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“La rivoluzione dei garofani in Portogallo. 25 aprile 1974” di Maria Rezola ti porta dritto nel cuore di un momento pazzesco della storia portoghese: la fine improvvisa della dittatura il 25 aprile 1974 con un colpo di Stato militare quasi senza spargimento di sangue. Questo libro non si ferma al giorno del colpo, ma scava a fondo nel caos e nelle speranze che hanno seguito, raccontando la complessa transizione democratica. Vedrai come il Movimento das Forças Armadas (MFA), nato tra i militari stanchi delle guerre coloniali in Africa, diventa il motore iniziale del cambiamento, scontrandosi subito con figure come il generale Spínola sulla via da seguire, specialmente sulla decolonizzazione. La scena si allarga presto, con il ritorno dei partiti politici come il PS e il PCP, e l’esplosione delle mobilitazioni popolari, dalle occupazioni di fabbriche e terre alle manifestazioni di piazza. È una lotta su più fronti: tra diverse anime del MFA, tra militari e partiti, e tra le diverse visioni di futuro per il Portogallo. Il libro ti guida attraverso momenti cruciali come il fallito golpe dell’11 marzo 1975, le elezioni per la Costituente, e soprattutto l’intensa estate di conflitti del 1975 che culmina negli eventi decisivi del 25 novembre 1975. È la storia di come, tra scontri, crisi di governo e tensioni sociali, il Portogallo è riuscito a costruire una nuova Costituzione nel 1976 e a stabilire una democrazia parlamentare, segnando la fine di quel ciclo rivoluzionario e l’inizio di una nuova era. Un racconto avvincente di un paese in bilico tra diverse possibilità.Riassunto Breve
La dittatura in Portogallo finisce il 25 aprile 1974 con un colpo di Stato militare guidato dal Movimento das Forças Armadas (MFA), un gruppo nato dal malcontento interno all’esercito che si trasforma in una forza politica con l’obiettivo di democratizzare il Paese e porre fine alle guerre coloniali. Il generale António de Spínola emerge come figura centrale, proponendo soluzioni politiche per le colonie diverse dall’indipendenza immediata voluta dal MFA. Dopo il colpo di Stato, Spínola diventa presidente e viene definito il “Programma delle D” del MFA (decolonizzare, democratizzare, sviluppare), che prevede elezioni entro un anno per un’Assemblea Costituente. Inizia subito una lotta per il potere tra Spínola e il MFA, con Spínola che cerca di rafforzare la sua posizione e il MFA che spinge per l’indipendenza delle colonie. La Legge 7/74 riconosce il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza, segnando una vittoria per il MFA. Spínola tenta di mobilitare i conservatori, ma il suo appello fallisce il 28 settembre 1974, portando alle sue dimissioni e consolidando il potere del MFA. La rivoluzione portoghese vede un confronto tra militari, partiti politici e mobilitazioni popolari. Il MFA domina inizialmente la scena, ma emergono presto divisioni interne tra correnti moderate, gonçalviste (vicine al PCP) e populiste. I partiti politici, come PCP, PS, PPD, CDS, riemergono e si confrontano su temi sociali ed economici. Un tentato colpo di Stato l’11 marzo 1975 fallisce, ma rafforza il potere militare con la creazione del Conselho da Revolução (CR) e porta a nazionalizzazioni. Le elezioni per l’Assemblea Costituente del 25 aprile 1975 mostrano un forte sostegno al PS, ma il MFA dichiara che i risultati non sono vincolanti per la direzione politica, creando tensione tra legittimità elettorale e rivoluzionaria. Incidenti e scontri tra PS e PCP aumentano la conflittualità. Le divisioni nel MFA si accentuano, portando alla formazione del “Gruppo dei Nove” che propone una via socialista pluripartitica. La Chiesa Cattolica si schiera contro il radicalismo. Le mobilitazioni popolari, con occupazioni di case, terre e fabbriche, diventano centrali, spesso appoggiate da settori militari e partiti di sinistra. L’estate del 1975 è caratterizzata da intensa conflittualità sociale e politica. Le azioni dei lavoratori sfidano l’ordine pubblico, concentrandosi nelle piccole e medie imprese e portando a sconvolgimenti nei rapporti di potere. La crisi politico-militare si intensifica con la divisione del MFA in tre