Scienze sociali

La rivoluzione sessuale. La sessualità nella battaglia culturale per la ristrutturazione socialista dell’uomo

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1. La Morale Coercitiva e l’Autoregolazione Sessuale

L’osservazione clinica di pazienti trattati con analisi caratteriale mostra un cambiamento nella struttura psichica. Il comportamento irrazionale della massa riflette aspetti osservati nell’individuo nevrotico, come l’inibizione sessuale, la coercizione morale e l’incapacità di conciliare soddisfazione sessuale e lavoro. Questi conflitti portano l’organismo a “corazzarsi”, limitando le facoltà vitali e causando isolamento.

Gli Effetti dell’Analisi Caratteriale

L’analisi caratteriale libera le energie vitali. Inizialmente si intensificano impulsi antisociali, ma con la dissoluzione delle fissazioni infantili, l’energia si dirige verso il sistema genitale. La capacità di piena soddisfazione orgastica porta a un comportamento più razionale e spontaneo. Questo elimina misticismo, sottomissione e credenze superstiziose. La struttura nevrotica scompare, lasciando emergere una natura sana e una maggiore capacità di contatto con sé stessi e con il mondo esterno.

Il Conflitto con la Società

La soddisfazione orgastica rende l’individuo capace di monogamia basata sul piacere e sull’armonia, non sull’inibizione morale. Tuttavia, la mancanza di un partner adatto, comune nella società attuale, trasforma questa capacità in una ricerca. L’ordinamento sociale che vede la sessualità in modo negativo, influenzato da interessi economici e da visioni distorte sull’infanzia, crea conflitti difficili da risolvere per gli individui sani. Chi ha disturbi nella sfera sessuale, invece, si adatta meglio alla monogamia imposta dalla morale, piuttosto che basata sulla soddisfazione naturale.

Morale Coercitiva vs. Autoregolazione Naturale

Il principio di regolazione morale imposta si contrappone all’autoregolazione basata sulla natura sessuale ed economica della persona. I tentativi di riforma sessuale falliscono perché non affrontano la vera causa del problema: la società autoritaria e la sua morale restrittiva. La psicoanalisi freudiana, pur avendo scoperto l’inconscio e la repressione, accetta l’idea che la civiltà richieda la rinuncia agli istinti. Non distingue tra i bisogni biologici naturali e gli impulsi secondari e dannosi generati dalla repressione stessa.

Le Origini degli Impulsi Antisociali

Gli impulsi antisociali che si trovano nell’inconscio non sono caratteristiche innate della biologia umana. Sono invece il risultato della repressione della sessualità naturale. La morale coercitiva nasce per reprimere i bisogni naturali e, in seguito, diventa necessaria per controllare gli impulsi secondari che essa stessa ha creato. Eliminare la regolazione morale imposta è possibile solo trasformando la struttura interiore dell’essere umano. Questo permette la soddisfazione dei bisogni naturali e riduce di conseguenza gli impulsi secondari. Questo processo richiede tempo. Una società libera non proibisce i bisogni naturali, come la sessualità degli adolescenti o la masturbazione nei bambini, ma li protegge. Applica la regolazione morale solo agli impulsi secondari che sono realmente antisociali. Una moralità basata sulla natura sessuale ed economica è armonia tra natura e civiltà, non negazione della vita stessa.

È davvero così semplice: basta la “piena soddisfazione orgastica” per eliminare nevrosi, misticismo e impulsi antisociali?
Il capitolo presenta un legame diretto tra la soddisfazione sessuale e la salute psichica e sociale, suggerendo che la repressione sia l’unica causa degli impulsi dannosi. Questa visione, per quanto suggestiva, merita un confronto con altre discipline che studiano il comportamento umano e le sue origini, come la psicologia moderna, la sociologia e le neuroscienze, che considerano una pluralità di fattori biologici, ambientali e sociali. Approfondire autori che offrono prospettive diverse sulla complessità della psiche e della società può aiutare a contestualizzare meglio queste affermazioni.


