incertezza strutturale non sia un problema ma un motore economico, e che la felicità si riduca a una ricerca consumistica, suggerisce che questa “libertà” di disimpegno e cambiamento continuo possa in realtà essere funzionale a logiche di potere e mercato che sfuggono al controllo individuale. Per esplorare questa potenziale contraddizione e comprendere meglio le dinamiche di potere nella società contemporanea, è utile confrontarsi con autori che hanno analizzato criticamente il rapporto tra individuo, consumo e controllo sociale, come Zygmunt Bauman stesso, e approfondire studi di sociologia critica e filosofia politica che esaminano le nuove forme di sorveglianza e condizionamento nell’era digitale e della flessibilità.2. La ricerca liquida del lavoro e dell’identità
Nella società di oggi, il lavoro non è più un posto fisso o uno stato stabile. È diventato una ricerca continua, un processo che non finisce mai, un po’ come la ricerca della felicità. Il profitto, in questo contesto, nasce non tanto dall’inventare cose completamente nuove, ma dal mescolare e collegare ciò che già esiste. Quello che una volta era visto come un problema o un disturbo, l’interferenza o l’errore, può diventare una fonte di nuovo guadagno, a patto di reagire in fretta. La lentezza nel trovare soluzioni è il vero limite. Chi ha paura di sbagliare e non si muove rischia di essere considerato un “consumatore difettoso”.Forma e contenuto nella società liquida
In questa fase “liquida”, quello che appare, la forma, spesso conta più del contenuto vero e proprio nel catturare l’interesse. Ci sono così tanti stimoli che la nostra attenzione si riduce; non è superficialità, ma una forma di difesa. La società dei consumi ci spinge a cambiare continuamente modo di identificarci. Per i giovani, l’incertezza sul lavoro futuro è diventata quasi normale. C’è un forte bisogno di sentirsi parte di qualcosa, di avere un’identità, ma il mercato sfrutta questo desiderio. La ricerca di successo e profitto diventa molto stressante, alimentata dalla costante visione di persone che sembrano ricche e felici senza sforzo. Questo spinge a cercare un lavoro che “paghi più degli altri”, in un confronto continuo con gli altri.Disoccupazione ed esubero: una distinzione cruciale
C’è una differenza importante tra essere disoccupati, che è visto come uno stato temporaneo, ed essere in “esubero”. L’esubero è una condizione più permanente, quasi come essere un rifiuto, qualcuno considerato superfluo. Chi è in esubero è fermo, mentre la società liquida premia chi è veloce a trovare nuove strade.Velocità, flessibilità e il valore del cambiamento
La velocità e la capacità di adattarsi (la flessibilità) sono essenziali. La flessibilità professionale significa sapersi muovere rapidamente quando le cose cambiano. Il cambiamento, che una volta era visto come un fastidio temporaneo da superare, ora è diventato una prova di vitalità. Le aziende cambiano spesso il loro logo, ad esempio, per mostrare che sono innovative e piene di energia.Il lavoro come identità e la necessità di adattarsi
Il modo in cui vediamo il lavoro è cambiato: non si tratta più solo di “fare” qualcosa o “avere” un certo ruolo, ma sempre più di “essere”. Dire “sono un avvocato” lega l’identità alla professione. Se il lavoro non va bene, è come se fallisse una parte di noi stessi. Per adattarsi, bisogna imparare a vedere il lavoro come qualcosa di temporaneo, un po’ come l’aragosta che cambia il suo guscio per poter crescere. Le crisi possono accelerare nuove opportunità. Lo abbiamo visto con la diffusione improvvisa dello smart working o con l’emergere di spazi digitali come il Metaverso. In questi nuovi mondi virtuali, l’unica cosa che rende un “terreno” interessante e potenzialmente redditizio è la sua visibilità. Essere visti diventa quasi un modo per convincere gli altri del proprio valore.Paura del futuro e la logica del “non sei ancora abbastanza”
La nostalgia per i lavori sicuri e stabili di una volta (chiamata retrotopia) nasce dalla paura di quello che verrà e dall’idea che le macchine ci ruberanno il lavoro. Anche se la storia ci mostra che la tecnologia finisce sempre per creare nuovi tipi di lavoro. La flessibilità è ormai inevitabile e porta con sé la temporaneità; la stabilità a lungo termine è vista come un limite dal mercato. La logica dominante è quella del “non sei ancora abbastanza”, che ci spinge a specializzarci e migliorarci continuamente.Affrontare la ricerca: vivere il “durante”
Per affrontare tutto questo, servono diverse qualità: conoscere bene se stessi, capire la situazione, prendersi le proprie responsabilità, avere coraggio, essere tenaci e mantenere la speranza. La cosa più importante è vivere il presente, il “durante” – che sia lo studio o il lavoro attuale – come qualcosa di prezioso in sé, e non solo come un’attesa per raggiungere un obiettivo futuro. Il valore di una persona si misura per le capacità e le esperienze accumulate, non solo per quanto guadagna ogni mese. Il rischio più grande è quello di identificarsi completamente con il proprio lavoro e con quello che si possiede, definendo se stessi solo in base a queste cose.Ma siamo certi che la storia, da sola, basti a rassicurarci sul futuro del lavoro nell’era dell’automazione spinta?
