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Contenuti del libro
Informazioni
“La quadratura del nulla. Nicola Cusano e la generazione del significato” di Marco Maurizi ti porta in un viaggio pazzesco nel cuore della filosofia. Ti sei mai chiesto non cosa significano le cose, ma come fanno a significare? È questa la domanda centrale, e il libro la affronta con il pensiero geniale di Nicola Cusano. Non è solo storia della filosofia, è un modo per guardare la realtà da un punto di vista nuovo, dove concetti come la `coincidentia oppositorum` ci mostrano l’unità dietro le differenze. Ma non finisce qui: il libro mette Cusano a confronto con Hegel, esplorando come due menti brillanti abbiano affrontato temi enormi come l’`identità e differenza` e la `generazione del significato`. Scoprirai il ruolo incredibile della `mente umana`, vista da Cusano come uno specchio creativo dell’infinito, capace di trovare armonia anche nella diversità delle fedi. È un’indagine profonda su cosa significa pensare, conoscere e cercare la verità, un percorso che ti farà vedere la `filosofia` non come qualcosa di astratto, ma come la chiave per capire il movimento che dà vita e senso a tutto.Riassunto Breve
La questione centrale riguarda come nasce il significato, cercando non i singoli significati, ma ciò che li produce, ipotizzando un’unità che sta dietro alle diverse forme del senso. Questa ricerca si basa sul pensiero di Nicola Cusano, che aiuta a guardare dove diversi punti di vista si incontrano, nel punto in cui il testo o la realtà si formano. Il suo pensiero invita a decentrarsi da sé, riconoscendo un centro che si vede solo lasciando andare il proprio punto di vista. Il rapporto tra un principio perfetto e il mondo creato, che è imperfetto, mostra che ogni tentativo di misurare questa origine porta a una contraddizione, ma è proprio questa contraddizione che rivela un senso. L’unità assoluta genera la differenza, e il mondo è un’immagine che mostra l’origine, unendo l’unità nella diversità. Per Cusano, l’unità divina è perfetta, mentre il mondo è imperfetto e può migliorare. La mente umana, misurando, si confronta con l’infinito. La sua idea di Dio non si oppone alla conoscenza del mondo, ma la spinge avanti, perché la conoscenza di ciò che è oltre è un limite e una misura per la conoscenza di ciò che è qui. La molteplicità delle conoscenze rimanda a un’unità più grande. La serietà del pensiero in Cusano nasce dal fatto che il pensiero non riesce a capire del tutto ciò che lo supera. Il “non aliud” mostra un’identità assoluta che si esprime negando ciò che è diverso. La sua visione prospettica mette insieme l’uno e il molteplice nel modo stesso in cui si conosce. La verità non si possiede, ma si appartiene ad essa, e si vede nello scontro tra cose diverse. L’identità in Hegel è dinamica, si realizza superando la negazione. La differenza non è solo un risultato, ma qualcosa di attivo che crea l’identità stessa. La negazione crea uno spazio tra sé e l’altro. Sia Cusano che Hegel criticano l’idea semplice di identità (A=A) perché non basta a descrivere l’assoluto. Per Cusano, bisogna andare oltre la ragione (ratio) per arrivare all’unità assoluta con l’intelletto (intellectus). Per Hegel, l’identità formale è incompleta; la verità sta nell’unione di identità e diversità. Entrambi vedono il pensiero mosso da una mancanza, e chiamano l’assoluto “il concetto”. La costruzione dell’identità in Hegel vede l’uguaglianza come un passaggio, non centrale come in Cusano. Per Hegel, uguaglianza e disuguaglianza sono differenze esterne. Per Cusano, l’alterità è una deformazione. La negazione in Cusano può essere limitata o assoluta. Il suo “non-aliud” è pienezza, non si sviluppa nella negazione come in Hegel. La coincidenza degli opposti è centrale per Cusano, accogliendo la contraddizione come qualcosa che genera positività. In Hegel, la contraddizione è il fondamento; in Cusano, il fondamento va oltre la contraddizione. Le differenze tra i due sono usate per criticare Hegel, che a volte sembra rimuovere