2. Le contraddizioni della morale sessuale e l’istituto matrimoniale

La morale sessuale coercitiva si lega strettamente all’istituto del matrimonio, che è conservatore e connesso a interessi economici ben precisi. L’obiettivo principale è assicurarsi che la donna sia casta prima del matrimonio e fedele dopo, così da garantire la paternità e permettere la trasmissione della proprietà. Questo forte bisogno porta inevitabilmente a reprimere la sessualità femminile. La morale reazionaria impone la castità alle giovani donne, creando però una grande contraddizione: i giovani uomini si ritrovano senza partner sessuali. Questo spinge inevitabilmente all’adulterio e alla prostituzione. Questi fenomeni, pur essendo considerati immorali, diventano una parte normale del sistema, che concede agli uomini ciò che nega alle donne. I rapporti sessuali fuori dal matrimonio diventano spesso un affare economico, degradando i legami umani e favorendo la diffusione di malattie veneree. Si cerca di combattere questi problemi promuovendo l’astinenza o l’idea che il sesso sia accettabile solo nel matrimonio, ma questo ideale non funziona nella pratica e non risolve davvero la questione.

Il ruolo della sessuologia conservatrice

Anche la sessuologia che segue idee conservatrici appoggia questa morale. Definisce la sessualità basandosi su principi etici legati all’ordine sociale esistente. Incoraggia l’astinenza o l’idea di “elevare” la sessualità a qualcosa di più spirituale, che in pratica significa solo reprimerla ulteriormente. Vengono usate affermazioni presentate come scientifiche per giustificare queste posizioni. Ad esempio, si dice che l’astinenza sia utile perché il seme verrebbe riassorbito dal corpo. Si arriva persino a desiderare che l’apparato sessuale si atrofizzi, considerandolo nell’interesse della morale e dello Stato.

Gli ostacoli al cambiamento

I tentativi di riformare la sessualità incontrano difficoltà enormi perché non mettono in discussione l’istituto del matrimonio e la sua base economica. Anche programmi che parlano di uguaglianza tra i sessi o leggi sul divorzio più semplici non funzionano davvero finché non cambiano le condizioni economiche e sociali che rendono la donna dipendente e il matrimonio una necessità per lei. Un’educazione sessuale che sia onesta e basata sulla scienza si scontra duramente con la morale dominante. Permettere ai bambini di vedere la nudità o rispondere con sincerità alle loro domande sulla sessualità e sul rapporto sessuale mette in crisi l’ideale di castità e di monogamia. Un’educazione sessuale fatta in modo coerente crea conflitti con l’ordine sociale, che punisce chiunque minacci i valori conservatori. Reprimere gli impulsi sessuali naturali dei bambini, come la curiosità verso i loro genitali, può portare a problemi come timidezza eccessiva, comportamenti lascivi, nevrosi o perversioni in età adulta. L’esperienza dei medici mostra che una sana soddisfazione sessuale può aiutare a risolvere disturbi causati dall’astinenza imposta dalla morale, ma chi agisce in questo modo rischia ritorsioni dalla società e dalla legge.

La morale sessuale e il matrimonio sono davvero riducibili unicamente a interessi economici legati alla proprietà?
Il capitolo presenta un legame forte e apparentemente esclusivo tra la morale sessuale coercitiva, l’istituto matrimoniale e la trasmissione della proprietà, suggerendo che gli interessi economici siano il motore principale di tale sistema. Tuttavia, questa prospettiva rischia di semplificare eccessivamente una realtà complessa. Per comprendere appieno le origini e la persistenza di certe morali e strutture sociali, è fondamentale considerare anche altri fattori, come le dinamiche di potere non strettamente economiche, le influenze religiose, le costruzioni culturali del genere e della sessualità, e le ragioni psicologiche individuali e collettive che possono portare alla repressione o alla normazione dei comportamenti sessuali. Approfondire discipline come la sociologia della famiglia, l’antropologia culturale, la storia della sessualità e la psicologia sociale può offrire una visione più articolata. Autori che hanno esplorato il rapporto tra potere, sapere e sessualità, o che hanno analizzato le diverse forme di organizzazione sociale e familiare attraverso la storia e le culture, possono fornire strumenti critici per valutare se la spiegazione economica fornita dal capitolo sia sufficiente o se necessiti di essere integrata con altre dimensioni dell’esperienza umana.