Il capitolo menziona, a ragione, che la storia ci insegna che la tecnologia crea nuovi tipi di lavoro. Tuttavia, presentare questo fatto come una semplice rassicurazione sul futuro del lavoro nell’attuale contesto di automazione avanzata e intelligenza artificiale rischia di semplificare eccessivamente una questione complessa e dibattuta. La natura dei nuovi lavori creati, le competenze richieste, la velocità con cui vengono sostituiti quelli vecchi e le potenziali implicazioni sulla disuguaglianza sono temi cruciali che meritano un’analisi più approfondita. Per esplorare queste sfide contemporanee, è utile approfondire l’economia del lavoro nell’era digitale e la sociologia dell’automazione, leggendo autori come Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee.3. Relazioni Effimere e la Ricerca di Sé nell’Era Liquida
Le relazioni oggi nascono spesso dall’incontro con persone sconosciute, sia di persona che online. Questi incontri avvengono frequentemente nei “non luoghi”, cioè spazi senza una storia o un’identità precisa. Qui, le persone tendono a evitare legami profondi, preferendo scambi rapidi o interazioni superficiali.La connessione digitale e la ricerca di conferme
Lo smartphone e la connessione digitale diventano uno strumento per riempire il tempo in questi “non luoghi” e per sfuggire all’analisi interiore. Si cerca invece l’approvazione esterna e la sensazione di essere desiderati dagli altri.Ansia, identità frammentata e la società del godimento
Questa dipendenza dal sentirsi cercati e l’enorme quantità di informazioni disponibili a livello globale generano ansia e rendono l’identità meno stabile. La società attuale è una società basata sul godimento immediato, dove il desiderio serve solo a consumare subito qualcosa. Questo è diverso dal passato, quando il desiderio era un obiettivo a lungo termine. L’immaginazione, che per sua natura non porta al consumo rapido, viene messa da parte.I social network: network individuali e amicizie svalutate
I social network non creano vere comunità, ma piuttosto reti di singoli individui. Offrono la possibilità di “uscire” facilmente dalle relazioni digitali, permettendo a ciascuno di gestire il proprio profilo quasi come un sovrano. La parola “amicizia” perde valore, indicando semplici collegamenti che possono essere sostituiti senza difficoltà. La fiducia si trasforma nella speranza che l’altra persona non diventi troppo vincolante.Il bisogno d’amore e l’importanza dell’amore per se stessi
Esiste un forte bisogno di sentirsi amati, ma la ricerca di un “amante” che doni amore è spesso solo un desiderio momentaneo. L’amore non è qualcosa che si trova o si riceve dall’esterno. È una creazione personale che nasce dall’amare se stessi. Amare se stessi senza condizioni permette di vedere gli altri come alleati, non come rivali, superando la tendenza della società attuale a confrontarsi su ciò che si “ha”.Relazioni online basate sull’avere e la sfida dell’amore vero
Le relazioni online si basano spesso su ciò che si “ha”, valutando l’altro come un prodotto da scegliere da un catalogo. Questo porta a incontri superficiali o a rapporti basati solo sul sesso per giustificare il tempo impiegato. L’amore autentico, invece, non segue le regole del mercato. Richiede di crescere insieme e di affrontare i conflitti, che sono una parte necessaria dello sviluppo di un legame. Evitare il dolore e la delusione impedisce di conoscere veramente se stessi e di raggiungere la felicità autentica, che si trova proprio nel superare le difficoltà e nell’accettare tutte le emozioni umane.Ma davvero l’amore per se stessi è l’unica bussola valida in questo mare di relazioni ‘liquide’, o c’è spazio per l’agenzia individuale e forme di connessione che sfuggono a questa rigida dicotomia?
Il capitolo dipinge un quadro piuttosto desolante delle relazioni contemporanee e propone l’amore per se stessi come via d’uscita quasi esclusiva. Tuttavia, questa visione rischia di trascurare la capacità degli individui di adattarsi, trovare significato e costruire legami profondi anche nei contesti descritti. Inoltre, non tutti gli individui vivono queste dinamiche allo stesso modo. Per approfondire queste sfumature e comprendere meglio l’interazione tra individuo e contesto sociale, sarebbe utile esplorare studi in sociologia delle relazioni, psicologia sociale e filosofia dell’identità. Autori come Zygmunt Bauman offrono la cornice teorica della modernità liquida, ma confrontarsi con prospettive che esplorano la resilienza umana e le diverse forme di capitale sociale o le teorie dell’attaccamento può arricchire la comprensione di come si formano e mantengono i legami.Abbiamo riassunto il possibile
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