Letteratura

La società che ella tiene

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1. Vita Letteraria e Conflitti Coniugali

Mary McCarthy, nata nel 1912, affronta un’infanzia segnata dalla perdita e dalle difficoltà, ma emerge come intellettuale anticonformista. La sua educazione cattolica e la passione per i classici, in particolare Tolstoj, plasmano il suo spirito critico. A New York, diventa una firma di spicco nel giornalismo letterario e teatrale. La sua vita privata, costellata di matrimoni e relazioni intense, si intreccia con la sua opera. “Trattamento barbaro e crudele” svela le dinamiche di un adulterio femminile. La protagonista, in bilico tra il marito Tom e l’amante, l'”Amico”, assapora il brivido del segreto e il senso di superiorità che ne deriva. La situazione si capovolge quando la confessione al marito innesca una reazione inattesa: un dolore composto che, paradossalmente, rafforza il loro legame. Questo nuovo equilibrio, però, è fragile. La protagonista si trova di fronte a una scelta: il matrimonio o l’amante. La relazione extraconiugale, idealizzata nel segreto, si rivela deludente alla luce del sole. La donna parte, lasciando presagire una separazione e un futuro incerto, ma con la consapevolezza di aver chiuso definitivamente con il passato.

2. Le Illusioni delle Gallerie Savile

Il signor Sheer è il direttore delle Gallerie Savile, un luogo che, dietro un’apparenza di prestigio, nasconde una realtà ben diversa. Gli spazi sono angusti, l’illuminazione scarsa e gli oggetti esposti di poco valore. La merce, in realtà, non è di proprietà di Sheer, ma è ottenuta in prestito da altri commercianti. L’attività principale, la commissione di miniature di cani, è un’idea in cui Sheer crede fermamente, nonostante i guadagni siano limitati e le difficoltà non manchino. Cani problematici e clienti insoddisfatti sono all’ordine del giorno. La situazione economica è disastrosa: i debiti si accumulano e gli ufficiali giudiziari sono ospiti frequenti. Sheer, però, è abile nell’evitare i creditori, inventando scuse sempre nuove per rimandare i pagamenti. Un evento significativo è quello dei diamanti prestati dal gioielliere Bierman. Per giustificarne la sparizione, Sheer inventa la fuga di un certo Carew con le pietre preziose, coinvolgendo la sua segretaria in una messinscena per rassicurare Bierman. La segretaria, inizialmente all’oscuro dei raggiri, viene progressivamente coinvolta nelle truffe, sfruttando la sua immagine di onestà per ingannare i creditori e racimolare denaro. Per sopravvivere, Sheer ricorre a ogni tipo di espediente, arrivando persino a vendere un bronzo non suo per placare l’ira di Bierman. Nonostante le difficoltà e le menzogne continue, Sheer sembra quasi compiacersi della sua vita da imbroglione. Le Gallerie Savile, pur sull’orlo del fallimento, riescono a restare a galla grazie a una serie di sotterfugi e promesse mai mantenute. Le Gallerie Savile chiudono, ma Sheer ricompare in ambienti sempre più eleganti, solo per fallire di nuovo e riemergere. Dietro il successo di facciata, Sheer è perennemente insoddisfatto. Incapace di abbandonare la sua vera natura, trova un’insolita consolazione nel ricordo dei tempi bui e disonesti. La sua esistenza è una rappresentazione continua, un tentativo costante di preservare un’illusione di rispettabilità che stride con la sua anima di truffatore.