fazioni. Tentativi di conciliazione falliscono e la posizione di Vasco Gonçalves si indebolisce. L’Assemblea del MFA a Tancos segna un cambiamento: Gonçalves si ritira, Pinheiro de Azevedo è indicato come Primo Ministro, e il CR viene riorganizzato a favore dei moderati. Il VI Governo Provisório riflette i risultati elettorali. L’autunno è instabile, con manifestazioni, insubordinazioni militari e atti di terrorismo. La sinistra rivoluzionaria e i moderati si fronteggiano in piazza. La crisi di autorità del governo è evidente. Episodi come l’assalto all’ambasciata spagnola e l’assedio all’Assemblea Costituente mostrano la fragilità della situazione. Novembre è segnato da provocazioni. La distruzione degli emettitori di Rádio Renascença e lo “sciopero” del governo sono momenti chiave. La nomina di Vasco Lourenço a comandante della Regione Militare di Lisbona al posto di Otelo Saraiva de Carvalho scatena la reazione dei paracadutisti. Il 25 novembre 1975 i paracadutisti occupano basi aeree. I moderati, guidati da Ramalho Eanes, reagiscono rapidamente. Il Presidente Costa Gomes gestisce la crisi, evitando la guerra civile. L’offensiva dei moderati porta alla resa dei rivoltosi e allo scioglimento del COPCON. L’interpretazione del 25 novembre è controversa, ma consolida il potere dei moderati e segna una svolta verso la democrazia rappresentativa. Dopo il 25 novembre 1975, i rapporti di forza cambiano. I moderati cercano di stabilizzare la situazione. Diventa prioritario definire il ruolo delle Forças Armadas e del CR. Si apre una fase di transizione verso la democrazia istituzionalizzata. Il dibattito si concentra sulla presenza militare nella politica e sulla revisione del “Patto MFA-Partiti”. Ramalho Eanes guida la riorganizzazione delle Forças Armadas, ristabilendo disciplina. Il CR viene riorganizzato, diventando più omogeneo. Le trattative per il nuovo “Patto MFA-Partiti” sono difficili, ma si raggiunge un accordo nel febbraio 1976: il CR conserva poteri significativi e il Presidente della Repubblica deve essere un militare eletto a suffragio universale. Il Patto è inserito nella nuova Costituzione. La Costituzione, approvata nell’aprile 1976, stabilisce un sistema democratico pluralista con elementi socialisti e consacra il ruolo del CR. Le prime elezioni legislative ad aprile vedono la vittoria del PS. Le elezioni presidenziali di giugno eleggono Ramalho Eanes. Questo segna la fine del periodo rivoluzionario e l’inizio della normalizzazione democratica. Il controllo militare sulla politica termina con la revisione costituzionale del 1982 e la soppressione del CR.Riassunto Lungo
1. Militari al potere: scontri e programmi
La dittatura in Portogallo termina improvvisamente il 25 aprile 1974, grazie a un colpo di Stato militare rapido e inatteso. Il Movimento das Forças Armadas (MFA) è la forza che guida questo cambiamento. Questo movimento nasce inizialmente dal malcontento dei militari riguardo alle carriere e alla lunga guerra nelle colonie. Presto, però, si trasforma in una vera e propria forza politica con l’obiettivo di portare la democrazia nel Paese e mettere fine alle guerre in Africa.Il ruolo di Spínola e il piano del cambiamento
Una figura importante in questa fase è il generale António de Spínola. Nel suo libro “Portugal e o Futuro”, propone una soluzione per le colonie che è diversa dall’indipendenza immediata voluta dal MFA. Dopo il colpo di Stato, Spínola diventa presidente della Junta de Salvação Nacional (JSN) e poi Presidente della Repubblica. Nel frattempo, il MFA definisce il suo piano per il futuro del Portogallo, noto come “Programma delle D” (decolonizzare, democratizzare, sviluppare). Questo piano prevede, tra le altre cose, l’organizzazione di elezioni entro un anno per formare un’Assemblea che scriva una nuova Costituzione.Lo scontro per il potere e la questione delle colonie
Subito dopo, inizia una lotta per il controllo della transizione tra Spínola e il MFA. Spínola cerca di gestire il passaggio nominando un governo provvisorio e tentando di aumentare i suoi poteri come presidente. Prova anche a usare il COPCON per rafforzare la sua posizione, ma questo organismo finisce per diventare uno strumento nelle mani del MFA. Il punto di maggiore scontro è la questione delle colonie: Spínola vorrebbe mantenerle legate al Portogallo in una specie di federazione, mentre il MFA spinge con forza per la loro completa indipendenza.L’indipendenza riconosciuta e le dimissioni di Spínola