l’aspetto metaforico o dialogico. Ma Hegel affronta la modernità e la lacerazione del soggetto, che porta a una conciliazione storica. Entrambi sentono il bisogno di un nuovo linguaggio filosofico e teologico. La misura in Hegel è la verità concreta dell’essere. Entrambi vedono l’eterno non come qualcosa di fermo, ma in continua realizzazione. La storia per Hegel è dove questo avviene. Il movimento che genera è un afferrare che spinge il pensiero oltre sé. La mente umana è immagine della mente divina, non solo riceve passivamente, ma crea concetti, imitando l’arte divina. La conoscenza avviene per somiglianza non tra concetto e cosa, ma tra mente umana e mente divina. La mente trova in sé stessa ciò che le serve per giudicare il mondo. La conoscenza si sviluppa su tre livelli: congetture (fisica), scienze matematiche (forme astratte), intuizione della verità assoluta (teologia). La mente non solo astrae, ma crea concetti matematici vedendoli come immagini dell’unità divina. Misurando le cose, la mente cerca la misura di sé, trovandola solo nell’Uno. Il pensiero di Cusano cerca un accordo tra le diverse fedi (*De pace fidei*), non per mescolarle, ma per trovare la verità che le forma dall’interno. Si cerca una religione universale dove tutte le fedi si realizzino. Questa ricerca si basa sulla visione della realtà come sviluppo di un Uno infinito. La conoscenza umana è sempre una “congettura”, una prospettiva sull’unità. La diversità del mondo e dei riti è necessaria per mostrare la potenza infinita dell’Uno. La pace è un’attività che consiste nel tornare alla propria origine. L’unità è il principio che costituisce la molteplicità dall’interno. L’armonia tra le cose agisce dal loro interno. La molteplicità delle prospettive è il modo in cui l’universo ripete la creazione. La singolarità deve cercare di essere il più possibile uguale a sé stessa e diversa dagli altri, un compito che si avvicina all’identità e differenza assolute in Dio. La logica divina accoglie la coincidenza degli opposti. L’alterità divina esiste sia dentro (Trinità) sia nel rapporto con il mondo. L’identità divina si sdoppia e produce la differenza. La pace tra le fedi si basa sulla dialettica tra diversità (molteplicità) e unità (superare la limitatezza). Si tratta di approfondire la singolarità mantenendo il legame con l’origine. La pace è il risultato di un “pensiero del rapporto” tra sé, l’altro e l’infinito. Agire per la pace è possibile solo pensando insieme. Cusano manca di modelli politici concreti, ma vede la religione come legame vissuto. La vita condivisa cerca la pace attraverso la genesi mondana, un bisogno collettivo di pensare un’unità congetturale. La mente può intuire l’unità, ma l’azione nel mondo resta congetturale. La ricerca del “noi” avviene nell’essere-insieme, un superamento pratico che chiarisce l’orizzonte comune. La sapienza è eterna, ma anche concepita, permettendo agli uomini di farla propria. È identificata con la ragione, principio che ordina il mondo. Tutto ciò che è ben fatto è fatto tramite la ragione. Le cose esistono secondo un’unica legge che nella ragione esiste in modo indifferenziato ma che nel mondo si differenzia. La sapienza dà vita o durata alle cose. Solo l’uomo cerca la vera sapienza, mosso dal piacere di conoscere, non solo per bisogno. Questo piacere porta l’uomo alla vita intellettuale. La sapienza e l’intelletto sono piacere nel loro principio. Trovare piacere nel sapere connette l’uomo al punto da cui la sapienza crea il mondo. In questo piacere, creatura e creatore si scoprono essere la stessa cosa. Cercare la sapienza come vita porta alla vita eterna. La sapienza divina è arte onnipotente, arte di vita immortale. L’arte umana cerca di imitare questa arte divina. L’uomo partecipa all’arte divina approfondendo la natura dell’intelletto. L’esperienza dell’immortalità è nello spirito libero dalla necessità. Questo richiede di separarsi dal corpo e dai sensi e rivolgersi all’universale. L’anima, separata, è “assoluta” e capace di vita immortale. L’intelligibile si