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5. La Gabbia della Natura

La signorina Sargent si sente indignata per quelle che percepisce come persecuzioni politiche, ma Jim le liquida come semplici isterismi di una setta. Lui si sente al sicuro, immune da tutto ciò, e quasi si diverte nel seguire i dibattiti sui processi di Mosca. Eppure, qualche dubbio inizia a farsi strada anche nella sua mente, soprattutto quando nota che Dewey ha aderito al comitato pro-Trotsky e che al “Liberal” si respirano segnali di un’epurazione dei trotskisti. La rivista cambia linea editoriale, mettendo da parte chi non si allinea, fino al licenziamento della signorina Sargent. Jim, offeso da questo comportamento, si dimette per solidarietà e decide di scrivere un libro ambizioso sull’industria dei trasporti. L’entusiasmo iniziale, però, svanisce in fretta, schiacciato dalla difficoltà di scrivere e dalla mancanza di ispirazione. Jim finisce per accettare un lavoro ben pagato alla rivista “Destiny”, abbandonando il suo progetto letterario. Questo nuovo lavoro lo assorbe completamente, allontanandolo dagli ideali politici della gioventù e trascinandolo in un mondo fatto di reportage patinati e dati da verificare. Si adatta velocemente alla cultura aziendale di “Destiny”, trovando soddisfazione nel suo ruolo di osservatore privilegiato della società americana. Dimentica le sue ambizioni marxiste, convinto che la sua scelta rappresenti un ritorno alla realtà dei fatti. Intanto, la signorina Sargent è in seduta dallo psicoanalista. Ricorda un sogno strano che ha fatto e analizza la figura del dottor James, proiettando su di lui le sue paure e insicurezze. Il dialogo si sposta poi sulla sua infanzia difficile, segnata dalla morte della madre e da una zia oppressiva, e sul rapporto complicato con un padre assente. Riaffiorano ricordi dolorosi e la sensazione di non essere mai stata capita o amata veramente. La seduta prosegue con l’analisi del suo matrimonio fallito e delle relazioni passate, mostrando un chiaro schema di autosabotaggio e una profonda difficoltà nell’accettare il proprio ruolo e la propria identità. La paziente passa dalla critica feroce verso se stessa al desiderio di essere compresa e accettata, bloccata in un circolo di autoanalisi e insoddisfazione. Nonostante le ferite del passato, la terapia si chiude con una piccola apertura alla speranza, suggerendo che la paziente abbia la forza per cambiare il proprio destino.

6. La Prigione Dorata

La donna affronta il passato che ritorna e cerca di scappare, provando a trovare sé stessa in diverse esperienze. Questi tentativi, però, non le dicono chi è veramente, perché le sfide che sceglie le sembrano finte. Senza rendersene conto, desidera rivivere le emozioni della sua famiglia d’origine, ma i matrimoni e le relazioni non riescono a ricreare l’atmosfera della casa paterna. In queste storie si sente libera, ma proprio questa libertà la rende insoddisfatta. Dopo aver chiuso queste relazioni, cerca uomini simili al padre: più grandi, sposati e persino della stessa regione. Morto il padre, sposa Frederick, ripetendo da adulta l’infelicità di quando era bambina. Si isola di nuovo, abbandona amicizie e lavoro, e dipende economicamente da Frederick. La solitudine e la fragilità della donna sono aggravate dai problemi di Frederick, che è insicuro e quindi tirannico e possessivo, ma allo stesso tempo ha paura di amare ed è distante. In questo periodo, la religione torna nella sua vita, questa volta quella protestante. Arriva anche un medico, che le ricorda un’immagine del padre da bambina. La donna si rimprovera per la debolezza dimostrata nello sposarsi, ma il medico le fa capire che in realtà è stato un atto di coraggio, un modo per affrontare le sue paure e mettersi alla prova. Anche se si sente fragile e schiacciata, il medico le assicura che ha la forza per farcela, una forza che lei non crede di avere. Il medico le spiega che la sua debolezza nasce dal vivere con le sue paure e che la libertà va conquistata dentro il matrimonio, ottenendo il diritto di pensare, scegliere e spendere i soldi come vuole, compreso il diritto di lasciare Frederick. Solo quando avrà conquistato questa libertà, forse non sentirà più il bisogno di usarla, e potrebbe persino riconciliarsi ed essere felice con Frederick. Le dice che la sua intelligenza e la sua bellezza sono le armi per farcela. Dopo l’incontro, la donna è prima euforica, convinta di piacere al medico, poi terrorizzata, pensando che le sue parole potessero essere solo un trucco per curarla. Fa un sogno intenso: si trova in un posto brutto ed è attratta da persone disgustose, che poi diventano belle, ma subito dopo tornano orribili. Il sogno le mostra che non riesce ad amarsi e che ha bisogno dell’approvazione degli altri. Capisce di essere in una trappola che si è costruita da sola, ma capisce anche di saper riconoscere le sue trappole. Nonostante non riesca a vedere chiaramente le sue emozioni, spera di mantenere viva la sua consapevolezza, chiedendo di non perdere la capacità di capire, anche nella sua fragilità.

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