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Informazioni
“La Shoah in Italia La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo” di Michele Sarfatti è un libro fondamentale per capire come la terribile Catastrofe ebraica, la Shoah, si sia manifestata specificamente nel nostro paese. Partendo dalla definizione di Shoah e dalla sua unicità rispetto ad altri stermini, il testo ci porta a scoprire la vita degli ebrei in Europa prima della guerra e come l’antico pregiudizio religioso si sia trasformato in antisemitismo razziale e poi in persecuzione di stato sotto il nazismo e il fascismo. Il libro spiega l’escalation che ha portato dai ghetti e dalle leggi razziali, come le Leggi di Norimberga in Germania e le Leggi Razziali fasciste del 1938 in Italia, allo sterminio sistematico nei campi di morte come Auschwitz-Birkenau. Ma il focus principale è sull’Italia: il libro descrive la situazione degli ebrei italiani prima del 1938, la loro integrazione e poi l’inizio della persecuzione fascista, divisa in due fasi nette: prima la “persecuzione dei diritti” con l’esclusione dalla vita civile e professionale, poi, dopo l’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana, la “persecuzione delle vite” con arresti, internamenti e la tragica deportazione degli ebrei italiani verso lo sterminio. È un racconto chiaro e diretto che ci fa capire la complessità e la brutalità della persecuzione ebraica in Italia e in Europa.Riassunto Breve
La Shoah è una parola ebraica che significa catastrofe, usata per indicare la persecuzione nazista contro gli ebrei, estesa poi all’annientamento fisico di milioni di persone. Questo termine, adottato ufficialmente in Israele nel 1951, descrive l’evento dal punto di vista delle vittime, contrapponendosi al burocratico “Soluzione finale” dei persecutori. La diffusione internazionale del termine Shoah avviene in modo significativo dopo il 1985. La Shoah, in particolare lo sterminio sistematico, si distingue per la sua intenzionalità, sistematicità e l’assenza di eccezioni nell’assassinio, richiedendo una combinazione di odio, burocrazia, tecnologia e ideologia. A differenza di altri sistemi repressivi, i Lager nazisti come Auschwitz includono strutture dedicate all’uccisione di massa tramite gas. L’unicità si basa sulla comparazione storica e non impedisce ulteriori confronti per la comprensione.La Shoah si estende dal 1933 al 1945, con lo sterminio concentrato negli ultimi quattro anni. Coinvolge gran parte dell’Europa e gli ebrei dell’Africa mediterranea. Si stimano circa 6 milioni di vittime, due terzi degli ebrei europei. Il calcolo preciso è difficile per vari fattori. La percentuale di vittime varia molto per paese. Prima della guerra, gli ebrei europei, circa 9 milioni, sono diversi per origine, lingua e orientamenti, concentrati in aree urbane e professioni specifiche, con diversi livelli sociali e sacche di povertà.L’ostilità verso gli ebrei, l’antisemitismo, è un pregiudizio radicato, evoluto dall’antigiudaismo religioso a un nuovo razzismo biologico nel tardo Ottocento. Questo razzismo classifica le popolazioni gerarchicamente, ponendo gli “ariani” al vertice. L’antisemitismo moderno si diffonde con accuse contraddittorie e teorie cospirative. L’ascesa di Hitler nel 1933 segna l’inizio della persecuzione statale in Germania. La cittadinanza viene basata sul “sangue tedesco”, escludendo gli ebrei. Vengono emanate leggi che limitano la loro presenza nella vita pubblica e professionale. Le Leggi di Norimberga del 1935 negano la cittadinanza agli ebrei e proibiscono matrimoni misti, introducendo una classificazione razziale. La violenza, come la Kristallnacht nel 1938, accompagna le leggi. Leggi antiebraiche si diffondono in altri paesi europei, creando ebrei apolidi.La guerra dal 1939 intensifica la persecuzione. L’espansione tedesca porta milioni di ebrei sotto controllo nazista, soprattutto in Polonia. L’ebreo diventa un nemico. Le condizioni di vita peggiorano con restrizioni e lavoro forzato. Nei territori occupati si creano i ghetti, aree isolate dove gli ebrei vengono concentrati e muoiono di fame. Dal 1939, gli ebrei devono indossare un segno distintivo. Con l’invasione dell’URSS nel 1941, la persecuzione diventa sterminio di massa. Le Einsatzgruppen