afferra con la semplicità dell’intelletto. L’intelletto giudica la ragione basandosi sulla visione della propria immortalità. L’intelletto non è generato, è libero, non invecchia, cerca Dio, la sua origine. È “dalla parte di ciò che crea” perché il suo fine è capire e amare Dio. L’essenza divina è dinamica, un’apertura generativa. L’intelletto è immagine viva di Dio per come opera, si muove, cerca sé stesso e trova la sua origine. In questo essere immagine, l’intelletto trova la vita al suo grado più alto. Non trova pace se non nella sua origine. La ricerca dell’infinito è senza fine perché l’infinito si vede nell’atto stesso del cercarlo. Il pensiero di Cusano si colloca in un punto di passaggio storico, portando a diverse interpretazioni. Questa ambiguità è una caratteristica del suo modo di affrontare la verità. La verità non è fissa, ma si manifesta in molti modi, anche con contraddizioni. La verità è una meta assoluta che guida la ricerca, pur essendo irraggiungibile del tutto. Abita il pensiero dall’interno. È la coincidenza degli opposti, il punto in cui gli opposti si uniscono. Questo principio racchiude ogni possibilità. Il mondo e la conoscenza umana sono sempre un’approssimazione. La realtà si vede attraverso infiniti punti di vista, e la verità si mostra solo come lo sviluppo infinito di un principio che appare come “altro da sé”, come interpretazione. La verità funziona anche come punto prospettico, l’origine che dà forma alla realtà dall’interno. Il pensiero umano, come immagine della mente divina, si avvicina alla verità non solo riflettendo il mondo, ma trovando in sé l’indice della propria verità. Al centro c’è l’Identico assoluto, un principio che non è solo una relazione, ma genera sé stesso e ogni cosa diversa da sé. Le cose diverse cercano di essere uguali all’Identico, pur non potendolo mai essere del tutto. Questa tensione tra Identico e diverso è parte della realtà. La creazione è lo sforzo di ciò che non è di diventare simile all’essere assoluto. Il passaggio dall’uno al molteplice è un doppio movimento di discesa e salita. Questo principio originario è un fondamento che si nasconde. Anche il tempo è dentro questo Identico assoluto, trovando lì la sua misura, anche se nel mondo è sfuggente. Il pensiero di Cusano si concentra sul rapporto dinamico tra pensiero e realtà. La ragione procede per congetture, riconoscendo i suoi limiti e la necessità di umiliarsi per elevarsi verso una verità assoluta. La fede non è un aiuto esterno, ma parte del sapere. La mente ha uno status speciale, pensa creando concetti che si avvicinano a una verità superiore. La sua oggettività viene da un fondamento che la supera. Riflettendo su sé stessa, la mente scopre di dipendere da uno spirito divino. L’origine è l’Identico che genera la differenza; ogni cosa è una somiglianza di questa origine. L’insegnamento è un esempio di questo processo generativo. La scienza descrive il mondo congetturale e misurabile, ma questa misurabilità si basa sull’imprecisione del mondo. Solo l’intelletto può cogliere il senso profondo, andando verso il movimento generativo dell’origine. La mente capisce il mondo e sé stessa approfondendo il suo potere generativo, che è immagine dell’arte divina. Il pensiero di Cusano si distingue da dibattiti attuali, riconoscendo la relatività del punto di vista umano senza annullarlo. Afferma che il pensiero non può evitare il problema della propria origine. La conoscenza scientifica è congetturale e approssimativa. L’origine è coincidenza di causa formale e materiale, generando un mondo molteplice. La vita del pensiero è uno scarto tra sapere e generare significato. La morte è necessaria per la moltiplicazione. Il pensiero di Cusano apre alla possibilità di un “comune” pratico. Si oppone a visioni che svuotano il pensiero. La realtà si manifesta attraverso un limite, dove la capacità di ripercorrere la genesi del significato lega il desiderio all’esperienza di un’alterità irriducibile. L’origine precede il nulla e il possibile, fornendo la misura. L’essere umano è libero e capace di autodeterminazione dalla delimitazione del proprio nulla. La correlazione tra essere e pensiero è congetturale, la loro unità si vede solo nei loro effetti. La realtà è un processo di rispecchiamento, in cui la mente, come immagine dell’arte produttiva originaria, ha un ruolo speciale.Riassunto Lungo