La pressione sia all’interno del Portogallo che a livello internazionale porta a una decisione fondamentale: viene approvata la Legge 7/74. Questa legge riconosce ufficialmente il diritto delle colonie di decidere il proprio futuro e ottenere l’indipendenza, segnando una vittoria importante per il MFA. Sentendosi sempre più isolato, Spínola tenta un’ultima mossa. Il 28 settembre 1974 lancia un appello ai settori più conservatori del Paese, chiedendo il sostegno della “maggioranza silenziosa”. Tuttavia, questa iniziativa fallisce. Questo insuccesso porta alle sue dimissioni il 30 settembre, un evento che consolida ulteriormente la posizione del MFA nel processo rivoluzionario in corso.Davvero la fine dell’impero portoghese fu solo una questione interna, come suggerisce il capitolo?
Il capitolo accenna a una ‘pressione internazionale’ che avrebbe contribuito alla Legge 7/74, ma non ne specifica la natura o l’origine. Questa lacuna impedisce di comprendere appieno il contesto globale della decolonizzazione portoghese. Per colmare questa mancanza, è fondamentale approfondire la storia delle relazioni internazionali nel periodo della Guerra Fredda, il ruolo delle Nazioni Unite e le dinamiche dei movimenti di liberazione africani e dei loro sostenitori internazionali. Lo studio della decolonizzazione, anche al di fuori del caso portoghese, può offrire prospettive utili. Autori che trattano di storia globale e di relazioni internazionali nel XX secolo sono indispensabili.2. La Rivoluzione Portoghese: Un Conflitto tra Militari, Partiti e Popolo
La rivoluzione portoghese vede un dibattito sull’importanza dei suoi protagonisti: militari, partiti politici e mobilitazioni di massa. Inizialmente, il Movimento das Forças Armadas (MFA) domina la scena, guidando la transizione dalla dittatura. Il MFA si struttura con organismi come il Conselho dos Vinte e l’Assemblea del MFA, cercando di istituzionalizzare il proprio ruolo. Emergono presto divisioni interne al MFA, con correnti moderate, gonçalviste (vicine al PCP) e populiste (vicine all’estrema sinistra).L’emersione dei Partiti Politici
I partiti politici, riemersi dalla clandestinità o di nuova formazione (come PCP, PS, PPD, CDS), acquisiscono spazio nel panorama politico. Questi gruppi si confrontano su temi cruciali per il futuro del paese, come l’unità sindacale e il programma economico-sociale. Le loro discussioni mettono in luce profonde divergenze, in particolare tra socialisti e comunisti, segnando l’inizio di una complessa interazione tra il potere militare e le forze politiche civili.La Svolta del Marzo 1975
Un momento cruciale si verifica con il tentato colpo di Stato dell’11 marzo 1975. Questo tentativo fallisce, ma ha conseguenze significative. Porta a un rafforzamento del potere militare attraverso la creazione del Conselho da Revolução (CR). Inoltre, segna una decisa svolta a sinistra nel processo rivoluzionario, con importanti misure come le nazionalizzazioni di banche e assicurazioni, che modificano profondamente la struttura economica del paese.Elezioni e Contrasti
Le elezioni per l’Assemblea Costituente del 25 aprile 1975 rappresentano un passaggio fondamentale. I risultati mostrano un forte sostegno al Partito Socialista (PS), indicando la volontà popolare. Tuttavia, il MFA dichiara che i risultati elettorali non sono vincolanti per la direzione politica della rivoluzione, creando una tensione crescente. Questa situazione acuisce il conflitto tra la legittimità che deriva dalle elezioni (rappresentata dal PS) e quella che si considera rivoluzionaria (sostenuta da settori del MFA e dal Partito Comunista Portoghese – PCP).Incidenti come quelli che avvengono durante le celebrazioni del Primo Maggio e il caso del giornale República evidenziano ulteriormente lo scontro politico diretto tra PS e PCP. Queste tensioni riflettono le diverse visioni sul futuro del Portogallo e sulla natura della democrazia che si sta costruendo.