uccidono migliaia di ebrei con fucilazioni di massa. Fine 1941, a Berlino si decide lo sterminio di tutti gli ebrei d’Europa. Si costruiscono campi unicamente per lo sterminio e si inizia a usare il gas. La deportazione sistematica verso est ha inizio. Milioni di ebrei vengono uccisi nei territori conquistati all’URSS e soprattutto nei campi di sterminio in Polonia, con Auschwitz-Birkenau come centro principale. La persecuzione include la confisca dei beni e la perdita della cittadinanza. Paesi alleati della Germania partecipano allo sterminio. Gli ebrei resistono nascondendosi, unendosi alla Resistenza o con rivolte. Molti europei non ebrei aiutano a salvare vite. Anche altri gruppi subiscono persecuzioni. La liberazione dei campi avviene nel 1945.In Italia, gli ebrei ottengono piena uguaglianza legale nell’Ottocento. Nel 1938 sono circa 46.000, con un livello sociale medio elevato. L’organizzazione comunitaria è centralizzata. Prima del 1938, i matrimoni misti sono frequenti e gli ebrei partecipano alla vita politica, anche nel partito fascista. Mussolini manifesta stereotipi antiebraici, ma il PNF non include l’antisemitismo nel programma fino al 1938. Tuttavia, Mussolini promuove un allontanamento degli ebrei da posizioni di vertice prima del 1933. La politica antiebraica diviene esplicita a metà anni Trenta. Si sviluppa in due fasi: 1938-1943, “persecuzione dei diritti” con leggi restrittive senza uccisioni nella penisola; 1943-1945, “persecuzione delle vite” con arresti, internamenti e deportazioni verso lo sterminio sotto la Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione tedesca. Questa separazione temporale distingue il caso italiano.La persecuzione antiebraica in Italia, avviata da Mussolini, è un’azione autonoma del regime fascista, motivata dal desiderio di rendere la nazione “ariana”. Nonostante la mancanza di un forte antisemitismo popolare, si introduce una legislazione basata sulla razza biologica. La prima fase (1938-1943) estromette gli ebrei dalla vita civile e professionale tramite leggi e disposizioni, limitando diritti e proprietà. L’obiettivo iniziale è l’allontanamento. Dopo la caduta di Mussolini e la divisione dell’Italia (1943), la persecuzione diventa letale. La RSI dichiara gli ebrei “stranieri” e “nemici”, ordinando arresto e internamento. Gli arresti sono eseguiti da polizia tedesca e italiana. Gli ebrei arrestati dagli italiani vengono consegnati ai tedeschi e concentrati in campi come Fossoli e Bolzano, da cui vengono deportati ad Auschwitz. La confisca dei beni diventa sistematica sotto la RSI. Migliaia di ebrei cercano rifugio nascondendosi o fuggendo. Una minoranza si unisce alla Resistenza. La popolazione italiana non-ebraica mostra comportamenti diversi, dalla solidarietà alla collaborazione. La politica razziale fascista, formalizzata nel Manifesto della Razza del 1938, afferma l’esistenza di razze, la purezza della razza italiana di origine ariana e la non appartenenza degli ebrei alla razza italiana. Si proibiscono i matrimoni misti e si definisce legalmente l’appartenenza alla razza ebraica, imponendo restrizioni e divieti in vari settori, inclusa la scuola. Agli ebrei stranieri viene vietato risiedere stabilmente e le cittadinanze concesse dopo il 1919 vengono revocate. Sotto la RSI, gli ebrei sono dichiarati nemici, internati e i loro beni confiscati.Riassunto Lungo
1. La Catastrofe Ebraica e la sua Unicità
Shoah è una parola ebraica che significa catastrofe, disastro, distruzione. Questo termine è presente nei testi biblici e i sionisti lo hanno iniziato a usare fin dal 1937 per descrivere la persecuzione nazista contro gli ebrei. Inizialmente si riferiva alle violenze e alle difficili condizioni di vita dopo l’annessione dell’Austria e i pogrom del 1938. Successivamente, il suo significato si è ampliato fino a comprendere l’annientamento fisico di milioni di ebrei in Europa.Il Termine Shoah e il suo Significato
Nel 1951, il Parlamento israeliano ha scelto ufficialmente il termine Shoah per istituire un giorno nazionale. Questa giornata è dedicata alla memoria della catastrofe e alle rivolte che scoppiarono nei ghetti. La data scelta coincide con l’insurrezione del ghetto di Varsavia. In ebraico, “ha-shoah” è diventata la Catastrofe per eccellenza, il nome che identifica l’intera vicenda storica. Questo include sia le prime persecuzioni che lo sterminio sistematico avvenuto in seguito.Shoah contro Endlösung