1. Cusano e la genesi del significato
Ci si chiede come nasce il significato. L’indagine non si concentra sui singoli significati, ma su ciò che li genera, cercando di capire cosa significa “significare” e cosa muove questo processo. Si ipotizza che esista un’unità fondamentale al di là delle diverse forme in cui il senso si manifesta. È possibile costruire una teoria su come nasce il significato che eviti di ridurre tutto a spiegazioni troppo semplici e che mantenga il processo del significare legato alla sua origine profonda. Questa ricerca si basa sul pensiero di Nicola Cusano, che offre spunti importanti per le domande filosofiche di oggi.Comprendere il pensiero di Cusano
Per capire un autore come Cusano, bisogna confrontarsi con il rapporto tra il proprio modo di vedere le cose e il testo che si legge. Non basta una lettura superficiale o solo attenta ai dettagli storici. Il pensiero di Cusano invita a cercare il punto in cui i diversi modi di vedere si incontrano, nel luogo stesso dove il testo prende forma. La sua filosofia non è solo un fatto del passato, ma ha un nucleo vivo che non può essere ridotto a formule semplici. Indica un punto di vista fondamentale, anche se difficile da afferrare completamente, dal quale si può comprendere il processo della creazione.Il pensiero che si allontana da sé
Il pensiero di Cusano richiede di spostare costantemente l’attenzione da sé stessi. Bisogna riconoscere un centro che appare solo quando si rinuncia a volerlo possedere o definire. Il fascino sta proprio nella natura di ciò che non è “proprio”, in relazione al pensiero e all’essere. Ogni tentativo di definire o fare proprio questo centro finisce per perdersi nella molteplicità dei diversi punti di vista possibili.La creazione e la “quadratura del nulla”
Il gesto filosofico di Cusano, descritto con l’immagine della “quadratura del nulla”, illustra il rapporto tra la precisione perfetta del principio che genera ogni cosa e l’imperfezione del mondo creato. Ogni volta che si cerca di misurare o definire questa origine, si incontra una contraddizione. Ma è proprio questa contraddizione che rivela un senso profondo. L’identità assoluta, perfetta e unica, genera l’alterità, cioè tutto ciò che è diverso da essa. Il mondo creato è un’immagine che mostra l’origine, manifestando l’unità fondamentale attraverso le differenze.Matematica, mistica e teologia negativa
Cusano ribalta il modo tradizionale di vedere il rapporto tra mistica e matematica. Per lui, l’unità divina è precisione assoluta, una perfetta coincidenza. Il mondo, invece, è impreciso e può sempre migliorare. La mente umana, quando misura, si trova di fronte a due infiniti diversi. La sua teologia negativa, che afferma cosa Dio non è, non si oppone alla conoscenza del mondo, ma anzi la stimola. La conoscenza di ciò che è al di là serve da limite e da misura per la conoscenza di ciò che è qui nel mondo. La grande varietà del sapere sul mondo rimanda sempre a un’unità che la supera e la comprende.Il rigore del pensiero e la verità
Il rigore filosofico in Cusano non è solo un metodo formale da seguire. Nasce dalla consapevolezza che il pensiero non riesce a cogliere pienamente ciò che lo supera. Il concetto di “non aliud” (non altro) mostra l’identità assoluta che si manifesta negando tutto ciò che è altro da sé. La sua visione prospettivistica mette in relazione l’uno e il molteplice nella struttura stessa del sapere. La verità non è qualcosa che si possiede, ma è piuttosto qualcosa a cui si appartiene. Si rivela nel confronto e anche nello scontro tra le diverse prospettive.Ma è davvero necessario scomodare un filosofo del Quattrocento per capire come nasce il significato, ignorando secoli di studi linguistici e cognitivi?