Divisioni Interne e Nuovi Attori
Le divisioni interne al MFA si accentuano ulteriormente, portando alla formazione di gruppi distinti. Tra questi emerge il “Gruppo dei Nove”, che propone una via socialista basata sul pluralismo dei partiti, ponendosi in contrasto con le posizioni più radicali presenti all’interno del movimento militare.Anche la Chiesa Cattolica, inizialmente cauta nel prendere posizione, si schiera progressivamente contro il radicalismo crescente. La sua posizione la porta ad avvicinarsi al Partito Socialista, aggiungendo un altro elemento di complessità al quadro politico e sociale del paese in quel periodo. Parallelamente, le mobilitazioni popolari diventano un elemento centrale e dinamico del processo rivoluzionario.
Le Mobilitazioni Popolari e la Conflittualità
Occupazioni di case, terre e fabbriche si diffondono in tutto il paese, spesso trovando appoggio in settori militari e tra i partiti di sinistra. Queste azioni dirette dal basso esprimono le aspirazioni sociali e economiche di ampi strati della popolazione e influenzano significativamente l’andamento degli eventi. L’estate del 1975 è caratterizzata da un’intensa conflittualità sociale e politica. In questo contesto di forte agitazione, il potere militare si trova sempre più frammentato al proprio interno e contestato dalle diverse forze in campo, segnando un periodo di grande incertezza e trasformazione.Ma se il “popolo” vota in un modo, chi decide qual è la vera “legittimità rivoluzionaria”?
Il capitolo evidenzia la tensione tra la legittimità elettorale, espressa dal voto che favorisce il Partito Socialista, e quella autoproclamata “rivoluzionaria”, sostenuta da settori del MFA e dal Partito Comunista, che dichiara i risultati elettorali non vincolanti. Questa contrapposizione solleva un interrogativo fondamentale sulla natura stessa della legittimità in un processo di transizione e su chi abbia il diritto di interpretare la volontà popolare al di fuori dei meccanismi democratici formali. Per approfondire questa complessa dinamica e comprendere meglio le diverse fonti di legittimazione invocate dagli attori in campo, sarebbe utile esaminare gli studi sulla teoria della legittimità politica e sulla sociologia dei movimenti rivoluzionari. Autori come Charles Tilly o Eric Hobsbawm offrono spunti preziosi per analizzare come si costruisce e si contesta il potere in periodi di crisi e trasformazione radicale.3. La resa dei conti di novembre
Le azioni dei lavoratori, come le occupazioni di fabbriche e l’autogestione, rappresentano una sfida diretta all’ordine pubblico e alle strutture economiche esistenti. Queste forme di lotta, a volte caratterizzate da violenza, si concentrano soprattutto nelle piccole e medie imprese e provocano profondi cambiamenti nei rapporti di potere all’interno delle aziende. La radicalizzazione di queste proteste è strettamente legata alla percezione di una crescente debolezza da parte del potere statale. L’impatto di queste esperienze è oggetto di visioni molto diverse: alcuni osservatori evidenziano gli effetti negativi sull’economia nazionale, mentre altri sottolineano l’importanza della partecipazione popolare e delle nuove forme di organizzazione emerse dal basso.Le Divisioni Politiche e Militari
In questo contesto di agitazione sociale, la crisi politico-militare si aggrava ulteriormente. Il Movimento delle Forze Armate (MFA) si divide in tre correnti principali, ognuna con orientamenti politici distinti: il “Gruppo dei Nove”, più vicino al Partito Socialista (PS); i gonçalvistas, allineati con il Partito Comunista Portoghese (PCP); e la sinistra radicale, sostenuta dall’estrema sinistra. Nonostante i tentativi di trovare un accordo, la conciliazione tra queste fazioni si rivela impossibile. La posizione di Vasco Gonçalves, figura centrale in quel periodo, si indebolisce progressivamente. Questo indebolimento è causato sia dalle contestazioni interne al mondo militare sia dai suoi discorsi pubblici, che acuiscono le tensioni. Anche Otelo Saraiva de Carvalho, un’altra figura chiave, prende apertamente le distanze dalle posizioni di Gonçalves.La Svolta dell’Assemblea di Tancos