Il termine Shoah si pone in contrasto con la parola tedesca Endlösung, che significa Soluzione finale. Shoah è una parola che appartiene al linguaggio delle vittime e descrive l’evento dal loro punto di vista diretto e immediato. Endlösung, al contrario, è un termine usato dai persecutori. È un termine burocratico e volutamente generico, che si riferisce a un piano deciso e organizzato per eliminare gli ebrei.La Diffusione del Termine
Per molti decenni, la parola Shoah è stata usata quasi esclusivamente in Israele. In Italia, ad esempio, si preferivano espressioni come “persecuzione antiebraica nazista” o semplicemente “sterminio”. La diffusione del termine ebraico a livello internazionale è avvenuta in modo significativo dopo l’uscita del film “Shoah” del regista Claude Lanzmann nel 1985. In Italia, il termine ha iniziato a diffondersi negli anni Novanta, diventando gradualmente più comune.L’Unicità della Shoah
Molti studiosi ritengono che la Shoah, in particolare lo sterminio sistematico, presenti caratteristiche uniche nella storia. Anche se l’umanità ha conosciuto altri stermini e deportazioni, la Shoah si distingue per la sua chiara intenzione di annientare un intero popolo. Questa operazione è stata estremamente sistematica, senza eccezioni nell’assassinio di ebrei, incluse donne, madri e bambini indifesi. Per realizzare questo progetto, è stata necessaria una combinazione inedita di odio ideologico, organizzazione burocratica, tecnologia moderna e pianificazione dettagliata.Confronti e Dibattiti
A differenza dei Gulag sovietici, dove la mortalità era altissima ma non era l’unico scopo, i Lager nazisti come Auschwitz-Birkenau includevano strutture costruite appositamente per lo sterminio di massa. Nelle camere a gas, la maggior parte delle persone appena arrivate veniva immediatamente uccisa. L’idea dell’unicità si basa su un confronto attento con altri eventi storici, ma questo non impedisce di fare ulteriori confronti per capire meglio cosa è successo. L’idea che la Shoah sia unica è oggetto di dibattito tra gli studiosi. Purtroppo, è anche contestata da chi nega o minimizza l’evento per motivi antisemiti. Capire la Shoah come un capitolo fondamentale della storia è la cosa più importante, al di là del nome che le viene dato.Se l’unicità della Shoah è un punto dibattuto, quali altri stermini o atrocità storiche andrebbero considerate per valutare appieno la sua specificità?
Il capitolo evidenzia correttamente come l’idea dell’unicità della Shoah sia oggetto di dibattito. Tuttavia, per comprendere appieno questa discussione e la specificità dell’evento, non basta il confronto accennato con i Gulag. È fondamentale allargare lo sguardo ad altri stermini e atrocità di massa avvenuti nella storia, per analizzare le differenze e le similitudini nei metodi, nelle motivazioni e nell’organizzazione. Approfondire la storia comparata dei genocidi e gli studi sulla violenza di massa, leggendo autori come Hannah Arendt o Raul Hilberg, può fornire gli strumenti critici necessari per valutare le argomentazioni a favore e contro l’unicità, e per collocare la Shoah nel più ampio e tragico panorama delle violenze umane.2. Lo sterminio e la vita degli ebrei d’Europa
La vita degli ebrei prima della Shoah
Prima della Seconda Guerra Mondiale, la popolazione ebraica nel mondo superava i sedici milioni di persone, con più di nove milioni residenti in Europa. Molti ebrei si spostavano intensamente verso i grandi centri urbani e fuori dall’Europa, scegliendo mete come gli Stati Uniti e la Palestina. Gli ebrei europei presentavano una grande varietà di origini, come Ashkenaziti e Sefarditi, e parlavano lingue diverse, tra cui Yiddish e Ladino. Anche i loro orientamenti religiosi e politici erano molto vari, spaziando dai tradizionalisti agli ortodossi, dai secolaristi ai sionisti e ai Bundisti. La loro presenza nel mondo del lavoro si concentrava principalmente nel commercio, nelle professioni liberali e nella finanza, con una bassa percentuale impiegata nell’agricoltura. Nonostante un livello di alfabetizzazione e partecipazione all’istruzione generalmente più alto rispetto alla media, la loro condizione sociale non era uniforme e includeva ampie sacche di povertà diffusa. L’ottenimento dei diritti civili e legali (emancipazione giuridica) avvenne in momenti diversi nei vari paesi europei.Il periodo e l’estensione della Shoah