Il capitolo imposta la fondamentale domanda sulla genesi del significato, ma si concentra quasi esclusivamente su un approccio metafisico e storico-filosofico legato a Nicola Cusano. Sebbene l’indagine su Cusano possa offrire spunti interessanti, l’argomentazione rischia di apparire incompleta o di nicchia se non viene contestualizzata rispetto ad altri campi del sapere che affrontano la stessa questione, come la linguistica (in particolare la semantica e la pragmatica), la semiotica, la psicologia cognitiva o le neuroscienze. Per ottenere una visione più ampia e rispondere in modo più robusto alla domanda iniziale, sarebbe utile confrontare l’approccio di Cusano con le teorie sul significato sviluppate in queste discipline, esplorando autori come Saussure, Peirce, Frege, Wittgenstein o approcci più recenti legati alla cognizione incarnata.2. Il Gioco di Identità e Differenza
L’identità in Hegel è un elemento fondamentale dell’essenza, ma ha una natura dinamica. È uguale a se stessa attraverso la negatività, superando la mediazione. Questa identità appartiene alla sfera della riflessione, che è più definita rispetto all’essere. Le categorie logiche in Hegel si sviluppano in una progressione di maggiore determinazione concettuale, dall’essere all’essenza al concetto. Questo si distingue da Cusano, dove le categorie si dispongono su un asse verticale di pienezza ontologica, mostrando un’influenza neoplatonica.La Differenza e la Negatività in Hegel
In questo contesto, la differenza non è un semplice effetto, ma un elemento attivo che produce l’identità stessa. La differenza accoglie la forza del negativo, che è il motore del sistema hegeliano e della determinazione. L’identità, essendo negazione assoluta, include strutturalmente la differenza come un doppio movimento: pone l’altro nella negatività e ritorna all’identico negando l’altro. La differenza genera l’altro in modo così radicale da generare l’identità stessa, portando l’identità a essere non-identità. La negazione crea uno spazio tra sé e l’altro. La differenza è la negatività che contiene la riflessione, un aspetto essenziale dell’identità che si nega e si distingue da sé. Questa differenza è assoluta e contiene l’identità al suo interno. La negazione, mostrandosi come rovescio sia dell’identità che della differenza, ha una natura unitaria e doppia ed è centrale nella dialettica hegeliana.La Critica al Principio di Identità (A=A)
Un punto di convergenza tra Hegel e Cusano è la critica al principio logico di identità (A=A), considerato insufficiente per descrivere l’assoluto. Cusano ritiene necessario andare oltre Aristotele; la coincidenza degli opposti permette di comprendere l’incomprensibilità di Dio, sottraendolo alla riduzione alla ragione umana. Il limite del principio di identità coincide con il limite della ratio, che non accede all’unità assoluta, a differenza dell’intellectus. Hegel considera il principio di identità formale, astratto e incompleto. La verità completa si trova nell’unità di identità e diversità. Un giudizio come “la pianta è la pianta” non è un vero giudizio per Hegel, poiché una proposizione implica la richiesta di non-identità tra soggetto e predicato; la tautologia è un non-senso.L’Assoluto e il Concetto
Entrambi i pensatori vedono il pensiero mosso da una mancanza, il cui oggetto è ciò che lo muove dall’interno. Sia Hegel che Cusano chiamano l’assoluto “il concetto”. Per Cusano, il concetto assoluto è identico e contiene ogni cosa concepibile. Per Hegel, il “concetto semplice” appare sotto il segno del negativo, come esplicitazione della differenza, ed è una potenza creatrice. Entrambi affrontano la stessa difficoltà, ma in modi diversi: Hegel attraverso la natura paradossale del negativo, Cusano attraverso la teoria dell’aequalitas.Ma questa “negatività” che genera l’identità non rischia di essere un concetto vuoto o una mera asserzione?
Il capitolo descrive la negatività e la differenza come il motore che produce l’identità stessa in Hegel, presentandola come un elemento attivo e strutturale. Tuttavia, la natura esatta di questo processo e come la negatività possa concretamente “generare” l’identità potrebbe non risultare immediatamente chiara o convincente senza un approfondimento del sistema hegeliano. Per comprendere meglio questo passaggio cruciale e valutare la solidità dell’argomentazione, è indispensabile addentrarsi nella logica dialettica hegeliana, studiando direttamente Hegel e i commentatori che analizzano la funzione della negazione e della differenza nel suo pensiero.3. La Dialettica di Uguaglianza e Negazione tra Cusano e Hegel