3. La repressione sessuale e la fabbrica di vassalli

La famiglia non è la base della società, ma dipende dalle sue condizioni economiche. Nelle società autoritarie, la famiglia ha un ruolo politico fondamentale: serve a formare mentalità autoritarie e a mantenere strutture conservatrici. Questo avviene attraverso la repressione sessuale, che comincia già nell’infanzia, influenzata dal rapporto tra padre, madre e figlio. Questa repressione crea sensi di colpa, paura e un legame eccessivo con i genitori, bloccando un sano sviluppo sessuale e l’indipendenza della persona. L’educazione familiare in questo contesto mira a soffocare la spontaneità e l’esplorazione sessuale fin dalla tenera età.

La Crisi della Pubertà

Durante la pubertà, emerge un forte conflitto. Da un lato c’è la naturale maturità sessuale del corpo, dall’altro la società autoritaria chiede l’astinenza completa fino al matrimonio. Questa richiesta non ha ragioni biologiche, ma serve a garantire che le persone si sposino per obbligo e a creare individui facili da controllare. La repressione della sessualità durante l’adolescenza provoca molta sofferenza, problemi psicologici (nevrosi) e porta a comportamenti sessuali non pienamente soddisfacenti. Tra questi, c’è la masturbazione vissuta con un forte senso di colpa o pratiche sessuali incomplete come il “petting”, che non permettono una piena espressione della sessualità.

Mancanza di Supporto Sociale

Le società autoritarie non offrono alcun aiuto o supporto ai giovani per vivere la loro sessualità in modo sano durante l’adolescenza. Manca completamente un’educazione sessuale chiara e onesta. Non ci sono spazi privati dove i giovani possano stare insieme liberamente, né accesso facile a metodi contraccettivi. Questa astinenza forzata danneggia profondamente la salute mentale e sessuale dei ragazzi e delle ragazze. I problemi creati in questa fase possono durare per tutta la vita adulta.

Le Conseguenze per la Società

La difficile situazione che i giovani vivono con la loro sessualità è un segnale della crisi più ampia che attraversa l’intero sistema sociale autoritario. Non si può trovare una soluzione diffusa a questa crisi finché i giovani sono costretti a vivere in un sistema che usa la repressione della sessualità come strumento di controllo sociale. Questa continua repressione crea persone che hanno paura dell’autorità e della vita in generale. Sono individui facilmente governabili, che faticano a sviluppare un pensiero critico e uno spirito democratico. In pratica, questo sistema trasforma i giovani in ‘vassalli’, sottomessi e incapaci di ribellarsi o pensare con la propria testa.

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Il capitolo propone un modello di “struttura umana” ideale per la vita collettiva, ma su quali basi scientifiche poggia questa definizione così specifica, e non rischia di essere una visione parziale o ideologica?
Il capitolo lega in modo stringente la riuscita della vita collettiva a una specifica trasformazione della psiche individuale, definita in termini di superamento di gelosie e paure legate a “attaccamenti infantili non risolti” e raggiungimento della “potenza orgastica”. Questo approccio, che identifica una “struttura umana” ideale per la collettività, si basa su un quadro teorico molto specifico, non universalmente accettato, e rischia di ridurre la complessità dei fallimenti collettivi a sole cause psicologiche individuali, ignorando o sottovalutando fattori sociali, economici e politici. Per valutare criticamente questa prospettiva, è utile approfondire diverse scuole di psicologia (non solo quelle di derivazione psicoanalitica), la sociologia delle organizzazioni e dei gruppi, e la storia delle teorie psicologiche e sociali nel periodo post-rivoluzionario russo. Un autore la cui opera è centrale per comprendere questo tipo di argomentazioni è Wilhelm Reich.


8. La Felicità Sessuale come Fondamento Sociale

La felicità sessuale è un elemento cruciale per un vero progresso sociale. L’analisi dei fallimenti rivoluzionari, come l’arresto della rivoluzione sessuale in Unione Sovietica, mostra che per un nuovo sviluppo è essenziale garantire le condizioni necessarie per questa felicità. Non bastano le leggi; servono azioni concrete per integrare la sessualità nella vita delle persone e guidare la sua naturale evoluzione. La responsabilità della salute sessuale non deve essere lasciata a esperti con idee reazionarie, influenzati da moralismo e ascetismo. Le persone comuni, al contrario, mostrano un buon senso superiore in queste materie. Per questo, è necessario creare organizzazioni guidate dai lavoratori e con funzionari adeguatamente preparati in sessuologia.