La Shoah, il periodo dello sterminio sistematico degli ebrei, si estende per dodici anni, dal 1933 al 1945. La fase di sterminio più intensa e organizzata si concentra negli ultimi quattro anni di questo periodo. Questo tragico evento ha coinvolto la maggior parte del continente europeo, toccando anche le comunità ebraiche presenti nell’Africa mediterranea. L’obiettivo dichiarato degli antisemiti era l’eliminazione totale del popolo ebraico.Il numero delle vittime e le difficoltà nel calcolo
Si stima che il numero delle vittime della Shoah si aggiri intorno ai sei milioni di persone, una cifra che corrisponde a circa due terzi degli ebrei che vivevano in Europa negli anni Trenta. Calcolare con precisione il numero esatto delle vittime è un compito difficile per diverse ragioni. Mancano dati completi e affidabili per molti luoghi e periodi, e numerosi eccidi di massa non sono stati documentati in modo dettagliato. Inoltre, i confini dei paesi cambiavano frequentemente, e le popolazioni ebraiche subivano spostamenti forzati o migrazioni che rendevano difficile tracciare le persone. La percentuale di ebrei uccisi varia enormemente da un paese all’altro. Queste differenze dipendono da fattori come la durata della persecuzione in quel territorio, l’impegno e la determinazione dei persecutori e la possibilità che le persone avessero di nascondersi o fuggire. Ad esempio, in paesi come Polonia, Lettonia, Lituania, Cecoslovacchia, Ungheria, Germania, Olanda, Austria, Jugoslavia e Grecia, la percentuale di vittime supera il 75% della popolazione ebraica preesistente. Altri paesi, tra cui Norvegia, Estonia, Russia europea, Romania e Lussemburgo, hanno perso tra il 30 e il 50% della loro popolazione ebraica. In Belgio e Francia, la percentuale di vittime è stata circa il 25%, mentre in Italia ha raggiunto una percentuale compresa tra il 16 e il 18%.Il capitolo descrive lo sterminio come un periodo unico, ma quali furono i passaggi concreti e le decisioni che trasformarono la persecuzione in “eliminazione totale”?
Il capitolo, nel definire un periodo così ampio per lo “sterminio sistematico”, rischia di appiattire un processo storico complesso. Non basta indicare l'”obiettivo dichiarato”; è cruciale comprendere come questo obiettivo si sia tradotto in politiche concrete, decisioni operative e la creazione di un apparato logistico per l’annientamento. Per colmare questa lacuna e capire la gradualità e la brutalità dell’escalation, è indispensabile approfondire gli studi storici specifici sul Terzo Reich e sulla Shoah, consultando le opere dei principali storici che hanno ricostruito le tappe di questa tragedia.3. L’evoluzione del pregiudizio in persecuzione di stato
L’ostilità verso gli ebrei è un’avversione profonda, che considera l’intero gruppo in modo negativo a prescindere dai singoli individui. Questa idea nasce da un pregiudizio antico, in parte legato all’antigiudaismo religioso cristiano che accusava gli ebrei di aver ucciso Cristo.Dal Pregiudizio Antico al Razzismo Moderno
Alla fine dell’Ottocento, si fa strada un nuovo tipo di razzismo. Questo razzismo si basa su presunte differenze biologiche ed è legato al senso di appartenenza nazionale e all’espansione coloniale. Divide le persone in gruppi, mettendo la “razza bianca” o “ariana” al di sopra delle altre. Mentre il razzismo contro le persone di colore portava a divieti di matrimonio nelle colonie, il razzismo contro gli ebrei in Europa, dove erano considerati “bianchi” e spesso vivevano integrati, aveva bisogno di modi diversi per individuarli e separarli.La Nascita dell’Antisemitismo e le False Accuse