Un momento cruciale in questa fase è l’Assemblea del MFA che si tiene a Tancos. Questo incontro segna un punto di svolta significativo nel panorama politico portoghese. Durante l’Assemblea, Vasco Gonçalves decide di ritirarsi dalla corsa per ottenere il comando supremo delle Forze Armate, un passo che cambia gli equilibri interni al MFA. Viene invece indicato Pinheiro de Azevedo come nuovo Primo Ministro, una scelta che riflette un orientamento diverso. Il Consiglio della Rivoluzione (CR), l’organo decisionale del MFA, viene riorganizzato. La sua composizione viene modificata, riducendo il numero dei membri e spostando l’equilibrio di potere a favore delle posizioni più moderate, rappresentate principalmente dal “Gruppo dei Nove”. Successivamente, entra in carica il VI Governo Provisório. La sua composizione riflette in modo più fedele i risultati delle elezioni politiche, segnando un riconoscimento della via elettorale come percorso per il futuro del paese.L’Instabilità Crescente nell’Autunno 1975
L’autunno del 1975 è un periodo caratterizzato da una crescente e diffusa instabilità in tutto il paese. Si moltiplicano le manifestazioni di piazza, spesso tese, e gli episodi di insubordinazione all’interno delle forze armate, come quelli promossi dai Soldados Unidos Vencerão (SUVP) o dagli invalidi di guerra. Parallelamente, si registra un aumento degli atti di terrorismo di matrice destra, che contribuiscono ad accrescere ulteriormente la tensione sociale e politica. Le diverse forze politiche si fronteggiano apertamente nelle piazze: da un lato la sinistra rivoluzionaria, che include il PCP e l’estrema sinistra, e dall’altro i partiti moderati, come il PS, il PPD e il CDS. La crisi di autorità del governo provvisorio è palese e rende difficile il mantenimento dell’ordine pubblico. Nel tentativo di ristabilire il controllo, viene creato l’Agrupamento Militar de Intervenção (AMI), ma questa iniziativa viene contestata apertamente da Otelo Saraiva de Carvalho. Episodi eclatanti, come l’assalto all’ambasciata spagnola o l’assedio all’Assemblea Costituente, dimostrano la fragilità della situazione e la facilità con cui le tensioni potevano sfociare in violenza e caos.Le Provocazioni che Portano a Novembre
Il mese di novembre è segnato da una serie continua di provocazioni e tensioni che preparano il terreno per gli eventi successivi. Tra i momenti chiave di questa escalation vi sono la distruzione degli emettitori di Rádio Renascença, un evento che colpisce un mezzo di comunicazione importante, e il cosiddetto “sciopero” del governo, una situazione di blocco politico che paralizza l’azione dell’esecutivo. Un altro episodio determinante è la decisione di nominare Vasco Lourenço al comando della Regione Militare di Lisbona, prendendo il posto di Otelo Saraiva de Carvalho. Questa sostituzione scatena una reazione immediata e decisa da parte dei paracadutisti, che si sentono legati a Otelo e vedono nella sua rimozione una minaccia.Gli Eventi del 25 Novembre e la Reazione Moderata