L’Importanza dell’Educazione Sessuale

Regolare la vita sessuale inizia dall’educazione dei bambini. Gli insegnanti hanno bisogno di una rieducazione specifica, e le persone in generale devono imparare a riconoscere e criticare l’educazione sessuologica sbagliata. Anche i capi politici dei movimenti operai devono dedicare grande attenzione a questo problema, superando le loro ideologie repressive e imparando prima di dare indicazioni. Discutere i problemi sessuali non è una distrazione, ma una parte fondamentale per costruire una società libera. L’organizzazione della vita sessuale non deve essere lasciata a individui con disagi personali, come persone nevrotiche o frigide.

Misure Pratiche e Istituzioni Necessarie

Sono necessarie ulteriori misure, come il divieto di letteratura che genera angosce sessuali, sostituita da scritti che descrivono il piacere in modo naturale. Ogni ostacolo alla sessualità infantile e adolescenziale deve essere eliminato, assicurando protezione sociale e legale. Poiché genitori e insegnanti sono spesso impreparati, servono istituzioni modello per l’educazione collettiva e istituti di ricerca sulla fisiologia e l’igiene sessuale. La vita sessuale non è un affare privato, ma un problema centrale per l’intera vita sociale. La sua regolazione su vasta scala richiede la produzione scientifica e non profit di anticoncezionali e una propaganda efficace contro l’aborto. Risolvere il problema dell’alloggio per giovani e non sposati è cruciale per evitare fallimenti. Assicurare la felicità sessuale aumenta l’enthusiasmo sociale e la sicurezza.

La Forza Vitale e le Ideologie

La forza che spinge all’attività e al piacere, definita vita vegetativa, è il fondamento di ogni ideologia progressista. Anche sentimenti come l’esperienza religiosa si basano su fenomeni naturali legati alla vita vegetativa, la cui mistificazione ha portato a reprimerla. Le ideologie del passato, come il cristianesimo istituzionalizzato o un marxismo puramente economico, hanno negato o trascurato questa forza vitale, spesso attraverso la negazione del sesso. Anche il neo-paganesimo nazista, pur comprendendo questa energia, l’ha soffocata in una mistificazione reazionaria.La sessuo-economia conclude che l’affermazione della vita deve essere pienamente sviluppata, sia nel piacere sessuale individuale che in un assetto sociale democratico. L’ostacolo principale è l’angoscia del piacere, causata dal turbamento sociale del processo naturale. Nonostante le distorsioni, la necessità biologica del fiorire della vita porterà alla vittoria delle forze naturali nell’unità di natura e civiltà. Una vita sessualmente felice non necessita di morale inibitrice o esperienze religiose soprannaturali.

Affermare che il ‘buon senso superiore’ delle persone comuni sia preferibile all’esperienza degli esperti per regolare la vita sessuale, non rischia di ignorare la complessità della materia e aprire la porta a nuove forme di controllo?
Il capitolo, nel criticare giustamente l’influenza di moralismo e ascetismo su certe figure esperte del passato, sembra cadere in una generalizzazione eccessiva. Liquidare l’intera categoria degli esperti e affidarsi acriticamente al “buon senso” popolare ignora la necessità di conoscenza scientifica e specialistica per affrontare temi complessi come la sessualità umana, la sua fisiologia, psicologia e le sue dinamiche sociali. Inoltre, le misure pratiche proposte, come il divieto di certe letture o l’organizzazione collettiva dell’educazione, sollevano interrogativi su chi definisce cosa sia il “piacere in modo naturale” o quali siano gli “ostacoli” da eliminare, configurando potenziali scenari di controllo sociale anziché di liberazione. Per approfondire queste tematiche, è utile esplorare la sociologia della conoscenza, la storia delle idee sulla sessualità e la filosofia politica, considerando autori come Michel Foucault, che ha analizzato i rapporti tra potere, sapere e sessualità.

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