L’identità in Hegel considera l’uguaglianza un passaggio importante, ma non centrale come in Cusano. Per Hegel, uguaglianza e disuguaglianza sono differenze esteriori, accidentali, che dipendono da un confronto esterno. L’intelletto le separa, ma per loro natura tendono a trasformarsi l’una nell’altra. La misurazione mostra l’identità attraverso un elemento esterno. In Hegel, l’uguaglianza è legata alla deformazione, non alla forma.Differenze su Alterità e Negazione
Cusano vede l’alterità come una deformazione: ciò che è in altro è diverso da come è in sé. Hegel, al contrario, considera l’alterità un principio della forma, che si afferma negandosi. Nello schema a tre elementi, Hegel parla di alterità/estraneazione, mentre Cusano parla di uguaglianza/filiazione. La negazione in Cusano ha due aspetti: è limitata nel finito (opposita) o assoluta (nihil omnium). Il “non-aliud” cusaniano è pienezza d’essere e non si manifesta attraverso la negazione come accade in Hegel. Per Cusano, la negazione è alla base di ogni affermazione, e ciò che si dice dell’ente si nega del principio. La contraddizione in Cusano è vista come un principio che esiste prima degli elementi che si contraddicono.La Coincidentia Oppositorum e il Fondamento
La “coincidentia oppositorum” (coincidenza degli opposti) è fondamentale nella dialettica di Cusano. Essa accoglie la contraddizione come fonte di positività. La definizione di un ente avviene attraverso la coincidenza degli opposti (A+Non-A), dove A è in relazione dinamica con Non-A. In Hegel, la contraddizione è il fondamento stesso; in Cusano, il fondamento va oltre la contraddizione. Questo superamento non è una semplice armonia, ma può apparire difficile da comprendere per il pensiero umano.Confronti Critici e Risposte
Le differenze tra i due filosofi sono spesso usate per criticare Hegel. Alcuni sostengono che Hegel dia troppa importanza alla ragione, trascurando l’aspetto metaforico e dialogico, il che porterebbe a risultati negativi o irrazionali. Vedono Cusano come un’alternativa che valorizza l’immediatezza del sentimento o dell’intuizione, superando la distinzione tra soggetto e oggetto e riconoscendo i limiti della conoscenza. Questa critica, tuttavia, non tiene conto della complessità della dialettica della modernità in Hegel. Il soggetto moderno è caratterizzato da una “lacerazione” (negatività), ma questa tensione porta a una riconciliazione nella storia. Hegel ritiene che il concetto di negazione in Cusano, pur non essendo nichilistico, non sia sufficiente per descrivere un rapporto vivo con l’assoluto. Hegel sviluppa la negazione per liberare l’idea di Dio da una teologia negativa fraintesa. Entrambi i pensatori sentono il bisogno di rinnovare il linguaggio della filosofia e della teologia di fronte ai cambiamenti del loro tempo.Identità, Misura e Realizzazione
Hegel esplora il legame tra l’auto-riflessione e l’identità, mettendo al centro la definizione del sé. Il soggetto in Hegel non è isolato, ma aperto, in continua evoluzione e legato alla collettività. La misura in Hegel rappresenta la verità concreta dell’essere, la forma che deriva dalla continua negazione. Anche ciò che sembra “senza misura” è in realtà una forma di misura. Sia Cusano che Hegel vedono l’eterno non come qualcosa di statico da possedere, ma come un processo di realizzazione costante. Mettono in discussione le strutture fisse della metafisica tradizionale. La storia, per Hegel, è il luogo in cui questa realizzazione avviene, dove Dio, il Mondo e il Soggetto creano significato. Questo processo dinamico è un “afferrare” (Begreifen) in cui il pensiero che cerca di comprendere l’origine viene spinto oltre i propri limiti.Ma come possiamo affermare l’esistenza di un “Identico assoluto” che genera ogni cosa, se la nostra stessa conoscenza è definita “congetturale” e basata su mere approssimazioni?
Questa domanda mette in luce una potenziale lacuna nel ragionamento presentato. Il capitolo descrive un principio fondante ultimo, ma contemporaneamente sottolinea l’impossibilità per la conoscenza umana di raggiungerlo pienamente, confinata com’è nella sfera del “congetturale”. Come si stabilisce, allora, la validità o persino l’esistenza di tale principio assoluto? Per cercare di rispondere a questo interrogativo, è fondamentale addentrarsi nello studio della metafisica e dell’epistemologia, esplorando in particolare le correnti filosofiche che hanno influenzato il pensiero di Cusano. Approfondire autori come Cusano stesso e i filosofi neoplatonici può fornire il contesto necessario per comprendere le basi di tali affermazioni e il modo in cui si concepiva il rapporto tra l’intelletto umano e la realtà ultima.11. La Mente Specchio dell’Origine