Il 25 novembre 1975, la tensione accumulata esplode. I paracadutisti, in risposta alla rimozione di Otelo e ad altre provocazioni, occupano diverse basi aeree e punti strategici nella capitale e nel paese. Tuttavia, le forze moderate, che sembrano aver preparato un piano d’azione, reagiscono con grande rapidità ed efficacia. Sotto la guida di Ramalho Eanes, viene messa in atto una controffensiva. Il Presidente Costa Gomes gioca un ruolo cruciale nella gestione della crisi, riuscendo a evitare che la situazione degeneri in una vera e propria guerra civile aperta e mantenendo l’unità, seppur precaria, all’interno del Consiglio della Rivoluzione. L’offensiva delle forze moderate ha successo e porta rapidamente alla resa dei militari rivoltosi. Come conseguenza diretta di questi eventi, il COPCON (Comando Operacional do Continente), l’organismo militare guidato da Otelo Saraiva de Carvalho e considerato il braccio armato della sinistra rivoluzionaria, viene sciolto.L’Interpretazione del 25 Novembre e le Sue Conseguenze
L’interpretazione storica degli eventi del 25 novembre rimane ancora oggi controversa e oggetto di dibattito. La domanda centrale è se si sia trattato di un colpo di Stato tentato dalla sinistra rivoluzionaria o di un contro-golpe attuato dalle forze moderate per consolidare il proprio potere. Esistono diverse tesi storiografiche al riguardo: alcune sostengono che dietro l’azione dei paracadutisti ci fosse un piano orchestrato dal PCP, mentre altre ritengono che il piano fosse quello dei moderati, possibly con appoggi esterni. Anche la questione di chi abbia dato l’ordine iniziale ai paracadutisti è dibattuta, sebbene sembri che l’impulso sia partito dal COPCON stesso. Indipendentemente dalle diverse interpretazioni, gli eventi del 25 novembre 1975 hanno conseguenze decisive. Essi consolidano in modo significativo il potere delle forze moderate all’interno del panorama politico e militare portoghese. Questo segna una svolta netta verso l’affermazione della democrazia rappresentativa come forma di governo per il Portogallo. Tuttavia, è importante notare che, pur rappresentando un momento cruciale, il 25 novembre non pone fine in senso assoluto al processo rivoluzionario avviato nell’aprile 1974, ma ne ridefinisce profondamente la traiettoria e gli esiti futuri.[/membership]Il 25 novembre 1975 fu davvero un “colpo di Stato” tentato dalla sinistra, o piuttosto un “contro-golpe” preparato dalle forze moderate che attendevano il pretesto giusto?
Il capitolo, pur riconoscendo la controversia storica sugli eventi del 25 novembre, sembra presentare la reazione dei paracadutisti come l’azione scatenante, seguita dalla rapida ed efficace risposta delle forze moderate che “sembrano aver preparato un piano d’azione”. Questa formulazione solleva un dubbio fondamentale sulla dinamica degli eventi: l’azione dei paracadutisti fu un tentativo autonomo o provocato, e la reazione moderata fu una difesa o un’offensiva pianificata? Per approfondire questa cruciale ambiguità, è indispensabile studiare in modo critico le fonti primarie e le diverse interpretazioni storiografiche del periodo. È utile indagare le strategie e gli obiettivi delle varie fazioni all’interno del MFA e dei partiti politici, nonché il ruolo di figure chiave come Ramalho Eanes e Otelo Saraiva de Carvalho. Approfondire le opere di storici che hanno analizzato in dettaglio la transizione portoghese, come António Costa Pinto o Manuel Villaverde Cabral, può offrire prospettive diverse e aiutare a comprendere la complessità di un evento che ancora oggi divide gli studiosi.4. La fine del ciclo rivoluzionario e l’alba democratica
Dopo gli eventi del 25 novembre 1975, i rapporti di forza tra le diverse correnti politiche e militari cambiano in modo significativo. La linea più radicale perde terreno, mentre le forze moderate si impegnano per stabilizzare la situazione ed evitare una reazione da parte della destra. In questa fase, diventa fondamentale definire quale ruolo debbano avere le Forças Armadas e il Conselho da Revolução (CR). Quest’ultimo mantiene una posizione di rilievo, nonostante i partiti politici spingano per un pieno potere civile.Il dibattito sul ruolo dei militari