Negli anni Settanta dell’Ottocento, l’avversione contro gli ebrei prende il nome di “antisemitismo”. Questa parola unisce riferimenti religiosi (Sem) e razziali (origine asiatica). Si manifesta in modi diversi, dall’ostilità nascosta alla violenza aperta dei pogrom. Gli ebrei venivano accusati di sostenere idee politiche ed economiche opposte tra loro, dimostrando quanto fosse poco ragionevole questo pregiudizio. Dopo la Prima Guerra Mondiale, si diffonde la falsa storia di una cospirazione ebraica mondiale. Eventi importanti come la Dichiarazione Balfour e la Rivoluzione Russa venivano visti dagli antisemiti come prove che gli ebrei cercavano di ottenere il potere. La crisi economica degli anni Venti peggiora l’antisemitismo, usando gli ebrei come facile bersaglio su cui scaricare le colpe.La Persecuzione Organizzata dallo Stato in Germania
Quando Hitler sale al potere in Germania nel 1933, inizia la persecuzione organizzata dallo stato. Il Partito Nazista stabilisce che la cittadinanza dipende dal “sangue tedesco”, escludendo così gli ebrei. Vengono emanate leggi che limitano o eliminano la presenza degli ebrei in molti settori, come gli uffici pubblici, le scuole e le libere professioni. Anche se limitazioni simili esistevano già in altri paesi per gli studenti, queste nuove leggi segnano un cambiamento radicale: uno stato moderno inizia a fare leggi contro l’uguaglianza dei propri cittadini basandosi sulla loro origine.Le Leggi di Norimberga e l’Escalation della Violenza
Le Leggi di Norimberga del 1935 portano a una separazione completa: tolgono la cittadinanza tedesca agli ebrei e proibiscono i matrimoni e le relazioni tra ebrei e persone considerate “ariane”. Viene creato un sistema per classificare le persone in base al numero di nonni ebrei, distinguendo tra “ebrei puri” e “ebrei misti” (Mischlinge). Lo scopo è separare gli ebrei dal resto della popolazione, rendere la nazione “ariana” ed eliminare gradualmente la loro presenza spingendoli ad andarsene. L’introduzione di queste leggi è accompagnata da violenze, come il pogrom del novembre 1938, noto come Kristallnacht (Notte dei Cristalli). Questo evento segna un momento cruciale nell’intensificarsi della persecuzione. Tra il 1938 e il 1939, leggi contro gli ebrei si diffondono in altri paesi europei, come Romania, Ungheria, Italia e Slovacchia. Spesso queste leggi tolgono la cittadinanza e ordinano espulsioni, creando un numero crescente di ebrei senza patria e costretti a spostarsi. Questa situazione, insieme alla chiusura progressiva dei confini con l’avvicinarsi della guerra, intrappola milioni di ebrei in un’Europa sempre più ostile.Se l’antisemitismo non era “forte e diffuso tra la gente comune”, come si concilia questa affermazione con l’indifferenza o addirittura la collaborazione di parte della popolazione italiana, come accennato nel capitolo?
Il capitolo solleva un punto cruciale: la presunta assenza di un antisemitismo radicato nella società. Tuttavia, descrive anche reazioni che vanno dall’indifferenza alla collaborazione. Questo scarto merita un’analisi più approfondita. Come si spiega la passività o l’attiva partecipazione di alcuni cittadini a politiche discriminatorie e persecutorie, anche senza un odio diffuso? Per esplorare questa apparente contraddizione, sarebbe utile studiare la storia sociale del fascismo e dell’occupazione, esaminando i meccanismi del consenso, della paura, dell’opportunismo e della pressione sociale. Approfondimenti sulla sociologia dei regimi autoritari e letture di autori come Michele Sarfatti o studi sulla Repubblica Sociale Italiana possono fornire prospettive essenziali.7. La Politica Razziale Fascista e la Sorta degli Ebrei
Esiste la convinzione che le razze umane siano reali e che presentino differenze fisiche e psicologiche trasmesse di generazione in generazione. Si distinguono razze grandi e piccole, definite su basi biologiche. Il concetto di razza è considerato diverso da quello di popolo o nazione, che si fondano su storia e lingua, ma si ritiene che le differenze razziali siano il fondamento delle diversità tra i popoli. La popolazione italiana è vista come derivante da origini e civiltà ariane, con una purezza di sangue che si sarebbe mantenuta per secoli. Gli Italiani sono chiamati a dichiararsi razzisti, adottando una visione italiana con un orientamento ariano-nordico, distinta dalle razze non europee. Gli ebrei sono considerati non appartenenti alla razza italiana, visti come non europei e non integrabili. Si crede che l’unione con razze extra-europee alteri i tratti europei degli Italiani.Le prime decisioni e definizioni