Il pensiero di Cusano si concentra sul rapporto vivo tra il pensiero e la realtà. Questo legame è un movimento continuo, non una semplice opposizione o unione fissa. La ragione cerca di capire la verità attraverso ipotesi e congetture, ma riconosce i propri limiti. Per raggiungere una verità più alta, che va oltre ogni negazione, la ragione deve accettare i suoi confini e “umiliarsi”. La fede non è un aiuto esterno per la ragione, ma è parte integrante del processo di conoscenza stesso.La Natura Speciale della Mente
La mente ha una posizione particolare. Non afferra le cose in modo diretto, ma crea concetti che si avvicinano a una verità superiore. La sua capacità di percepire la realtà in modo oggettivo deriva da un fondamento che la supera e che le dà origine. Riflettendo su sé stessa, la mente capisce di non essere la causa di sé, ma di dipendere da uno spirito divino. L’origine di tutto è l’Identico, ciò che è sempre uguale, eppure genera la differenza nel mondo. Ogni cosa che esiste è una somiglianza di questa origine.La Conoscenza nella Scienza e nell’Insegnamento
L’insegnamento è un esempio di come funziona questo processo creativo. L’intelletto del maestro pensa e crea parole che si avvicinano al concetto. La comprensione dell’allievo ricrea questo atto dentro di sé. Insegnare è creare, non solo esteriormente, ma interiormente, come un’immagine dell’essenza più profonda delle cose. Anche la scienza descrive il mondo usando un sapere basato su ipotesi e misurazioni. Tuttavia, questa misurabilità si fonda sull’imprecisione che è nella natura stessa del mondo. Solo l’intelletto può cogliere il significato profondo, spingendosi verso il movimento che genera tutto dall’origine. La mente comprende il mondo e sé stessa approfondendo la propria capacità di creare, che è un riflesso dell’arte divina.L’Origine, il Limite e la Molteplicità
L’origine è vista come il punto in cui la causa che dà forma e la causa da cui le cose sono fatte coincidono. Questo genera un mondo fatto di molte cose diverse, senza confini rigidi. La vita del pensiero è quello spazio che c’è tra il semplice sapere e la creazione di significato. La morte, intesa come separazione, è necessaria perché le cose possano moltiplicarsi.La Visione di Cusano di Fronte alle Idee Moderne
Il pensiero di Cusano si distingue da dibattiti attuali come quelli sul realismo speculativo o sul correlazionismo. Riconosce che il punto di vista umano è relativo, ma questo non annulla la realtà. Afferma che il pensiero non può evitare di interrogarsi su come nasce e su cosa lo rende possibile. La conoscenza scientifica è basata su ipotesi e approssimazioni, anche nella matematica, che tende verso una “ipermatematica” che sta all’origine. Questo modo di pensare apre alla possibilità di un “comune”, non solo come idea teorica, ma anche nella pratica. Si oppone a visioni che svuotano il pensiero o sminuiscono l’essere umano. La realtà si manifesta attraverso un limite. La capacità di capire come nasce il significato lega il desiderio all’incontro con qualcosa di diverso da noi, che non può essere ridotto. L’origine viene prima del nulla e di ciò che è solo possibile, e dà la misura di tutto.La Libertà dell’Essere Umano
L’essere umano diventa libero e capace di scegliere per sé stesso proprio riconoscendo e definendo il proprio limite, il proprio non-essere.Il Rapporto tra Essere, Pensiero e Realtà
Il legame tra l’essere e il pensiero è ipotetico; la loro unità si vede solo attraverso i risultati che producono. La realtà stessa è un processo in cui le cose si riflettono. In questo processo, la mente, essendo un’immagine dell’arte creatrice originale, ha un ruolo speciale.Su quali basi concrete possiamo affermare che la mente rifletta un’origine divina o dipenda da uno spirito, come suggerisce il capitolo?
Il capitolo fonda la capacità della mente di conoscere e la natura stessa della realtà su un’origine divina o uno spirito. Questa è una posizione metafisica specifica che, pur essendo centrale nel pensiero di Cusano, non è universalmente accettata e può apparire, da altre prospettive filosofiche o scientifiche, come un postulato non dimostrato o una questione di fede. Il capitolo non chiarisce come si possa verificare o anche solo concettualmente afferrare questa dipendenza da un’origine divina al di fuori di un quadro di pensiero che già la presuppone. Per approfondire questa problematica e confrontare diverse visioni, è utile studiare la storia della filosofia, in particolare il pensiero medievale e rinascimentale, ma anche l’epistemologia e la metafisica moderna e contemporanea. Esplorare autori che discutono il rapporto tra fede e ragione, o quelli che propongono fondamenti della conoscenza e della realtà alternativi a quelli teologici o metafisici tradizionali, può offrire un contesto più ampio per valutare l’argomentazione del capitolo.Abbiamo riassunto il possibile
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