Si apre così un periodo di passaggio verso una democrazia stabile e basata sulle istituzioni. Il confronto principale riguarda la presenza dei militari nella vita politica del paese e la necessità di rivedere l’accordo noto come “Patto MFA-Partiti”. Melo Antunes propone che il CR continui ad avere un ruolo attivo, ma molti partiti chiedono che i militari “tornino nelle caserme” e che si affermi una democrazia completamente civile. Ramalho Eanes assume la guida della riorganizzazione delle Forças Armadas, lavorando per ristabilire la disciplina e la gerarchia interna e allontanando gli elementi che erano più legati alle posizioni rivoluzionarie. Anche il CR stesso viene riorganizzato, diventando un organo più coeso e meno influenzato dalle correnti radicali.Il nuovo Patto MFA-Partiti e la Costituzione
Le trattative per definire il nuovo “Patto MFA-Partiti” si dimostrano complesse. I partiti che sostengono la democrazia chiedono una riduzione dei poteri militari, mentre il PCP (Partito Comunista Portoghese) è favorevole a mantenere il ruolo politico del MFA. Nonostante le difficoltà, nel febbraio 1976 si raggiunge un accordo: il CR mantiene poteri importanti, come funzioni consultive, il controllo sulla costituzionalità delle leggi e la gestione delle questioni militari. Inoltre, si stabilisce che il Presidente della Repubblica, che presiede il CR, debba essere un militare eletto direttamente dai cittadini. Questo Patto viene poi incluso nel testo della nuova Costituzione.Verso la normalizzazione democratica
La Costituzione, approvata nell’aprile 1976, disegna un sistema democratico basato sul pluralismo, con alcuni riferimenti agli ideali socialisti, e conferma il ruolo del CR. Le prime elezioni per il parlamento, tenutesi ad aprile, vedono la vittoria del Partito Socialista (PS), confermando la scelta di una via parlamentare per il paese. Nelle elezioni presidenziali di giugno viene eletto Ramalho Eanes, un militare con posizioni moderate che riceve l’appoggio dei principali partiti democratici. Questo risultato segna la fine del periodo rivoluzionario e l’inizio di una fase di normalizzazione democratica, che culmina con l’insediamento del primo governo basato sulla Costituzione, guidato da Mário Soares. Il controllo dei militari sulla politica termina in maniera definitiva solo con la revisione della Costituzione avvenuta nel 1982 e la successiva soppressione del CR.“Alba democratica” o persistenza del potere militare? Il capitolo descrive una transizione, ma quanto fu realmente civile la democrazia portoghese prima del 1982?
Il capitolo presenta il 1976 come l’inizio della normalizzazione democratica, ma non approfondisce a sufficienza la natura ibrida del sistema politico instaurato, dove il Consiglio della Rivoluzione e la figura del Presidente-militare mantenevano un peso determinante. Questo solleva interrogativi sulla reale sovranità civile in quella fase, dato che il controllo militare terminò “definitivamente” solo sei anni dopo. Per comprendere meglio questa complessa dinamica, sarebbe utile esplorare gli studi sulla transizione portoghese, concentrandosi sul rapporto civile-militare e sulle specifiche limitazioni imposte dai poteri del CR. Approfondire le opere di autori che hanno analizzato il processo costituente e i primi anni della democrazia portoghese, come ad esempio J.M. Brandão de Brito o M. Braga da Cruz, potrebbe fornire il contesto necessario per valutare criticamente la definizione di “alba democratica”.Abbiamo riassunto il possibile
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