Il Gran Consiglio del Fascismo riconosce l’urgenza delle questioni razziali e la necessità di sviluppare una consapevolezza della razza per migliorare la stirpe italiana, evitando incroci con altre razze. La questione ebraica è considerata una parte di questo problema. Vengono proibiti i matrimoni tra italiani e persone considerate di razze camita, semita o non ariana. I dipendenti pubblici non possono sposare donne straniere. I matrimoni con stranieri, anche se considerati ariani, richiedono l’approvazione ministeriale. Gli ebrei vengono identificati in base alla nascita da genitori ebrei, o da un genitore ebreo e uno straniero, oppure per la pratica della religione ebraica. Gli ebrei italiani che non rientrano in categorie considerate meritevoli (come combattenti o fascisti della prima ora) iniziano a subire limitazioni. Non possono iscriversi al Partito Nazionale Fascista, possedere grandi imprese o terreni estesi, né prestare servizio militare.L’estensione delle proibizioni
Le leggi successive vietano il matrimonio tra cittadini italiani di razza ariana e persone di altre razze, dichiarando nulli questi matrimoni. Viene stabilita per legge l’appartenenza alla razza ebraica e si impone l’obbligo di dichiararla e registrarla nei documenti pubblici. Vengono introdotte numerose restrizioni per i cittadini italiani di razza ebraica. Non possono più fare servizio militare, né esercitare la tutela legale su persone non ebree. Viene loro proibito di possedere o gestire determinate aziende e proprietà immobiliari. È vietato agli ebrei avere domestici considerati ariani e agli enti pubblici di assumere personale ebreo. Agli ebrei stranieri è proibito vivere stabilmente in Italia e le cittadinanze concesse dopo il 1919 vengono ritirate, con l’ordine di espulsione dal paese.L’esclusione dal mondo della scuola
Nel settore dell’istruzione, le persone di razza ebraica non possono più insegnare o ricoprire incarichi nelle scuole pubbliche e private frequentate da italiani. Viene anche vietata la loro iscrizione a queste scuole, con poche eccezioni per gli istituti cattolici o per gli studenti universitari già iscritti. È proibito l’uso di libri di testo scritti da autori ebrei. Vengono create scuole separate destinate solo agli alunni ebrei. Il personale ebreo che lavora nel servizio pubblico viene allontanato dal proprio incarico.La persecuzione durante la Repubblica Sociale Italiana
Sotto il regime della Repubblica Sociale Italiana, gli appartenenti alla razza ebraica sono dichiarati stranieri e, nel contesto della guerra, considerati nemici. Viene ordinato l’internamento di tutti gli ebrei, compresi quelli che in precedenza avevano ricevuto una discriminazione meno severa e gli stranieri, destinandoli a campi di concentramento. Tutti i loro beni, sia mobili che immobili, vengono immediatamente sequestrati e destinati alla confisca a favore dello Stato. La polizia italiana riceve istruzioni precise per consegnare alle autorità di polizia tedesche gli ebrei che vengono fermati. I beni confiscati agli ebrei vengono gestiti da un ente statale incaricato della loro liquidazione.Se la “razza” è un costrutto sociale privo di fondamento biologico, su quale base logica si ergevano le politiche descritte nel capitolo?
Il capitolo presenta la “razza” come una realtà biologica definita e immutabile, base delle differenze tra i popoli e fondamento delle politiche discriminatorie. Tuttavia, la scienza moderna ha dimostrato che il concetto di razze umane distinte e biologicamente pure, con tratti psicologici ereditari, è privo di fondamento. Le differenze genetiche tra gli esseri umani sono minime e la variazione è continua, non suddivisibile in categorie nette. Le “razze” sono, in larga parte, costruzioni sociali e storiche utilizzate per giustificare gerarchie e discriminazioni. Per comprendere la totale irrazionalità delle argomentazioni presentate nel capitolo, è fondamentale approfondire gli studi di genetica delle popolazioni, la storia del razzismo scientifico e la sociologia delle categorie sociali. Autori come L.L. Cavalli-Sforza o storici che hanno analizzato la genesi e l’applicazione delle teorie razziali possono fornire il contesto necessario per smontare queste premesse infondate.Abbiamo riassunto il possibile
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